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Autore: Elissima    03/03/2017    2 recensioni
Questa è la mia raccolta di One Shots dedicata a Dragon Trainer.
Sono quasi tutte romantiche e riflessive. Per la maggior parte scrivo di sentimenti, pensieri ed emozioni di missing moments e non, cercando di entrare nell'animo dei personaggi per svelare i loro più intimi pensieri.
Buona lettura!
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astrid, Hiccup Horrendous Haddock III, Un po' tutti
Note: Lime, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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NdA: Ciao a tutti, questo non è un Missing Moment, ma la mia analisi personale dei sentimenti di Hiccup e Astrid durante il momento magico che tutti attendevamo dell'ultima serie di Race To The Edge uscita pochi giorni fa. Se non avete ancora visto i nuovi episodi e non volete spoilerarvi tutto, bè non leggetela. Altrimenti, buona lettura!


​Quella mattina erano usciti prima dell'alba con i loro draghi per un volo di svago, e una volta rientrati all'avamposto il sole aveva già fatto capolino sopra all'orizzonte, scaldando il cielo di rosso, rosa e arancio.
Si sedettero sul bordo della pedana di legno, con le gambe a penzoloni ad osservare l'alba, mentre Sdentato e Tempestosa giocavano poco lontani, eccitati per quella nuova giornata appena cominciata.
Hiccup osservava Astrid di sottecchi, lanciandole ogni tanto un'occhiata fugace, e sorrideva tra sé e sé. Era semplicemente contento che lei stesse bene, che avesse recuperato la vista senza subire danni permanenti, e si godeva la sua compagnia silenziosa, mentre quel momento magico della giornata inaugurava un nuovo inizio.
"Sei sicura di stare bene? " le chiese infine.
"Sto bene Hiccup. Puoi smettere di preoccuparti per me adesso." Gli sorrise per rassicurarlo, e si chiese se tra loro sarebbe sempre andata così, un prendersi cura l'uno dell'altro costantemente.
"Non smetterò mai di preoccuparmi per te, è così e basta." Le disse Hiccup, a conferma di quello che pensava lei, la quale gli disse che anche per lei era così.
Entrambi si sentivano più vicini l'uno all'alto in quel momento, quello che era successo ad Astrid aveva fatto scattare qualcosa per entrambi, anche se era già da diverso tempo che loro due si giravano intorno senza mai giungere però ad una svolta. Hiccup aveva superato quello scalino proprio nel momento più critico per Astrid, quando presa dallo sconforto per aver perso la vista lui le aveva detto che per lei ci sarebbe sempre stato, che a discapito di qualsiasi evento avverso, ci sarebbero sempre stati un Hiccup e Astrid. Sempre. E quelle semplici parole, venute direttamente dal cuore di quel ragazzo che ora era seduto accanto a lei le risuonavano ancora nella mente, scaldandola e confortandola.
Con un gesto un po' impacciato ma studiato Hiccup si avvicinò ad Astrid, lei gli diede una leggera gomitata scherzosa, sentendosi leggermente in imbarazzo. Un pensiero non la abbandonava da quel giorno, una sensazione di mancanza, come se il pezzo di un rompicapo non fosse al suo posto.
Decise di togliersi il dubbio. "Posso chiederti una cosa?"
"Certo" rispose Hiccup, incuriosito dall'atteggiamento di Astrid che in quel momento sembrava intimidita, un comportamento piuttosto insolito per lei.
"Nella foresta, quando noi eravamo... bè, lo sai..."
"Sì?" Hiccup immaginó quale piega stava per prendere quel discorso.
"Tu stavi per...?" Astrid lasciò la domanda incompleta, ma nonostante il significato sottinteso, Hiccup comprese perfettamente.
"Oh, uh... Così te ne sei accorta?" Hiccup distolse lo sguardo facendo un sorriso nervoso. "Credevo che l'avrei fatta franca..."
Quello che lo sorprese fu la successiva domanda della ragazza. Si sarebbe aspettato che gli chiedesse perché lo aveva fatto, invece gli chiese esattamente il contrario. "Bhe, perché non lo hai fatto?" Sembrava, e voleva in effetti esserlo, un incoraggiamento, e quasi un rimprovero per non aver agito in quel frangente. Lui allora le aveva praticamente confessato i suoi sentimenti, e quello era il modo di Astrid per dire che lei li ricambiava.
Così Hiccup, rimasto un attimo disorientato da quella domanda, optó per la verità, perché aveva intuito la direzione verso cui stavano andando in quel momento, e niente di quello che voleva dirle avrebbe intaccato l'atmosfera che si era venuta a creare di confidenza e tranquilla armonia tra loro due, perchè quello che voleva dirle era ciò che provava, e sapeva già senza che lei dicesse nulla, che era ricambiato. Lo diceva il suo sguardo, i suoi sorrisi, tutto il suo corpo.

Nonostante non avessero mai affrontato l'argomento prima, erano entrambi a loro agio, forse emozionati e un po' scombussolati a causa della loro vicinanza, non solo fisica, ma sicuramente felici di essere lì a vivere quel momento.
"Oh... oh. Bhe, io... non era perfetto." Ed era vero, Astrid quel giorno era sconfortata e triste, non voleva che lei associasse quel momento buio al loro primo bacio. E non doveva neanche essere qualcosa di consolatorio, voleva che lei fosse consapevole e partecipe di quel momento, doveva essere una cosa voluta anche da lei, non perché aveva bisogno di essere consolata appunto, ma voleva che nascesse dal desiderio di condividere qualcosa che per loro, in quel momento, era molto importante.
"Ed ho sempre pensato che se fosse successo... e sì, ci ho pensato molto... doveva essere perfetto." Si sentiva un po' impacciato durante quella confessione, non avevano mai chiarito le loro intenzioni, ed ora lui le stava confessando che pensava spesso a come e quando baciarla, eppure era felice di averle detto la verità.
Astrid non fu sorpresa della spiegazione ricevuta, ma rimase piacevolmente sorpresa da ciò che quelle parole avevano provocato in lei. Sorrise timidamente e distolse lo sguardo da Hiccup, incapace di frenare l'ondata di emozione che la travolse, mentre immaginava le labra di Hiccup sulle sue. Quel pensiero le si insinuó sotto la pelle, dandole un piacevole brivido all'altezza della pancia, era qualcosa di viscerale e molto profondo, che risvegliò in lei un sentimento primitivo che veniva dai recessi più antichi dell'anima. E lo desideró più che mai, voleva che accadesse, voleva che Hiccup la baciasse.
"Bhe" disse alzando lo sguardo su di lui "ora mi sembra davvero perfetto."
Era un chiaro invito. Senza comunicarlo direttamente Astrid stava dicendo "baciami".

Hiccup non poté fare altro che constatare che sí, quel momento era perfetto, intuendo la sua richiesta silenziosa; non gli stava dando semplicemente il permesso di farlo, gli stava chiedendo con intensità di farlo. Si voltò verso di lei, incontrando i suoi occhi, e vi lesse lo stesso desiderio di vicinanza e contatto che sentiva anche lui in quel momento.
Le prese la mano e avvicinò il volto a quello di Astrid chiudendo gli occhi per gustare la sensazione euforica ed elettrica di quell'istante.
Infine le loro labbra si incontrarono. Hiccup rimase incantato dal sapore dolce e dalla morbidezza della bocca di Astrid.

Nonostante avesse fantasticato più volte di baciarla le emozioni lo travolsero, amplificate dalla presenza della ragazza che rispondeva a quel richiamo, abbandonandosi a lui in quel gesto di affetto. Il contatto delle loro labbra propagò in tutto il suo corpo una sensazione di benessere e leggerezza, una beatitudine appagante che riempì entrambi, e il sollievo di aver potuto finalmente dare libera manifestazione di quei sentimenti fino a quel momento custoditi segretamente.

Fu un bacio dolce, lento, coinvolgente.

E quando infine le loro labbra si allontanarono fu solo per leggere negli occhi dell'altro la gioia di quella semplice ma meravigliosa esperienza appena condivisa, un tesoro prezioso che avrebbero custodito gelosamente e che avrebbe vibrato nella memoria dei loro corpi, i quali avevano appena scoperto la gioia che il sentimento più puro di amore poteva donargli.

   
 
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