L’Erede del Male.
“Call my name and save me from the
dark, wake me up
Bid my blood to run, I can't wake up
Before I come undone, save me
Save me from the nothing I've become.
Bring
me to life*”.
[Evanescence – Bring me to life]
Atto VI, Parte I
– Indefinito
Erano state necessarie ore affinché Harry potesse recuperare pienamente il controllo di
sé. In realtà era piuttosto convinto che lo psicologo gli avesse fatto
qualcosa, perché per la prima volta in quattro anni si sentì libero, come se dei pesi enormi fossero
appena stati sollevati dalle sue spalle. Aveva pianto tutte le sue lacrime, si
era stretto ad Hermione, che in quel momento gli era sembrata l’unica certezza
al mondo, poi, semplicemente, era tutto finito. Non era normale, ovviamente ne era consapevole, ma gli
stava bene. Si sentiva ancora se stesso, se non addirittura migliore: quella
nube oscura che l’aveva perseguitato si era dissolta e se anche presto o tardi
avesse deciso di tornare, lui avrebbe ringraziato per quei pochi momenti di
tranquillità1.
Forse avrebbe fatto bene ad accettare la proposta
di Crave e diventare un suo paziente abituale.
Dopotutto, era riuscito a gestire Winter,
rimettendola insieme con così tanta maestria che, in quel momento, mentre lo
osservava con il suo sorriso gentile a giusto pochi metri di distanza, gli
sembrò quasi che l’incidente con quel mostro non fosse mai accaduto.
«Credo sia finalmente giunto il momento di sapere
tutto, non credi anche tu?» lo incalzò Hermione, sorridendogli incoraggiante
dal bracciolo della sua poltrona. La sua migliore amica era rimasta al suo
fianco in ogni istante, allontanandosi solo per potersi cambiare d’abito. Stava
indossando l’uniforme d’ordinanza, quella in pelle rosso scuro che le dava
un’aria molto più formale e spaventosa. All’improvviso si era trasformata in
quell’agente senza pietà che l’Ordine delle Banshee aveva plasmato, ma Harry
non riusciva a provare verso di lei la stessa ansia che invece le provocavano
gli altri quattro.
Con un cenno, il Bambino sopravvissuto annuì in
direzione della sua migliore amica, voltandosi poi verso tutti gli altri.
Ophelia era ancora estremamente pallida e sembrava voler far di tutto pur di non
guardarlo in viso. «Voldemort non ha parlato
con me, mi ha solo mostrato. Era come se io
fossi lui, capite? Non sono sicuro di
potermi spiegare bene, quantomeno non in modo da farvi capire con esattezza cosa io abbia provato in quel momento»
tentò, stringendo poi le labbra con preoccupazione.
Katie, dalla sua sedia nascosta nell’angolo più
buio della stanza, grugnì. «Eri posseduto,
Potter. Credimi, bene o male tutti noi abbiamo sperimentato quella particolare
situazione» gli disse, stringendosi nelle spalle e lasciando penzolare le gambe
oltre il bracciolo. Non gli dedicò più di uno sguardo, quasi la sua stessa
presenza la stesse annoiando.
Probabilmente
era ancora offesa per quel comportamento irrispettoso che aveva avuto verso di
lei durante il sogno.
Senza sapere cos’altro risponderle, Harry annuì.
«Sì, ero posseduto. Mi hq mostrato dei suoi ricordi, ma sono ricordi vecchi, risalenti al periodo precedente
alla… alla morte dei miei genitori. Lui era… più giovane, più umano». Si fermò
per un momento, cercando la parola giusta per descrivere il Tom Riddle che
aveva assistito durante quella singolare possessione. «Era più ingenuo» disse alla fine, sollevando gli occhi in direzione
prima di Hermione e poi di tutti gli altri quattro. «Ho sentito la sua rabbia,
la sua frustrazione».
«Qualcuno si è preso gioco del Signore Oscuro,
anni fa» si intromise Winnie, probabilmente leggendo ciò che lui ancora non era
riuscito a far uscire dalla sua mente affaticata. Lo guardò per un lungo
istante, le bionde sopracciglia corrugate. Al suo fianco, Draco le posò una
mano sul braccio, dandole qualche leggera pacca. Nonostante le indicazioni
dello psicologo, era improbabile che lui stesse riuscendo a tenere per sé i
suoi pensieri riguardo ciò che era successo. Fortunatamente non l’aveva vista nel momento di maggiore crisi.
«In che senso “preso
gioco”?» domandò Ophelia, raddrizzando le spalle con espressione parecchio
preoccupata. «L’unica persona effettivamente riuscita a prenderlo per i
fondelli è stata Narcissa Malfoy» mormorò, indicando Draco con un cenno del
capo. Quando lui la guardò, riprese a parlare. «Tua madre era una delle
Legilimens migliori in circolazione, oltre che una incredibile stratega. Si
dice in giro che non ci fosse partita di scacchi magici che lei non avesse
vinto2».
«Anche Severus Piton è riuscito a nascondere i
propri piani a Voldemort» specificò Harry, accigliato. «Per anni, se vogliamo essere precisi. Senza
lui e senza la madre di Malfoy, probabilmente io oggi non sarei qui» aggiunse,
con un sospiro rassegnato. C’erano così tante persone che avevano sofferto per
la pace che tanto duramente era stata guadagnata ed in quel preciso istante
qualcun altro stava lavorando per mandare tutto all’aria e rendere i loro
sacrifici inutili.
Non
poteva permetterlo.
Ophelia sibilò, arricciando il naso come avrebbe
fatto un gatto irritato. «Severus Piton era fenomenale,
ma non lasciare che quel suo ultimo atto di buon senso faccia mettere da parte
una vita di…» venne fermata dalla mano di Barry sulla spalla e da un suo
sguardo ammonitore. I coniugi si fissarono per qualche istante ma, alla fine,
lei strinse le labbra e annuì. «Ti prego, Harry, continua con il tuo racconto.
Questo non è il momento per lasciarsi prendere da vecchi rancori3».
Avrebbe
dovuto parlarle.
Molto
presto.
«Voldemort era giovane ed era ancora convinto che
il mondo sarebbe semplicemente caduto fra le sue mani, perché lui era il migliore» riprese l’Auror,
muovendosi sulla sua poltrona come se all’improvviso fosse diventata
scomodissima. L’ansia di Tom Riddle ancora risiedeva sul fondo del suo stomaco,
come se non avesse mai smesso di vivere dentro di lui. Era possibile? Dopotutto aveva continuato a restare collegato con
il suo spirito in tutti quegli anni. «Io credevo che l’idea degli Horcrux fosse
sorta durante le sue ricerche e che poi fosse stato Lumacorno a togliergli gli
ultimi dubbi sull’aspetto pratico»
mormorò, passandosi nervosamente una mano fra i capelli scuri.
«È ciò che anche Silente credeva» convenne
Hermione, accigliata. «Abbiamo parlato più volte con il suo ritratto e ci ha
confermato che l’opera del professore si fosse limitata ad un approfondimento.
Sconveniente, certo, ma comunque un approfondimento. Qualcuno lo ha ispirato?».
Malfoy, dal suo angolo, grugnì. «Un ragazzino non
se ne esce fuori con la storia degli Horcrux senza aver avuto una imbeccata,
Granger» le fece notare. «Come credo chiunque di noi abbia avuto una educazione
decente potrà confermare4,
nonostante i vari libri di magia oscura presenti nelle nostre librerie non
credo avremmo potuto trovarne qualcuno che facesse riferimento a quel tipo di
incantesimo».
«E se non abbiamo mai trovato nulla noi4» si intromise Winnie, il
capo piegato leggermente di lato, «dubito fortemente che un orfano mezzosangue
avrebbe potuto avere molte speranze. Il Signore Oscuro era solo un ragazzino,
per quanto malvagio e portato per l’oscurità che fosse. Non è una conoscenza
che puoi semplicemente acquisire, quella. Io ho sempre dato per scontato che
fosse stato Lumacorno a dare inizio alla discussione, in qualche modo. O che
comunque fosse stato l’allora insegnante di Difesa a fare un qualche accenno,
attirando la sua attenzione e spingendolo ad approfondire la ricerca sui libri
giusti».
Harry scosse il capo, sprofondando di più con la
schiena fra i vari cuscinetti alle sue spalle. «Io non mi ero posto il problema
ma, se l’avessi fatto, l’avrei pensata come te» convenne, espirando dal naso.
«Credo che lui stesso avrebbe preferito non saperne mai nulla, tanto forte era
la sua irritazione mentre mi mostrava le immagini del suo passato».
Dall’angolo più remoto della stanza, Katie grugnì.
Fra i presenti, lei era quella che sembrava star peggio: il pallore delle sue
guance la faceva sembrare malata, le occhiaie erano più scure di quanto potesse
esser considerato sano. Nascosta nella sua felpa Grifondoro risalente ai tempi
della scuola, fino a quel momento aveva fatto di tutto pur di confondersi con
la tappezzeria. «L’irritazione è ciò che l’ha tenuto a galla in questi anni. È
poco più di un ricordo, ma la sua rabbia gli ha consentito di restare ancorato
a questa realtà e torturarti. Se la sua anima fosse stata intera, sicuramente
sarebbe diventato uno spirito vendicatore.
Chiunque l’abbia preso in giro, lui deve odiarlo molto più di quanto non abbia
mai odiato te, Potter» spiegò, secca, distogliendo poi lo sguardo da tutti loro
per tornare a puntarlo sulle fiamme del camino.
Harry si convinse che offendersi per
quell’atteggiamento sarebbe stato ipocrita da parte sua, quindi si limitò ad
annuire. «E ne avrebbe tutte le ragioni, considerando il modo in cui è stato
usato» sbottò, arricciando il naso in un gesto di disgusto che non gli
apparteneva. Tom Riddle era davvero in un angolo della sua mente e,
probabilmente, lo sarebbe stato fino alla fine dei suoi giorni. «Aveva quindici
anni quando venne avvicinato per la prima volta. Era la prima volta che
qualcuno si fosse degnato di considerarlo, all’orfanotrofio».
Lo
straniero indossava un abito gessato dal taglio molto elegante, ma estremamente
fuorimoda. Sembrava straniero, i suoi tratti delicati facevano pensare ad un
paese lontano, molto più caldo e soleggiato di quanto l’Inghilterra non fosse
mai stata. Aveva gli occhi dello stesso colore delle olive mature e la pelle
abbronzata, quasi a voler ostentare la nazionalità straniera.
«Un
giovanotto promettente come te è sprecato in un luogo come questo» gli disse, sorridendo come se avesse voluto
incantare il mondo intero. La sua voce era stranamente melodiosa, quasi fosse
appartenuta ad una donna. Anche i suoi modi erano delicati, troppo delicati.
Che si trattasse di una donna vestita da uomo? Tom non si sarebbe stupito: Nott
gli aveva mostrato le fotografie di quel suo disgustoso cugino.
«Ne sono
consapevole» rispose, trattenendosi a stento dall’arretrare di qualche passo.
Lui sarebbe presto diventato Lord Voldemort, il più grande mago mai passato per
la faccia della terra: avere paura di quella creatura non avrebbe mai giovato
alla sua grandezza. Allora
sorrise, incantevole come sapeva essere con qualunque adulto, e si infilò le
mani in tasca con l’atteggiamento da garbato birbantello che sapeva avrebbe
conquistato chiunque. «Ma sono ben convinto che questa piccola parentesi della
mia vita mi renderà più forte e determinato in futuro. Posso sapere con chi ho
l’onore di parlare?».
Lo
straniero – o la straniera? – rise allegramente, allunando la mano affinché lui
la potesse stringere. Non appena le loro dita si sfiorarono, tuttavia, un
brivido corse lungo la spina dorsale del ragazzo. Aveva sempre avuto
l’incredibile talento di poter comprendere il potenziale magico di chiunque gli
stesse davanti e, con una certa curiosità, si ritrovò a constatare quanto forte
dovesse essere quella creatura5.
«Il mio
nome è Tiresias il Veggente, Tom Riddle. E sono qui per mostrarti quanto immenso potrà essere il tuo futuro».
«Non posso crederci» sbottò Hermione,
interrompendo il suo racconto e balzando in piedi come se qualcuno le avesse
metto una puntina da disegno sulla poltrona. «Hai detto Tiresias, Harry? Sei sicuro?»
gli chiese, avvicinandosi quasi di corsa alla grande libreria che occupava il
lato nord della piccola stanza in cui erano rinchiusi. In pochi istanti, Winnie
comparve al suo fianco, probabilmente intenzionata ad aiutarla. Era una fortuna
che almeno lei avesse idea di cosa
stesse passando per la mente della giovane.
«Tiresias, sì. È lo stesso che anche io ho visto,
l’unico giorno in cui il mio solito sogno è cambiato. Credo sia stato il giorno
immediatamente precedente alla…strage»
nel dire l’ultima parola si voltò un momento verso Malfoy, sentendosi
particolarmente a disagio. Dopotutto, lui aveva perso la sua famiglia in quella
situazione e probabilmente avrebbe preferito non sentirselo sbattere nuovamente
in faccia con tale noncuranza. «Ero convinto che fosse una donna, in realtà.
Nei ricordi di Riddle, però, era vestito da uomo e non era invecchiato di un
solo giorno».
«Questo perché non può invecchiare» sbottò la
giovane, accettando il libro che Winnie le aveva silenziosamente porto ed
iniziando a sfogliarlo alla velocità della luce. Nei suoi occhi c’era lo stesso
luccichio della volta in cui aveva improvvisamente ricordato Nicholas Flamel da
una delle sue letture leggere.
«Eccolo! Tiresias, celebre indovino
tebano, figlio di Evere discendente di Udeo, uno degli Sparti, e della ninfa
Cariclo. Punito con la cecità per aver visto la dea Atena nuda ma ricompensato
con il dono della vista, si dice che
dopo aver offeso le divinità sia stato punito con l’indefinito».
«Cosa intendi dire con “indefinito”?» chiese
Barry, rimasto in silenzio fino a quel momento. «È un termine che spesso noi
utilizziamo per indicare i cuccioli di drago quando ancora il sesso non può
essere individuato. È per questo che Lord Voldemort non è riuscito a compere cosa fosse?».
Hermione annuì. «Indefinito nel senso di “né uomo,
né donna”, anche se non è solo questo.
A quanto pare è stato condannato a vivere un’esistenza a metà non soltanto dal
punto di vista sessuale» mormorò, indicando una pagina specifica del grande
libro. «”Tiresias, l’ermafrodita,
condannato a vivere a metà. Né morto, né vivo, né umano e né creatura. Mai a
lui verrà concesso il gaudio della morte e mai il dolore della reale esistenza,
poiché Esso ha disubbidito al comando più grande e allora dovrà seguire il suo
padrone finché l’alba dell’esistenza non tramonterà anche per lui”6».
«Stai cercando di dirmi che dietro a tutti i
nostri guai e dietro Lord Voldemort
c’è una figura mitologica? Un
soggetto che viene nominato nell’Odissea?» sbottò Ophelia, incredula ma non per
questo meno preoccupata. Dopotutto, nel loro lavoro dovevano aver conosciuto
tutte le follie del mondo: una in più non poteva certo essere così assurda da
credere. «Una figura che è apparsa al fianco di Ulisse e Zeus e tutti gli altri
dovrebbe aver provocato questi guai»
continuò, le sopracciglia inarcate in modo quasi divertente. «Sii seria, se
anche fosse vero allora avrebbe migliaia di anni. Nessuno può sfuggire davvero alla morte, non nel lungo termine.
Voldemort stesso ne è stato la dimostrazione. Nessun corpo potrebbe durare integralmente tanto a lungo, è impossibile».
Una risata gutturale provenne dall’angolo in cui
era sprofondata Katie. «Ah, le parole della scienza» sbottò, senza nascondere
un pizzico di sarcasmo. «Credimi, Philly, potrei raccontarti storie capaci di
tenerti lontana dai tuoi amici defunti nell’obitorio per almeno due mesi» le
disse, glaciale.
Harry sentì un brivido corrergli lungo la spina
dorsale e, per un istante, temette di essere sul punto di morire per la paura.
«Trina,
comportati bene» la ammonì Barry, gli occhi chiari ridotti ad una fessura. «Te
l’abbiamo detto mille volte che usare il tuo potere per far spaventare gli altri
è da incivili7. Oltretutto sei stanca, rischi di svenire da un
momento all’altro, continuando così».
«E sai bene che niente di quello che potresti
dirmi mi terrebbe lontana dai miei piccini»
si lagnò Ophelia, tutt’altro che irritata dal modo in cui la giovane aveva
reagito alle sue parole. Sembrava più che altro esasperata, quasi quello
scontro fosse roba da tutti i giorni.
Dopotutto, pensò
Harry, scienza e religione erano sempre
state antagoniste8.
«Katie ha ragione, questa volta» mormorò Winnie,
che, rimasta accanto ad Hermione, aveva continuato a leggere quella pagina da
cui lei si era a limitata ad estrapolare poche parole. «Qui dice che Tiresias è
stato avvistato spesso nel corso nella storia, anche se in pochi sono riusciti
davvero a riconoscerlo. Nessuno sa come sia possibile che sia davvero lui, ma le descrizioni non lasciano
spazio a dubbi. L’ultimo caso registrato è stato proprio Grindelwald, nei primi
anni venti. A quanto pare, scrisse al professor Silente di questo straniero
intenzionato a rivelargli i piani della vita eterna. Per nostra fortuna, il
Preside riuscì a convincerlo che fosse solo una distrazione nella strada per la
ricerca dei Doni».
Confuso, Harry si accigliò. «Lì fa riferimento a
Silente e ai doni?» chiese, con un certo sconcerto. «Credevo che noi fossimo stati i primi a fare quel
collegamento, Hermione» sbottò, voltandosi verso l’amica come se fosse stata
colpa sua. In realtà era più verso l’Ordine che lui avrebbe preferito indirizzare
la sua rabbia: loro sapevano, eppure
avevano lasciato tre adolescenti a cavarsela da soli.
La ragazza sorrise. «Il libro è stato aggiornato
dopo la guerra, quando Aberforth ha dato la sua autorizzazione al sequestro
degli appunti di Silente. Sono stata io stessa ad aggiungere le nuove
informazioni, per questo sono riuscita a collegarlo con il tuo racconto».
Nervosamente, si morse il labbro, osservando le parole scritte come se avessero
potuto iniziare ad eruttare fuoco da un istante all’altro. «Credevo fosse
sparito dalla circolazione. Solitamente le sue comparse sono limitate ad una al
secolo, non avrei mai creduto che… proprio con Voldemort…».
«Quindi questa creatura millenaria ha tentato di
sedurre prima Grindelwald e poi il Signore Oscuro, ma con lui ha avuto successo
perché non c’era il vecchiaccio a fargli la guardia» convenne Malfoy,
sprezzante. «Questa storia, che già era assurda di suo, sta raggiungendo dei
livelli di follia che non mi sarei mi aspettato».
«Oh, ma non è tutto qui».
«Mi hai
visto diventare grande».
«Sì,
Signore» convenne l’oracolo, seduto sul bordo del suo letto con lo sguardo
vitreo dalla cecità ma perso nell’infinità delle possibilità future. Era un veggente,
uno dei pochi ancora in circolazione. «Ho visto la tua ascesa, ho visto la tua
caduta e la tua rinascita. Per due volte cadrai, mio Signore, ma quando il tuo
sangue sorgerà per la terza volta, niente potrà fermare la venuta delle
tenebre».
Senza
poterlo impedire, Tom sorrise, mettendo in mostra i canini. Tutte le volte in
cui aveva sognato d’essere un serpente, quegli stessi denti erano stati colmi
di veleno: quell’arma presto non gli sarebbe servita.
«Hai
detto che devo cadere due volte?».
«Sì, Mio
Signore. Due volte dovrai lasciare che la Morte stenda su di te la sua mano
impietosa e sempre a causa della stessa creatura. Un bambino con i capelli neri
e grandi occhi di smeraldo, cresciuto con il simbolo di Zeus sulla fronte. Lui
sarà la causa del ritorno delle tenebre e Colui che non è mai morto potrà tornare alla vita grazie al tuo
sangue che per la terza volta camminerà in questo mondo».
Il
sorriso fiducioso di Tom Riddle avrebbe illuminato il mondo intero.
«Cosa
devo fare?».
«Horcrux.
Devi scoprire come creare degli Horcrux. Sette, il numero magico per eccellenza».
«Se fosse stato chiunque altro, non sarebbe caduto
nella trappola» convenne Hermione, stringendo poi le labbra in una linea
sottile. «Nessuno avrebbe provato a dividere l’anima in così tante parti, pur
conoscendo i rischi. Ma Voldemort si sentiva diverso, si sentiva forte…».
Harry annuì seccamente. Qualcosa sembrava essersi
congelato alla base del suo stomaco, forse per la consapevolezza di ciò che a
breve avrebbe dovuto raccontare. «Si sentiva forte, si sentiva imbattibile.
Aveva il più grande veggente della storia schierato dalla sua parte, chi
avrebbe mai pensato di sfidarlo? Come avrebbe mai potuto perdere?» ripeté
fedelmente quelle stesse parole che qualche ora prima aveva percepito come sue. In un certo senso, gli sembrava
davvero di poter percepire da qualche parte quella sensazione di onnipotenza
che aveva portato il giovane Tom alla sconfitta. Solo che, mentre al suo
vecchio compagno di sventura quelle emozioni erano piaciute fino a diventare
una droga, Harry ne era nauseato.
«Dubito fortemente che Tiresias non avesse visto a cosa lo avrebbe portato
inseguire il sogno degli Horcrux. Se davvero fosse stato dalla sua parte,
avrebbe agito per evitare che venisse a darti la caccia» convenne Barry,
allungando la mano per accarezzare distrattamente il fianco di sua moglie.
C’era una strana dolcezza nel suo movimento: ad un primo sguardo sarebbe potuto
sembrare puramente istintivo, ma Harry aveva visto troppo fino a quel momento
per lasciarsi ingannare. Le coincidenze non esistevano.
Avrebbe
dovuto parlare con Ophelia, presto o tardi.
«Oh, Tiresias sapeva
cosa sarebbe successo se Voldemort avesse deciso di darmi la caccia. Lui stesso lo sapeva» spiegò il Bambino
Sopravvissuto, che ormai non era più un bambino. «Voldemort è venuto a cercarmi
con la consapevolezza che sarebbe caduto, voleva
che accadesse. Non sapeva che sarei diventato un altro Horcrux, naturalmente,
perché altrimenti avrebbe sfruttato la connessione ben prima del nostro ultimo
scontro e per questo motivo non ha opposto resistenza all’idea di crearne un
altro, che poi è diventato l’Obscurus. Ma sapeva
che io ero un male necessario. Solo attraverso la sua seconda caduta avrebbe potuto risorgere per l’ultima volta,
riportando le Tenebre sulla terra». Senza alcuna gioia, Harry ghignò.
«Sfortunatamente, Tiresias non ha pensato di avvisarlo che a portare questa
oscurità non sarebbe stato di certo lui».
«Lo hanno usato»
sbottò allora Malfoy, imitando Harry con una risata che di divertito sembrava
avere ben poco. «Le due guerre magiche sono state soltanto un trucco per consentire
a Tiresias di acquisire potere e conquistare il mondo? Cos’è che voleva,
l’Obscurus? Questa ipotetica creatura è così
potente da giustificare un piano di oltre settant’anni?».
«Tiresias è vecchio millenni» puntualizzò Hermione, guardandolo con il dubbio stampato
in viso. «Cosa potrebbero mai essere, per lui, settant’anni?» gli fece notare,
pur non sembrando molto convinta. «Mi rendo conto che un Obscurus che abbia
parte dell’anima di Lord Voldemort debba essere incredibilmente più forte del
normale, ma sinceramente stento a credere che sia tutto qui. Avrebbe potuto usare te, Harry. Saresti stato molto più
utile ed avendoti al suo fianco sarebbe stato più facile prendere il controllo
del nostro paese».
«Ma perché proprio l’Inghilterra, poi?» sbottò Malfoy,
allargando le braccia. «Siamo un’isola nel deretano del mondo, avrebbe potuto
mirare agli Stati Uniti! Al Canada! O all’Australia! Perché qui? In Germania è
pieno di maghi oscuri di grandi speranze».
«Il suo padrone
è qui» fu la laconica risposta di Harry, che arricciò il naso con immenso
disgusto. La rabbia di Voldemort tornò quasi con prepotenza in lui, facendogli
stringere i pugni. Si era liberato della possessione, ma il ricordo era
difficile da eliminare. «Non è per se stesso che Tiresias sta cercando il
potere. Tutto quello che ha fatto, per tutta la sua esistenza, è stato tentare
di liberarlo. Voldemort l’ha scoperto
quando ormai era troppo tardi e per quanto abbia provato a liberarsi di lui, il
destino era sul punto di compiersi. Per sua sfortuna, è entrato in possesso
della biblioteca dei Rosier quando è stato troppo tardi».
«Il suo Padrone?» domandò Draco, accigliato,
voltandosi di scatto in direzione di Winter quando lei crollò a sedere con un
tonfo secco, gli occhi puntati in quelli di Harry. Non erano più verdi, ma
grigi.
Era colpa sua e sperò con tutto il cuore che l’avrebbe
perdonato per aver incanalato i suoi ricordi tutti su di lei: era l’unico modo
in cui sarebbe riuscito a far uscire quelle parole dalle sue labbra. Pensarle e
ripeterle, stranamente, gli sembrò impossibile.
«Per aver
sfidato la Morte, la condanna è stata l’Indefinito. Servo e Maestro per
l’Eternità legati dal nulla del Divenire, fermi nel Limbo dell’Essenza finché
Colui che è Ritornato, l’Araldo di Thanatos e la Padrona delle Anime non
verseranno il loro sangue sul Libro dell’Ade» ripeté la donna, lo sguardo
vitreo di chi non avesse la più pallida idea di cosa stesse succedendo
tutt’intorno. «Di certo non è una filastrocca da insegnare ai bambini, non
credete anche voi?» domandò dopo qualche istante, tornata ormai se stessa,
lanciando uno sguardo tutt’altro che soddisfatto in direzione di Harry. «Quando
vorrai bombardarmi con i tuoi pensieri, Harry caro, abbi il buongusto di
avvisarmi. Adesso avrò un’emicrania terribile per il resto della giornata» si
lamentò, facendosi aria con la mano, incurante del silenzio attonito che
regnava tutt’intorno. «Ma immagino non avessi scelta, sei stato colpito da un
Incantesimo Languelingua, anche se in modo indiretto».
«Chiedo scusa?».
«Non te ne sei reso conto, Potter?» gli chiese la
bionda, con una risatina. «Katie ha davvero
ragione. Credo sia stato il Signore Oscuro ad esserne stato colpito, in
realtà, ma essendo stato posseduto devi aver assorbito parte di quella
maledizione9. In effetti, avresti potuto farci conoscere
quell’estratto del libro detto da Tom Riddle solo attraverso le mie capacità».
«Scusate, nessuno vuole commentare su ciò che
abbiamo sentito?» si intromise Barry, le sopracciglia scure così alte da essere
quasi nascoste dai capelli. Distrattamente, si grattò la guancia con l’uncino,
sollevando lo sguardo in direzione di sua moglie, prima, e poi verso le altre
Banshee. «Qualcuno mi può fornire un’analisi dettagliata di quel delizioso biglietto d’auguri che ci è
stato appena letto?».
«L’Indefinito sai già cos’è» borbottò Ophelia,
sistemandosi meglio sul bracciolo della poltrona su cui si era poggiata. Quella
debolezza che l’aveva seguita fin da quando erano usciti dal sogno di Harry
sembrava sparita nel nulla. «A quanto pare fa tutto parte di una maledizione
che qualcuno o qualcosa ha scagliato su Tiresias e sul suo padrone. Una condanna a
cui potranno sfuggire solo quando qualcun
altro verserà il suo sangue su un libro».
«Libro dell’Ade, sono piuttosto certa che si
tratti del Necromicon» mormorò Hermione, concordando. «Fortunatamente avevamo
già messo in conto di trovarlo».
«Malfoy, mi
hai chiesto perché qui e perché adesso» si intromise Harry, dedicando la
migliore fra le sue occhiate vuote al vecchio nemico dei tempi della scuola. «A
quanto pare, è qui che Tiresias è
riuscito a recuperare tutto ciò che gli serve per spezzare questa maledizione e
liberare il suo padrone da qualunque prigione sia stato rinchiuso in
precedenza, come ha provato a fare centinaia e centinaia di volte negli altri
secoli. Ed è qui che si trova questa prigione».
«Ha sempre fallito, pur avendo comunque il dono
della profezia per prepararsi al
meglio» mormorò Hermione, incrociando le braccia al petto mentre osservava con
attenzione le pagine del suo libro, come alla ricerca di una spiegazione.
«A quanto pare, non è mai riuscito a trovare tutto. Stando al libro trovato da
Voldemort, il suo Padrone è riuscito a fuggire solo pochissime volte ed è
sempre ricaduto nella sua prigione, dopo poco tempo. Una soluzione permanente è
stata impossibile da trovare, non è mai riuscito a superare il blocco che la
maledizione ha imposto alla sua esistenza, qualunque cosa significhi» spiegò
Harry, stringendosi nelle spalle. Non c’era molto da ricordare dal sogno, le
emozioni di Voldemort – la sua irritazione, la rabbia, la voglia di essere
vendicato – erano troppo forti per consentirgli di ragionare in modo lucido.
«Dovremmo poter trovare qualche indizio su di lui,
allora. Qualcosa che ci faccia capire cosa
stiamo cercando e contro chi
stiamo lottando» riprese Hermione, rileggendo quelle poche righe che aveva
trascritto quando Winter aveva iniziato a declamare la punizione toccata
all’Indovino e al suo Padrone. «Per aver
sfidato la Morte…» rilesse, con un mormorio quasi simile ad una cantilena.
«Chi ha sfidato la Morte?».
«Ná Bí Ag
Iarraidh Cluain An Chacamais A Chur Orm10» sbottò Katie,
attirando l’attenzione su di sé come se fosse stata una calamita. Era rimasta
in religioso silenzio dall’ultima volta in cui era intervenuta e, per un
istante, Harry si era quasi scordato che fosse presente. Quando la guardò, la
ritrovò in piedi, quasi appiattita contro il muro alle sue spalle come se
avesse voluto essere inghiottita dalle ombre. «Porca puttana» riprese, forse
volendo imprecare in modo finalmente comprensibile. «Non va bene. Questo non va
affatto bene. Se davvero è come temo,
se davvero si tratta di lui, faremo
bene a nasconderci tutti sotto un
sasso e pregare di non essere trovati. Non abbiamo alcuna via di scampo».
«Katie, cara, ti dispiace elaborare?» provò a
chiedere, con gentilezza, Winter, piegando il capo di lato come se avesse
voluto sentire meglio. Il suo potere tendeva a non funzionare con Katrina, ma
evidentemente anche Katie doveva essere parecchio brava nel difendersi. Infondo erano la stessa persona. «Tu sai
di chi stiamo parlando?».
Con un gesto secco ma spaventato, la ragazza
annuì. «Noi… noi lo chiamiamo in tanti modi diversi. È stato Caligola, è stato
Gilles de Rais e Vlad Dracula. Jack lo
Squartatore. È stato il primo
negromante e il primo vampiro»
esalò, il viso trasfigurato in un terrore così palese da far accartocciare lo
stomaco di tutti i presenti. «L’uomo che catturò la Morte e che per questo
venne punito».
«Katie?».
«È Sisifo11»
esalò, pronunciando quella parola come se fosse costato tutto il suo coraggio.
«È la creatura più pericolosa che sia mai esistita ed ora sta cercando il
Necromicon per riacquistare il suo potere. Non capite? Lui ha scritto quel libro» chiese, la voce ridotta ad un pigolio.
Ciò che Harry aveva davanti agli occhi non somigliava affatto al mostro che
solo la sera prima aveva messo in ginocchio l’uomo più spaventoso che lui
avesse mai conosciuto. «Siamo tutti morti».
«Credevo che Sisifo fosse solo una leggenda»
mormorò Hermione, lanciando uno sguardo confuso in direzione di Ophelia e poi
di Winter, che si mostrarono altrettanto confuse. «Ma, in fondo, anche Tiresias
lo era. Katie, sei palesemente la più informata… pensi di poterci spiegare
qualcosa in più? Chi dovrà sanguinare sul Necromicon per farlo tornare?».
Un campanello d’allarme suonò nella coscienza di
Harry, quando la negromante si voltò a fissarlo con il puro orrore negli occhi.
«Siamo noi» disse allora, anticipandola. «Io sono tornato, dopo essere morto.
Katie è una negromante e Winter…» guardò la bionda, che era appena crollata
nuovamente a sedere accanto a Malfoy. «Chi potrebbe essere il Padrone delle
Anime, se non qualcuno che può esplorarne i segreti più oscuri? Chi meglio della più grande Legilimens
delle ultime generazioni?».
«Ma perché?»
fu proprio Malfoy a parlare, gli occhi puntati sulle sue mani. «Perché il
Signore Oscuro ti avrebbe mostrato tutto questo? E perché sta succedendo adesso?».
«Perché Tom Riddle sarebbe stato un perfetto
spirito vendicatore» gli rispose Katie, laconica. «È morto a causa dei piani di
una creatura molto più antica e spietata di lui ed ora vuole vendicarsi. Per
farlo è pronto ad aiutare il suo peggior nemico».
«Siamo comunque fottuti».
La porta della stanza venne improvvisamente
spalancata e non ci fu una persona che non trasalì palesemente. Katie, ancora
appiattita contro il muro, si lasciò andare ad un gridolino terrorizzato. Ophelia
fu al suo fianco in un istante, un braccio intorno alle sue spalle ma gli occhi
puntati sull’uomo appena entrato. Era un ragazzo con corti capelli biondi ed il
viso innaturalmente pallido.
«Il y avait
une attaque dans Diagon Alley!12» annunciò, con il fiatone. «Allez! È l’Obscurus!».
» Marnie’s Corner
Bentrovati e
bentornati, cari amici di EFP!
Prima di tutto, ho una pagina facebook!
Seguitemi per futuri aggiornamenti!
Chi mi ha seguita
qui dalla mia prima long saprà già che io, semplicemente, non sono capace di
star lontana dalla mitologia greca. Non ce la faccio. Ho un amore viscerale per
la mitologia. Viscerale. Quindi SBAM,
ecco che torna. È stato più forte di me, perdonatemi.
Punti importanti:
» *
- Chiama il mio
nome e salvami dall'oscurità, salvami /chiedi al mio sangue di scorrere, non
posso svegliarmi /prima che io cada a pezzi, salvami /salvami dal nulla che
sono diventato. riportami in vita. Ehehe, qua parte la ship Sisifo/Tiresias.
Il riferimento è a loro due, in questo caso, perché Tiresias ha passato
millenni ad inseguire il sogno di liberare il suo Padrone e se stesso.
Tranquilli, si spiegherà tutto.
» 1
– Come mi è stato fatto notare nei
commenti, nello scorso capitolo la discussione di Harry e del Dottore è un po’ “meccanica”
o comunque forzata. È tutto voluto, non temete, il povero Newt si è solo
assicurato che Harry avesse abbastanza forza da rivivere i ricordi di Voldemort
senza cadere in pezzi, lui sicuramente tornerà a fare quattro chiacchiere.
» 2
– Io amo Narcissa Malfoy e potete dire ciò che volete, ma niente mi convincerà
che Voldemort, nella famosa scena del “è morto”, non abbia tentato di usare la
Legilimanzia per scoprire se lei fosse sincera o meno. Narcissa ha preso per i
fondelli il Signore Oscuro nel momento di peggiore ansia. Cosa non fa una
madre, eh?
» 3
– A me Severus Piton non piace. Per niente. Lo detesto con tutta me stessa
e non me ne importa un accidenti se è morto facendo l’eroe, se ha difeso Harry e
tutto il resto. Era un pazzo maniaco che è rimasto innamorato di una donna
morta per vent’anni anche se lei non l’ha mai ricambiato perché da giovane era
uno stronzo. E no, non uscite fuori la storia del bullismo, perché di occasioni
per cambiare ne ha avute parecchie.
Ophelia la pensa come me – se non peggio – e non perde occasione per onorare la
memoria di Sirius e James, nell’insultare Mocciosus. Oltretutto, lei ha i suoi ottimi motivi per odiarlo. Perché, sì,
magari Piton ha subito atti di bullismo da James, ma l’essere vittima non
giustifica il diventare carnefice e abbiamo letto tutti quanto Piton fosse un bastardo vendicativo (es. Neville e
Lupin alla fine del terzo libro). Immaginate come dev’essere stato con Ophelia,
quando lei era ancora ad Hogwarts (quando James è morto lei faceva il primo
anno, l’anno seguente Piton ha iniziato a lavorare a scuola). Immaginate come
deve essersi comportato con la cugina del suo vecchio rivale in amore, che non
perdeva occasione per ricordare come James fosse morto da eroe con sua moglie. Immaginate come deve
essersi comportato con quella ragazzina che gli somigliava così tanto da poter
essere sua sorella, quella ragazzina che lo detestava e che aveva gli stessi occhi di James. (Mi sono
fatta prendere la mano ahaha).
» 4
- Il buon, vecchio Draco si sta vantando della cultura dei Purosangue, sì.
È innegabile che lui, così come Winter, abbia avuto una preparazione “di
cultura generale” magica nettamente superiore rispetto Harry o anche Hermione
(lei ha acquisito le conoscenze da grande, studiando perché voleva farlo).
» 5
– Una cosa un po’ improvvisata, me ne rendo conto. Ma credo che esistano maghi
e streghe capaci di capire quanto potente
sia chi gli sta davanti, un po’ come un brivido, mi capite? Voldemort è sempre
stato sveglio, il suo sesto senso, al riguardo, era parecchio sviluppato.
» 6
– Ovviamente questo è tutto frutto del mio sacco, la storia di Tiresia è
molto più noiosa (che la mitologia non me ne voglia). In realtà Tiresia è
diventato un ermafrodita per aver ucciso un serpente femmina durante un accoppiamento.
Una leggenda diversa da quella citata dice che la perdita della vista sia
dovuta ad un attacco di stizza della dea Era, dopo che lui le fece perdere una
scommessa con Zeus. Storia lunga, noiosa. Qui, invece, Tiresias ha avuto una
esistenza… diversa.
» 7
– Katie è una succubus. Per quanto
ancora non ci sia stata l’occasione di spiegare bene cosa implichi questo,
sappiate che il suo potere le consente di “influenzare” chi le sta intorno, ma
è una capacità che le costa tantissima energia e la lascia prosciugata come se
avesse perso tantissimo sangue.
» 8
– Scienza e Religione, perché? Perché Ophelia è un medico, per quanto sia anche una strega. Ci sono campi della magia
che gli stessi maghi considerano superstizione e tutto ciò che riguarda la
Morte vi rientra di diritto. Quanto a Katie, come ho già detto la Negromanzia è
una religione, prima di tutto. Lei prega la Morte. Lei serve la Morte. Lei conosce i
segreti di qualcosa che un mago comune ritiene inesistente dal punto di
vista metafisico.
» 9
– Ovviamente, quando Voldemort ha scoperto il piano di Tiresias lui ha ben
pensato di impedirgli di parlarne in giro. Harry, avendo assistito al ricordo
come “Voldemort” stesso, è stato colpito per estensione. Winter ha letto i
pensieri di Harry, non ha assistito alla maledizione, quindi ha potuto
liberamente ripetere la formula.
» 10
– Si tratta di un “non dirmi cazzate” in irlandese. Katie impreca come un
pescatore del peggior porto di Dublino se presa alla sprovvista e spaventata. I
suoi dubbi hanno iniziato a presentarsi quando Winter ha iniziato a ripetere la
maledizione, ma quando Hermione ha puntualizzato il “chi ha sfidato la morte?”,
ha avuto la sua conferma. I Negromanti sono un popolo estremamente superstizioso, la storia di Sisifo è tramandata un po’
come le nostre storie sul lupo cattivo o sull’uomo nero. È il peggiore fra gli
spauracchi.
» 11
– Chi è Sisifo? Ancora, mi sono solo ispirata
alla Mitologia, una cosa mooolto più
sviluppata. Sisifo è colui che è stato condannato a morire, ma quando Thanatos
(personificazione della Morte, tipo l’Angelo della Morte per capirci. Si dice
fosse bello come Eros, in quanto il suo opposto) è andato a recuperarlo lui l’ha
infilato in un sacco e l’ha nascosto sotto al letto (più o meno). Gli dei,
naturalmente, notando che sulla Terra nessuno stesse più morendo, inviarono
Ermes (almeno credo, abbiate
pazienza, non ho proprio la forza di controllare) a cercarlo e, trovato a casa
di Sisifo, liberarono il Dio della Morte, punendo il colpevole di quei guai. Ma
Sisifo fu più sveglio, chiese alla moglie di non seppellirlo e, una volta nell’Ade,
convinse Persefone (anche se alcuni miti dicono sia stato Ade) a farlo tornare,
per “convincere la moglie a seppellirlo ed eseguire i riti funebri”.
Ovviamente, una volta tornato sulla Terra si rifiutò ancora di “morire”,
sfuggendo per la seconda volta alla sua fine. Per il mito, alla fine venne
ovviamente catturato, qui, invece, lui e “il suo aiutante Tiresias” sono stati
condannati. Sisifo è un negromante, un padrone
della morte, capace di sfuggirle e controllarla. Il Necromicon contiene il
segreto della sua fuga, oltre tutto ciò che riuscì a scoprire nell’Oltretomba
nella sua iniziale permanenza. Perché Katie lo chiama “primo vampiro”? E perché
ha tutti gli altri nomi (Caligola, Gilles de Rais, Dracula), se è rimasto in
prigione? Ehehe, vi piacerebbe saperlo!
» 12
– “C’è stato un attacco a Diagon Alley”, in Francese. Abbiate pietà, io ho
studiato francese alle medie (non voglio pensare quanti anni siano passati) e
non ricordo assolutamente nulla.
Katie
è come un gattino spaventato. Un gattino spaventato che impreca come uno
scaricatore di porto. La amo.
Vi aspetto tutti lunedì
prossimo!
Per altre
comunicazioni/anticipazioni/esaurimenti nervosi, vi aspetto su facebook!
Grazie ancora a chiunque leggerà,
-Marnie