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Autore: yozoranotenshi    11/03/2017    0 recensioni
criptogenètico agg. [comp. di cripto- e -genetico] (pl. m. -ci). – Di cui s’ignora la genesi, che ha origine sconosciuta.
Criptogenica. È così che si definisce Lea Moore, che ha appena completato la sua tesi di studi sulla genetica e i suoi vari campi d'applicazione. Oltre alla sua passione per le mutazioni, vi è un altro motivo per cui ha scelto di studiarle: lei, con i suoi occhi grigi, è una mutante.
Genere: Avventura, Guerra, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Charles Xavier/Professor X, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Era ormai passato un po' di tempo da quando avevo incontrato Charles nel solito bar, ma non ci era più ricapitato di incontrarci. Dovevo ammettere che la cosa mi dispiaceva un po', era raro trovare un altro mutante e soprattutto uno con i tuoi stessi poteri. 

Era sabato, ed un mio amico, John Wayne, mi aveva invitata per festeggiare la sua laurea a pieni voti ad una festa che avrebbe dato a casa sua, che aveva allestito a mo' di locale. Quando l'ho conosciuto il primo anno non avrei mai immaginato che potesse esserci così tanto talento in lui, ma ne vado fierissima. 

Dopo essere uscita dalla doccia ed aver avvolto un asciugamano intorno al mio corpo, mi recai nella mia camera per scegliere cosa indossare: scelsi un abito elegante con la parte superiore color mattone che si stringeva al punto vita per lasciar spazio ad una gonna nera fino al ginocchio e le mie fidatissime decoltè nere, dopodiché iniziai a prepararmi. 
Alle 20:00 ero finalmente pronta, il capelli castani chiari dal codice genetico MCR-1 ricadevano morbidi sulle spalle scoperte e mi apprezzavo particolarmente quella sera. 

Giunta alla festa, mi fiondai subito da John anche se tra tutta quella gente fu un po' difficile trovarlo. 

"Hei, John! Eccoti finalmente! Congratulazioni, sono davvero felicissima per te" gli comunicai, avvolgendolo in un abbraccio che lui ricambiò prontamente e con altrettanta energia "Grazie mille Lea, ti sono davvero grato per essere venuta" ci sorridemmo "vieni, ti offro qualcosa" disse, avviandosi verso il bancone mentre io ero intenta a seguirlo. 

"Allora, cosa prendi?" domandò "Quello che prendi tu, te ne intendi sicuramente più di me" risposi di rimando, ridendo "Dave, due whisky per favore" disse al barman che annuì, riempiendo due bicchieri di un liquido color caramello e porgendoli al neo-laureato, che a sua volta ne porse uno a me. Mandammo giù il drink parlando del più e del meno, io e John avevano un rapporto davvero bellissimo, non avevo mai letto nella sua mente ma sapevo tutto di lui, anche se, sebbene sapessi che potevo fidarmi di lui non gli avevo mai detto di essere una mutante. 

"Sei davvero bellissima stasera" sentii dire, ma non era la voce di John ne tantomeno una voce proveniente dall'esterno: ci misi un po' a capire chi fosse, ovviamente Charles. Era l'unico in grado di farlo. Iniziai a guardarmi intorno e John dovette notarlo poiché mi chiese "Lea, Lea, tutto bene? Mi sembri un po' strana.." in tono abbastanza preoccupato e la cosa mi fece ridestare da quella ricerca. "Certo, è che con tutte queste persone mi fa un po' male la testa, scusami, vado a prendere un po' d'aria" inventai al volo, allontanandomi senza dargli la possibilità di replicare. 

Uscii fuori, c'era un vento leggero e la luna illuminava tutto, possente. Adoravo le sfumature grigie che assumeva, perché sentivo che i miei occhi assomigliavano proprio a quelle sfumature. Al solo pensiero, li lasciai brillare proprio come se fossero uguali alla luna. 
Mi girai verso il balcone, cercando, tra tutta quella folla, Charles. L'avevo sentito ed ero sicura che fosse lui. Non sapevo perché avevo agito in quel modo nei confronti di John, ma volevo rivedere il telepate.  

Non vedendolo, iniziai a cercarlo con la mente, guizzando da una piccola comitiva all'altra e così poco dopo lo trovai, era intento a parlare con una ragazza e le stava spiegando brevemente come funzionassero le mutazioni, come aveva fatto con me. Devo ammettere che la cosa mi irritò leggermente. 

"Non ti facevo un tipo ripetitivo, Charles" gli comunicai telepaticamente e lo vidi, con una scusa, lasciare la ragazza e dirigersi verso la gente vagando con lo sguardo "acqua, sei ancora lontano da me" vidi un raggio di sfida nei suoi occhi e si diresse verso il bancone "ancora acqua" risi. Lo vidi portare le dita alle tempie e, così facendo, ci mise davvero poco a trovarmi, così si diresse fuori al terrazzo dove mi trovavo. 

"Non vale così, hai imbrogliato" gli dissi, con fare da finta offesa e sorrise, vittorioso "Ognuno fa quel che può, per giungere al traguardo" spiego facendomi sbuffare. 
"Allora, da quanto sei amico di John?" gli chiesi per trovare qualche discorso da affrontare "Non lo conosco, in realtà, ma nel tentativo di trovarti ho sbirciato un po' qua e un po' la, e ho scoperto che ci saresti stata tu" sorrisi a quella risposta, mi aveva fatta sentire speciale. "I tuoi occhi brillano così intensamente, dovresti vederli" solo un quel momento mi resi conto che stavo ancora lasciando i miei occhi liberi di brillare e subito li chiusi, per poi aprirli e farli essere semplicemente occhi umani. Charles sembrò triste di questa scelta, ma capì che era rischioso. "Non mi ero resa conto che stessero brillando, prima mi ero persa nei pensieri e li avevo lasciati liberi" se qualcuno mi avesse visto, sarebbe stato un gran bel problema. 

"Così, quella ragazza bionda sarebbe un mutante?" lo canzonai, divertita "Ognuno di noi lo è, alcuni semplicemente più di altri" cercò di non potermi far replicare, ed effettivamente ci riuscì, era in grado di dire le parole giuste, così semplicemente cambiai discorso "come mai volevi rivedermi?" domandai, poggiandomi con la schiena sul bordo del terrazzo e girandomi verso di lui, che si alzò e si spostò di fronte a me, avvicinandosi  "mi dovevi un'uscita, ricordi?" spiegò "sei molto sfacciato" gli sorrisi "lo so, ma nonostante ciò non ti infastidisce la mia presenza, quindi non importa" ancora una volta aveva sbirciato nella mia mente senza chiedermi il permesso, facendomi corrugare la fronte per la disapprovazione. 

Cercai, per ripicca, informazioni nella sua ma trovai così tanti ostacoli che alla fine dovetti rinunciare e lui mi sorrise, felice di esserci riuscito. 
"Non puoi sbirciare nella mia mente e poi impedirmi di farlo nella tua, così non è giusto" proclamai offesa, tanto che lui dovette cedere e farmi sbirciare un po': mi prese il volto tra le mani e mi fece posare la fronte sulla sua, subito si creò un contatto e riuscì a scorgere tante cose, tra cui una scena di quand'era piccolo: c'era lui e Raven, ma lei era tutta blu e coi capelli rossi 
"È bellissima" gli comunicai, ed ero sincera. 

Quando interruppe il contatto, un po' ne fui dispiaciuta, ma non lo feci vedere. Lui continuava a tenere le mani ai lati del mio viso, ma mi stava guardando meglio occhi e sapevo che in quel momento le sue difese erano così basse che non potevo fare a meno di vedere cosa stava pensando: cercai di farlo il più piano possibile ed evidentemente ci riuscii perché lui non cambio minimamente espressione così continuai finché mi sintonizzai con lui: era indeciso sul dirmi oppure no qualcosa, così uscì dalla sua testa e lasciai a lui questa decisione. 

Lui, semplicemente annullò il contatto tra di noi e si girò di spalle. "Devo partire" iniziò a parlare "per entrare a far parte di un gruppo speciale di mutanti della CIA per sventare l'inizio di una nuova guerra, quindi dovremmo rimandare la nostra uscita ancora una volta" restai zitta per un po', mi sembrava così strano quello che mi aveva appena detto. 

"Vengo con te". 
  
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