Anime & Manga > Detective Conan
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Autore: SatoSerelover    02/03/2017    4 recensioni
Sequel di "Niente di meglio"
Il piccolo Conan, figlio di Shinichi e Ran, sta crescendo. Ormai ha 7 anni.
Vive con i genitori e la sua vita procede sempre più bella, ma quando un vecchio nemico di Shinichi tornerà, più cattivo che mai e intento a farla pagare al detective... toccherà al piccolo Conan, risolvere la situazione.
Insieme ai suoi amici.. Shizuka e Satoshi, comincerà ad indagare, come solo lui sa e potrà fare, coinvolto in un caso più grande di lui e prenderà le redini del padre!
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama, Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Una sola e vera verità, un solo il vero amore'
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Nota d'autrice:
Eccomi tornata. Scusate il mio enorme ritardo... Purtroppo ho dovuto cambiare computer perché il vecchio si è rotto.
Però non ho abbandonato questa fic e mai lo farò. Forse sarò lenta, ma la porterò avanti fino alla fine^^. Scusate se questo capitolo non è lungo, ma è importante.
Vi prego anche di leggere la nota d'autrice dopo questo capitolo ^^ 



Capitolo 12: ..Via


A casa Kudo…

“Satoshi!? Non trovo più Locke!” Lo avvisò Shizuka preoccupata.

“Come sarebbe a dire?” Chiese lui “Lo stavi coccolando come un peluche fino a poco fa!”

“Lo so… ma…” Shizuka sentiva che stare con Locke e tenerlo stretto la rassicurava e le impediva di piangere per quello che era successo a Conan. Era tremendamente preoccupata.

Satoshi sospirò e si avvicinò fino ad abbracciarla “Conan tornerà, lui è forte…” dopo un attimo di silenzio riprese a parlare “Locke sarà a fare una passeggiata in giardino, non preoccuparti”

Shizuka annuì e ricambiò l’abbraccio.

…………………

“CONAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAN!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!” Urlarono disperati i genitori del bambino continuando a scrutare dall’alto l’acqua torbida e scorrente.

Purtroppo loro figlio non risaliva in superficie ed era già passato un minuto, fin troppo. Era come se avessero strappato loro il cuore e schiacciato. Il corso d’acqua diventava sempre più forte e sembrava uccidere tutto quello che incontrava. 

No, non poteva permetterlo, era suo padre ed era ora di comportarsi come tale, avrebbe fatto di tutto per proteggere il suo bambino. Perderlo era fuori discussione. Shinichi appoggiò le mani sul bordo e fece forza per scavalcarlo. 

Ran stava per fermarlo, se ne era accorta e sapeva cosa voleva fare, ma era già tardi. Shinichi era già oltre la barriera e stava già precipitando dal ponte. 

“SHINICHIIIIIIIIIIIIII!!!!!!!!!!!!!!!!” Ran vedendo suo marito scomparire proprio sotto i suoi occhi, ebbe l’istinto di seguirlo. 

Però ancora prima che potesse solo tentarci una persona la bloccò, impedendole di compiere quella pazzia: Amuro. Il ragazzo e la sua presa forte la afferrarono per il braccio e la tirarono indietro. “MA SEI IMPAZZITA? NON FARE SCEMATE!”

“CONAN E SHINICHI SONO LA’ SOTTO!!!! LASCIAMI ANDARE!!!!” si oppose Ran cercando di liberarsi. Non voleva colpirlo con il suo karate ma se fosse stato necessario allora ne avrebbe fatto uso, avrebbe fatto ricordo alle maniere forti.

Amuro aveva previsto il suo modo di agire e così le fermò il gomito prima che potesse cacciarglielo nello stomaco “Ragiona! Shinichi sa quello che fa! Se ti butti anche tu anche la tua vita sarà a rischio, cosa faranno poi Conan e Shinichi se ti accade qualcosa? Causeresti solo più casino! Ormai non possiamo farci nulla! Ho già contattato la polizia, stanno arrivando”

E come concluse, si sentirono le sirene della polizia sempre più forti, fino a che non si fermarono proprio sul ponte. Ran girò lo sguardo sul corso d’acqua che aveva inghiottito entrambi figlio e padre e le lacrime cominciarono a scendere sul suo volto. Aveva ragione, ma faceva male..

“Ran!” sentì una voce chiamarla. Era Shinichi.

La ragazza guardò giù e lo vide aggrappato ad un masso, cercando di non farsi trascinare dalla corrente. Era forte e intensa, se non ce la faceva un adulto come lui per di più in forma, di certo un bambino di sette anni, per quando bravo a nuotare sarebbe morto subito. Dannazione…

“Non lo trovo! Devo andare più in là e lasciarmi trasportare dalla corrente! Spiega tutto a Megure e chiama rinforzi! Digli di mettere agenti ovunque intorno al fiume!”

“Shinichi torna indietro! Non rischiare anche tu!” Non riuscì nemmeno a finire, il detective aveva già preso un respiro enorme e si era immerso alla ricerca disperata del loro figlio. 

Non poteva che affidargli le sorti di Conan e pregare che si salvasse pure lui. “Ti prego Shinichi…. Riportalo a casa…” strinse le mani sul ferro della barriera, quasi piegandolo.. era in preda al panico. Suo figlio poteva essere già morto e ora anche suo marito rischiava.. dopo tutti gli sforzi fatti per trarlo in salvo, per colpa sua si era allontanato di più. 

Amuro appoggiò una mano sulla spalla della ragazza e la cercò di confortare “..Ran… vedrai che andrà tutto bene…”

“E’ tutta colpa mia.. se solo fossi stata più attenta a Gin adesso….”

“No!” La interruppe “Non è colpa tua di quello che è successo, se non avesse puntato a te la pistola lo avrebbe fatto a Conan  oppure avrebbe ucciso addirittura Shinichi. Non preoccuparti di quello che è successo, piuttosto preoccupiamoci di fare come ha detto Shinichi…”

Ran annuì, asciugandosi le lacrime. Si, era inutile rammaricarsi, ora contava solo aiutare Shinichi e Conan e fare la sua parte…… anche se aveva paura che il suo cuore stesse per subire un altro colpo.. molto più doloroso.. ed era il suo istinto di mamma a dirglielo.

Intanto… nel fiume.. Shinichi lottava contro la corrente o almeno di prendere una direzione giusta e di schivare ogni ostacolo. Non vedeva sua figlio da nessuna parte e non per il fatto che l’acqua era più scura della pece oppure torbida e troppo veloce.. ma perché semplicemente non vi era tracca di lui. Più passava il tempo più sperava che fosse lento, eppure era sicuro che di sicuro i minuti scorrevano più veloci dell’acqua che lo trasportava. Aveva paura, una delle poche volte che davvero la sentiva dentro al sangue e che gli pompava. Aveva paura di perdere suo figlio più di ogni altra cosa.

Continuò a cercarlo per molto altro tempo, ma nulla. Conan era sparito nel nulla e lui non aveva potuto fare nulla per trovarlo. Non riusciva più a nuotare, era troppo stanco.. voleva continuare a tutti i costi ma non poteva, se lo avesse fatto sarebbe potuto succedergli qualcosa e non lo faceva per egoismo. Per Ran. Senza né lui né suo figlio cosa poteva fare? Inoltre aveva bisogno di lui la polizia, per trovare Conan, quei maledetti che avevano perseguitato la sua vita e farli finire in prigione a vita. 

Si fece forza e usò le sue ultime energie per aggrapparsi alla sponda del fiume, e tirarsi fino ad essere sulla riva, sul terreno. Si inginocchiò cercando di riprendere fiato e di non urlare di rabbia. La frustrazione stava prendendo il sopravvento e l’immagine di suo figlio morto tra le sue braccia continuava a dargli sempre pià ribrezzo e furia. 
Gli dava sempre più voglia di tuffarsi di nuovo, ma prima che potesse farlo sentì delle voci lontane chiamarlo. 
“SHINICHI!” era la voce di Ran. “SHINICHI!”

La donna arrivò appena in tempo per fermarlo. Il ragazzo continuò a fare respiri profondi e lunghi, per riprendersi dopo tutte le volte che era andato in apnea. 
Subito anche i due paramedici si misero al fianco di Shinichi, il quale per tutta risposta li respinse “Non ho bisogno, sto bene..”

“Shinichi, dov’è Conan!?” Chiese Ran appoggiando la mano sulla sua maglia completamente zuppa d’acqua.

Il detective digrignò i denti con frustrazione, scuotendo la testa “Niente…” non sapeva nemmeno dove aveva preso le forze per dire quella terribile parola. Detestava se stesso più di chiunque altro, se stesso e Gin. La rabbia e l’odio però lasciavano spazio a qualcosa di più profondo: Paura.

Ran portò la mano alla bocca e le lacrime cominciarono a solcare il suo viso di nuovo. Shinichi la strinse in un abbraccio, cercando di farla calmare. Non si sarebbe fermato finché non era certo al cento per cento che era finita. Non avrebbe lasciato che i suoi occhi parlassero al posto dei fatti. Per una volta non voleva dare retta alla ragione, voleva lottare contro la verità e risolvere tutto quel bordello. 

“Shinichi? Credo che non possiamo fare nulla al momento. O almeno tu non puoi fare nulla. Vi consiglio di andare a casa e riposare, ti farò avere notizie al più presto” Megure gli fece cenno di salire nell’auto della polizia.

I due genitori, a passi lenti e stanchi, entrarono nel veicolo e si sedettero sui sedili pesantemente, sentendo il vero peso nel cuore che li faceva sprofondare e più di ogni peso materiale. Era il peso che li addossava una perdita, una perdita non ancora realizzata ma vicina a diventare reale.

L’auto li riportò in fretta a casa loro, dove li aspettavano Satoshi e Shizuka, ancora frementi per il risultato della missione. Avevano insistito per rimanere, perché non avrebbero mai potuto sopportare l’attesa e si sentivano più al sicuro insieme.

“Come è andata?!” Chiese Shizuka correndo dai due adulti con sguardo pieno di speranza.

Tuttavia i genitori non riuscirono a rispondere, non avevano la forza di parlare o dire nulla riguardo a Conan, non fino a che non avrebbero avuto loro stessi notizie. Eppure stava andando al meglio, avevano salvato loro figlio e avevano messo alle strette ciò che rimaneva dell’organizzazione.

Non si era mai visto Shinichi in quello stato, silenzioso e con la testa persa nel nulla. Se c’era una cosa che sapeva fare sempre era ragionare, pensare e cercare una soluzione; era ciò che lo aveva reso un detective infallibile. Sperava che ciò lo avrebbe aiutato anche ad essere un padre di altrettanta bravura, ma finora non aveva dimostrato di esserlo.

“Shinichi… dovresti andare a cambiarti o ti prenderai un malanno. Al momento non c’è bisogno di un altro problema.” Consigliò Sato. L’aiuto di Shinichi era fondamentale, se si ammalava sarebbe stato un problema.

Il ragazzo annuì e andò a cambiarsi i vestiti bagnati. Tanto valeva, fino a che Megure non arrivava con delle notizie, non si sarebbe potuto fare nulla. 

Passarono le ore, ma non si riusciva ad avere nessuna notizia da parte della polizia. Ogni volta che Shinichi o Ran chiedevano informazioni, Megure rispondeva allo stesso modo: nessuna novità. A forza di provare, i due si arresero e caddero nel silenzio totale.

Improvvisamente la porta di casa si aprì ed entrò l’ispettore Megure. Come fu visto dai presenti, Shinichi e Ran saltarono in piedi con occhi spaventati e speranzosi. “Ispettore lo avete trovato!?”

L’uomo robusto alzò la mano e con un gesto fece segno ai poliziotti di uscire dalla stanza, insieme agli altri presenti. 

Sato si avvicinò a Satoshi e Shizuka, appoggiò le mani sulle loro spalle e li esortò a seguirli “Su bambini, andiamo…”

Anche i due ragazzini non dissero nulla. Si girarono verso Megure e i genitori del loro amico, con occhi pieni di tristezza e paura. Sentivano dentro che qualcosa di brutto era accaduto, ma speravano che in ogni caso avrebbero rivisto il loro migliore amico. Si scambiarono uno sguardo carico di dolore e lasciarono la stanza. Prima di uscire, anche Sato si girò indietro un’ultima volta. Si intuiva la sua delusione, ma anche lei sperava di sbagliarsi.

Eppure in quel momento un sentimento era scaturito in entrambi, portando un terribile pensiero. Come se vi fosse una consapevolezza: il loro amico, non lo avrebbero rivisto mai più.

Si chiuse la porta, vi fu un attimo di silenzio. Megure si sedette, seguito da Ran e Shinichi di fronte a lui sull’altro divano. Il poliziotto fece un respiro profondo e unì le mani davanti alla bocca, cercando di formulare la frase che doveva pronunciare.

Dopo aver chiuso gli occhi per qualche secondo, li riaprì “Abbiamo setacciato ogni singola traccia sulla riva, abbiamo allertato persino gli altri distretti di polizia e le prefetture…  ma non c’è traccia di Conan…”

“N-No…” 

“Mi spiace…” L’uomo portò la mano alla testa e tolse il cappello, quello che mai levava per nessuna ragione. “…Questo significa che non possiamo fare più nulla per salvarlo”
Le voci di Ran e Shinichi furono soffocate da un fragore che entrambi sentirono dentro al petto. 

“Non c’è modo di sopravvivere ad una corrente del genere per tutte queste ore, soprattutto se a farlo è un bambino. L’unica speranza era di ritrovarlo a riva e in tal caso avremmo auto qualche possibilità che si salvasse. Mi spiace davvero tanto…”

Sembrò fermarsi il tempo, la voce di Megure morì finita la notizia. Per un attimo sembrò non parlare nessuno, poi arrivò un lamento e le lacrime cominciarono a solcare il viso di Ran. 

Shinichi non aveva la forza di reagire, non aveva più la forza di dire nulla. Gli occhi sembravano uno specchio rotto in mille frantumi, le spalle tremavano dallo shock e il tormento che stava provando.

Il lamento diventò pianto disperato e la moglie scoppiò “N-No… non può essere. N-Non può essere morto… dimmi che non è così!” Con violenza si aggrappò alla maglia di Shinichi e affondo la testa sul suo petto, mentre i suoi occhi erano invasi dalle lacrime di pianto “NOOOO!!! IL MIO BAMBINO NON PUO’ ESSERE MORTO! C-CONAN!!! CONAAAAAN!!!!”

I singhiozzi divennero incessanti, pieni di urla di dolore. “Avevo promesso che lo avrei protetto ad ogni costo! A-Avevo promesso che non gli sarebbe accaduto nulla… e-e invece…” Non poteva davvero crederci. Non avrebbe mai più rivisto il sorriso del suo piccolo, non lo avrebbe mai più stretto a sé. Quel suo bambino a cui aveva dato la vita con tutta sé stessa, che aveva cresciuto con suo marito.

“E’ tutta colpa mia!!! E’ COLPA MIA… NON HO SAPUTO PROTEGGERE IL MIO BAMBINO…” Conan aveva ancora tutta la vita davanti, doveva crescere e diventare un bell’ometto, ricevere ancora tanto affetto… ma come l’altro Conan, anche lui se ne era andato per sempre. 

Cominciò a sbattere i pugni sul petto di Shinichi, senza fermare il suo pianto incontrollato. Le lacrime bruciavano come fiamme sul volto della ragazza come se venissero direttamente dal cuore. Goccia dopo goccia cadevano sulla mani, le braccia e il resto del corpo.

Shinichi sentì un coltello trapassargli il petto, scavando nella carne fino ad arrivargli alla gola. Era quel coltello, o meglio ascia chiamata senso di colpa. Era colpa sua, non di Ran. Lui aveva litigato con Conan, lui non gli aveva donato tutto l’affetto che meritava e l’amore che poteva dargli. 

Era un bravo detective ma aveva fallito, fallito come padre…
Anche gli occhi di Shinichi si bagnarono e vennero invasi dalle lacrime. Non era riuscito a riportarlo a casa e ora non lo avrebbe mai più riabbracciato. 

“N-Non c’è più… il mio bambino non c’è più…!!! M-Me lo hanno portato v-via… Che razza di madre sono..” Strinse sempre più la presa alla maglia e poi crollò 
“NOOOOOOOOOOOO!!!!!!” 

Le urla di dolore era talmente forti e dolorose che potevano spaccare anche ciò che ormai era distrutto e frantumato. I loro cuori ormai erano scoppiato..

Lui era un padre terribile, il faccino dal suo piccolo bambino ancora impresso nei suoi occhi. Da quando era nato il suo piccolo, lo avevo stretto tra le braccia.. aveva giurato di proteggerlo ad ogni costo. Un genitore deve donare amore e istruirlo, deve sperare nel meglio. 

Conan non solo aveva sofferto, era distrutto emotivamente e lui non aveva fatto nulla per impedirlo. Per il suo sbaglio Conan era morto. 

Sembrava che fosse ì a guardarli dispiaciuto, sembrava volerli salutare, ma lui non l’avrebbe mai più fatto. Non lo avrebbero mai più rivisto giocare a calcio, Shinichi non avrebbe mai rivisto il tiro che Conan desiderava mostrargli. Non avrebbero più trovato il sorriso di loro figlio e sentito la sua voce, non gli avrebbero più stretto la mano, abbracciato o baciato. Non lo avrebbero mai più messo a letto o curato se stava male. 

Shinichi non gli aveva nemmeno detto quanto gli voleva bene, era sparito prima che potesse farlo e lo aveva trattato in modo terribile. Conan era morto per salvarli da Gin e lui aveva fallito nel fargli capire che lo amavano con tutto il cuore.

Non riuscì più a controllarsi, anche Shinichi scoppiò in un pianto profondo e corrosivo. Prese Ran e la strinse più forte che poteva, sfogando tutto se stesso, lasciando fluire ogni sua emozione.

“CONAAAAAAAAAN!!!!!!!!!!!” fu lui per la prima a volta ad urlare. E mai prima d’ora aveva gridato con tanta agonia e disperazione. 

Tremavano entrambi per lo shock e i singhiozzi. Per il ricordo del viso del loro bambino, della cosa che li rendeva più felici al mondo.

Superare tutte quegli ostacoli a cosa era servito?
E continuava, il loro crollo continuava. Continuavano a piangere come mai prima d’ora, volevano avere almeno il corpo di Conan per stringerlo forte senza lasciarlo. Non potevano averlo perso davvero…

“IL M-MIO BAMBINO…. N-NON POSSO PERDERLO… H-HO B-BISOGNO DI LUI…!!!”

Sentiva l’odio profondo verso Gin, quello verso se stesso che si tramutavano in atroce trauma sempre più abbondante. Non solo aveva permesso agli uomini in nero di tornare, ma anche di portagli via Conan. Aveva permesso lui tutto questo, eppure era suo padre. 

“S-SHINICHI RIPORTALO A CASA… S-SHINICHI TI PREGOOO!!!” Continuò a urlare Ran “S-Shinichi…” si accasciò sempre di più. 

Era il dolore di una madre che aveva dato tutta se stessa per avere una famiglia e rendere possibile la stessa cosa al suo bambino.

Lui non rispose, non riusciva più a dire nulla o a pensare a niente che non fosse il suo piccolo bambino. Era il dolore di un padre che si sentiva un fallito e che sapeva di non poter mai più sentirsi chiamare papà. Quella felicità non l’avrebbe mai più provata.

Aveva perso la voglia di lottare, aveva perso il suo essere… aveva perso il suo ruolo di padre…

Avevano perso Conan… avevano perso suo figlio.

E questa volta per sempre.

.
.
.
Da qualche parte.....

"*ruf ruf!!*"



Nota d'autrice:
Eh... Conan a quanto pare è morto... a quanto pare.
Con questo capitolo si chiude questa prima parte della fic, nel prossimo capitolo vedremo per bene cosa è successo a Conan e perché non si trova il corpo.
Inoltre, gira voce che c'è una ragione della somiglianza tra Shinichi e Kaito. Gosho non ha specificato nulla.. la cosa che tutti penserete è: saranno imparentati? E se si, cosa succede per Conan e Shizuka? 
Niente, assolutamente niente. So che ci si può sposare tra cugini, ma io ritengo comunque una cosa un pò... boh mi fa senso (senza offesa per nessuno).. inoltre i figli possono nascere malati. Quindi che si fa? Nella mia fanfiction, comunque vada, Shinichi e Kaito NON SONO IMPARENTATI. Quindi state tranquilli! ^^
Un'altra cosa. Un altro motivo che mi porta a scrivere lentamente è che ho fondato un progetto con un amico di Pokémon Millennium. Ovviamente riguarda Pokémon. Abbiamo fondato un gruppo e abbiamo un casino di membri ora. Per saperne di più controllate l'account GettAmourZe di Facebook, EFP o Wattpad ^^
Essendo un progetto grandissimo, occupa tantissimo tempo, ma ciò non mi porterà a rinunciare alla fic, mai e poi mai ^^

Quindi, alla prossima! :)
 
   
 
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