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Autore: Sarah_lilith    28/04/2017    3 recensioni
Di come Derek si innamorò di Stiles senza rendersene conto e di come il nostro caro umano decida di rendere la vita del Sourwolf un vero inferno
[Sterek e accenni Scisaac]
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buona sera, scusate il ritardo.
Problemi vari, mamma malata (che poi l’influenza l’ha passata a me)
Giuro, non lo faccio più.

 

Capitolo 9

Cena con il futuro suocero, cosa mai potrebbe andare storto?
Tipo, tutto.
Stai valutando l’idea di buttarti dalla finestra e poi spararti con un proiettile di strozzalupo dritto in fronte, così, per sicurezza.
Con quale coraggio, poi, gli chiederai la mano del figlio?

2 ore prima
-Derek, ricordati il giubbotto- l’urlo di Stiles ti costringe a sbuffare, fare retromarcia e risalire le scale del loft.
La cena è fissata per le 19 e mezza, ma il tuo ansioso ragazzo continua a stressarti da tre ore consecutive, coprendoti di raccomandazioni inutili (di certo non avrebbe iniziato ad ululare nel bel mezzo del pasto) ed emanando un fortissimo odore di inquietudine.
-Stiles, stai tranquillo, non succederà nulla di sconvolgente. Sarà una normalissima cena- lo cerchi di rassicurare afferrando l’indumento di pelle dallo schienale della sedia e indossandolo.
Ripercorri il tragitto per il soggiorno trovando Stiles che, ancora impensierito, si sta mangiucchiando le unghie con una tale determinazione da raggiungere la carne viva. Gli blocchi i polsi con le mani e gli baci i palmi, poi lo guardi negli occhi e incominci a parlare.
Come potrei non amare una persona così stupenda.
-Stiles, non voglio sembrare presuntuoso, ma credo di essere abbastanza intelligente e adulto da saper gestire un incontro con tuo padre senza ammazzarlo o farmi ammazzare- detto questo gli rivolgi un sorriso (nel tuo caso si dice smorfia) e lo convinci a chiacchierare delle sue giornate a scuola, in modo che si distragga.
D’altro canto, è il vantaggio di avere un ragazzo iperattivo e con deficit di attenzione (l’unico oltre a quello del sesso, già).
Intanto che blatera su quanto stronzo sia il prof Harris e appiccicosa la nuova studentessa della 3aB (la passerai di sicuro a salutare), lo riesci a spingere nella tua Camaro e ingranare la prima.
Raggiunta la strada principale, Stiles è finito a parlare di tutt’altro argomento.
-Il professore di Fisica ci ha detto una cosa che mi ha un pò perplesso. Ok, cito testualmente: “la teoria è quando sapete tutto ma niente funziona, la pratica è quando tutto funziona e non sapete perché” Beh, guardando il nostro laboratorio si può dire che la pratica e la teoria si combinano perfettamente: non funziona niente e non sappiamo perché!- e a quest’affermazione scoppi in una delle tue rare risate, divertito dal pensiero del più giovane, che interrompe il suo sproloquio (dio, ma quanto parla?) per fissarti ammirato.
Poi pare rendersi conto di essere riuscito a farti ridere con una sua battuta, quindi (ovviamente) la situazione degenera.
-Stai ridendo perché ti piace la mia ironia-
-No, no, ti sbagli-
-E invece si. Oh, senti questa: un uomo entra in un caffè-
-Ti supplico, non dirlo-
-Splash!-
-Oh mio dio…-


L’idea della proposta ti è venuta in mente pochi giorni prima, mentre osservavi Stiles dormire rannicchiato tra le lenzuola del tuo letto con le labbra socchiuse e le mani sul tuo petto.
Non avresti mai pensato di poterlo definire adorabile (e invece…), ma sei contento di aver raggiunto quel punto con lui, per lui.
Ma ora, seduto al tavolo con i due Stilinski, pensi non sia proprio la giusta situazione di inginocchiarsi (e voltare le spalle a John, soprattutto) per poi implorare il ragazzo di passare la vita con lui.
Dopo aver spaccato due bicchieri frantumandoli tra le mani, aver deformato una forchetta mordendola e aver emesso un verso sinceramente osceno (come se il ragazzino non li avesse mai sentiti…) alla vista della carne al sangue cucinata dal fidanzato, è meglio stare buoni, fermi e zitti.
La scatoletta di velluto nero brucia nella tasca dei jeans, ma la mano che dovrebbe estrarla sembra intorpidita e inutilizzabile. Sospiri e ti muovi a disagio sulla sedia, mentre Stiles sparisce dalla sala annunciando di andare a prendere il dolce dalla terrazza su cui lo aveva lasciato a scongelare.
Il silenzio che cala nella stanza è denso di imbarazzo e tensione.
-Signore, vorrei chiederle una cosa- la determinazione e la sicurezza con i quali riesci a sputare quella frase impressionano te stesso.
L’occhiata di fuoco riservatati dovrebbe spaventarti, ma ormai sei partito per la tangente e nessuno può fermarti (sei un idiota! Zitta Cora). Lo sceriffo incrocia le braccia al petto e ti fa cenno di proseguire.
-Io… vorrei chiederle la mano di suo figlio. La prego, lo amo davvero- chiudi gli occhi e congiungi le mani davanti a te, sperando che in qualche modo la tua solita sfiga sia andata in vacanza.
Senti un sospiro sconsolato e una risata trattenuta, poi uno stridore di una sedia (te la vuole tirare sulla schiena, sicuro) trascinata sul pavimento. Hai troppa paura per alzare lo sguardo, quindi ti limiti a stringere di più i palmi tra loro e serrare gli occhi con decisione.
-Era quello che volevo sentirti dire- e a quest’affermazione sollevi lo sguardo sorpreso, incontrando un sorriso sghembo, molto simile a quello di Stiles, in un certo senso.
Poi capisci (nemmeno Scott sarebbe così lento. Cora, basta).
Lo sceriffo ti ha solo messo alla prova, tutta la serata era organizzata la fine di studiarti e controllare se l’amore che provi per suo figlio (il suo unico e prezioso figlio) è reale o una menzogna.
Il continuo punzecchiarti, le battute sui cani (per carità, basta) e perfino le domande imbarazzanti (Avete già fatto sesso? PAPÁ, non interrogare il mio ragazzo!!), tutta questa pantomima per una semplice frase.
Lo amo.
Stai per aprire bocca (magari ribattere), quando entra Stiles con la torta al cioccolato e panna in mano e un sorriso sulla faccia.
-Ehi, allora andate d’accordo?- il suo ghigno si spegne quando ti avvicini e ti inginocchi senza esitazioni davanti a lui, estraendo la scatoletta dalla tasca. Perché aspettare?
La sua espressione passa dallo stupore alla felicità pura il due secondi netti, ma ormai è tardi.
La torta gli è sfuggita di mano e anche i tuoi poteri di licantropo non possono niente contro la gravità (e la legge di Murphy), quindi questa atterra sul pavimento con un rumore vischioso di cioccolato sciolto.
Se te ne importasse qualcosa, noteresti i brontolii offesi di John o tutto il resto delle sue reazioni, ma il tuo compagno ti è appena saltato in braccio singhiozzando una serie di insulti non proprio velati, e quindi chi se ne frega del resto del mondo.
-Ti amo dalla prima volta che ti ho visto nel bosco, ma non l’avevo capito- sussurri al suo orecchio, accarezzando i capelli più lunghi di quel fatidico giorno.
-Io mi sono accorto di amarti bevendo una tazza di camomilla, dopo la battaglia contro il Kanima- scoppia a ridere e lo sceriffo lo guarda confuso (anche tu sei un pò sconcertato, ma lo sapevi).
E infatti ci hai azzeccato, perché la scatola nasconde un sottile anello dorato con un diamante a forma di fiore, perché tutto è nato da una tazza di camomilla.

FINE. (speriamo)

ANGOLINO D’AUTRICE
Ciao ragazzi vi voglio molto bene, ma l’avventura è finita.
Non sarà di certo l’ultima ff su Teen Wolf (sia mai) ma per un pò mi limiterò a scrivere e non pubblicare, così da finire le storie e offrirvele con più costanza.
Baci, Sarah_lilith

   
 
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