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Autore: _Kalika_    04/04/2017    0 recensioni
Dal testo:
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Una volta un anziano signore mi ha detto che alle porte degli inferi c'è una donna, una spadaccina invincibile, che sfida tutti i combattenti che arrivano; è la più forte di tutti, ed io so che quella donna sei tu.
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Mi hanno detto che sono uno sciocco, a condurre una vita sacrificata rincorrendo un sogno, ma io so che non potrei vivere con la consapevolezza di non aver mantenuto una promessa. La nostra promessa.
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One Shot incentrata sul rapporto tra Zoro e Kuina, con un lieve accenno di ZoSan.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kuina, Roronoa Zoro, Z | Coppie: Sanji/Zoro
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Sei la mia determinazione



"Le spade cozzano fra loro. Forse troppo grandi per quelle mani di bambini, incorporano la determinazione nel suo senso più leale. La Luna e le stelle uniche spettatrici di quella danza mortale che presto avrà termine.
Negli occhi scuri del verde non c'è altro che forza di volontà e di sconfiggere la sua avversaria; la quale ormai sa di avere nelle sue iridi blu la sconfitta.
È appena venuta a sapere di ciò che pensa suo padre, che non diventerà mai la migliore spadaccina del mondo; sente ad ogni affondo gli occhi inumidirsi, mentre la sua spada saggia con dolore l'acciaio di Zoro.
Indietreggia, quasi sembra che voglia perdere. Sente i colpi del bambino di fronte a lei farsi via via più forti, eppure sorride.
Lo sapeva, che prima o poi quella testolina verde l'avrebbe sconfitta. Lo sentiva nella determinazione che ci metteva, la stessa sua, ma forse più forte.
Dal canto suo, Zoro non vuole smettere. Sente che tra poco l'avversaria cederà, questo lo spinge a tirare i fendenti con più forza.  Conta, nella sua mente: "uno, due, tre.. affondo, schivata, avanza.."
Poi, ecco l'affondo vincente. La lama arriva alla gola della ragazza, lei è costretta a fermarsi.  Un sottile rivolo di sangue le percorre il collo e va a macchiare il bordo della maglietta.
Cade a terra, sdraiata sull'erba inumidita dalla rugiada, e rimane inerte. Nei suoi occhi è leggibile chiaramente la delusione, nascosta da un velo di ostentata fierezza. La spada le scivola dalle mani, il sudore che imperla la fronte di entrambi gli spadaccini si confonde con le primissime gocce di pioggia.
Zoro la guarda dall'alto. Quasi non ci crede.
Sente un'emozione strana salirgli dal cuore, non riesce a capire cosa sia, per cui non perde tempo a codificarla.
Cade sulle ginocchia, ancora con il fiatone e gli occhi fissi alla distesa d'erba avanti a lui, anche se non sta guardando davvero. La spada che tiene fra i denti scivola e cade con un tonfo attutito dall'erba, la bocca rimane aperta alla ricerca d'aria.
Percepisce qualcos'altro nel cuore.. è.. paura?
D'improvviso sente il suo corpo crescere, anche se non capisce il perchè sa che stanno passando gli anni e che sta diventando adulto, e sebbene sia una sensazione strana non si spaventa. Le sue mani si fanno più grandi e callose, stringono perfettamente l'elsa della spada, adesso della giusta misura; i muscoli crescono, si fanno allenati e sicuri, così le spalle ed il collo.
Dà un'occhiata di sfuggita ai suoi vestiti, sebbene non li abbia mai visti sono incredibilmente familiari: camicia bianca tenuta in vita da una fusciacca verde, pantaloni sportivi del medesimo colore di una tonalità più scura.
Si accorge solo allora che non riesce a controllare i suoi movimenti, come se un misterioso burattinaio lo stesse controllando.
La spada che stringe nella mano destra si posa sul polso sinistro, ferendolo in modo che un rivolo di sangue inizi a scorrere lungo il suo braccio, mentre le dita della sinistra lasciano andare la katana di quella mano.  Si rialza in piedi, ora con una sola arma, ed abbassa testa in direzione di Kuina: anche lei è diventata adulta, avrà circa vent'anni.  I capelli lunghi e scuri sono sparpagliati disordinatamente sul suo viso dai lineamenti decisi ed eleganti, il corpo lungo e sinuoso, delineato dalle curve piene e perfette, è riverso in maniera scomposta sul prato, il petto gonfio si alza ed abbassa ritmicamente, seppur con una fatica intercettabile...
Nonostante il repentino cambiamento, Zoro non rivela alcuna emozione. Il suo volto è contratto in un'espressione indecifrabile, ma forse non è lo stesso Roronoa a volerlo.   Si alza in piedi silenziosamente, la lama tagliente della spada stretta nel palmo sinistro, che inizia a macchiarsi di liquido vermiglio.
- Zoro... - Una voce femminile interrompe il vuoto che si era andato a creare. Nel suo tono è rilevabile un dolore incredibile, che non sembra però turbare lo stato d'animo del ragazzo.  Non vi è risposta.
Gli occhi blu della ragazza si inchiodano per qualche istante in quelli carbone dello spadaccino, prima di chiudersi di nuovo.
Il verde osserva assente la propria spada, ancora conficcata nella sua stessa pelle ambrata. Prende con entrambi le mani l'elsa, e mentre un urlo agghiacciante si diffonde nei suoi timpani, solleva la lama grondante di sangue sopra la sua testa, per poi abbassarla fulmineo contro il ventre di Kuina."

 


Per poco non scivolai dal divanetto su cui riposavo. La mia testa si alzò di scatto, portando con sè il busto e facendomi sbilanciare.
Per fortuna non dormivo su una branda, come il resto della ciurma, altrimenti avrei potuto svegliare tutti i miei compagni con il tonfo che avrei fatto. Feci vagare lo sguardo per la camerata, gli occhi ancora un poco appannati dal sonno, riconoscendo nel buio i contorni dei miei nakama.  Rufy, Usop e Chopper russavano rumorosamente, come al solito addormentati nelle posizioni più disparate; il Capitano, in particolare, era letteralmente aggrovigliato alla piccola renna grazie alle sue braccia assurdamente allungate, mentre il cappello di paglia che gli copriva completamente il volto si alzava ed abbassava al ritmo del respiro. Mi alzai con un sorriso sghembo disegnato sulle labbra, nonostante trovassi quella scena piuttosto tenera.
L'unico a dormire in maniera un po' più composta era senza  ombra di dubbio il cuocastro, disteso sulla branda a pancia in su con le mani unite posate sopra il ventre; il volto, ora che potevo guardarlo meglio, era corrucciato, la fronte imperlata di sudore freddo: doveva star avendo uno dei suoi soliti incubi sul passato, come d'altronde avevo appena fatto io. Allungai una delle mie mani a sfiorargli la guancia candida, colto da chissà quale vena di dolcezza. Quella dolcezza che credevo di voler riserbare soltanto ad una ragazza.
E risvegliando il pensiero, sentii un'altra volta quell'ultimo urlo propagarsi nelle mie orecchie, che mi portò inevitabilmente a riflettere su quel sogno ormai ricorrente.
Mi portai confusamente una mano al petto, dove il cuore aveva cominciato ad aumentare i suoi battiti al solo ricordo; chiusi gli occhi un istante, cercando di non farmi inghiottire dal buio della stanza, improvvisamente diventata troppo piccola.  Mi vestii frettolosamente e, appese le spade alla cintola, uscii dalla camera cercando di non fare troppo rumore.
Una volta a contatto con il vento notturno camminai lungo il parapetto, sporgendo appena una mano per godermi le goccioline salate bagnarmi le dita. I miei piedi scalzi percepirono il solletico freddo delle assi di legno della Merry, i miei polmoni inspirarono appieno l'aria della notte. Una volta raggiunto il terreno di mandarini di Nami, dove ero solito appisolarmi, mi sdraiai sull'erba umida volgendo la testa al cielo.
Quella notte toccava a Robin fare il turno di guardia, e sapevo che non avrebbe fatto domande nel caso mi avesse visto, come era d'altronde sempre successo.
Una miriade di stelle illuminava l'universo, e non una nuvola osava contrapporsi a quello spettacolo che tante, troppe cose riusciva a ricordarmi.
Ed infatti, eccoti: la stella più bella di tutte, la Stella Polare.
"Eccoti, anche questa notte.
Sai, ho fatto di nuovo quel terribile incubo, e di nuovo non riesco a capire il perchè. So che non è successo quello che ho sognato: tu mi hai battuto, e da quella sera la nostra promessa è stata sancita, Kuina.  Adesso sei lassù, sei bellissima: lo sai, vero, che è la tua presenza a farmi andare avanti, sei tu che alimenti la mia determinazione, da dieci lunghi anni.
Io ti vedo lassù in cielo, per me tu sei quella stella, proprio quella che brilla più di tutte: è la Stella Polare, sai.  I marinai - e rido, pensando a ciò che sto dicendo, - i marinai ti usano per orientarsi. Ma per me, che il senso dell'orientamento non ce l'ho, per me.. per me tu sei non l'indicazione di un punto cardinale, non una direzione fisica... ma sei l'incarnazione della strada che devo prendere, della direzione che devo seguire. Sempre avanti, in nome della nostra promessa.
Ogni volta che uso la tua spada, come ho promesso a tuo padre Koshiro, mi vieni in mente tu, e non so se mi sento bene o male; quando un avversario cade davanti a me, per opera mia, io sento che lui, una volta salito in cielo, si dovrà battere con te.
Perchè lo sento che tu ci sei, che sei cresciuta accanto a me.  Le uniche occasioni in cui ti vedo come forse ora sei è quando faccio quel terribile sogno: però non riesco a vederti bene in faccia come vorrei, per constatare la tua bellezza.
E lo sai che non sono io che ti ho colpito, non l'ho fatto e non lo vorrei mai fare. Non c'è onore nel colpire un avversario a terra.
Anche se non ti vedo, però, io so che sei diventata una donna forte e bellissima. Una volta un anziano signore mi ha detto che alle porte degli inferi c'è una donna, una spadaccina invincibile, che sfida tutti i combattenti che arrivano; è la più forte di tutti, ed io so che quella donna sei tu. E se prima di te c'era un'altra persona, allora tu l'hai sconfitta.
Mi sembra di vedere ancora i tuoi grandi occhi blu, i tuoi capelli scuri, la tua carnagione pallida desiderosa del sangue del nemico. Ogni tanto, pensandoti, mi commuovo. Ed è strano, sai: in tutta la mia vita non ho mai pianto, non ho versato neanche una lacrima, tranne.. tranne che alla tua morte.
Mi è rimasto impresso, sai, se chiudo gli occhi le immagini mi vorticano ancora nella testa. I fiori, gli incensi, la tua lapide, le preghiere... e se ci penso, ancora non ci credo.
Qualche giorno fa Nami mi ha chiesto se c'è mai stata una donna, nella mia vita, se ci fosse mai stata qualcuna che avessi amato oltre alle mie spade. Ed anche se non era quello che intendeva, io mi sono accorto che sì, una donna nella mia vita c'è stata, e sei tu.  Perchè, se ci penso, tutta la mia vita gira intorno a te e alla nostra promessa.
Mi hanno detto che sono uno sciocco, a condurre una vita sacrificata rincorrendo un sogno, ma io so che non potrei vivere con la consapevolezza di non aver mantenuto una promessa. La nostra promessa.
E se dovessi passare tutta la mia vita ad allenarmi e soffrire, pur di raggiungere questo obiettivo, allora lo farò. E' per questo motivo che non posso permettermi di morire prima di aver mantenuto fede al nostro patto, è per questo motivo che la mia vita gira intorno a te.
E quando, una volta diventato il miglior spadaccino di questo mondo, perirò, allora ci sarà il nostro scontro, in cui si deciderà il migliore fra i migliori spadaccini di tutti i mondi.
Ed anche se non so se mi stai ascoltando, io ti dico di aspettarmi, perché prima o poi ci rivedremo, Kuina."





 
***Angolo dell'autrice***
Ciao a tutti! Questa è la prima storia che pubblico, anche se ovviamente non la prima che scrivo.
Non ha molto senso presentarsi in un angolo autrice, ma vista l'occasione spenderei un paio di parole su di me: scrivo storielle da quando ho 7 anni: iniziare a pubblicare i miei lavori, anche se sono Fanfiction e su un sito Internet, mi sembra un sogno. Ho sempre desiderato diventare una vera scrittrice: Efp è un po' la versione "demo", no? Per vedere se sono davvero tagliata.
Insomma, spero di crescere grazie a questo sito. E naturalmente, sapere le opinioni dei miei lettori, che ringrazio in ogni caso e di cuore, non potrà che essermi d'aiuto.
Alla prossima..!
_Kalika_
   
 
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