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Autore: miriel67    07/06/2009    6 recensioni
Ogni anno a Musashi, in primavera arriva un pacchetto con dentro un kimono prezioso...
Genere: Romantico, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rin, Sesshoumaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dicembre anno sesto


Sedici anni! Che festa che abbiamo fatto, mio carissimo diario. Quante cose da mangiare! Un dolce con una cosa buonissima che si chiama cioccolato. Sedici anni! Kagome –chan mi ha fatto un sacco di raccomandazioni, ma soprattutto mi ha detto di aspettare. Forse si riferiva al fatto che lei e Inuyasha non hanno aspettato, boh non lo so… ho ricevuto tantissimi regali. Molti libri, moltissimi libri dal mondo di là del pozzo: romanzi e manuali, per sognare e per imparare. Sango e Miroku mi hanno regalato un bel paio di hakama rossi con dei ricami e un meraviglioso furisode in seta bianca! Beh devo dire che questo qui, forse per la fioritura dei ciliegi lo metterò. Soprattutto perché non è rosa.
Lui? Beh lui ovviamente non si è fatto vedere. Per un demone l’età non deve contare un granché. Ed io ho solo sedici anni e lui, boh?  200 credo. Ma non se li porta male!
Mi dicono che sono bella. Allo specchio vedo grandissimi occhi nocciola e capelli neri neri. Amo i miei capelli lunghi e lisci. Li lascio sciolti sulle spalle o li lego con un nastro, quando vado a cavallo.
Sì, diario, Inuyasha mi ha regalato un bellissimo cavallo, con il manto nero come la notte. Adoro andare in giro, libera nei boschi e nei prati. Adesso che i bambini sono un po’ cresciuti ho più tempo. L’ho chiamato Bakusaiga, come la spada. Non so perché.

Febbraio anno settimo

Nonna Kaede non c’è più.
Si è spenta serenamente. Ho pianto tantissimo. Si è ammalata dopo le forti nevicate di gennaio, ma neanche le medicine del mondo di Kagome sono servite a qualcosa. È stato davvero terribile. Anche Miroku si è arreso, nonostante abbia pregato e invocato i Kami per tutto il tempo.
Prima di andarsene Nonna Kaede mi ha chiamato in parte e mi ha sussurrato: “Continua a leggere, mia piccola Rin. Studia e cerca di essere libera e felice.”. Mi ha stretto forte la mano ed ha chiuso gli occhi. Dopo poco se n’è andata. Inuyasha è corso fuori dalla casa. Non voleva che lo vedessimo piangere. Voleva bene a Kaede. Kagome e Sango l’hanno vestita con uno dei bellissimi kimoni rosa che Lui mi ha regalato. Abbiamo usato legno di sandalo e pesco, e mentre la pira funebre ardeva, abbiamo versato sakè, latte di riso e granuli d'incenso.
Abbiamo messo le sue ceneri vicino a quelle della sorella Kikyo. Ora abbiamo due sacerdotesse che ci proteggeranno per sempre. Io allora ho preso Bakusaiga e ho cavalcato nel bosco, nella neve. Sono arrivata al lago e mi sono fermata. Ho cominciato a piangere. Poi, Lui è arrivato. Sembrava scivolare sull’acqua. L’ho guardato, e lui ha guardato me.
“Perché piangi?”
“nonna Kaede è morta”
“ Ho sentito l’odore della morte e della carne bruciata.”
“ Tutto qui quello che hai da dire?”
Credo di avergli dato un’occhiataccia fra le lacrime, come quelle che do ai bambini quando fanno o dicono qualcosa di sbagliato, perché si è avvicinato ed ha allungato una mano sul mio viso. Una specie di carezza, poi ha guardato i suoi lunghi artigli bagnati delle mie lacrime.
“ Esseri umani.” Ha detto. E se n’è andato.

Marzo anno settimo

Finalmente sta arrivando la primavera.
Questo inverno è stato veramente difficile e lungo. I bambini si sono ammalati anche loro, ma questa volta le medicine di Kagome  hanno funzionato e tutto si è risolto per il meglio. Con il fatto che nonna Kaede non c’era più, Sango, Miroku, Inuyasha e Kagome hanno dovuto aiutarmi con il riso e il pollaio. Sono andati meno in giro ed io ho avuto più tempo per me. Ho studiato come coltivare meglio le risaie e come proteggerle dai parassiti. In più ho iniziato a produrre con il latte delle tre mucche, yogurt e formaggi. Sto insegnando queste cose anche agli altri abitanti del villaggio.
Mi chiamano “Maestra” ma a me la cosa fa ridere. Vorrei insegnare ai bambini a leggere e scrivere però, e tutte le cose che ho imparato in questi anni.
Lui? Ah, non l’ho più rivisto da quella volta, diario. Non so se verrà adesso.
Sicuro che se mi porta un altro kimono rosa glielo tiro in faccia.

   
 
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