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Autore: Dioni    14/03/2017    1 recensioni
Giappone,sengoku jidai,mentre il paese del sol levante percorre il suo periodo più caotico,un giovane yokai vive la sua vita,inconsapevole che la sua esistenza sarà turbata dall'arrivo di un nuovo nemico,più forte e temibile di quanto lo siano stati i suoi nemici precedenti,ma in suo aiuto interverrà un umano molto particolare,proveniente da una terra lontana.
Tra intrighi e battaglie,personaggi famosi e luoghi dimenticati,una storia prende vita,una storia dove niente e quello che sembra e che alcuni segreti e meglio che rimangano tali.
Buona lettura.
(crossover Inuyasha/Assassin's Creed.)
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Sesshoumaru
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Quella stessa notte,al villaggio di Kaede.

Inuyasha,non riuscendo a prendere sonno quella notte era uscito a fare una passeggiata,aveva litigato per l'ennesima volta con Kagome,questa volta il motivo riguardava l'aver maltrattato il piccolo Shippo per l'ennesima volta.

A quante pare il cucciolo di Kitsune,impegnato com'era nei suoi allenamenti per diventare un esperto nell'arti delle volpi,aveva giocato un brutto scherzo ai danni dell'hanyou,si era finto in pericolo ai margini della foresta e Inuaysha essendo di buon cuore,ma anche credulone,ci era cascato come un povero fesso e quindi era stato intrappolato.

Era sato bloccato da una statua,una di quelle che Shippo aveva nel suo grande repertorio di giocattoli e oggetti vari che tra i kitsune erano tipici per scherzi,burle e occasionalmente come strumenti di difesa.

E l'hanyou si ricordava bene le grasse risate che la volpe si stava facendo e per tanto in quel momento si liberò dell'intralcio,dando un sonoro cazzotto dritto su quel bimbo dispettoso.

E come sempre Shippo disse dell'accaduto a Kagome,che Kagome litigò con il marito e che subito dopo lo mandò a cuccia,sbattendolo direttamente al suolo come un tappeto.

E dopo la solita quotidianità la serata contnuò senza altri battibecchi.

La notte illuminava lievemente il villaggio dando la sensazione di essere circondati da una luce pallida,vivida,presente,ma da laggiù sulla terra parevano all'hanyou fredde e distanti.

Un pò come Sesshomaru.

Già Sesshomaru,chissà che fine aveva fatto,da quando quel simpaticone,per modo dire,di suo fratello,era scomparso,diretto verso le terre della sua famiglia per via di un invito di qualche genere,Inuyasha non ci aveva capito molto,ma infondo quel blocco di ghiaccio di suo fratello era un tipo che se ne stava abbastanza per le sue,senza spiegare niente a nessuno.

L'hanyou aveva ormai rinunciato a capire cosa passasse per la testa dell'inuyoaki,però era comunque strano com'era accaduto il tutto,prima quell'attacco da parte dei briganti al villaggio vicino e subito dopo l'attacco al loro villaggio,come se il tutto fosse stato programmato fin dal principio.

Per non parlare di quella donna,quella donna i cui abiti avevano molto in comune con quello strano umano giunto da chissà dove,com'era apparso era svanito,giunse da solo nel villaggio e se n'è andò via insieme ad una donna,anche se aveva promesso di far ritorno...un giorno.

Ezio,che tipo strano.

E mentre l'hanyou si perdeva nei suoi pensieri,un odore a lui sconosciuto si fece sentire molto chiaramente,era odore di umano,di un umano che non conoscieva.

- Tu devi essere il giovane hanyou di nome Inuyasha giusto?

Una voce,una voce maschile venne udita dalle orecchie del ragazzo,alzò la testa verso uno dei tetti di una casetta sopra la sua testa e poi lo vide,una figura alta,snella,vestita con pantaloni,giacca,tabi e sandali bianchi e attorno alla testa un velo del medisimo colore che gli copriva il volto e il capo,ma la cosa che più saltava all'occhio erano le protezione metalliche poste sugli stinchi e sopra gli avambracci che risplendevano alla luce dell'astro notturno.

Inuyasha era rimasto senza parole nel vedere quell'uomo dall'aria tenebrosa e con la luna alle spalle,la sua immagine era quella di un essere misterioso,come quella di uno spettro,che comparso all'improvviso non si era fatto notare,se non per sua volontà.

Senza andare troppo per il sottile,il ragazzo estrasse la sua spada,Tessaiga,la leggendaria spada appertenuta ad Inutiasho e forgiata da una zanna del precedente proprietario,all'apparenza sembrava una vecchia spada arruginita in un fodero altrettanto rovinato dal tempo e dalle intemperie,ma quando la estrasse un enorme spadone dalla lama curva e dal peso decisamente maggiore per essere sollevata da una persona normale.

estratta l'arma la puntò senza troppe remore verso lo sconosciuto.

- E tu chi saresti dannato?

l'uomo non rispose,teneva le braccia incrociate poco sotto il petto e il suo sguardo,seppur presente e penetrante,era coperta da un ombra dando un aria ancora più sinistra alla sua immagine.

- Un ombra non ha nome,n'è volto,n'è identità...da tempo ormai il vostro villaggio e tenuto d'occhio da nemici a voi sconosciuti,mentre Sesshomaru veniva attaccato da un falso brigante,occhi nascosti e orecchie malintenzionate si nascondevano nell'ombra,ancora adesso ci sta osservando.

- Di che diavolo stai parlando?

- Seguimi.

Inuyasha non ebbe nemmeno il tempo di replicare che quello strano tipo gli era già sfuggito,lo aveva visto fare un singolo balzo per perderlo di vista,poi una brezza leggera,fredda e rapida gli passò vicino al collo e preso dall'istinto si girò di spalle per poi vedere quell'uomo dirigersi verso al foresta.

- Ma come diavolo ha fatto?

E nel vederlo andar via rimise la spada nel fodero e cominciò ad inseguirlo ,quel tipo si era intrufolato nel villaggio come se nulla fosse,per andarsene nella speranza di essere seguito? Inuyasha non capiva bene di cosa stesse parlando quel tipo,ma aveva la strana sensazione che quello sconosciuto avesse un che di sospetto...e non era per il fatto che era comparso di punto in bianco come se nulla fosse.

Il ragazzo dai bianchi capelli cominciò a correre,intenzionato com'era ad interrogare l'intruso non avrebbe permesso nulla al mondo di farselo sfuggire,eppure per quanto evitasse gli ostacoli come le poche casupole tra lui e il suo obbiettivo,o il melmoso terreno degli orti che la neve rendeva ancora umidi e fangosi che lui supereva con gran facilità,non riusciva a raggiungere quell'umano,che come il vento scattava in avanti senza sosta alcuna,a giudicare dalla velocità con cui si muoveva avrebbe osato dire che quasi si muoveva come uno yokai.

Ma l'odore che si lasciava dietro era chiaramente quello di un umano,chi fosse quello strano individuo non lo sapeva,ma l'avrebbe scoperto molto presto,lo vide raggiungere il limitare della foresta,per poi inoltrarsi sempre più tra gli alberi e la vegetazione a margine del bosco.

Inuyasha aumentò il passo più veloce che potè,ma faceva comunque fatica a stargli dietro e ora che anche lui aveva superato il limitare di quella grande area verde doveva vedersela con la vegetazione circostante,gli alberi di per se non costituivano un problema molto grande e nemmeno lo scarsa presenza di luce che ha malapena passava in mezzo alla vegetazione,le sue naturali capacità come hanyou gli permettevano di muoversi più che adeguatamente in spazi angusti o con una forte presenza di ostacoli,seppur non potendo usare la sua velocità al massimo e nemmeno la semi oscurità rappresentava un impiccio dato che poteva vedere perfettamente anche con la poca luminosità presente.

Il vero guaio era rappresentato dalla scomparsa di quell'uomo,sentiva benissimo il suo odore,ma non riusciva più a capire dove si trovasse,un attimo fa c'è l'aveva di fronte,mentre l'attimo dopo,appena lo sconosciuto era entrato in una chiazza d'ombra era letteralmente scomparso,Inuyasha seniva benissimo di aver superato il punto in cui l'intruso era scomparso,si guardò un attimo indietro e preso dalla frustrazione estrasse Tessaiga.

- Maledetto dove ti sei nascosto?

Imprecò l'hanyou mentre si guardava attorno,nella speranza di scorgere quello strano tipo prima che potesse scappare dalle sue grinfie.

E mentre Inuyasha dava in escandescenza l'uomo alla quale dava la caccia stava osservando la scena da tutt'altro punto di vista,nascosto su un albero e coperto dai rami scrutava attentamente l'ambiente attorno a lui.

E non era Inuyasha che stava cercando,dato il fatto che con tutto il rumore che faceva avrebbe potuto risvegliare l'intera foresta,persino il villaggio li vicino avrebbe potuto sentirlo urlare,ora che lo guardava in quel moemnto,si stava chiedendo come gli era venuto in mente di farsi inseguire da un tipo come quello.

Era un altro il suo obbiettivo...è l'aveva trovato più che chiaramente.

- Eccotti.

Disse tra se e se l'uomo in bianco e rapido come un fulmine cominciò a saltare di albero in albero,mettendosi all'inseguimento della sua vera preda.

Coperto dall'ombra,aiutato dalle tenebre,lui che la conosceva più di molti altri,lui che sapeva come sfruttarla a suo vantaggio,il suo mondo era il buio,il buio che per lui era casa,ma per la sua preda,ma per lei,lei che l'ombra la conosceva assai poco,molto meno di lui.

La vide inginocchiata su un robusto ramo,coperta dalle fronde degli alberi,mentre l'attenzione di quest'ultima era orientata verso al voce dell'hanyou che strillava a più non posso,che si distrasse pure,lui avrebbe fatto la sua mossa.

E l'avrebbe fatta nel modo più rapido possibile.

Saltò nuovamente verso il prossimo albero ma questa volta non avanzò,non in avanti,ma verso l'alto,sapeva di essere arrivato verso il punto più giusto per lui,più giusto per la sua occasione,non aveva bisogno di guardare in alto,quell'albero era dell'altezza giusta.

L'alto abete misurava almeno trenta metri ed era il più adatto per quello che avrebbe fatto presto,si mosse verso la punta del grande albero balzando rapidamente di ramo in ramo come un grillo che scappa dal gelo dell'inverno,saltava in punta di piedi,lesto nell'eseguire i suoi scatti ed infine raggiunse la cima da lui desiderata.

Si reggeva senza alcuno sforzo su quella spazio più che misero anche per una formica,ma per lui era come se avesse la larghezza di un cinta muraria,la sua figura si inalzava in alto,illuminata dalle stelle e dalla luna che aveva alle spalle,guardò in passo,in punto che lui seppe definire con assoluta chiarezza,unì i palmi delle mani e subito dopo con le dita cominciò a fare delle strane movenze,quasi esoteriche.

E appena ebbe finito con quella bizzarria fece la sua mossa.

Saltò,lanciandosi nel vuoto sotto di lui,con il corpo perfettamente in verticale,con la testa verso la terra e le gambe verso il cielo,nei suoi occhi osservava con attenzione il suo obbiettivo,nella folta vegetazione lui sapeva dove lei si nascondeva.

La sua velocità in caduta divenne sempre più forte,sempre più forte,fino a che non arrivò nel punto giusto dove poter iniziare il suo ingresso all'ospite indesiderato.

- Passaggio evanescente.

Queste parole furono pronunciate poco prima di incontrare i rami con la quale si stava andando a scontrare,ma invece di farsi male e fracassarsi le ossa,ci passò in mezzo come se nulla fosse,evitando il doversi spaccare tutte le osse che aveva in corpo.

Ma prima che potesse giungere nel punto da lui desiderato un sibilò improvviso giunse alle sue orecchie,istintivamente mosse una delle braccia a coprirsi il volto e ciò gli fu indispensabile per salvarsi la vita.

Uno dei parabracci aveva parato qualcosa provocando un suono metallico,era un kunai e lui vide chiaramente chi lo teneva in mano.

- Hana.

Già,era lei,la giovane ragazza al servizio di Akira,gli occhi e le orecchie del maestro templare,colei che scrutava l'orizzonte per ordine della croce vermiglia.

- E tu chi saresti?

Chiese con tono scontroso.

- Arrenditi immediatamente e non ti sarà fatto alcun male,perchè spiavi gli abitanti di questo villaggio?

- Se pensi che tradirò la fiducia del mio signore allora sappi che ti sbagli grosso,credi davvero che potrei fargli questo?

- Non'è tradimento se si volta le spalle a un mostro del genere.

- Sta zitto.

Hana decise di contrattaccare,facendo scivolare la lama della sua piccola arma contro la difesa del suo avversario,il colpo sembrava riuscito con successo e per tanto in men che non si dica puntò direttamente verso la gola dell'uomo.

Lui in tutta risposta reagì immediatamente e con l'altrò braccio bloccò il polso della mano armata e subito dopo proiettandola fuori dal ramo e facendola cadere verso il basso,ma anche lei non era da sottovalutare,si riprese velocemente e atterrò su un altro ramo per poi sfruttarre quest'ultimo per spostarsi verso un altro albero di fronte a quello precedente.

L'uomo guardò più in basso in direzione della ragazza e con sguardo freddo e risoluto si rivolse verso Hana.

- La tua via delle ombre e ancora agli esordi,vattene,prima di farti del male.

- E se non volessi farlo?

- Ingenua ragazzina,tu nell'ombra ti nascondi,io nell'ombra ci vivo.

Appena finì di parlare mosse una mano verso il basso per poi aprirla completamente e in un istante quella piccola area arborea che avevano attorno si riempì di una luce accecante,tanto forte quanto rapida nello sparire,la ragazza rimase accecata giusto un attimo,ma fu più che sufficente per perdere le traccia di quell'uomo.

Si guardò attorno,sopra,sotto,in tutte le direzioni possibile,riusciva solo a sentire il freddo che in quella notte d'inverno sembrava più gelida del solito,un vento leggero le spostò i capelli e lei istintivamente cercò di rimetterli a loro posto,ma a suo discapito un gelida sorpresa la prese contropiede,tra la sua mano e la sua capigliatura sentì con il palmo un oggetto sottile posato a lato del collo,di qualche centimetro sotto l'orecchio sinistro,aveva paura di quello che potesse essere in realtà.

- Fai un movimento sbagliato e ti reciderai l'arteria da sola.

- Come hai fatto?

- Ho molta più esperienza di te,ora stammi a sentire,non ho alcuna intenzione di ucciderti,ma ho bisogno che tu riferisca una cosa ad Akira.

- Quale cosa?

- Il diavolo di Iga...lui capirà...e adesso va.

In men che non si dica la presa sulla ragazza si annullò completamente,lasciandola libera di agire,occasione più che giotta per lei,si girò immediatamente dalla parte del straniero,armata anche lei di Kunai che aveva estratto da chissà dove.

Ma proprio quando era intenzionata a continuare il confronto non lo vide più,come se si fosse volatilizzato nel nulla,com'era possibile che fosse stata individuata? Lei che conosceva bene le arti dei ninja era stata scoperta con così tanta facilità?

Non era quello il momento per porsi certe domande,doveva far saper ad Akira ciò che gli era successo li,in quella foresta dove il suo maestro l'aveva mandata per spiare il villaggio li vicino,doveva muoversi e in fretta.

Una gelida ventata si mosse tra gli alberi e all'infuori di quello solo le urla di Inuyasha,che non era troppo distante da lei,ma una delle cose che le erano state insegnate era come dare l'illusione di far scomparire il proprio odore o come nascondere se stessa anche nelle zone più pericolose,nel caso dell'hanyou sapeva bene che sostanze come oli ed essenze naturali tipiche dell'ambiente circostante confondevano creature come Inuyasha oppure nel caso di quelle persone che facevano di cani come guardia personali,la sua lista di trucchi e imbrogli era ampia.

Ma lui era riuscito a scoprirla,lui era riuscito a stanarla e addirittura prenderla alla sprovvista,chi era quell'individuo? Di certo le sue abilità avevano dell'incredibile.

Ci avrebbe pensato in un altro momento.

Prese di nuovo a muoversi,questa volta diretta verso il castello di Akira,di ramo in ramo,di albero in albero,si stava lasciando dietro la sua missione e questo la fece sentire a disagio con se stessa,ma che altro poteva farci,infondo la sua copertura era saltata,il maestro doeveva essere avvisato.

Com'era arrivata così se ne andò,in silenzio.


Inuyasha non smetteva di inveire contro quel tipo,lo cercava con gli occhi,ma non lo vedeva,lo cercava col fiuto,ma non sentiva il suo odore,dovunque si girasse vedeva soltanto alberi e foglie,si girava da una parte e ancora niente,si girava dall'altra e anche li nulla.

- Ehi tizio strano,dove ti sei nascosto? Fatti vedere.

Urlava al vento nella speranza che quel tipo rispondesse,ma ancora nulla e perciò la sua pazienza si esaurì e senza troppi complimenti cominciò a tener pronti gli artigli,si era già stancato di dargli la caccia,anche se a dir la verità lui era sempre stato un tipo impaziente,pronto a menar le mani fin da subito e totalmente incapace di pensare a mente fredda,non pianificava,non studiava alcun tattica,semplicemnte avanzava a testa bassa.

Peccato che questo fosse un grandissimo difetto,non si accorgeva che la sua era una posizione di svantaggio,i suoi sensi da Hanyou gli potevano dare un vantaggio sul piano fisico,ma la scarsa pazienza,l'incapacità di aspettare e la sua arrabbiatura facile non gli consentivano di guardare il quadro generale della situazione.

- Esci allo scoperto e vedrò di non farti troppo male.

- Tranquillo,non me ne farai.

Al sentire una voce provenire dalle sue spalle non ci pensò due volte e si girò nell'atto di colpire il suo bersaglio,la mano era aperta,gli artigli pronti a squarciare la carne,l'attacco fu veloce.

Ma inutile.

Prese solo l'aria che gli stava dietro e quello straniero vestito di bianco non lo vide per niente,eppure lui sapeva benissimo di averlo sentito parlare,si guardò attorno e lo vide a qualche metro di distanza di fronte a lui,con le gambe unite e le braccia incrociate.

- Maledetto,affrontami se ne hai il coraggio.

- Tranquillo figlio di Inutaisho,non sono tuo nemico.

- E allora cosa sei?

- Chi io sia non ha importanza,ciò che n'è ha e ciò che ho da dirti,come ben sai tuo fratello e dovuto partire per le sue terre per un invito da lui ricevuto,quello che non sai e che tuo fratello in seguito a determinate circostanze si è confrontato con quest'ultimo,ma la sconfitta di Sesshomaru e stata più che netta.

Inuyasha sembrava sorpreso dalla cosa,Sesshomaru sconfitto? Certamente sapeva che quell'antipatico del suo fratellastro non era invincibile e che lui stesso lo aveva sconfitto un paio di volte usando Tessaiga,eppure gli sembrava strano che un altro yokai fosse riuscito a sconfiggerlo.

E se Sesshomaru era stato sconfitto,voleva dire una sola cosa,guai in vista e questo Inuyasha lo sentiva fin dentro le ossa.

- Sesshomaru ha perso? Contro chi?

- Contro l'uomo che vi ha fatto tenere sott'occhio per tutto questo tempo,la sua spia si fingeva un abitante del villaggio che tempo fa fu attaccato dai briganti,ma adesso l'ho fatta scappare e perciò adesso posso parlarti liberamente senza che altre orecchie ci sentano.

- Quindi mi hai fatto arrivare qui solo per parlarmi? Non potevi farlo al villaggio?

- Non saprei dire se ci sono altre spie ed era meglio che anche i tuoi amici fossero tenuti all'oscuro di tutto,almeno fino a domani così che tu possa riferglielo.

- Non potevi dircelo a tutti noi?

- Un gruppo di persone che si dirigono verso una foresta nel cuore della notte può far suscitare molti dubbi,una persona sola attira molta meno attenzione,ascoltami,presto o tardi Sesshomaru avrà bisogno del vostro aiuto,nuovi nemici si stagliano al di là di tenebre che nemmeno io posso penetrare senza correre troppi pericoli.

- Di che stai parlando?

- C'è qualcuno di gran lunga più pericoloso di Naraku e non oso immaginare quali piani stiano passando per la sua mente,lo yokai che ha sconfitto Sesshomaru possiede capacità fisiche e mentali che fanno sembrare Naraku un comune ladro di galline.

- Come fai a sapere di Naraku? E come fai a dire che Naraku era più debole di questo tizio.

- Credimi,so quel che dico,ora devo andare,ci rincontreremo.

- Aspet...

Inuyasha provò ad allungare una mano verso quello sconosciuto,ma nel tentativo di afferrarlo quest'ultimo compì un rapidissimo scatto verso una direzione non ben definita e l'hanyou si ritrovo da solo a stringere la gelida aria che quella notte soffiò senza alcuna pietà sotto le stelle lucenti.

Si guardò attorno ancora una volta,ma ora come ora anche lui capì quando era giunto il tempo di smetterla,era testardo e cocciuto,ma ormai si era accorto di come quell'uomo potè andarsene come era venuto.

Per tanto così decise di tornare a casa,dalla sua Kagome e alla relativa pace che da tempo vigeva sovrana in quel villaggio,ma chi era quello e come faceva a sapere di Naraku?

Che anche lui fosse come Ezio? Un assassino? Non n'è era sicuro,ma forse sarebbe stato meglio dormirci sopra,l'ora era tarda e il freddo non dava tregua a chi stava fuori casa,non che per lui fosse un problema,ma di certo lui preferiva ambienti più caldi e accoglienti di una gelida foresta coperta di neve e illuminata da luci fredde e distanti.


In quello stesso istante,nell'Hokkaido,ai confini con le terre dei Date.

Sotto il cielo stellato,un grande fuoco si accese nella notte,ma non era un fuoco amichevole e n'è tanto meglio accogliente.

Erano un feudo in preda alle fiamme.

Un devastante incendio si stava spargendo per le strade,mentre le case facevano da combustile per questo empio massacro,mentre gli uomini le donne e i bambini fuggivano in preda al terrore...e non era il fuoco la cosa che li spaventava di più.

E tra i ruderi in fiamme,le fondamenta consumate e il fumo denso e nero apparvero loro.

Loro,che da tempo immemore abitavano quelle terre prima ancora che la civiltà toccasse i luoro suoli sacri.

Loro,che si vestivano con le pelli animali e le antiche vesti riccamente decorate,che si armavano con il legno,la pietra e l'osso,materiali comuni,ma che se usati nel modo giusto sapevano essere letali.

Loro,che pregavano gli spiriti della natura,degli animali e degli antichi dei ormai dimenticati dalla religione comune,le cui preghiere erano portate con solenni offerte e sacrifici di carne e sangue...non sempre di origine animali.

Loro erano il popolo delle antiche tradizioni,delle vecchie usanze,del Giappone primordiale e selvaggio,orgoglioso e libero.

Loro,gli Ainu.

Un popolo primitivo,che ancora si batteva del proprio diritto di esistere,del diritto di essere ricordato e rispettato,ma nonostante queste richieste fossero così semplici,non vennero mai prese in considerazione.

Così dopo secoli di isolamento erano scesi dal nord,freddo e inospitale,per riprendersi ciò che gli apparteneva di diritto e con la rabbia più profonda nel cuore lo avrebbero fatto col sangue e la violenza.

Troppo a lungo avevano sopportato,troppo a lungo erano stati rintanati in un angolo del mondo gelido e scarso di prede.

Quella notte i guerrieri avrebbero fatto razzia,avrebbero ucciso e dissacrato i templi, i pochi sopravvissuti avrebbero ricordato quella notte con dolore indescrivibile.

Gli invasori assaltarono chiunque si trovassero sulla loro strada,uomini,donne,bambini,avrebbero pagato tutti il caro prezzo dell'invasione delle loro terre.

Ma ciò non doveva essere considerata come un aggressione violenta e disorganizzata,oh no,gli ainu sapevano bene come attaccare un insediamento ben difeso,le loro tradizioni avevano a che fare anche con l'arte del combattimento.

Lancie,randelli,ascie di pietra,coltelli in osso,giavellotti e piccoli archi da caccia erano le armi principali di cui facevano uso più spesso,armi semplici e facili da utilizzare,usati principalmente per la caccia o la difesa personale ora venivabo usati per compiere il massacro di un interà comunità.

I soldati a difesa del luogo combattereno come meglio potevano,ma gli attacanti sapevano bene il fatto loro,colpivano con velocità e ferocia tali da farli sembrare delle belve.

Ad ogni gola recisa,ad ogni vittima infilzata,ad ogni testa spaccata era un invasore in meno nelle loro terre,ogni uomo ucciso era un soldato in meno,ogni donna uccisa era un assicurazione in più di non procreare altri invasori,ma quel che era peggio era che nemmeno i bambini venivano risparmiati.

Poco importava l'eta,la maggiorparte di loro fuggiva e tentava di salvarsi da quella che hai loro occhi era un incubo ad occhi aperti,molti furono trafitti dalle freccie che volavano per mano degli arcieri posizionati fuori dal villaggio,altri venivano colpiti da uno dei tanti combattenti del popolo del nord,che nella furia dello scontro colpivano senza remore chiunque non appartenesse alla loro fazione.

Le case bruciavano,le persone morivano e persino il castello veniva distrutto senza alcuna pietà.

Quello che avrebbe dovuto essere l'edificio più resistente nei dintorni si ridusse alla fine ad un cumulo di macerie senza più alcun valore,dei grandi edifici del signorotto locale non soppravvise nulla,tutto prese fuoco,dal ninnolo più insignificante alle stanze personali del feudatario venne dato tutto alle fiamme e se ciò non bastava veniva distrutto con la forza.

Le opere d'arte,le sete più pregiate,la porcellana più raffinata e persino l'oro e gli oggetti più preziosi non vennero mai considerati come un bottino degno di quel massacro,per loro erano solo stupide cianfrusaglie e nullità senza valore,non avevano importanza,non li,non per loro,non importava quanto una persona potesse disporre,se eri debole la natura te lo avrebbe portato via.

Questo era il pensiero degli Ainu,una natura avversa farà di tutto per ucciderti,ma imparare a sopravvivere,temendo e rispettando questa verità ti avrebbe reso forte,resistenze e meritevole di vivere in mezzo a quel mondo così pericoloso,quel mondo dove gli spiriti della foresta,della terra e del gelo era rispettati e venerati come protettori di quella gente.

Quello era il loro mondo è nessuno glielo avrebbe portato via.

Le loro zone di caccia erano li,i loro suoli sacri erano li,le loro foreste,i loro fiumi,le loro praterie erano li.

Ed era giunto il tempo di riprenderseli.

Dopo diverse ore,alla fine,tutto cessò.

Non vi era più urla da sentire nel cuore della cupa tenebra,niente uomini che imbracciavano le spade per difendere le loro case,niente madri,che stringendo al petto i figli fuggivano,nella speranza di una qualche salvezza che non arrivò mai.

Ma nonostante la vittoria,non vi furono grida di gioia,non vi furono euforiche risate di raccapricciante divertimento,loro non erano briganti,erano guerrieri e come tali avevano compiuto il loro dovere verso il loro popolo,verso la loro gente,verso i loro dei e i loro antenati.

Il bottino di quella notte sarebbero stati le abbondanti risorse alimentari e l'abbattimento di tutte le riproduzioni,statue o dipinti che fossero,di tutte le divinità,le reliquie e i simboli religiosi di natura shintoista o buddista che fossero sopravvissute,solo gli spiriti e gli antichi dei sarebbero stati venerati,non c'era posto per altre religioni all'infuori della loro.

E tra le abitazioni che bruciavano e il fumo che saliva un solo suono si fece sentire,lassù,proveniente dal cielo.

Il gracchiare di un corvo,seguito subito da un grosso tonfo contro il terreno.

Qualcosa era sceso da lassù e sembrava più che vivo.

Aveva l'aspetto di un figura quasi umanoide,era alta e magra,tutta coperta da un piumaggio nero,aveva le gambe strette con vistose zampe di uccello al posto dei piedi,due lunghe braccia con mani simili a quelle umane con lunghi artigli neri e grandi ali posizionate dietro le scapole che scendevano dietro il corpo come a formare un lungo mantello.

Ma la cosa più appariscente era la grande testa dell'essere,uguale a quella di un corvo,un lungo becco nero e due occhi bianchi con piccole pupille nere.

Ad accompagnare il suo sorprendente aspetto vi era presente anche un vestiario tutt'altro che semplice,indossava una veste stretta,fatta con pelli animali che andava dalle spalle al bacino,con una larga ed inquietante collana fatta con ossa e ossicine di dubbia provenienza e nella mano destra un bastone,lungo,dall'aspetto marcio e con dei viticci tutti attorno che in arrivando in cima teneva ferma una macabra decorazione,un teschio umano consumato ormai dal tempo.

A vedere quell'essere tutti gli umani che gli stavano attorno fecero cadere le armi e sommessamente si inginocchiarono allungando le mani al gelido terreno e con la fronte rivolta verso il basso,quasi nessuno osasse guardarlo negli occhi.

- Alzatevi.

Disse l'oscura creatura alzando la mano libera come in segno di preghiera.

I guerrieri udirono attentamente quella timbro di voce quasi umano e si alzarono,pur mantenendo lo sguardo basso e tenendo le armi al suolo,non uno di loro osava parlare,emettere un sospsiro ho anche emettere un soffio involontario in presenza del bizzarro corvo.

Lo strano essere cominciò a camminare di fronte a lui con passo lento e ben cadenzato mentre ad ogni passo poggiava il bastone,come un sacerdote che trascina il suo bastone,si guardava attorno e tutto ciò che vedeva era la distruzione che gli si parava attorno.

Il fuoco,i corpi e il sangue era li a circondarlo con la loro presenza,ma lui avanzava tranquillo,in silenzio e senza alcuna emozione,il becco chiuso e gli occhi quasi trasparenti che vagavano tutto attorno ad osservare il violento spettacolo che quegli uomini avevano provocato.

Guardò poi loro,nei loro occhi,occhi pieni di timore e paura,lui lo sapeva perchè tenevano lo sguardo verso il terreno e sempre per questo motivo si rivolse a loro con tono misurato.

- E giusto avere timore,timore per lo scempio compiuto,timore della violenza che voi stessi avete scatenato,timore per le vostre anime,ma io vi dico che non dovete aver paura,no,voi che seguite l'antica via,voi,seguaci di Otsune e del suo nuovo regno,poichè il sangue e parte integrante della vita e della morte,parte integrante della natura stessa,accettate questa verità,poichè il sacrificio che avete compiuto stanotte è sacro è fidatevi quando vi dico,che il loro sangue non è stato versato invano.

Finito di parlare il corvo cambiò la posizione della mano libera portandola da un segno di benidizione ad una con il palmo rivolto verso l'alto,come a tener in mano qualcosa e subito dopo fece comprendere il motivo di tale gesto.

All'inizio non sembrò succedere nulla,poi tutto ad un tratto da uno dei corpi li vicino,quello di una donna,una strana strisca rossa uscì pian piano dal suolo,esattamente da dove si era depositato il sangue di quella vittima si alzò una sottile linea vermiglia che poi facendosi sempre più lunga si avviò lentamente verso la mano della creatura.

E dopo quella altre ne comparvero,uscirono tutte da pozze di quella linfa vitale ormai caduta all'esterno dei loro proprietari e tutte si diressero verso di lui,che nel giro di poco tempo da un piccolo grumo si formò una grossa sfera vermiglia che fluttuava poco sopra il nero palmo senza mai sfiorarlo,senza sporcarlo,nemmeno come una goccia.

Sembrava una palla,una macabra palla fatta con ciò che fino a poco fa scaldava e teneva in vita i corpi di quegli innocenti,donne,uomini e bambini,non solo erano stati uccisi senza alcuna pietà,ma nemmeno dopo la loro violenta dipartita erano stati risparmiati,non c'era alcun rispetto in quella cosa che stava facendo ai loro corpi,quasi non avesse alcuna considerazione della lororecente scomparsa.

- Ammirate,sapete cos'è questa? Questa è la vita,la stessa vita che vi hanno strappato,questa è la vita che vi hanno rubato,questa è la vita dei vostri padri,madri,fratelli,sorelle e di tutti coloro che vi hanno portato via,questa è la loro vita,ora...la dono voi.

All'improvviso la sfera esplose con una potenza tale da imbrattare tutti coloro che si trovavano attorno alla creatura,vennero macchiati come se in quel sangue ci avessero fatto un bagno e il corvo era quello più bagnato di tutti.

Le sue piume da nere vennero investite dall'esplosione,sporcandolo completamente da capo ai piedi,nemmeno il bastone venne risparmiato dando al teschio in cima un aspetto decisamente più macabro di quello precedente.

- RICORDATE QUESTA NOTTE,SIETE AINU,SIETE IL PRIMO POPOLO DI QUESTE TERRE E FARETE RICORDARE A TUTTI COLORO CHE OSANO INVADERCI,CHE SIANO UMANI,YOKAI E CHIUNQUE ALTRO OSI ATTACCARVI,CHE VOI RESISTERE,COMBATTERETE E FARETE RICORDARE A LORO COSA VUOL DIRE A VERE A CHE FARE CON LA NOSTRA MAGIA,PRESTO TORNERANNO A TEMERE GLI ANTICHI RITUALI CHE ABBIAMO PROMESSO DI NON USARE MAI PIU, VOI LO SAPETE BENE, ESISTONO COSE BEN PEGGIORI DELLA MORTE.

Gli antichi rituali,le pratiche sciamaniche che un tempo facevano parte della religione degli Ainu e che in seguito vennero bandite perchè ritenute troppo cruente,troppo brutali,troppo maligne.

C'erà un buon motivo se erano state bandite.

Quella notte fu la più importante da secoli di reclusione nelle fredde lande dell'Hokkaido e consapevoli di questa cosa,Un urlo generale invase tutti coloro che presero d'assalto quel luogo,fino a qualche ora fa prospero e fiorente,mentre ora distrutto dalla rabbia e da una sete di vendetta ben radicata in un popolo le cui radici affondavano in quel paese dalla notte dei tempi.


Ma mentre loro gli assaltatori festeggiarono l'evento,in lontananza,in mezzo agli alberi,un ragazzo dalla chioma nera e dagli occhi blu osservò inorridito lo spettacolo che si era appena concluso.

Indossava un pettorale nero accompagnato da spalline,parabraccia,una fascia attorno alla vita e parastinchi,tutto rigorosamente in pelliccia di lupo marrone.

Non era la prima volta che vedeva un villaggio umano devastato da una rapida incursione,lui stesso in passato aveva mandato i lupi del suo clan all'attacco di qualche centro abitativo,ma questa volta era stato diverso,il modo in cui quel saccheggio era stato eseguito con una brutalità quasi animalesca,con una rabbia così grande che alcune delle vittime,all'inizio dell'attacco era morte all'interno degli edifici in fiamme,nemmeno le donne in cinta furono risparmiate.

Il ragazzo pensò tra se e se.

- Dannato corvaccio,hai spinto gli umani ad attaccare i loro stessi simili più a sud,la mia Ayame aveva ragione,quella dannata Otsune intende riunire gli ainu e le tribù degli yokai del nord in un unico popolo,se ciò fosse vero nemmeno gli yoro si salveranno da questa persecuzione,devo fare qualcosa,ma per ora,non posso far nulla.

E fu così che lui,Koga,il nuovo capoclan delle due tribù degli yoro dell'est e del nord,tornò a combattere contro un nuovo nemico e questa volta a differenza di Naraku,ora doveva combattere contro un intera civiltà.

Per il momento non poté far altro che ritirarsi,ma presto o tardi sarebbe dovuto scendere in guerra,questa volta per la salvezza di tutti i lupi sotto la sua guida e quella della sua giovane moglie.

Quella notte,fu l'inizio di una serie di eventi che portò vecchi alleati a riunirsi ancora una volta contro un nemico comune.
  
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