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Autore: Feili2PM    14/03/2017    2 recensioni
Se potessi creare io la mia vita, il mio mondo e la mia realtà, non sarebbe sicuramente così.
Ci sarebbero avventure, persone meravigliose con ottimi valori e morali, ci sarebbe una storia d’amore seria, amici onesti e fedeli, un mondo perfetto.
Riposi il bicchiere vuoto e andai in camera mia, raccogliendo dalla scrivania l’ultimo libro della saga che avevo appena concluso. Un’altra di quelle che raccontava di mondi avventurosi dove la protagonista è sempre qualcuno di speciale… d’importante.
Mentre io vivevo una vita comune, senza molti colpi di scena.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kairi, Nuovo personaggio, Riku, Sora, Vanitas
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Capitolo 1: L’anima dei libri 

La prima cosa che mi parve di riconoscere era l’erba fresca sul palmo delle mani, rovesciate verso il basso, la brezza leggera che carezzava i capelli, e il forte odore di fiori di campo. Non ero sicura di voler aprire gli occhi, tuttavia, con estrema lentezza decisi li aprii e misi a fuoco quello che mi trovavo davanti.
Inizialmente non ci credetti, pensai a un sogno, un bellissimo sogno che mi dava la convinzione di essere sveglia, oppure a una mia immaginazione molto realistica. Pensai anche di avere una particolare forma di pazzia che mi si mostrava attraverso allucinazioni, perché davanti a me non c’era più la stanza rossa dove mi trovavo qualche istante prima, ma il cielo azzurro, limpido e pulito che bruciava gli occhi e un prato verde ricoperto di fiori dai colori pallidi che a migliaia decoravano quella distesa monocolore.
Il terreno sotto di me era leggermente bagnato come se fosse umido dalla rugiada del mattino e più in là scorgevo la figura di una casa, circondata da una staccionata di legno così bassa, che al massimo mi sarebbe arrivata alle ginocchia.
Mi alzai in piedi e mi accorsi di essere a piedi nudi sull’erba fresca e morbida.
Non sapevo dove fossi e cosa fare, decisi che l’idea più intelligente era quella di andare verso la casetta e, se avrei trovato qualcuno, chiedere aiuto.
Incominciai la mia camminate e più mi avvicinavo, più mi accorgevo dei numerosi dettagli della casetta. Come per esempio, il rampicante che saliva fino al tetto rossastro lungo tutto il lato sinistro della casa, oppure del lieve e lento fumo che usciva dal camino. Sembrava una casetta delle fiabe.
Scavalcai la staccionata e mi diressi verso la porta, sperando di trovare qualcuno al suo interno ma quando mi accinsi a bussare, la porta si aprì con uno scatto.
Mi trovai davanti a un ragazzo favoloso, uno di quelli che ho sempre e solo viso e immaginato nei miei libri. I capelli lunghi circondavano il viso spigoloso e maschile e al mento mostrava un accenno di barba. Gli occhi verdi mi guardarono incuriositi –ti ho visto scavalcare- disse appoggiandosi alla porta –hai intenzione di entrare?-
Mi parlava come se mi conoscesse da una vita, fece qualche passo indietro e spalancò la porta per farmi entrare, ma io restai immobile alla porta.
-allora?- insistette lui con una punta di fastidio.
Senza farmelo ripetere una terza volta, obbedii e poi parlai –tu…-
Il ragazzo accennò a un sorriso beffardo –non c’è bisogno che fai quella faccia. Ti stavo aspettando, Feili-
-ma come sai il mio nome?- chiesi sorpresa.
Era bello, era misterioso e mi conosceva mentre io no, perché se l’avessi già visto non mi sarei mai dimenticata di una bellezza simile.
Il ragazzo sorrise, come se mi avessi letto nel pensiero. Chiuse a chiave la porta di casa e mi fece cenno di seguirlo in salotto –vuoi da bere?- mi chiese mentre mi indicava una poltrona bordò dove sedermi nell’attesa. Mi guardai un po’ attorno, notando come stranamente tutta la casa fosse costruita e arredata principalmente in legno, chiaro o scuro.
Il salotto mi riportò al vago ricordo di quei salottini delle baite in montagna con due poltrone, un caminetto tra di esse e un grande tappeto lavorato. Pochi mobili di legno intorno, i tipici che si vedono nelle locandine delle vacanze da sogno. La stanza era però illuminata da un grandissimo lampadario a soffitto di vetro e in rame dall’aspetto un po’ vecchio.
Guardai tranquilla in attesa che tornasse, pensando a come fuggire nel caso fosse un pazzo assassino. Subito il mio sguardo andò sull’attizzatoio mettendolo alla prima lista di oggetti possibilmente contundenti in caso di aggressione.
Il moro misterioso entrò con due bicchieri da vino pieni. Me ne offrì uno e poi si sedette sulla poltrona difronte a me.
-mi hai chiesto come faccio a conoscerti? Io so tutto di te- prese il bicchiere e con sguardo perso guardò il liquido ondeggiare nel calice -so i tuoi segreti più nascosti e più desiderati. So quello che pensi della tua vita, dei tuoi amici e del tuo ragazzo…per il quale non posso che darti ragione- bevve dal suo bicchiere e poi continuò –non mi hai mai visto ma io ho sempre seguito te-
-sei uno stalker?- buttai lì, ma il ragazzo sembrò non cogliere la battuta. Imbarazzata, bevvi un sorso. Il liquido fresco passò per la gola dandomi un senso di sazietà –almeno ce l’hai un nome?-
Lui mi guardò pigramente prima di rispondere –sono stato chiamato con tanti nomi, in tante lingue diverse. Ma se preferisci darmi un nome…credo che Anima andrà bene- poi continuò come se il mio unico ruolo in quella stanza fosse di stare in silenzio ed ascoltare -sono colui o ciò che può salvare la tua felicità se tu lo volessi. Qui ci troviamo in un luogo di passaggio, se camminassi oltre alla casetta e il campo di fiori, non troveresti nulla se non pagine bianche. È un luogo d’incrocio tra la realtà e il tuo mondo, non puoi restare qui per molto o cadresti nel limbo.
Io posso generare per te il mondo che desideri in base alle tue richieste. Non potrai scegliere tutto però, potrai darmi solo le basi per stendere la tua storia. Dopodiché non potrai più cambiare. Se rischierai di morire in questo mondo, non morirai nella vita reale ma non potrai più farvi ritorno e sul libro appariranno le ultime righe della storia prima di terminarsi per sempre-
Allungai una mano per interromperlo sorpresa –aspetta! Vuoi dirmi che sono dentro al libro della strana vecchietta?-
Anima sorrise –quell’anziana strega ha portato qui tantissimi uomini e donne alla ricerca di una vita diversa da quella che conducevano. C’è chi mi chiedeva una vita nell’oro, chi nell’amore totale, chi voleva navigare per i mari dei pirati. Pochi sono riusciti a sorprendermi con le loro richieste-
-quindi tu mi stai dicendo che sei una sorta di anima del libro?- ripetei incredula. Anima alzò un sopracciglio,  –ovviamente io sono l’anima del libro che da forma alla trama della storia della persona che si mostra davanti a me- detto questo, posò sul tavolino il bicchiere e si alzò –percui, dimmi ciò che desideri-
Tenni gli occhi puntati sul calice che aveva appena posato, cercando di assorbire ciò che aveva detto .
-mi hai detto che posso scegliere quello che voglio, ma solo le basi per stendere la storia. Come delle linee guida, giusto?-
-personalmente consiglio sempre mai più di tre, in modo da rendere le tue future scelte più spontanee e non dettate da un destino già scritto. Comunque sia, sostanzialmente è come hai detto: puoi scegliere ciò che vuoi-
Anima mi guardava con una certa impazienza, ma io non era ancora pronta a scegliere, avevo ancora troppo domande in testa.
-hai detto che se dovessi morire nel libro, in realtà non morirei quindi vuol dire che tornerei alla mia vita?- Anima annuì, convinto che quel gesto bastasse come risposta –questo vuole dire che se il libro non finirà a meno che non muoia?-
-la tua storia continuerà almeno finchè tutte le linee base non verranno esaudite. Potrebbero volerci due giorni, come vent’anni, tutto sta a te e alle scelte che prenderai-
-e poi finirà tutto?- chiesi delusa –ma se non volessi tornare più indietro? Se trovassi qualcosa per cui varrebbe la pena restare?-
Anima irrigidì la mascella –questo è un regalo, un dono che ti è stato concesso! Come osi ribattere a ciò che è stato deciso secoli fa, quando ancora la scrittura non era che un piccolo neonato tra le mani dell’uomo?-
-ma io veramente…-
-Queste sono le regole. Restare troppo tempo nella tua storia diventerebbe dannoso e corromperebbe il mondo creato! Nulla esce e nulla rimane troppo a lungo in ciò che creo per voi uomini. Perciò, una volta che anche l’ultima linea guida si avvererà, tu tornerai nel tuo mondo e la storia terminerà- concluse con un tono molto più calmo, sempre in piedi davanti a me e le mani dietro la schiena. Solo in quel momento notai come i suoi lineamenti giovanili in realtà sembravano racchiudere l’esperienza e la fatica di secoli di vita.
Un senso di tristezza per la figura difronte e a me mi pervase. Lo fissai qualche istante con attenzione, pensando a quanto faticoso e pesante poteva essere il suo destino.
-devo solo darti delle linee guida?- chiesi nuovamente.
–puoi scriverle se vuoi- dal nulla comparirono un foglio dall’aria molto antica e una piuma già carica d’inchiostro. La presi e la puntai sul foglio.
Cos’era quello che desideravo di più al mondo?
Amore: essere amata profondamente, sinceramente, con passione e desiderio e ovviamente ricambiare con la stessa intensità. Volevo l’amore delle storie avventurose, quello per cui si combatte e si vince, quello per cui ci si sacrifica senza paura ed esitazioni. Quell’amore che nella vita reale non esisteva, o che non avrei mai trovato.
Lo scrissi, descrivendo per filo e per segno il tipo di amore che volevo, lanciando ogni tanto qualche occhiata ad Anima che stava guardando fuori dalla finestra assorto nei suoi pensieri. Sembrava che quel tipo di attesa gli fosse familiare e anche restare davanti alla finestra del salotto a guardare il prato fiorito.
Avventura: che la piattezza della vita si trasformasse di un’avventura senza limiti, viaggi in luoghi non convenzionali o immaginari, popolati da gente con usanze diverse. Ci sarebbe stata una missione, un motivo del perché si viaggiava per quei luoghi: qualcosa da cercare o qualcuno da salvare.
Magia: la mia storia doveva essere carica di quella che mi aveva sempre accompagnato e sostenuto in tutti questi anni. La magia avrebbe dovuto impregnarsi addirittura dentro alle pagine, dentro ai cuori delle persone, degli eroi, dei nemici. Sì, era la magia che volevo come terza scelta.
Rilessi attentamente le mie scelte poi alzai la testa dal foglio, notando che Anima mi stava guardando con attenzione –ho fatto-
Senza neanche darci un’occhiata, Anima prese il foglio e lo strinse nella mano –molto bene. Allora seguimi- Si alzò in piedi e aspettò che lo seguissi, salimmo sulla stretta scaletta di legno e una volta al piano di sopra, mi guidò verso una porticina di legno di ciliegio. Afferrò il pomello scuro e lo girò: -sei pronta?-
Non risposi ma deglutii a vuoto, restando un po’ scettica. Come poteva con così pochi suggerimenti creare addirittura un mondo?
Alzai gli occhi verso di lui –sarò felice?-chiesi preoccupata. Anima s’addolcì. Con delicatezza strinse il mio braccio destro e mi sorrise –sarà felice-
Con queste ultime parole, Anima aprì la porta e mi spinse al suo interno.
   
 
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