Serie TV > The 100
Segui la storia  |       
Autore: Roberta_Bavia    08/04/2017    1 recensioni
Un semplice tocco può catturarci e cambiarci.
Bellamy Blake lo scoprirà presto.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellamy Blake, Clarke Griffin, Finn Collins, John Murphy, Wells Jaha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
Sfiorarsi per sopravvivere
 


Clarke uscì dalla navetta. Sconvolta.
Aveva con sé il puntale con cui, pochi minuti prima, Bellamy aveva torturato quel terrestre.
Il sangue sulle sue mani era appiccicoso e ancora caldo, e lei non riusciva a pensare ad altro.
Si avviò verso la cisterna d’acqua che erano riusciti a costruire solo pochi giorni prima, cercando
di non pulirsi le mani addosso all’unica maglietta pulita che le rimaneva.
Le lacrime tentavano di farsi strada nei suoi occhi, ma lei le respingeva, così come respingeva
il senso di colpa, il rimorso…e il sollievo.
Il sollievo per essere riuscita, almeno stavolta, a salvare qualcuno.

 

“Clarke, non è necessario che tu assista” gli aveva detto Bellamy. Ma lei doveva rimanere. Lui la capiva, giusto?
“Non me ne vado finché non ho l’antidoto.” Si, lui capiva. Aveva fatto scelte difficili, e aveva dovuto risponderne. E la stessa cosa avrebbe fatto lei.

 
“La tua capacità di sopravvivenza
Dipende dalla tua forza di volontà.”
 


Bellamy vide Clarke uscire dalla navetta. Aveva un’espressione che non le aveva mai visto sul volto.
Sembrava sconvolta, si, come lo era stata alla vista di Jasper quasi in punto di morte, come lo era stata quando Charlotte si era buttata dal dirupo…
Ma, stavolta, c’era qualcosa di diverso.
Quella grinta che aveva sempre negli occhi, e che non l’aveva abbandonata dall’arrivo sulla Terra, era stata sostituita da qualcos’altro.
E lui la capiva, perché quel qualcos’altro tormentava continuamente anche lui: si chiamava “senso di colpa”.

 
Bellamy la vide avvicinarsi; notò un oggetto appuntito e insanguinato tra le sue dita.
Voleva riuscire a dire qualcosa, o a fare qualcosa, per farla stare meglio.
Clarke lo aveva ormai superato e Bellamy, cercando di fermarla, colse l’occasione per sfiorarle la mano.
Era morbida, leggermente appiccicosa, ma pur sempre morbida.
La guardò per qualche secondo, notando piccole cicatrici sulle nocche che si era sicuramente procurata in quel posto maledetto.
 
Lei si girò, lentamente, fissandolo.
Lui sentì il suo sguardo addosso e alzò gli occhi, trovando il contatto che non pensava potesse mancargli.
Una sorta di capriola all’altezza del petto lo costrinse a distogliere gli occhi per riconcentrarsi su quello che avrebbe dovuto dirle.
Il suo sguardo vagò sul puntale insanguinato e tutti i sensi di colpa che aveva cercato anche lui di sotterrare tornarono a galla.
 
Si fece forza; guardò Clarke, lasciando la sua mano dove si trovava, e cioè intorno a quella piccola e paffutella di una ragazza che aveva bisogno di essere salvata da se stessa.
Si guardarono a lungo, più a lungo di quanto avessero mai fatto, e quell’azzurro che Bellamy aveva negli occhi grazie a lei divenne un po’ più intenso.
Lo sguardo di Clarke sembrava chiedergli quello che le parole non riuscivano a dire.
“Riuscirò a perdonarmi? Chi sono? Chi siamo diventati?”
Bellamy respirò a fondo e poi disse: “Clarke…”, il suo nome faceva uno strano effetto sulle sue labbra, “…ciò che siamo, e ciò che dobbiamo essere per sopravvivere, sono due cose ben diverse.”
                                                                                                                                                         
Si guardarono ancora.
Forse gli avrebbe creduto da subito, o forse le sarebbe servito un po’ di tempo.
In ogni caso, lui sarebbe rimasto al suo fianco.                                                                                

 _____________________________________________________________________________________________________________

 
Note d’autore.
 
Buonsalve gentaglia!
Questa è la prima volta in cui scrivo delle note d’autore, più che altro perché definirmi “autore” è un parolone, quindi finora ho evitato di farlo.
In ogni caso, credo di dover scrivere qualcosa, qui ed ora, proprio perché con questa ff ho avuto più difficoltà che con le altre, forse per la situazione densa di emozioni che dovevano essere sviluppate, forse perché il mio vocabolario è ancora troppo smunto.
O forse, semplicemente, perché in fondo non so scrivere, ma comunque ci provo.
 
Per la riuscita di questa mia storia devo ringraziare Wanheda_Skaikru, che ha sopportato le mie continue e insistenti richieste di consiglio riguardo…beh, riguardo a tutto ciò che avete letto.
Quindi, Federica, anche se nei ringraziamenti non sono sicuramente brava quanto te, devo dirtelo: grazie mille!
Senza il tuo aiuto, questa storia sarebbe probabilmente finita nel cestino.
Ti voglio bene.

Alla prossima fanfiction,
Roberta.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The 100 / Vai alla pagina dell'autore: Roberta_Bavia