La storia è
arrivata terza al “Flashiamo -
II edizione” di _ Freya Crescent _.
Ha inoltre vinto il Premio Pathos.
Fino
alla
fine
Ricordo
d’aver vissuto gli ultimi giorni della mia vita senza mai trovare pace,
senza
più uno scopo. Sorridevo, parlavo, stringevo il mio bambino, baciavo
mio
marito... ma non ero davvero lì con loro.
Ero persa, lontana, in un altro mondo, in un universo pieno di
ricordi,
pieno di spine.
E ti cercavo, Sirius, persino allora. Persino alla fine.
*
Il giorno in cui tutto m’è crollato addosso lo ricordo bene. Era
autunno, le
foglie cadevano dagli alberi in vortici lenti – spirali d’oro
e rosso oltre
le tue spalle tese, nei miei ricordi ti sentivo ridere come se fossi lì
con me.
Ero arrabbiata con te. Non riuscivo a non odiarti, almeno un po’, per
la
relazione che m’avevi convinta ad avere. Ti detestavo perché non
m’avevi mai
considerata prima, a scuola, quando ti guardavo da lontano, timida,
impacciata,
per nulla eroica. Una parte di me non ha mai accettato di non essere
riuscita
ad attrarre la tua attenzione finché non sono diventata un’Auror, un
membro
dell’Ordine, una donna coraggiosa – mentre io ti desideravo
da sempre.
La
prima volta che m’hai
notata avevamo appena sconfitto un gruppo di Mangiamorte. Frank era in
missione
altrove, tu ti sei avvicinato con quell’aria indolente, sfacciata. Hai
aspettato che fossimo soli per sbattermi al muro e consumare la mia
bocca.
Non hai nemmeno dovuto chiedere. E io ti ho amato per questo.
Ricordo
che, quella mattina d’autunno, ero nervosa, irritata. Smaniavo dalla
voglia di
spegnermi tra le tue braccia, di sentire la tua bocca su di me. Sognavo
il
prossimo incontro, il tuo sorriso insolente, i tuoi occhi d’argento
sempre un
po’ troppo freddi.
Ricordo
che i tuoi amici
disapprovavano quando, ridendo, scappavamo insieme – io ero sposata e
loro
stimavano mio marito. Una parte di me sapeva ch’era sbagliato, ma tu...
tu eri
essenziale.
Eri come un sogno ad occhi aperti. Mi facevi sentire preziosa, nel modo
ch’avevi di sfilarmi i vestiti, di mordermi le spalle nude, d’affondare
le dita
tra i miei capelli chiari.
“Alice.”
“Sirius.”
“Non ti lascerò mai andare via.”
Mi facevi sentire unica al mondo.
Guardavo Frank cucinare per me e l’unica cosa a cui riuscivo a pensare
erano le
tue labbra perfette, la linea della tua mascella.
Ricordo
che non
sopportavo più d’essere una traditrice, d’ingannare un uomo buono, che
m’amava.
Tu m’osservavi con gli occhi freddi di sempre.
“Vattene, se vuoi.”
Sussurravi ed era come se urlassi.
“Sirius.”
“Alice.”
Poi è scoppiato il caos.
Il messaggio dell’Ordine, i Potter massacrati, Voldemort scomparso, il
piccolo
Harry salvo, la gioia, il sospetto, il dolore – e quel ronzio
come d’api
assassine “è stato Black, è stato lui, lui li ha traditi”.
Ricordo che, in quel momento, ho desiderato distintamente di sparire.
Sono stata accontentata fin troppo presto.
*
Ricordo che la sentivo gridare dietro la porta, la sentivo ridere.
Bellatrix
era inconfondibile anche attraverso muri di cemento e incantesimi di
protezione.
Era la fine. Io e Frank avremmo combattuto, ma non avevamo davvero una
possibilità. Il mio unico sollievo era sapere che Neville sarebbe stato
bene.
Quando piombarono nella stanza, l’ultima cosa che pensai fu che avrei
dovuto
dirti almeno una volta –
di non aver mai amato nessun altro così.
Note
dell’Autrice
Allora, non ho
moltissimo
da dire su questa storia, devo solo chiarire un paio di punti:
- la frase finale, spezzata in quel modo, sta ad indicare che Alice non
ha
avuto modo di concludere il pensiero nemmeno nella sua testa, perché
Bellatrix
l’ha attaccata e non ha smesso di torturarla finché non è completamente
impazzita… per cui quel pensiero non sarà mai finito, resterà sempre
sospeso
come una condanna.
- può sembrare magari poco IC che Alice non pensi solo a suo figlio
negli
ultimi momenti, ma vorrei sottolineare che l’ho pensato possibile per
tre
motivi: 1) il bambino è al sicuro, 2) la faccenda di Sirius è successa
da poco
tempo, ed è ancora scossa, 3) come spero si intuisca, lei si sente già
sconfitta in partenza.
- ho lasciato apposta in sospeso la questione “lo crede colpevole o
innocente”
a discrezione del lettore, ma ho lasciato degli indizi sulla mia
opinione
(innocente): il fatto che comunque pensi ancora a lui, lo desideri, e
che sia
così depressa (ritengo che se l’avesse ritenuto colpevole sarebbe stata
più che
altro arrabbiata, con lui e con se stessa). Come ho detto, però,
possono andare
bene entrambe le interpretazioni: quando una persona è così innamorata
di
un’altra, può perdonarle davvero cose atroci!
- non so se può essere di qualche interesse, ma la storia è raccontata
da Alice
dopo la sua morte. Un po’ come il film “Amabili resti”!
Spero vi sia piaciuta!
Mary