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Autore: Mary Black    28/03/2017    8 recensioni
Ricordo d’aver vissuto gli ultimi giorni della mia vita senza mai trovare pace, senza più uno scopo. Sorridevo, parlavo, stringevo il mio bambino, baciavo mio marito... ma non ero davvero lì con loro.
Ero persa, lontana, in un altro mondo, in un universo pieno di ricordi, pieno di spine.
E ti cercavo, Sirius, persino allora. Persino alla fine.
[La storia è arrivata terza al contest "Flashiamo - II edizione" di _ Freya Crescent _. Ha inoltre vinto il Premio Pathos.]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Paciock, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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La storia è arrivata terza al “Flashiamo - II edizione” di _ Freya Crescent _.
Ha inoltre vinto il Premio Pathos.

 

Fino alla fine

 

Ricordo d’aver vissuto gli ultimi giorni della mia vita senza mai trovare pace, senza più uno scopo. Sorridevo, parlavo, stringevo il mio bambino, baciavo mio marito... ma non ero davvero lì con loro.
Ero persa, lontana, in un altro mondo, in un universo pieno di ricordi, pieno di spine.
E ti cercavo, Sirius, persino allora. Persino alla fine.

*

Il giorno in cui tutto m’è crollato addosso lo ricordo bene. Era autunno, le foglie cadevano dagli alberi in vortici lenti – spirali d’oro e rosso oltre le tue spalle tese, nei miei ricordi ti sentivo ridere come se fossi lì con me.
Ero arrabbiata con te. Non riuscivo a non odiarti, almeno un po’, per la relazione che m’avevi convinta ad avere. Ti detestavo perché non m’avevi mai considerata prima, a scuola, quando ti guardavo da lontano, timida, impacciata, per nulla eroica. Una parte di me non ha mai accettato di non essere riuscita ad attrarre la tua attenzione finché non sono diventata un’Auror, un membro dell’Ordine, una donna coraggiosa – mentre io ti desideravo da sempre.

La prima volta che m’hai notata avevamo appena sconfitto un gruppo di Mangiamorte. Frank era in missione altrove, tu ti sei avvicinato con quell’aria indolente, sfacciata. Hai aspettato che fossimo soli per sbattermi al muro e consumare la mia bocca.
Non hai nemmeno dovuto chiedere. E io ti ho amato per questo.

Ricordo che, quella mattina d’autunno, ero nervosa, irritata. Smaniavo dalla voglia di spegnermi tra le tue braccia, di sentire la tua bocca su di me. Sognavo il prossimo incontro, il tuo sorriso insolente, i tuoi occhi d’argento sempre un po’ troppo freddi.

Ricordo che i tuoi amici disapprovavano quando, ridendo, scappavamo insieme – io ero sposata e loro stimavano mio marito. Una parte di me sapeva ch’era sbagliato, ma tu... tu eri essenziale.
Eri come un sogno ad occhi aperti. Mi facevi sentire preziosa, nel modo ch’avevi di sfilarmi i vestiti, di mordermi le spalle nude, d’affondare le dita tra i miei capelli chiari.
“Alice.”
“Sirius.”
“Non ti lascerò mai andare via.”
Mi facevi sentire unica al mondo.


Guardavo Frank cucinare per me e l’unica cosa a cui riuscivo a pensare erano le tue labbra perfette, la linea della tua mascella.

Ricordo che non sopportavo più d’essere una traditrice, d’ingannare un uomo buono, che m’amava.
Tu m’osservavi con gli occhi freddi di sempre.
“Vattene, se vuoi.”
Sussurravi ed era come se urlassi.
“Sirius.”
“Alice.”


Poi è scoppiato il caos.
Il messaggio dell’Ordine, i Potter massacrati, Voldemort scomparso, il piccolo Harry salvo, la gioia, il sospetto, il dolore – e quel ronzio come d’api assassine “è stato Black, è stato lui, lui li ha traditi”.
Ricordo che, in quel momento, ho desiderato distintamente di sparire.
Sono stata accontentata fin troppo presto.

*

Ricordo che la sentivo gridare dietro la porta, la sentivo ridere. Bellatrix era inconfondibile anche attraverso muri di cemento e incantesimi di protezione.
Era la fine. Io e Frank avremmo combattuto, ma non avevamo davvero una possibilità. Il mio unico sollievo era sapere che Neville sarebbe stato bene.
Quando piombarono nella stanza, l’ultima cosa che pensai fu che avrei dovuto dirti almeno una volta
di non aver mai amato nessun altro così.



Note dell’Autrice
Allora, non ho moltissimo da dire su questa storia, devo solo chiarire un paio di punti:
- la frase finale, spezzata in quel modo, sta ad indicare che Alice non ha avuto modo di concludere il pensiero nemmeno nella sua testa, perché Bellatrix l’ha attaccata e non ha smesso di torturarla finché non è completamente impazzita… per cui quel pensiero non sarà mai finito, resterà sempre sospeso come una condanna.
- può sembrare magari poco IC che Alice non pensi solo a suo figlio negli ultimi momenti, ma vorrei sottolineare che l’ho pensato possibile per tre motivi: 1) il bambino è al sicuro, 2) la faccenda di Sirius è successa da poco tempo, ed è ancora scossa, 3) come spero si intuisca, lei si sente già sconfitta in partenza.
- ho lasciato apposta in sospeso la questione “lo crede colpevole o innocente” a discrezione del lettore, ma ho lasciato degli indizi sulla mia opinione (innocente): il fatto che comunque pensi ancora a lui, lo desideri, e che sia così depressa (ritengo che se l’avesse ritenuto colpevole sarebbe stata più che altro arrabbiata, con lui e con se stessa). Come ho detto, però, possono andare bene entrambe le interpretazioni: quando una persona è così innamorata di un’altra, può perdonarle davvero cose atroci!
- non so se può essere di qualche interesse, ma la storia è raccontata da Alice dopo la sua morte. Un po’ come il film “Amabili resti”!
Spero vi sia piaciuta!

Mary

  
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