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Autore: EllyBeth    08/04/2017    1 recensioni
"-Perché sospiri dolce Lulù?-
-Pensavo Dragneel-sama.-
-A cosa?-
-Ad una storia che mia mamma mi raccontava sempre quando ero piccola.-
-Una storia?-
-Sì. Le piacerebbe sentirla, Dragneel-sama?-"
***
Giappone, Fairy Tail.
Uno sceicco regna sul paese e, quando si invaghisce di una donna, la fa condurre al suo palazzo.
Nessuna di esse è mai tornata.
Lucy è la prossima.
Ed è quando capisce il misero destino a cui sta per andare incontro che decide di raccontare una storia allo sceicco.
***
"-Promettimi che farai in modo che lui non ti trovi, promettimelo!-"
***
Ispirata a "Le Mille e una Notte"
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucy Heartphilia, Natsu, Natsu/Lucy
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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~Hanashi o kika sete kudasai
Prologo




Lucy bussò tre leggeri colpi ripetuti sull'ebano del grande portone in legno che, beato nella sua imponenza, segnava il confine tra la semplice popolazione e lo sceicco Dragneel.
 Costui era anche soprannominato, con chissà quale sfacciataggine, Mangiatore di Cuori. Difatti il potente sceicco era spesso causa di dolore, se non di morte, di molte giovani fanciulle del villaggio.
 Il Mangiatore di Cuori spesso si infatuava di una ragazza del modesto paesino Fairy Tail -così chiamato a cause di alcune testimonianze secondo le quali in quel luogo si trovassero fate, con tanto di coda, capaci di incredibili magie, in grado di esaudire i desideri e dare la pace- e soggiocandola con il suo fascino e la sua tenacia lo sceicco la faceva cadere innamorata ai suoi piedi, sfruttandola e ingannandola fino a che, stufo, non la cacciava via.
 Aveva rotto così milioni di innocenti cuori ormai disperati al solo sentir nominare il nome di colui che le aveva fatte tanto soffrire, portandole ad odiare l'amore e a cercare di non averci nulla a che fare, spesso costringendole a cercare la morte.
 Tanti erano i cuori vittima del Cuore di Pietra, cosicchè Lucy aveva deciso di porre fine a tale storia.
 Era da ormai molto tempo che la fanciulla, dopo aver visto lo sceicco, se ne era innamorata perdutamente, come molte altre prima di lei.
 Ma a differenza loro Lucy rimase nell'ombra su ordine della madre, anche se nel suo cuore aspettava il momento opportuno per essere sicura che anche l'uomo la ricambiasse.
 Eppure adesso non poteva evitare ciò che stava succedendo.
 Il mangiatore di cuori l'aveva infine notata, ordinandole quindi di dirigersi al suo immenso palazzo dove, fino a quando lui non si fosse stufato, avrebbero vissuto insieme.
 Lucy però non aveva alcuna intenzione di essere usata.
 E così, mentre il portone veniva aperto da cinque schiavi per porta dato il suo peso, la ragazza raccolse il coraggio a piene mani ed oltrepassò la soglia che da sempre aveva segnato la netta differenza tra lei e l'uomo che amava.

-Non posso crederci, Lucy! Innamorarsi dello sceicco! Del Mangiatore di Cuori!- mi avvicinai a mia madre per poggiarle una mano sulla spalla, in cerca delle parole adatte per consolarla. Certo, sapevo bene anche io che innamorarsi dello sceicco era il peggior male che gli dei potessero mandarmi, ma se così hanno deciso, e se io lo amo, non c'è niente che si possa fare per risolvere questo terribile guaio. -Lucy, bambina mia...-
 -Dimmi tutto, madre.- risposi finalmente, aprendo bocca per la prima volta da quando le avevo rivelato i miei sentimenti per un uomo che non era neanche a conoscenza di tale parola.
 -Promettimi che farai in modo che lui non ti trovi, promettimelo!-


Guardò la parete bianca e immacolata davanti a lei, non riuscendo a non paragonarla a lei.
 Così pura, semplice... Proprio come lei.
 Eppure bastava una piccola macchia, una piccola goccia a renderlo sgradevole alla vista.
 E se mai lo sceicco fosse riuscito a macchiare la sua anima con la sua perversione, Lucy ne era certa, lei non sarebbe più stata la stessa.
 La ragazza sempre allegra, gentile, disponibile, a cui puoi rivelare i tuoi segreti sapendo che non li dirà mai a nessuno e che manteneva sempre ogni promessa fatta.
 Anche se, considerando l'ultimo aspetto del suo carattere, ormai era già cambiata.
 Alla fine non era riuscita a mantenere quella promessa...

-Mamma, ma se il signor sceicco troverà Lucy cosa succederà?- ridacchiai sentendo la mia sorellina Michelle rivolgere quella domanda a mia madre. Subito dopo però mi si oscurò il volto.
 Il suo modo di dire "signor sceicco" che tanto mi faceva ridere, le sue paffute guance sempre arrossate, i suoi comportamenti infantili che la facevano tanto sembrare una bambina nonostante lei avesse dodici anni, il suo modo di sorridermi quando per qualsiasi motivo ero giù...
 Se mai lo sceicco mi troverà dovrò dire addio a tutto questo...
 -Lucy se ne andrebbe, Michelle cara.-
 -No! Lucy non può andarsene!!!- urlò lei correndomi incontro per abbracciarmi. -Non può...- come mai potrò dire addio a mia sorella, proprio nel momento in cui dovrò asciugarle le lacrime e stringerla forte a me?


-Lo sceicco è pronto a riceverla, signorina.- si alzò in piedi ringraziando il servo vestito con quello che sembrava un vecchio sacco marrone con un dolce sorriso.
 Quello arrossì, facendo oscurare il volto di Lucy.
 Non era chiaramente abituato a ricevere quei piccoli gesti per lei quotidiani: un sorriso, una carezza...
 Per la prima volta da quando aveva ideato il suo piano, Lucy ebbe paura.
 Cercò di scacciare via il pensiero, pensando che per lo scieicco lei doveva valere più di un semplice schiavo.
 "Che cosa orribile..."
 Iniziò quindi ad incamminarsi per i lunghi corridoi diretta nelle stanze dello sceicco che si trovavano al terzo piano, nell'ala ovest.
 Dove tramontava il sole...

-Ne, Onee-chan, quando il sole va via, dove va?-
 -Be, va a dormire anche lui, credo.- risposi alla mia adorabile sorellina di cinque anni, seppur insicura che quella fosse la risposta giusta.
 -E come fa a sapere che deve tornare?-
 -Uhm... Immagino lo sappia e basta. Sai, come la mamma! Lei sa sempre se qualcosa non va!-
 -Sì ma... Ma se un giorno il sole non torna?-
 -Perché?-
 -Il nonno ha detto che una volta il sole era stato coperto e c'era buio e non si vedeva più niente...-
 -Lo sai che il nonno tende ad esagerare a volte...-
 -Sì lo so ma... Ma magari un giorno il sole non torna perché si dimentica o perché è troppo stanco!-
 -Hai paura che non torni il sole?-
 -Aye...-
 -Non devi aver paura Michelle! Se il sole dovesse scomparire ci sarò sempre io a proteggerti!- dissi fiera indicandomi con il dito della mano destra, quella con cui sugellavamo sempre un patto.
 -Me lo prometti?-
 -Te lo prometto!-
 -Allora il mio sole sarai tu! E lo sarai per sempre!!!-
 -Aye aye... Te l'ho promesso, no?-


-Avanti.- rabbrividì al suono di quella voce e, decisa, abbassò la maniglia.
 Entrò nella stanza, rimandendo bloccata di fronte a ciò che si trovava davanti a lei.
 Un'enorme vetrata mostrava il cielo colorato dal sole di meravigliosi colori che donavano alla stanza un'atmosfera supenda e, a parere di una sognante Lucy, romantica.
 Concentrata nel suo ammirare il panorama non si accorse di essersi avvicinata -tanto da appoggiarci una mano e sfiorare con il piccolo nasino all'insù il freddo vetro- nè tantomeno della persona che le si era avvicinata alle spalle.
 -Bello, vero?- quella frase sussurrata direttamente nel suo orecchio fece sobbalzare Lucy che, spaventata, si girò verso la fonte della voce. La stessa che le aveva dato il permesso di entrare.
 Si scontrò con due occhi a mandorla verde smeraldo, che la fecero rimanere ammaliata più di quanto non l'avesse fatto il panorama.
 Il cuore, il suo povero cuore, cominciò a battere all'impazzata non appena il suo cervello registrò la minima distanza che separava i loro volti e corpi. Nonostante normalmente avrebbe allontanato chiunque le fosse stato così vicino, cercò di trattenersi dallo spingerlo via facendo pressione sul suo petto lasciato scoperto da un gilè decisamente di troppo.
 Deglutì Lucy tornando velocemente a ricambiare lo sguardo del ragazzo che ormai si era già accorto del veloce scatto che gl'occhi marroni della ragazza avevano percorso dal suo viso al suo petto e il rossore che aveva preso dominio sulle sue guance.
 -Rendi questi pochi giorni che passerò con te più belli di questo tramonto, Lucy.-
 -C...Come prego?-
 -Hai sentito benissimo Lulù, vieni ora.- lo scieicco le prese il polso conducendola verso un enorme letto matrimoniale con le coperte color rosso fuoco.
 -N...No aspetti! Io... Io non sono pronta a... a...- balbettò lei spaventata da quel letto, rosso come il fuoco della passione.
 Una grassa risata le fece voltare il volto, spaesata, verso il Mangiatore di Cuori che rideva senza ritegno di fronte al volto imbarazzato della ragazza.
 Lei rimase intontita dinnanzi a quel sorriso e ai suoi occhi magnetici resi lucidi dalle lacrime che gli procuravano le sue risate.
 -Ragazza mia, sei più perversa di quel che sembra!- le sorrise lui, quasi dolcemente, spingendole leggermente la fronte con l'indice. Lucy rimase stupita non appena notò che la sua mano, così come il suo collo, erano privi di qualsivoglia gioiello. Se non altro al suo collo era legata una strana sciarpa a scaglie bianche. Ma di certo non era il lato più originale del suo aspetto, considerando i capelli, rosa come i fiori di ciliegio. -Per adesso la mia sola intenzione è quella di dormire. Per domani... Bè, si vedrà. Ma ti prego, non farmi fare pensieri sconci proprio ora che Natsu Junior è tranquillo.- non le diede il tempo di rispondere che Lucy era già solo in sottoveste e sotto le coperte, accanto a lui.
 -Buonanotte, Lulù.-
 -Buonanotte Dragneel-sama.-

 

§§§
 


Lucy aveva sempre creduto nell'amore.
 Quando il cuore batteva all'impazzata, le gambre tremavano, le farfalle svolazzavano come impazzite nello stomaco.
 Quando lui ti sorrideva ogni volta che ti vedeva, quando lui ti diceva dolci parole all'orecchio, quando lui non poteva vivere senza di te, quando lui amava non i tuoi pregi ma, anzi, i tuoi difetti.
 Quando finalmente eri felice.
 O almeno, così credeva.
 Non era sempre detto che l'amore dovesse renderti felice. La persona che amavi poteva non corrisponderti, poteva morire, poteva tradirti.
 Ma perché non amare? Perché lasciare che l'apaticità portasse via quei sentimenti? Perché permettere alla depressione di sopraffare?
 Aveva sentito che l'amore è il motore che fa girare il mondo, il senso delle cose.
 Aveva sentito che il tempo è un regalo.
 Aveva sentito che la morte stende, gentile, la sua mano, portando con sé le persone così da non sentirsi sola.
 Tre fattori che accumunavano gli uomini ma al tempo stesso che li dividevano. Chi infatti alla morte di qualcuno di caro gioiva? Si restava soli. Chi sprecava il suo tempo per gli altri quando aveva tante cose da fare? Si restava soli. Chi perdeva tempo ad amare quando odiare era molto più facile? Si restava soli.
 Quindi perché, esattamente, tutto questo sarebbe essere dovuto vittima di un rifiuto? Perché molte persone, alla vita, dicevano “no”?
 Probabilmente, si disse, perché non hanno qualcosa per cui lottare, qualcosa in cui credere. Per che cosa lottava lei?
 Ora sapeva cosa rispondere a Natsu. Sapeva come rispondere alla domanda che le aveva posto la mattina successiva, prima di ritirarsi per mangiare.


In che cosa credi, Lulù?


-Io credo nell'amore Dragneel-sama.- sussurrò mentre un ventata d'aria improvvisa apriva la finestra, permettendo al vento di arrivare ai suoi capelli e scompigliarli.
 “E lei invece? In che cosa crede lei?”
 Sospirando si alzò in piedi. Per quanto ci stesse pensando non riusciva a capacitarsi del perché di quella domanda. Che senso aveva fargliela lì, in quel momento, in quel modo? Cosa, esattamente, si celava, dietro a quelle parole all'apparenza innoque?
 Un brivido le attraversò la schiena.
 Non seppe mai se quel brivido fosse dovuto all'alito di vento entrato in stanza, o alla paura che l'aveva colta per la seconda volta in due giorni, o il cattivo presagio che quello sarebbe stato l'ultimo giorno in cui avrebbe potuto provare paura.
 A passo di marcia si diresse fuori da quella stanza diventata improvvisamente troppo opprimente e piccola per lei, cercando qualunque cosa capace di distrarla.

Girovagò a vuoto per i corridoi del palazzo, fermandosi di tanto in tanto ad ammirare quel magnifico panorama che si vedeva dalle finestre.
 Fu così che si trovò dinnanzi ad un portone in ebano* decorato finemente. Avvicinò il viso, particolarmante interessata a quei rilievi. Percorse con due dita il profilo del drago che da terra si alzava fino a oltre la metà del portone, dove finalmente si fermava incontrando, in piedi sulla sporgenza di una montagna, un cavaliere che brandiva una spada con una mano mentre con l'altra teneva stretta a sé quella che sembrava essere una principessa. Spostò lo sguardo ancora più in alto, notando una figura umana ma allo stesso tempo ultraterrena che le trasmetteva un senso di pace, sicurezza e al contempo di timore. Sembrava stesse scendendo direttamente là dal luogo dove risiedevano gli dei scendendo come la notte ricoprendo con due magnifiche ali piumate la scena. Aveva l'impressione che quella figura -che pensandoci già aveva visto da qualche parte- fosse pura, aggraziata, candida, perfetta.
 Si chiese cosa potesse effetivamente essere. Non assomigliava ad un dio, e non pareva nemmeno un profeta. Probabilmente avrebbe trovato le risposte che cercava solo all'interno della stanza che quella stessa porta custodiva.
 Si fece così coraggio afferrando con entrambe le mani le due maniglie d'oro e spinse con tutta la forza che aveva le ante immaginando che fossero piuttosto pesanti. Ci volle tutta la forza che possedeva per riuscire ad aprirsi un varco ma quando finalmente riuscì ad entrare e richiudersi la porta dietro di sé dovette soffocare un urlo.
 In quella nera stanza, impilati alla rinfusa, c'erano centinaia di cadaveri.
 

Niente.
 Non c'erano vie d'uscita.
 Tutte quelle finestre erano troppo in alto per poter uscire e tutte le porte erano serrate.
 La soglia dalla quale era entrata non sembrava esistere più. Davanti a lei ora compariva quella porta nera e l'angoscia l'attanagliava.
 Aveva chiaro tutto adesso, tutta la nebbia si era dissolta.
 Ecco perché le ragazze che lui portava a palazzo non tornavano più, ecco perché sparivano.
 Le uccideva. E lei doveva essere la prossima.
 Cosa avrebbe fatto? Avrebbe passato una notte con lei e poi l'avrebbe uccisa, lasciandola lì a marcire assieme a tutte le altre ragazze che come lei erano cadute nella trappola mortale dello sceicco?
 No. Non poteva permetterlo. Lo doveva a sua madre, a sua sorella, a tutte le donne del regno, ma soprattutto a se stessa.
 Doveva impedire che tutto quello accadesse di nuovo, doveva fermarlo.
 Doveva trovare un modo per far cessare quelle disgrazie e c'era un solo modo: lo sceicco doveva innamorarsi di lei.
 

§§§
 

-La costellazione di Orione... e quella deve essere la costellazione dell'Ariete... Quella della Bilancia... e la costellazione di Pegaso...- mormorò appoggiando le mani candide sulla vetrata, seguendo con il naso le figure delle costellazioni. Sospirò: quanto le mancava casa.
 -Perché sospiri dolce Lulù?- chiese lo sceicco, impegnato fino a poco prima a togliersi i vestiti.
 -Pensavo Dragneel-sama.- quella mattina, in seguito allo shock che aveva seguito quell'immagine, era tornata nella stanza che condivideva con il cosidetto “Mangiatore di Cuori”, anche se ormai trovava più adatto a lui il nome di “Mangiatore di Vite”. Lui era tornato solo a tarda sera, il tempo perfetto per Lucy per organizzare il suo piano fin nei minimi dettagli.
 -A cosa?-
 -Ad una storia che mia madre mi raccontava sempre quando ero piccola.-
 -Una storia?- lo sceicco sembrò incuriosito e Lucy non potè fare a meno di sorridere.
 -Sì. Le piacerebbe sentirla, Dragneel-sama?-

 

*******
 

Ecco... Non so che dire. Ho voluto pubblicare quast'anteprima della storia che scriverò quest'anno ma non so dirvi quando la continuerò e quindi quando metterò il secondo capitolo. Perché è una storia molto complessa e lunga quindi potrei doverci mettere un bel po'. Ma ci tenevo e ho deciso di pubblicare questo capitolo per vedere cosa ne pensiate. Comunque quando finirò la storia pubblicherò i capitoli abbastanza frequentemente.
 E' ispirata alla favola delle “Mille e una notte” che tutti voi sicuramente conoscerete. Siamo in un periodo imprecisato della storia che è ambientata in Giappone, anche se ci sono elementi diciamo estranei.
 PERCHE' NOI SI PUO'!!!
 Il titolo dovrebbe significare “Raccontami una storia” anche se preferisco dire “Tell me a story”(immagino sia ovvio il motivo), ma non mi fiderei troppo di Google Traduttore ;)
 Non so esattamente quanto sarà lunga ma immagino molto, conoscendomi. Ecco.
 Se sapete come funziona “Le Mille e una notte” saprete anche che per 1001 notti la protagonista racconta 1001 storie al sultano che racchiude però in un'unica storia. Ebbene più o meno questo è ciò che voglio fare. Naturalmente con meno di 1001 storie (1000?) che saranno però leggende e miti giapponesi. Ecco, se qualcuno ne conosce me lo può scrivere in una recensione oppure in chat (?) privata.
 Quindi niente. Avvertitemi se ci sono errori o cose difficili da capire! Magari ho sbagliato a digitare o a copiare o che so io. Spero vi sia piaciuto!
 Un basciooooooone!!!!!! Kiry-chan<3

P.s. Per chi sta leggendo Un Anno con la NaLu, dovrei pubblicare l'ultimo capitolo a breve ;)
        Per chi invece sta leggendo Heart's Dream non so quando potrò pubblicare :(

 

   
 
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