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Autore: Old Fashioned    09/03/2017    6 recensioni
È una fase della mia vita in cui ho bisogno di cose demenziali e ludiche.
Queste sono le avventure tragicomiche (molto più comiche che tragiche) di un capitano della flotta imperiale di nome Roy Veers (nipote degenere del più famoso Maximilian Veers - eroe di Hoth).
Il capitano viene mandato in missione al seguito di un colonnello affetto da demenza senile, con il poco invidiabile compito di recuperare uno psicopatico omicida che si è sottratto al controllo dell'Impero e ha instaurato un regno del terrore su un pianeta coperto di giungle inospitali e abitato da indigeni ostili.
"Riuscirà il nostro eroe a ritrovare Kurtz?" sarebbe una frase troppo abusata. Noi, più semplicemente, potremmo dire: "riuscirà il nostro eroe (si fa per dire), nonostante il gruppo di devastati e cerebrolesi che ha con sè, a riportare a casa la pelle?"
Lo saprete solo leggendo.
(ATTENZIONE: la storia contiene linguaggio molto volgare - chi è disturbato dal turpiloquio non legga per favore)
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Giorno 7 – Alla ricerca di un trasporto per Kamino

Ci svegliamo di buon mattino. La camera è fredda, si sente l’ululato del vento contro i vetri e per quanto posso vedere il cielo è grigio.
Come se tutto ciò non fosse largamente sufficiente a mettermi di pessimo umore, Fjo’ona si trova in pieno down da Laguna di Sogno ed è talmente odiosa da far rimpiangere la Du Bal.
Finalmente ti sei svegliato,” mi dice acida, “credevo di dover aspettare i tuoi comodi fino a domani. Casomai non l’avessi notato, il tempo fa schifo.”
Mi giro dall’altra parte con un grugnito, ma la pitonata insiste: “Guarda che posto di merda! Questa camera fa schifo, ed è tutta colpa tua!”
Fa tutto schifo stamattina?” le chiedo stirandomi.
Sì! Non ci voglio più stare qui, voglio tornare a Coruscant, in un posto dove i bagni hanno la vasca con l’idromassaggio e dove si può fare una lampada integrale! Non ne posso più di basi militari, di soldati e di posti pieni di insetti!” Si mette a singhiozzare istericamente.
Fjo’ona,” le dico soavemente, “cerca di calmarti, su.”
E tu lasciami stare! Non mi hai mai voluto bene, mi hai sempre tenuta a distanza anche quando io cercavo di fare la carina! Mi disprezzi!”
Ma no, Fjo’ona, non è vero.”
Invece è vero! Tu non mi vuoi bene e mi disprezzi!” Pianto isterico.
Sospiro esasperato e rispondo: “D’accordo, non ti voglio bene e ti disprezzo. Adesso ti dispiace smettere di fare casino?”
Ecco! Lo vedi che lo ammetti anche tu? Sei un insensibile che preferisce una birra a una bella ragazza! E non provare a negare, l’hai detto tu stesso!” Altro pianto isterico.
Comincio a valutare l’eventualità di stendere la twi’lek con un colpo di blaster.
Ora vado in bagno,” riprende Fjo’ona, “e ci sto quanto mi pare! Tanto tu non meriti niente!”
Si infila nel cesso e sbatte la porta talmente forte che dal soffitto viene giù un calcinaccio. Questa sarà una giornata molto lunga.
Non passano cinque minuti che la pitonata esce dal bagno dicendo: “È impossibile stare in un posto così piccolo, non riesco neppure a darmi la crema rassodante guardandomi allo specchio. Non so davvero chi me l’ha fatto fare di venire su questo maledetto pianeta!”
Già, chi te l’ha fatto fare?” le chiedo incuriosito, sperando che finalmente mi sveli un mistero che mi tormenta dall’inizio della missione.
Non sono affari tuoi,” risponde bruscamente la twi’lek, “e ora lasciami in pace, sono già abbastanza nervosa senza che tu ti metta a rendermi la vita impossibile!” Voltandomi sdegnosamente le terga, si siede su uno sgabello e si mette a depilarsi freneticamente le sopracciglia.
Io alzo le spalle con indifferenza, vado in bagno, mi lavo, mi vesto e vado a fare colazione.
Quando arrivo in sala mensa vi trovo il resto del gruppo. La Du Bal sorbisce un caffè con aria sussiegosa mentre Waxen le assicura, come fa più o meno tutte le mattine, che non si sarebbe mai aspettato di trovare una signora tanto graziosa in una base militare. Allo scopo di corteggiarla si mette a raccontarle aneddoti di guerra.
Hyaskon, cupo e imbronciato come al solito, è seduto ad un tavolino per conto suo e si sta preparando un cocktail farmacologico per affrontare la giornata.
Seduti ad un altro tavolino, le tre reclute e il wokiee, tutti quanti evidentemente ristabiliti, stanno mangiando i soliti toast con la marmellata, che non saranno quel gran ché ma sono pur sempre una valida alternativa alle porcate locali.
Mentre mangiamo sopraggiunge il comandante della base.
Capitano, al pensiero che lei vuole andare su Kamino non ho dormito per tutta la notte,” mi confida sedendosi al mio tavolo.
Ma guarda un po’,” rispondo con cortese interesse, “e mentre vegliava ha mica trovato un momento per guardare dov’è lo spazioporto più vicino?”
Ma è proprio sicuro che vuole andare fin là?”
Sicurissimo. Che mi dice dello spazioporto?”
L’unica è tornare a Pettah.”
Non esiste proprio. Pettah è a più di quattro giorni di marcia da qui. Voglio qualcosa di più vicino, non posso mica passare la vita a girare nelle giungle di questo fottuto pianeta, io ho da fare.”
Altri quattro giorni di viaggio a stretto contatto con questo branco di devastati e la mia salute mentale finirà nello scarico del cesso, direi che non posso proprio permettermelo.
Feige insiste che l’unica opzione disponibile è Pettah. Si premura inoltre di farmi sapere che comunque lui sconsiglia decisamente un trasferimento su Kamino.
A questo punto tiro fuori una cartina della zona in cui ci troviamo e la stendo sul tavolo. Non che io sia mai stato gran ché a leggere le carte, all’Accademia in navigazione facevo cagare, comunque ho imparato che generalmente i tondini rossi con un nome accanto sono centri abitati e i tondini blu con il simbolino dell’astronave sono spazioporti. “Ci sarebbe Galle,” dico dopo attento studio della mappa. È un tondino rosso bello grande con accanto un tondino blu, ciò mi fa supporre che si tratti di un grosso centro abitato con annesso spazioporto.
Galle?” fa eco Feige sconcertato, “Oh no, capitano, se lo tolga dalla testa, lei non può andare là!”
Che palle la gente ansiosa. “Scommetto che è pericolosissimo,” gli dico con tono sarcastico.
Pericoloso? Lei vuole sapere se è pericoloso? Ma lo sa a che cosa rischia di andare incontro?”
Scuoto la testa. In effetti non ne ho idea.
Con voce ansante e occhi pallati, il capitano spiega: “L’unica strada per arrivare a Galle passa per la foresta di Pinnewala,” e nel dire questo mi indica con un dito tremante una macchia scura sulla cartina, “lì ci sono centinaia e centinaia di bantha selvatici!”
Sospiro. Ansioso del cazzo. Probabilmente una volta che ha fatto la strada per Galle avrà visto un bantha impagliato nella vetrina di un rigattiere e l’innocente visione si sarà trasformata nel suo inconscio devastato dagli attacchi di panico in branchi di bantha selvatici.
Saremo prudenti, allora,” gli assicuro con aria di sufficienza.
Sarete morti, allora!” ribatte l’altro con foga, “Quei bestioni maledetti vi assaliranno e vi faranno a pezzi, non vi salverete! Tutta la foresta ne è infestata e sono ferocissimi!”
Certo, lo terremo presente.”
Feige tace sconfitto, noi finiamo di mangiare e carichiamo la nostra roba sullo sprinter. Rani, la nostra inutile guida, ci mostra tutto soddisfatto un incursore anale che ha acquistato ieri sera in una bancarella del mercato. “Quasi nuovo, usato poco poco,” ci confida compiaciuto, “questo buono per moglie.” Si rivolge alla Du Bal che lo sta fissando con riprovazione: “Tu provare, signora? Amore lungo-lungo! Tu dopo non più arrabbiata. Dopo sempre ridere!” Le porge l’ordigno, accessoriato con un fallo verde e bitorzoluto di dimensioni apocalittiche.
Metta via subito quell’orrore!” strilla inorridita la docente.
Non piace cazzone verde?” chiede il sullustiano perplesso. Poi, con l’aria di chi ha avuto un’illuminazione, fa: “Pugno gamorreano! Tu vuoi pugno gamorreano! Io te lo darò…” e comincia a rovistare in uno scatolone dal quale escono oggetti che verrebbero rifiutati con orrore da un pornoshop rodiano.
Lo fermo prima che la docente abbia un collasso e lo convinco a mettere via il suo nuovo acquisto, cosa che lui fa a malincuore.
Poco dopo partiamo alla volta di Galle. Chiedo delucidazioni a Rani per la storia dei bantha, ma lui è talmente preso dall’incursore anale che mi presta si e no attenzione. Dice qualcosa a proposito di alcuni bantha che girerebbero nella zona e poi canticchiando si rimette ad allineare su un sedile gli accessori dello strumento di piacere.
Procediamo verso la nostra meta. Il tempo si è frattanto messo al bello ed è venuto fuori un caldo feroce con un sole che pela il sedere ai gundark. Tutti sono immobili sotto i bocchettoni dell’aria condizionata.
Dopo un po’ che viaggiamo in questo clima di sbrago generale, Wolfen si alza, guarda fuori, fa gli occhi pallati e mormora: “Bantha…”
Sulle prime penso che abbia una ricaduta della sindrome che gli era presa a Sigiriya, poi butto l’occhio all’esterno e mi si rizzano i capelli in testa: stiamo per infilarci in un avvallamento letteralmente coperto di bantha: piccolini che sembrano dei peluche, giovani che si prendono simpaticamente a cornate, matrone dall’aria solenne e grandi maschi che sembrano degli AT-AT col pelo. Ce n’è a perdita d’occhio. L’aria rimbomba dei loro muggiti.
Bantha!” urlo inorridito, “Rani, ferma tutto!”
Lo sprinter si arresta con uno scossone.
Ecco cos’era questa puzza disgustosa,” dice Fjo’ona con aria infastidita, dopodiché torna a depilarsi le sopracciglia con impegno.
Le reclute si rintanano tremebonde sotto un sedile certe di essere prossime alla morte, la Du Bal si affaccia al finestrino, constata che si tratta di stupidi animali e non li degna di un secondo sguardo, Hyaskon sta esplorando le potenzialità di un nuovo ipnoinducente quindi non è accessibile al colloquio, il wookiee bramisce. In tutto questo rimescolio, Waxen si attiva, guarda fuori e non crede ai suoi occhi. “Bantha!” esclama al colmo della soddisfazione, “branchi di bantha selvatici! A me il fucile di precisione! Voglio le corna di quel grosso maschio da mettere sul caminetto del circolo ufficiali!”
Signor colonnello,” azzardo con ben poche speranze di essere ascoltato, “non abbiamo tempo di metterci a cacciare.”
Che sciocchezze, giovane capitano!” risponde l’altro, “siamo qui apposta! Questa tenuta appartiene ad un mio caro compagno d’Accademia, il generale… il generale… diamine, non ricordo. Comunque appartiene ad un mio compagno di cosa… di… in cosa eravamo compagni, figliolo?”
Se non lo sa lei, signore…”
Non sia impertinente con me, giovanotto! E mi dia subito il mio fucile da caccia grossa!”
Qui non ci sono fucili da caccia grossa, signore.”
Il colonnello mi ascolta perplesso, ci pensa su per alcuni secondi poi gli viene l’ideona: “Lei se l’è venduto!” strilla, “l’ha smerciato a qualche trafficante d’armi per…” esita “per pagarsi quella!” e indica Fjo’ona, sempre intenta a depilarsi le sopracciglia con aria sdegnosa. “Con tutti i soldi che le avranno dato per quella mirabile arma poteva anche procurarsi una meretrice meno volgare,” considera con spregio.
La twi’lek si rende conto dell’affronto e la sorpresa è tale che le sfugge una tetta dall’ampio decolleté.
Come ti permetti, vecchio rimbambito!” protesta sistemandosi nervosamente il reggipetto.
Volgare nell’aspetto e anche sboccata come un facchino trandoshan,” insiste caparbio Waxen, “decisamente nulla a che vedere con una vera signora.”
Oggi Fjo’ona è in modalità odiosa, per cui i due iniziano a litigare furiosamente dicendosene di tutti i colori. Sulle prime cerco di separarli, poi mi rendo conto che la situazione offre indubbi vantaggi: Waxen e la scosciata azzurra sono talmente impegnati ad insultarsi che non prestano attenzione a nient’altro.
Bisogna saper cogliere l’attimo fuggente. “Avanti piano, Rani,” ordino all’inutile sullustiano.
Tu vuoi andare?” mi chiede perplesso il nostro accompagnatore.
Sì, mi sembra che quei bestioni non stiano facendo molto caso a noi.” E il vecchio rincoglionito non mi rompe le palle con la sua fottuta caccia grossa – questo lo penso senza dirlo.
Bantha… - esita per cercare la parola – dispettosi. Sì, loro dispettosi. Non piace sprinter. Non piace rumore. Se noi passare, loro incazzati neri.”
Il mio entusiasmo si raffredda alquanto. In effetti, un bantha incazzato nero è una cosa che non desidero assolutamente vedere se non nel corso di un documentario sulla fauna in via di estinzione. “Che facciamo allora?” chiedo a Rani, sperando che possieda qualche atavico rimedio derivante dalla saggezza millenaria della sua specie.
Noi tornare a Nuwara Eliya?” suggerisce la guida con l’aria di avere avuto un’ideona.
Non possiamo andare avanti?”
Bantha bastardi dentro! Loro prendono a cornate finché sprinter tutto rotto e noi polpette sanguinolente!”
Vorrei chiedergli come mai si è astenuto dal rivelarci questi aspetti caratteriali del bantha selvatico quando eravamo ancora a Nuwara Eliya, ma qualcosa mi dice che otterrei solo risposte non pertinenti.
Sospiro al pensiero di altri quattro lunghissimi giorni di giungla con il gruppo di rincoglioniti e rievoco i vari squinternati che avrò la fortuna di rincontrare nelle basi imperiali da qui a Pettah: Feige che avrà immediatamente un attacco di panico, Randall che sarà ancora incazzato per il rigatone, Kerr che sarà imbestialito per i salvaschermo porno che gli ho lasciato andando via, Niedermeier che ormai avrà saputo il vero obiettivo della mia missione e vorrà fare un paralume con il mio scroto e infine Sanders con la base gremita di nexu e insetti velenosi. C’è di che spararsi nelle palle.
Dietro-front,” ordino tristemente.
Dietro-front un cazzo. Al culmine della lite con la pitonata, il colonnello salta in piedi e grida: “Ora basta, meretrice di infima categoria! Non ho intenzione di tollerare oltre la tua presenza! Me ne vado!”
Prima che io possa anche solo realizzare quello che sta succedendo, il vecchio idiota allontana con una spinta il nostro guidatore sullustiano, si piazza ai comandi e dà tutto gas. Lo sprinter balza in avanti rombando come uno star destroyer in decollo.
Colonnello, ma che sta facendo?” chiedo aggrappandomi al sedile per non cadere.
Me ne vado! Non voglio vedere mai più quest’aliena dalla dubbia moralità!”
I bantha si avvicinano.
Ma colonnello, non vede che l’aliena dalla dubbia moralità è sul trasporto con noi?”
Sfrontata!” e dà gas.
Stiamo andando ad infilarci in un branco di bantha selvatici, torni indietro!”
Macché bantha, quelli sono dewback che pascolano!” Via a tutta manetta.
In pieno attacco di demenza senile, Waxen non è accessibile al colloquio. Nel frattempo, il capitano medico se la dorme della grossa, le reclute sono un unico mucchio terrorizzato sotto un sedile, la pitonata inveisce perché nel casino le sono cadute le pinzette da sopracciglia, Lothar emette ululati strazianti e la Du Bal ci ingiunge infastidita di stare zitti perché non riesce a concentrarsi.
Cerco di impadronirmi dei comandi, ma il vecchiaccio è caparbio e non li molla.
Con una prima sterzata seminiamo il panico in un gruppetto di cuccioli e forse ne stiriamo anche un paio. La mamma, una specie di sandcrawler peloso, comincia ad inseguirci a testa bassa emettendo muggiti.
Con la seconda sterzata facciamo la fiancata ad un grosso maschio e ciuffi del suo pelo ispido entrano dai finestrini aperti. Comincia ad inseguirci anche quello.
Alla terza obblighiamo un altro maschio di ragguardevoli dimensioni ad un coitus interruptus. Anche quello si incazza come un nexu e si mette a inseguirci con impegno.
Quando finalmente riesco ad allontanare il vecchio fossile dal volante abbiamo svariati bantha incazzati neri che ci inseguono mugghiando a testa bassa.
A parte andare a tavoletta evitando gli alberi più grossi, non so bene che fare. Sul manuale delle forze armate imperiali c’è un intero capitolo dedicato al bantha e alle sue abitudini, ma dev’essere verso la fine. Il che vuol dire che non so neppure come si intitola, perché l’unica volta che ho provato a leggere quel dannato manuale mi è scesa la catena verso pagina dodici, l’ho piantato lì e sono andato a bermi una birra.
Rani! Queste dannate bestiacce ci stanno inseguendo, che facciamo?”
Il sullustiano mi fissa con la consueta flemma. “Io non so.” E mi rivolge un sorriso ebete aggrappandosi al sedile per non cadere durante le brusche sterzate.
Dandomi mentalmente dell’idiota per avere pensato che la nostra guida potesse avere qualche suggerimento utile da fornire, continuo a filare a tutta manetta sperando che ad un certo punto i bantha si stanchino di correrci dietro.
Lo sa che si dice dalle nostre parti, giovane capitano?” interviene a questo punto Waxen, “nessuno è più caparbio di un bantha che carica. Diamine, una volta ne vidi uno inseguire uno sprinter per almeno venti chilometri. Eravamo ad una battuta di caccia su Pardash con il generale… il generale… come si chiamava il generale, figliolo?”
E io che ne so?”
Stiamo andando talmente veloci che mi sembra di essere su una speeder bike. Gli alberi che sto cercando di evitare hanno lo stesso diametro di quelli di Endor e di certo non ho né il tempo né la voglia di interagire con la squinternata memoria del mio superiore.
Dov’è il mio fucile da caccia grossa?” chiede a questo punto il colonnello.
Oh, che palle! Non c’è nessun fucile da caccia grossa!”
Impossibile! Mi dica subito dov’è!”
Non c’è, dannazione!”
Capitano, le ho detto mille volte di non permettere alle reclute di toccare le mie armi di precisione! Sicuramente uno di quei birboni l’avrà voluto provare, l’avrà danneggiato e poi nascosto nella vana speranza di evitare una giusta punizione.” Poi, rivolto al mucchio tremebondo formato dai tre soldatini, con aria severa chiede: “Avanti, chi è stato di voi tre?”
Il delirio del fucile da caccia grossa mi farà diventare matto. “Li lasci in pace, colonnello, le pare che quei tre si metterebbero a toccare un fucile?”
E allora chi è stato?” ribatte caparbio l’attempato rompicoglioni.
C’è un bantha grosso come uno star destroyer affiancato allo sprinter, così vicino che se allungo la mano fuori dal finestrino gli palpo il muso bavoso. Sto per rispondergli in maniera altamente irrispettosa quando arriva Lothar a trarci d’impaccio: con un grugnito si avvicina al colonnello e gli porge un blaster.
Ah, magnifico!” strilla il fossile, “ecco dov’era finito! La mia mirabile arma di precisione, fatta completamente a mano dai più abili armaioli ugnaught. Vuole vedere com’è precisa, figliolo?” e prima che io possa rispondere spara una blasterata in pieno al bantha che ci sta galoppando di fianco. Il colpo non è sufficiente a produrre danni gravi, tuttavia il bestione si allontana infastidito scrollando il testone e muggendo. Cerco di fuggire prima che l’animale ritorni più incazzato di prima.
Il colonnello, nel frattempo, si è fiondato al finestrino posteriore e da lì sta bersagliando i nostri numerosi inseguitori con un uragano di fuoco. Siccome spara ancora peggio di me, la maggior parte dei colpi finisce in aria o per terra, ma almeno il rumore e il fumo sembrano fare una certa paura ai bantha, tanto che riusciamo a prendere qualche metro di vantaggio.
L’orrendo casino sveglia anche Hyaskon, che si guarda intorno stranito, sbadiglia, si stira e mi chiede: “Che succede, collega?”
Gli faccio un concitato riassunto della situazione.
Il capitano medico mi ascolta con attenzione, poi guarda indietro e fa: “Stanno nuovamente guadagnando terreno.”
Lo so. Già di mio come pilota sono un cesso. Inoltre, guidare a tutta manetta in mezzo a questi alberi è un vero casino.”
Noto con la coda dell’occhio che Hyaskon sta frugando nella sua borsa, ma la cosa mi lascia del tutto indifferente finché non lo vedo tirare fuori una siringa. Prima ancora che io abbia il tempo di realizzare quello che sta succedendo, me la pianta in una spalla con la camicia e tutto. “Questo dovrebbe migliorare i riflessi e i tempi di reazione,” mi spiega imperturbabile.
Io vorrei protestare, divincolarmi, imprecare, rifiutare il punturone, ma ogni mia iniziativa in tal senso viene troncata sul nascere da una botta di calore che mi vaporizza tutte le sinapsi comprese quelle del sistema nervoso autonomo. Il Fuoco Malvagio trandoshan, uno dei liquori più potenti della galassia, in confronto a questa roba è sciroppo per la tosse…

Come va, capitano?” questa dovrebbe essere la voce di Hyaskon, che però mi giunge distorta e ovattata.
Una merda. Che cazzo è successo?”
Ignorando la mia pur legittima domanda, l’ufficiale medico mi chiede: “Vuole qualcosa da bere, Veers?”
Con qualcosa da bere allude a una birra gelata?”
Ovviamente no,” risponde l’altro con aria quasi offesa.
Allora lasciamo perdere.”
Mi guardo intorno. Siamo in una specie di radura, lo sprinter sembra intatto, Rani se la dorme beatamente sui sedili assieme ai suoi due tirapiedi, la Du Bal dipinge seduta su un sasso proteggendosi dal sole con un ombrellino di pizzo, la Twi’lek si depila le sopracciglia con aria infastidita. Tutt’intorno a me ci sono le tre reclute che mi fissano afflitte, Lothar che mugola e Waxen che sta raccontando a tutti di quando perse il suo aiutante di campo in seguito allo scoppio di una granata. “Il pezzo più grande era così,” dice mostrando con aria grave un sassolino, “le esequie più lunghe che io ricordi, per trovarli tutti ci mettemmo una settimana.”
Cos’è successo?” chiedo di nuovo, sperando che questa volta qualcuno si degni di fornirmi delucidazioni in merito.
Non credevo che quel farmaco sperimentale funzionasse così bene sugli esseri umani,” dice Hyaskon, “finora l’avevamo provato solo sulle cavie da laboratorio. Una cosa spettacolare, ha guidato come un dio!”
Se penso a come sfiorava quei tronchi a tutta velocità ho ancora la pelle d’oca, signore,” mi assicura Wolfen rabbrividendo.
Non ricordo nulla…” mormoro cercando di alzarmi. Tutto ciò che mi circonda gira come dopo una sbronza di birra gamorreana.
Hyaskon mi aiuta a rimettermi in piedi e nel frattempo mi spiega potenzialità ed effetti collaterali del farmaco sperimentale che mi ha iniettato. “Per fortuna che ce l’avevo con me,” dice infine tutto soddisfatto, “altrimenti quei bestioni maledetti ci avrebbero tritati come hamburger.”
Avevo sentito dire che i ricercatori coscienziosi provano su sé stessi le sostanze sperimentali. Se è un composto così efficace, non poteva iniettarselo lei e mettersi ai comandi dello sprinter?”
Ma scherza? Quell’affare brucia i neuroni peggio di una fiamma ossidrica! Non ci tengo a finire come Waxen,” risponde con disinvoltura il segaossa.
Hyaskon, se non fosse che faccio fatica a mantenere la stazione eretta la piglierei a calci in culo.”
Mentre sto discutendo col capitano medico arriva la Du Bal, che ha finito di immortalare il paesaggio. “Spero che si senta appagato dopo la sua esibizionistica dimostrazione di capacità di guida,” mi dice acida, “credevo che solo gli adolescenti problematici sentissero il bisogno di affermare la propria personalità con bravate di questo genere. Evidentemente mi sbagliavo.” Poi mi gira il culo e se ne va sdegnosa.
Subito dopo tocca alla Twi’lek: “Con la tua stupida guida sportiva mi hai veramente fatto rivoltare lo stomaco,” protesta, “del resto, da te dovevo aspettarmelo, vista l’attenzione che hai per le esigenze degli altri. Sei un bastardo egoista!” E anche lei se ne va sdegnosa.
Lei guida in maniera eccessivamente spericolata, giovanotto,” si sente in dovere di comunicarmi il colonnello, “uno di questi giorni ci lascerà le penne, vedrà! Senza contare che per colpa delle sue sterzate brusche non sono riuscito a prendere di mira neppure uno di quei bestioni!”
L’orrendo intruglio di Hyaskon mi avrà anche lasciato mezzo rincoglionito, ma di certo non mi ha tolto la capacità di reagire alle angherie gratuite, per cui mando affanculo i miei tre interlocutori senza mezzi termini.
Ehm… è ancora intontito dal farmaco che gli ho somministrato,” dice con aria di scusa Hyaskon al colonnello, che al vaffa si è voltato verso di me con occhi di bragia.
Non sono affatto intontito,” protesto, “anzi, sono lucidissimo. E proprio per questo certi atteggiamenti mi fanno incazzare come un gundark. Se non ci fossi stato io, quei bantha bastardi ci avrebbero tritati con tutto lo sprinter!”
Non si dia delle arie solo per aver guidato uno stupido veicolo, giovane capitano!” mi ammonisce Waxen, “tutto il lavoro sporco l’ho fatto io sparando a quegli animali dal sedile posteriore col mio fucile di precisione!”
E basta con questo fucile di precisione, cazzo!”
Cautamente, il capitano medico mi chiede: “Veers, non è che con tutto questo casino le è un po’ scesa la catena?”
E anche se fosse?” ringhio fissandolo con aria di sfida.
Ci guardiamo negli occhi per alcuni secondi. Se il mio collega dice un’altra mezza sillaba sono pronto a saltargli alla gola. Tutti gli altri assistono basiti alla scena. Del resto li capisco: quando un cialtrone pressappochista e indolente si incazza offre se non altro uno spettacolo inaspettato.
Hyaskon, che probabilmente nella sua carriera di medico militare ha già visto ben altro, non si scompone e aspetta che io mi calmi, poi mi dice: “Non è che ha voglia di farsi una dormita mentre andiamo a Galle, capitano?”
Incrocio lo sguardo spaventato dei tre soldatini e sospiro: “Già, mi sembra il caso.”
Se vado dietro a dormire lascerò la spedizione in balia del vecchio rincoglionito, ma al momento direi che la cosa mi interessa pochissimo. Ci penserò quando saremo a Galle, se riusciremo ad arrivarci.

Probabilmente il capitano medico ha vegliato anche sul colonnello, perché dopo qualche ora di viaggio riusciamo effettivamente ad arrivare a Galle. La base imperiale è un po’ fuori dal centro abitato e si trova in un albergo di super mega lusso totale che è stato requisito in quanto situato in posizione strategica favorevole. O almeno questa è la scusa che è stata fornita al proprietario.
La costruzione, una prestigiosa dimora patrizia del luogo, è circondata da palme, si trova in riva all’oceano ed è dotata di un’enorme piscina. Quando arriviamo è in corso un tramonto da romanzo rosa che fa quasi perdere il controllo degli sfinteri alla Du Bal. Fjo’ona invece, in pieno down da Laguna di Sogno, sbuffa infastidita e chiede dov’è il bagno.
Viene ad accoglierci il comandante della base, un piacione palestrato in costume da bagno con una tavola da surf sotto il braccio.
Salve a tutti,” ci dice disinvolto, “sono il capitano Ransome, ma potete chiamarmi Kyle.”
Sto per presentarmi a mia volta quando si fa avanti Waxen, squadra il nostro interlocutore dalla testa ai piedi e fa: “Veers, chieda a questo giovanotto coi calzoncini ridicoli dov’è il comandante della base.”
Attimo di gelo.
Ehm… colonnello, questo è il comandante della base. È il capitano Kyle Ransome.”
Impossibile. Nessun ufficiale imperiale avrebbe un aspetto così assurdo. Costui mi sembra proprio uno di quegli stupidi perdigiorno che passano il loro tempo a correre dietro alle ragazze in spiaggia.” Poi, rivolto a Ransome: “Avanti, giovanotto, veda di rendersi utile una buona volta e mi dica dove trovo il comandante della base.”
Per quanto Kyle non mi dia l’idea di essere di intelligenza prontissima, alla terza volta che il vecchio rincoglionito gli dà più o meno velatamente dell’idiota e gli chiede di presentargli il comandante della base, anche lui realizza l’affronto. “Ehi, nonno, ma perché non te ne vai all’ospizio?” gli dice gonfiando gli scolpiti pettorali con aria di sfida.
Waxen si erge a sua volta in tutta la sua persona e si pone con le mani a brocca sui fianchi e le gambe leggermente divaricate. Arriva sì e no alla spalla del suo interlocutore, ma ciò non gli impedisce di mettersi ad inveire come un sergente istruttore.
Prima che scatti la rissa, intervengo dicendo: “Ehm… è una Kamino Extreme quella?”
Il capitano Ransome si disinteressa immediatamente del colonnello urlante, mi mostra orgoglioso la sua tavola da surf e risponde: “Cazzo, è esatto! L’hai riconosciuta al primo colpo. Fai surf per caso?”
Un po’, quando vado in licenza su 6/Schel.”
Su 6/Schel c’è l’onda lunga, è un posto cazzuto. Io non mi trovo tanto bene con l’onda lunga.”
Oh, è solo questione di abituarsi.”
Kyle Ransome,” si presenta solennemente tendendomi la mano, “sono il comandante della base e adoro fare surf. Di solito io e i ragazzi usciamo di pomeriggio inoltrato, ci piace sfruttare la calma della sera.”
Roy Veers.”
Fantastico, uno che fa surf! Vieni, Roy,” prosegue prendendomi per un braccio, “vieni che ti faccio vedere le onde! Sono un vero spettacolo! Ti faccio portare una tavola, scommetto che non vedi l’ora di entrare in acqua!”
Veramente, nella scala delle attività sgradevoli pongo l’entrata in acqua in questo momento appena prima della sodomizzazione a secco, però non vorrei guastare l’atmosfera amichevole che sono riuscito ad instaurare e cerco di guadagnare tempo fornendo al capitano risposte evasive.
Guarda che onde!” mi dice, orgoglioso come se le avesse inventate lui, “guarda che meraviglia! Hai visto come si infrangono sulla spiaggia?”
Mentre mi sta mostrando l’oceano sopraggiunge con aria più che mai infastidita Fjo’ona. “Uffa che rottura,” sbuffa, “si può avere una camera da letto in questo posto? Io non ne posso più…”
Immediatamente, il piacione si disinteressa di me e del surf e si fionda a fare il cascamorto con la twi’lek.
Ma chi è questa bella signorina?” le dice con aria da marpione cercando di farle il baciamano.
Mi lasci in pace immediatamente, specie di maniaco sessuale!” protesta la scosciata, “non si è mai mangiato il budino insieme, io e lei!”
Normalmente, alla vista di un tale fusto palestrato Fjo’ona si sarebbe sciolta come un gelato su Tatooine, ma oggi è in modalità detestabile, quindi si dimostra addirittura infastidita. Kyle mi guarda con aria interrogativa, probabilmente è la prima volta in vita sua che una twi’lek gli volta le terga con le mutande ancora indosso e senza piegarsi a novanta gradi.
Non farci caso,” gli dico in tono rassicurante, “ieri si è fatta una dose di Laguna di Sogno e oggi è in down. Le fa schifo tutto.”
Per prima cosa, non c’è bisogno che vai in giro a raccontare i fatti miei,” interviene Fjo’ona, “e poi non è perché sono una twi’lek che voialtri maschi sempre arrapati potete permettervi di pensare che vada in giro a darla a chiunque!”
La scosciata sta diventando francamente imbarazzante. Decido di portarmela via prima che combini altri casini.
Dai Fjo’ona,” le dico, “raccogli la tua roba che andiamo in camera.”
Vorrei sapere sulla base di quale presupposto dai per scontato che io stia in camera con te! E se non ci volessi stare?”
Magari! Scegli pure chi ti pare.”
È perfettamente inutile che adesso fai finta di non volermi per non fare brutta figura!”
Sospiro affranto. “Fjo’ona, va con chi vuoi basta che non rompi le palle.”
Con fiero sdegno, la pitonata va a mettersi accanto al capitano medico. “Questa sera sto con Evan,” mi dice con aria provocatoria, “forse lui mi darà la considerazione che merito!”
Ne dubito, finché sei ancora calda.”
Mi volto di nuovo verso Ransome. “Dove eravamo rimasti?”
Hai della gente davvero strana con te, Roy,” non può fare a meno di dirmi.
E non hai ancora visto niente.” Poi, rivolto al gruppo di sfigati: “Avete già stabilito la disposizione delle camere?”
Le tre reclute sono in una camera tripla. Nelle doppie ci sono Hyaskon e la scosciata, Lothar con il vecchio fossile e… io con la Du Bal. Io che già mi rallegravo per l’assenza di Fjo’ona, mi trovo in camera con l’esimia docente. Sono cose molto tristi.
La Du Bal mi fissa con aria severa. “Spero che si comporterà da gentiluomo,” mi dice con sussiego.
Con un sospiro rispondo: “Le ho già detto che non corre alcun pericolo.” E mi avvio lentamente in camera. La professoressa mi segue trascinando il suo immenso trolley.
La stanza è molto grande, con vista sull’oceano. Per fortuna ha due letti, altrimenti mi sarebbe toccato di dormire nel catino della doccia. La docente si sistema, appoggia gli effetti personali e mi dice: “Andrò a fare una passeggiata sulla spiaggia, spero che il contatto con la natura mi aiuti ad eliminare lo stress di questi giorni.”
OK, a dopo.”
Non appena la porta si chiude alle spalle della professoressa, mi libero di bagagli e vestiti e mi sbrago sul letto in mutande. Dormo, faccio la doccia, riordino un po’ la mia roba e infine realizzo che ormai è buio e la Du Bal non è ancora rientrata. Almeno di questa mi sarò liberato, penso.
Ma come al solito non sono così fortunato. Poco dopo la porta si apre lentamente ed entra la professoressa sporca, ciancicata e grondante d’acqua. Ha la sottana tutta strappata, i capelli ridotti a una matassa informe e le manca una scarpa.
Ehi, prof! Si può sapere che accidenti ha combinato?” le chiedo non appena riesco a parlare senza ridere.
Voi militari non siete mai presenti quando servite!” è la secca risposta.
Nella fattispecie?”
Con l’aria di considerare tutto l’avvenimento una mia precisa responsabilità, la docente mi racconta che stava passeggiando tranquillamente sulla spiaggia quando è stata assalita da un branco di worrt. Poiché in giro non c’era nessuno a cui chiedere aiuto, ha dovuto fuggire verso le scogliere, dove si è presa in pieno tutte le ondate mentre i worrt le si attaccavano ai vestiti. Nei suoi tentativi di fuggire dalle bestiacce è caduta, è rotolata nella sabbia, è finita in acqua e infine ha anche perso una scarpa.
Alla fine del racconto mi devo infilare in bagno di corsa perché non riesco più a stare serio.
Voi militari non sapete comportarvi!” mi grida dietro la Du Bal.
Dopo lo spassoso episodio andiamo a cenare. Ci accoglie Ransome in pantaloni militari e camicia hawaiana aperta sul petto a mostrare i soliti pettorali scolpiti.
Appena mi vede comparire, mi chiama e dice: “Roy, vieni a mangiare! Ho mandato uno speeder a prendere un quarto di dewback alla compagnia comando, il cuoco lo sta facendo alla griglia!”
Mi avvicino e Kyle comincia a parlare di tavole da surf, descrivendomi con toni reboanti le prestazioni della sua Kamino Extreme e informandosi discretamente sul tipo di tavola che io preferisco. Gli rispondo che la mia tavola preferita è quella su cui stanno appoggiate le birre e ci mettiamo a discutere amabilmente anche di malto fermentato.
Mentre ci intratteniamo passa Fjo’ona con una minigonna da infarto.
Ehi, bellezza! Sono tutte tue quelle gambe?” le chiede Ransome.
Senza rispondere, la pitonata passa oltre mostrando al capitano il dito medio alzato.
Io lo so di cosa avrebbe bisogno quella,” dice Kyle seguendola con lo sguardo libidinoso, “di un bel sandwich!”
Lawrence, che ha assistito all’episodio, alza gli occhi su di me e chiede: “Allora Fjo’ona è antipatica perché ha fame, signore?”
Il capitano Ransome alludeva ad un altro tipo di sandwich, figliolo.”
Lascio il soldato a chiedersi quanti tipi di sandwich esistano nella galassia e andiamo a tavola.
Il tanto decantato barbecue in realtà non è un gran ché. Il dewback di suo non è eccezionale fatto alla griglia, inoltre il cuoco di Ransome è un autentico cesso e la maggior parte dei pezzi sono o duri o carbonizzati, tanto che ad un certo punto ho anche la tentazione di impadronirmi della griglia, strumento il cui uso rappresenta assieme alle gare di birra il totale delle mie abilità.
Ma prima che io possa tentare l’ardito colpo di mano, Kyle mi blocca dicendomi: “A proposito, Roy: non mi hai ancora detto cosa fate da queste parti.”
Siamo in missione. L’obiettivo è trovare Kurtz.”
Sono talmente abituato alle scene di terrore panico che la reazione di Ransome mi lascia completamente esterrefatto: il capitano scoppia a ridere e prima che sia possibile interagire nuovamente con lui passano cinque minuti buoni.
Cos’è che vuoi fare?” mi chiede poi tra i singulti.
Trovare Kurtz.”
Altro accesso di ilarità incontenibile.
Kyle, sei sicuro di stare bene?” gli chiedo preoccupato.
E tu chiedi a me se sto bene?”
Mi sembrava una domanda pertinente.”
OK, non scherziamo,” ansima Ransome, “dimmi qual è la tua missione.”
Che palle, devo trovare Kurtz e se ti metti a ridere di nuovo uso la tua fottuta tavola da surf per fare il tiro al bersaglio!”
Ma hai una vaga idea del guaio in cui ti stai andando a cacciare?”
Affermativo, ce l’ho. Conosco per filo e per segno ogni efferatezza commessa da Kurtz negli ultimi dieci anni.”
Veers, quelli che sono andati a cercare Kurtz prima di te avevano dietro due divisioni di truppe d’assalto. Gli unici che sono riusciti a tornare sono stati quelli che Kurtz ha lasciato vivere perché raccontassero che fine avevano fatto i loro compagni. E ti garantisco che non è stato bello ascoltarli. Ora, non per sminuire le tue capacità guerresche, ma tu cosa credi di fare con quelli?” e indica il branco di sfigati.
Finora ce la siamo cavata abbastanza bene.”
Anche perché finora vi siete trovati su un pianeta diverso da quello su cui sta Kurtz.”
Sai dov’è Kurtz?”
Puoi scommetterci, bello. È su Kamino. È partito proprio dallo spazioporto di Galle.”
Segue il solito racconto: strage di civili, devastazione della città, idee mistiche e persecutorie, atti di crudeltà inimmaginabile, esecuzioni, stupri, cannibalismo e balle varie. Non manca nulla.
Forse è il caso che mi faccia un’altra birra,” dico alla fine.
L’idea di andare su Kamino, fare una rilassante vacanza e poi riferire a Tarkin che Kurtz è sparito chissà dove si concretizza sempre più nella mia mente. Tanto non credo che il governatore si prenderebbe la briga di andare a controllare personalmente ogni singolo atollo del pianeta.
Finiamo di cenare. Nel frattempo Ransome ha fatto portare un’ampia scelta di bevande alcoliche, per cui le malefatte di Kurtz lasciano il posto agli aneddoti divertenti.
Hai fatto l’Accademia di Carida?” mi chiede dopo un po’ il palestrato.
Annuisco.
Che corso?”
Ne sono molto fiero: sessantanove.”
Ma dai, allora dovresti conoscere un tale che ogni tanto passa di qui a fare del contrabbando. Quando di ubriaca dice sempre che ha fatto Carida e dovrebbe avere più o meno la tua età. Ha con sé un wookiee che non sta mai zitto.”
Vuoto la birra, ne prendo un’altra e chiedo: “Come si chiama questo tale?”
Han Solo.”
Mi sfugge una risata. “Ma certo che lo conosco. Il vecchio Han. Pensa che devo proprio a lui il fatto di essere diventato ufficiale.”
Ransome pare interessato. “Ti ha aiutato in qualche modo?”
No, faceva talmente schifo in tutte le materie che persino io al confronto sembravo un genio. L’hanno cacciato con ignominia.”
Il palestrato alza un sopracciglio, anche lui dà fondo alla sua bottiglia di birra. “Lui dice sempre che se n’è andato per salvare il wookiee,” butta lì.
Sorrido fra me e me: tipico di Solo inventarsi queste cazzate per fare il ganzo. “È una storia che ha messo in giro per darsi un tono. In realtà quando c’era l’ora di dewback gli istruttori parlavano alla bestia e non a lui, dicevano che capiva di più.”
Dopo queste sconcertanti rivelazioni intacchiamo la scorta di superalcolici e ci raccontiamo qualche altra cazzata, poi il capitano Ransome mi spiega come fare ad arrivare allo spazioporto di Galle e mi da il nome di un tizio al quale devo dire che mi manda lui se non voglio essere messo in lista d’attesa dietro le navette degli indigeni e i cargo di guano.
Io gli spiego che in quanto spedizione militare ci serviremo di un trasporto imperiale, che conto di ottenere con estrema facilità al solito tirando in ballo la priorità uno della missione. Quando sarò rientrato sulla Morte Nera dovrò poi ricordarmi di chiedere a Tarkin se la missione era veramente a priorità uno o no, a questo punto sono curioso di saperlo.
Comunque di’ che ti manda Ransome,” insiste Kyle, “a meno che tu non abbia intenzione di passare una settimana a fare surf su questo magnifico oceano.”
Mi volto verso la vetrata. Fuori è buio e si sente il rumore cupo delle onde che si infrangono sulla spiaggia. “Negativo,” gli rispondo, “l’unico liquido per il quale in questo momento provo un’insana attrazione è la birra che servono al bar del circolo ufficiali.”
Visto che a forza di cazzate si è fatto tardi, a questo punto mi alzo per andare a letto. La Du Bal è già in camera da un bel po’ e spero che stia dormendo il sonno dei giusti, così non mi romperà i coglioni. Saluto e mi incammino lungo i corridoi.
Ho fatto bene a bere, perché appena apro la porta della stanza mi accorgo di un’altra gradevolissima caratteristica dell’esimia docente: russa come un gamorreano ubriaco.
Grazie all’alcool previdentemente ingerito riesco con qualche sforzo ad addormentarmi lo stesso. Sogno di essere nel bel mezzo di una segheria di Endor.

   
 
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