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Autore: Marne    18/04/2017    6 recensioni
Dopo quattro anni di apparente pace e prosperità, il Mondo Magico si ritrova ad attraversare un nuovo periodo di crisi. Qualcuno ha iniziato ad uccidere i vecchi Mangiamorte ed Harry Potter, distrutto dopo la Guerra, inizia a soffrire di incubi spaventosi che sembrano voler mettere in dubbio quell'equilibrio raggiunto con tanta difficoltà.
Hermione Granger, dopo esser sparita per ben due anni a causa di un impiego segreto, fa ritorno nella sua terra d'origine per portare una notizia terribile a Draco Malfoy e per riunirsi al vecchio amico nella lotta contro il nuovo Male che sembra volerli sopraffare.
Un bambino è intenzionato a distruggere ciò che è stato costruito in tantissimi anni e con immense difficoltà e nessuno sembra avere il potere di fermarlo. Come si uccide chi è giù sfuggito alla morte?
Genere: Dark, Generale, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Katie Bell, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Heir Universe'
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LErede del Male.


 

Call my name and save me from the dark, wake me up
Bid my blood to run, I can't wake up
Before I come undone, save me
Save me from the nothing I've become.

Bring me to life*”.



[Evanescence – Bring me to life]

                                  

 

Atto VI, Parte I –  Indefinito

 

 

Erano state necessarie ore affinché Harry potesse recuperare pienamente il controllo di sé. In realtà era piuttosto convinto che lo psicologo gli avesse fatto qualcosa, perché per la prima volta in quattro anni si sentì libero, come se dei pesi enormi fossero appena stati sollevati dalle sue spalle. Aveva pianto tutte le sue lacrime, si era stretto ad Hermione, che in quel momento gli era sembrata l’unica certezza al mondo, poi, semplicemente, era tutto finito. Non era normale, ovviamente ne era consapevole, ma gli stava bene. Si sentiva ancora se stesso, se non addirittura migliore: quella nube oscura che l’aveva perseguitato si era dissolta e se anche presto o tardi avesse deciso di tornare, lui avrebbe ringraziato per quei pochi momenti di tranquillità1.

Forse avrebbe fatto bene ad accettare la proposta di Crave e diventare un suo paziente abituale.

Dopotutto, era riuscito a gestire Winter, rimettendola insieme con così tanta maestria che, in quel momento, mentre lo osservava con il suo sorriso gentile a giusto pochi metri di distanza, gli sembrò quasi che l’incidente con quel mostro non fosse mai accaduto.

«Credo sia finalmente giunto il momento di sapere tutto, non credi anche tu?» lo incalzò Hermione, sorridendogli incoraggiante dal bracciolo della sua poltrona. La sua migliore amica era rimasta al suo fianco in ogni istante, allontanandosi solo per potersi cambiare d’abito. Stava indossando l’uniforme d’ordinanza, quella in pelle rosso scuro che le dava un’aria molto più formale e spaventosa. All’improvviso si era trasformata in quell’agente senza pietà che l’Ordine delle Banshee aveva plasmato, ma Harry non riusciva a provare verso di lei la stessa ansia che invece le provocavano gli altri quattro.

Con un cenno, il Bambino sopravvissuto annuì in direzione della sua migliore amica, voltandosi poi verso tutti gli altri. Ophelia era ancora estremamente pallida e sembrava voler far di tutto pur di non guardarlo in viso. «Voldemort non ha parlato con me, mi ha solo mostrato. Era come se io fossi lui, capite? Non sono sicuro di potermi spiegare bene, quantomeno non in modo da farvi capire con esattezza cosa io abbia provato in quel momento» tentò, stringendo poi le labbra con preoccupazione.

Katie, dalla sua sedia nascosta nell’angolo più buio della stanza, grugnì. «Eri posseduto, Potter. Credimi, bene o male tutti noi abbiamo sperimentato quella particolare situazione» gli disse, stringendosi nelle spalle e lasciando penzolare le gambe oltre il bracciolo. Non gli dedicò più di uno sguardo, quasi la sua stessa presenza la stesse annoiando.

Probabilmente era ancora offesa per quel comportamento irrispettoso che aveva avuto verso di lei durante il sogno.

Senza sapere cos’altro risponderle, Harry annuì. «Sì, ero posseduto. Mi hq mostrato dei suoi ricordi, ma sono ricordi vecchi, risalenti al periodo precedente alla… alla morte dei miei genitori. Lui era… più giovane, più umano». Si fermò per un momento, cercando la parola giusta per descrivere il Tom Riddle che aveva assistito durante quella singolare possessione. «Era più ingenuo» disse alla fine, sollevando gli occhi in direzione prima di Hermione e poi di tutti gli altri quattro. «Ho sentito la sua rabbia, la sua frustrazione».

«Qualcuno si è preso gioco del Signore Oscuro, anni fa» si intromise Winnie, probabilmente leggendo ciò che lui ancora non era riuscito a far uscire dalla sua mente affaticata. Lo guardò per un lungo istante, le bionde sopracciglia corrugate. Al suo fianco, Draco le posò una mano sul braccio, dandole qualche leggera pacca. Nonostante le indicazioni dello psicologo, era improbabile che lui stesse riuscendo a tenere per sé i suoi pensieri riguardo ciò che era successo. Fortunatamente non l’aveva vista nel momento di maggiore crisi.

«In che senso “preso gioco”?» domandò Ophelia, raddrizzando le spalle con espressione parecchio preoccupata. «L’unica persona effettivamente riuscita a prenderlo per i fondelli è stata Narcissa Malfoy» mormorò, indicando Draco con un cenno del capo. Quando lui la guardò, riprese a parlare. «Tua madre era una delle Legilimens migliori in circolazione, oltre che una incredibile stratega. Si dice in giro che non ci fosse partita di scacchi magici che lei non avesse vinto2».

«Anche Severus Piton è riuscito a nascondere i propri piani a Voldemort» specificò Harry, accigliato. «Per anni, se vogliamo essere precisi. Senza lui e senza la madre di Malfoy, probabilmente io oggi non sarei qui» aggiunse, con un sospiro rassegnato. C’erano così tante persone che avevano sofferto per la pace che tanto duramente era stata guadagnata ed in quel preciso istante qualcun altro stava lavorando per mandare tutto all’aria e rendere i loro sacrifici inutili.

Non poteva permetterlo.

Ophelia sibilò, arricciando il naso come avrebbe fatto un gatto irritato. «Severus Piton era fenomenale, ma non lasciare che quel suo ultimo atto di buon senso faccia mettere da parte una vita di…» venne fermata dalla mano di Barry sulla spalla e da un suo sguardo ammonitore. I coniugi si fissarono per qualche istante ma, alla fine, lei strinse le labbra e annuì. «Ti prego, Harry, continua con il tuo racconto. Questo non è il momento per lasciarsi prendere da vecchi rancori3».

Avrebbe dovuto parlarle.

Molto presto.

«Voldemort era giovane ed era ancora convinto che il mondo sarebbe semplicemente caduto fra le sue mani, perché lui era il migliore» riprese l’Auror, muovendosi sulla sua poltrona come se all’improvviso fosse diventata scomodissima. L’ansia di Tom Riddle ancora risiedeva sul fondo del suo stomaco, come se non avesse mai smesso di vivere dentro di lui. Era possibile? Dopotutto aveva continuato a restare collegato con il suo spirito in tutti quegli anni. «Io credevo che l’idea degli Horcrux fosse sorta durante le sue ricerche e che poi fosse stato Lumacorno a togliergli gli ultimi dubbi sull’aspetto pratico» mormorò, passandosi nervosamente una mano fra i capelli scuri.

«È ciò che anche Silente credeva» convenne Hermione, accigliata. «Abbiamo parlato più volte con il suo ritratto e ci ha confermato che l’opera del professore si fosse limitata ad un approfondimento. Sconveniente, certo, ma comunque un approfondimento. Qualcuno lo ha ispirato?».

Malfoy, dal suo angolo, grugnì. «Un ragazzino non se ne esce fuori con la storia degli Horcrux senza aver avuto una imbeccata, Granger» le fece notare. «Come credo chiunque di noi abbia avuto una educazione decente potrà confermare4, nonostante i vari libri di magia oscura presenti nelle nostre librerie non credo avremmo potuto trovarne qualcuno che facesse riferimento a quel tipo di incantesimo».

«E se non abbiamo mai trovato nulla noi4» si intromise Winnie, il capo piegato leggermente di lato, «dubito fortemente che un orfano mezzosangue avrebbe potuto avere molte speranze. Il Signore Oscuro era solo un ragazzino, per quanto malvagio e portato per l’oscurità che fosse. Non è una conoscenza che puoi semplicemente acquisire, quella. Io ho sempre dato per scontato che fosse stato Lumacorno a dare inizio alla discussione, in qualche modo. O che comunque fosse stato l’allora insegnante di Difesa a fare un qualche accenno, attirando la sua attenzione e spingendolo ad approfondire la ricerca sui libri giusti».

Harry scosse il capo, sprofondando di più con la schiena fra i vari cuscinetti alle sue spalle. «Io non mi ero posto il problema ma, se l’avessi fatto, l’avrei pensata come te» convenne, espirando dal naso. «Credo che lui stesso avrebbe preferito non saperne mai nulla, tanto forte era la sua irritazione mentre mi mostrava le immagini del suo passato».

Dall’angolo più remoto della stanza, Katie grugnì. Fra i presenti, lei era quella che sembrava star peggio: il pallore delle sue guance la faceva sembrare malata, le occhiaie erano più scure di quanto potesse esser considerato sano. Nascosta nella sua felpa Grifondoro risalente ai tempi della scuola, fino a quel momento aveva fatto di tutto pur di confondersi con la tappezzeria. «L’irritazione è ciò che l’ha tenuto a galla in questi anni. È poco più di un ricordo, ma la sua rabbia gli ha consentito di restare ancorato a questa realtà e torturarti. Se la sua anima fosse stata intera, sicuramente sarebbe diventato uno spirito vendicatore. Chiunque l’abbia preso in giro, lui deve odiarlo molto più di quanto non abbia mai odiato te, Potter» spiegò, secca, distogliendo poi lo sguardo da tutti loro per tornare a puntarlo sulle fiamme del camino.

Harry si convinse che offendersi per quell’atteggiamento sarebbe stato ipocrita da parte sua, quindi si limitò ad annuire. «E ne avrebbe tutte le ragioni, considerando il modo in cui è stato usato» sbottò, arricciando il naso in un gesto di disgusto che non gli apparteneva. Tom Riddle era davvero in un angolo della sua mente e, probabilmente, lo sarebbe stato fino alla fine dei suoi giorni. «Aveva quindici anni quando venne avvicinato per la prima volta. Era la prima volta che qualcuno si fosse degnato di considerarlo, all’orfanotrofio».

 

Lo straniero indossava un abito gessato dal taglio molto elegante, ma estremamente fuorimoda. Sembrava straniero, i suoi tratti delicati facevano pensare ad un paese lontano, molto più caldo e soleggiato di quanto l’Inghilterra non fosse mai stata. Aveva gli occhi dello stesso colore delle olive mature e la pelle abbronzata, quasi a voler ostentare la nazionalità straniera.

«Un giovanotto promettente come te è sprecato in un luogo come questo» gli disse, sorridendo come se avesse voluto incantare il mondo intero. La sua voce era stranamente melodiosa, quasi fosse appartenuta ad una donna. Anche i suoi modi erano delicati, troppo delicati. Che si trattasse di una donna vestita da uomo? Tom non si sarebbe stupito: Nott gli aveva mostrato le fotografie di quel suo disgustoso cugino.

«Ne sono consapevole» rispose, trattenendosi a stento dall’arretrare di qualche passo. Lui sarebbe presto diventato Lord Voldemort, il più grande mago mai passato per la faccia della terra: avere paura di quella creatura non avrebbe mai giovato alla sua grandezza. Allora sorrise, incantevole come sapeva essere con qualunque adulto, e si infilò le mani in tasca con l’atteggiamento da garbato birbantello che sapeva avrebbe conquistato chiunque. «Ma sono ben convinto che questa piccola parentesi della mia vita mi renderà più forte e determinato in futuro. Posso sapere con chi ho l’onore di parlare?».

Lo straniero – o la straniera? – rise allegramente, allunando la mano affinché lui la potesse stringere. Non appena le loro dita si sfiorarono, tuttavia, un brivido corse lungo la spina dorsale del ragazzo. Aveva sempre avuto l’incredibile talento di poter comprendere il potenziale magico di chiunque gli stesse davanti e, con una certa curiosità, si ritrovò a constatare quanto forte dovesse essere quella creatura5.

«Il mio nome è Tiresias il Veggente, Tom Riddle. E sono qui per mostrarti quanto immenso potrà essere il tuo futuro».

 

«Non posso crederci» sbottò Hermione, interrompendo il suo racconto e balzando in piedi come se qualcuno le avesse metto una puntina da disegno sulla poltrona. «Hai detto Tiresias, Harry? Sei sicuro?» gli chiese, avvicinandosi quasi di corsa alla grande libreria che occupava il lato nord della piccola stanza in cui erano rinchiusi. In pochi istanti, Winnie comparve al suo fianco, probabilmente intenzionata ad aiutarla. Era una fortuna che almeno lei avesse idea di cosa stesse passando per la mente della giovane.

«Tiresias, sì. È lo stesso che anche io ho visto, l’unico giorno in cui il mio solito sogno è cambiato. Credo sia stato il giorno immediatamente precedente alla…strage» nel dire l’ultima parola si voltò un momento verso Malfoy, sentendosi particolarmente a disagio. Dopotutto, lui aveva perso la sua famiglia in quella situazione e probabilmente avrebbe preferito non sentirselo sbattere nuovamente in faccia con tale noncuranza. «Ero convinto che fosse una donna, in realtà. Nei ricordi di Riddle, però, era vestito da uomo e non era invecchiato di un solo giorno».

«Questo perché non può invecchiare» sbottò la giovane, accettando il libro che Winnie le aveva silenziosamente porto ed iniziando a sfogliarlo alla velocità della luce. Nei suoi occhi c’era lo stesso luccichio della volta in cui aveva improvvisamente ricordato Nicholas Flamel da una delle sue letture leggere. «Eccolo! Tiresias, celebre indovino tebano, figlio di Evere discendente di Udeo, uno degli Sparti, e della ninfa Cariclo. Punito con la cecità per aver visto la dea Atena nuda ma ricompensato con il dono della vista, si dice che dopo aver offeso le divinità sia stato punito con l’indefinito».

«Cosa intendi dire con “indefinito”?» chiese Barry, rimasto in silenzio fino a quel momento. «È un termine che spesso noi utilizziamo per indicare i cuccioli di drago quando ancora il sesso non può essere individuato. È per questo che Lord Voldemort non è riuscito a compere cosa fosse?».

Hermione annuì. «Indefinito nel senso di “né uomo, né donna”, anche se non è solo questo. A quanto pare è stato condannato a vivere un’esistenza a metà non soltanto dal punto di vista sessuale» mormorò, indicando una pagina specifica del grande libro. «”Tiresias, l’ermafrodita, condannato a vivere a metà. Né morto, né vivo, né umano e né creatura. Mai a lui verrà concesso il gaudio della morte e mai il dolore della reale esistenza, poiché Esso ha disubbidito al comando più grande e allora dovrà seguire il suo padrone finché l’alba dell’esistenza non tramonterà anche per lui”6».

«Stai cercando di dirmi che dietro a tutti i nostri guai e dietro Lord Voldemort c’è una figura mitologica? Un soggetto che viene nominato nell’Odissea?» sbottò Ophelia, incredula ma non per questo meno preoccupata. Dopotutto, nel loro lavoro dovevano aver conosciuto tutte le follie del mondo: una in più non poteva certo essere così assurda da credere. «Una figura che è apparsa al fianco di Ulisse e Zeus e tutti gli altri dovrebbe aver provocato questi guai» continuò, le sopracciglia inarcate in modo quasi divertente. «Sii seria, se anche fosse vero allora avrebbe migliaia di anni. Nessuno può sfuggire davvero alla morte, non nel lungo termine. Voldemort stesso ne è stato la dimostrazione. Nessun corpo potrebbe durare integralmente tanto a lungo, è impossibile».

Una risata gutturale provenne dall’angolo in cui era sprofondata Katie. «Ah, le parole della scienza» sbottò, senza nascondere un pizzico di sarcasmo. «Credimi, Philly, potrei raccontarti storie capaci di tenerti lontana dai tuoi amici defunti nell’obitorio per almeno due mesi» le disse, glaciale.

Harry sentì un brivido corrergli lungo la spina dorsale e, per un istante, temette di essere sul punto di morire per la paura.

«Trina, comportati bene» la ammonì Barry, gli occhi chiari ridotti ad una fessura. «Te l’abbiamo detto mille volte che usare il tuo potere per far spaventare gli altri è da incivili7. Oltretutto sei stanca, rischi di svenire da un momento all’altro, continuando così».

«E sai bene che niente di quello che potresti dirmi mi terrebbe lontana dai miei piccini» si lagnò Ophelia, tutt’altro che irritata dal modo in cui la giovane aveva reagito alle sue parole. Sembrava più che altro esasperata, quasi quello scontro fosse roba da tutti i giorni.

Dopotutto, pensò Harry, scienza e religione erano sempre state antagoniste8.

«Katie ha ragione, questa volta» mormorò Winnie, che, rimasta accanto ad Hermione, aveva continuato a leggere quella pagina da cui lei si era a limitata ad estrapolare poche parole. «Qui dice che Tiresias è stato avvistato spesso nel corso nella storia, anche se in pochi sono riusciti davvero a riconoscerlo. Nessuno sa come sia possibile che sia davvero lui, ma le descrizioni non lasciano spazio a dubbi. L’ultimo caso registrato è stato proprio Grindelwald, nei primi anni venti. A quanto pare, scrisse al professor Silente di questo straniero intenzionato a rivelargli i piani della vita eterna. Per nostra fortuna, il Preside riuscì a convincerlo che fosse solo una distrazione nella strada per la ricerca dei Doni».

Confuso, Harry si accigliò. «Lì fa riferimento a Silente e ai doni?» chiese, con un certo sconcerto. «Credevo che noi fossimo stati i primi a fare quel collegamento, Hermione» sbottò, voltandosi verso l’amica come se fosse stata colpa sua. In realtà era più verso l’Ordine che lui avrebbe preferito indirizzare la sua rabbia: loro sapevano, eppure avevano lasciato tre adolescenti a cavarsela da soli.

La ragazza sorrise. «Il libro è stato aggiornato dopo la guerra, quando Aberforth ha dato la sua autorizzazione al sequestro degli appunti di Silente. Sono stata io stessa ad aggiungere le nuove informazioni, per questo sono riuscita a collegarlo con il tuo racconto». Nervosamente, si morse il labbro, osservando le parole scritte come se avessero potuto iniziare ad eruttare fuoco da un istante all’altro. «Credevo fosse sparito dalla circolazione. Solitamente le sue comparse sono limitate ad una al secolo, non avrei mai creduto che… proprio con Voldemort…».

«Quindi questa creatura millenaria ha tentato di sedurre prima Grindelwald e poi il Signore Oscuro, ma con lui ha avuto successo perché non c’era il vecchiaccio a fargli la guardia» convenne Malfoy, sprezzante. «Questa storia, che già era assurda di suo, sta raggiungendo dei livelli di follia che non mi sarei mi aspettato».

«Oh, ma non è tutto qui».

 

«Mi hai visto diventare grande».

«Sì, Signore» convenne l’oracolo, seduto sul bordo del suo letto con lo sguardo vitreo dalla cecità ma perso nell’infinità delle possibilità future. Era un veggente, uno dei pochi ancora in circolazione. «Ho visto la tua ascesa, ho visto la tua caduta e la tua rinascita. Per due volte cadrai, mio Signore, ma quando il tuo sangue sorgerà per la terza volta, niente potrà fermare la venuta delle tenebre».

Senza poterlo impedire, Tom sorrise, mettendo in mostra i canini. Tutte le volte in cui aveva sognato d’essere un serpente, quegli stessi denti erano stati colmi di veleno: quell’arma presto non gli sarebbe servita.

«Hai detto che devo cadere due volte?».

«Sì, Mio Signore. Due volte dovrai lasciare che la Morte stenda su di te la sua mano impietosa e sempre a causa della stessa creatura. Un bambino con i capelli neri e grandi occhi di smeraldo, cresciuto con il simbolo di Zeus sulla fronte. Lui sarà la causa del ritorno delle tenebre e Colui che non è mai morto potrà tornare alla vita grazie al tuo sangue che per la terza volta camminerà in questo mondo».

Il sorriso fiducioso di Tom Riddle avrebbe illuminato il mondo intero.

«Cosa devo fare?».

«Horcrux. Devi scoprire come creare degli Horcrux. Sette, il numero magico per eccellenza».  

 

«Se fosse stato chiunque altro, non sarebbe caduto nella trappola» convenne Hermione, stringendo poi le labbra in una linea sottile. «Nessuno avrebbe provato a dividere l’anima in così tante parti, pur conoscendo i rischi. Ma Voldemort si sentiva diverso, si sentiva forte…».

Harry annuì seccamente. Qualcosa sembrava essersi congelato alla base del suo stomaco, forse per la consapevolezza di ciò che a breve avrebbe dovuto raccontare. «Si sentiva forte, si sentiva imbattibile. Aveva il più grande veggente della storia schierato dalla sua parte, chi avrebbe mai pensato di sfidarlo? Come avrebbe mai potuto perdere?» ripeté fedelmente quelle stesse parole che qualche ora prima aveva percepito come sue. In un certo senso, gli sembrava davvero di poter percepire da qualche parte quella sensazione di onnipotenza che aveva portato il giovane Tom alla sconfitta. Solo che, mentre al suo vecchio compagno di sventura quelle emozioni erano piaciute fino a diventare una droga, Harry ne era nauseato.

«Dubito fortemente che Tiresias non avesse visto a cosa lo avrebbe portato inseguire il sogno degli Horcrux. Se davvero fosse stato dalla sua parte, avrebbe agito per evitare che venisse a darti la caccia» convenne Barry, allungando la mano per accarezzare distrattamente il fianco di sua moglie. C’era una strana dolcezza nel suo movimento: ad un primo sguardo sarebbe potuto sembrare puramente istintivo, ma Harry aveva visto troppo fino a quel momento per lasciarsi ingannare. Le coincidenze non esistevano.

Avrebbe dovuto parlare con Ophelia, presto o tardi.

«Oh, Tiresias sapeva cosa sarebbe successo se Voldemort avesse deciso di darmi la caccia. Lui stesso lo sapeva» spiegò il Bambino Sopravvissuto, che ormai non era più un bambino. «Voldemort è venuto a cercarmi con la consapevolezza che sarebbe caduto, voleva che accadesse. Non sapeva che sarei diventato un altro Horcrux, naturalmente, perché altrimenti avrebbe sfruttato la connessione ben prima del nostro ultimo scontro e per questo motivo non ha opposto resistenza all’idea di crearne un altro, che poi è diventato l’Obscurus. Ma sapeva che io ero un male necessario. Solo attraverso la sua seconda caduta avrebbe potuto risorgere per l’ultima volta, riportando le Tenebre sulla terra». Senza alcuna gioia, Harry ghignò. «Sfortunatamente, Tiresias non ha pensato di avvisarlo che a portare questa oscurità non sarebbe stato di certo lui».

«Lo hanno usato» sbottò allora Malfoy, imitando Harry con una risata che di divertito sembrava avere ben poco. «Le due guerre magiche sono state soltanto un trucco per consentire a Tiresias di acquisire potere e conquistare il mondo? Cos’è che voleva, l’Obscurus? Questa ipotetica creatura è così potente da giustificare un piano di oltre settant’anni?».

«Tiresias è vecchio millenni» puntualizzò Hermione, guardandolo con il dubbio stampato in viso. «Cosa potrebbero mai essere, per lui, settant’anni?» gli fece notare, pur non sembrando molto convinta. «Mi rendo conto che un Obscurus che abbia parte dell’anima di Lord Voldemort debba essere incredibilmente più forte del normale, ma sinceramente stento a credere che sia tutto qui. Avrebbe potuto usare te, Harry. Saresti stato molto più utile ed avendoti al suo fianco sarebbe stato più facile prendere il controllo del nostro paese».

«Ma perché proprio l’Inghilterra, poi?» sbottò Malfoy, allargando le braccia. «Siamo un’isola nel deretano del mondo, avrebbe potuto mirare agli Stati Uniti! Al Canada! O all’Australia! Perché qui? In Germania è pieno di maghi oscuri di grandi speranze».

«Il suo padrone è qui» fu la laconica risposta di Harry, che arricciò il naso con immenso disgusto. La rabbia di Voldemort tornò quasi con prepotenza in lui, facendogli stringere i pugni. Si era liberato della possessione, ma il ricordo era difficile da eliminare. «Non è per se stesso che Tiresias sta cercando il potere. Tutto quello che ha fatto, per tutta la sua esistenza, è stato tentare di liberarlo. Voldemort l’ha scoperto quando ormai era troppo tardi e per quanto abbia provato a liberarsi di lui, il destino era sul punto di compiersi. Per sua sfortuna, è entrato in possesso della biblioteca dei Rosier quando è stato troppo tardi».

«Il suo Padrone?» domandò Draco, accigliato, voltandosi di scatto in direzione di Winter quando lei crollò a sedere con un tonfo secco, gli occhi puntati in quelli di Harry. Non erano più verdi, ma grigi.

Era colpa sua e sperò con tutto il cuore che l’avrebbe perdonato per aver incanalato i suoi ricordi tutti su di lei: era l’unico modo in cui sarebbe riuscito a far uscire quelle parole dalle sue labbra. Pensarle e ripeterle, stranamente, gli sembrò impossibile.

«Per aver sfidato la Morte, la condanna è stata l’Indefinito. Servo e Maestro per l’Eternità legati dal nulla del Divenire, fermi nel Limbo dell’Essenza finché Colui che è Ritornato, l’Araldo di Thanatos e la Padrona delle Anime non verseranno il loro sangue sul Libro dell’Ade» ripeté la donna, lo sguardo vitreo di chi non avesse la più pallida idea di cosa stesse succedendo tutt’intorno. «Di certo non è una filastrocca da insegnare ai bambini, non credete anche voi?» domandò dopo qualche istante, tornata ormai se stessa, lanciando uno sguardo tutt’altro che soddisfatto in direzione di Harry. «Quando vorrai bombardarmi con i tuoi pensieri, Harry caro, abbi il buongusto di avvisarmi. Adesso avrò un’emicrania terribile per il resto della giornata» si lamentò, facendosi aria con la mano, incurante del silenzio attonito che regnava tutt’intorno. «Ma immagino non avessi scelta, sei stato colpito da un Incantesimo Languelingua, anche se in modo indiretto».

«Chiedo scusa?».

«Non te ne sei reso conto, Potter?» gli chiese la bionda, con una risatina. «Katie ha davvero ragione. Credo sia stato il Signore Oscuro ad esserne stato colpito, in realtà, ma essendo stato posseduto devi aver assorbito parte di quella maledizione9. In effetti, avresti potuto farci conoscere quell’estratto del libro detto da Tom Riddle solo attraverso le mie capacità».

«Scusate, nessuno vuole commentare su ciò che abbiamo sentito?» si intromise Barry, le sopracciglia scure così alte da essere quasi nascoste dai capelli. Distrattamente, si grattò la guancia con l’uncino, sollevando lo sguardo in direzione di sua moglie, prima, e poi verso le altre Banshee. «Qualcuno mi può fornire un’analisi dettagliata di quel delizioso biglietto d’auguri che ci è stato appena letto?».

«L’Indefinito sai già cos’è» borbottò Ophelia, sistemandosi meglio sul bracciolo della poltrona su cui si era poggiata. Quella debolezza che l’aveva seguita fin da quando erano usciti dal sogno di Harry sembrava sparita nel nulla. «A quanto pare fa tutto parte di una maledizione che qualcuno o qualcosa ha scagliato su Tiresias e sul suo padrone. Una condanna a cui potranno sfuggire solo quando qualcun altro verserà il suo sangue su un libro».

«Libro dell’Ade, sono piuttosto certa che si tratti del Necromicon» mormorò Hermione, concordando. «Fortunatamente avevamo già messo in conto di trovarlo».

 «Malfoy, mi hai chiesto perché qui e perché adesso» si intromise Harry, dedicando la migliore fra le sue occhiate vuote al vecchio nemico dei tempi della scuola. «A quanto pare, è qui che Tiresias è riuscito a recuperare tutto ciò che gli serve per spezzare questa maledizione e liberare il suo padrone da qualunque prigione sia stato rinchiuso in precedenza, come ha provato a fare centinaia e centinaia di volte negli altri secoli. Ed è qui che si trova questa prigione».

«Ha sempre fallito, pur avendo comunque il dono della profezia per prepararsi al meglio» mormorò Hermione, incrociando le braccia al petto mentre osservava con attenzione le pagine del suo libro, come alla ricerca di una spiegazione.

«A quanto pare, non è mai riuscito a trovare tutto. Stando al libro trovato da Voldemort, il suo Padrone è riuscito a fuggire solo pochissime volte ed è sempre ricaduto nella sua prigione, dopo poco tempo. Una soluzione permanente è stata impossibile da trovare, non è mai riuscito a superare il blocco che la maledizione ha imposto alla sua esistenza, qualunque cosa significhi» spiegò Harry, stringendosi nelle spalle. Non c’era molto da ricordare dal sogno, le emozioni di Voldemort – la sua irritazione, la rabbia, la voglia di essere vendicato – erano troppo forti per consentirgli di ragionare in modo lucido.

«Dovremmo poter trovare qualche indizio su di lui, allora. Qualcosa che ci faccia capire cosa stiamo cercando e contro chi stiamo lottando» riprese Hermione, rileggendo quelle poche righe che aveva trascritto quando Winter aveva iniziato a declamare la punizione toccata all’Indovino e al suo Padrone. «Per aver sfidato la Morte…» rilesse, con un mormorio quasi simile ad una cantilena. «Chi ha sfidato la Morte?».

«Ná Bí Ag Iarraidh Cluain An Chacamais A Chur Orm10» sbottò Katie, attirando l’attenzione su di sé come se fosse stata una calamita. Era rimasta in religioso silenzio dall’ultima volta in cui era intervenuta e, per un istante, Harry si era quasi scordato che fosse presente. Quando la guardò, la ritrovò in piedi, quasi appiattita contro il muro alle sue spalle come se avesse voluto essere inghiottita dalle ombre. «Porca puttana» riprese, forse volendo imprecare in modo finalmente comprensibile. «Non va bene. Questo non va affatto bene. Se davvero è come temo, se davvero si tratta di lui, faremo bene a nasconderci tutti sotto un sasso e pregare di non essere trovati. Non abbiamo alcuna via di scampo».

«Katie, cara, ti dispiace elaborare?» provò a chiedere, con gentilezza, Winter, piegando il capo di lato come se avesse voluto sentire meglio. Il suo potere tendeva a non funzionare con Katrina, ma evidentemente anche Katie doveva essere parecchio brava nel difendersi. Infondo erano la stessa persona. «Tu sai di chi stiamo parlando?».

Con un gesto secco ma spaventato, la ragazza annuì. «Noi… noi lo chiamiamo in tanti modi diversi. È stato Caligola, è stato Gilles de Rais e Vlad Dracula. Jack lo Squartatore. È stato il primo negromante e il primo vampiro» esalò, il viso trasfigurato in un terrore così palese da far accartocciare lo stomaco di tutti i presenti. «L’uomo che catturò la Morte e che per questo venne punito».

«Katie?».

«È Sisifo11» esalò, pronunciando quella parola come se fosse costato tutto il suo coraggio. «È la creatura più pericolosa che sia mai esistita ed ora sta cercando il Necromicon per riacquistare il suo potere. Non capite? Lui ha scritto quel libro» chiese, la voce ridotta ad un pigolio. Ciò che Harry aveva davanti agli occhi non somigliava affatto al mostro che solo la sera prima aveva messo in ginocchio l’uomo più spaventoso che lui avesse mai conosciuto. «Siamo tutti morti».

«Credevo che Sisifo fosse solo una leggenda» mormorò Hermione, lanciando uno sguardo confuso in direzione di Ophelia e poi di Winter, che si mostrarono altrettanto confuse. «Ma, in fondo, anche Tiresias lo era. Katie, sei palesemente la più informata… pensi di poterci spiegare qualcosa in più? Chi dovrà sanguinare sul Necromicon per farlo tornare?».

Un campanello d’allarme suonò nella coscienza di Harry, quando la negromante si voltò a fissarlo con il puro orrore negli occhi.

«Siamo noi» disse allora, anticipandola. «Io sono tornato, dopo essere morto. Katie è una negromante e Winter…» guardò la bionda, che era appena crollata nuovamente a sedere accanto a Malfoy. «Chi potrebbe essere il Padrone delle Anime, se non qualcuno che può esplorarne i segreti più oscuri? Chi meglio della più grande Legilimens delle ultime generazioni?».

«Ma perché?» fu proprio Malfoy a parlare, gli occhi puntati sulle sue mani. «Perché il Signore Oscuro ti avrebbe mostrato tutto questo? E perché sta succedendo adesso?».

«Perché Tom Riddle sarebbe stato un perfetto spirito vendicatore» gli rispose Katie, laconica. «È morto a causa dei piani di una creatura molto più antica e spietata di lui ed ora vuole vendicarsi. Per farlo è pronto ad aiutare il suo peggior nemico».

«Siamo comunque fottuti».

La porta della stanza venne improvvisamente spalancata e non ci fu una persona che non trasalì palesemente. Katie, ancora appiattita contro il muro, si lasciò andare ad un gridolino terrorizzato. Ophelia fu al suo fianco in un istante, un braccio intorno alle sue spalle ma gli occhi puntati sull’uomo appena entrato. Era un ragazzo con corti capelli biondi ed il viso innaturalmente pallido.

«Il y avait une attaque dans Diagon Alley!12» annunciò, con il fiatone. «Allez! È l’Obscurus!».

 

 

 

 

» Marnie’s Corner

 

Bentrovati e bentornati, cari amici di EFP!

 

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 Chi mi ha seguita qui dalla mia prima long saprà già che io, semplicemente, non sono capace di star lontana dalla mitologia greca. Non ce la faccio. Ho un amore viscerale per la mitologia. Viscerale. Quindi SBAM, ecco che torna. È stato più forte di me, perdonatemi.

 

 

Punti importanti:

 

» * - Chiama il mio nome e salvami dall'oscurità, salvami /chiedi al mio sangue di scorrere, non posso svegliarmi /prima che io cada a pezzi, salvami /salvami dal nulla che sono diventato. riportami in vita. Ehehe, qua parte la ship Sisifo/Tiresias. Il riferimento è a loro due, in questo caso, perché Tiresias ha passato millenni ad inseguire il sogno di liberare il suo Padrone e se stesso. Tranquilli, si spiegherà tutto.

 

» 1 – Come mi è stato fatto notare nei commenti, nello scorso capitolo la discussione di Harry e del Dottore è un po’ “meccanica” o comunque forzata. È tutto voluto, non temete, il povero Newt si è solo assicurato che Harry avesse abbastanza forza da rivivere i ricordi di Voldemort senza cadere in pezzi, lui sicuramente tornerà a fare quattro chiacchiere.

 

» 2 – Io amo Narcissa Malfoy e potete dire ciò che volete, ma niente mi convincerà che Voldemort, nella famosa scena del “è morto”, non abbia tentato di usare la Legilimanzia per scoprire se lei fosse sincera o meno. Narcissa ha preso per i fondelli il Signore Oscuro nel momento di peggiore ansia. Cosa non fa una madre, eh?

 

» 3 – A me Severus Piton non piace. Per niente. Lo detesto con tutta me stessa e non me ne importa un accidenti se è morto facendo l’eroe, se ha difeso Harry e tutto il resto. Era un pazzo maniaco che è rimasto innamorato di una donna morta per vent’anni anche se lei non l’ha mai ricambiato perché da giovane era uno stronzo. E no, non uscite fuori la storia del bullismo, perché di occasioni per cambiare ne ha avute parecchie. Ophelia la pensa come me – se non peggio – e non perde occasione per onorare la memoria di Sirius e James, nell’insultare Mocciosus. Oltretutto, lei ha i suoi ottimi motivi per odiarlo. Perché, sì, magari Piton ha subito atti di bullismo da James, ma l’essere vittima non giustifica il diventare carnefice e abbiamo letto tutti quanto Piton fosse un bastardo vendicativo (es. Neville e Lupin alla fine del terzo libro). Immaginate come dev’essere stato con Ophelia, quando lei era ancora ad Hogwarts (quando James è morto lei faceva il primo anno, l’anno seguente Piton ha iniziato a lavorare a scuola). Immaginate come deve essersi comportato con la cugina del suo vecchio rivale in amore, che non perdeva occasione per ricordare come James fosse morto da eroe con sua moglie. Immaginate come deve essersi comportato con quella ragazzina che gli somigliava così tanto da poter essere sua sorella, quella ragazzina che lo detestava e che aveva gli stessi occhi di James. (Mi sono fatta prendere la mano ahaha).

  

» 4 -  Il buon, vecchio Draco si sta vantando della cultura dei Purosangue, sì. È innegabile che lui, così come Winter, abbia avuto una preparazione “di cultura generale” magica nettamente superiore rispetto Harry o anche Hermione (lei ha acquisito le conoscenze da grande, studiando perché voleva farlo).

 

» 5 – Una cosa un po’ improvvisata, me ne rendo conto. Ma credo che esistano maghi e streghe capaci di capire quanto potente sia chi gli sta davanti, un po’ come un brivido, mi capite? Voldemort è sempre stato sveglio, il suo sesto senso, al riguardo, era parecchio sviluppato.

 

» 6 – Ovviamente questo è tutto frutto del mio sacco, la storia di Tiresia è molto più noiosa (che la mitologia non me ne voglia). In realtà Tiresia è diventato un ermafrodita per aver ucciso un serpente femmina durante un accoppiamento. Una leggenda diversa da quella citata dice che la perdita della vista sia dovuta ad un attacco di stizza della dea Era, dopo che lui le fece perdere una scommessa con Zeus. Storia lunga, noiosa. Qui, invece, Tiresias ha avuto una esistenza… diversa.

 

» 7 – Katie è una succubus. Per quanto ancora non ci sia stata l’occasione di spiegare bene cosa implichi questo, sappiate che il suo potere le consente di “influenzare” chi le sta intorno, ma è una capacità che le costa tantissima energia e la lascia prosciugata come se avesse perso tantissimo sangue.

 

» 8 – Scienza e Religione, perché? Perché Ophelia è un medico, per quanto sia anche una strega. Ci sono campi della magia che gli stessi maghi considerano superstizione e tutto ciò che riguarda la Morte vi rientra di diritto. Quanto a Katie, come ho già detto la Negromanzia è una religione, prima di tutto. Lei prega la Morte. Lei serve la Morte. Lei conosce i segreti di qualcosa che un mago comune ritiene inesistente dal punto di vista metafisico. 

 

» 9 – Ovviamente, quando Voldemort ha scoperto il piano di Tiresias lui ha ben pensato di impedirgli di parlarne in giro. Harry, avendo assistito al ricordo come “Voldemort” stesso, è stato colpito per estensione. Winter ha letto i pensieri di Harry, non ha assistito alla maledizione, quindi ha potuto liberamente ripetere la formula.

 

» 10 – Si tratta di un “non dirmi cazzate” in irlandese. Katie impreca come un pescatore del peggior porto di Dublino se presa alla sprovvista e spaventata. I suoi dubbi hanno iniziato a presentarsi quando Winter ha iniziato a ripetere la maledizione, ma quando Hermione ha puntualizzato il “chi ha sfidato la morte?”, ha avuto la sua conferma. I Negromanti sono un popolo estremamente superstizioso, la storia di Sisifo è tramandata un po’ come le nostre storie sul lupo cattivo o sull’uomo nero. È il peggiore fra gli spauracchi.

 

» 11 – Chi è Sisifo? Ancora, mi sono solo ispirata alla Mitologia, una cosa mooolto più sviluppata. Sisifo è colui che è stato condannato a morire, ma quando Thanatos (personificazione della Morte, tipo l’Angelo della Morte per capirci. Si dice fosse bello come Eros, in quanto il suo opposto) è andato a recuperarlo lui l’ha infilato in un sacco e l’ha nascosto sotto al letto (più o meno). Gli dei, naturalmente, notando che sulla Terra nessuno stesse più morendo, inviarono Ermes (almeno credo, abbiate pazienza, non ho proprio la forza di controllare) a cercarlo e, trovato a casa di Sisifo, liberarono il Dio della Morte, punendo il colpevole di quei guai. Ma Sisifo fu più sveglio, chiese alla moglie di non seppellirlo e, una volta nell’Ade, convinse Persefone (anche se alcuni miti dicono sia stato Ade) a farlo tornare, per “convincere la moglie a seppellirlo ed eseguire i riti funebri”. Ovviamente, una volta tornato sulla Terra si rifiutò ancora di “morire”, sfuggendo per la seconda volta alla sua fine. Per il mito, alla fine venne ovviamente catturato, qui, invece, lui e “il suo aiutante Tiresias” sono stati condannati. Sisifo è un negromante, un padrone della morte, capace di sfuggirle e controllarla. Il Necromicon contiene il segreto della sua fuga, oltre tutto ciò che riuscì a scoprire nell’Oltretomba nella sua iniziale permanenza. Perché Katie lo chiama “primo vampiro”? E perché ha tutti gli altri nomi (Caligola, Gilles de Rais, Dracula), se è rimasto in prigione? Ehehe, vi piacerebbe saperlo!

 

» 12 – “C’è stato un attacco a Diagon Alley”, in Francese. Abbiate pietà, io ho studiato francese alle medie (non voglio pensare quanti anni siano passati) e non ricordo assolutamente nulla.

 

 

Katie è come un gattino spaventato. Un gattino spaventato che impreca come uno scaricatore di porto. La amo.    

 

 

 

Vi aspetto tutti lunedì prossimo!

 

Per altre comunicazioni/anticipazioni/esaurimenti nervosi, vi aspetto su facebook!

 

 

Grazie ancora a chiunque leggerà,

-Marnie

 

   
 
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