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Autore: Voglioungufo    05/03/2017    4 recensioni
NaruSasu | KakaSaku | Post-699
Naruto non riesce più a distinguere cosa sia vero e falso. Sasuke non crede di essere in grado di aiutarlo. Ma Sakura non smetterà mai di avere fiducia nei suoi testoni: sa che come le calamite si ritroveranno sempre.
“E’ questo quello che è successo? Hanno preso i ricordi di Naruto su Sasuke e li hanno resi terrificanti?”
Shikamaru annuisce. “Sì, li hanno resi così terrificanti che lui lo vede come una minaccia alla sua incolumità e lo odia, potrebbe esserne così spaventato da tentare di ucciderlo. Questa è la nostra teoria”
Genere: Angst, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Kakashi Hatake, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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COPRIFRONTE


Naruto alza lo sguardo su Sasuke, è lo stesso di un predatore pronto a divorare la propria vittima.
Anche Hinata lo nota e irrigidisce la posa delle spalle, il sorriso gentile e rassicurante è ancora dipinto sulle labbra sebbene lo sguardo si sia impercettibilmente affilato.
“Sasuke-kun” dice piano, quasi in un sospiro come se non volesse allertare un animale selvatico. Naruto trema violentemente, lo sguardo sconvolto.
 Scappa” termina.
Non ha nemmeno il tempo di chiedere cosa?! Che l’Uzumaki scatta improvvisamente in un ringhio ferino. Hinata attiva immediatamente il byakugan, simultaneamente Sai tira fuori un rotolo iniziando a schizzarci sopra e Yamato ha impresso le proprie impronte sul terreno richiamando l’arte del legno.
SAS’KE!” è un grido lacerante, non c’è nulla di familiare, solo un grande e impetuoso odio.
Si prepara all’attacco, alla difesa, a qualsiasi cosa ma Hinata intervenie prima di lui attivando il chakra nei propri palmi. “Vattene da qui!” ripete mentre si scaglia contro Naruto per bloccarlo e lui vorrebbe dirgli che no, proprio no, non ha nessuna intenzione di scappare via. Sakura la deve pensare diversamente perché con mala grazia lo afferra per la collottola del mantello iniziando a tirarselo dietro senza fatica fra i rami cercando di mettere più distanza possibile dal gruppo.
“Smettila, stupida!” grida facendo attrito, riesce a vedere i compagni combattere contro l’Uzumaki, i bagliori di chakra sono indicativi su quello che sta succedendo.
Sakura non risponde continuando a correre e trascinandoselo dietro; Sasuke si divincola fino a scappare dalla sua presa e frana elegantemente su un ramo più basso. Sakura lo raggiunge immediatamente cadendo accovacciata.
“Dobbiamo andare a Konoha il prima possibile” sbotta la kunoichi con gli occhi verdi carichi di fredda determinazione.
“No, cazzo” impreca “Io non scappo da lui e soprattutto non lo lascio così!”
“Sasuke, non capisci...”
“No, no” la interrompe respirando affannosamente “Sei tu che non capisci! Io non scappo, a differenza tua non sono un codardo! Scappare non è la soluzione, ma cosa te lo dico a fare? Tu hai sempre saputo solo scappare e rannicchiarti dietro a Naruto piagnucolando il suo aiuto come l’incapace quale sei!” la insulta velenoso riversandole addosso tutta la rabbia che prova per la propria impotenza, tutta la frustrazione che gli causa quella situazione; vuole ferirla, vuole farla sentire inutile come si sente esattamente lui in quel momento. Fragile e inutile.
Sakura indurisce lo sguardo, aggrotta l’ampia fronte e scatta contro di lui.
“Shannaro!” grida. Sasuke abbassa il capo pronto allo scontro immediato, in un certo senso lo desidera, ma la ragazza lo supera senza badarlo minimamente concentrata in un punto alle sue spalle. Solo allora Sasuke percepisce l’altro chakra. Volta la testa di scatto sguainando kusanagi appena in tempo per vedere Naruto parare senza fatica il pugno di Sakura. La kunoichi non batte ciglio e approfitta di fare leva nella parata per sferrargli un calcio mentre è ancora in volo.
Stupida, cosa crede di fare?! Sbotta fra sé davanti ai tentativi della ragazza di batterlo. Quello non è un allenamento e Naruto non è in sé, la investirebbe senza battere ciglio con tutta la sua forza pur di togliersela di mezzo.  Lo deve pensare anche la ragazza perché il Byakugou brilla sulla sua fronte attivando il suo potere di guarigione.
Sasuke interviene immediatamente in sua difesa. “Che cazzo combini, stupida!” la insulta bloccando con il piatto della spada un colpo di Naruto verso la ragazza “Disattivalo subito, adesso!” ordina riferendosi al jutsu che le accorcia la vita. Sakura fa una smorfia mentre si allontana di un salto.
Gli occhi blu di Naruto brillano pericolosi non appena vede la figura del moro, ha i lineamenti distorti dalla rabbia e dalla furia omicida.
“Sas’ke” sibila piano, minaccioso attivando la biju mode. Le fiamme dorate brillano a intermittenza attorno a lui, Kurama evidentemente sta cercando di bloccarlo da dentro per limitare i danni e prendere il controllo sul corpo. Sasuke non sa come comportarsi, non ha mai colpito un nemico con l’intenzione di non ucciderlo. Come può fermare Naruto forte quanto lui senza fargli inevitabilmente del male?
Sulla mano dell’Uzumaki sta già brillando un rasengan, Sasuke lo imita facendo crepitare chidori lungo la lama di kusanagi; non ha tempo per pensare. Combattono furiosamente, Naruto è totalmente privo di controllo, mira  ad uccidere e ogni suo colpo è tremendamente pericoloso, Sasuke non sa come muoversi, si trova incapace di colpirlo. Una voce dentro la sua testa non fa altro che ripetergli che non è colpa del biondo tutto quello. È terribile; una sensazione così contrastante non l’ha provata nemmeno combattendo contro Itachi. I cloni sembrano non finire mai, li fa sparire uno dopo l’altro in nuvole di fumo, ma di positivo c’è che non riesce più ad usare il chakra della volpe. Si appresta per attivare Susanoo, ma con la coda nell’occhio nota l’ennesimo kage bushin e per evitare il rasengan diretto alla sua faccia perde l’attenzione sul Naruto originale. Sente il fiato caldo dello shinobi sul proprio collo mentre lo inchioda a terra con il proprio corpo, un kunai puntato alla sua gola, un rivolo di sangue ha già iniziato a colora dalla pelle candida. Basta aumentare di poco la pressione per ucciderlo.
“Sasuke!” grida spaventata Sakura cercando di eliminare tutti i cloni attorno a lei, ha il viso graffiato e sporco, le nocche sanguinanti.
Ma Sasuke non riesce ad avere paura, irrazionalmente pensa che quella è la prima volta che Naruto lo tocca da quando ha cercato di strozzarlo; non dovrebbe esserne così rassicurato, ha un kunai alla gola per tutti i kami!
“HYA!”un urlo sottile, acuto, e non sente più il peso sulla propria schiena. Istintivamente rotola mettendosi a carponi sul terriccio pronto a scattare in difesa ma nota tra lui e l’Uzumaki la morbida figura di Hinata. La kunoichi è malconcia, sembra reggersi a fatica sulle gambe eppure scatta senza esitazione verso Naruto prima che possa riprendersi dall’attacco a sorpresa. Tenta di colpirlo al petto ma la mano ambrata del ragazzo le afferra il polso impedendoglielo, le storce la spalla e Hinata asseconda il movimento salvo all’ultimo accucciarsi e colpirlo ai fianchi con il piatto dell’altra mano. Il biondo molla presa sul braccio della ragazza e quella ruota senza cadere, i capelli attorno a lei come un fiume, torna nella posizione iniziale e simultanea schiva un colpo senza arretrare, para un pugno con l’avambraccio mentre concentra del chakra nel palmo dell’altra mano.
“Sakura!” chiama mente i segni del byakugan si fanno più spessi sulla pelle bianca. L’altra ragazza all’udire del proprio nome interviene immediatamente e, come due marionette in sincronia, sferrano in proprio attacco contemporaneamente perfettamente coordinate. Sakura gli afferra entrambe le braccia bloccandole dietro la schiena e Hinata lo colpisce al petto con il palmo pieno di chakra con una potenza tale che Sasuke percepisce l’aria spostarsi.
Dei kanji percorrono rapidi l’intero corpo di Naruto dal punto in cui la Hyuuga ha sferrato l’attacco. Il ragazzo lancia un gridio gutturale divincolandosi fra le braccia dell’Hatake, l’inchiostro sembra imprimersi a fuoco sulla sua pelle e spalanca gli occhi blu come colto da un dolore atroce. Dura un secondo, le palpebra cadono sull’azzurro e il corpo scivola inerte sulle ginocchia, Sakura lo tiene prontamente su perché nella caduta non si faccia male adagiandolo piano a terra. Sta respirando affannosamente.
Hinata abbassa le mani e prende un respiro tremante prima di crollare lei stessa a terra incapace di reggersi dalla fatica.
“Hinata!” la chiama Sakura e prontamente è al suo fianco, attiva i jutsu di guarigione sulle proprie mani per lenire le innumerevoli ferite sul corpo della ragazza.
Hinata scuote la testa debolmente. “Sai” dice solo, prende un grosso respiro “Sai è messo male. Va’ da lui”
“Lasciami un attimo...”
“Me ne occupo io” la interrompe sbrigativo Sasuke, l’adrenalina che ancora scorre nelle vene. Gli occhi verdi si fissano su di lui e sulla sua gola sporca di sangue.
“Sasuke, anche tu...” inizia allungando una mano verso la sua pelle lesa come se volesse guarirlo seduta stante ma il ragazzo scuote la testa deciso.
“Come sta lui?”  domanda guardando il corpo inanime di Naruto.
“Va tutto bene, Sas’ke-kun” lo tranquillizza Hinata “Ho solo attivato il sigillo di blocco” volta la testa verso Sakura “Sai è ferito gravemente” dice seria “E’ più urgente di noi”
La kunoichi sembra tentennare ma poi si lascia convincere dalle parole dell’amica. Lancia uno sguardo freddo a Sasuke. “Non fare idiozie mentre non ci sono”
L’Uchiha la guarda con un smorfia infastidita a quel tacito rimprovero ma decide di ignorarla, tutta la sua attenzione è su Naruto disteso a terra, il suo volto è pallido e sudato ma respirare in maniera regolare dalle labbra socchiuse. Fisicamente non sembra stare male, ha solo delle ferite superficiali che Kurama si sta già apprestando a curare. Segue con lo sguardo i lineamenti morbidi ma quando arriva alle labbra serra gli occhi con violenza, nella sua testa sente ancora riecheggiare il sibilo pieno di odio con cui l’ha chiamato.
“Sasuke”
È una voce dolce e femminile, completamente diversa da quella di Naruto; apre gli occhi voltandosi verso Hinata con espressione apatica, è la prima volta che lo chiama senza onorifico, e la sprona a parlare socchiudendo appena le palpebre.
La kunoichi si è seduta sull’erba appoggiando la schiena a un albero, il petto si alza e abbassa velocemente e si tiene una mano appoggiata su una ferita al costato. È completamente imbrattata di sangue.
“Cosa stavi cercando di fare, prima?” il tono con cui lo dice è sempre tenue e delicato, ma c’è un inclinazione che lo rende anche duro, come se stesse facendo un rimprovero.
“Quando Naruto ti ha bloccato lui stava esitando, potevi fuggire dalla sua presa semplicemente usando il rinnegan” spiega, appoggia la nuca all’albero e guarda in alto. “Invece sei rimasto lì. Perché? Vuoi che ti uccida?”
Sasuke stringe impercettibilmente le labbra, da quando la Hyuuga è così ficcanaso? Non può continuare a fingersi una bambolina di porcellana e starsene zitta? La guarda affilando gli occhi valutandola per la prima volta come una potenziale minaccia, ormai ha imparato che i nemici peggiori sono quelli che sanno usare la mente rispetto alla forza. Non è un bene che lei noti le sue debolezze, in futuro potrebbe usare queste conoscenze a suo danno.
Hinata mantiene lo sguardo con fermezza, è più pallida del solito e le ferite rosse risaltano in contrasto violento mentre gli occhi lattei sembrano scavare dentro di lui in cerca di una risposta. 
“Non è così semplice” si decide a dire infine, la sua testa pulsa dolorosamente e si massaggia la radice del naso “E non sono affari che ti riguardano” chiuso e spinoso come al solito.
Hinata non si scompone. “Invece sì” lo contraddice “Sei un mio compagno, è mio dovere prendermi cura di te come degli altri, fai parte della famiglia. Ed essere ninja significa in primo luogo proteggere ciò che è importante per noi”
Fa un sorriso amaro prima di sputare cattivo: “Non credevo fossi così loquace. Nemmeno che avessi così una alta considerazione di me”.
Hinata fa una smorfia, non capisce se per il dolore o se per le sue parole velenose. “Naruto ti ama” dice senza mezzi termini, diretta quanto una pugnalata al cuore. “Per lui sei importante e tu non hai idea di quanto Naruto lo sia per me. Perciò ciò che è importante per lui lo è anche per me e lo aiuterò a proteggerlo”
Sasuke sente una strana sensazione alla bocca dello stomaco davanti a quelle parole e si pente del tono scortese che ha usato prima, quasi si vergogna dell’atteggiamento di naturale difesa che ha assunto all’inizio della conversazione. Hinata non vuole capire la sua debolezza per sfruttarle, ma per aiutarlo ad eliminarle.
Distoglie lo sguardo puntando nuovamente gli occhi sul volto addormentato di Naruto, sta riprendendo un po’ di colore anche ha se ha un’espressione corrucciata.
“Una parte di me ha la sensazione di poter raggiungere l’espiazione dei miei peccati solo lasciandomi uccidere da lui” ammette ad alta voce e appena lo dice se ne pente, non concepisce di aver appena rivelato una simile confessione a una ragazza della quale non conosce altro se il nome.
Un sorriso materno stendo le labbra della Hyuuga. “Lui non ti permetterebbe mai di pensare una cosa del genere”
“Poco fa ha tentato di uccidermi” le ricorda funebre.
“Ma ha esitato” replica ponendo l’accento su quella parola “Perché non è quello che vuole veramente, lo hanno solo compromesso” prende un grosso respiro e trema leggermente, ha la mano premuta sulla ferita completamente sporca di sangue. Sta cercando di curarsi da sola, ma lei non è un ninja medico come Sakura e conosce solo le basi. Sasuke sa a malapena come si attiva un jutsu medico, con la kunoichi dai capelli rosa non ha mai dovuto preoccuparsi di impararli davvero.
“Lo sai” riprende a parlare la ragazza con gli occhi socchiusi “Quando ti condannarono a morte solo lui si oppose fermamente. Ci radunò tutti cercando di convincerci che avrebbe risolto tutto lui, che dovevamo lasciarti a lui. Io non sapevo cosa pensare, ammetto che una parte di me ti odiava” riapre gli occhi puntandoli su di lui, per la prima volta si sente in soggezione davanti a quella timida ragazza “Ti odiavo perché facevi soffrire Sakura e Naruto-kun, ti odiavo perché anche se non c’eri era sempre te che nominava, eri il suo migliore amico anche quando lo odiavi. Nonostante tutto, lui ti ha sempre cercato e per me non aveva senso. Però credo di averlo capito, perché Naruto-kun ti guarda nello stesso modo in cui io guardavo lui. Perciò posso dire con certezza che lui non vorrebbe mai ucciderti, lui ti ha già perdonato tutto ed è proprio per questo che tornerà da te. Tutto quello che io posso fare è non smettere di crederci, perché è il nindo che mi ha insegnato proprio lui” accenna un sorriso scoprendo i denti.
Sasuke abbassa lo sguardo imbarazzato. Non è mai stato bravo a parlare di sentimenti, con Naruto non è mai servito davvero, e improvvisamente gli sembra di essere messo a nudo davanti a tutte quelle persone che lo psicoanalizzano così bene. Gli sembra di essere dentro una grande stanza vuota con specchi-finestre dietro le quali dei medici lo studiano affascinati.
“Non sei solo, Sasuke-kun. Ci siamo noi ad aiutarti a riportarlo indietro” termina intuendo i suoi pensieri. Per la prima volta ci crede.
Forse dovrebbe ringraziarla, anzi sicuramente deve farle capire che apprezza la sua comprensione, ma si sente inadatto a dirle. Grazie non è mai una parola semplice da pronunciare per lui e le persone che l’hanno sentita si contano sulle dita di una mano.  L’onere di pronunciarla gli viene impedito dal capitan Yamato che salta sullo spiazzo d’erba  in piedi, immediatamente congiunge le mani intrecciando simboli e dal terreno dei robusti rami in legno chiaro avvolgono il corpo inerme dello shinobi biondo racchiudendolo in una bara. È una similitudine che fa rabbrividire Sasuke.
Yamato si volta verso di loro, ha una preoccupante ferita al sopracciglio che gli sporca metà faccia, la divisa è strappata e sudicia e una gamba è stretta in una benda completamente pregna di sangue.
Hinata alza lo sguardo verso il capitano troppo velocemente e una fitta di dolore le fa socchiudere le palpebre.
Yamato annuisce all’implicita domanda della ragazza. “Sakura è arrivata in tempo. Adesso sta portando Sai a Konoha, a breve dovrebbero arrivare dei rinforzi” mentre parla tiene tutto il proprio peso sulla gamba sana, l’altra trema per la fatica. Dell’intera squadra, lui e Sakura sembrano quelli messi meglio. Perché sono riusciti a scappare. Gli tornano in mente le parole che ha detto all’Hatake e subito si sente investire dal rimorso, è stato ingiusto e come al solito si è lasciato trasportare dalla rabbia.
“Quanto è grave?” gli si rivolge Yamato con un cenno del mento. Sasuke capisce subito che si riferisce alla ferita e in un gesto involontario porta i polpastrelli a studiare la striscia di sangue.
“Non lo è” dice, ma l’altro uomo sembra comunque preoccupato, lo fissa con espressione corrucciata. Deve star pensando a quanto Naruto deve esserci andato vicino per procurargli un taglio in un posto simile. In realtà la ferità deve sembrare più brutta di ciò che è in realtà: sente solo un bruciore che può tranquillamente ignorare e il dolore sopraggiunge solo quando ruota il collo in pose scomode. Non è affatto profonda, è molto superficiale. Chiude gli occhi. Hinata ha ragione: Naruto ha esitato.
 
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Passa un dito sul bordo delle bende attorno al collo; come aveva già pensato nella foresta il taglio è molto superficiale, basterà tenere quelle per una settimana e poi non si vedrà più nemmeno la cicatrice. È ironico, ultimamente in ospedale ci va solo per lesioni al collo. A curarlo non è stata Sakura, non la vede da quel giorno e sospetta che lo stia evitando di proposito, non può biasimarla visto come le ha urlato contro nella foresta facendo appiglio su quella debolezza che conosce così bene nella kunoichi: il timore di non essere di utile.
In più una volta a Konohagakure ha scoperto che Sai è più grave di quanto avesse pensato prima, l’Uzumaki lo aveva trafitto procurandogli un’emorragia mortale. Sakura l’ha fermata in tempo ma lo shinobi è ancora in ospedale molto provato. Se pensa che a portarlo così vicino alla morte è stato proprio Naruto il suo cervello va in cortocircuito. Hinata e Yamato si sono ripresi abbastanza velocemente, sono ancora un po’ ammaccati ma rispetto al compagno moro non è nulla di male.
E poi c’è Naruto. Del quale non sa assolutamente nulla. Nessuno ha voluto parlargliene, non sa nemmeno se stia bene. Per questo quando quattro giorni dopo viene convocato dall’Hokage per discutere su quella missione non si aspetta di trovare Naruto lì, in quella stessa stanza, e la sua figura è un colpo al cuore. Cerca di non fissarlo troppo a lungo e appena gli è possibile sposta lo sguardo sul Rokudaime. Ha una posa un po’ ingobbita con il mento appoggiato sulle mani intrecciate, i gomiti sopra la scrivania. Sembra fissarlo con attenzione. Sasuke non si scompone, restando impassibile. Al suo fianco c’è Sakura appoggiata al muro che guarda fuori dalla finestra, non dà segno di averlo sentito entrare. Cosa che non ha fatto Naruto, appena ha percepito la sua presenza è sobbalzato sul posto, poi ha spostato il peso da un piede all’altro fissando il pavimento con espressione nervosa.
“Yamato Taicho”dice alla fine Kakashi quando smette di osservarlo, sta usando un tono formale e duro “Mi dica cos’è successo nel corso della missione, dall’inizio”.
Haì!” conferma, prende un grosso respiro e comincia a parlare. È selettivo e conciso, non si perde in particolari inutili ponendo l’accento solo su momenti più interessanti. Kakashi ascolta con attenzione inarcando una sopracciglia quando scopre dell’incontro tra Sasuke ed En Oyashiro. A quel punto è l’Uchiha, sotto sollecitazione dell’Hokage a parlare e spiegare la loro conversazione. Gli risulta difficile essere esauriente. Dentro di sé sente ancora la rabbia bruciare al ricordo delle sue parole e di come sembrasse così sicuro di sé nonostante la prigionia, la furia è difficile da contenere se pensa a come avesse considerato Naruto una sua proprietà.
Al termine della sua spiegazione si aspetta quasi che Kakashi faccia immediatamente nelle supposizioni ma cede nuovamente la parola al ninja più anziano. Ovvio, è nello stile del Copy Ninja avere un quadro completo della situazione prima di lanciarsi in ipotesi.     
Quando Yamato termina di parlare un silenzio pesante segue le sue parole, ogni ninja presente nella stanza è perso nelle proprie elucubrazioni. Naruto tamburella le mani contro la coscia nervosamente. Hinata passa una mano lungo i capelli mordicchiandosi un labbro. Sakura ha dimenticato il suo voto di ignorarlo e lo fissa apertamente corrucciata.
“Quella di En Oyashiro è stata una richiesta molto particolare” considera alla fine Kakashi.
“La richiesta di un pazzo non ha valore” ribatte prontamente Sasuke.
“Hai detto che i suoi occhi erano coperti” continua l’Hokage “perciò non ha potuto colpirti con un genjutsu” sembra pensarci su ma poi scuote la testa “No, visto gli sviluppi successivi non avrebbe senso che tu sia stato vittima dell’arte oculare. In più sei abbastanza abile da liberartene subito”
“Il rotolo?” domanda Hinata piano.
Sakura risponde: “Lo stanno decifrando, la cosa sembra risultare più complicata del previsto; non riescono a trovare una chiave per risolverlo” ammette cupamente.
“Abbiamo già mandato degli ambasciatori da Tamoura-sama per informarlo quanto accaduto. In questo avremo bisogno della sua collaborazione” sospira pesantemente “En Oyashiro non può essere fuggito dalla prigione e dubito che il suo genjutsu possa essere attivato a così ampio raggio, soprattutto se si trovava in una cella di isolamento. L’unica soluzione è che abbia un complice” risolve alla fine, si volta verso Sakura “Per favore, va’ a chiamare Shikamaru e digli che lo voglio nel mio ufficio fra trenta minuti. Poi vai da Ino per attivare l’emergenza cinque
Sakura rizza la schiena e annuisce seria prima si uscire con passo deciso dalla porta. Emergenza cinque, credono ci sia una spia fra gli shinobi di Konoha. Sasuke stringe le labbra.
“Cosa intende per attivato, Kakashi-sensei?” parla Naruto. La voce è chiara e forte ma tiene lo sguardo puntato sul pavimento.
L’Hatake esita un secondo prima di spiegare distaccato: “Crediamo che il genjutso possa essere controllato da chi l’ha imposto. Normalmente è spento e grazie al sigillo che ti abbiamo imposto può essere controllato, ma l’esecutore se abbastanza vicino, può attivarlo rendendolo più forte e facendoti diventare un burattino nelle sue mani”
La brutalità di quelle parole è una mazzata per il cuore di entrambi, sia di Sasuke che di Naruto. Nella mente dell’Uchiha riecheggiano chiare le parole di En Oyashiro.
Naruto è una mia creatura.
Non gli sono mai apparse più chiare come in questo momento.
Uzumaki stringe le mani a pugno e serra la mascella. “Quindi è questo che sono diventato? Un arma?”
Il silenzio che segue è più indicativo di un suono affermativo. Sasuke ha come l’impressione di essere su una barchetta in balia delle onde, gli sta venendo il mal di mare.
I secondi di silenzio che seguono paiono immensi e stordiscono il moro come un rumore violento e disturbante. È tutto sbagliato, tutto tremendamente sbagliato.
Il primo a muoversi è proprio Naruto, si porta le mani dietro la nuca mentre si avvicina alla scrivania piena di fogli. Sasuke studia i suoi movimenti con attenzione. Si allenta il nodo del coprifronte tra i capelli biondi abbassando lo sguardo.
“Se le cose stanno così, allora la cosa migliore è che io dia le dimissioni” lo dice con voce piatta seguita dal toc del metallo che tocca la superficie.
Kakashi si alza dalla sedia sbattendo le mani sulla scrivania. “Che stai dicendo?!” sbotta “Gli shinobi non danno dimissioni”
Naruto non lo guarda negli occhi. “Ho quasi ucciso Sai” dice lentamente e quelle parole sono pregne di dolore, è tangibile come la lama di kusanagi “Se non fosse stato per Sakura sarebbe morto, per colpa mia.”
“E al tuo sogno di diventare Hokage?” domanda Hinata, le spalle dell’Uzumaki tremano ma non si volta verso la ragazza.
“Se chi non riesce a salvare un amico non è degno di diventare Hokage, allora chi lo ferisce a morte non ne ha nessun diritto” la sua voce è dura come se stesse rimproverando se stesso. “Come posso proteggere Konoha se al momento sono io la minaccia?”
“Tu non sei una minaccia” cerca di rassicurarlo Yamato mentre Kakashi annuisce e aggiunge:
“Non essere così fatalista, troveremo una soluzione e tutto questo passerà”
“E nel frattempo quante persone a cui voglio bene farò del male? Ho ferito Sakura-chan, sensei. Sakura. Hinata e Yamato. Ho quasi ucciso Sai. E nemmeno me ne sono reso conto. Io non voglio succeda ancora, io non voglio far del male...” si interrompe, chiude gli occhi e prende un lungo respiro tremolante aprendo le mani che fino quel momento aveva tenute serrate a pugno.
Hinata si avvicina a lui posando rassicurante una mano sulla sua spalla, la guarda di profilo con gli occhi dolorosamente chiari.
“Naruto-kun, non sarà così per sempre” gli assicura angelica “Se vuoi un po’ di tempo per metabolizzare questa situazione sono sicura che andrà bene, ma non devi rinunciare al tuo sogno. Se ti impegni potrai ottenere qualsiasi cosa”
“Grazie, Hinata-chan” sussurra per quella comprensione.
Kakashi torna a sedersi appoggiando stancamente la testa all’indietro. “Una pausa non potrà farti che bene. Del resto sono stato contrario a questa missione fin da subito. Sei in congedo, ma non accetterò le tue dimissioni”
Naruto accenna un sorriso a labbra strette, accetterà quelle condizioni. “D’accordo, Hokage” dice improvvisamente formale. Fa un inchino rigido con il capo per congedarsi e si volta, lasciando il copri fronte sulla scrivania. I suoi occhi incrociano brevemente quelli onice e lo guarda quasi si aspettasse qualcosa, una parola. Sasuke lo guarda e basta sentendo un gusto amaro in bocca. Naruto è nato per essere ninja, Naruto ha sempre sognato essere Hokage, come può buttare tutto all’aria così?
Uzumaki lo supera senza aggiungere una parola ed esce dalla stanza chiudendo piano la porta. Sasuke ha lo sguardo calamitato sulla scrivania.
È assurdo!
È come se lo avessero gettato in un mondo distorto dove tutto va esattamente come non dovrebbe andare, è come se lui stesso sia bloccato dentro un genjutsu e non riesce a trovare la strada per uscirne. Eppure il dolore è così reale.
Tutto questo è ridicolo, è bloccato dentro una prigione di specchi e non ha idea di come uscirne. Ogni volta sbatte contro la propria immagine. Cosa può fare? Rassegnarsi e restare dentro quella prigione che lo riflette all’infinito? Rinunciare a Naruto?
Sbatte le palpebre. No, ovvio che no. La sola idea è più ridicola di quella realtà in cui è finito. Sasuke non può rinunciare a Naruto esattamente come Naruto non aveva saputo rinunciare a Sasuke.
Naruto ha esitato.
È questa l’ancora a cui aggrapparsi, la certezza che da qualche parte Naruto –sicuramente in maniera inconscia – deve ricordare. Non solo perché ha esitato, ma perché da quando è tornato non ha fatto altro che cercare risposte.  Naruto vuole davvero capire cosa è vero e cosa falso come se cercasse la strada per tornare da lui. Nonostante l’odio e la paura ha iniziato a cercare, ha sempre tentato di instaurare un dialogo che lo aiutasse a capire.
Ma Sasuke? Sasuke no. Da subito Sasuke ha rinunciato dando per certa la sconfitta. Non ha mai mosso un passo verso l’Uzumaki, è rimasto inerme al proprio posto per paura di essere respinto. È sempre stato Naruto a venire da lui, anche ora che le parti sono invertite è stato il jinchuurike a cercare sempre un contatto.
Che ridicolo, ha dato della codarda a Sakura quando l’unico vero codardo di questa storia è solo lui. Lui che non ha mosso un passo come se pretendesse che gli specchi sparissero da soli. Non ha mai cercato davvero la strada per uscirne. Terrorizzato com’è che non ci sia un’uscita ha preferito non cercarla e restare con il dubbio.
Ma ora non può più stare con il dubbio.
Cammina verso la scrivania, sopra c’è ancora il coprifronte e lo prende in mano. Lo stringe portandolo al petto. “Questo lo prendo io” dice con determinazione, i suoi occhi sembrano sfidare l’Hokage dal contraddirlo. Ma Kakashi fa solo un sorriso pigro dietro la mascherina.
“Ci speravo” ammette.
Sasuke esce dalla stanza senza dire altro sbattendo distrattamente la porta, percorre velocemente i corridoio dell’edificio e socchiude gli occhi quando arriva all’esterno, cerca Naruto e lo trova alla fine della via. Fa qualche rapida falcata prima di chiamarlo.
“Dobe!” ha urlato così forte che alcuni passanti si sono fermati curiosi.
Naruto irrigidisce la linea della spalle ma si ferma, non si volta a guardarlo. “Cosa vuoi?”
Sasuke alza la mano con il coprifronte stretto fra le dita. “Questo lo conserverò io fino al giorno in cui lo indosserai di nuovo”
A quelle parole Uzumaki si volta, un raggio di sole gli colpisce parzialmente il viso illuminando un occhio ceruleo, lo studia con una piega sofferente delle sopracciglia.
Sasuke non si fa scoraggiare, prende fiato. “In più voglio dirti che non rinuncerò a te” si sente in imbarazzo a rivelarlo in mezzo alla strada con tutte quelle persone che lo guardando ma non si lascerà sopraffare, Naruto gli ha sempre detto in faccia quello che provava indipendentemente il numero degli ascoltatori. Se ci è riuscito lui non vede perché essere da meno.
Naruto socchiude gli occhi. “Sasuke...”
“Non rinuncerò a te” ripete interrompendolo “Mettitelo dentro quella zucca quadra. Non ho nessuna intenzione di lasciarti andare, dovessi anche rincorrerti all’inferno o dall’altra parte del mondo”
Un sorriso amaro piega le labbra del biondo. “Perché andare così lontano per me?”
“Perché siamo amici” e tante altre cose, sono qualcosa che Sasuke rivuole indietro assolutamente, ma la cosa migliore è andare per gradi. E poi, prima di qualsiasi altra cosa, Naruto è il suo migliore amico.
“Per favore...”
Lo interrompe di nuovo. “Non ti sto chiedendo il permesso, dobe” precisa “Ti sto solo informando della cosa. Se la cosa ti crea qualche problema non è affar mio. Se voglio posso essere anche più testardo di te”
“Suona tanto come una minaccia” commenta funebre.
“Forse lo è” accenna un sorriso ironico “Questa volta sarai tu a doverti dichiarare sconfitto perché ho intenzione di vincere. Tu tornerai da me”
“E come fai ad esserne certo?!” quasi sbotta passandosi una mano fra i capelli.
“Perché voglio credere in te” risponde serio.
Naruto sente qualcosa stringerli lo stomaco e abbassa la testa rilassando la posa delle spalle, accenna un sorriso malinconico. “Tu devi essere un’idiota, Sasuke” mormora.
Sasuke ricambia il sorriso. “Ho imparato da te, Us’ratonkachi”
No, non rinuncerò a te, mai.
 
 
CHIEDO PERDONO!
Ma ho avuto la terza prova e dopo sono stata afflitta da un blocco dello scrittore che mi ha letteralmente uccisa c_c Ogni volta che provavo a scrivere questa storia fissavo per ore la pagina bianca di word. Oggi mi è andato via e mi sono fiondata come una matta nella scrittura.
Infatti, non mi piace minimamente come sia venuto il capitolo sebbene questa sia una delle mie parti preferite. Me misera t.t
 
Ci si vede prossimamente!
Hatta

 

   
 
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