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Autore: Elgas    23/03/2017    10 recensioni
[ Manga Alternative Ending, Pre-Timeskip 10 Years ]
Askin è sopravvissuto alla Sanguinosa Guerra Millenaria. Graziato dai 46, inizia a lavorare presso
l'Istituto di Ricerca. Yoruichi, di nuovo a comando della Seconda Compagnia, si ritrova a vivere
un'irritante rapporto con l'ex-nemico. Insieme a
Renji, Rukia comincia il percorso nella difficile carriera di Capitano e in breve l'amicizia si trasforma
in qualcosa di più ...! Kugo, libero dai fardelli del passato, vive felicemente assieme a Kukaku. Ma
se la guerra è finita, altre battaglie si prospettano all'orizzonte ; conflitti interiori a cui molti saranno
chiamati a confrontarsi.

N.B. Storia non collegata alle light novels, in particolare We Do Knot Always Love You e Can't Fear Your Own World.
Si consiglia la lettura da PC.
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Kuchiki Rukia, Kugo Ginjou, Renji Abarai, Yoruichi Shihoin
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Stand by You '
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Epilogo : Insieme per sempre


Yushiro la conosceva fin troppo bene, la grande stanza dall’acre odor d’incenso e dalle luci
soffuse. Negli anni ne aveva memorizzato ogni singolo dettaglio : le increspature sul
pavimento in legno, le alte colonne tinte di rosso disposte in due file centrali, il numero
di torce, i complessi disegni a decorazione dei paraventi. Lì, in quella stanza posta al centro
della Dimora Principale, i membri del Casato si riunivano per discutere le questioni più
importanti e sovente interrogarlo circa le ultime novità. Lo facevano sempre da dietro
quelle sontuose e fragili barriere. Li ricordava appena … i loro volti, i volti dei suoi genitori,
da cinquant'anni ormai c’era soltanto una moltitudine di sagome nere, simili ad abitanti
di un mondo lontano … lontano da tutto … lontano da lui e Yoruichi. Erano passati
quasi due anni dall’ultima convocazione dell’Onee-san* ; un veloce ringraziamento
per il contributo dato alla Guerra, insieme agli auguri di un sereno ritorno nel Gotei 13 e
nell’Onmuitsukido … poi erano tornati a ignorarla come avevano sempre fatto.
Adesso Yushiro era lì, come tante altre volte, inginocchiato con riverenza in mezzo a
un oscuro passaggio oltre cui non esisteva luce. Il suo giudizio … com’era cambiato …
lui … così accondiscendente e rispettoso fino a pochi mesi prima.
Soi-fon … era soprattutto merito di Soi-fon. Da quando aveva incrociato le sue magnifiche
iridi nere in mezzo alla distruzione della Guerra, qualcosa si era insinuato in lui.
Ora, dopo tante battaglie, gioie, sofferenze ed errori, il seme era sbocciato e ardeva simile al
cuore di un vulcano.
Ora era lì, deciso a prendere in mano il proprio destino, la propria vita.

- Ricorda … non sono gli altri a decidere la nostra felicità. Solo il nostro cuore può
mostrarci la via. Seguilo … e giungi alla vera felicità -


<< Ci è stato riferito che hai rifiutato un’altra pretendente, Yushiro >>
La voce del padre giunse severa, pizzicata da una nota annoiata, come se i pensieri fossero
rivolti altrove.
<< Sì, padre … >>
<< Peccato … era un buon partito oltre che ragazza d’encomiabile bellezza. Visto questo
ennesimo rifiuto, gradirei una motivazione. Magari potremo … che so … ricercare una
giovane coi giusti canoni estetici >>
<< Il motivo lo sai bene ... tutti voi lo sapete >> rispose troncando la risata generale.
Nel silenzio che seguì gli parve di sentirlo. Il timore farsi largo nei cuori dei presenti.
Era bastata una semplice frase a farli ritrarre tutti, come serpi dentro le loro sucide tane.
Nell'assenza di parole tutto divenne più chiaro, ora riusciva a percepirla. L’ipocrisia che
infettava l’aria come il più maleodorante dei tanfi.
<< Oh … ! Non dirmi si tratta di Soi-fon ! >>
A parlare era stata la madre. Mai la sua voce fu più dolce e al tempo stesso sprezzante.
<< Ormai ci frequentiamo da quasi due anni e … >>
Un attimo d’esitazione e la donna ne approfittò per contrattaccare.
<< Pensavo si trattasse di un mero passatempo … giusto per imparare la pratica ... >>
Perché fra tutte le serpi ella era la più pericolosa. Dalla bocca potevano uscire parole dolci
come miele, oppure taglienti come rasoi. Nessuno del Casato, nemmeno il marito, osava
contraddirne le decisioni. Quante volte lui stesso aveva ceduto alle sue lusinghe, abilmente
camuffate da amore materno ? Troppe … ma adesso … adesso era diverso …
“ Per voi sono solo una pedina … una pedina dentro un gioco perverso di alleanze e
potere. Qui la mia felicità … non ha mai contato … ”
… bisognava solo attendere. Presto la serpe avrebbe esaurito il veleno.
<< Noi riconosciamo il valore di Soi-fon. Si è dimostrata una ragazza forte grazie alla …
perseveranza di tua sorella. Una valida sostituta finché Yoruichi non è tornata. Però vedi
... il Casato Feng decadde anni or sono ... capisci cosa intendo ? >>
<< Perfettamente. Intendo comunque ufficializzare il fidanzamento fra tre giorni >>
<< … S-stai scherzando spero ! >>
Ma lui si era già alzato dirigendosi a grandi passi verso l’uscita. Grida giungevano ora
agitate ora perentorie, intimandogli di ragionare, ma Yushiro continuò. A ogni passo esse
si riducevano sempre di più, finché, giunto dinanzi al grande portone, non udì più nulla.
Ora quel mondo era alle sue spalle.
<< YUSHIRO ! TI ORDINO DI TORNARE INDIETRO ! >>
Ora non contava più nulla.
<< Se non vi sta bene ripudiatemi, ma in tal caso madre … dovrete dar alla luce un nuovo
erede >>
Uno scricchiolio e le ante si richiusero con un sonoro tonfo.
Non esitò e nell’impellente bisogno di camminare, di andare avanti, scese dall’enwa*
immergendosi nel giardino. Nella stanza, le voci continuavano ad agitarsi in preda alla
disperazione ... intorno, nel prato macchiato di neve, s’intravedevano già i primi fili d’erba.
Inspirò e l’aria frizzante dell’ultimo inverno solleticò il naso. Nel silenzio quasi magico,
una sensazione d’infinita leggerezza lo avvolse dolcemente. Poi chiuse gli occhi.
Quando lì riaprì, la quercia si stagliava maestosa nel cielo azzurro.
Sotto la fronda spoglia Soi-fon lo attendeva.
<< C’è l’ho fatta … >>
Tre parole e la preoccupazione nel viso dell’amata scomparve.
Soi-fon corse mentre lacrime di gioia scendevano calde sulle guance.
Corse, gettandosi infine fra le sue braccia.

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

- Un tatuaggio davvero strano. -
- Non mi sembravi il tipo da certe cose. -
- Ehi ! Da me il sessantanove vuol dire ben altro … ! Dì la verità … l’hai fatto per far colpo sulle
ragazze, furbacchione ! -


Commenti del genere erano stati la norma durante la vita da studente. Battute più o meno
leggere da parte di compagni o senpai*. La verità sul misterioso numero era venuta fuori
un giorno del quarto anno, quando, stufo di tali angherie, ne aveva rivelato il profondo
significato, narrando con enfasi ogni dettaglio dell’eroico salvataggio di Kensei tanti anni
addietro. Era sceso un silenzio glaciale, allorché alcune ragazze avevano abbandonato in fretta
l’aula evitando d’incrociare il suo sguardo, mentre il resto della classe aveva ripreso a
chiacchierare, ignorandolo come fosse un perfetto estraneo.
- Ehi ! Si può sapere che vi prende all’improvviso ?!? -
- Ma come non lo sai ?!? -
aveva chiesto qualcuno con voce aspra.
- Cosa ?!? Cosa dovrei sapere ?!? -
- Muruguma ordì un complotto contro la Soul Society ! -
- No ... aspetta … non può essere vero ! -
- Lui … insieme a molti altri Capitani e Luogotenenti … non è che un lurido traditore ! Soggiogato
dalla mente diabolica di Urahara Kisuke ! -

Un fremito di rabbia e l’attimo dopo il malcapitato era finito a terra, un rivolo di sangue a
decorargli il mento.
- Ripetilo ! Avanti … ripetilo se ne hai il coraggio ! -
- Tsk ! Sei proprio uno sciocco Shuhei ! Muraguma è solo un codardo scappato con la coda
fra le gambe, sottraendosi al Consiglio ! -

Una figura gentile si era contrapposta e, rivolta a lui, aveva posto una mano sopra il suo
braccio.
- Shuhei, ormai sono passati cinquant’anni ... ma nessuno ne parla mai volentieri. Non insistere … e
se posso darti un consiglio … meglio non farlo sapere in giro … il motivo del tatuaggio … -

Il resto degli anni era passato così, tra isolamento e la nascita di leggende riguardo il 69
impresso sulla sua guancia sinistra. Poi col tradimento di Aizen, le innumerevoli battaglie
e il ritorno del Capitano, in molti, ricredendosi, erano andati a porgergli le loro scuse.
- Un’ulteriore prova … - aveva ammesso Kensei una volta.
Lo ricordava perfettamente. Per un giorno il mondo aveva dimenticato il dolore e la
distruzione portati della Guerra Millenaria ; il cielo terso, l’aria fresca, il bosco muoveva
agitato le proprie fronde, Kensei poggiato contro un albero, a sfoggiare la solita espressione
fiera e determinata.
- Di cosa Capitano ? -
- Tu … hai sempre creduto in me -

Aveva sorriso … uno degli ultimi sorrisi prima di morire ...
- Non ho mai dubitato di lei, neanche per un istante -
Eventi, parole ormai lontani, persi dentro ricordi di una vita passata.
Hisagi riaprì gli occhi. Davanti a lui una roccia in granito nero finemente levigata a formare
un rettangolo, luccicava baciata dalla luce della prima alba. Incisi su essa, kanji riportavano
il nome del Capitano con la stessa precisione di un pennello sopra fine pergamena.
Lo fissò intensamente e una lacrima scese solitaria sulla guancia segnata dal 69.
Dopo due anni Mayuri aveva perso ogni interesse verso gli ormai morti Kensei Muruguma e
Rose Aikawa, consegnandoli come giocattoli rotti direttamente al Comandante Generale.
Il funerale era avvenuto il giorno stesso. Sotto un plumbeo cielo di Marzo, il corteo aveva
camminato dalle mura del Seireitei fino alla cima di una collina. Là, sopra due pile di
legno, i corpi di Kensei e Rose erano bruciati in mezzo a calde fiamme purificatrici.
Una cerimonia composta, sentita, a cui avevano presenziato le alte cariche del Gotei 13. E
lui era lì, in prima fila, al fianco di Rangiku.
Non era la prima volta che visitava la tomba. Se non venivano lasciate disposizioni in
merito al luogo di sepoltura, veniva eretto un monumento all’interno di quello che, nel
tempo, era stato rinominato il Cimitero dei Valorosi. Lì trovano pace pure Yamamoto,
Chojiro Sasakibe, Retsu Unohana, Kira e molti altri Shinigami morti durante la Guerra .
Inginocchiato, Hisagi congiunse le mani in segno di preghiera contemplando la roccia
ancora per qualche minuto, infine s'alzò e con voce solenne disse :
<< Oggi Abarai si sposa ... sarà un giorno fantastico .... >> volse brevemente lo sguardo
verso Rangiku che, poco più in là, scrutava il piatto mare di lapidi << ... ora devo andare ...
tornerò a trovarla presto Capitano >> e con un breve inchino si congedò.
L'amata lo attendeva vicino a una betulla, i cui timidi boccioli smeraldini si stavano
lentamente affacciando alla primavera. Di alberi c'erano pochi in mezzo alle colline
costellate di tombe e, oltre a fornire ombra durante le afose giornate estive, fungevano
da punti d'orientamento.
Rangiku sussultò un poco appena fu vicino, ma si ricompose rimettendosi a posto una
ciocca ribelle dietro un orecchio. Faceva sempre così quand’era turbata, un gesto che in quel
luogo capitava sovente. Nonostante ciò non si era mai rifiutata d’accompagnarlo,
nascondendo il disagio sotto sorrisi e frasi gentili.
<< Andiamo tesoro mio … ci aspetta una stupenda giornata >> disse infatti, poi lo prese
per mano e insieme s’incamminarono lungo il sentiero dal quale erano arrivati.
Rangiku era estroversa, simpatica, di una bellezza pari a una Dea, eppure sotto quella
corazza di felicità e irruenza, si nascondeva un animo insicuro, pieno di ricordi dolorosi.
La paura di ferirla finora aveva avuto il sopravento, ma ora, osservando la sua figura
stagliarsi maestosa e pur fragile nella dorata luce dell’alba, Hisagi sentì crescere
il bisogno di confortarla, di cancellare la sottile ombra che ne attanagliava il cuore.
“ Oggi … voglio vederti sorridere … ”
<< Rangiku … tutto bene ? >>
<< Sì, perché ? >>
Una risposta allegra, tradita da una nota frettolosa.
<< Ecco, ho notato una cosa … quando veniamo qua ... non guardi mai verso … di me >>
Stava per dire tomba, ma stranamente tale parola gli parve inopportuna.
<< Uhm … alla fine te ne sei accorto >> commentò accennando un sorriso triste.
Raggi dorati le baciavano il viso tingendo i capelli di riflessi d’oro puro ... poi, senza
preavviso, lacrime scesero dagli occhi color ghiaccio.
<< Rangiku … ! P-Perdonami … non volevo … >> ma l’amata era già tra le sue braccia, ad
avvolgerlo nel più disperato degli abbracci.
<< Sai … in questi momenti t’invidio Hisagi … t’invidio ... tantissimo … >>
<< In-Invidiarmi ... ?!? Come ... ?!? Non capisco … >>
<< Tu … tu almeno hai un bel posto dover ricordare le persone care … per me non è mai
stato così … e mai lo sarà … >>
La voce risuonava debole, un pianto sommesso contro il suo petto. Strinse i denti,
abbracciandola con tutta la forza che aveva in corpo.
<< Per lui … per lui purtroppo non fu così. La mia testimonianza non servì a nulla ...
il Consiglio non fece una piega. Per loro Gin è solo un traditore ... i traditori non meritano
un funerale, né di essere sepolti. Dopo la morte … non lo rividi più. Fu Kyoraku a
raccontarmi tutto … Gin venne rinchiuso in uno dei livelli più bassi del Muken e …
lentamente si ricongiunse al flusso di reishi … >> e in un singhiozzo strozzato concluse
<< …almeno a Tosen è toccato un destino migliore. >>
Purtroppo era vero. Nonostante il tradimento, Kaname Tosen aveva ricevuto tutti gli
onori riservati a un nobile. Alcuni membri del Casato facevano ancora parte del
Consiglio, quindi era stato facile, all’epoca, ottenerne il corpo. Al funerale rigorosamente
privato, era seguita la sepoltura nel cimitero di famiglia. Insieme al Capitano Komamura
aveva provato più volte a fargli visita, solo per essere respinto senza troppi complimenti.
In breve s’era rassegnato e all'occorrenza recitava una preghiera in suo onore … ma per
Rangiku … era tutto diverso …
Un singhiozzo lo scosse dalla riflessione. Abbassò lo sguardo, quel tanto che bastava a
scorgere la chioma bionda. Avrebbe voluto dire qualcosa, ma la gola era diventata secca
e qualsiasi parola moriva senza riuscire ad acquistare suono. In silenzio prese quindi
a cullarla. Pian piano il pianto si affievolì e l’amata riprese a raccontare.
<< Così … così ho creato un piccolo monumento … una cosa semplice … una piccola
montagna di pietre … lì … nel povero Distretto dove siamo cresciuti … lì, tra quelle
capanne in rovina dove c’incontrammo per la prima volta. Quando posso vado a trovarlo
… compatendo me stessa per non aver fatto abbastanza … vado lì ... e non posso che
odiare il mondo ... quando morirò nessuno ricorderà Gin ... ! Né il suo eroico
sacrificio contro Aizen … ! >>
Per un’istante la immaginò … sola, a percorrere sentieri abbandonati in luoghi dove dolore
e felicità erano in continua lotta … lì, a visitare la tomba dell’uomo tanto amato e odiato.
Ichimaru Gin … aveva il sentore centrasse lui. Al pari del proprio passato, Rangiku
preferiva tacere circa i suoi trascorsi con l’ex-Capitano della Terza. Del resto lui non
toccava mai l’argomento, nella speranza di proteggerla, di guardare avanti, di cancellare
quell’uomo che, simile a una dispettosa kitsune*, continuava a tormentarla. Ma adesso
il racconto aveva minato le fondamenta di questa convinzione. Ora ... tutto gli apparve
sciocco e infantile. Rangiku stava affrontando una sofferenza immensa ... da sola …
La strinse ancora mentre parole di conforto prendevano forma, potenti e cariche d’amore.
<< La prossima volta ci andremo insieme Rangiku ! Come tu mi accompagni qui da Kensei
… io sarò con te ! Con te e Gin ! >>
Lei tremò e trattenendo il fiato lo guardò dritto negli occhi. Iridi azzurre s’incastonarono
nelle sue, commosse, risorte tra lacrime di una nuova gioia.
<< Grazie Hisagi ! Grazie di cuore ! >> esultò baciandolo teneramente sulle labbra.
Un bacio breve e s’avviarono, mano nella mano, illuminati dalla luce dell’ultima alba.
Dopo una decina di minuti giunsero al limitare del Cimitero dei Valorosi, segnato da
basse mura bianche, il tetto formato da tegole rosse, brillanti sotto i raggi del sole.
Proseguendo vicino all’uscita incrociarono Momo e Toshiro.
<< Oh ! Buongiorno Shuhei ! Buongiorno Signorina Rangiku ... ! >> salutò la Luogotenente
con un timido cenno della mano.
<< Yo ! A quanto pare abbiamo avuto la stessa idea >> commentò il Capitano.
Pure loro sfoggiavano abiti eleganti in vista dell’evento. Momo indossava un lungo vestito
celeste, largo nella parte inferiore e contornato da un bordo di fine pizzo, mentre piccoli
orecchini di perla andavano a decorarle il viso. Toshiro aveva optato per colori più vicini
a quello dei capelli ; camicia bianca ( i primi bottoni rigorosamente sbottonati ), insieme
a un paio di pantaloni grigio chiaro.
<< Che coincidenza ! Pure voi qua ? >> chiese Hisagi col tono lieto di quando s'incontrano
amici per caso.
<< Sì … siamo andati a trovare Kira. Gli ho portato un bel mazzo di fiori >> confermò
la ragazza con un velo di malinconia.
Rangiku le andò subito incontrò, desiderosa di rincuorarla.
<< Un pensiero davvero dolce, come sempre sai essere molto premurosa Momo. L’incenso
invece è da parte tua, Capitano ? >>
<< N-no … ! Questo è da parte di Renji ! >> s’affrettò a rispondere Momo stringendo la
scatoletta piena di bastoncini scuri << … purtroppo il matrimonio l’ha tenuto occupato fino
all’ultimo ... e neanche stamattina è riuscito a venire, però … desiderava portargli un regalo
… prima del grande giorno ecco … >>
<< Voi tre eravate molto uniti … se non sbaglio avete frequentato l’Accademia assieme >>
<< Esatto … ci separammo alla fine ... quando venimmo assegnati alle varie Compagnie … >>
ricordò commossa quasi con le lacrime agli occhi.
<< Momo … non ti rimettere a piangere >> disse prontamente Toshiro abbracciandola da
dietro.
<< Per … Perdonami Toshi-chan … ! È più forte di me … ! >>
<< Lo so, ma ricordati ... oggi è un giorno importante, quindi sorridi … devi farlo ... anche
per Kira >>
<< Gi-giusto … ! Hai … hai ragione … basta lacrime … ! >> ripeté decisa la fidanzata.
<< A proposito di grandi notizie ... avete sentito l’ultima ? Iba è tornato … ! >>
Il tono scanzonato del Capitano portò una ventata di leggerezza. Hisagi ne approfittò e
fece cenno d’incamminarsi. Insieme proseguirono verso l’uscita, lungo il viale alberato.
<< Un atteso ritorno dopo due anni d’assenza ! Il suo racconto è già diventato leggenda.
È stato il primo Shinigami, dopo Yamamoto, ad aver accesso al villaggio segreto del Clan
dei Licantropi. Lo hanno accettato, permettendogli di vivere al loro fianco. >>
<< Questo grazie alla presenza di Komamura, che ne ha garantito l’incolumità >> precisò
Toshiro.
<< Quindi è vero ? Komamura-san rimarrà sempre … in forma animale ? >> chiese Momo
avvilita.
<< Purtroppo sì … >> rispose Rangiku << … ma non temere. Sajin conserva ancora tutti i
suoi ricordi e, nonostante non abbia più il dono della parola, ha insegnato a Kiba un sacco
di tecniche >>
<< Ah ! Sono proprio curioso di vederle ! >> esclamò Hisagi portandosi le braccia dietro
la schiena << Un vero peccato non riesca a venire. Eppure il Comandante gli aveva dato
il permesso >>
<< Beh … è sempre stato un uomo molto ligio al dovere ... >> rispose Toshiro << … inoltre
la Sesta è senza guida da troppo tempo … in quanto nuovo Capitano dovrà eleggere i nuovi
Seggi, firmare montagne di documenti arretrati e visionare i nuovi armamenti, ma al di là
di questo desidera essere un capo rispettato e onorevole, al pari di Komamura >>
<< Oh ! Tranquilli ! Non si perderà neanche un’istante del matrimonio ! >> esultò
all’improvviso Rangiku.
Una fotocamera digitale di un’abbagliante rosa shocking fece capolinea dalla borsetta.
<< E quella dove diamine l’hai presa ? >> domandò Toshiro visibilmente irritato, quasi
la Luogotenente gli avesse proposto una gita al mare.
Canticchiando Rangiku accese l’apparecchio e lo afferrò per il collo trascinandolo in basso
nonostante l’altezza non indifferente.
<< Avanti Capitano non faccia il timido ! >>
<< Che bello ! Dai Toshi-chan ! Facciamo una foto tutti assieme ! >> incitò Momo
stringendosi alla sua vita.
Preso da entrambi i lati, l’albino sbuffò rassegnato.
<< Va bene … ! Ma vediamo di non perdere troppo tempo … ! >>
<< Coraggio amore ! Manchi solo tu ! >>
Hisagi fissò intensamente la candida mano di Rangiku.
Quella mano … quante volte gli aveva accarezzato il viso dopo una lunga notte d’amore ?
Quante volte era stata stretta alla sua ? Tante ... troppe per ricordarlo. La prese, felice come
non mai. Sfiorò la pelle una seconda volta e ne ebbe la certezza ; quelle ombre non l'avrebbero
più tormentata, d’ora in avanti Rangiku avrebbe parlato di tutto, senza più alcun timore.
“ Sarà un giorno bellissimo … e tu, amore mio, sorriderai ...”
Con questo pensiero la baciò sulla guancia.
<< Coraggio ora ! Dite tutti cheesse ! >>


Ancora poco e tutto sarebbe stato perfetto ...
Toc !
… due pennellate d’ombretto, quattro di mascara e il viso avrebbe brillato come la più
luminosa delle stelle.
Toc ! Toc !
In fondo bisogna essere perfette in vista delle occasioni speciali, a maggior ragione se si
tratta di un matrimonio. Pragmatica com’era, Riruka aveva riflettuto a lungo su quale look
sfoggiare ; trucco, abito, acconciatura, scarpe, accessori … ogni cosa doveva essere abbinata
con la massima cura e il minimo errore poteva rivelarsi fatale. E ora, dopo tanta preparazione,
la sua elegante figura luccicava davanti allo specchio. L’abito viola, in perfetta sintonia coi
capelli finemente raccolti, l’avvolgeva donandole quel leggero tocco di sensualità che mal
non guastava.
Toc ! Toc ! Toc !
Purtroppo alcune persone non riuscivano a comprendere gli sforzi altrui.
<< Si può sapere cosa vuoi ?!? >> in una frazione di secondo era già lì, ad aprire la porta
con la solita irruenza.
A pochi passi, circondato da uno dei tanti austeri corridoi dell’HV Prodution, Shukuro la
scrutava, le braccia conserte, lo sguardo amareggiato.
<< Allora siamo pronte ? >> chiese battendo un paio di volte il piede.
<< Uffa … ! Voi uomini non avete la minima pazienza ! Devo essere bellissima … Orihime
e Tatsuki dovranno impallidire di fronte al mio fantastico look ! >>
<< Riruka … sei chiusa lì dentro da più di mezz'ora. Gli altri ci stanno aspettando >>
<< Beh dovranno aspettare ancora un po’ ! >> protestò mettendo le mani sui fianchi
<< Tanto … andiamo col super coso di Yukio, saremo a destinazione in un batter d’occhio ! >>
<< Sì … ma persino un jet privato non viaggia alla velocità della luce >> e svelto l'afferrò
per il polso.
<< Ehi ! Non hai sentito cosa ho detto ?!? Ancora cinque minuti ! >>
<< No >>
Il tono perentorio del fidanzato arrivò fulmineo, seguito dalle labbra che le mozzarono
il fiato in un bacio sensuale. Baci del genere capitavano sempre più spesso e per quanto
provasse a resistergli, ogni volta era costretta a cedere a quei movimenti lenti e caldi,
movimenti che uno sconosciuto mal avrebbe accostato a una persona all’apparenza rigida
come Shukuro. Quanto durò a non seppe dirlo, perché senza rendersene conto era già lì,
trascinata lungo il corridoio.
<< T-ti odio quando fai così ! >> urlò cercando invano di liberarsi.
<< Così come ? >>
<< Sto parlando del bacio cretino ! L’hai usato per distrarmi ! >>
<< Forse … >> disse lui facendo spallucce.
<< Dannato ! Lasciami ! La borsa e i trucchi ! Non posso lasciarli lì ! >>
<< Ho parlato con la segretaria di Yukio … si occuperà di metterli via >>
<< Ma … ! >>
<< Non dobbiamo comprare nulla, e in caso di emergenza ho la carta di credito >>
<< Il cellulare ! >>
<< L’hai dato a me prima d’entrare … >>
<< Ma il trucco potrebbe andar via ! Devo avere dietro l’occorrente per risistemarmi ! >>
Lui non disse nulla e solo allora Riruka notò il triangolo luminoso davanti a loro. Pochi
secondi e un sonoro tin ! annunciò l’apertura dell’ascensore, non un comune ascensore,
ma quello dell’attico privato di Yukio. Un ascensore dalle linee moderne, la cui ampia
vetrata regalava una visuale quasi a 360° sugli alti grattacieli di Tokyo.
Entrando il giovane si decise a parlare.
<< Riruka ... noi uomini non badiamo troppo a certi dettagli. Trovo che il tuo viso
al naturale sia di gran lunga ... più bello >>
Per poco non svenne dall'imbarazzo. Ma in fondo Shukuro era così, sapeva essere calmo e
riflessivo e al tempo stesso sorprenderti quando meno te l’aspettavi. E poi si preoccupava
per lei come nessuno, nemmeno i suoi famigliari, avevano mai fatto. Ricordò il periodo
precedente il fidanzamento, un periodo intenso in cui pian piano si erano avvicinati ;
una parola, un commento, un complimento in più, le avevano fatto vedere il ragazzo sotto
una nuova luce. Ma in fondo Shukuro Tsukishima era sempre stato diverso, perché
neanche nei mesi dell’Xcution, neanche allora aveva pensato fosse carino, sexy, come
invece era successo con Ichigo. Un’anomalia che l’aveva incuriosita fin dal primo istante.
Shukuro si era rivelato una continua scoperta, scoperta macchiata dal dolore della morte.
Infine, dopo il ritorno nel Mondo Terreno e l’addio a Kugo, il giovane aveva compreso
di non essere solo, di poter andare avanti e costruire il proprio cammino.
Un cammino di cui ora faceva parte anche lei ...
<< Shukuro … grazie ... >> sussurrò stringendogli la mano più forte.
Un leggero movimento e il suo respiro era lì, a pochi centimetri dalla bocca. L’imbarazzo
crebbe, costringendola ad abbassare lo sguardo.
<< Io … sono felice … di … di averti al mio fianco … >>
“ Perché sto cambiando … vicino a te mi sento più matura … più sicura … consapevole dei
miei errori … ”
Ecco, così la frase sarebbe stata più completa, peccato che Shukuro la baciò e il pensiero
si smarrì, come trascinato da una violenta tempesta. Portata via, Riruka gli cinse il collo
perdendosi nel calore delle sue labbra.
Tin !
<< Oh ! Spero non abbiate intenzione di sbaciucchiarvi pure in viaggio >>
La voce di Yukio risuonò simile a una secchiata d’acqua gelida. Impettita si girò.
Dall'ascensore aperto, un breve corridoio sbucava sul tetto dell’HV Tower, ovviamente
allestito da pista d’atterraggio con tanto di luccicante jet-privato.
In mezzo stavano tutti i membri dell’ex X-cution ; Jackie, nell'attillato abito blu, Giriko, in
un completo non troppo diverso da quello da barman, Moe, fin troppo a disagio in giacca
e cravatta, e Yukio, in un’elegante e alquanto tetro cappotto nero.
Yukio … era stato lui a lanciarle l’irritante frecciatina. Fulminea gli si precipitò addosso,
strattonandolo per l’ampio collo del soprabito.
<< Quando cavolo imparerai a farti gli affari tuoi ?!? >>
<< Volevo solo farti accelerare il passo, perché abbiamo solo … >> e sollevato il polso diede
un’occhiata al Rolex << … cinquantotto minuti e venti secondi per arrivare alla succursale a
Wakayama, prendere la limousine e raggiungere il Tempio di Muryokoin. >>
<< Tsk ! Una ragazza deve farsi desiderare ! >>
<< Non lo metto in dubbio, ma così rischiamo di fare una figuraccia. >>
<< Grr … ! Jackie ... aiutami ! Qui nessuno capisce le esigenze di una povera fanciulla ! >>
piagnucolò fiondandosi sull'amica.
<< Tranquilla … se ti servino dei trucchi li ho qui con me >> rincuorò la donna indicando
la propria borsetta.
<< Davvero ?!? Ooohhww …. grazie mille ! Sei la mia salvatrice … ! >>
<< Questi tuoi repentini cambi d’umore non smetteranno di stupirmi >> commentò Moe a
sguardo basso.
<< A chi lo dici >> s’affrettò ad aggiungere Yukio.
<< Stupidi ! Dovrò essere perfetta ! Orihime e Tatsuki impallidiranno di fronte alla mia
bellezza ! >>
<< Riruka … ti sei già scordata le mie parole ? >> domandò alle sue spalle Shukuro.
Ma lei s’era già avviata verso il jet e coperta dal rumore del vento non sentì, o meglio finse
di non sentire.
<< Forza lumache ! Sbaglio o siamo in ritardo ?!? >>

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

I raggi del sole scendevano fitti dalle ampie finestre laterali, simili a una cascata dorata.
L’aria primaverile filtrava attraverso le piccole aperture, rompendo il silenzio insieme alla
voce del sacerdote.
Ricordava con viva gioia la prima visita a Muryokoin. Era stato sul finire di Gennaio,
insieme al Nii-san*. Ricordava lui, alto e maestoso nel completo scuro, discutere col
kannushi* circa le disposizioni del matrimonio, mentre lei, correndo quasi a perdifiato,
era partita ad esplorare il complesso. I luminosi corridoi, i giardini curati, l’ampia spianata
interna, la lucentezza dei legni, la complessità dell'architettura … l’avevano rapita. A ogni
passo il silenzio aveva lasciato il posto a mille voci e volti sorridenti, tra essi spiccava
quello dell’amato e futuro sposo. Infine, giunta in una piccola saletta, ne era rimasta
letteralmente incantata, un’aura speciale permeava ogni angolo nonostante il freddo e
la neve l’avessero presa d’assedio.
- Qui si terrà la cerimonia ... - aveva esordito alle sue spalle la voce del Nii-san* - … ti piace ? -
Aveva sorriso, frizzante di felicità, per dopo andargli incontro e stringerlo forte.
- Sì ! Tantissimo ! -
Passata l’iniziale rigidità Byakuya l’aveva stretta … nel loro primo abbraccio.
Cullata dal dolce ricordo Rukia riaprì gli occhi e il presente si manifestò in tutta la sua
magnificenza. Eccola lì, nel bianco shiromuko* insieme a Renji, l’amore della sua vita,
imponente nel kimono* nero. Ancora poco e la loro unione sarebbe stata sancita, presto
sarebbero diventati marito e moglie. Al pensiero un brivido di felicità la pervase da capo a
piedi. Trepidante, prese a fissare l’amato rimanendone incantata dal viso raggiante, dai
capelli finemente raccolti in una treccia, dagli occhi colmi d’amore. Avrebbe voluto urlare,
dar voce all’infinita gioia che fremeva in lei come un uragano … ma non poteva, non ora,
non in quella piccola stanza e con tanti sguardi puntati addosso. C’erano Orihime e Ichigo,
scelti come testimoni, il Nii-san* insieme a Ginrei Kuchiki, Tatsuki, Yuzu, Karin e Chad.
In pochi infatti potevano presenziare alla cerimonia, dopo essersi purificati presso le fontane
all'ingresso del tempio, come richiesto dalla tradizione shinto. Fuori attendeva il resto
degli invitati. Erano venuti proprio tutti ; buona parte dei membri della Tredicesima e
della Settima, Capitani e Vice di ogni Compagnia ( a parte Iba ), Kukaku, Kugo e Ganju,
Hiyori, Lisa e Love, Riruka insieme a Shukuro e l’ex X-cution, più alcuni rappresentanti
delle altre Nobili Famiglie, fra cui spiccavano Yushiro accompagnato da Soi-fon.
All'improvviso l’aria si mosse accarezzandole il viso. Davanti il kannushi*, affiancato da
due giovani miko* recitò le ultime benedizioni, poi con un gesto benevolo indicò la coppia
di fedi, incastonate nel cuscinetto ricamato posto sull'altare.
<< Io, Renji Abarai, giuro eterna fedeltà e amore a te, Rukia Kuchiki. >>
Soave giunse la voce dell’amato.
Leggero estrasse il più piccolo degli anelli.
Delicato prese la sua candida mano.
Protettivo infilò l’anello al suo dito.
Coi medesimi gesti, lei fece lo stesso.
Le fedi brillarono, baciate dalla luce del sole.
Le grandi mani di Renji erano lì, sopra le sue, ma una piccola apertura lasciava intravvedere
le fedi.
Rukia li osservò perdendosi in essi.
<< Ti amo Renji. >>
Mai tali parole risuonarono con tanta dolcezza, mai le fecero battere il cuore così forte,
mai lasciarono cadere lacrime più calde. Lui sorrise, si chinò e la baciò.
Un bacio leggero, ma carico di tutto l’amore, le speranze e le promesse.
<< Ti amo Rukia e ti amerò … sempre. >>
Ora erano marito e moglie.
Uniti nel più bel giorno della loro vita.


Era sempre stata una persona paziente …
<< Ehi aspetta … ! >>
… ma a tutto c’era un limite e la sua pazienza finiva dove cominciava l’idiozia e la
stupidità altrui. Nel caso attuale si trovava di fronte a una serie di sfortunati e alquanto
irritanti eventi. Kugo era sparito chissà dove e Ganju si era subito fiondato sul cibo senza
neanche chiedere grazie. Insomma una situazione che avrebbe fatto infuriare pure il più
santo dei bonzi.
<< Così mi rompi il polso … ! >>
Ah senza dimenticare Yoruichi …
<< Kukaku ti prego ! >>
La ignorò per la quinta volta superando l’ennesimo gruppo d’invitati intenti a rimpinzarsi
di sushi*. Nell’ampia spianata laterale del tempio, al confine col bosco, era stato allestito
un sontuoso banchetto ; trenta grandi tavoli finemente apparecchiati e ricolmi d’ogni
leccornia esistente. Si andava dagli antipasti, ai fritti, a piatti di pasta tenuti al caldo sopra
piastre fumanti, a ogni tipologia di sushi*. Più tardi sarebbero arrivati pure i dolci, così
avevano promesso i cuochi del Casato Kuchiki prima di rinchiudersi nelle cucine del
tempio, concetto ribadito a più riprese anche dai numerosi camerieri.
Ma non era certo la marea di pietanze ad averla spinta ( e a star trascinando Yoruichi ) in
mezzo alla folla d’invitati.
<< Kukaku … mi stai ascoltando ?!? >> protestò la Dea cercando di liberarsi.
<< Certo che sì ! >>
<< Beh senti … prima non sarebbe meglio congratularci con Rukia e Renji ? >>
Dietro di loro un brindisi si elevò fragoroso in direzione dei novelli sposi appena usciti dal
tempio.
<< No ! Abbiamo … hai altro a cui pensare adesso ! >>
Veloce fece saettare lo sguardo in tutte le direzioni. Destra, sinistra, avanti, indietro. Una,
due, tre volte … e finalmente lo vide ; Askin, in piedi qualche tavolo più in là, intendo a
chiacchierare con Mayuri, Nemu e Akon. Ma al contrario degli altri, non aveva ancora
toccato un chicco di riso ... ciò fu una conferma inequivocabile …
<< Eccolo ! Ora vai Yoruichi ! Non vedi … ti sta aspettando ! >> esclamò precipitandosi
dietro di lei e cominciando a spingerla.
L’amica oppose una strenua resistenza, le gambe premute in basso da fare da contrappeso.
<< Kukaku ! Aspetta ! Non essere avventata … >>
<< Avventata ? Vi siete ignorati finora ! Lo sto facendo per te ! >>
<< Okay ! Okay ! Vado ! Solo ... non spingermi ! >>
Parole accompagnate da un fremito che la fecero desistere dal proposito iniziale.
Sospirò, poggiando le mani sopra le scure spalle dell’altra. Con quel gesto Yoruichi prese
coraggio e guardò avanti, verso l’uomo a lungo desiderato. Pur non vedendola in viso,
Kukaku ne immaginò le guance solcate da un vivido rossore e le parve quasi di sentirlo,
il cuore rimbombarle nel petto. Per un attimo la mente tornò indietro, a un tempo passato,
quando le medesime sensazioni l’avevano travolta alla vista di Kugo, all'epoca giovane
Sostituto. Ripensò alle lunghe notti insonni passate a fantasticare su di lui, alle sensazioni
che, maturando dentro di lei giorno dopo giorno, avevano dato un nome al quel sentimento :
amore.
“ Per certi versi siamo proprio uguali … ” pensò circondandole il collo con un braccio.
<< Queste occhiaie non sono proprio il massimo … >> fece notare scherzosa << ... è da una
settimana che non dormi decentemente … ma non preoccuparti ! Sei bellissima ! >>
<< Du-due settimane … ! >> ammise lei abbassando lo sguardo.
Nella voce s’avvertiva palpabile tutta l’agitazione e il nervosismo.
<< Un’ulteriore conferma ... >>
<< Uh ? D-di cosa ?!? >> chiese stringendo le mani al petto.
<< Che sei innamorata ovvio ! Quando pensi a lui giorno e notte … quanto ti senti felice
solo camminando fianco a fianco … coraggio Yoruichi … è giunto il momento. Tranquilla,
andrà tutto bene. >>
Le iridi feline ebbero un sussultò, dopo di che la Dea tornò a guardare avanti e s'avviò
a piccoli passi. Kukaku rimase indietro, a osservare trepidante la scena. Ecco Yoruichi,
nel magnifico e attillato abito nero … ecco Askin congedarsi dai propri superiori per
andarle incontro … eccoli salutarsi, un saluto breve, velato dall’imbarazzo. Poi lui,
scosso da un’improvvisa scintilla di sicurezza, la prese per mano trascinandola nel
folto del bosco. Poco prima di sparire l’orecchino di Yoruichi brillò, simile a un magico
e muto ringraziamento.
<< Sii felice … amica mia. >>


Il vento risuonò selvatico tra le fronde della pineta, giungendo come una musica lontana sul
tempio. Al limitare della spianata, Kugo sorseggiava del sake* lanciando qualche occhiata
distratta alla folla, intenta a brindare ai novelli sposi appena usciti dal complesso di Muryokoin.
Non si aspettava di trovare un liquore così forte, persino per lui che lo reggeva bene.
Evidentemente Rukia e Renji avevano voluto aggiungere una carica alla cerimonia, e cosa
c’era di meglio per i più temerari se non festeggiare con una gara alcolica ? In ogni caso,
non era una curiosità culinaria ad averlo portato fin lì.
<< Allora … di cosa voleva parlarmi Comandante ? >>
Al suo fianco Kyoraku buttò giù l’ennesimo sakazuki* colmo di saké*.
<< Hai aspettavo il clamore del brindisi per non destare sospetti .., non ti smentisci mai,
Primo Sostituto >> annunciò poggiando il bicchierino sull’ampio tavolo.
Era già al terzo giro, non gli fu difficile immaginarselo a fine giornata, sbronzo e trascinato
da un’irritata Nanao Ise.
<< Nemmeno lei. Qualche occhiata nel cortile e appena m’allontano eccola qui … ma
voglio togliermi il sassolino dalla scarpa e godermi il matrimonio in santa pace >>
<< Oh … desideri arrivare subito al punto, molto bene ... >> e nel dirlo aveva ripreso il
sakazuki* insieme alla piccola brocca << … i tuoi progressi all’Accademia sono ben noti
e molti insegnanti scommettono che entrai nella classifica dei migliori dieci studenti.
Elogi a parte, desidero offrirti un posto nella mia Compagnia, mi mancherebbe giusto
un Quarto Seggio. >>
Che tali notizie giungessero alle orecchie del Comandante l’aveva intuito da tempo, in ogni
caso Kugo non era uno sprovveduto, stare in guardia era il primo passo per comprenderne
appieno le intenzioni.
<< … Da qui a 4 anni può sempre trovare una persona altrettanto valida. >>
<< Non mi dire che stai rifiutando ?!? >>
<< Mi sembra di averglielo già detto una volta … odio i favoritismi. >>
<< In effetti quella volta fui un po’ affrettato. Offrirti la carica di Capitano subito dopo la morte
di Yhwach non fu esattamente una mossa giusta … >> commentò bonario, poi con sguardo serio
continuò << … ma se avessi voluto favorirti mi sarebbe bastato irrompere durante una lezione.
No Ginjo, io credo nelle tue capacità, anche senza vedere un diploma stampato su bella carta. >>
Kugo gli lanciò un’occhiata di traverso.

- Si sta rivelando un ottimo Comandante ... sono sicura gli piacerebbe averti tra le sue file. -

Così aveva detto Yoruichi una volta. Inoltre Kyoraku sembrava sincero, ma aveva preso un
abbaglio se pensava di ottenere la sua fiducia così facilmente. No … occorreva qualcosa
… un patto a vantaggio di entrambi.
<< Quarto Seggio eh ? Beh … non v’è dubbio che, entrando nella Prima, lei si adopererebbe
di uno scudo non indifferente >>
<< Non ti sfugge proprio nulla >> commentò Kyoraku sollevando il bicchiere.
<< … Di quanti kan si parla ? >>
<< Oh … ! Nel caso del Quarto Seggio cinquemila al mese. >>
<< Uhm … allora è deciso. Farò domanda per la Prima. >>
<< Quindi … è bastato il mero lato economico per convincerti ? >>
<< Non fraintenda Comandante. Lo faccio solo per Kukaku. >>
Una velata sorpresa si fece largo nelle iridi dell’altro. Si zittì, agitando il sakazuki* e
fissando l’ultimo sorso di saké.
<< Dunque è vero … >> riprese a un certo punto << … intendi davvero sposarla e
riacquistare il titolo nobiliare. Il denaro non ti mancherà, l’Accademia Shinigami elargisce
un’ottima somma di kan agli studenti meritevoli ... ma permettermi di metterti in guardia >>
<< … Sono tutto orecchie. >>
<< Alla caduta degli Shiba in molti s'accaparrarono il monopolio sulle loro attività. Lupi
famelici che non molleranno la presa sul collo del povero agnello. Ti ostacoleranno in ogni
modo … corrompere i notai e il Consiglio sarà il primo passo … >>
Su certi ostacoli Kugo rifletteva da tempo, del resto è normale pensarle tutte quando di
mezzo c’è la felicità della persona amata. Adesso però gli stessi problemi erano appena
usciti dalla bocca di Kyoraku Shunsui. La soluzione era lì, servita direttamente su un piatto
d’argento. Deciso posò il sakazuki*, fece qualche passo e voltandosi infilò le mani in tasca.
<< E nel rispetto della sua posizione, come Comandante Generale e Capo di una Nobile
Casata, lei si premurerà che ciò non avvenga. Entrerò nella Prima ... in cambio dovrà
farmi questo piccolo favore … cacciare via i lupi voraci >>
Una proposta che nessun Comandante poteva rifiutare, sopratutto se lo stesso si rende
conto di essersi scavato la fossa con le proprie mani. Colpito in pieno, Shunsui cercò di
mantenere l’impeccabile compostezza, tradita però da un sorriso tirato.
<< Mi hai … letteralmente tolto le parole di bocca >>
<< Allora siamo d’accordo ? >>
<< … Certamente >>
<< La ringrazio dal profondo del cuore ... ! >> precisò giusto per rincarare la dose << Ora …
se non le dispiace torno da Kukaku. Buona giornata Shunsui ! >>
<< Grazie, anche a te. >>
Così, fischiettando, Kugo s’immerse nella folla. Tra i tavoli scorse Rukia e Renji, felici e
sorridenti. Tutti gli andavano incontro, chi congratulandosi, chi a consegnare il regalo di
nozze. Ancora qualche passo ed eccola, Kukaku, l’amore della sua vita, meravigliosa e
raggiante nel morbidissimo kimono* rosso, appositamente comprato per l’occasione.
I capelli finemente raccolti in una lunga e sottile treccia, il viso messo in risalto da preziosi
orecchini, sottili dischi di giada finemente decorati.
La raggiunse abbracciandola da dietro. L’amata sussultò e alzò il capo.
<< Ah ! Eccoti ! Si può sapere dov’eri finito ?!? >>
<< Piccola chiacchierata con Kyoraku … ma te ne parlerò più tardi >> rispose dandole un
baciò in fronte.
<< Uhm … beh ti sei appena perso il secondo evento della giornata ! >>
<< Oh … non mi dire ... >>
Vagò con lo sguardo e infine li scorse ; Askin e Yoruichi, mano nella mano, scomparire
nel fitto bosco.
<< Stamane era tutto teso e guarda ora come cammina spedito. Yoruichi non mi pare da
meno … uhm … quella camminata impacciata … mi ricorda qualcuno … >>
<< T-ti sbagli ! Ora non sono più così ! >> rispose Kukaku sentendosi chiamata in causa.
Nel dirlo incrociò le braccia. Un gesto innocuo e la voglia di baciarla crebbe all’istante.
<< In questo caso … urge un test ! >>
Veloce la girò stringendola fra le braccia e la baciò di nuovo, questa volta sulla bocca.
Fu un bacio impetuoso, lungo, caldo. Kukaku tremò annaspando contro le sue labbra, ma
in breve corrispose, passionale e dolce. A bacio finito la tesi si confermò ; guance tinte di
rosso uniti a un’espressione squisitamente confusa. Sì … da quel lato Kukaku era rimasta
la solita ; dolce e impacciata.
<< Quindi … soltanto quando siamo soli … ti trasformi in una tigrotta. >>
<< Co-cosa diamine fai ?!? Ci stanno guardando tutti ... ! >>
<< … E tu lascia che guardino. >>
In un secondo abbraccio quasi la inglobò nel petto. Da lontano pareva un gattone nero
raggomitolato intorno a un gomitolo di lama. Felice si scostò un poco accarezzandole
i capelli e … all’improvviso lo vide … la seta arancione aveva lasciato il posto a un candido
bianco ... un abito nuziale, simile a quello di Rukia ...
“ Sarai bellissima … ”
<< Eh ? Tutto bene Kugo ? Ti sei incantato o cosa ? >> chiese Kukaku scrutandolo coi curiosi
occhi verdi.
Deliziato dalla visione sciolse l’abbracciò.
<< Si, tutto bene. Vieni … se non sbaglio dobbiamo ancora congratularci con gli sposi >>
<< Giusto ! Speriamo Ganju non sia rimasto ad abbuffarsi ! >> sbuffò irritata.
<< Conoscendolo la vedo dura … ! >> aggiunse lui allegro.
Così s’avviarono mano nella mano. Intorno, voci e risate risuonavano gioiose, l’aria
piacevolmente fresca inondava i loro visi … poi, in un movimento leggero, quasi
impercettibile, le sottili dita di Kukaku si strinsero un poco attorno alle sue, a cui seguì
la sua voce, melodiosa e pizzicata dall’imbarazzo.
<< Kugo … ti voglio vestito così … al nostro matrimonio >>
<< Oooh … ! Non ci posso credere. Kukaku Shiba ha ceduto al fascino dell’uomo in
giacca e cravatta … ! >>
<< Beh … devo ammetterlo … stai bene vestito così … >>
<< Uhm … sono sexy ? >>
<< Molto … soprattutto … beh insomma hai capito ! >>
Kugo sorrise e lo sguardo ricadde sul prezioso anello di fidanzamento, su quella stella
preziosa che avrebbe continuato a illuminare il loro cammino.
<< Sì … te lo prometto, amore mio >>


Orihime era confusa. O forse confusa non era il termine adatto a descriverne il precario
stato d’amino. Camminava lentamente, al suo fianco Tatsuki e Riruka chiacchieravano
allegre, ma sia le loro voci sia le risate tutt’attorno giungevano ovattate. In quel continuo
sovrappensiero, lo sguardo ricadde su Ichigo, intento a parlare con Toshiro, Ikkaku e
Yumachika qualche tavolo più in là. In una frazione di secondo avvampò, esattamente
com’era successo poche ore prima, quando tutti si erano incontrati davanti alla Stazione
Centrale di Tokyo. Loro due, insieme a Tatsuki, Chad, tornato dagli Stati Uniti appositamente
per l’occasione, Keigo, Mizuiro, Yuzu e Karin. Tutti vestiti eleganti, come ogni matrimonio
esigeva. Quello di Rukia era in assoluto il primo a cui partecipava, al contrario di
Mizuiro, troppe volte invitato ai matrimoni delle numerose ex. La scelta dell’abito aveva
richiesto parecchio tempo, alla fine aveva optato per una lunga veste color crema. Però mai
… mai si sarebbe aspettata una simile eleganza da parte di Ichigo. Ora … l’amato si mostrò
nuovamente in tutta la propria sensualità, i muscoli esaltati dall’elegante completo scuro.
All’improvviso un’immagine s’impossessò della sua mente, veloce e violenta come una
tempesta. Lei, in un candido abito bianco, e oltre un lungo tappetto rosso, Ichigo l’attendeva
davanti all’altare. Divorata dalla vergogna la ragazza cercò riparo … sotto un tavolo.
Nell’ambrata luce del rifugio si sentì al sicuro, ma non ci volle molto che la tovaglia si
sollevò, rivelando i volti sbigottiti delle due amiche.
<< Hime … stai bene ? >> chiese Tatsuki.
<< Già ! È da prima che sei strana ! >> aggiunse tagliente Riruka.
Nell’ulteriore vergogna arretrò, infossandosi su se stessa come un cerbiatto impaurito.
Dopo una rapida occhiata, Tatsuki si fece avanti poggiandole dolcemente una mano sulla
spalla mentre in piedi una più nervosa Riruka cominciò a ricercare la causa dell’inusuale
comportamento.
<< È per via di Ichigo ? >> chiese la karateka.
<< Sì … >> rispose quasi per miracolo.
<< Ho capito ! È per colpa di Ichigo ! >> urlò Riruka fiondandosi al suo fianco.
<< Uffa ! Cerca di avere più tatto per una volta ! >> la rimproverò Tatsuki sedendosi.
<< Sono stata delicatissima invece ! E poi … per cosa dovrebbe imbarazzarsi Hime ? Avrà
immaginato Ichigo in abito da sposo, un lucente principe azzurro pronto ad accompagnare
la principessa all’altare. Sbaglio ? >>
Orihime rispose biascicando un debole sì, gli occhi fissi sul terreno erboso.
<< Ecco ! Ci ho azzeccato ! >>
<< Accidenti … così peggiori la situazione … ! Dai Hime, non agitarti … non c’è nulla di
male nell’immaginare certe cose >>
<< Di-Dici ? >> balbettò impacciata.
<< Beh … io non ho ancora trovato l’anima gemella …quindi posso solo supporlo ... >>
rispose, quasi ammettendo un limite << … ma tu sei fidanzata e ora sei qui ... al matrimonio
di Rukia. È normale fantasticare sul proprio futuro >>
<< Ehi ! Io non ho mai immaginato cose del genere con Shukuro ! >> intervenne Riruka
disgustata.
<< Chissà perché non avevo dubbi … >> commentò la migliore amica con tutta la pazienza
di cui era capace.
<< In compenso ho già in mente l’abito da sposa. Sarà bellissimo … >> cominciò a
descrivere l’altra con sguardo rapito << … lungo, con un’ampia spaccatura sul fianco,
pieno di rose viola e nere. E il tuo ?!? Il tuo come sarà Hime ?!? >>
Già … come sarebbe stato ?
Quell’immagine era apparsa fugace senza che avesse il tempo di concentrarsi sui dettagli,
ma adesso l’irruenza di Riruka e la premura di Tatsuki riuscirono a donarle un’inaspettata
sicurezza. Col cuore palpitante s’immerse nel buio. Lentamente l’abito prese forma
trascinato da una luce argentea ; sottili guanti di pizzo, una veste, bianca e liscia, ed infine
un velo a coprile il viso. In un attimo … ogni ansia sparì.
<< Il mio sarà lungo … e bianco >>
<< E basta ?!? Avanti mettici più fantasia ! >>
<< Ho sempre preferito le cose semplici … >> rispose sorridendo timidamente << …
Grazie ragazze. Ora mi sento meglio >>
<< Beh siamo qui per questo … >> disse Tatsuki cingendole le spalle.
<< Io … ecco … mi sono fatta prendere dal panico … pensavo fosse di cattivo gusto …
pensare a certe cose durante il matrimonio di un’amica … ma in fondo è come hai detto tu
Tatsuki, non c’è nulla di male nel fantasticare. E grazie a te Riruka, ora so come sarà il mio
futuro abito da … >>
<< Abito ? Di cosa stata parlando qua sotto ? >>
Il viso incuriosito di Ichigo fece capolinea oltre la tovaglia sollevata.
<< Nulla ! Affari tra donne ! >> gli rispose prontamente Riruka e sgattaiolò fuori, seguita
a ruota da Tatsuki e lei che, a sguardo basso, tentava in ogni modo d’evitarlo.
<< Lo stavate facendo ... lì ? >>
<< Esatto ! Si tratta di un club segreto ! “ Le ragazze sotto il tavolo ” ! Vietato l’ingresso agli
uomini, capito ?!? >> ribatté scherzosa Tatsuki mollandogli un leggero pugno sul braccio.
<< Accidenti ! Avete un’ottima body guard, dovrò stare più attendo la prossima volta ! >>
L’amato parlava ... eppure Orihime ne avvertiva lo sguardo addosso, come se i suoi occhi la
stessero letteralmente mangiando. Del resto Ichigo era diventato piuttosto intraprendente
negli ultimi mesi. Un coraggio acquistato nel tempo, con grandi scelte e rinunce. Grazie
alle parole di Ginjou-san ogni conto col passato era stato chiuso ; grazie alla propria
determinazione aveva rinunciato al ruolo di Sostituto e detto addio al Mondo Spirituale,
non prima di concedere a Grimmjow, nuovo Re degli Hollow, un’ultima sfida tra le pallide
dune dell’Hueco Mundo. Infine era arrivata ... la dichiarazione d’amore, il quattordici
Aprile dell’anno prima, passeggiando lungo la riva del fiume di ritorno da scuola.

- Io … desidero concentrarmi su questa vita … su me stesso … su noi due … -

Parole meravigliose, eternamente impresse nella sua memoria.
<< Beh spero non vi dispiacerà se vi rubo la Vice Preside >> esordì Ichigo.
<< Assolutamente no ! >> risposero complici Tatsuki e Riruka.
Rapita com’era da quel magico ricordo non s’accorse di nulla. La realtà tornò
prepotente appena l’erba lasciò il posto all’irregolarità e allo scuro del bosco.
Lui la teneva per mano, la festosità del banchetto risuonava lontana alla sue spalle,
come proveniente da un altro mondo.
<< Ichigo … dove stiamo andando ? >> chiese stupita.
Con un rapido movimento lui la catturò in un bacio impetuoso. Orihime sgranò gli occhi e
senza poter far nulla, si ritrovò incollata contro un albero, le labbra di Ichigo sulle proprie,
le mani ad accarezzarle le gambe, vogliose d'assaporare il calore della pelle.
Baci del genere erano diventati quasi la norma, baci a cui si stava pian piano abituando,
perché finora un imbarazzo le impediva d’immergersi subito in essi.
Poi arrivò come sempre … quella lieve pressione … e la lingua si fece strada nella sua
bocca. Orihime si lasciò trasportare, aggrappandosi con forza alla sua schiena.
Attimi eterni passarono, poi il bacio finì e nulla rimase se non un senso di leggerezza,
un lieve formicolio all’altezza della nuca, simile a un’ebbrezza alcolica.
<< Ah … Ichigo … >>
<< Avevo voglia di baciarti … >> sussurrò sensuale << … ora vieni … c’è una sorpresa … >>
Divorata dalla curiosità lo seguì senza porre domande. Risalirono il fianco dalla collina,
accompagnati dai raggi del sole che filtravano simili a lame oltre le rigide fronde dei pini.
Nulla s’udiva se non il rumore dei loro passi. Pochi minuti e il bosco lasciò il posto a una
piccola raduna. In mezzo a essa si stagliava una figura vestita di bianco.
La riconobbe all’istante e per poco non scoppiò a piangere.
<< Uryu … >> mormorò soffocando un singhiozzo.
Senza rendersene conto già correva tra gli alti fili d’erba, correva, il cuore traboccante di
gioia, le guance bagnate da calde lacrime. Corse e si aggrappò al suo collo, così forte che
per poco l’amico non perse l’equilibrio.
Uryu … Uryu era lì ! I severi abiti bianchi tipici dei Quincy, i lisci capelli neri, gli occhiali,
l’espressione confusa negli occhi blu … Sì ! Uryu era tornato … finalmente era tornato !
<< Non posso crederci ! Sei qui … ! Sei qui ! >>
<< … Inoue … mi stai soffocando … >> mormorò lui in un fil di voce.
<< Ah … che gioia ! Dove sei stato ?!? Dove sei stato ?!? Dimmelo ti prego … ! >>
<< B-beh ecco … la mia famiglia possiede una villa nell’Hokkaido … in questi anni ho
continuato gli studi da privatista mentre mio padre mi ha sottoposto a duri allenamenti …
in attesa che le acque si calmassero ... >>
Uryu mancava da Karakura da ormai più di due anni. Nessuno l’aveva più visto dopo la
sconfitta di Yhwach. Solo a Ichigo il giovane Quincy aveva confessato l’intenzione di
partire, il quale, comprendendo la necessità della scelta, non aveva protestato. Pochi giorni
dopo, a scuola era arrivata una lettera di trasferimento firmata dal padre, e ciò aveva messo
a tacere molte domande da parte di professori e compagni, tranne per Tatsuki, Keigo e
Mizuiro. Da allora nessuna notizia, messaggio o email, Ichigo e Chad avevano provato a
chiamarlo un paio di volte, ma il cellulare risultava sempre spento. Un silenzio colmato
dalla certezza di rivederlo, perché come le aveva confessato l'amato ;

- L’ha fatto per noi … l’ha fatto per proteggerci … -

Tutti lo sapevano … sapevano che prima o poi Uryu sarebbe tornato.
E ora eccolo lì, stretto a lei, nella più meravigliosa delle sorprese.
<< Ah … come sono felice di rivederti … ! Ci sei mancato tantissimo … ! >>
<< Mi ha chiamato ieri notte per annunciarmi il suo ritorno … >> disse Ichigo che nel frattempo
si era avvicinato << … insieme a Chad siamo andati a berci qualcosa, ma vista l’ora ho preferito
non disturbarti Hime. Tra una birra e l’altra è saltato fuori il matrimonio. Uryu ha deciso di
partecipare … anche se arrivando per vie traverse come vedi >>
<< Ehi ! Se non erro eri d’accordo anche tu ! >> protestò Uryu facendosi rigido.
<< Uh ? Su cosa ? >>
<< Tu e Chad dovete accertarvi dell’assenza di spie Shinigami ! >>
<< Sì … te l’ho scritto prima per messaggio, a parte i soliti noti, tutto a posto. Ora per favore,
rilassati … >>
<< Oh ! Scusa tanto se mi preoccupo per voi ! >>
<< Anche con Hime … cosa diamine era quella risposta così formale ? >>
<< Tsk ! Non sei cambiato affatto … stupido Kurosaki … >>
<< E tu sei sempre il solito perfettino, Quattrocchi … ! >>
In mezzo all’innocente battibecco Orihime si sentì al settimo cielo ; nonostante fosse passato
tanto tempo, tra loro non era cambiato nulla. Assolutamente nulla. In un moto di gioia li
strinse entrambi mentre calde lacrime continuavano a scendere sulle guance ormai rosse.
<< Siamo insieme ! Insieme ! Ancora non riesco a crederci ! >>
<< … Sì Hime … >> sussurrò felice Uryu scostandosi un poco << … abbiamo un sacco di
cose da raccontarci. Prima però … vado a congratularmi con gli sposi ! >>
Così i tre amici l’avviarono, mano nella mano.
Ora erano insieme, insieme come un tempo.
Sarebbero andati avanti … ad affrontare uniti le sfide della vita.


Facendo un paragone il banchetto nuziale ricordava una classica commedia romantica
americana ; tavolate lunghissime addobbate di mille delizie e sedie posizionate a piccoli
gruppi qua e là. Durante l’esilio gli era capitato d’incappare in film del genere, trovandoli
per la maggior parte noiosi e banali.
Anche quel matrimonio, nonostante il caloroso invito di Rukia e Renji, si stava rivelando
una noia mortale. Dopo tutte le formalità del caso ( presentarsi vestito bene, nel suo caso
un prezioso kimono* di seta blu, ed essersi congratulato coi novelli sposi ), il Capitano
dell’Ottava desiderava solo congedarsi e tornare nel Seireitei. Il Consiglio aveva da poco
formalizzato l’apertura di un secondo Istituto di Ricerca e stanziato i fondi per la costruzione.
Il sito era stato individuato nel Terzo Distretto, vicino a un palazzo circondato da un’ampia pineta,
nuova Sede della Compagnia, e lui, da bravo e futuro Direttore Scientifico, aveva tenuto una
serie di conferenze nell’Aula Magna dell’Accademia, esponendo gli argomenti che avrebbero
formato il primo corpus di ricerche. Complici il successo in Guerra e l’inaspettato ritorno
in scena, era stati tanti gli studenti accorsi a vederlo, chi spinto da vivo interesse, chi da
semplice curiosità. L’ottima impressione generale faceva sperare in un buon numero
d’iscritti già a Settembre, data prevista per l’inaugurazione del complesso.
Ma tra le rosee prospettive si celavano alcuni buchi neri : postille atte a migliorare processi
di formazione di alcune sostanze, processi chimici da correggere, la selezione delle attrezzature
ecc ecc …
“ Tante soddisfazioni e altrettante preoccupazioni ...”
Con questo pensiero Kisuke sedeva osservando distrattamente la folla, e rubacchiando di tanto
in tanto un pezzo di sushi* dalla barca posta sul tavolo.
Nella tiepida aria primaverile, sotto uno stupendo cielo azzurro, grida gioiose giungevano
ora più vicino, ora più lontane al passaggio degli sposi. Intravvide Rukia, nel candido abito
bianco, affiancata dall’amato Renji, reso ancora più imponente nel rigido kimono* nuziale.
Vicino stavano Ichigo, Orihime, Uryu e Chad, felici come non mai. Vagando con lo sguardo
scorse Hiyori, irruenta e selvatica, tormentare il povero Shinji, Hisagi, teso come una corda
di violino vicino alla provocante Rangiku, e Isane, intenta a chiacchierare con Zaraki,
mentre gli sguardi di sorella e Vice sembravano commentare il recente avvicinamento.
Isane e Zaraki … insieme al matrimonio ultimamente non si parlava d’altro nel Gotei 13, e
già in molti scommettevano sulla cessata ostilità fra le storiche Compagnia entro fine anno.
Come si dice, l’amore fa miracoli.
Eppure, nonostante l’allegria che traspariva da ogni angolo, quella sensazione d’isolamento
non accennava a diminuire. Chiuso nei propri pensieri, Kisuke rifletteva sul futuro, su
dilemmi scientifici e altre cose poco concerni un matrimonio di amici. Accantonarli e
immergersi nell’atmosfera festosa sarebbe stata la cosa più normale … tuttavia …
“ … quando mai è stato diverso ? ”
<< Kisuke … Kisuke mi stai ascoltando ?!? >>
Solo allora si ricordò di Tessai. Volse l’attenzione a sinistra.
Tessai Tsukabishi stava dritto sulla piccola sedia ( là dove ogni sedia risultava comunque
microscopica di fronte alla sua mole ), le gambe allargate, le braccia conserte, gli occhiali
a coprirne l’imperscrutabile sguardo. Da lontano pareva un oni* o un’altra creatura
mitologica a guardia di luoghi sacri. Una severità apparente, perché sotto sotto si stava
divertendo un sacco, a farglielo intuire fu una lieve nota acuta nella voce.
<< Oh … ! Scusami mi sono distratto … di cosa stavamo parlando ? >>
<< Uff ! Sei sempre il solito ... >> lo rimproverò scherzosamente l’altro scuotendo il capo
<< … riassumendo, se ti servono fondi per l’Istituto, il sessanta per certo posso metterli
senza problemi >>
<< Oh … grazie mille Tessai. Una preoccupazione in meno >>
Il Capo del Kidoshu scrollò le ampie spalle, com’era solito fare nei discorsi corposi.
<< Inoltre alcuni miei giovani apprendisti sono rimasti particolarmente colpiti dalle tue
conferenze. Faranno domanda per entrare nel Corpo di Ricerca appena sarà possibile.
Alcuni provengono da famiglie abbienti … allevatori di bachi da seta, tessitori, maestri
di bonsai, produttori di ceramiche … se riusciranno a convincere i capofamiglia avrai
ulteriori finanziamenti. Non male vero ? >>
<< Sì … non male davvero >> commentò senza troppo trasporto.
Abituato a risposte del genere, Tessai attese un paio di secondi prima di continuare.
<< Kisuke … stai pensando a lei ? >>
<< Ah … forse … >> e già aveva volto gli occhi lontano, fra gli alberi, là dove pochi minuti
prima Yoruichi era scomparsa insieme ad Askin.
Era stato quello a ridurlo in uno stato di apatia e fargli desiderare la fuga ? Non seppe
dirlo con certezza …
<< Beh … era giusto così. Era giusto lasciarla andare >> aggiunse accennando un sorriso.
> commentò l’amico con una vena d’ironia.
<< Oh … cioè ? >>
Tessai inclinò leggermente il capo, segno che s’apprestava a dire qualcosa d’importante.
<< Ti conosco da una vita e ... l’amore proprio non fa per te. Le tue scelte, i tuoi interessi,
sono mossi da altri fattori. Curiosità, interessi scientifici, sete di conoscenza, osare dove
nessun altro ha mai fatto. Fondare l’Istituto di Ricerca, ricreare invenzioni prendendo
spunto dagli studi di Tenjiro Kirunji e Kirio Hikifune, venire in possesso di informazioni
proibite sulla natura del Soul King e il Primo Conflitto contro i Quincy, creare l’Hogyoku,
risvegliare i poteri in un Figlio della Proibizione … di esempi ne avrei fino a domani
mattina. Come ti ripeto … l’amore non fa per te, perché anche sforzandoti non riusciresti
a comprenderlo. Del resto … tutti abbiamo i nostri limiti >>
Stranamente il discorso lo fece sentire meglio, là dove una persona normale si sarebbe
offesa senza troppi problemi. In fondo lui stesso si definiva strano e forse, come le parole
di Tessai lasciavano intendere, era proprio la sua intelligenza superiore a impedirgli di
comprendere il più meraviglioso dei sentimenti.
<< Quindi … eri a conoscenza di cosa provasse per me … >> commentò più mosso dalla
curiosità che da un reale interesse.
<< Come sapevo che tu non avresti mai detto le due fantomatiche parole. Ma ho preferito
tacere … anche quando la situazione stava prendendo un’altra piega. In fondo … tra noi
non c’è mai stato questo genere di confidenze >>
Nel silenzio che seguì Kisuke contemplò le spigolose sagome dei pini. Scure sotto il sole
del tardo mattino, parevano picchi di alte montagne scagliati contro l’azzurro del cielo.
Poi arrivò … l’immagine sorridente di Yoruichi … un sorriso magnifico che negli ultimi
mesi vedeva sempre più spesso. Dopo un agguato felino andato a segno, quando lui
andava a trovarla nella Sede della Compagnia o uscivano assieme. La Dea era raggiante,
solare, spensierata come non lo era mai stata in tutta la vita. La piccola visione lo fece
sentire meglio. Col cuore leggero, la mente sgombra, riportò l’attenzione su Tessai.
<< Hai fatto bene amico mio, del resto … tra noi sei sempre stato il più maturo ... >> ammise
allegro << … io e Yoruichi … beh … per certi versi non eravamo ancora cresciuti. Io …
continuavo a tenerla vicino ben conscio di suoi sentimenti … mentre lei … non riusciva a
vedere al di là di me ... >> si girò, versò un po’ di saké* nel sakazuki* e lo bevve tutto d’un
fiato e riprese il discorso << … ora ... che ci siamo liberati e per certi versi allontanati …
Yoruichi mi appare diversa. Riesco a vederne lati nascosti ... sfumature impercettibili del
carattere… la apprezzo … le voglio bene … mai … mai prima d’ora questo sentimento è
stato così forte. Ma tutto ciò … tutto ciò non è amore … e mai lo sarà. Lei è cambiata … e
anch’io lo sono ... >>
<< … Ti stai facendo nuovi amici >> suggerì l’altro quasi gli avesse letto nel pensiero.
Kisuke lo guardò mentre un’espressione serena si dipingeva sul viso.
<< Si … Askin e Kugo sono … davvero dei buoni amici >> e detto questo s’alzo, immergendosi
nella folla.
Tessai lo seguì. Sotto gli spessi baffi anche lui stava sorridendo.


“ La sua mano … è sempre stata così grande ? Così calda ? ”
Il pensiero la pizzicò per l’ennesima volta. Arrossì e porse lo sguardo in avanti.
Ormai aveva perso il conto … non sapeva quanto si fossero inoltrati nel bosco, ma Askin
era sempre lì, la schiena messa in risalto da un elegante completo nero, a guidarla attraverso
sentieri sconosciuti … verso un mondo tutto loro.
Gli occhi si persero in lui …
La mente si smarrì nel tepore di quel tocco innocente …
Eppure Yoruichi avrebbe voluto dirgli tante cose ; quanto le era mancato ... quanto lunga,
dolorosa e al tempo stesso bellissima era stata l’attesa ... quante volte l’aveva pensato in
grigie giornate d’inverno e sognato ogni singola notte, desiderosa del suo calore. Ma per
quanto si sforzasse le parole rimanevano intrappolate, incapaci di liberarsi da un tepore
che, passo dopo passo, l’avvolgeva sempre di più …
Guardò le loro mani, unite da un legame ora indissolubile.
Le guardò … e un’infinita commozione si fece largo in lei.
Le guardò … e capì non occorreva altro.
<< Yoruichi … >>
La sua voce arrivò, meravigliosa e suadente proprio come la ricordava …
Arrivò seguita dalle labbra, morbide e calde. Askin le regalò un bacio, un bacio breve,
dolce e al tempo stesso carico di tutto l’amore, l’attesa e il desiderio. Baciarlo … baciarlo e
perdersi in lui … ora voleva soltanto questo. Ma lui s’era già allontanato rimanendo a pochi
centimetri dal suo viso.
Il respiro … leggermente affannato contro la bocca … gli occhi, quegli occhi bellissimi d’un
viola intenso, si riflettevano nei suoi, preziose ametiste incastonate in luminosi topazi.
Si … Askin era bellissimo … bellissimo come sempre ...
<< Ecco … ora sei perfetta ... >>
Istintivamente portò la mano all’orecchio …
Al sinistro, prima vuoto, c’era l’orecchino … orecchino mancante …
Un singhiozzo e lacrime di pura gioia cominciarono a bagnarle le guance.
Ora era felice, felice di amare e di essere amata da un uomo meraviglioso.
L’imbarazzo era sparito …
Ora poteva dirlo …
<< Ti amo Askin. >>
Veloce lui la baciò di nuovo, e l’iniziale tenerezza lasciò presto posto alla passione. Fu lei
a ricercarla. Aprì la bocca aggrappandosi alla sua schiena, nel bisogno di un calore troppo
a lungo bramato. Askin la sollevò e prese ad accarezzarle la schiena, poi scese, paziente, sul
fondo-schiena e le gambe, regalandole scosse di piacere. Si baciarono a lungo finché i respiri
non divennero affannati. Sarebbe stato meraviglioso continuare … assaporare appieno
quell’intenso e peccaminoso piacere … eppure sapevano … sapevano non era il momento
né il luogo adatto. Ora bisognava assaporare altre parole, altri gesti. Sciolto il bacio, Askin
si sedette, le gambe incrociate. Lei era sempre lì, stretta a lui.
<< Ti amo Yoruichi … mi sei mancata … tantissimo ... >> disse accarezzandole i capelli.
In un moto di gioia s’infossò nel suo petto. Pochi istanti e le braccia di Askin la circondarono,
forti e protettive. Il cielo brillava azzurro oltre le verdi fronde degli alberi, in lontananza
alcuni passeri cinguettavano allegri … e in mezzo loro due, immersi n un mondo solo loro.
Yoruichi chiuse gli occhi immergendosi completamente in lui. Rimase stupita di quanto
grande fosse quella nuova e travolgente beatitudine, di quanto si sentisse felice al solo
baciarlo, all’udirne la voce e il battito del cuore …
“ Questa è la forza dell’amore … ora lo so … ”
<< Yoruichi … >> la chiamò lui leggiadro.
<< … Sì ? >>
<< Io … giuro di amarti e proteggerti. Ogni giorno. Con tutto me stesso >>
Frasi dolcissime, che tanto suonavano come una promessa di matrimonio.
Yoruichi lo baciò. Un bacio breve e carico d’amore.
<< Lo so Askin … lo so … >>
Così si unirono in un secondo e intenso abbraccio.
Ora erano felici. La vita gli avrebbe regalato gioie e dolori, dove momenti d’intensa felicità
si sarebbero trasformati in bellissimi ricordi, dove le notti di passione sarebbero diventate
eterne.
Perché ora erano insieme.
Insieme per sempre.





Glossario

*enwa :una sorta di veranda tipica delle tradizionali case giapponesi, può servire come
corridoio esterno o come comunicazione fra gli spazi interni ed esterni.
*kannushi : capo sacerdote nei tempi shinto.
*kimono : abito tradizionale giapponese sia maschile che femminile.
*kitsune : spiriti a forma di volpe della mitologia giapponese. Possono essere benevoli, come
le volpi bianche messaggere di Inari, oppure maligne divoratrici di uomini, che seducono
assumendo le sembianze di una bella donna. Più una kitsune è vecchia e saggia più code
possiede, fino a un massimo di nove.
*miko : sacerdotesse nei tempi shinto, spesso figlie del kannushi.
*Nii-san : fratellone.
*Onee-san : sorellona.
*oni : creature del folklore giapponese simili ai demoni e agli orchi occidentali. Sono divisi
in oni rossi e blu. I primi più aggressivi e violenti, i secondi più riflessivi e subdoli.
sakazuki* : una tazza bassa simile a una scodella in cui si beve il sakè.
*sake : liquore giapponese ottenuto dalla fermentazione del riso.
*senpai : compagno di lavoro o di classe più anziano
*shiromuko : abito da sposa indossato nei matrimoni shintoisti.
*sushi* : piatto tipico giapponese a base di riso insieme ad altri ingredienti come pesce,
alghe, vegetali o uova. Il ripieno può essere crudo, cotto o marinato e può essere servito
appoggiato sul riso, arrotolato in una striscia di alga, disposto in rotoli di riso o inserito in
una piccola tasca di tofu.






Tana Oscura :

Si ! Finalmente sono riuscita a pubblicarlo ! Perdonate il ritardo … ma ecco a voi l’ultimo Capitolo, non sapete quanto ciò mi renda felice !
Ho già detto cosa questa fic abbia significato per me ( vedere scorso commento ), quindi non dilungherò oltre e parto in fretta coi ringraziamenti !
Sinceri, immensi ringraziamenti a Hikari e Kosoala per il loro sostegno e Soumi25 per le sue future recensioni. Senza di loro sarebbe stato molto difficile andare avanti ! Quindi grazie ancora ragazze ! :D
Grazie a tutti coloro che hanno solo letto questa storia molto particolare, che la leggeranno, la apprezzeranno o la recensiranno :D

Dunque dunque … cosa ne pensate dell’epilogo ? E della storia in generale ? Vi sembra migliore del finale originale ? La domanda è rivolta a tutti, quindi non esitate a farmi sapere :D

Qui si chiudono molte questioni lasciate aperte.
Yushiro è finalmente riuscito a ribellarsi alle dure regole del Casato, Hisagi ha superato un’importante scoglio e la relazione con Matsumoto prosegue al meglio, Renji e Rukia si sono sposati, Kugo è riuscito a creare un terreno favorevole per il futuro matrimonio, Uryu è tornato, Kisuke aprirà ad aprire un suo Istituto di Ricerca e la sua empatia col mondo sembra essere aumentata, mentre Yoruichi e Askin si sono dolcemente riuniti.

Ah ! Scusate se la parte di Rukia e Yoruichi sono state corte, ma ho preferito condensare le loro emozioni in pezzi brevi piuttosto che dilungarmi con inutili descrizioni. Comunque nel matrimonio sono presenti alcune particolarità delle cerimonie shinto.

In molti si saranno stupiti di quante morti abbia messo tra gli Shinigami. Nel mio finale oltre a Yamamoto, Sasakibe, Unohana e Ukitake, se sono andati :

Kira, Rose, Kensei, Kirio Hikifune, Senjumaru Shutara, Tenjiro Kirinji, Oetsu Nimaiya,

Della Guardia Reale è sopravvissuto solo Ichibei. Un cambiamento che spero farà sembrare Yhwach meno stupido e l'élite Quincy con un minimo di senso.

Inoltre cosa ben più importante queste morti, in particolare di Kensei, Ukitake, Yama e Kira, hanno permesso la maturazione di nuovi personaggi, l’evolversi di nuovi rapporti, sia d’amicizia che d’amore … robe che nel finale e ...tanto meno nella Light Novel non sono così presenti ……. anzi in alcuni casi sono proprio nulle, o degenerano come i ruoli dati a Yoruichi ( insegnate all'Accademia Shinigami ) e Kisuke ( rimasto per random motivo nel Mondo Terreno ) ….. almeno a mio avviso.

Morti sensate ( anche per quanto riguarda Kira, Rose e Kensei ) là dove nel manga sono presenti parti dove s’intuisce la morte di tali personaggi. Ma poi nei mitici Capitoli 685 686 Kubo ha detto no ... facciamoli tornare in vita ! Oltre a non dare risposte su troppe questioni, bruciarsi personaggi, tecniche, colpi di scena … ha fatto un macello con le coppie ! Nel senso … far passere 10 anni e far vedere solo le IchiHime e RenRuki per me è stato veramente straziante. Bleach aveva tutte le potenzialità per finire col botto … ma invece il finale è stato quanto mai indecente.

Alla fine ho mantenuto un solo collegamento con We Do Knot Always Love You. Si tratta del trattamento riservato a Iba. Per quanto riguarda Can't Fear Own World ci sarà un altro piccolo collegamento ... ma niente di che, gli eventi principali della mia storia non si ricollegato a nessuna di esse ( come detto dell'intro. )

Finita questa piccola lamentela andiamo avanti ... !
Vi annuncio i miei progetti futuri … !

Nel seguente ordine ci saranno :

1) A partire da Giugno e per tutta l’estate : revisione della Storia Principale sia a livello stilistico, sia con l’aggiunta di alcune parti atte a renderla più completa, ma che non andranno a modificare l’insieme generale.

2) 2018 : scrittura e seguente pubblicazione degli Extra che comprenderanno tra le altre cose ; Battaglia Finale Alternativa, quindi il come Kugo, Ichigo e Uryu abbiano sconfitto Yhwach, più altre parti ... Extra dedicati alle coppie non approfondite nella Storia Principale ( Tranquilla Kosoala … vedrai finalmente il Re Panteroso <3 ).
In totale saranno 5.

Purtroppo dovrete attendere mi spiace ho bisogno di ricaricare le energie, così da renderli al meglio, ma tranquilli … ho già messo a scaletta gli eventi principali.

E detto questo … grazie, grazie ancora di cuore per avermi seguito fino alla fine. <3
Non esitate a recensire mi raccomando. <3

Un forte abbraccio a Hikari, Kosoala e Suomi25 :D

Buona fortuna per tutto, sia nella scrittura che nei vostri progetti :D

Elgas

   
 
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