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Autore: _ Arya _    30/04/2017    3 recensioni
Killian Jones, 29 anni, vive a Londra con suo fratello Liam ed è co-proprietario di un pub. Un incidente ha rovinato la sua vita portandogli via la fidanzata, la loro bambina non ancora nata e una mano. È seducente e di bell'aspetto, ma dietro la sua maschera da duro nasconde un'anima profondamente ferita, che cura impegnandosi a limitarsi ad avere soli relazioni occasionali.
Emma Swan, 18 anni, vive coi suoi genitori e suo figlio Henry. Ufficialmente lavora alla boutique di moda della sua amica Regina, ma in realtà segue una cacciatrice di taglie per imparare il mestiere. Ha avuto un'infanzia difficile segnata da malattie e prese in giro: quando la sua vita è migliorata ci ha pensato il suo primo ragazzo a ributtarla nel baratro. Pur soffrendo ancora di depressione, è una ragazza forte e indipendente e non mostra mai le sue debolezze.
Quando Liam convincerà il fratello a provare ad unirsi ad un gruppo di supporto, i destini dei due ragazzi si incroceranno: saranno troppo diversi o riusciranno ad unirsi e rimettere insieme i pezzi delle loro anime?
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Liam Jones, Neal Cassidy, Regina Mills
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Thinking about the future




-Siete sicure che sto bene? Forse dovrei legarmi i capelli... o mettere le calze. Non lo so...- borbottai, squadrandomi allo specchio per l'ennesima volta.
Non sapevo dire come mai fossi così agitata per quell'appuntamento, ormai io e Killian ne avevamo passate davvero tante, anche se in poco tempo. Un appuntamento a casa mia, un viaggio insieme, ed avevamo anche già fatto l'amore. Allora perché mi sentivo così nervosa? Forse era colpa dei capelli, che non volevano stare al loro posto. Sì, doveva essere quello.
-Emma, smettila, stai benissimo.
-Regina ha ragione, sei bellissima ed è ciò che penserà anche Killian.
-Lo dite solo perché siete mia madre e la mia migliore amica. Forse dovevo scegliere proprio un altro vestito, questo ha troppo... pizzo. Ed è troppo blu, uno nero normale era meglio.
Fu il campanello ad interrompere il mio sfogo di nervi, e non seppi dire se purtroppo o per fortuna. Forse avrei dovuto chiedergli cinque minuti per cambiarmi. O forse dovevo semplicemente correre di sotto e concentrarmi sulla serata che aveva organizzato per noi, senza pormi tutti quei problemi inutili: non mi riconoscevo più.
-Dai, è meglio andare... non vorrai lasciare Killian e tuo padre da soli troppo a lungo...
-Mh... sì, no, hai rai ragione. Papà è stato troppo vago sulla loro serata... cercherò di cavare informazioni da Killian. Ok, andiamo. Vado. Cioé, non lo so, è brutto se vi presentate con me?
Non sapendo bene come comportarmi, afferrai la borsa e corsi giù per le scale, nella speranza di non inciampare e rompermi l'osso del collo.
Tutta l'ansia che avevo accumulato, scomparve nel momento stesso in cui vidi Killian, bello come il sole. Indossava un paio di jeans, una camicia blu scuro e una giacca – stranamente non di pelle – dello stesso colore. Era elegante al punto giusto, tanto che fui di nuovo pervasa dai dubbi sul mio look.
-Swan...- sorrise, quando trovai il coraggio di raggiungerlo -Sei bellissima.
-Sei sorpreso?
-Cosa? No, certo che no... era un... doveva essere un complimento... scusa, forse ho... non so...- balbettò imbarazzato, ed io mi diedi immediatamente della stupida. L'ultima cosa che volevo, era mortificarlo a causa dei miei dubbi idioti.
-Scusa- feci quindi immediatamente, lasciando che mi prendesse la mano -Non so quello che dico, sono nervosa. Grazie e... neanche tu sei niente male.
-Lo so- ammiccò, facendomi scoppiare a ridere: aveva risposto allo stesso modo al nostro primo appuntamento, me lo ricordavo bene. Ma non aveva tutti i torti, era davvero molto affascinante.
Senza smettere di sorridere, si chinò leggermente e mi baciò la mano, il che rischiò di mandarmi in iperventilazione.
Non riuscivo a credere che fosse ancora in grado di farmi un effetto del genere, eppure era una sensazione bellissima. Continuava a farmi sentire speciale senza neanche accorgersene.
I miei pensieri furono interrotti da mio padre che si schiarì la voce, al che Killian mi lasciò andare gentilmente e si voltò verso l'uomo, con un sorriso sghembo.
-Non ti preoccupare David, Emma è in ottime mani.
-Lo spero... ma ho deciso di fidarmi, quindi...- fece sollevando un sopracciglio, poi si voltò verso di me -Potremmo aspettarti svegli.
-Cosa? No... non credo tornerò a casa- borbottai, prima di rendermi conto di come quella frase potesse suonare -Voglio dire... adesso abito da Regina. E sono due giorni che sono tornata a stare da lei. Ricordate? E non posso lasciare Henry a lei e Will tutta la notte...- spiegai, sperando di aver chiarito. A dir la verità non sapevo in che modo si sarebbe sviluppata la serata, ma era di certo qualcosa che non avevo intenzione di condividere coi miei genitori.
-Hai ragione tesoro- intervenne mia madre, con un sorriso -Però non puoi negarci di farvi una foto prima del tuo primo vero appuntamento galante! Forza Killian, in posa!
Io e l'uomo ci guardammo confusi per un secondo, poi lui scosse le spalle con un sorriso e cinse le mie, così ci voltammo a guardare verso l'obiettivo. Era imbarazzante, ma anche bello che finalmente i miei fossero felici di essere partecipi di questa parte della mia vita.
-Siete bellissimi! Ora andate, andate, non vogliamo farvi fare tardi a cena!
-Sicuri di non volere un passaggio?
-Tranquillo David, ho la macchina.
-Andiamo in macchina?
-Sì... è meglio, non andiamo proprio dietro l'angolo diciamo... e per una volta voglio fare le cose come si deve ed evitarti i mezzi pubblici!
-Che galante, Jones- lo prese in giro Regina, dandogli una pacca sulla spalla -Forza, andate prima che Emma muoia di fame!
Risero tutti, me compresa, e dopo aver salutato ci ritrovammo finalmente soli, a precorrere il vialetto del giardino dei miei. Alla fine avevo fatto bene ad accettare la proposta di mia madre e andarmi a preparare da loro, era stato divertente renderla partecipe.
-Allora Swan...
-Mio padre ti ha concesso una tregua.
-Già! Non mi sono divulgato troppo perché una buona notizia come questa va data di persona, non trovi?
-Assolutamente! E scusa se in questi giorni non ho mai avuto tempo... è che ho avuto molto lavoro e diverse cose a cui pensare... di cui poi ti parlerò, in effetti.
-Non ti preoccupare! Ti vedrei volentieri tutti i giorni, ma hai la tua vita... non hai di che scusarti.
-Grazie. Ma mi scuso lo stesso, perché mi sei mancato- ammisi, sporgendomi per baciarlo finalmente sulle labbra. Anche quelle mi erano mancate molto. Ero felice che il venerdì fosse arrivato in fretta; i due giorni precedenti ero stata immersa nel nuovo caso che Cleo mi aveva affidato, e la sera ero stata sempre troppo stanca per avere le forze di passare al bar.
-Anche tu, dolcezza. Ma anch'io ho dovuto recuperare i giorni di lavoro persi... l'importante è che adesso siamo insieme.
-Sì! Assolutamente! Dove mi porti?
-Monta in macchina e lo scoprirai presto!
-Oh, ultimamente sei un fan delle sorprese. Va bene!- accettai, per poi aprire lo sportello ed accomodarmi nella sua auto. Anche il riscaldamento era acceso, aveva proprio pensato a tutto.



KILLIAN POV


-No... no. Non ci posso credere! Oh mio dio!
-Quindi è il posto giusto? Io e tuo padre avevamo qualche dubbio... perché è cambiato un po'.
-Cosa? Mio padre...
-Beh, è andato piuttosto bene con lui... così gli ho chiesto un consiglio. Volevo portarti in un posto speciale Swan, per rimediare alla prima volta...
-Killian, hai già rimediato quando hai portato Harry Potter e la coca cola a casa...
Forse era così, ma io difficilmente sarei riuscito a perdonarmi per come l'avevo trattata quel giorno. Prima o poi l'avrei fatto, al momento mi bastava ammirare il suo sorriso felice e incredulo: non esisteva niente di più bello al mondo.
Quando avevo chiesto a David un posto speciale che piaceva a sua figlia, aveva subito pensato a Lupita, un ristorante messicano vicino Trafalgar Square. L'avevano portata lì per la prima volta a festeggiare la sua guarigione, quando era finalmente uscita dall'ospedale dopo il lungo ricovero post intervento. Così erano tornati lì per i successivi quattro anni, ogni volta lo stesso giorno... fino a due anni fa, quando la sua vita era di nuovo stata sconvolta. Gli era sembrata una buona idea riprendere la tradizione, anche se con me piuttosto che con lui e la moglie... e io le avrei suggerito di tornarci presto anche con loro, ero certo che ne sarebbero stati tutti felici.
-E' esattamente come me lo ricordavo, almeno da fuori... sembrerà stupido, ma mi era capitato di ripensarci un paio di settimane fa. Era diventata come una tradizione, per noi. Avevo appena capito che avrei avuto tutta la vita da passare coi miei genitori e... era un giorno felice per tutti. Il pomeriggio del mio ritorno a casa siamo usciti a fare una passeggiata tutti insieme, e la sera ci siamo ritrovati qui davanti. Stavano suonando dei mariachi, così siamo entrati e... è stato bellissimo. Ci siamo divertiti, abbiamo mangiato tanto... non avevo mai mangiato così tanto, credo. Quando stavo male anche se avevo appetito, non riuscivo a mangiare più di tanto. Poi all'ospedale... beh, non potevo ingozzarmi troppo. Siamo tornati a casa a pancia strapiena ma contenti e abbiamo dormito tutti nel lettone... Poi l'anno successivo papà ha portato me e la mamma a sorpresa, e lì abbiamo deciso di tornarci ogni anno. L'ultima volta ne avevo quindici. Poi... beh... scusa, ti sto annoiando, entriamo.
-Swan...- sussurrai, prendendole le mani in modo da guardarla negli occhi -Non mi annoi, e non la trovo una cosa stupida. La trovo una cosa tenera... bella. E sono contento di avere l'onore di riportartici io. Magari l'anno prossimo saremo noi due, Henry e i tuoi... è una bella idea, no?- suggerii, e se possibile si aprì in un sorriso ancora più largo. Poi, prima ancora che me ne rendessi conto, mi saltò al collo stringendomi forte, al che non potei che ricambiare.
Ogni volta continuavo a sorprendermi della sua dolcezza e genuinità, e mi ritenevo sempre più fortunato ad averla nella mia vita. Speravo ci rimanesse per sempre, perché dopo aver avuto lei non sarei stato in grado di accontentarmi.
-Ti adoro Killian! Grazie!- esclamò, prima di regalarmi un bacio intenso, in cui immediatamente mi persi. Ci separammo solo quando la porta si aprì, lasciando che il piacevole profumo di cibo messicano ci invadesse le narici.
-Entriamo, sto morendo di fame. Devi assaggiare il mio taco preferito, e dato che è la prima volta che ci vengo da maggiorenne ci prendiamo dei cuba libre.
-Puoi prendere tutto quello che vuoi, tesoro! E accetto suggerimenti!- le assicurai, poi la presi per mano e la portai finalmente dentro.
Ci accolse un cameriere con un grosso cappello, ed Emma si sorprese nuovamente quando scoprì che avevo prenotato lo stesso tavolo accanto alla finestra del secondo piano, proprio dove mi aveva suggerito David. Era un dettaglio importante, avevo deciso di fare le cose per bene e rendere quel secondo primo appuntamento una serata speciale di cui ci saremmo ricordati per anni.


-Oddio, penso che dovrai portarmi alla macchina in braccio. Non credo di essere in grado di alzarmi...- sospirò Emma con una mezza risata, dopo aver mandato giù il suo ultimo sorso di mojito alla fragola. Io non avevo avuto dubbi fin dall'inizio, quando aveva ordinato due tacos e la zuppa di tortilla. La ciliegina sulla torta era stato il secondo cocktail dopo il cuba libre, insieme ai churros alla cannella che avevamo preso per dessert. Aveva mangiato più o meno il doppio di me, quando probabilmente il suo stomaco era la metà del mio. Come facesse sempre a smaltire tutto quanto, rimaneva un mistero.
-Restiamo altri 15 minuti, che dici? C'è buona musica... io mi prendo un caffè.
-Poi facciamo una passeggiata per smaltire? Già che siamo in centro... potremmo fare un giro lungo le rive del fiume... e poi tornare indietro a recuperare l'auto.
-Ok, ci sto! Potevo prenotare un giro al London Eye, ora che ci penso...
-Uno te l'ho fatto sprecare, già. Scusa.
-Scusa? Hai avuto un incidente Emma, non hai di che scusarti. Faremo un'altra volta!
-Va bene. E prendo un caffè anch'io, inizio ad avere sonno e non mi va...
-D'accordo! E poi passeggiata...- sorrisi accarezzandole una mano, poi mi alzai da tavola per scendere a chiedere i due caffè.
La serata era stata davvero fantastica: avevamo mangiato bene, ci eravamo divertiti molto e avevamo parlato di tutto. Di Henry, di mio fratello e di Elsa, che probabilmente sarebbero andati a vivere insieme e della mia idea di trovarmi una sistemazione per lasciare la casa a loro. Poi avevamo discusso di Robin e Regina ovviamente, ed eravamo entrambi dispiaciuti di come fossero andate le cose. Robin non era stato lo stesso le ultime due sere al bar, e non aveva neanche voluto sedersi a parlarne davanti a una birra. Aveva cercato di lavorare e comportarsi come se nulla fosse, ma non era stato molto bravo a nascondere la delusione e la tristezza. Era diventato impossibile anche strappargli una risata, probabilmente teneva a Regina più di quanto non avesse mai ammesso. Non era molto bravo ad esternare i suoi sentimenti, ma avevo ugualmente capito che l'amasse: dopo la delusione con Marian si era finalmente lasciato di nuovo andare, si era affezionato alla mora in pochissimo tempo, ed infine era stato lasciato quasi senza spiegazione. Era ferito, e mi dispiaceva moltissimo per lui. Non meritava tutta quella sofferenza.
Passando a discussioni più leggere, per dare una mano a Regina avremmo fatto i modelli tra un paio di giorni, ed io non vedevo l'ora: sarebbe stato divertente! Poi avevamo riorganizzato il nostro calendario per andare a correre, e l'indomani saremmo passati in una palestra poco distante da casa sua per la quale avevo il coupon dei miei amici. Lei avrebbe fatto una settimana di prova e probabilmente si sarebbe iscritta con me, per iniziare a prepararsi e mettersi in forma per il suo futuro da poliziotta.
Consumammo i nostri caffè senza fretta, ad ascoltare il concerto con cui un gruppo di mariachi stava ancora rallegrando la sala e scambiandoci qualche bacio di tanto in tanto. Era questa, più o meno, la mia idea di serata ideale.
Quando finalmente trovammo il coraggio di alzarci da tavola, pagai il conto ed uscimmo nell'aria pungente della tarda sera, che si rivelò immediatamente più efficace del caffè.
-Swan, hai freddo? Vuoi la mia giacca?
-Sto bene- sorrise, lasciando che le prendessi la mano -Mi piace il freddo, lo sai. Ed è il miglior digestivo che ci sia, secondo me!
-Non hai tutti i torti, tesoro. Mi sorprendo ogni volta di quanto tu riesca a mangiare...
-E io che volevo mettermi a dieta ora che siamo tornati da Roma... fortuna torniamo a correre.
-Dieta? Non ne hai bisogno, credimi! Stai benissimo, non la voglio una ragazza pelle e ossa... cosa tocco io poi?- le feci notare, cingendola per i fianchi e stringendogliene leggermente uno. Era assolutamente perfetta, con quegli 1-2 chiletti in più che la rendevano donna, piuttosto che un manichino senza nulla di femminile.
-Pervertito. Vuoi dire che ho la ciccia?- mi provocò, pizzicandomi la mano e voltandosi a guardarmi con una finta aria offesa.
-No, voglio dire che sei bellissima- risi, dandole un piccolo bacio a stampo e facendola sorridere -Ma ciò non vuol dire che mi dispiaccia correre con te, è una scusa per vederti più spesso.
-Sono contenta che la pensi così, perché tu hai messo su un po' di pancetta e...- non concluse neanche la frase, che le ripresi i fianchi per vendicarmi con un po' di solletico, che sapevo bene quanto detestasse! Infatti non fu una buona idea, dato che mi beccai una bella gomitata tra le costole mentre si dimenava per liberarsi. E fu anche abbastanza dolorosa.
-Oddio Killian, scusa! Ti ho fatto male?- si fermò, al che cercai di riprendermi immediatamente per non farla preoccupare. Ci voleva ben altro per mettermi K.O.!
-Sarebbe stato peggio se mi avessi colpito allo stomaco. Rischiavo di vomitarti addosso!
-L'ho scampata bella... però è colpa tua! Sai che non sopporto il solletico!
-Lo so- sorrisi compiaciuto, per farmi subito perdonare con un bacio. Inizialmente cercò di fare la preziosa, ma bastò qualche istante perché si decidesse a ricambiare. Però c'era ancora una questione di cui discutere, quella di cui mi aveva accennato prima che uscissimo. Mi aveva raccontato dell'ultimo caso a cui aveva lavorato, ma ero certo che ci fosse dell'altro.
-Emma... dovevi parlarmi di una cosa...- tentai quindi, al che si fermò. Sperai di non averle messo pressione, così mi voltai per guardarla in viso e assicurarmi che fosse tutto a posto.
-Se non vuoi parlarne, Emma...
-No, no scusa.- sospirò, riprendendo a camminare e tirandomi per la mano perché la seguissi -Mi è passato di mente e... no, però voglio parlartene. È importante il tuo parere, in realtà.
-Davvero?
-Sì.- confermò -Potrei avere la possibilità di entrare a Scotland Yard.
-Che cosa? Emma... wow. Come...
-L'ex marito di Cleo ci lavora e vuole due apprendisti. Così lei gli ha parlato di me e... non lo so- sospirò, fermandosi nuovamente e abbassando lo sguardo -E' ciò che ho sempre sognato, credo. Ma è tutto così improvviso, e io non so se è il momento... non so se sono pronta.
-Dovresti farlo... presto?
-Dovrei dargli conferma entro qualche settimana. Poi...
Vedendola in difficoltà, la condussi verso una panchina libera perché potessimo sederci a parlarne con calma. Mi aveva colto alla sprovvista con quella notizia, che mi era sembrata meravigliosa in un primo momento, ma era chiaro che avesse dei dubbi. Già il fatto che avesse poche settimane per prendere una decisione, iniziava a farmi capire quale potesse essere parte del problema.
-Dimmi tutto, ti ascolto. E se posso aiutare... lo faccio volentieri.
-Ok. In poche parole, entro un mese dovrei dare l'ok. Se dicessi di sì, dovrei sottopormi ad alcune prove fisiche e psicologiche perché possa assicurarsi che sia all'altezza. E fin qui va bene. Per formalità, dovrei sostenere il test a settembre... e frequentare i corsi di preparazione teorica per un mese e mezzo, insieme a tutti gli altri ammessi. A quanto ho capito, a novembre e dicembre dovrei allenarmi e svolgere lavoro d'ufficio per farmi un'idea di qual è il genere di casi a cui lavora un agente di Scotland Yard, e da gennaio inizierei a seguirlo sul campo.
Annuii, e le strinsi forte una mano per cercare di farle capire che sarei stato sempre con lei, in qualsiasi caso. Qualunque cosa avesse deciso di fare.
-Killian, tu cosa ne pensi?
-Io? Swan...
-Lo so, lo so che è una decisione che spetta a me. Però mi conosci bene, quindi un tuo parere mi farebbe davvero molto comodo. Voglio dire... pensavo di avere un anno e passa, invece ho molto meno tempo. In accademia non potrei portare Henry e dovrò vivere lì dal lunedì al venerdì. Poi... ok, fino a dicembre sarà abbastanza semplice, con un lavoro part-time. Ma dopo? 36 ore di lavoro a settimana, esclusi gli straordinari... lo so che non è tantissimo, ma ho un figlio piccolo. E poi te...
-Emma. Aspetta. Cosa? Me?
-Te. Sarebbe tutto diverso, ora sono molto più libera. Ma ho paura che se iniziassi a fare questo lavoro così presto, ci allontaneremo e...
-No- la bloccai sul nascere. Non potevo permettere che questa paura infondata la fermasse dal seguire i suoi sogni. Mi spaventava il fatto che avrebbe avuto un lavoro a tempo pieno? Un po' sì, certo, ma era anche qualcosa di assolutamente normale. Eravamo due persone adulte, e mai e poi mai avrei preteso che lei stesse a casa a limitarsi a fare la mamma e la casalinga. Era una giovane donna piena di energie e talento, e il mio desiderio era che si realizzasse.
-Emma... dimmi una cosa. I tuoi genitori hanno dei mestieri pesanti, che li tengono occupati molte ore al giorno. Questo lì ha allontanati? Da quanto mi hai raccontato, hanno iniziato che erano poco più grandi di te...
-Sì... sì, ma...
-Ed erano giovani quando sei nata.
Annuì.
-Hanno trovato il modo di lavorare, di occuparsi di te e di amarsi... e a vederli sembrano una di quelle coppie da film, solide e felici.
Annuì ancora una volta, accennando un sorriso. Nonostante fossero un avvocato e un'infermiera, la prima volta che li avevo visti li avrei descritti come Biancaneve e il Principe Azzurro. Forse la loro situazione era un po' diversa, ma io credevo fortemente anche nella nostra relazione. Era cresciuta molto in un tempo relativamente breve, e avevamo ancora diversi mesi per consolidarla ulteriormente.
-Ora ascoltami Swan. Non voglio una donna che sia sempre a mia disposizione. Ciò che più mi piace di te è la tua forza, la tua indipendenza... perché nonostante questo, mi sembra che insieme ci troviamo bene. Non è così anche per te?
-Sì! Sì, certo che lo è. È solo che io...
-Se pensi di rifiutare perché ancora non ti senti pronta, perché vuoi goderti la tua giovinezza per un altro paio d'anni, allora sono assolutamente d'accordo. Devi aspettare. Ma se hai paura che io mi allontani solo perché non sarai libera 24 ore su 24, ti sbagli. E per quanto riguarda Henry non temere. Ci penserò io. E più avanti... beh, prima che inizi ad andare all'asilo ci gestiremo tra di noi, non sarà poi così difficile.
I suoi occhi già un po' lucidi si riempirono di lacrime, così la strinsi forte perché potesse sfogarsi e piangere tra le mie braccia tutto il tempo che desiderava. Non mi sarei mosso. Per lei ci sarei stato sempre: ora, tra 6 mesi, tra un anno... sempre. Sarei stato onorato di essere il compagno di vita di una ragazza tanto speciale, e volevo davvero che riuscisse a vedersi come la vedevo io almeno per cinque minuti, per rendersi conto di quanto fosse unica e meravigliosa.
-Killian... tu faresti tutto questo per me...- singhiozzò, stretta al mio petto.
-Questo e molto altro! Splendore, io non ho paura del futuro... non ora che ho te.
-Grazie, grazie, grazie. Cosa ho fatto per meritarti?
-Mi hai mandato a quel paese più o meno, ricordi? È stato un inizio divertente... mi hai dato del filo da torcere come nessun'altra, questo ti da' credito!- esclamai, riuscendo nel mio intento di farla ridere tra le lacrime. Vedendo com'eravamo ora, avrei rivissuto tutto fin dall'inizio, senza cambiare proprio nulla. La amavo, la amavo più di quanto pensassi di essere in grado di amare: era un sentimento così travolgente e potente che quasi faceva male dalla felicità.
-Quindi che dici? Vuoi accettare di diventare la più sexy agente di Scotland Yard?
-Cretino! Io... senti, ovviamente devo ancora pensarci. Ma non ci sarebbe nulla di male nell'accettare di organizzare un colloquio col marito di Cleo... vero?
-Verissimo. Ascoltalo, valuta tutto... e decidi in base a ciò che il tuo cuore desidera. Il resto non sarà assolutamente un problema, ci sarà io a darti man forte.
Ci guardammo negli occhi per alcuni interminabili secondi, poi senza dirci niente ci avvicinammo fino ad unirci in un bacio carico di passione, dolcezza, amore e promesse. Un bacio che in qualche modo ci avrebbe uniti ancora di più, ne ero certo.
-Ok... si sta facendo tardi...- sussurrò, quando ci staccammo -Forse è il caso di incamminarci verso l'auto... che dici?
-Sì. Sì. E senti... casa mia è libera, ti va di passare a prendere un caffè?
-L'abbiamo preso mezz'ora fa.
-Lo so- annuii, guardandola negli occhi. Se avessi letto un minimo di esitazione mi sarei tirato indietro, ma mi era sembrato naturale chiederle di concludere la serata insieme.
-Ok. Andiamo a prendere questo caffè.- annuì infine, con un largo sorriso. -Scriverò a Regina... che si era già offerta di badare a Henry per stanotte.
-Perspicace la mora- le feci con un occhiolino, stampandole un altro bacio. Se il primo appuntamento era stato un fiasco, questo era stato perfetto e non era ancora finito.

 

***


Quando aprii gli occhi e mi resi conto di dove mi trovassi e con chi fossi, mi ci volle un po' per realizzare di non stare sognando. Emma era stretta tra le mie braccia e dormiva come un angioletto, e a coprirci non c'era che un lenzuolo. Avevamo fatto l'amore fino a tarda notte, ed era stato bello vedere come ormai si fidasse ciecamente di me anche nell'intimità: per lei era stato un passo più difficile di quanto avrebbe mai ammesso. Mi aveva permesso di aiutarla a capire cosa le piacesse, per rendere la nostra relazione fisica perfetta per entrambi. Non erano mancate poi le coccole, che con lei erano sempre estremamente piacevoli.
Non avevo trovato la forza di parlarle del regalo che avevo ricevuto da parte della famiglia di mio padre, ma a quel punto poco importava: in ogni caso sapevo già cosa farne. Un tempo sarebbe stata un'opportunità che non avrei mai perso, ma adesso il mio sogno era un altro.
-Mhh...- borbottò assonnata riportandomi alla realtà, e accoccolandosi più comodamente tra le mie braccia. Lei, era il mio sogno.
-Dormi amore mio...- sussurrai, sapendo che non si sarebbe ricordata di quelle parole, al risveglio.
Mi addormentai prima di accorgermi del suo cellulare che vibrava, per l'ennesimo messaggio ricevuto dal suo ex carnefice. Sempre più insistente.




Il vestito dell'appuntamento di Emmahttp://imgur.com/9SXGEtj








Angolo dell'autrice;
Ciao! Finalmente sono riuscita a mettere a punto il capitolo, non ci posso credere! Questi capitoli più tranquilli sono anche i più complicati, a mio parere... è più facile far scorrere gli eventi quando succede qualcosa di più... movimentato.
Finalmente Killian ed Emma hanno avuto un appuntamento come si deve. L'ha portata al suo ristorante preferito, hanno mangiato, bevuto e chiacchierato allegramente... come una normale coppia che si sta conoscendo. Penso ci volesse. Poi hanno anche parlato di cose importanti, e Killian non è affatto turbato per l'offerta che ha ricevuto Emma... anzi! Sarebbe contento se lei realizzasse il suo sogno e rimarrebbe al suo fianco qualsiasi cosa succeda. Infine, lui ha osato chiederle un "caffè" (ci saranno anche pancakes? chissà xD), sapendo potesse essere un passo azzardato... ma è andata più che bene. Emma ormai è sempre più a suo agio e le piace vivere anche questa nuova intimità che ha scoperto con lui. L'unico piccolo problemino, al momento, è il suo ex che non si vuole proprio arrendere...
Domani ho una giornata completamente libera dopo una settimana abbastanza piena, quindi mi porterò avanti con la storia e recupererò qualche capitolo che mi sono persa per strada!
Se vi va, date un'occhiata al primo capitolo della nuova long che ho in mente di postare una volta finita questa. E' un cross-over tra Once e Harry Potter, che io adoro... e se l'idea piace la continuerò :) (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3661260&i=1)
Intanto, domani ultima puntata prima del musical... non vedo l'ora! Il matrimonio! Anche se sono triste perché ci avviciniamo alla fine e non sappiano ancora se OUAT verrà rinnovato... ma vedremo. 
Ok, sto zitta prima che questa nota diventi più lunga del capitolo. Grazie sempre a tutti quelli che continuano a seguire! :*
   
 
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