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Autore: EcateC    30/03/2017    7 recensioni
Prendiamo un mondo in cui Lord Voldemort abbia vinto la seconda guerra magica.
Prendiamo un mondo in cui i Mezzosangue siano ridotti in schiavitù, i maghi non possano avvicinarsi ai babbani e il potere sia tutto concentrato nelle mani di un unico, indifferente, dittatore. Di questo mondo Lord Voldemort è il capo indiscusso ma, pur avendo ottenuto tutto, c’è ancora qualcosa che gli manca e che non può avere: Bellatrix e Nagini, le sue fedelissime alleate, che sono cadute in battaglia e non possono più tornare.
Per fortuna, però, c'è una nuova, piccola, aspirante recluta… (Doppio Pov, alternato tra Voldemort e Delphini)
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Delphini Riddle, Voldemort | Coppie: Bellatrix/Voldemort
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Anno 2002, Voldemort’s Pov
 
 
Come è placida la vittoria. 
Silenziosa, inebriante e a tratti malinconica. Mai avrei creduto che assumesse caratteri simili, pensavo che la gioia di aver finalmente ucciso il ragazzo Potter sarebbe stata totalitaria e imperitura. E per un certo tempo lo è stata, ma è durato troppo poco.
Ora sono subentrati altri problemi, la pace che ho tanto bramato talvolta diventa un'utopia lontana e il silenzio intorno a me si fa asfissiante, quasi tombale, ma come cerco di combatterlo, ecco che arriva lei. 
Una creatura piccola, inerme e inutile, talmente pura e delicata che sembra fatta di cristallo. 
Eppure, è l’unica compagnia che riesco a tollerare, l’unica persona che sopporto e che non desidero uccidere. Ancora non mi è chiaro il perché.
Ma non sono io a chiamarla, è lei che viene da me e mi cerca e mi osserva, proprio come faceva sua madre. Entra di soppiatto nei miei alloggi e si mette in un angolo senza proferir parola, e in questo mi ricorda Nagini e la sua compianta discrezione.
La guardo, ora è sdraiata prona sul pavimento gelido, vicino al fuoco come amava stare… Sì, come amava stare Bella. Ma è molto più quieta, Delphi, e silenziosa. Molto più simile a me di quanto mi sarei aspettato.
-Cosa stai disegnando?- le domando, anche se non mi interessa realmente.
-Un gattino- mi risponde, con quella sua vocetta da bambina. Mi stranisce questa sua fissazione per i felini, ma non voglio entrare nel merito delle sue scelte.
-Un altro?-
-Sì, ma questo è diverso perché è bianco e nero- pare convinta di quello che dice -Quello che ho fatto ieri era viola-
-Non esistono i gatti viola- puntualizzo, e il solo dire una quisquilia del genere basta per irritarmi.
Ma Delphini cessa di pitturare, si gira e mi guarda in volto. Potrei giurare che è risentita.
-Ma Trixie ha detto sì…- lamenta infatti, osando contraddirmi. 
Quella stupida elfa! Infarcisce la bambina di informazioni non veritiere, vedrò di disfarmene il prima possibile.
-Trixie sbaglia- le rispondo gelidamente.
-Ma mi ha raccontato una storia bellissima, dice che i gatti viola stanno sopra i tetti…-
-BASTA!- la ammonisco, alzandomi in piedi - A chi dai ascolto, Delphini? A tuo padre o a un elfo domestico!?-
-A mio padre- risponde prontamente
-E allora perché mi contraddici!?-
-Scusa, non lo faccio più…-
Impugna e stropiccia talmente forte l’orlo del vestitino che quasi se lo porta sopra le ginocchia. 
-Vedremo- le dico solo, per non spaventarla ulteriormente. Ha l’animo così tenero, mi basta alzare la voce per mortificarla più del necessario.
No, non somiglia a me. Io non sono mai stato così. Spero che questa sua tenerezza cessi col passare degli anni, attualmente ne ha solo cinque, conto che sia dovuto a questo. Anche la maniera informale con cui si rivolge a me… Quel tu mi disturba, ma per ora non posso pretendere diversamente. 
-Torna dov’eri-
Annuisce e si allontana colle spalle incassate. Ancora mi sorprendo di come io riesca a sopportarla.
In realtà, penso di saper rispondermi. Il mondo, purtroppo, ha scoperto della sua esistenza e ora sta a me tutelarla da ogni pericolo. Delphini costituisce il bersaglio perfetto, e i miei nemici non accennano a diminuire.
Finche sta qui, non corre nessun pericolo.
-Padre?-
-Cosa vuoi?-
-Ma è più forte un gatto o un pavone?-
Certo, a meno che io non perda la pazienza.
 
 
 
 
 
4 anni dopo, Delphini's pov
 
Ho un vestito nuovo bellissimo. Me l’ha comprato Narcissa, è color grigio perla e ha dei morbidi inserti in pelliccia di ermellino.
Purtroppo non c’è mai il sole, perché avrei anche un bellissimo ombrellino para luce intonato perfettamente a questi colori perlacei. Va be’, poco male.
Mio padre invece si veste sempre e rigorosamente di nero. Una volta ho provato a chiedergli il perché, ma si è innervosito. Basta un niente per farlo innervosire. Io vorrei solo parlargli, piacergli, ma non ci riesco…
Anche adesso che stiamo attraversando Diagon Alley, lui è come sempre davanti e io in mezzo ai Mangiamorte. 
-Antonin?- chiamo Dolohov, quello che mi sta sempre di fianco.
-Ditemi, signorina-
-Posso andare davanti?-
-Temo di no, signorina-
-Ma perché? Io sono l’Augurey, devo!-
-L’Oscuro Signore mi ha dato ordine di tenervi qui, signorina…-
Non è giusto, mi sono fatta tutta bella per niente. Incrocio le braccia in segno di protesta e giro il capo di lato, ma così facendo incrocio lo sguardo con quello di un negoziante. Costui lo abbassa e si inchina, naturalmente.
Oggi è la festa in onore di mio padre, il Voldemort’s day, e mentre sfiliamo per la parata in città tutti gli abitanti sono in piedi davanti alle loro porte, col capo chino e la bacchetta per terra. Sembrano così poveri, così depressi… Come fanno a indossare simili tuniche sporche, mi chiedo io? Mi disgusto solo a vederli.
-Antonin?-
-Ditemi-
-Ma perché questi maghi sono così brutti e poveri?-
-Signorina, non sono poveri, siete voi che siete molto ricca-
-Oh… Davvero?- gli rispondo, per nulla sicura di quello che ha detto -A me non sembra-
-Ve lo garantisco-
-E perché sono tristi?-
-Più che tristi, direi impauriti-
Anche questa risposta non mi convince. Lo dirò a mio padre, gli dirò di prendere dei provvedimenti perché Antonin dà sempre delle risposte poco convincenti. 
-E la paura rende anche brutti, oltre che tristi?- gli chiesi, ma notai che lui e il Mangiamorte alla mia sinistra osarono sorridere
-Ridete forse di me!?-
-No, signorina, non oseremo mai, ma crediamo sia arrivato il momento di tenere la bocca chiusa-
Già, quando il Signore Oscuro parla, tutti devono tacere. A volte, però, vorrei essere io parlare al suo posto… Cioè, mi piacerebbe tanto parlare con lui, solo con lui. Non capita quasi mai, io lo infastidisco e dubito che gli piaccia parlare con me. In realtà temo che non piaccia a nessuno, i Mangiamorte fanno i gentili solo perché sono obbligati e Astoria e Draco non vengono mai col piccolo Scorpius, hanno talmente paura di mio padre che si dimenticano di me.
In effetti mio padre fa paura a tutti, ma non capisco il perché. Sì, lui è molto forte, e poi ha la faccia magica che forse fa un po' paura, ma io non ho la faccia così, credo…
-Antonin?-
-Signorina, per cortesia…-
-Solo una domanda! La mia faccia fa paura?-
-Come?-
-La mia… Ops, mio padre ci ha visto-
 
 
 
2 anni dopo, Voldemort pov
 
 
Non manderò Delphi a Hogwarts, sarebbe un inutile spreco di tempo. Mi occuperò personalmente della sua istruzione, proprio come feci … Sì, proprio come feci con Bella.
Già, Bella.
Ancora non l’ho perdonata per quello che ha fatto, non la perdonerò mai. Io non conosco il perdono, ma in questo caso arrivo perfino a rinnegarlo.
Molly Weasley… No, non la perdonerò mai. Se ci ripenso, l’ira è talmente tanta che mi infiamma e mi acceca. Ma come è potuto succedere, oltretutto di fronte ai miei occhi? Come ha potuto lasciarsi colpire così? Il pensiero che abbia voluto morire non mi abbandona.
-Padre, mi permettete?- 
-Entra-
Per una volta la bambina entra al momento giusto. Che sciocchi rimpianti, cosa me ne importa di Bellatrix? Mi ha reso servizio e ha fatto quello che doveva, adesso che la guerra è finita non mi servirebbe più a niente. Sarebbe solo fonte di irritazione, come Delphi, dalla cui espressione deduco che ha un’ennesima richiesta da sottopormi.
-Cosa hai da chiedere?- le domando direttamente, senza aspettare che parli.
-Ecco, io… Credo, cioè, speravo di…-
-Non balbettare-
-Mi piacerebbe tanto andare a Hogwarts-
Questa richiesta mi sorprende più che mai. Non capisco, non esiste mago più competente al mondo di me. Sua madre poi avrebbe venduto l’anima al diavolo per passare più tempo con me, perché sua figlia dovrebbe comportarsi diversamente?
-E per quale motivo?-
-Beh, mi piacerebbe incontrare degli amici, insomma, non ho mai avuto un vero amico e mi piacerebbe averne uno-
-Un vero amico?- 
-Intendevo amica, ehm, un’amica femmina, padre-
Ecco che mi fa adirare di nuovo. 
-Non se ne parla. Ora vattene, non ho altro tempo da dedicarti-
-Ma…-
-Ho detto fuori!- alzo la voce e lei fa l’offesa, mi guarda male con gli stessi occhi neri e fiammeggianti di Bellatrix, e poi si precipita verso la porta. 
Se la sbatte, giuro che… L’ha sbattuta. Ora mi sente.
-Delphini! Torna qui!!-
 
 
 
 
2 anni dopo,  Delphini's Pov
 
 
Hogwarts non mi piace.
 
All’inizio mi divertivo, mi trattavano tutti come una principessa e mi concedevano numerosi privilegi, come una camera singola, lezioni private e libri gratis. E questo mi piaceva, piacerebbe a tutti, però… Sì, c’è un però. 
Mi sono sempre sentita un po’ esclusa e non ho mai trovato un amico degno di questo nome. 
Solo i professori (che sono sempre dei Mangiamorte di mio padre…) si fermavano a parlarmi e sembravano simpatici, ben disposti nei miei confronti, ma con i miei coetanei è stato veramente un disastro.
Appena arrivavo io, loro smettevano improvvisamente di parlare, oppure cambiavano subito argomento come se fossero intimiditi dalla mia opinione. Noto queste cose, percepisco la paura nei loro occhi e la tensione nella loro postura.
Ma negli ibridi e nei pentiti, per assurdo, questa mia sensazione diminuiva esponenzialmente.
Louis Weasley ad esempio è un ibrido, per cui non gli sarebbe concesso di parlarmi. E dico sarebbe perché, malgrado il divieto, egli non solo mi parlava, ma osava perfino avvicinarmisi con scuse di dubbio gusto; stessa cosa è valsa per Nikolay Krum, Victorie e Dominique Weasley. Costoro sono tutti ibridi, ma essendosi pentiti e avendo magicamente giurato eterna fedeltà a mio padre e al suo regime, possono frequentare un corso marginale a loro dedicato. Naturalmente non stanno in classe con i maghi come me, sono troppo inferiori.
Ebbene, un giorno Teddy Lupin, un altro figlio di ribelli di cui ignoravo bellamente l'esistenza, mi ha fatto una scenata e ha osato rinfacciare a me la morte dei suoi genitori, dicendomi che mia madre era crudele e che li aveva uccisi ingiustamente solo per il gusto di farlo.
Io naturalmente ho negato ma lui continuava a calunniarla, dimostrando una sicurezza disarmante. Per fortuna sono intervenuti i Mangiamorte e l’hanno fatto tacere, ma tutto questo mi ha toccato profondamente, perché la verità è che io non so niente di mia madre e ogni volta che ho provato a chiedere informazioni, Narcissa e Draco sviavano subito l’argomento. Mentre mio padre… Beh, non ho mai avuto il coraggio di chiedergli qualcosa. 
Dopo ho cercato conforto nei professori, cioè i Mangiamorte, cioè i miei unici amici.
-Mi madre non era un’assassina…-
-Certo che no, signorina Delphi- mi consolò Amycus, che sembrava seriamente preoccupato -Faceva solo ciò che riteneva più giusto per la purezza del sangue, come noi-
-Siamo forse cattivi, noi?- continuò Alecto, e io scossi subito la testa. 
-Signorina, io credo… Noi crediamo che sia meglio non avvertire il Signore Oscuro di quanto è successo, ecco, noi riteniamo che sia una… Una inezia di quelle che capitano fra voi giovani, non mi sembra il caso di adirarlo per così poco…- 
-Va bene, ragazzi, non dirò niente- li tranquillizzai, so quanto può essere suscettibile Lord Voldemort -Però voglio tornare a casa-
Non voglio fare la figura della figlia morbosa, però giuro che sento la sua mancanza.
Aveva ragione fin dal principio, non dovevo venire a Hogwarts, non è il posto per me. 
Gli scrissi pertanto che volevo tornare tornare a casa il prima possibile e l’indomani mattina, invece di trovarmi una missiva di risposta, c’era già una carrozza nel cortile ad aspettarmi. Lui è così, si esprime più con i fatti che con le parole.
Ma ora è giunto il momento per me di sapere. Voglio conoscere mia madre, voglio sapere tutto di Bellatrix e voglio che me ne parli lui. Chi potrebbe conoscerla meglio di lui? Era la sua… La sua… Ma cos’era lei per lui? Non me lo sono mai chiesta a dire la verità.
So che era la sua migliore Mangiamorte, ma non poteva essere solo questo, non conoscendolo. Ma se fossi nata per un ‘incidente’? Se non mi avessero mai realmente voluto? L’idea mi rattristerebbe. Mi sono sempre sentita un peso per lui e probabilmente lo sono davvero, probabilmente non dovevo neppure nascere.
Ma quando arrivai a casa e mio padre non c’era, la mia convinzione di chiedergli informazioni scemava ogni minuto di più. Non appena lo vidi rincasare gli andai comunque incontro, anche se con lui c’erano due soggetti che non conoscevo. Uno di loro era davvero mal ridotto, magro fino all’osso e con la barba incolta… Rimasi stupita del fatto che non avesse il marchio mudblood nel braccio, perché non poteva che essere un prigioniero prelevato dai campi dei ribelli.
-Padre!- lo salutai comunque vivacemente, ma lui mi fece cenno di tacere. Doveva conversare con quei due reietti della società. Uffa, odio aspettare.
 
 
 
Voldemort pov.
 
 
 
Delphini mi ha fatto una richiesta che mi ha messo in difficoltà.
 
-Chi era l’uomo con voi?- mi chiede, sempre troppo curiosa. La osservo mentre si avvicina e si siede per terra, di fianco alle mie gambe. Sta diventando bella, anche troppo per quanto mi riguarda.
-Un pentito- le mento.
-Ma non aveva il marchio di riconoscimento sul braccio-
Però, è attenta. Almeno in questo ha preso da me. 
-Era un traditore del proprio sangue- 
-Ah-
-Piuttosto, questo tuo ritorno conferma che avevo ragione io- le dico, compiaciuto -Vedi cosa succede quando vuoi disobbedirmi ad ogni costo?-
-Sì, padre…-
-Che ti serva di lezione. Ma cosa ti ha fatto cambiare idea così repentinamente?-
-Niente- risponde laconica, abbassando lo sguardo. Poverina, è del tutto incapace di fingere; mi chiedo solo perché quegli idioti dei Mangiamorte non mi abbiano ancora informato di quanto è successo.
-Mentire è un’arte che non ti appartiene, Delphini. Parla tu per prima, cosicché io non debba saperlo da qualcun altro-
Ma lei esita, è indecisa. Teme la mia reazione pur sapendo che non amo infierire su di lei… Ma solo perché sono troppo potente e il suo corpo troppo fragile: basterebbe una piccola distrazione per mandarlo in frantumi come un pezzo di cristallo. Non ha ereditato la durezza diamantina di Bellatrix, che assorbiva ogni colpo e si rialzava in piedi più grintosa di prima.
-Non ho tutta la notte da dedicarti, ragazza. Se temporeggi per eludere la verità, sappi che... -
-Sono il frutto di un incidente?- mi chiede all’improvviso, senza schermi e senza esitazioni. Ma per quanto ne resti sorpreso, capisco subito di quale natura sia il suo timore, e le rispondo a tono.
-Posso io incorrere in un incidente, secondo te?-
-No, padre-
-Brava-
-Quindi mi avete voluta?-
Insiste. E sento che quell’avete tradisce un plurale di diversa natura.
-Sono sempre stato a conoscenza delle conseguenze delle mie azioni- le rispondo con diplomazia -Il tuo concepimento non fu una sorpresa-
Annuisce, tenta di sorridere, ma c’è ancora qualcosa che la tormenta; glielo leggo negli occhi e temo di sapere cosa sia. 
-Neanche per lei?-
Come immaginavo. Taccio nella speranza che desista.
-Ho avuto una madre, vero?- no, non desiste.
-Stenterai a crederlo, ma tra le mie capacità non figura quella dell’auto riproduzione-
-Padre…-
-Sì, figlia, l’hai avuta. E l’ho scelta con cura tra le migliori streghe che conoscevo-
-Davvero?-
Sì, anche se ha osato morire davanti ai miei occhi.
-Te lo garantisco-
-Ti… Vi credo, padre- mi risponde sorridendo -Ma è vero che era crudele?-
-All’occorrenza...- 
-E che era bellissima?- continua, entusiasta. 
-Talvolta...-
-Che significa talvolta?-
-Significa che talvolta fingevo che non lo fosse-
Riesco a farla sorridere, si è rasserenata, a differenza mia. Certi ricordi sono peggio di lame negli occhi: mai perdonerò Bella, mai.
-Vorrei averla conosciuta- esclama, e dal tono sembra quasi che stia esprimendo un desiderio.
-Non era previsto che crescessi senza una madre-
-Ma non puoi… Insomma, non puoi riportarla indietro?-
-Non c’è modo-
-Ma…-
-Ora basta, Delphini-
E quando dico basta, è basta anche per lei.
 
 
 
Delphini's Pov
 
 
 
-Assomigli molto a tua madre, lo sai?-
Vi ricordate il tizio ossuto che dicevo prima? Eccolo, si chiama Rodolphus.
-Davvero?- gli chiedo stupefatta, cercando di contenere l’emozione -Perché, la conoscevi per caso?-
Lo vedo sorridere -Sì, la conoscevo-
-E com’era?- oramai lo sto chiedendo a tutti.
-Non mi basterebbe tutto il tempo del mondo per descriverla- mi risponde con voce amabile -Era troppo di tutto. E tu hai gli occhi come i suoi, forse è per questo che il mostro ti è così affezionato-
Questa risposta mi lascia basita. Di quale mostro starebbe parlando?
-Il mostro?-
-Kreacker, l’elfo domestico…-
-Se anche fosse, non sono realmente interessata al suo affetto- gli rispondo -Gli elfi sono creature inferiori, non devo curarmi della loro opinione-
-Mi sembra giusto…-
-E, francamente, non devo curarmi nemmeno della tua. Con permesso- 
-E se ti dicessi che c’è un modo per far tornare indietro tua madre?-
Mi fermo di soprassalto, non posso farne a meno.
-Diresti il falso. Mio padre ha detto che non esiste alcun modo-
-Il tuo adorato padre potrebbe sbagliarsi-
-No, lui non sbaglia mai-
-Forse in questo caso sì. Dimmi, Delphini, hai mai sentito parlare delle Giratempo?-
 
 
 
 
 




Note
Ciao a tutti, eccomi tornata a casa ;)
Spero che vi sia piaciuto questo excursus sui primi anni di Delphini, mi intriga un sacco il rapporto che avrebbe instaurato con Voldemort. In The Cursed Child capiamo che Delphi lo ha in qualche modo idealizzato, tanto da pregare Harry di avere l’opportunità di tornare nel passato solo per conoscerlo, e perciò nel caratterizzarla mi sono basata anche su questo. Rispetto a Voldemort, ho idea, magari non condivisa, che lui sarebbe stato molto più ‘umano’ con lei che con chiunque altro, Bellatrix compresa.
Fatemi sapere se vi va, un bacio.
   
 
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