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Autore: Blunder    07/04/2017    3 recensioni
Ciao a tutti, questa è la mia prima ff, dopo aver letto tanto, sto cercando di cimentarmi in questa nuova esperienza.
Usagi è una neodiplomata che si trova ad affrontare le incertezze del suo futuro immediato, potrà contare sulle sue inseparabili amiche. Ma cosa le riserverà il futuro? Riuscirà a trovare l'amore?
Tratto dal primo capitolo "....chiuso il telefono Usagi si mise distesa sulla schiena e incominciò a ripensare alle parole di Mina, i ragazzi, già, chissà se prima o poi qualcuno avrebbe fatto breccia nel cuore spento e triste di Usagi, anche se all'esterno era sempre vivace e allegra, da sola era sempre malinconica,come se non si sentisse completa, con questi ultimi pensieri si addormentò." Spero che la mia prima ff possa piacervi.
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mamoru/Marzio, Seiya, Un po' tutti, Usagi/Bunny | Coppie: Mamoru/Usagi
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna serie
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Mamoru continuava a fissare la porta, in cuor suo sperava di trovarla ancora sul pianerottolo, si avvicinò alla porta e l’aprì lentamente, lei non c’era, era scappata e la colpa era solo sua, del suo essere codardo,di non essere stato sincero,di aver preteso spiegazioni da lei, di non averla fermata, e ora si ritrovava solo, chiuse la porta, tornò dentro, diede un pugno alla porta, osservò la casa vuota, la cucina ancora in disordine, poteva sentire ancora le risate di Usagi e il suo profumo, non voleva perderla, così prese le chiavi e scese di corsa in garage.

 

Usagi correva, correva più veloce che poteva, lacrime e sudore le bagnavano completamente il viso e il collo, poi si fermò, non aveva più fiato, si piegò leggermente sulle ginocchia poggiando le mani, alzò lo sguardo, non era di certo vicino casa, si trovò vicino ad un piccolo parco giochi, si avvicinò alla fontanella per rinfrescarsi, si bagnò il collo e la testa, poi alzò la testa e notò che era completamente sola, in effetti all’ora di pranzo era difficile trovare qualcuno lì, si mise su una vecchia altalena in legno, iniziò a dondolarsi lentamente e ripensò a cosa era successo qualche giorno prima.

 

 

Dopo qualche attimo di silenzio Rei prese la parola «Usa, hai pensato alle conseguenze? » Usagi la guardò con espressione confusa « quali conseguenze? », « il dolore del distacco che avrete entrambi alla sua partenza… » le disse Minako dolcemente prendendole la mano, Usagi la guardò e fece un sorriso triste, l’abbracciò e tutte si unirono in quell’abbraccio, Makoto scostandosi leggermente le disse « Usa, fai quello che senti sia giusto per te, lo sai che noi ci saremo sempre » e riprese ad abbracciarla strofinando una mano sulla schiena, « infatti Usa, segui solo il tuo cuore.. » concluse Ami sciogliendo l’abbraccio.

Poco dopo le ragazze iniziarono la simulazione del test, quando Minako ad un certo punto interruppe il silenzio « Usagi posso farti una domanda? » , Usagi alzò la testa « eh? Dimmi Mina » , Minako era visibilmente imbarazzata « ti ricordi della sfuriata di Reika della quale ci hai raccontato? », « certo » rispose Usagi, « vedi, io e le altre quando sei andata da Mamoru abbiamo riflettuto su una cosa...non so come chiedertelo...» , Makoto diede un pugno al tavolo « oh Mina proprio tu non sai come chiedere certe cose? Allora lo farò io, Usagi perché Reika e Mamoru si odiano così tanto? Ti avevo già accennato dei miei dubbi, Mamoru ti ha spiegato qualcosa? » Makoto guardava Usagi in attesa di una risposta, « ecco, veramente io non gli ho detto della discussione con Reika e non ho nemmeno chiesto il motivo di tanto astio » disse Usagi imbarazzata, « oh ottimo Usagi, ti stai buttando in questa storia e non siete sinceri, davvero ottimo come inizio » disse alterata Rei, « su ragazze non siate troppo dure, forse Usa non ha dato peso a Reika, però pensandoci ci deve essere qualcosa sotto, Reika e Mamoru si odiano, Reika e Motoki litigano e Mamoru ha saputo del trasferimento imminente, ci deve essere per forza un collegamento Usagi, secondo me devi chiedergli spiegazioni » disse Ami seria, Usagi guardava le sue amiche, si rese conto di essere stata impulsiva « si ragazze avete ragione, gli chiederò spiegazioni, troverò il momento giusto ».

 

Ma il momento giusto sembrava non arrivare, nei giorni seguenti Mamoru e Usagi si erano visti poco, passeggiate brevi e piene di tenerezze, di baci e di camminate mano nella mano, Usagi aveva paura di rompere l’atmosfera che si era creata, fino a qualche momento fa, la pretesa di Mamoru di chiedere spiegazioni su Reika aveva fatto scattare qualcosa, così Usagi invertì i ruoli, era lei che voleva conoscere la verità, ma Mamoru era rimasto fermo in silenzio, non l’ha fermata. « sono stata una stupida! Una bambina stupida e ingenua » Usagi ricominciò a piangere, « oh spero che ora le ragazze siano contente, volevo la verità? Non ho avuto un bel niente! » , il cellulare che suonava la fece tornare alla realtà « stupido cellulare, non voglio sentire nessuno adesso, lasciatemi in pace » Usagi lasciò squillare il cellulare e continuò a dondolarsi sull’altalena.

 

Mamoru arrivato in garage prese la sua moto blu, si infilò il casco e sfrecciò in strada « Usagi dove sei maledizione, non può finire in questo modo » Mamoru urlava a sé stesso dentro il casco , correva senza meta, « sei uno stronzo Mamoru ecco cosa sei, non l'hai trattenuta e ora la stai cercando, bravo, bel lavoro, e cosa le dirai quando te la ritroverai avanti, oh ma parlo da solo adesso, sono un codardo ecco cosa sono, Usagi dove sei finita....» Mamoru cercava ovunque con lo sguardo la sua testolina buffa, ma di lei nessuna traccia, erano passati diversi minuti e Mamoru si fece prendere dal panico, in quel momento non prestò molta attenzione alla strada, e tutto accadde in pochi secondi, una frenata brusca, Mamoru perse di poco l'equilibrio e per poco non cadde a terra con la moto, riuscì a tornare subito dritto, si sfilò di corsa il casco e lo gettò a terra e subito raggiunse il piccolo esserino spaventato, « ehi micino tutto bene? » il piccolo micio era rannicchiato e tremava per lo spavento, aveva il pelo scuro ma era visibilmente sporco, Mamoru cercava di rassicurarlo accarezzandolo « dai fatti aiutare piccolo » il gatto alzò il capo rivelando un musetto delicato, occhi simili ai rubini e una macchietta sulla fronte, Mamoru lo raccolse « dai fammi vedere come stai » controllando meglio Mamoru si accorse della zampa posteriore ferita « ma sei ferito! Devo portarti subito da un veterinario » - « devo avvisare Usagi, non può pensare che io l’abbia lasciata andare così, ma non posso abbandonare questo micio » Mamoru chiamò Usagi al cellulare, che squillò a vuoto per diversi minuti « Usagi sei una testarda, orgogliosa, e hai perfettamente ragione a non rispondermi...» Mamoru sconsolato chiuse il cellulare, tornò alla moto, sistemò il gattino nel suo giubbotto che miagolando attirò la sua attenzione, « non ti preoccupare, appena starai meglio ti presenterò una persona speciale » , disse Mamoru sorridendo e grattando il musetto del micio, poi mise in moto e si allontanò.

 

Mamoru trovò un ambulatorio veterinario, scese dalla moto, prese il micio dal giubbotto e si avviò alla porta « Ambulatorio veterinario Dott. Tomoe, bene entriamo » una volta dentro Mamoru osservò l’ambiente, era un ambulatorio dall’aspetto semplice e un pochino spoglio, se non fosse stato per le varie foto di cani, gatti e altri animali che tappezzavano le pareti, qualche annuncio di adozione e altri volantini , una ragazza dai capelli scuri a caschetto e gli occhi violacei si avvicinò a Mamoru « buongiorno signore, ha un appuntamento? » Mamoru si voltò e osservò la ragazzina, aveva un completo lilla da infermiera e nel taschino aveva diverse penne e matite con animali, poteva avere al massimo 17 anni, « no ecco io, ho trovato questo gatto e ho pensato che avesse bisogno di cure specialistiche » così dicendo mostrò il gatto alla giovane ragazza, che la prese delicatamente, « ma che bella micina, puoi darla a me, la faccio controllare subito da mio padre » , concluse sorridendo la ragazza, « è una femminuccia? » chiese Mamoru, « eh si, e sicuramente ha meno di un anno, ve la porterò tra poco signor? », « Chiba, Mamoru Chiba », « io sono Hotaru Tomoe, la prego si accomodi » così dicendo Hotaru indicò il divanetto nero di fronte la porta dell’ambulatorio, Mamoru ringraziò con un inchinò e guardò la piccola micia entrare nella stanza, si accomodò e prese il cellulare, riprovò a chiamare Usagi, « Usa rispondi maledizione, possibile che ti freghi così poco di me? Di noi? Sicuramente l’ho delusa…perdonami Usa... » il cellulare continuava a squillare, così Mamoru chiuse la chiamata e decise di scriverle un messaggio.

 

Dall’ altra parte della città una ragazza bionda era seduta a terra in camera sua a fissare l’armadio aperto, Usagi stava preparando un borsone, infilava vestiti e biancheria a caso, la camera era un campo di battaglia, vestiti sparsi ovunque, « Usagi! Si può sapere che ti prende? Guarda come hai ridotto la camera! Prima di partire metti tutto in ordine! » , urlò Ikuko, « si mamma… » rispose atona Usagi, « Usa, c’è Minako al telefono, scendi a rispondere e poi torna in camera a sistemare » disse Ikuko lasciando la stanza, Usagi sbuffò e si diresse di sotto, prese il telefono « ciao Mina dimmi… », « si può sapere che fine hai fatto??? » la voce di Minako era talmente alta che Usagi allontanò la cornetta, Minako aveva il vizio di urlare anche al telefono, « e quando mi avresti cercata? » chiese Usagi, « tu hai il brutto vizio di non controllare mai il cellulare Usa, non sei affidabile nelle emergenze » la rimproverò Minako, « e quale sarebbe l’emergenza stavolta ? » rispose ironica Usagi, « beh ecco nessuna, volevo chiederti di vederci tutte stasera, o sei impegnata con Mamoru anche oggi? A proposito non siete stati insieme stamattina? » chiese Minako, Usagi a sentire il nome di Mamoru si bloccò, Mamoru, che non l’aveva fermata, che aveva preferito stare zitto piuttosto che darle spiegazioni, che non aveva provato ad inseguirla, lo stesso Mamoru della sorpresa in spiaggia, lo stesso Mamoru dai gesti affettuosi, lo stesso ragazzo del bacio sotto la luna, lo stesso ragazzo che l’aveva definita speciale, a quei ricordi una lacrima scese involontaria dagli occhi di Usagi, « Ehi Usa ci sei? Usaaaaa » le urla di Minako riportarono Usagi alla realtà che si era persa nei ricordi, si asciugò velocemente le lacrime « no Mina, stasera non ci sono, io e i miei siamo fuori per il weekend, l’ho saputo oggi, andiamo da mia nonna sul lago Ashinoko , sai la casa dove andammo l’anno scorso per il mio compleanno, torno lunedì ok? Ci sentiamo Mina » disse seria Usagi, « o-ok Usa, avviso le altre, ciao » Minako chiuse il telefono « qui c’è qualcosa che non va, vuoi vedere che Usagi ha parlato con Mamoru ed è talmente sconvolta da scappare??? devo indagare o parlare con le altre? » Minako rifletteva, teneva il mento tra le dita e camminava per la stanza, « forse dovrei parlare con le ragazze » dopo qualche minuto in silenzio a riflettere prese il cellulare e mandò un messaggio alle tre amiche ‘ tra mezz’ora al tempio, si tratta di Usagi, urge riunione’ , senza attendere risposta, iniziò a prepararsi.

 

Usagi terminata la chiamata tornò in camera e finì di preparare il borsone, prese la borsa che aveva lasciato sul letto sotto i numerosi vestiti e scese le scale, « su Usa andiamo dai, la nonna sarà felice di vederti » le disse Kenji sorridendo alla sua bambina, Usagi rispose con un sorriso tirato, che non sfuggì agli occhi della madre, dopo poco si misero in viaggio, Usagi si infilò le cuffiette dell’mp3 e socchiuse gli occhi cercando di rilassarsi, ma la prima canzone che partì riuscì solo a farla stare peggio, sembrava uno scherzo del destino,

 

I could spend my life in this sweet surrender

I could stay lost in this moment forever

Every moment spent with you is a moment I treasure

 

La festa di Reika, i loro occhi che si cercavano, l’imbarazzo, l’invito a ballare, quel calore del primo contatto.

 

Don't want to close my eyes

I don't want to fall asleep

'Cause Id miss you baby

And I don't want to miss a thing*

 

*(I Don't Want to Miss A Thing - Aerosmith)

 

Tutti ricordi del loro primo incontro, tutte immagini che le facevano stare solo male, perché si era fidata di lui? Uno sconosciuto, si, Mamoru in fondo era uno sconosciuto, e allora perché stava così male per lui, senza di lui? Gli aveva dato fiducia, gli aveva permesso di entrare nella sua vita, proprio lei che aveva paura dell’amore, si era lasciata coinvolgere, si stava perfino innamorando, ripensò al primo bacio in biblioteca, guardò fuori dal finestrino, era lo stesso sole di quel caldo pomeriggio, istintivamente si toccò le labbra e chiuse gli occhi, le mancavano le labbra di Mamoru, solo qualche ora prima stavano pranzando, e ora lei stava scappando, si era in viaggio con la sua famiglia, ma non aveva avvisato nessuno tranne Minako, e se Mamoru fosse andato a casa sua per cercarla? Impossibile, Mamoru non ha detto nulla quando lei è uscita, e pensare che lei era rimasta qualche secondo sul pianerottolo in attesa di lui, ma niente, Usagi sbuffò nervosamente e si levò le cuffiette, la musica la faceva stare peggio, « Usagi tesoro, che hai? » chiese Ikuko dolcemente, « eh? Niente mamma » rispose imbarazzata Usagi, « strano, sei inquieta e soprattutto ti stai mordendo l’interno della guancia, lo fai sempre quando sei preoccupata... » , Usagi spalancò gli occhi a quella frase, era un gesto che faceva inconsciamente, ma chi poteva conoscerla meglio di sua madre? Usagi sorrise alla mamma tramite lo specchietto « niente mamma, davvero » e tornò a fissare la strada che scorreva veloce fuori dal finestrino.

 

Mamoru era nella sala d’aspetto, poco dopo sentì la porta aprirsi, vide un uomo sulla quarantina, capelli chiari, quasi bianchi, con la sua gattina in braccio, seguito da Hotaru, « salve signor Chiba, io sono il dott. Tomoe » , Mamoru si alzò e si avvicinò « salve dottore, come sta la gattina? », Tomoe grattava la micia sulla schiena che si era rilassata, « sta bene, c’è una piccola infezione alla zampetta ferita, le abbiamo fatto anche un bel bagnetto, deve prendere questi antibiotici per 5 giorni » , così dicendo Tomoe allungò una scatola bianca a Mamoru, « grazie dottore, quanto le devo? » , Tomoe sorrise « niente signor Chiba, noi apprezziamo la gente come lei che aiuta i randagi, anzi, la gattina resta con lei o preferisce mettere l’annuncio per farla adottare? » , Mamoru guardò la gattina, ora che era pulita poteva notare il manto particolare dell’animale, era nero come la notte ma con riflessi bluastri, la gattina lo guardò e miagolò, « la terrò con me » , prese la gattina, ringraziò e salutò il veterinario e Hotaru, ritornò alla moto e si diresse verso casa.

 

Nel frattempo le quattro ragazze erano al tempio, Minako raccontò della telefonata di Usagi e diede un sorso alla limonata, « voi che ne pensate? », dopo qualche secondo di silenzio Makoto prese la parola « è tutta colpa mia...» e abbassò lo sguardo, si sentiva terribilmente in colpa per aver fatto pressione ad Usagi, Rei si voltò verso la bruna, « Mako ma che dici? Usagi doveva chiarire questa situazione prima o poi, ma ogni volta fa così, ogni delusione si chiude a riccio, quella testona... », « e se parlassimo con Motoki? » propose Ami, « sai non è una cattiva idea » rispose Minako, « ehm, posso andarci io? » chiese timida Makoto « in fondo sono stata io a metterle pressione » continuò la bruna, le tre amiche si scambiarono un’occhiata complice, « certo Mako, poi ci aggiorneremo stasera, che ne dite? » propose Minako, « davvero??? » rispose entusiasta Makoto, poi notando lo sguardo delle amiche tornò seria « ehm, stasera possiamo stare da me o magari andiamo al Crown » , « Crown » , risposero le tre in coro, « bene, ora vado, a stasera » Makoto si alzò e salutò le amiche, che dopo qualche secondo si guardarono « Motoki » dissero in coro e scoppiarono a ridere.

 

Mamoru rientrò a casa, appoggiò la gattina a terra che iniziò a gironzolare per casa, e si guardò intorno, era tutto così vuoto e triste nella sua vita, prese il cellulare sperando di trovare una risposta da parte di Usagi, ma niente, era sparita, scappata da lui, andò in cucina, prese una scatoletta di tonno e la mise in un piattino che poggiò a terra « vieni piccola » , la gattina affamata lo raggiunse subito e divorò tutto in poco tempo, Mamoru sorrise, quella gattina era una mangiona proprio come la sua Usagi, mise in ordine la cucina cercando di distrarsi ma niente, i suoi pensieri era tutti sugli avvenimenti di qualche ora prima, tornò in salone, si buttò pigramente sul divano nero e lasciò cadere la testa all’indietro, chiuse gli occhi e provò a rilassarsi.

 

Makoto era giunta al Crown, era titubante, temeva di incontrare Reika, indugiò qualche secondo, e notò il cartellone ‘cercasi aiutante’, magari poteva proporsi, se la sapeva cavare in cucina, poi avrebbe avuto l’occasione di passare parecchio tempo con Motoki, poi si ricordò di Reika e le sue illusioni ebbero vita breve, sospirò sconsolata ed entrò « coraggio Mako », una volta entrata trovò Motoki che puliva il bancone fischiettando, era così bello, così allegro, e sopratutto non c’era Reika nei paraggi, « ehi ciao Mako, tutta sola oggi? » disse sorridendo Motoki, « io? Ah? Eh? Si, ma le altre arriveranno, senti Motoki posso chiederti una cosa… » rispose Makoto imbarazzata, « certo dimmi Mako » rispose il biondo continuando a pulire , « hai visto Mamoru insieme ad Usagi oggi? » chiese seria Makoto, « i piccioncini dici? Certo erano qui stamattina e poi sono andati a pranzo insieme, perché? » chiese curioso il ragazzo, « perché Usagi è andata fuori città con i suoi senza avvisarci e per telefono era molto strana, temo che abbiano discusso » disse triste Makoto, Motoki si bloccò, ripensò alla sua discussione con Mamoru, « non ci credo, le ha detto tutto » disse a bassa voce Motoki, Makoto lo sentì « tutto cosa? » , Motoki sospirò « Mako purtroppo non posso dirti nulla, mi dispiace, non sarebbe giusto nei confronti di entrambi, scusami davvero » Makoto si intristì, non poteva aiutare Usagi senza delle informazioni, Motoki guardò lo sguardo della ragazza cambiare « senti Mako, come te la cavi in cucina? », Makoto guardò Motoki sorpresa « eh? Io? Abbastanza bene, perché? », Motoki si grattò la testa imbarazzato « beh ecco, mi servirebbe aiuto qui al locale, e tu, tu sei carina, sveglia e te la cavi, quindi saresti perfetta » Makoto arrossì ‘ha detto che sono carina’ , Motoki ripensò alle parole appena dette, beh Makoto era davvero una bella ragazza, possibile che non lo aveva notato prima? Alta, slanciata, bel fisico, occhi verdi profondi e una bocca...bocca? Stava guardando Makoto con occhi diversi dopo anni, la ragazzina conosciuta anni prima stava diventando donna, Makoto entusiasta porse la mano a Motoki « accetto! » i due si strinsero la mano sorridenti, ma poi le venne in mente una persona, « Motoki, Reika è d’accordo? » , Motoki si incupì, « Reika non si fa sentire e vedere da giorni, non mi risponde, non so che fine abbia fatto… » , Makoto si rese conto che nonostante tutto Motoki provava affetto per quella strega,« capisco, dai risolverete...quando posso iniziare capo? » , Motoki sorrise di fronte l’entusiasmo della ragazza, « domani mattina? Verso le 8? » , Makoto continuando a sorridere annuì « perfetto, allora ci rivediamo più tardi, ho appuntamento con le altre qui, a dopo Motoki » , « a dopo Mako » rispose Motoki sorridente, una volta rimasto solo Motoki mandò un messaggio a Mamoru ‘appena puoi passa al Crown, dobbiamo parlare’, mise il cellulare in tasca e sospirò « spero non sia tutto perduto per quei due ».

Makoto una volta fuori, saltò per la gioia, avrebbe lavorato gomito a gomito con Motoki, senza Reika nei paraggi, però ripensò alle parole di Motoki su Mamoru, non aveva risolto molto, non era stata d’aiuto, si sentiva in colpa per non aver aiutato Usagi, sconsolata tornò a casa.

 

Usagi era arrivata a casa della nonna, una piccola villetta giallo pallido vicino al lago, con un piccolo giardino in cui la nonna coltivava delle bellissime rose, amava quel posto, le trasmetteva tranquillità, si era incantata a guardarle, quando una voce familiare la chiamò « Usagi piccola mia fatti abbracciare » , nonna Kinuyo , una donna sulla settantina , capelli a caschetto grigi e occhi azzurro cielo, gli stessi di Usagi, « nonna, quanto mi sei mancata », le due si abbracciarono affettuosamente, poi si staccarono « fatti guardare bambina mia, diventi sempre più bella » , poi le prese il viso tra le mani, « e questi occhioni tristi? Che ti succede Usa? Problemi di cuore eh? » Usagi si sorprese di quanto la conosceva quella donna, tutti le dicevano che assomigliava tantissimo a sua nonna da ragazza, sia fisicamente che caratterialmente, forse per questo erano tanto compatibili, Usagi la guardò e senza dire nulla l’abbracciò nuovamente, la nonna le sorrise « vieni entriamo in casa, parliamo un po’ » Usagi annuì e seguì la nonna in casa.

 

Mamoru si risvegliò da un riposo poco ristoratore e soprattutto scomodo vista la posizione in cui si era addormentato, la gattina si stava strusciando sulla sua mano, reclamava la sua attenzione, « che hai piccola? Fame? Sete? » chiedeva Mamoru alla micia con gli occhi ancora chiusi e la bocca impastata dal sonno, « miaaaooo », Mamoru accarezzò l’animale « io già non capisco le donne, tu poi non sei nemmeno umana, che dici andiamo a fare un giro? » la gattina si strusciò in segno di approvazione, Mamoru si alzò e notò una lucina sul cellulare, indicava l’arrivo di un messaggio, aveva quasi pausa a leggerlo, poi vide che era un messaggio di Motoki, e se Usagi fosse passata di là? Non perse altro tempo, si diede una rinfrescata, prese le chiavi della macchina e insieme alla gattina lasciò l’appartamento. Mentre era in strada, d’istinto fece una deviazione, voleva provare a cercare Usagi a casa, parcheggiò sotto casa, lasciò la gattina sul sedile e si appoggiò alla macchina « che faccio? Busso? Non busso? Saranno in casa? » guardò l’orologio, erano le 19 « è quasi ora di cena, forse disturbo, ohhh al diavolo » Mamoru prese coraggio e bussò, attese qualche minuto ma nessuna risposta, riprovò a bussare, la frenata di una bici lo distrasse, « non troverai nessuno in casa Mamoru », il ragazzo si voltò e riconobbe l’amica di Usagi, Minako, « ciao Minako, giusto? Hai visto Usagi? » chiese Mamoru imbarazzato, Minako rise sotto i baffì e si avvicinò al ragazzo trascinando la bici con sé, « si Mamoru sono Minako, Usagi non è in città, torna domenica sera, non lo sapevi? » disse la bionda con tono distratto , « ma oggi è venerdì, dove è andata Usagi e con chi? » chiese preoccupato il ragazzo, Minako sorrise « ehi calma Mamoru, Usagi è con la sua famiglia ovviamente,immagino che tu non sappia nulla, vero? » chiese curiosa Minako, « ehm, purtroppo no, e non mi risponde al cellulare… » rispose afflitto Mamoru, Minako sorrise, prese un foglio e una penna dalla borsa e dopo poco lo consegnò al ragazzo, « mi devi un favore Mamoru » disse Minako facendogli l’occhiolino, poi si sporse oltre la spalla di Mamoru che era rimasto fermo, e notò il gatto in macchina « e quello? » disse la bionda indicando il gatto, Mamoru, aprì la portiera e prese la micia, « è una lei, l’ho soccorsa stamattina mentre...», « mentre? » insisteva Minako, « mentre inseguivo Usagi… » , Minako frenò la curiosità per rispetto di Usagi, « Usa adora i gatti, portala con te », così dicendo accarezzò la testa della gatta e salutò il ragazzo. Mamoru aprì il biglietto di Minako e sorrise. Tornò in macchina e mise in moto.

 

« Mamma le tue cene sono sempre spettacolari, sono pienissimo » un soddisfatto Kenji si toccava la pancia, « già nonna, è stato tutto buonissimo » Shingo insieme al padre elogiava la cucina della nonna, « Kinuyo me li vizi troppo, li dovrò mettere a dieta dopo il weekend » disse una divertita Ikuko, Usagi li osservava, aveva mangiato poco, era con la testa altrove, poi si alzò da tavola, prese la borsa « Vado a fare un giro, torno tra poco ! » disse mentre usciva, « Usagi dove vai? Sono le 21! » disse Ikuko preoccupata mentre si alzava per raggiungerla ma Kinuyo la trattenne, « tranquilla, non le succederà nulla, ha bisogno di stare sola », le disse la donna dolcemente, Ikuko le sorrise triste e tornò a sedersi.

Usagi camminava lungo dei giardini adiacenti la fila di villette, illuminato dai lampioni che emanavano una delicata e soffusa luce dorata, trovò una panchina libera tra quelle occupate da famiglie e coppie e si mise seduta, in quel momento le venne in mente che non aveva controllato il cellulare, si era comportata da maleducata con le sue amiche, tirò fuori il cellulare e vide che vi erano segnalate 3 chiamate e 2 messaggi, con titubanza controllò di chi fossero, Mamoru, Mamoru e Minako, altro sospiro, aprì i messaggi , Mamoru ‘Usa ti prego rispondimi, ti ho cercato ovunque ma c’è stata un’ emergenza, ti spiegherò tutto appena ci vedremo, perdonami’ , Minako ‘ Ehi testona ma dove lo tieni il cel? Posso chiamarti a casa o sei con Mamoruccio?’. Chiuse il cellulare e fece un lungo sospiro per calmarsi, Mamoru l’aveva inseguita, la stava cercando e lei era scappata, forse era stata troppo impulsiva, forse doveva chiamarlo e chiedergli cosa gli era successo.

Nel frattempo una macchina rossa parcheggiò li vicino, un ragazzo uscì dalla macchina e si mise alla ricerca dell’unica ragione che lo aveva portato lì, si avvicinò a dei giardinetti, poi si accorse del cellulare che squillava, vide il nome e non poteva crederci, mentre rispondeva alzò lo sguardo e la vide, seduta su una panchina da sola, con i capelli legati nei suoi soliti codini e un vestitino bianco corto, che le lasciava le spalle scoperte, era bellissima, e lo stava chiamando, lasciò andare la gattina che d'istinto si mise a correre verso la ragazza, che subito si accorse della gattina e iniziò ad accarezzarla « ehi ciao piccolina » Usagi raccolse la gattina e se la poggiò sulle gambe, senza smettere di chiamare Mamoru, che finalmente rispose « Mamoru... » disse Usagi con tono ansioso, « vedo che hai già conosciuto la mia amica, Usa sei bellissima con quel vestito bianco, sembri una principessa » rispose Mamoru con voce calda, Usagi non collegava le parole di Mamoru e prese a guardarsi intorno, e poi lo vide, aveva gli stessi vestiti della mattina, camicia bianca e jeans scuro, lui rispose al suo sguardo e chiuse il cellulare, si avvicinò piano, « Usagi… », Usagi restò seduta e lo guardava con occhi lucidi dal basso « Mamoru… », il ragazzo si mise affianco a lei « Usa, dobbiamo parlare, devo spiegarti tutto ».

   
 
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