Serie TV > Glee
Segui la storia  |       
Autore: RedLesbian    08/03/2017    0 recensioni
Inspirato al film 'Imagine me and you' ma con leggeri cambiamenti, la storia è vista dal punto di vista di ogni personaggio -o almeno ci provo-,la trama sarà più fitta del film e con colpi di scena sparsi.
Fatevi sentire se c'è almeno un briciolo di gradimento -mi accontento anche di uno starnuto- baci RD.
Genere: Commedia, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Artie/Brittany, Finn/Quinn, Quinn/Rachel
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il crollo di nervi di Kurt Hummel cavalcò la cronaca mondana per settimane, anche dopo che era stato dimesso, fortunatamente il ragazzo non s’era fatto nulla, dei piccoli graffietti sulle braccia e sulle gambe, erano talmente invisibili che con qualche operazione di laser sarebbero spariti in un lampo, l’unico problema era che era veramente troppo sotto pressione, non avrebbe retto altro stress così i medici che l’avevano curato gli avevano consigliato di prendersi una pausa, di allontanarsi dal lavoro e di dedicarsi a qualcosa di più rilassante..
Alla fine il desiderio di allontanarsi da tutto s’era avverato, nonostante si sentisse di merda al solo pensiero di lasciare il suo impero per il troppo stress, aveva convinto i suoi avvocati a chiedere il divorzio tra sua madre e Cooper, di nominarsi lui stesso suo tutore legale -non aveva bisogno di una famiglia o di un surrogato di famiglia- e di controllare in sua assenza che tutto procedesse per il meglio, nonostante fosse costretto a rinunciare alle parti importanti che gli avevano assegnato prima del crollo.
-ciao Kurt come ti senti?- entrando in camera da letto
L’unico lato positivo della cosa era che lui e Rachel erano ritornati amici, forse anche più di prima..
-ciao Rach, meglio ora che tu sei qui- sorridendole grato
-ti ho portato qualcosa per non annoiarti- aprendo la borsa in pelle ecologica
-di chi è questa meraviglia che porti al braccio?- avvicinandosela mentre la ragazza cercava le cose
-tua, non ho saputo resistere, l’ho comprata diversi mesi fa, è della vecchia collezione ma la amo e poi è molto capiente- richiudendola
-almeno fai fruttare i miei affari-
-non dire scemenze ci riusciresti anche se ti mettessi a vendere scarpe fatte con i tuoi slip! E poi il tuo assistente sta gestendo tutto in modo magnifico, sono andata a trovarlo ieri e.. si potrebbe quasi definire un tuo successore-
-come sempre troppo gentile, ora cosa sono tutti questi dvd?- non trovandovi immagini o titoli
-credo che li riconoscerai da solo, intanto ti ho portato cioccolata amara la tua preferita- porgendogli la tavoletta -i numeri di tutte le tue riviste preferite e.. questo- porgendogli un biglietto
-che cos’è?- aprendo la bustina curioso
-l’invito alla prima di West Side Story, anche se tu saresti stato un Tony migliore dell’incapace con cui mi è capitato lavorare-
-la prima? Ma non era tre settimane fa?-
-l’ho fatta rimandare a posta per te- carezzandogli il braccio
-Rach.. non dovevi- abbracciandola
-è il minimo, e poi anche Santana ci teneva a conoscerti dal vivo finalmente, gli ho parlato così tanto di te-
-ho il sospetto che le vorrò già un mondo di bene- accarezzandole il polso
-lo spero, anche perché lei è molto importante per me- mordicchiandosi il labbro inferiore
-più importante di Jesse?-
-no, Kurt ne abbiamo già discusso io lo amo e presto lo sposerò so che a te lui non piace ma questa è una cosa che devi accettare senza commenti-
-va bene, ci proverò.. c’è altro di cui devo essere informato?- poggiando le riviste sul comodino
-no..- arrossendo
-Rachie..- tamburellando con le dita sul materasso
-ok.. ok va bene te lo dico!- diventando ancora più rossa
-bene, siediti accanto a me dolcezza- battendo una mano affianco a se
Rachel fece il giro del letto e toltasi le scarpe andò a sdraiarsi accanto a lui.
-ho conosciuto una persona, una.. una ragazza-
-mm.. una ragazza, com’è?-
-è.. è stupenda Kurt, si chiama Quinn fa la fioraia ma.. vedessi quant’è dolce-
-bhe per una ragazza che si occupa di fiori è naturale che sia dolce, si occupa anche del tuo matrimonio?-
-si, farà i fiori per il ricevimento e la chiesa, è davvero brava ha un talento naturale nell’intrecciarli farli sembrare delle vere sculture.. sono delle opere d’arte!-
-deduco che ti piace e anche un sacco-
-non dovrebbe piacermi, io ho un fidanzato che presto sarà mio marito! È un bel problema Kurt-
-Rachel.. questa Quinn in quanti giorni l’hai conosciuta?-
-un mese fa..-
-eppure parli di lei come se fosse la donna della tua vita, quanto tempo invece ci hai messo per considerare Jesse l’uomo giusto? Tre anni se non sbaglio-
-quattro- incrociando le gambe
-credo che tu ti stia dando le risposte da sola per questo matrimonio-
-Kurt, io amo Jesse davvero lo amo con tutta me stessa-
-anche se ti mette al secondo posto dei suoi impegni, della stampa e della pubblicità che continua a gravitare intorno a lui quando invece dovrebbe occuparsi di entrambi?-
Rachel sconfitta si accasciò sotto le coperte accoccolandosi al ragazzo.
-che devo fare? Anche nei deliri dell’alcool continuo a dire che non voglio sposarmi, l’ultima volta l’ho detto a Quinn e.. o cristo santissimo!!- alzandosi di scatto
Per poco non dette una capocciata al prezioso naso di Kurt.
-che ti prende adesso?- scioccato
-ho.. ho.. ho detto a Quinn che la amo-
Finalmente il suo cervello se l’era ricordato.
-sono giorni che cercavo di ricordarmi cosa le avevo detto quando ero ubriaca a casa sua e ora lo so-
-e..?- incitandola a continuare il discorso
-non lo so Kurt, non lo so davvero- ritornando giù con un tonfo della testa sui morbidi cuscini
-in questo caso tesoro è un bene che sei venuta da me, niente come il tuo adorato Kurtie può aiutarti a sistemare le cose- carezzandole i capelli
-speravo lo dicessi, ho davvero bisogno d’aiuto.. devo stare lontana da lei-
-l’esatto contrario stellina- toccandole la punta del naso con l’indice -devi passare più tempo con lei, starle appiccicata giorno e notte se necessario-
-Kurt questo non è un buon consiglio- rialzandosi
-ricordi quando mi ero ossessionato su quel giaccone vintage?-
-quello con quelle stampe orientali e di quella marca ecologica?-
-esatto, quante volte sono passato davanti a quel negozio sperando in un miracolo?-
-che poi non mi ricordo non c’era la tua taglia o cosa?-
-no la mia taglia c’era ma era disegnato male, le spalle erano troppo strette non potevo metterlo abbottonato neanche sulla pelle nuda, nonostante fosse fantastico.. alla fine passando sempre li vicino desiderandolo con tutto me stesso ci ho rinunciato ed è stato un gran sollievo-
-bhe tesoro comunque ne hai disegnato uno simile, tipo tre stagioni fa- ammiccandogli
-ciò non toglie che più stai vicino ad una cosa meno la desideri è testato scientificamente, mangia lo stesso cibo e ti disgusterà-
-ma io non voglio provare disgusto per Quinn, è troppo dolce per meritarsi un trattamento simile..- facendo il labbrino
-non sto dicendo che devi provare disgusto per lei, solo che più tempo passerai con lei e meno ti piacerà-
-lo spero Kurt.. lo spero davvero- accoccolandosi a lui
Entrambi passarono l’intera mattinata insieme a parlare, mangiare cioccolata e a guardare tutti i musical che fecero al liceo e al college, ridendo e piangendo come un tempo, come se non si fossero mai allontanati.
Jesse di quel riavvicinamento, saputo solo qualche settimana dopo, ne era furioso.. fin quando erano lontani Kurt non poteva parlare con Rachel e lei non poteva confidarsi con lui ,ma ora che si erano ritrovati niente l’avrebbe tolto dall’imminente problema che Kurt potesse rivelare alla sua futura moglie il suo vero essere.. tutte le mattine che andava a lavoro, dopo aver salutato o Rachel o Bastian con un bacio, si arrovellava sulla speranza di poterli separare di nuovo, ma non esistevano soluzioni per poter dividere quelle due comari a meno che Rachel non avesse cominciato a sospettare di nuovo di Kurt.
Sebastian in tutto questo svolgeva un ruolo principale niente panchine per lui.. quando Jesse andava a trovarlo non doveva più offrirgli solo il suo culo, ma anche una spalla su cui piangere e abbracciarlo quando era disperato, fortunatamente dato che non cenavano mai a casa non doveva preoccuparsi di fargli trovare la cena pronta, non era portato per fare la dolce mogliettina di casa, quel ruolo per sua fortuna spettava ancora a Rachel..
-Quinn, ti andrebbe di venire in una spa con me?- mentre si trovavano nel negozio della ragazza
Quinn per poco non si tagliò con una cesoia.
-co.. co.. cosa hai detto Rachel?- allontanandosi dal bancone
-se ti andrebbe di venire in una spa con me, che ne dici di questo sabato?- giocherellando con un garofano
-non posso Rachel, non posso approfittare ancora della tua benevolenza, dei pranzi, dei viaggi in limo e-
-shh..- poggiandogli una mano sulla guancia -di solo di si, hai bisogno di rilassarti sei tesa riesco a vederlo dai gesti che fai- allontanandosi dal calore che irradiava
-va bene, ma che sia l’ultima volta che mi offri qualcosa- prendendo aria finalmente
-promesso l’ultima- facendo la croce sul cuore -a che ora ti passo a prendere?-
-Rach?- inarcando un sopracciglio
-ow si giusto, Mandarin Oriental Hotel Luxury Spa, quando arrivi di il tuo nome-
-grazie- rigirandosi verso il bancone
Nonostante Rachel si ritrovava a pensare che le avrebbe offerto anche un rene pur di averla accanto a se, chiacchierare con Kurt in un certo senso le era servito si era lasciata convincere dalla teoria che doveva passare molto tempo con Quinn e che ben presto non avrebbe più provato attrazione per lei, almeno sperava..
-ora col tuo permesso Quinn vorrei andare a casa, ho fame- poggiandosi una mano sullo stomaco brontolante
-che ne dici invece di venire a pranzo da me? Sarei da sola anche oggi, Finn è a Brooklyn e torna tardi-
-va bene, accetto con piacere- ripoggiando il garofano nel suo cestello
-dammi cinque minuti che chiudo tutto e poi possiamo andare- togliendosi il sudore dalla fronte
-vado a chiamare il taxi-
-grazie- sorridendole grata
Per poco non scappò a Rachel di avvicinarsi a lei per ricevere un bacio di ringraziamento, fortunatamente riuscì a nascondere il gesto prendendo la sua borsa da dietro le spalle di Quinn per poi dirigersi in strada rossa in volto.
Ok Rachel calmati, calmati.. respira lentamente e vedi di non commettere scemenze!- parlando tra se e se mentre aspettava il taxi con la mano alzata, non accorgendosi che nel mentre del suo soliloquio il taxi era già arrivato e guardava incuriosito la ragazza.
-Rach?- pungolandole la spalla
-si.. oh Quinn, che.. il taxi?- boccheggiando
-è arrivato, credo anche da un bel po’ ti guarda in modo strano il tipo- ridacchiando
Rachel ancora più rossa seguì la ragazza in macchina e dopo che Quinn ebbe detto l’indirizzo di casa si accomodarono meglio sui sedili con le borse in mezzo, Rachel l’aveva fatto per mettere più distanze possibili tra lei e Quinn, la bionda semplicemente perché era d’abitudine.
-speriamo che l’alimentari sotto casa nostra sia ancora aperto-
-a.. a.. alimentari?- girandosi confusa verso la ragazza
-si, sai quei grandi negozi dove fai la spesa?- continuando a ridacchiare
-oh certo! Ma perché? Ti sei dimenticata di fare la spesa?-
-no, ma non credo che tu possa mangiare le mie stesse cose, non sei abituata-
-mettimi alla prova! Una volta per un film ho dovuto continuamente ingerire latte di soia o forse era una pubblicità- picchiettandosi sul mento
-era uno spot Rachel- ammiccandole -comunque va bene ma in ogni caso terrò da parte qualcosa di diverso per te- andando alla ricerca del portafogli
Rachel capendo a scoppio ritardato che erano già arrivate aprì la borsa e senza sapere quanti soldi doveva dare per la corsa prese cinquanta dollari e li dette al tassista.
-non era necessario Rachel! Si trattava solo di venti dollari-
-tranquilla, tenga il resto- uscendo dalla macchina
Una volta in strada Rachel prese finalmente fiato, si stava comportando davvero da stupida, se questo succedeva per un bacio non ricevuto che per lei era d’abitudine ricevere cosa diamine sarebbe successo quando sarebbe andata alla ricerca di un abbraccio?
-è ancora aperto menomale- sospirando -hai qualche preferenza Rachel?- girandosi verso la ragazza
-caviale beluga- rispondendo in automatico
-Rach.. qui non siamo al Ritz- dandole un pizzico sul fianco -e poi non capisco come fai a mangiare quella roba! Sono uova colorate!-
-semplice non ci penso e poi sono buone su quei deliziosi dischi di pane al sale marino- con un alzata innocente di spalle
Quinn reprimendo un verso di ribrezzo entrò nel negozio prendendo dalla borsa un sacchetto di iuta.
-ma in genere non ti danno loro le buste?- seguendola
-si ma così risparmio il consumo di plastica-
-ho sentito che in qualche negozio vendono solo buste riciclate-
-si che costano cinquanta centesimi al sacchetto è un furto!- girandosi tra gli scaffali -capisco che è un bene per l’ambiente ma non lo è per la gente che fa la spesa, quelle buste dovrebbero essere gratis o almeno ad un costo più basso del normale dopotutto non pagano la manodopera perché sono le macchine a farle, pagano solo il trasporto dalla fabbrica che è fuori città-
-però sei un sacco informata- adocchiando delle patate dalla forma strana -cosa sono?- prendendone una
-sono patate tuberine, è un tipo di patata che brucia i grassi da qui ci estraggono anche la farina per farne la pasta- prendendone un paio
-wow, non ne avevo mai viste, cioè credo di aver assaggiato della pasta con questa farina ma non pensavo che venisse da qui-
-quante poche cose che sai Rachel- scherzosamente
Una volta finita la spesa, mentre Quinn preparava il pranzo Rachel girovagava per casa con Pepe che scodinzolava accanto a lei, la bruna si ritrovò per caso nello studio di Finn, o meglio era di entrambi ma si vedeva che ci stava più Finn di Quinn: un’alta libreria in mogano piena di testi legali, un grande finestrone con sotto pratiche e altre scartoffie ammucchiate in contenitori rigidi, una scrivania con altre carte sopra e una piccola porticina a scomparsa che dava su di un bagno di servizio, l’unico tocco di Quinn erano le foto della loro vita insieme e una pianta altissima che emanava un odore delizioso.
-Rachel è pronto!- chiamandola dalla cucina
Rachel chiudendo la porta con Pepe sempre accanto a se ritornò nella sala da pranzo investita da un buon odore di cucinato e il vapore della pasta.
-mmm cosa hai cucinato di buono Quinn?- sedendosi a tavola
-spero che sia di tuo gradimento- mettendole davanti un piatto di pasta al sugo
-ha un odore delizioso, e un colore così vivo!- annusando il piatto
-sono coltivati biologicamente da una cooperativa che si trova fuori città, io e Finn ci andiamo spessissimo a fare la spesa, poi per le altre cose approfittiamo del supermercato sotto casa nostra ma per il resto ci arrangiamo da noi- versando l’acqua ad entrambe
-non ti manca nulla della tua vecchia vita? Non so la carne, mangiare formaggio.. non preoccuparti affatto di controllare che non fossero di origine animale..-
-quando andavo al college non mi sono mai preoccupata di queste cose, l’unico pasto era riso in tutte le salse e quando erano più concessive le cuoche ci davano di nascosto dei dolcetti al miele che ancora preparo, con altri alimenti ma ho ancora la ricetta, perciò non ho mai mangiato carne o pesce, forse il formaggio si.. dopotutto sono francese mangiare il formaggio viene naturale è un buon intrattenimento prima di un pasto, ma non più di tanto- prendendo una forchettata di pasta
-come mai hai deciso di diventare vegana?- soffiando sulla pasta
-sono stata prima vegetariana, poi siccome mi sono resa conto che buona parte delle cose che mangiavo venivano dagli animali ho deciso di diventare vegana, è stato come fare un piccolo saltello nulla è cambiato del mio modo di mangiare-
-e i tuoi genitori approvano?-
-certo, per loro l’importante è che io resti in salute, quello che mangio è solo un modo per continuare a tenermi in forze-
-hai davvero una famiglia fantastica, come mai non ci sono foto di loro qui?- bevendo acqua
-le tengo conservate, sono molto vecchie e non vorrei che si sbriciolassero a causa del tempo, dopo te le faccio vedere- pulendosi la bocca con il tovagliolo
Nonostante Quinn si fosse pulita la bocca era rimasta una macchia di sugo sul naso, Rachel notandola non potè far altro che ridere, sembrava un clown.
-cosa c’è Rachel?- guardandola confusa
-hai ancora la faccia sporca di sugo- ridacchiando
-dove?- avvicinando il viso al suo
Rachel a quella vicinanza rischiò di rimanerci secca, Quinn era stupenda: aveva degli occhi che ti incantavano, di quel verde caldo con pagliuzze più scure intorno all’iride, gli zigomi leggermente pronunciati, la bocca di una morbidezza unica e quel tenero naso che ti veniva voglia di baciare..
-qui- pulendogliela lei con il suo tovagliolo
Anche se avrebbe preferito togliergliela lei.. con la lingua.. Fantastico Rachel! Complimenti! non bastano i gesti non ricevuti ora anche una cosa semplice la fai diventare pornografica!- maledicendosi in testa a se.
-oh, grazie- arrossendo di poco -a quanto pare certe brutte abitudini non le perdo mai- ridacchiando
-indovino ti macchiavi spesso da piccola- ritornando al suo posto
-si, mamma mi rimproverava continuamente perché macchiavo anche i miei preziosi vestiti!-
-eri piccola! Tutti lo sanno che i bambini quando mangiano devono sporcarsi è nella loro natura!- accavallando le gambe
-hai mai desiderato un figlio Rachel?- poggiando la forchetta nel piatto
Rachel quella domanda non se l’aspettava, nessuno gliel’aveva mai chiesto.
-non saprei Quinn, mi piacciono i bambini ma.. non so se ne vorrei uno mio-
-è per via del lavoro?- incrociando le mani sul tavolo
-no.. ogni attrice ha la sua pausa per maternità, ora non è come una volta che veniva considerato un peccato perché si toglieva tempo alla carriera.. è solo che.. non lo so, nessuno mi aveva mai fatto una domanda simile-
-a me viene naturale.. dato che io non posso averne..-
-non sei obbligata a parlarne con me, so cosa significa, conosco molte mie amiche che non sono riuscite a restare incinte-
-mi dispiace.. è più forte di me, ogni volta mi domando perché se sia colpa mia, perché il mio corpo pensi che sono io a non volerne.. o forse.. è un segnale per farmi capire che io non sarò mai una buona madre..- rattristandosi
-Quinn- alzandosi e inginocchiandosi accanto a lei -non devi pensarlo neanche, tu sarai sicuramente un ottima madre, tu tratti i tuoi fiori come se fossero dei bambini.. ti prendi cura di loro, li fai crescere e far assumere un aspetto magnifico, sai perché ho voluto a tutti i costi te per il mio matrimonio?- prendendole le mani
-perché ti hanno raccomandato me?- girandosi verso di lei
-no, perché passo spesso dalle tue parti e la tua vetrina è come un richiamo di colori, non è come le altre vetrine degli altri fiorai, tu ci metti passione nel tuo lavoro perché per te i fiori sono parte del tuo essere- carezzandole il braccio
-è grazie a mia madre- tirando su col naso -se riverso amore verso i fiori, è stata lei ad istruirmi-
-ti va di raccontarmelo?- alzandosi e indicandole con la testa il divano
-ma..-
-avrai tempo dopo per fare tutto, parla con me- tirandola leggermente per il braccio
Quinn non potè far altro che accontentarla.
-non l’ho mai detto a nessuno, bè tranne la mia migliore amica e Finn..-
-dettagli- con un gesto della mano e prendendo Pepe in braccio
Il cane silenziosamente si era avvicinato a loro credendo che gli dessero da mangiare, ma comunque si accoccolò in braccio a Rachel scodinzolando.
-da piccola vivevo in una bellissima campagna francese, era lontano dalla città, dalle parti di Lione, mia madre coltivava fiori per il puro piacere di occuparsi delle piante e mi portava in giardino con se a spiegarmi e insegnarmi il significato e il nome dei fiori, anche se avevo solo cinque anni sapevo già riconoscere tutte le specie, i modi per usarli e come farli crescere contro le intemperie del tempo-
-tua madre era di sicuro una fantastica donna-
-lo era.. prima che la malattia se la portasse via- chinando il capo
-ma.. io  credevo che fosse ancora viva- sorpresa
-morì quando io avevo otto anni, cancro all’utero.. allora i rimedi contro le malattie non erano molto efficaci e nonostante mia madre fosse più una sostenitrice della cura con le erbe i medici non riuscirono a salvarla..- con le lacrime che cominciavano a solcare il viso
-mi dispiace Quinn- prendendole la mano -so cosa significa crescere senza una madre- carezzandole l’interno del polso -anche se la mia storia è leggermente diversa dalla tua-
-diciamo più di leggermente, tu hai avuto sempre accanto la tua famiglia, io no..-
-perché? Tuo.. padre..-
-si è risposato, quando morì la mamma non perse molto tempo dietro al dolore, conobbe una smorfiosa di quelle ricche con la puzza sotto il naso, ci trasferimmo in città perché a lei non piaceva la campagna, si sposarono facendomi acquisire anche il suo cognome come se non bastasse e dato che secondo lei ero d’intralcio per la loro famigliola felice che volevano costruirsi mi spedirono in un collegio femminile- facendo subentrare la rabbia al posto della tristezza
-tu e il mio amico Kurt non avete un infanzia differente- togliendosi le scarpe e accavallando i piedi sotto il sedere -non che sia finito in collegio ma la sua matrigna fu spesso tentata di farlo..-
-anche lei è una di quelle riccone?-
-lo è diventata, ma si possono definire della stessa pasta.. aspetta, ma.. se tua madre è morta.. chi ti ha aiutato con il matrimonio e tutto il resto?- confusa
-mia nonna, la mamma di mia madre è ancora viva, ha un energia che batterebbe persino me e te messe insieme!- ridacchiando -la considero mia madre perché è stata lei che prima e dopo il collegio mi ha cresciuto-
-ow.. accidenti, mi piacerebbe avere una nonna così, purtroppo i miei sono morti quando io ero piccola i miei papà non me ne hanno mai parlato perché non volevano rattristarmi..-
-perché non mi dici qualcosa di te? Come mai sei figlia di due genitori gay?-
Rachel a quella domanda, che gli facevano più spesso nelle sue interviste, prese un gran respiro sistemandosi meglio sul divano, con Pepe tranquillamente acciambellato tra le sue gambe.
-mia madre era troppo giovane, forse sedici/diciotto anni quando ha scoperto di essere incinta, il mio vero padre l’aveva abbandonata per un’altra e quando sono venuta al mondo mia madre è caduta in una depressione post parto, non credo che si sia mai ripresa così mi lasciò nella clinica e fortunatamente i miei genitori che volevano da tempo una figlia colsero l’occasione al volo- chinando la testa e coccolando il cane -non è una bella storia da raccontare..-
-ognuno ha il suo passato burrascoso, Finn ti ha mai raccontato di suo fratello?-
-si, quella famosa volta che ero ubriaca.. mi dispiace anche per lui non deve esser stato facile-
-come dice mia nonna la vita è una grande merda.. c’è chi è più fortunato e non la calpesta e chi è meno fortunato e se la trascina dietro sotto la suola delle scarpe..-
-che metafora interessante.. ha per caso il copyright tua nonna?-
Entrambe scoppiarono a ridere, proprio in quel momento Finn rincasò a casa, Pepe nel sentire la chiave girare nella toppa si svegliò per andare incontro al suo padrone.
-tesoro sono a casa! Ciao piccolo- facendogli quattro coccole -oh, ciao Rachel- poggiando il cappotto e la borsa
-ciao tesoro, sei tornato presto- andandogli incontro e baciandolo
-ciao Finn, bentornato- sorridendogli e alzandosi dal divano
-è in corso una riunione tra donne?- notando le scarpe di Rachel per terra
Poi però girandosi verso la tavola vide che la pasta ancora fumante aspettava di essere assaggiata.
-pranzo tra signore?- indicando la tavola
-entrambe le cose caro, perché non ti togli la giacca e vieni a sederti con noi? Ho lasciato anche il piatto per te nel forno- allentandogli la cravatta
Rachel notando quel gesto ne fu quasi gelosa, un po’ perché Jesse non le permetteva mai di farlo, un po’ perché Quinn a lei non gli aveva mai fatto carinerie simili, tolto il fatto di averle accarezzato i capelli quando si era addormentata con i postumi della sbornia, ma.. non le sarebbe dispiaciuto riceverlo di nuovo.
Mentre Quinn preparava anche il posto per Finn, Rachel dopo essersi infilata le scarpe poteva vederla di spalle che si comportava da perfetta mogliettina, era davvero una donna speciale come poche, lei non lo sarebbe mai stata almeno non con Jesse e solo adesso se ne stava rendendo conto.. Kurt e Santana avevano dannatamente ragione.. il loro matrimonio era uno sbaglio!
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: RedLesbian