Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: AlekHiwatari14    11/03/2017    1 recensioni
[Jelsa]
Crossover: Frozen/Le 5 leggende.
Elsa si ritrova di fronte a qualcosa di inspiegabile dove il paradosso e lo stupore ha la sua parte. Ha la febbre e i suoi poteri sono fuori controllo ritrovandosi catapultata nel mondo di Dreamworks dove si ritrova ad affrontare un'avventura straordinaria per ritornare a casa. Ed è proprio lì, in quel mondo sconosciuto, che incontrerà Jack Frost. L'iniziale amicizia con il ragazzo e le varie situazioni in cui si ritroveranno li spingeranno a scoprire un nuovo sentimento chiamato "Amore".
Buona lettura!
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Elsa, Nuovo personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1 



Quel giorno era semplicemente come tanti altri. Una giornata stancante e priva di senso, finchè non la incontrai.
L’inverno freddo non poteva mancare e, come al solito, mi ritrovavo a creare neve e tempeste a più non posso.
Dopotutto è il mio lavoro di guardiano. Me lo disse la luna quel famoso giorno che risale a non so quanti anni fa dove mi diede anche il mio nome, ovvero Jack Frost.
Ne avevo passate di cotte e di crude insieme ai miei compagni guardiani, ma non sapevo ancora che qualcosa di nuovo mi attendeva e mi avrebbe travolto nel vero senso della parola.
Comunque sia, mi ritrovavo a camminare nel bosco per andare nel luogo dove seppi chi ero. Dopotutto ci andavo ogni volta che avevo problemi o volevo star da solo a pensare e a ricordare. 
Non mi è mai piaciuta la vita monotona, ma da qualche anno andava sempre tutto così.
Quel giorno, durante il mio cammino, fui improvvisamente scaraventato per aria da un tornado di neve che arrivò inspiegabilmente, travolgendomi in pieno. Il che mi fu molto strano siccome sono l’unico a poterli creare… almeno era quel che credevo prima di quel momento.

Riuscii a reggermi ad un ramo di un albero con l’aiuto del mio bastone per non essere scaraventato ancora più lontano. Quella bufera sembrava non cessare mai, finché qualcosa mi lasciò sorpreso.
Non poteva essere uno scherzo della natura. No, era sicuramente qualcos'altro. 
Lo intuii dal fatto che dei piccoli pupazzi di neve camminavano lungo il sentiero dov’ero bloccato.
“Ma che diamine…?” 
Tentai di razionalizzare, ma non c’era altra spiegazione. C’era qualcun altro a possedere i miei stessi poteri e la curiosità di scoprirlo fu molto forte.
La tempesta sembrò placarsi ed io mi diressi nel luogo in cui provenivano quegli esserini.
Sentii tossire qualcuno, ma non vedevo nessuno, tranne neve. Ad un tratto, mentre camminavo, guardandomi a destra e a sinistra, per vedere chi fosse stato a tossire, notai qualcosa. Alcuni pupazzi di neve erano vicino al lago dove sono nato e ho avuto il mio contatto con la luna, ovvero il luogo in cui spesso mi ritrovo ad andare.
Lì, tra quella neve, intravidi una persona. Incominciai a guardarmi intorno, ma non c’era nulla. Solo lei e quei cosi di neve.
Mi accovacciai osservandola da vicino e notando qualcosa di strano. Non doveva essere del mio mondo. Aveva il taglio degli occhi diverso. Direi leggermente più grandi dei miei e di qualsiasi altra persona esistente in questo mondo.
Le spostai i capelli dalla faccia per osservarla meglio, ma lì mi accorsi che non stava bene.
Aveva la fronte che bruciava ed io non potevo lasciarla lì.

“C’è nessuno?” Incominciai ad urlare per vedere se fosse sola, ma era proprio come temevo. 
Quella fanciulla era rimasta lì da sola. Non comprendevo come ci fosse arrivata e non sapevo neanche chi fosse.
Senza pensarci un solo attimo, la presi tra le mie braccia per portarla nel covo di Babbo Natale, quando mi accorsi di qualcosa che avevo già sospettato e non pensavo fosse vero.
“Anna…” Ella sospirò, incominciando a tossire e starnutire.
Inspiegabilmente, due pupazzi di neve comparsero ai miei piedi e non poté non sorprendermi.
Com’era possibile che ci fosse qualcun altro simile a me? Con i miei stessi poteri? E per giunta era una ragazza. Possibile che la luna abbia voluto regalarmi una compagna?
Questi erano i pensieri che avvolgevano la mia mente. Inoltre, non potevo negarlo. Era davvero bella, anche se indifesa e senza controllo dei suoi poteri. Aveva quei capelli intrecciati e lunghi che sembravano spighe di grano, il volto paffutello e le labbra rosse. E poi, cosa più importante, non pesava neanche molto e riuscivo a tenerla bene tra le mie braccia.
Assurdo, vero?

Comunque sia, non ci pensai due volte a portarla nel covo di Babbo Natale e prendermi cura di lei.
Peccato che le mie ragioni non vennero comprese.
“Perché l’hai portata qui?” Mi domandò Babbo Natale vedendomi con la ragazza tra le mie braccia, seguito dal coniglio di pasqua che mi rimproverò:“Lo sai che gli umani non possono stare con noi.” 
Cercavano di farmi ragionare, ma non avevo alcuna intenzione di ascoltarli.
Sospirai profondamente e li sorpassai, mettendola sul divano vicino al camino, non curandomi di ciò che mi dicevano. Incominciai a fare degli impacchi d’acqua e metterle il ghiaccio sulla fronte cercando di farle scendere la febbre.
Non sapevo il motivo, ma il mio sesto senso mi diceva che se la febbre se ne fosse andata, anche i suoi poteri sarebbero stati facilmente controllati. Era strano, ma ero quasi guidato da qualcosa di inspiegabile e non riuscivo a capire neanche io i miei stessi gesti.

Passarono un paio di giorni e la presenza di quella fanciulla sembrava irritare i miei coinquilini. Non potevo neanche andare a creare neve che il coniglio di pasqua mi dava il tormento, proprio come accadde quel giorno.
“Per quanto ancora dovrà restare qui?”
“Ehi, coniglietto! Piantala! Non vedi che sta male?”
La difesi avvicinandomi a lei e mettendole il fazzoletto di stoffa ghiacciato sulla fronte.
Quell’idiota invece di darmi una mano a curarla e a farla riprendere, sembrava avercela a morte. Trovavo sempre le coperte per aria o i panni per mettere sulla fronte completamente asciutti e lontani da lei.
Non comprendevo il motivo, ma quel comportamento mi irritava molto.
“Jack, so che non sono affari miei, ma sono quasi due giorni che è qui. La sua famiglia la starà cercando.” Mi ricordò Babbo Natale.
Tsk…Che genio! Come se non lo sapessi.
Alzai il volto verso di lui dicendogli la verità della situazione: “Lo so, genio! Ma se non te ne fossi accorto, non trovo nulla su di lei e non riesco neanche a localizzare la famiglia, il che mi fa pensare ancora una volta che non è del nostro mondo.”
“Su, non dire scemenze!”
Incominciò a rispondermi. Lo sapevo che era assurdo, ma era la realtà. Non la conoscevo. Non sapevo nulla di lei e per quanto cercassi di vedere la sua localizzazione sullo schermo, non usciva il covo di Babbo Natale e quindi non esisteva, almeno nel nostro mondo.
Era un concetto assurdo da concepire anche per me, ma le cose stavano così.
Improvvisamente, la sentii lamentarsi. Mi voltai verso di lei e mi accorsi che si stava svegliando. 
Non ero ancora a conoscenza di ciò che stava accadendo, così come non sapevo che quegli occhi azzurri mi avrebbero catturato il cuore e l’anima.

Quell’incrocio di sguardi, dovuto al suo risveglio, mi spiazzò. Non comprendo ancora il motivo, ma era stupenda ai miei occhi, soprattutto perché sembrava spaventata e sconvolta nel vedere il mio volto.
“Dove mi trovo? Perché mi hai portata qui? E tu chi sei?” Iniziò a farmi mille domande e la cosa mi fece sorridere.
“Ehi, dolcezza. Calmati! Sei al sicuro.”
“Come osi chiamarmi dolcezza? Chi ti credi di essere?” Si irritò alzando il busto velocemente verso di me per dirmene quattro.
Che caratterino! Di sicuro con lei non si scherzava di certo. Incominciai a ridere e la presi per le spalle facendola rimanere stesa ancora un po’ per poi rassicurarla: “Calmati. Di certo alzarti così, non ti fa per niente bene. Inoltre essere spaventata ti fa perdere il controllo dei poteri. Dovresti saperlo.” 
Quella informazione sembrava lasciarla perplessa: “Come sai dei miei poteri?”
“Beh… sarebbe un po’ assurdo non saperlo visto che ti ho trovato tra la neve a formare bufere e pupazzi.” Continuai a dire.
Non comprendevo il motivo, ma quella tipa mi metteva un euforia assurda. Sapere che qualcun altro era come me era qualcosa di grandioso, ma sembrava che lei non se ne fosse ancora accorta dei miei occhi puntati su di lei.
“Com’è possibile? Io… non dovevo perdere il controllo. E… Anna? Oh no! Che penserà quando non mi troverà a casa.” 
La ragazza alzò nuovamente il busto mettendosi le mani in fronte. Era disperata e lo si percepiva bene.
Incuriosito dalle sue preoccupazioni, incominciai a domandarle: “Chi è Anna? Anche quando ti ho trovato non facevi altro che ripetere quel nome.”

In quel momento si voltò verso di me chiedendomi: “Cosa? Mi hai trovato tu?”
Annuii e mi presentai: “Molto piacere, io sono Jack Frost. E tu? Qual è il tuo nome?”
“Sono Elsa. Elsa di Arendelle.” Mi rispose con uno sguardo strano, quasi incuriosito. 
Non so cosa successe dentro di lei, ma sicuramente dentro di me qualcosa cambiò. Sentivo il cuore battere un po’ più velocemente e finalmente dare un senso a questa mia vita così monotona e noiosa. Avevo trovato qualcuno con cui parlare, con cui scherzare, ma soprattutto con cui giocare con la neve e poteva comprendere ciò che sentivo. Almeno era quello che stava crescendo dentro di me, ma non sapevo ciò che aveva nel suo cuore ed era una delle cose che avrei voluto scavare e comprendere.
Volevo sapere sempre di più di lei e di quella ragazza il cui nome era… Elsa di Arendelle.



   
 
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