DUE
CUORI E UNA
CAPANNA
Toshiko
Takenouchi e i signori Yagami erano appena atterrati
sull'isola di Okinawa.
Yuuko Yagami, la madre di Taichi continuava a singhiozzare.
-È
una cosa inaudita!- alzò la voce il signor Yagami.
-Perché
erano usciti a quell'ora? E dov'erano i responsabili?-
protestò la madre di Sora.
-Non
ci sono giustificazioni a tutto questo. Ci dispiace davvero.
Le ricerche continuano senza sosta, stanno smuovendo mari e monti,
faremo il
possibile per ritrovarli. Ci hanno inoltre appena avvertiti di un
gommone di
salvataggio mancante tra quelli attaccati allo yacht, ragion per cui
dobbiamo
mantenere la calma. Li ritroveremo.
***
Taichi si svegliò tutto sudato sotto quel sole cocente.
Sora non era accanto a lui, si alzò di scatto ma poi la vide
sulla riva. Stava
cercando di scrivere un SOS sulla sabbia con un pezzo di legno.
-Buongiorno.-
La salutò passandole accanto dirigendosi verso
l'oceano per poi sfilarsi la t-shirt bianca che risaltava il colore
scuro della
sua pelle, poi anche i jeans chiari strappati dalle ginocchia, e
immergersi in
quell'acqua limpida e cristallina.
Sora si bloccò a fissarlo.
Ahh... quella schiena e quel corpo da paura quanto le piacevano. Era
bello da
togliere il fiato. Lo aveva sempre guardato in quegli anni nonostante
quel
lungo silenzio che interferiva tra di loro.
Arrossì per i pensieri proibiti che fece la sua mente in
quell'istante. Decise
quindi di distogliere lo sguardo e continuare a scrivere il suo
messaggio sulla
sabbia.
Visto che non avevano modo di andarsene da quell'isola decisero di
attrezzarsi
per gestire meglio quella situazione. Costruirono insieme una capanna
con palme
e canne di bambù. Iniziarono le ricerche per trovare acqua,
legna e qualcosa di
commestibile. Per fortuna la frutta in quell'isola non mancava.
Riuscirono a
riempire in pochissimo tempo la sacca della ragazza di svariati tipi di
frutta
in men che non si dica.
Poi, un rumore attirò la loro attenzione, era qualcosa come
uno scroscio
d'acqua e loro avevano finito quell'unica borraccia che Sora aveva con
sé nella
sacca.
Seguendo il rumore arrivarono finalmente alla meta.
Qualcosa di stupefacente era davanti ai loro occhi: una laguna
meravigliosa
circondata da piante floreali dal colore roseo e un'immensa cascata che
scendeva da una maestosa roccia che faceva da conca circondando e
proteggendo
tutto quello spettacolo della natura.
Erano
ammaliati da quella bellezza naturale.
Dopo essersi dissetati Sora disse a Taichi che aveva bisogno di fare un
bagno,
e il ragazzo si apprestò a portare nella capanna tutti i
viveri che avevano
precedentemente racimolato. Per Sora quegli attimi furono un vero
toccasana.
Quel momento di relax toccò anche al moro, che dopo aver
accesso un fuoco
chiese il cambio a Sora.
Al
suo ritorno la ragazza aveva preparato un piccolo banchetto
fruttato. Aveva tagliato la frutta con il coltellino che Taichi teneva
sempre
nella tasca dei jeans, che fu utile nonostante la ragazza ancora doveva
capirne
il motivo di portare con se un accessorio simile.
Era riuscita a creare una composizione veramente bella: kiwi, banane,
frutti
della passione, ananas, papaia, mango e noci di cocco. E in
più aveva messo sul
fuoco il pesce che quel pomeriggio era riuscita a pescare
Taichi.
Aveva anche addobbato la capanna con dei fiori. Tutto sembrava
così
meravigliosamente perfetto.
Per un attimo si sentì quasi come se fossero una coppia di
sposini in luna di
miele su un’isola tropicale. E quell'idea in un certo senso
non le sarebbe di
certo dispiaciuta.
Quando
Taichi arrivò e vide tutto quello che Sora aveva fatto in
sua assenza rimase senza parole.
Ma
non appena si
accorse dell'imbarazzo e del rossore in viso della ragazza cercò
di alleggerire la situazione.
-Ho una fame assurda! Finalmente si mangia. Pancia mia fatti capanna!-
Tipica
frase del ragazzo che alla rossa provocò ricordi infantili
che non aveva mai rimosso.
E riuscì nel suo intento, poiché Sora si
rilassò subito e vedendo il moro che
si ustionava la lingua con il pesce appena tolto dal fuoco
scoppiò a ridere, suscitando
le risate anche dello stesso ustionato in questione.
Stavano passando una serata così bella che entrambi si
sentirono quasi in
colpa.
-Secondo te, stiamo sbagliando ad essere così tranquilli
mentre le nostre
famiglie saranno disperate della nostra scomparsa?- Il suo sguardo si
era
improvvisamente spento.
-E cosa dovremmo fare? Disperarci? Piangere? Deprimerci? La situazione
è già
critica di suo, Sora. Questo è l'unico modo per andare
avanti e diminuire la
tensione, non credi?-
-Sì, hai proprio ragione.- sorrise passandogli la frutta che
aveva
tagliato.
***
Erano
nella loro postazione notturna.
Quel letto fatto di foglie era diventato quasi comodo, o forse era
quello che
si sforzavano di credere entrambi.
Ma quella notte Sora continuava a girarsi e rigirarsi.
Non riusciva a prendere sonno.
-Va
tutto bene?- Chiese il moro che aveva notato tutti quei
movimenti.
-Non riesco a dormire.-
-Non sei la sola.-
Risero.
-Taichi, posso farti una domanda?-
-Spara.-
-Ecco… perché noi ci siamo allontanati
così di punto in bianco? O meglio perché
tu ti sei allontanato da me, e da tutti gli altri digiprescelti?-
Un magone allo stomaco si impossessò di lui. Non riusciva a
parlare. Cosa
avrebbe dovuto dirle che lei e Yamato gli avevano spezzato il cuore
mettendosi
insieme? No! Certo che non lo avrebbe fatto. Non in quel momento almeno.
Ma cos’altro poteva rispondere. Simulò un
finto colpo di sonno, iniziando
a fare finta di russare.
Sapeva che prima o poi sarebbe tornata sull'argomento, ma in quel
momento non
si sentiva pronto di parlarne.
-Non posso crederci, ti sei addormentato. Ok, come non detto.
Buonanotte
stupido di un Taichi.-
Si voltò dalla parte opposta, offesa e si sforzò
di addormentarsi una volta per
tutte.
Il finto addormentato se la rise sotto i baffi, le mancava essere
chiamato così
da lei, era l'unica che poteva farlo. E sentirselo dire dopo tutti
quegli anni
riaffiorò in lui tanti bei ricordi. Possibile che ancora
fosse innamorato di
quella ragazza che lo aveva ferito così tanto?
Dopo un po' si voltò verso di lei.
I capelli rossi un po' arruffati avvolti in uno chignon profumavano di
mare. L'istinto
e la voglia irrefrenabile di abbracciarla da dietro stava prendendo il
sopravvento,
ma decise di chiudere gli occhi e addormentarsi prima di fare
sciocchezze di
cui forse si sarebbe pentito subito dopo.
"...
so the world goes round and round
with
all you ever knew
They
say the sky high above
is
Caribbean blue...
...
if
every man says all he can,
if
every man is true,
do
I believe the sky
above
is
Caribbean blue..."
CARIBBEAN
BLUE - ENYA
NOTE
DELL'AUTRICE:
Eccomi
tornataaaa.. Con immenso ritardo. :(
Ma tra
il Carnevale e l'arrivo della
Primavera sono andata in vacanza con le idee..
XD
E
siccome questo capitolo non è stato lungo e soddisfacente,
diciamo che ho già scritto anche il prossimo che vi
posterò tra domani e dopo
domani per farmi perdonare.. Promesso!!!
Dunque,
i piccioncini già si sono sciolti per bene per far
succedere qualcosa in più. Quindi il capitolo 5
sarà il più importante e il più
completo! O almeno è quello che ho provato a fare.
Chiedo
scusa
per gli errori.
Grazie
a tutti voi che leggete, e recensite: EleCorti
AlwaysJohnlock Princess of wormoon e Usabelladream.
Grazie delle vostre bellissime parole.
E grazie a chi segue o ha messo tra i preferiti la storia.
😘
Wendy