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Autore: damaristich    05/06/2009    16 recensioni
New moon. edward ha lasciato bella, eppure non è andato via.. lei è nella sua stanza "La testa urtò violentemente contro il pavimento in uno spasmo mentre la crisi raggiungeva picchi considerevoli [...]cominciai a raschiare con le unghie il pavimento.. stranamente l'asse venne via con facilità......" buona lettura!
Genere: Romantico, Malinconico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questo capitolo è dedicato a Mel ! Miss bua al pollicione:D cosi avrà qualcosa da fare in convalescenza!

 

Bella PoV

< Basta piangere Bella .> Non mi ero accorta che le lacrime nonostante la grande gioia, continuassero a gocciolare via dai miei occhi. Ma forse era proprio quella magnifica sensazione di pace a far si che non smettessi di piangere: il mio cuore non riusciva a contenerla. La voce di Edward era dolce e pecata, con le dita gelide mi tolse le ultime gocce scintillanti dalle guance sorridendo. Sembrava tranquillo nonostante le terribili rivelazioni delle ultime ore. Mi accarezzava guardandomi rapito, come se fossi qualcosa di prezioso e magnifico, un dono, era cosi che mi vedeva. Eppure non sentivo di esserlo, nonostante il nostro amore, ero io a dovergli essere grata perchè si accontentava di una fragile e imperfetta umana quel'ero.

< Piccola, mi ascolti? > Mi riscossi dai miei pensieri arrossendo.

< scusa ero.. distratta > affogando tra i tuoi occhi d'ambra, ma non lo dissi. Lui sorrise dolcissimo, aveva capito perfettamente cosa, o meglio, chi mi aveva distratta mandando in tilt il mio sistema nervoso già di per sè provato.

< Ti avevo chiesto se eri stanca, forse vuoi dormire un pò.. > mi accarezzò le occhiaie lievemente < gli ultimi giorni ti hanno provata molto, hai bisogno di pace > Scossi il volto.

< Edward, non voglio dormire > non ero stanca, o almeno mi imponevo di non esserlo. Mi diede un gentile bacio sulla guancia.

< ma Bella, ne hai bisogno > Sbuffai e un senso di angoscia mi pervase il cuore.

< Edward voglio stare con te, non voglio dormire, mi sei mancato troppo, non voglio sprecare tempo.. tu.. tu vuoi andare via? > Ecco perchè sentivo ansia, avevo come la sensazione che si volesse allontanare da me dopo ciò che gli avevo detto. Probabilmente il mio viso era uno specchio aperto su cui apparivano chiaramente le mie emozioni perchè lui si affrettò a parlare nervoso.

< Bella, amore, se fosse per me starei ogni momento della mia vita con te! I miei unici bisogni sono, beh.. > si soffermò a riflettere < il bisogno è uno, sei tu... > Poggiai le mani sul suo petto per sentirlo più vicino a me ispirando tranquillità. Non dovevo agitarmi cosi per niente. Non mi avrebbe più lasciata, me ne dovevo fare una gioiosa ragione!

< ok, Edward... >

< dimmi >

< ti devo chiedere un favore > La sua espressione si fece attenta.

< che succede? Puoi chiedermi tutto ciò che vuoi > Chinai il capo, non volevo sembrare debole ma non ce la facevo più.

< Edward puoi farmi la fasciatura, m..mi fanno male le costole > Più che semplice male, era un dolore lancinante che mi toglieva quasi il fiato, però non volevo che lui si preoccupasse, apprensivo com'era. Ovviamente lo fece. Le sue mani scattarono repentine verso la cassetta medica e mi ritrovai in un attimo a osservare il soffitto della stanza. Ero sdraiata a terra su una pila di morbide coperte, d'altrondo il letto era distrutto. Ma come aveva fatto a fare cosi veloce? Ero scioccata, non mi ero resa conto di nulla!

< Bella perdonami, mi era sfuggito, sono un idiota, come ho fatto a non pensarci? > Armeggiava con delle fasce bianche mugugnando a raffica. Sghignazzai.

< Edward non fa niente davvero... > Lui sbuffò squotendo il capo.

< tu stai male e io non ci penso... > Si era rabbuiato. Scoppiai a ridere e lui alzò il capo fino a guardarmi interdetto. Poi si illuminò.

< stai ridendo? > Aveva lo sguardo a metà tra lo scioccato e l'estasiato, io cercavo di smettere di ridere ma il suo modo di fare mescolato alla gioia provocata dal fatto che mi aveva accettata nonostante tutto, erano esplosi in me così, impetuosi come una valanga, in una fragorosa risata le cui ripercussioni sul mio viso ancora non cessavano.

< s.. si rido, sei buffo quando ti preoccupi così tanto per me! > Sul suo viso si spalancò un grosso sorriso, e Edward divenne abbagliante come il sole, pareva splendere di luce propria in quella stanza praticamente sconosciuta.

< Edward > tentennai < che succede? sei felice? > La mia voce uscì perplessa.

< si amore mio lo sono > esclamò afferrandomi repentino le mani tra le sue < perchè tu lo sei! E non ti vedevo sorridere da così tanto! >

< oh beh.. > dissi imbarazzata cercando di evitare il suo sguardo < è che sono felice ora. > Era vero, avevo avuto un grosso peso dentro di me: un macigno impressionante mi gravava sul cuore, ma ora che avevo confessato quasi tutto a Edward mi sentivo leggera come un palloncino lanciato nel cielo in un tramonto rosa e lilla.

Sentii le sue mai fredde voltarmi il viso e le nostre labbra si incontrarono in un bacio impetuoso tanto che quando lui si allontanò da me avevamo entrambi il fiatone. A fior di labbra bisbigliò:

< se sei felice tu la mia vita ha un senso >

Come potevo non sorridere a parole del genere? Il mio cuore era gonfio di gioia, ero immersa in un mare di pace che vorticava attorno a me rilassandomi. Edward baciò ancora il mio sorriso e si distaccò velocemente.

< signorina! Lei è fonte di distrazioni, mi fa dimenticare i miei doveri > Reclinando la testa all'indietro sulla pila di coperte su cui giacevo, scoppiai a ridere ancora una volta alla sua espressione falsamente indignata e il suo sguardo si illuminò ancora più di quanto credevo fosse possibile.

Edward era in ginocchio accanto a me con la cassetta per le medicazioni sulle gambe.

< Bella, posso? > Disse occhieggiando la mia maglia sui cui lembi inferiori stavano le sue mani. Ovviamente dovevo toglierla per la fasciatura. Avvampai inspirando leggermente. Lui era Edward, l'amore della mia esistenza perchè mia auguravo di amarlo per più di una semplice vita, non potevo avere paura del suo tocco. Annuii senza dire nulla e lui che come avvertendo i miei pensieri si chinò su di me sussurrandomi.

< sono io, e ti amo, lo sai questo? > Sorrisi in modo nervoso. Edward capiva ogni mio gesto, ogni mia reazione. Lentamente mi tolse la maglia, attento a non farmi male al polso ferito. Non volevo dovesse ancora vedere quelle orme sui miei fianchi e desiderai che la doccia che mi aveva fatto le avesse cancellate via come orme di sporcizia, ma una vocina malevola nella mia mente mi suggeriva che non era cosi.

Sussultai quando inavvertitamente senti qualcosa di freddo sfiorarmi la pancia che a confronto con quella bassa temperatura, risultava rovente.

Erano le sue labbra che baciavano i miei lividi. Sentendomi irrigidire udii il respiro gelido di Edward sulla pelle accaldata:

< Amore, dimenticherai > Non disse più niente. Mi pose un ultimo bacio sull'ombellico solleticandolo tanto che mi scappò un risolino. Quando potei osservare il suo viso, lontano dai miei fianchi, l'ansia e il dolore immenso che avevo udito nelle sue ultime parole, erano scomparsi per lasciar posto al mio adorato sorriso sghembo. Mi chiesi se c'era qualcosa di più bello di Edward che ride con la camicia bianca appena sbottonata. Forse no, era la cosa più bella al mondo, da mozzare il fiato. Mentre mi perdevo nella sua immagine serafica Edward delicatamente mi fasciava, scusandosi ogni tanto quando doveva stringere un pò di più, ma mi spiegò che era meglio, mi aiutava a stare ferma. Non mi lamentai mai nonostante il dolore sporadico, il suo tocco dolce placava ogni mia reazione, lasciandomi in una anormale e paradisiaca pace .

< fatto! > Esclamò posandomi un'altro bacio sulla fasciatura e mi ritrovai tra le sue braccia gelide, il mio rifugio sicuro. Lo strinsi più che potevo.

< ti aaaaaaaamoooo > Urlai fortissimo ridendo come una completa pazza < sono cosi contenta in questo momento Edward! Sono di nuovo con te! >

Edward sorrideva con me. Era bellissimo. Gli diedi un gioioso bacio di prepotenza, non che lui volesse opporsi, ma la mia prepotenza era solamente teorica. Ero felice! Tanto che mi venne fame e il mio stomaco brontolò.

< Ehi! qualcuno qui ha fame! > Arrossii guardandomi le gambe.

< ehm.. io veramente... > Una fragorosa risata rimbombò nella stanza.

< Andiamo subito a mangiare qualcosa, tranquilla, penso che Esme abbia lasciato pronto sai? Ma prima devo fare una cosa importantissima.. >

< cosa? > Mi incuriosii. E vidi i suoi occhi guizzare verso un punto alla mia destra. Seguii il suo sguardo ancora stretta tra le sue braccia e vidi a cosa si riferiva:

< oh.. quello... >

< già! Quello! > Il letto giaceva distrutto in mezzo alla stanza. Il materasso curvato in una posizione innaturale e privato delle sue coperte che erano ai miei piedi.

< è morto! L'hai ucciso Edward! > feci finta di asciugarmi lacrime invisibili e lui sbuffò.

< Penso che bisogni comprare un nuovo telaio > disse arricciando le labbra in segno di disappunto. Mi depositò delicatamente a terra, lasciando che continuassi a abbracciarlo in piedi mentre lui afferrava il piccolo cellulare. Compose velocemente il numero.

< Alice... > Sentii trillare la voce della mia migliore amica dall'altra parte del telefono ma non capivo cosa stesse dicendo, udivo solo un brusio dalle tonalità molto alte, forse stava parlando troppo veloce per le mie orecchie. Edward intanto rispondeva ai suoi sproloqui.

< si, ma tanto l'hai visto no? > < si, grazie Alice > < ok, te la passo > Edward mi tese il telefono e io staccai di malavoglia la guancia dal suo petto fresco per poggiarmelo all'orecchio.

< Alice... >

< Bella! > trillò lei cosi forte che sobbalzai, avrebbe potuto rompermi un timpano! Edward sghignazzò. < Sono così contenta che stai meglio! Tra qualche ora torniamo, fate i bravi, non penso che Esme vi perdonerà un'altro letto! >

Mi gonfiai di rabbia:

< Alice sai benissimo che.. > ma la mia voce si sovrappose a quella tonante di Emmett

< hai capito i fratellini! li lasci qualche ora soli e... aiah Rose. ma che ho fatto! >

< sisi Bella, certo che lo so, beh ora devo andare se no si fa tardi! Ciao sorellina! > non mi diede nemmeno modo di ribattere, il tempo di udire Emmett urlare qualcosa del tipo "ti prego Rose, dai! ti amo!" che la chiamata finì.

Rimasi interdetta a guardare torva il cellulare che avevo in mano. Sbuffai.

< incredibile! Cosi piccola e cosi fastidiosa! > Edward rise e mi attirò ancora a sè. Mi accoccolai tra le sue braccia sospirando mentre mi baciava dolcemente la ferita che avevo sulla fronte.

< Bella, questa come te la sei fatta? > Ora erano le sue dita fresche a accarezzarla dandomi sollievo. Sussultai. Perchè me lo chiedeva? Voleva gli raccontassi l'episodio. Non sapevo se sentivo di raccontare i particolari, ma non volevo che esistessero segreti tra noi. Inspirai:

< mi hanno... > cambiai idea < ho sbattuto contro il muro > Ma ovviamente lui capì che stavo mentendo.

< Bella, sai che a me puoi dirlo.. >

< ok.. mi hanno scaraventata contro il muro dopo un bel volo, saranno stati tre, quattro metri > Ricordai la stanza fredda dove mi trovavo, la lotta tra i vampiri ma stranamente non ebbi paura, l'odore di Edward mi confortava, cosi continuai a parlare anche se lo sentivo rigido tra le mie braccia.

< non ho visto chi è stato, erano in... molti >

La sua posa gelida si frantumò: < molti? Vampiri? Dalla ferita deve essere uscito molto sangue Bella, è profonda sai. Per quello te lo chiedevo. Come hanno fatto a resistere? > Il tono di Edward era sorpreso. Sicuramente dentro di lui c'era un tumulto irrefrenabile di rabbia e odio per quelle bestie che volevano abusare di me, ma quei brutti sentimenti non facevano breccia sulla sua espressione:era imperscrutabile come sempre. Comunque ricordavo bene perchè fossero stati distratti.

< C'era una... lotta tra loro nella stanza in cui mi trovavo, è successo appena prima che Alice mi abbia vista... > tentennai incerta se parlare in modo palese, ovviai < ...uccidermi tagliandomi le vene > Sentii Edward stringermi più forte accarezzandomi la schiena ma quei ricordi continuavano a non farmi male. Era strano. Ogni parola fluiva via da me e sentivo meno dolore. Mi allontanai da lui, volevo parlarne. Volevo, mi sentivo bene. Posai le mani sul suo petto marmoreo fasciato della sola stretta camicia e mi scostai, mi lasciò fare ma lo vidi turbato cosi gli feci un mezzo sorriso. Forse parve una smorfia ma volevo essere rassicurante.

< Edward voglio parlarne. C'è una cosa importante che non ti ho detto > Lui seguiva con lo sguardo ogni mio minimo movimento.

< va bene... ma se non te la senti, non sei obbligata in questo momento Bella, lo sai.. >

scossi il capo in segno di diniego.

< No! > esclamai categorica con una voce sicura che non mi apparteneva, da dove veniva quella forza? < è davvero importante Edward. > Presi a camminare piano per la stanza, riabituando le gambe intorpidite al movimento. Avevo bisogno di stare lontana dal suo odore e dal suo corpo per avere un minimo di lucidità e ripensare ai fatti che si erano susseguiti.

< Edward io conoscevo le persone che mi hanno rapita, e le conosci anche tu, o almeno, una di loro > Sbarrò gli occhi, non me ne curai. Guardai fuori dalla finestra e continuai a parlare.

< Nel bosco mi ha raggiunta un vampiro che si chiama Lestat, anzi, chiamava > Fortunatamente era morto < non l'avevo mai visto prima. Era lui la causa per cui Alice non aveva visioni, lui la causa per cui non riuscivate a trovarla nel bosco. Lui bloccava i poteri quando voleva, leggeva nelle menti come te.. > A quel punto strinsi i pugni per la rabbia. Sentii Edward cercare di parlare:

< che fine ha fa... >

< per favore.. preferisco parlare.. poi puoi chiedermi tutto ciò che vuoi > Non mi rispose, e lo presi come un assenso.

< il suo unico scopo nella missione, se vogliamo definirla cosi, era il potere. Gliene era stato promesso molto e a lui non interessava altro. Me l'ha confessato lui stesso. E' stato lui in parte a spezzarmi il polso, non so, forse me l'ha spezzato del tutto e poi c'è stato il colpo di grazia durante la.. prigionia, non saprei. > Ricordai la fuga sull'erba nel busco vicino casa Cullen, la caduta sul polso,il dolore lancinante, lui che mi afferrava e me lo stringeva, ma le immagini erano permeate da una rabbia insana, perfetta e non da dolore

< sono svenuta e mi sono risvegliata in una stanza buia. E ci sono rimasta per molto, al buio intendo. >

Chiusi gli occhi e inspirai una grossa quantità d'aria poi li riaprii,mi morsi le labbra e guardai il soffitto. Mi voltai a fissare Edward incerta su quali informazioni omettere. Era immobile, in piedi, il viso forzatamente calmo, disteso. Mi obbligai a fissare il cielo ormai scuro.

< non vedevo chi fosse, non vedevo niente. E' durato per molto tempo, non saprei dirti quanto. Ma se fossi stata da sola sarebbe stato molto più semplice. Invece nel buio un vampiro veniva da me e tentava di.. di... > Nonostante le mie raccomandazioni Edward si avvicinò in un attimo a me cingendomi le spalle. Potei afferrare una sua mano e stringerla spasmodicamente nella mia per scaricare la rabbia, cosciente che almeno a lui non avrei potuto fare male. Poi posai un bacio dove l'avevo stretto a lui si allontanò da me. Era incredibile come mi capisse. Inspirai ancora una volta.

< Lui lo conosci molto bene Edward, come lo conosco bene anche io. Ed è questa l'informazione importante. >

< Bella chi? > Lo guardai negli occhi che ormai non nascondevano l'ansia.

< Laurent > Edward si irrigidì e sibilò.

< Laurent? Bella... ne sei certa > Dalle mie labbra uscì una risata amara.

< Pensi che potrei dimenticare la persona che mi ha baciata quasi spezzandomi i polsi per allontanare le mie mani dal viso, e ha inciso le SUE mani sui MIEI fianchi? > enfatizzai le parole < Dimenticare chi mi ha sbattuta contro un muro per violentarmi? Non credo.. > Le parole vennero fuori dure, taglienti, crude come le mie labbra non ne avevano mai conosciute. Avevo la voce agra, aspra, non sembravo nemmeno io a parlare, sentivo rabbia nei loro confronti. Respiravo affannosamente in preda a sentimenti di cui non ero a conscenza: la rabbia era qualcosa di nuovo, che raramente provavo con tale intensità. L'immensa gioia che Edward mi aveva donato accettandomi mi aveva dato la forza di reagire. Ora le lacrime erano finite, e il dolore si era nascosto per lasciare spazio all'ira. Probabilmente però, dopo questa confessione non ne avrei più voluto parlare.

Mi abbracciai in cerca di altra forza ma sentii delle braccia fredde cingermi i fianchi e alzarmi da terra. Sorrisi, e lo feci perchè ne avevo voglia. Il mio umore era totalmente fuori controllo! Stavo impazzendo.

< Edward sei certo che siamo sicuri qui? Lestat è morto, l'ha fatto uccidere Laurent, ed è per questo che Alice ha avuto la visione, ma Laurent è ancora vivo, e tu stesso mi hai detto che ha vissuto qui, dai Denali >

< Si Bella, Laurent è vissuto qui, ed è anche stato il compagno di Irina. > Sussultai.

< Lei chi è? > Non ne avevo mai sentito parlare.

< E' la sorella di... Tanya > Ah ecco, ci mancava solo questa. < Ma possiamo stare tranquilli, conosco i loro pensieri dal primo all'ultimo. Sono apposto, Laurent è vissuto qui ma non è riuscito a diventare vegetariano e per questo è fuggito. Da allora nessuno ha avuto più sue notizie. > Edward era calmo pacato. Come faceva?

< Edward, come fai a essere cosi calmo dopo ciò che ti ho detto? > Le emozioni intorno a noi erano folli, inspiegabili incontrollate. La totale gioia, la totale rabbia, la calma perfetta di Edward: tutte mescolate e confuse in una matassa che nemmeno un empatico probabilmente avrebbe saputo districare.

< Perchè ho te tra le braccia, sei viva, e mi hai detto di essere felice. Questo non è il momento di pensare a... > ringhiò lasciando trapelare per un attimo i suoi veri sentimenti < quelle bestie. > ma si ricompose subito. < Ci serve come informazione, ma arrabbiarsi non serve a nulla. E' passato, il futuro ciberà se stesso, per ora, voglio solo te accanto a me. Bella, devo saperlo, come stai? > La sua spiegazione non faceva una piega, sicuramente aveva omesso da gentiluomo qual'era, il fatto che non volesse turbarmi. Il suo volto tormentato mentre mi chiedeva come stavo mi fece riflettere: cercai di capire cosa sentivo, frugai tra le mie emozioni e vi trovai solo caos eppure...

< E' strano Edward, ma io sto bene, non capisco, sono così... > cercai il termine adatto < ...arrabbiata con loro! Eppure dall'altra parte sono felice, felice che tutto sia tornato apposto. Sono felice di poter ripensare a quei momenti senza piangere e senza sentirmi male! Con te accanto è tutto perfetto Edward! >

Alle mie ultime parole il suo viso si rilassò visibilmente aprendosi in un dolce sorriso.

< ti amo > Gli sorrisi di rimando.

< Ti amo! > Mai parole furono più vere.

< quindi sei sicuro che... siano affidabili > Mi prese le mani guardandomi negli occhi.

< sicurissimo! Se non lo fossi al cento per cento non staresti ancora in questa camera. Bella, devi fidarti di me, non permetterò mai più a nessuna di toccarti, capito? >

Annuii.

< Amore, so che hai fame, ma forse prima di mangiare dovresti fare una telefonata... >

< Chi devo chia... CHARLIE!!! > Spalancai gli occhi. Ora ero davvero terrorizzata!

To be continued!

lo so che questo capitolo è brutto:( ;( ma spero sia meglio di niente!

  
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