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Autore: Princesse with Wormmon    12/04/2017    4 recensioni
L'inaspettato e il meraviglioso appartengono a questo mondo.
Questo è un mondo dove finiscono tutti i sogni dispersi, tutte le parole non dette e gli amori mai nati.
E' convogliato tutto qui.
Questo universo trae la sua energia dai desideri umani. Per raggiungere questo mondo occorre solo un elemento: l'amore.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Sora/Tai
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Come primule nel vento

3.

Fosti, neve a primavera
tu, Primula, Fioristi
in un giorno
per sempre.
Dicesti che era per la Luce,
ma fosti derisa
come il vento
Avulso
a timor del sentimento.
Vedesti, ricordasti.
Sii Neve, te ne prego.
Nessuno capirà, solo chi crede.
' Ma io non sono niente '
' Allora vai e ricorda '

 

 


Spirava l'usignolo senza un tetto sulla sua criniera

Come l'acqua che lo aveva abbandonato quando ancora non sillabava.

Ma se ti guardi dentro i tuoi petali bianchi ti parleranno di te, mentre ansimanti ti

sussurrano di danzare ancora.

Un corpicino, di una disumana e dismorfica esilità di una bambina, faceva da scudo alla piccola farfalla color amaranto turchino che si era andata a posare tra i suoi capelli. L'incanto presente sul suo corpo era tangibile, come una margherita appena nata, sulla quale i petali bianchissimi brulicavano di innocenza, di una purezza nivea ancora intoccata. Non aveva nulla sul petto che era cereo, come la sua carnagione pura, i suoi seni ancora non sviluppati sembravano voler annunciare la sua imminente fioritura. Una sublussazione clavicolare era presente nella parte anteriore della sua luminescenza e i capezzoli rosati assomigliavano a dei petali leggiadri che si disperdevano nel soffio del cielo. Sul suo capo si intravedeva, una soluzione densa rossa, molto esigua.

Profumava di vita e di speranze non ancora disilluse. I suoi capelli erano color rosso dorato. Tagliati in un per niente femminile caschetto spettinato. Tai rimase folgorato e sentì il suo cuore battere talmente forte nel rivederla.. bambina, fragile, così dolce e così indifesa. Avrebbe voluto proteggerla dal mondo intero. La sua Sora. Il suo unico, vero grande amore, il suo raggio di sole che ad ogni nuova alba lo riscaldava. Riempiendo di calore puro tutto il suo ghiaccio che per anni si era tenuto dentro senza che mai qualcuno riuscisse a scioglierlo. Ma adesso lei giaceva lì, priva di sensi. Che cosa le era accaduto? Tai si preoccupò.

' Dobbiamo aiutarla, chissà cosa le è successo! ' disse col panico nella voce.

' La conosci? E' Soraya la figlia del professor Takenouci, il professore della mia principessa. ' disse Izzy.

' mia principessa? ' si ripetè Tai nella mente. Come poteva definirla ' sua ' dopo tutto quello che gli aveva fatto passare?

' Ragazzi, è ferita alla testa, per favore dobbiamo fare qualcosa! ' urlò Tai preoccupato.

' Corro subito a casa a prendere delle garze ed un disinfettante, tu Izzy va' dalla principessa, prima che sia troppo tardi e ti faccia punire di nuovo. ' disse la donna. Si allontanarono entrambi in fretta.

 

E strazianti pensieri scheggiati si infiltravano nei suoi giacigli, nei meandri sibillini del suo destriero ferito, come la mantide che getta tutto il suo fulcro respirando invano un aria avvelenata dal suo stesso frammentarsi disperso. Il pianto gagliardo strideva nel minaccioso e macabro grido nudo della sua voce assente, priva del più netto confine, orientalizzato in assenza di luce, in un furore velenoso. Il filugello appassito aveva sparso l'oro che era dentro di se, donando tutto ciò che aveva, mentre il sole scintillava di una luce labile e frenula, e lui, rimasto solo, aveva posato i suoi occhi senza respiro sul corpicino immacolato della sua piccola bambola di porcellana dai capezzoli rosati. Il suo corpicino nudo coperto solo d'aria, faceva rifulgire nel suo cuore bambino il desiderio di una più ampia sapienza ventricolare di lei.

Le si avvicinò posando la sua piccola mano piatta, poco sviluppata lungo l'incespicarsi dei suoi fronzoli ramati. Sapeva di calore, profumava di gentilezza, di amore puro. Chissà cosa le era accaduto. Doveva essere caduta dall'albero pensò Tai.

Accanto a lei c'era un piccolo usignolo, con un'ala spezzata, macchiata di sangue, che a stento emetteva qualche cinguettìo. Il piccolo uccellino doveva essere caduto dall'albero.

Tai le baciò la fronte con una grazia ed una tenerezza raggiante, poi le sua labbra si spostarono più giù, sulle labbra di lei, divenuta anch'esse patologicamente candide per via dell'impatto nella caduta. Le sfiorò senza delicatezza, destreggiando con ardore il suo cuore palpitante, incapace di zittirlo, incapace di placare l'orgoglioso gorgoglìo delle valvole che pulsavano veementemente un sangue ossigenato con tutta la loro insistenza. Impossibile bloccare l'anima dal suo mostrare la violenta e fugace stretta di un sentimento così possente.

Dopo questo bacio strappato, le pose la mano sul cuore. I suoi battiti erano ancora reali. Come dei tuoni tumultuosi. Il reame nel quale viveva forse si accigliava senza beneficio nel portare la pietra ad una luce forte, che non aveva mai smesso di ardere. Forse l'amore a volte ha bisogno di una caduta elevata per percepire realmente la sua altezza e la sua intensità. Una verità assiomatica erano le pulsazioni di lui, come una spinta che non abbandonava il rifugiarsi sonoro della goccia scrosciante che zigzagava nel suo ventre.

' Sora.. Sora.. ti prego.. svegliati ' urlò Tai. Minuscole lacrime volarono nel vento, in quel firmamento privo di pace.

Non aprì gli occhi. Temè per la sua incolumità. Lei, il suo unico, vero grande amore, forse aveva ceduto alla vita, forse era un fiore che era stato spinto giù da un vento troppo ansioso. E adesso non voleva risvegliarsi. Le accarezzò la guancia pallida, poi di nuovo le sue labbra sfiorarono ancora la sua fronte con estrema tenerezza.

 

' Dove sei mia piccola principessa adesso? ' disse Tai con le lacrime agli occhi.

' In quale mondo ti trovi? Sei proprio come una primula nel vento, e sembra che tu non abbia mai avuto una vita adesso. Dei nostri frammenti felici insieme non c'è traccia. Del nostro amore mai nato, neppure un'ombra gelida. '

Poi come uno scossone, e come il ruggito di un leone severo e irritato, un pensiero caparbio non lasciò spazio per qualunque altra insinuazione.

' Ti salverò Sora.. io ti salverò.. il tuo cuore batte ancora, sono sicuro che se uso il mio unico desiderio posso fare in modo che tu ti risvegli. '

Voleva rifugiarsi nella sua vita morta. Nel succedersi delle stagioni di chi aveva conosciuto la morte in prima persona. Ma non c'era scampo per l'ieri dimenticato, mentre funeste schegge spaesate ancora si immergevano nel terreno radicando la loro natura, percepita avidamente da un cuore così fermo e risoluto. La realtà delle tenebre non lo aveva toccato, perciò quello che chiamava amore, o luce, ancora era incarnato in lui, e forse mai avrebbe lasciato la sua fortezza d'acciaio. Non avrebbe mai lasciato disperdere il suo coraggio e il suo ardore fanciullesco anche se le nuvole si erano trasmutate in opprimenti macigni, nefandi nel loro dissanguarsi di lacrime prive di acqua.

Un'arcano potere, un filtro che forse l'avrebbe riportata alla vita. Un'unico interrogativo martellava nella sua mente martoriata: come utilizzare il desiderio che gli era stato concesso?

' Io ti proteggerò Sora e ti salverò per sempre, perchè tu sei.. tutto per me.. sei la mia principessa. Non ho dimenticato nulla di noi. I miei ricordi non sono svaniti, forse tu non ne hai mai avuti di noi in questo mondo, ma sento ancora nel mio cuore che per noi c'è ancora una strada che possa condurci alla felicità '

Le prese la mano, stringendo le dita scheletriche di lei tra le sue.

' Amore mio, non smetterò mai di essere grato per aver conosciuto un miracolo meraviglioso.. che sei tu, mi basta solo che tu respiri di nuovo. Ti prego Sora, torna a respirare. Ti riempirò di baci e di carezze, lo farò, per sempre, non importa se ti arrabbierai o se ne resterai perplessa, non importa in quale luogo tu sia adesso, io lo attraverserò e ti salverò. E se avrai paura sarò capace anche di.. rubare un respiro pur di restituirti il tuo. Ancora lacrime copiose precipitavano dai suoi bulbi color nocciola. Come far cessare quell'acqua che gelida lo aveva catturato?

Come salvare lei?

Ci doveva essere un sentiero e se c'era, lui, lo avrebbe certamente trovato.

La donna tornò con delle garze e del disinfettante. Disinfettarono e fasciarono la ferita a Sora. Dopo di chè la donna si allontanò poiché anche lei era una schiava, e doveva svolgere delle mansioni precise per il suo padrone.

*

Piroettava allegramente nella sua maestosa e sfolgorante camera da letto. Il balcone spalancato dove un sole privo di luce sopravveniva, parlava di lei. Sussurrando parole di poesia e di meraviglia davanti allo stupore incantato della sua bellezza. I legamenti della sua anima erano stati fratturati da una macchia che portava nel cuore, che un tempo era infuocato, e ora era divenuto di pietra. Crisalide era il suo sguardo, quasi velato di vetro. Si pose le mani sui fianchi, si sfilò il vestito rosa ricoperto di diamanti e di pietre preziose, facendo venire alla luce una cicatrice che si estendeva dall'articolazione coxo-femorale fino al cavo popliteo. Si massaggiò la zona, poi ci pose sopra un unguento, forse quella ferita non si sarebbe mai davvero rimarginata. Prese a cantare quasi sussurrando una nenia che da sempre aveva udito da bambina cercando di respirare quel giorno privo di luce. La macchia che portava sulla sua purezza, imbrattata, era la giacenza della sua compassionevole bontà che era collabita, scontrandosi con un solitario e timido ricordo. Torturata da memoria e desiderio smise di lasciarsi andare, e il cuore che si era già incenerito, adesso era cristallizzato.

Innumerevoli vestiti con drappi d'oro e perline d'argento occupavano ogni millimetro libero del suo rifugio pericolante. Aveva infiniti braccialetti d'oro, orecchini e scarpe, ricoperte con charms d'oro e d'argento. Lei aveva tutto: bellezza, intelligenza, intuito, perspicacia, fascino ed un incommensurabile ricchezza. Inestimabili erano le sue doti, e inestimabile era la sua solitudine. Ricchezza che si contrapponeva all'estrema povertà della gente del popolo e dei numerosi schiavi che dormivano nelle sue stalle luride. La principessa Pureness aveva una bellezza straordinaria, quasi aliena che lasciava ammaliato chiunque la guardasse soltanto. Boccoli pomposi ondeggiavano ostentando la loro perfezione e sensualità. Capelli nocciola chiaro dello stesso colore profondo e penetrante degli occhi sbarazzini. Puri un tempo. Purtroppo a volte l'eccessiva ricchezza può portare all'anestesia, all'insensibilità nei confronti degli altri e ad indurire il cuore, facendo assumere atteggiamenti riprovevoli anche all'umano più puro ed innocente del mondo. Forse aveva perduto la sua innocenza.

Lo schiavo dai capelli rossi o meglio numero 95 entrò nella camera della principessa, portando con sé l'acqua che aveva raccolto al pozzo, e una tinozza perfetta per lavarsi.

La trovò seminuda, con addosso solo il bustino del vestito, si intravedevano tra la candida biancheria, le membra esili e delicate, talmente sottili da sembrare uno scheletro, del tutto innaturali. E poi con uno scatto improvviso notò la cicatrice enorme che aveva sulla coscia. Ne rimase spiazzato e addolorato, nonostante lei fosse molto crudele con lui, dato che per un nonnulla lo faceva frustare dal suo servitore, che era un mastino.

Lo sguardo della principessa era altèro e sprezzante. Nei suoi occhi gelidi c'era un'estrema fierezza ed orgoglio. Numero 95 sgranò gli occhi in apprensione.

' Tu stupido schiavo come osi entrare senza bussare?! ' urlò la principessa irritata

' Mi perdoni principessa, mi sono dimenticato di bussare ' disse Izzy timidamente.

' La pagherai cara per questa insolenza! Per punizione dormirai all'aperto questa notte e senza cibo '

Numero 95 abbassò lo sguardo tristemente, non per la punizione ma perchè avvertiva una sensazione strana nel suo stomaco. Dolore. Per lei. Forse provava dolore per lei.

' Principessa.. '

' Cosa vuoi ancora? '

' Ecco.. potrei farle una domanda? '

' Mi sembra che a voi schiavi non sia consentito parlare o sbaglio? ' disse facendo la saputella con aria canzonatoria.

' Mi perdoni, sua altezza '

Numero 95 fece per andarsene ma la principessa lo bloccò.

' Oggi voglio essere buona e ti concederò di parlare con me. Tu sei un semplice schiavo e la tua vita non vale nulla, mentre io sono la principessa per questo è una cosa inaudita che tu parli con me. Ma io ti concedo questo privilegio. '

' Mi perdoni principessa.. ecco io.. no.. non volevo dire nulla '

' Cosa?! Adesso non vuoi più parlare? Avanti parla numero 95, sei uno dei miei schiavi preferiti lo sai? Nonostante tu sia a volte così imbranato. '

' Ecco.. io.. no meglio di no.. principessa. '

' Tu.. stupido schiavo! Ti ordino di dirmi subito quello che volevi dirmi o te la farò pagare, mi hai capito bene?! ' disse la principessa in preda all'isteria.

' Ecco.. principessa io.. volevo solo.. volevo.. ' Izzy avrebbe voluto chiedere spiegazioni sulla cicatrice enorme che aveva sul suo corpo ma non ebbe il coraggio.

' Allora!? Dai, cosa volevi dirmi? '

' Ecco.. volevo dire che.. sua maestà è meravigliosamente bella oggi ' disse arrossendo, poi si riprese ' ecco in realtà lei principessa, è meravigliosa e bellissima ogni giorno e non soltanto oggi.. ' disse ancora, rossissimo in viso.

La principessa fece un verso compiaciuto e lusingato allo stesso tempo, ma che voleva significare anche ' povero idiota se ne accorge solo ora? '

Lusingata da queste parole disse:

' Bene, adesso vai via però, ricorda che io sono la principessa e tu non vali assolutamente nulla.. quindi d'ora in avanti non parlare mai più con me! E ricordati di bussare sempre alla porta prima di entrare. ' disse con aria da comandante crudele.

' D'accordo, perdonatemi principessa '

' Adesso vai via numero 95! ' ordinò la principessa. Izzy uscì velocemente da quella camera angosciosa dove l'aria che si respirava era soffocante, nonostante fosse enorme e priva di luce. Mentre si allontanava piccole lacrime cadevano dai suoi occhi.

 

Tai era ancora lì, accanto a Sora accarezzandola e supplicandola di svegliarsi.

Poi capì che doveva fare qualcosa di più concreto per salvarla. La prese tra le braccia, stringendola contro il suo petto fortemente, sollevandola con delicatezza dal terreno. Mentre la stringeva, pensava che doveva cercare il prima possibile un posto in cui avrebbero potuto aiutarla.

 

Continua.

 

Allora in questo capitolo c'è qualche scena d'amore. Tai ha già trovato Sora, ma la strada da percorrere è ancora lunga. Allora avete capito chi è la principessa? :) si forse troppo semplice.. mi dispiace di aver inserito delle scene di violenza e di aver reso la principessa un po' cattiva, ma anche questo servirà per lo scioglimento della storia. Spero che questo capitolo non faccia troppo schifo e di non aver deluso le vostre aspettative e spero di aggiornare il prima possibile.
p.s credo che non riuscirò a mantenere il rating arancione.

   
 
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