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Autore: FantasyReader97    06/04/2017    0 recensioni
Dal testo:
"Io ero sua, lui era mio, due anime che vivono con il medesimo battito e con unica meta l'altro"
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Severus Potter, Lily Luna Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Draco/Astoria, Harry/Ginny, Lily/Scorpius, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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- Questa storia fa parte della serie 'THE SEQUEL '
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15/07

Aprii gli occhi.
Questa volta non ero in ospedale, no, la stanza era diversa, semplice con dei mobili in legno e mura di pietra. Era da tanto che non ci venivo ma il ricordo delle estati passate lì è indelebile.
Villa Conchiglia.
Cercai di alzarmi ma la memoria tornò prepotentemente nella mia mente bloccandomi.
No! Questa volta non avrei iniziato ad urlare.
Misi da parte le mie emozioni e mi sedetti sul bordo del letto matrimoniale, quando i piedi toccarono terra mi sembrò di riprendere a respirare. Un respiro che mi assicurava la sopravvivenza, perché quando hai la morte nel cuore la tua rimane una mera esistenza.
Provai ad issarmi sulle gambe, erano deboli ma riuscirono comunque a sostenere il mio peso.
I primi passi che feci furono una nuova scoperta, sapevo quello che facevo ma tutto mi sembrava così alieno, inusuale.
Per quanto tempo ero stata incosciente?
Uscii dalla stanza e scesi le scale.
Al piano terra mi ritrovai nel soggiorno, il sole splendeva fuori dalle finestre illuminando l'ambiente.
Esplorai la stanza per poi spostarmi in cucina nella speranza di trovare qualcuno.
Dove erano finiti tutti?
Uscii dall'edificio, il mare calmo si stanziava maestoso e infinito davanti a me. Respirai a pieni polmoni l'aria salmastra.
-Lily- mi voltai -Perché mi hai ucciso!-
-Albus- mormorai scioccata.
 

Urla. Le mie urla.
Aprii gli occhi.
Era solo un sogno.
Ero a Villa Conchiglia.
Era solo un sogno.
Avevo il fiatone e tremavo. 
No, non poteva essere lui.
Era solo un sogno.
Ci misi parecchi minuti a riprendermi dell'incubo, poi riuscii a mettere a fuoco e, finalmente, mi alzai.
La testa girava, una goccia cadde sul piede nudo. Lacrime. Le mie lacrime.
Non mi ero accorta che stessi piangendo.
Lentamente uscii e scesi al piano di sotto.
-Buongiorno tesoro- Papà era in cucina e da come si affacendava ai fornelli stava preparando la colazione.
Ero sul punto di fargli una domanda ma lui fu più veloce di me.
-Scorpius e i bambini arriveranno questo pomeriggio, gli zii, Bill e Fleur, hanno preso le ragazze e sono andati in Francia dai genitori materni-
-E la mamma?-
-Ginny arriverà con Scorpius- rispose frettolosamente papà.
Mi sedetti a tavola in attesa che finisse di preparare, in silenzio. 
Chiunque ci avesse visto da fuori avrebbe pensato che la scena fosse quella di un padre amorevole che prepara la colazione alla figlia adolescente.
Ma non era così.
No. Lui non era rilassato, anzi, era freddo e distaccato. La tristezza era palpabile nella sua voce.
-Papà  mi dispiace- dissi con una calma surreale.
-Non devi dispiacerti, non è stata colpa tua, sei stata ferita e...- Non potevo lasciarlo continuare.
-Adesso BASTA! Ti prego non giustificarmi! Sono stata io! IO!- urlai con tutto il fiato che avevo nei polmoni.
-Non doveva morire! Non se lo meritava, dovevo morire io al suo posto, NON LUI!- mio padre si voltò e si avvicinò. Voleva abbracciarmi , rassicurarmi.
No! Non meritavo il suo amore, dovevo morire.
-No lasciami- corsi fuori dalla cucina ed uscii di casa. Continuai a correre, non volevo fermarmi.
Davanti a me si aprì il paesaggio del litorale.
L'erba mi arrivava al ginocchio e mossa dal vento sembrava un mare in tempesta, così simile a quella che infuriava nella mia mente.
Continuai quella folle corsa finchè il fiato venne meno, così mi lasciai cadere, quella distesa era una protezione perfetta, almeno dall'esterno.
Ero isolata, potevo riflettere.
Quella morte che pesava sul mio cuore non mi aveva lasciato andare neanche per un momento.
In realtà quando ero svenuta non sentivo niente e c'era stato anche quell'episodio in ospedale, il dolore fisico aveva preso il sopravvento.
Ma non era quella la soluzione.
Per quanto incessante e maligno, il dolore rappresentava il fardello del mio crimine e lo dovevo sopportare, non scappare da esso.
Tuttavia non sapevo quanto avrei resistito, forse sarebbe stato meglio se l'avessi fatta finita. Almeno così i miei figli non sarebbero cresciuti con un'assassina come madre.
Aprii gli occhi e lì rivolsi al cielo limpido.
Forse Albus mi stava guardando o la nonna, chissà cosa avrebbero detto se avessero potuto?
-LILY- il richiamo di mio padre risuonava in lontananza -LILY- ripeté ancora.
No, non volevo affrontarlo.
Non avevo scelta.
 

Rientrai a casa e mi sedetti nuovamente a tavola sotto gli occhi apprensivi di mio padre.
-Dove sei stata?- mi chiese mentre versava un po' di caffè.
-A pensare- risposi tagliando corto.
-Lily sappiamo tutto- mi disse serio 
-Abbiamo visto gli ultimi incantesimi fatti dalle vostre bacchette, so che hai lanciato tu la maledizione, perché?-
-Malfoy- risposi gonfia di rabbia -Mi ha costretta, ha somministrato ad Albus una pozione con cui ha acquisito il controllo su di lui, per quanto mentalmente fosse cosciente, la magia utilizzata lo aveva traviato troppi.  Malfoy, l’incappucciato, voleva uccidere i bambini e per sbarazzarsi di noi ha ordinato ad Albus di ucciderlo.  Mi ha messo fuori combattimento in fretta e poi a cominciato a colpire Scorpius con la maledizione cruciatus. Una......due.....tre volte e qualunque cosa tentassi per disarmarlo non funzionava. Ero disperata, non so perché gli ho lanciato l'incantesimo di rivelazione, non so spiegare che cosa sia successo dopo, il tempo è rallentato e Albus è entrato nella mia mente. Mi ha chiesto di ucciderlo, era l'unico modo per salvare Scorpius. Non avevo altra scelta- le lacrime cominciarono ad appannarmi la vista -Quando il tempo ha ricominciato a scorrere ho alzato la bacchetta e l'ho ucciso- piangevo e singhiozzavo.
-Malfoy ha assistito alla scena e quando tutto è finito voleva uccidermi, voleva uccidere i bambini ma non potevo permetterglielo. Ho attivato il mio elemento è l'ho bruciato- Tremavo al ricordo di ciò che avevo fatto.
Per tutto il racconto avevo fissato un punto indefinito davanti a me, non avevo il coraggio di guardarlo negli occhi.
-Lily, Lily ti prego guardami- alzai lo sguardo agganciandolo al suo -Non è stata colpa tua- disse risoluto -È Malfoy che deve pagare e lo farà- mi strinse la mano -Il Wizangamot lo ha condannato a scontare la sua pena ad Azkaban per tutto il resto della sua miserabile vita- disse con una nota di tensione e rabbia.
-Non basta .... Albus.....- Non mi lasciò finire perché mi prese tra le braccia.
-È morto e non passerà giorno che non lo ricorderemo e piangeremo la sua morte. Ma Lily tu hai un marito e due figli che hanno bisogno di te!- sussurrò baciandomi il capo.
Non risposi. Non trovavo le parole giuste per descrivere ciò che provavo.
-Per quest'estate potete rimanere qui e io e tua madre ti verremo a trovare tutte le volte che vorrai, anche solo per parlare-
-Quando è stato seppellito?- sussurrai.
-Una settimana fa nel cimitero di Hogsmeade vicino ai tuoi nonni. Mi dispiace che non hai potuto assistere- 
-Anche a me- risposi con la voce spezzata.
-Vedrai Lily,tutto si aggiusterà-
Non né ero più tanto sicura.

   
 
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