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Autore: sadShadow89    03/05/2017    0 recensioni
Durante lo scontro con i troll Bilbo viene ferito alla testa gravemente, quando si sveglia i nani scoprono con sorpresa e preoccupazione che il loro scassinatore non è più lo stesso.....dopo un incidente automobilistico Sara si ritrova in mezzo a una foresta e non ha idea di come ci sia arrivata......ma fondamentalmente Bilbo e Sara non sono mai appartenuti ai loro rispettivi mondi, anche se loro non lo sanno, non ancora almeno.
Un storia d'amore ed odio, due mondi che sono uno ma allo stesso tempo no, una Fem!Bilbo/Thorin con un Bilbo diverso dal solito. Non credo che ci sia molto altro da dire se non: Buona lettura ^_^
P.S. Ho messo Ratings Arancino in modo che tutti possano leggere la storia, ma in tutta onestà non ho assolutamente nessun potere decisionale sulla trama. Scrivo la storia così come viene, non ho né il cuore di pianificare gli eventi né la volontà di farlo. Molto probabilmente ci saranno dei capitoli con Ratings Rosso ma in questi casi inserirò dei Warnings prima del testo.
Per chiunque fosse interessato ho già pubblicato questo lavoro in lingua inglese
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Bilbo, Dwalin, Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia
Note: Lemon, Otherverse | Avvertimenti: Gender Bender, Non-con, Tematiche delicate
Capitoli:
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Warning!!

Questo capitolo contiene contenuti espliciti che potrebbero essere considerati offensivi (oppure no) in base alla sensibilità di chi li legge. Qualsiasi frase da me scritta che si riferisca a violenze fisiche o mentali non vuole in nessun modo promuovere o giustificare tale atto e in ogni caso deve essere interpretata nel contesto della storia. Estrarre specifici stralci o frasi da un testo più ampio potrebbe portare a interpretazioni sbagliate ed ad indurre il lettore a credere che io condivida tali interpretazioni: COSA DEL TUTTO NON VERA. Come nella realtà i personaggi di una fanfiction sono delle creature complesse e non ci si può limitare a credere che sia o tutto bianco o tutto nero. Anche le persone buone possono fare cose orribili ma non per questo non meritano di essere perdonate, come un essere nato dal male può essere buono o fare del bene: ricordando sempre che una buona azione non ne cancella una cattiva. Detto questo, sono sempre disponibile a spiegare il mio punto di vista e non mi ritengo minimamente responsabile di nessuna delle conclusioni errate che un lettore poco attento possa addurre continuando nella lettura di questo capitolo.


 

LINGUAGGI : “comune” ; *elfico* ; ^nanico^ ; [linguaggio dei segni]; §mondo reale§ ; “orchesco / lingua nera”; 'pensieri o comunicazioni mentali' ; 'comunicazioni mentali (follia o maleficio)'


 

Thorin aveva bisogno di stare da solo, di avere il tempo per pensare, di avere il tempo per calmare la sua anima e il suo corpo. Soprattutto il suo corpo. Si era reso dolorosamente conto che non poteva fare altro che seguire i consigli di Gandalf, con tutta probabilità gli elfi lo avrebbe liberato da quella piccola (e splendida) piaga che così all'improvviso gli era caduta tra capo e collo. Ovviamente questo sarebbe stato un bene anche per lei. Certo, sapeva bene che avevano comunque bisogno di uno scassinatore ma, quale utile avrebbe portato la she-hobbit alla loro missione se tutto quello che aveva fatto fin da quando era apparsa era stato distrarli? ( anche se probabilmente l'unico ad esserne completamente ammaliato da lei era solo lui, ma non lo avrebbe ammesso nemmeno a se stesso). Purtroppo il solo pensiero di lasciarla con gli elfi gli faceva ribollire il sangue per la rabbia.

Appena fu abbastanza distante dall'accampamento da avere un po' di privacy, ma comunque abbastanza vicino da essere a portata d'orecchio in caso di necessità, sguainò la sua spada e incominciò a sferrare fendenti nell'aria. Con grande maestria e grazia continuò a combattere il suo avversario invisibile, tutti i suoi movimenti erano ben controllati così come lo erano il ritmo del suo respiro e del suo cuore. Pian piano incominciò ad aumentare il ritmo, ogni colpo sempre più deciso , il respiro sempre più affannoso, il battito del cuore sempre più veloce. Improvvisamente, dopo un affondo particolarmente possente che per poco non gli aveva fatto perdere l'equilibrio, getto la spada per terra con un gesto stizzito e sibilò una maledizione a denti stretti per evitare di urlarla al cielo per la frustrazione.

Non era servito a niente. Tutti i muscoli del suo corpo stavano protestando per la stanchezza, era completamente ricoperto di sudore eppure non sembrava che tutto il suo corpo (una parte in particolare) fosse ancora abbastanza stanco. Si concentrò su tutto quello che il mondo gli aveva portato via, su tutto quello che odiava e tutte le difficoltà che ancora lo attendevano ma non servì a nulla. Si sedette su un tronco caduto poco distante e lasciò che il suo viso sprofondasse nelle sue mani, mentre le sue dita tozze e callose si facevano strada tra le ciocche corvine screziate di argento della sua folta chioma. Dopo qualche momento di disperazione si rassegnò a prendersi cura di quel suo corpo che, traditore, non voleva obbedirgli.

Prese dei profondi respiri, cercando di immaginare le cose più disgustose che avesse mai visto 'una lunga lista' pensò mentre un sorriso amaro gli sfiorò le labbra. Cercò ancora una volta di placare il suo desiderio con la mente, rifiutandosi di essere dominato dai suoi istinti. Tutto inutile. Rassegnato si lascio scivolare lungo il tronco lasciando che le sue gambe si distendessero a terra su un soffice cuscino di muschio e la sua schiena fosse appoggiata al tronco. Per un attimo lascio cadere la testa indietro poggiandola sul tronco e fissando il cielo attraverso la chioma degli alberi, poi si guardò in torno per essere sicuro che nessuno lo avesse seguito e lascio che le sue mani slacciassero tutte le restrizioni attorno alla sua cintola.

Esitò un attimo prima di lasciare che la sua mano destra scivolasse all'interno dei suoi indumenti, per posizionarsi fermamente intorno a quel dolorante pezzo di se stesso che in quel momento tanto stava odiando. Al primo contatto della sue dita callose con la pelle liscia Thorin si lasciò sfuggire un sibilo di rabbia, quel contatto era allo stesso tempo piacere e dolore. Piacere, perché era così eccitato che anche il minimo contatto sembrava potesse portato all'apice, ponendo fine a quella tortura. Dolore, perché tutto ciò che stava facendo rappresentava un fallimento. Non di meno cominciò a far scivolare la mano su e giù lungo il suo membro, massaggiandone le punta con delicati movimenti circolatori del pollice. Thorin si concentrò su i ricordi che aveva del suo ultimo amante, un giovane nano dai capelli rossi conosciuto sui Monti Azzurri, ma tutto quello che gli veniva in mente erano gli abbondanti e pallidi seni che aveva visto la sera precedente. Di tutte le immagini che cercava di rievocare nella sua mente solo quelle della she-hobbit riusciva a togliergli il respiro, a guidare i suoi movimenti con il giusto ritmo.

Per tutta la vita aveva creduto di essere migliore di così. Non era l'atto in se che lo disturbava, di certo non era la prima (né sarebbe stata l'ultima) volta che sarebbe ricorso a questo genere di piaceri, ma la consapevolezza di non essere in grado di fermarsi, di non avere alcun potere su quello che gli stava accadendo nonostante la sua forza di volontà. Lo faceva stare male sapere che quello che stava facendo era ispirato da una ragazza così giovane, praticamente una bambina per gli standard dei nani. Peggio ancora era il fatto che le immagini che gli venivano in mente erano tutte così facilmente fraintendibili. Non riusciva a smettere di provare piacere nel pensare che i piccoli gemiti, sospiri e singhiozzi che aveva sentito dalla giovane somigliassero vagamente a quelli emessi da ogni vergine che viene toccata per la prima volta. Lungi da lui il pensare che l'immagine di una donna terrorizzata e in lacrime fosse eccitante, semmai il contrario, ma l'idea di essere il primo ad esplorare quel piccolo corpo per portarlo all'estasi tra piacere e dolore era semplicemente troppo allettante.

In qualche modo tutto questo gli faceva ricordare quanto fosse simile a suo nonno, un nano che si era lasciato sedurre così facilmente da un unica gemma preziosa. Lui non era migliore di suo nonno , non ora che era caduto in ginocchio letteralmente con le mani nelle brache per colpa di un paio di seni sodi e un bel visino. 'Un bel visino? Sotto tutto quello sporco e sangue non sono nemmeno certo che ci fosse veramente una faccia. Dopo di che con Dwalin che continuava a farle da chioccia non sono nemmeno riuscito a ve-..' i suoi pensieri si fermarono di colpo e gli sembrò che con loro si fosse fermato anche il battito frenetico del suo cuore. Come era possibile che provasse un tale desiderio per una donna che non avrebbe nemmeno riconosciuto se l'avesse incontrata in quel preciso istante? Digrignò i denti e fermò i movimenti della sua mano per un momento, era ovvio che tutto questo non potesse essere naturale. “Che lo sappia o meno è tutta colpa di quel maledetto mezz'uomo” si ritrovò a sussurrare.

Ovviamente la parte razionale del suo cervello era consapevole di quanto fosse ingiusto biasimare Bilbo per qualcosa che gli era stata fatto a sua insaputa, ma tutto questo era così umiliante per Thorin che in qualche modo voleva che la giovane fanciulla si sentisse altrettanto miserabile, anche se solo nella sua testa. Il re in esilio incominciò ad immaginare Bilbo come una tra le più volgari e vogliose sgualdrine che avesse mai visto nelle città degli uomini, cercò di ricordare tutti i racconti che aveva sentito su di loro nelle taverne di in quelle stesse città, perché di certo lui (come ogni nano degno di questo nome) non si era mai macchiato la coscienza usufruendo dei loro servizi. Ma le immagini non erano nitide e servivano a poco per attenuare il desiderio che scorreva nelle vene di Thorin. Pensare che la ragazza potesse essere come quelle donne invece di fargli provare disgusto aumentava la voglia che il nano aveva di proteggerla, di impedire che qualcuno potesse farle ciò che lui stesso ora stava immaginando di fare.

Sapeva che era sbagliato che era contro tutto ciò che fosse giusto per lui ma continuò ad immaginare di possederla rudemente mentre la sua mano continuava a dargli piacere con movimenti frenetici. Improvvisamente un gemito attrasse la sua attenzione, la sua testa scattò in avanti con occhi aperti e vigili. Per poco non ebbe un attacco di cuore quando vide la giovane completamente nuda a cavalcioni sulle sue gambe che, con la testa tirata indietro e la schiena inarcata, lo stava cavalcando selvaggiamente. Ci volle poco per rendersi conto che tutto quello che stava vedendo era frutto della sua fantasia (semplicemente a questo punto era troppo perso nel piacere per pensare ad un altra spiegazione) , la ragazza infatti sembrava quasi incorporea e poteva ancora sentire distintamente la sensazione della sua mano che continuava a muoversi nei suoi pantaloni, nonostante ai suoi occhi sembrasse che che tutta la parte inferiore del suo corpo fosse nuda e che entrambe le sue mani fossero appoggiate sui fianchi della piccola creatura.

Thorin si strinse nelle spalle 'Tanto vale... è meglio approfittarne' pensò semplicemente, chiuse gli occhi e lasciò nuovamente cadere la testa all'indietro sul tronco. Non avendo ancora rinunciato alla sua vile piccola vendetta incominciò a muoversi ancora più rudemente, intanto che i dettagli della fantasia si facevano sempre più realistici. Pian piano tutto era sempre più nitido, il peso della ragazza che si muoveva sopra di lui, quella pelle morbida sotto le sue dita, il calore bagnato di quella piccola caverna che lo stava stritolando gentilmente, i suoni dei loro corpi. Era tutto come doveva essere ma allo stesso tempo era tutto profondamente sbagliato, stava provando un piacere immenso che per qualche ragione non riusciva a raggiungerne l'apice.

Aprì gli occhi e la ragazza era ancora li che guardava verso il cielo mentre continuando a muoversi faceva ballonzolare i suoi seni di fronte al viso di Thorin. Lui si tirò su per raggiungere con la bocca uno di quai capezzoli che tanto aveva desiderato e nel muoversi scivolò ancora più in profondità dentro di lei. Un sibilo strozzato di dolore gli fece gelare il sangue, la osservò meglio e il senso di colpa gli spezzo il cuore : lungo le guance arrossate della ragazza scorrevano sottili rivoli di lacrime, il suo respiro era spezzato e irregolare, ogni suono che emetteva era di dolore e strozzato come se non volesse che lui se ne accorgesse, lungo la parte interna delle sue cosce e sopra il pube di lui c'erano piccole macchie di sangue diluite dai loro fluidi ma non abbastanza da far credere che la fanciulla avesse smesso di sanguinare.

All'improvviso, come se lei avesse percepito il suo disagio, la testa dalla she-hobbit era balzata in avanti ed ora quegli enormi occhi colmi di lacrime stavano guardando direttamente nell'anima di Thorin. “Perché mi stai facendo questo?” la voce della ragazza era scivolata nelle suo orecchie in modo così soave che Thorin quasi rifiutava di credere che fosse solo frutto della sua fantasia non fosse che per la pesante nota di tristezza e dolore che riusciva a percepirvi. “Io non sto facendo nulla che tu stessa non voglia, guardati... sei tu che mi stai così voracemente accogliendo dentro di te, perché non dovrei approfittarne?” le sussurrò con un sorriso maligno. Non sapeva perché continuasse ad essere così ostinatamente infame, non riusciva a fare a meno del suo orgoglio anche quando le lacrime della ragazza lo stavano logorando dall'interno.

Il nano sapeva che i movimenti della ragazza corrispondevano a quelli della sua mano, che lei essendo parte di quella fantasia non aveva alcun potere su quello che le stava accadendo, esattamente come lui non aveva potere sul suo desiderio per lei. Thorin aveva raggiunto il suo scopo, stava umiliando quella fragile creatura nella sua mente, non era sua intenzione provare piacere mentre lei stava soffrendo ciò nonostante per qualche motivo non aveva smesso di farla muovere come un burattino spezzato. “Mi odi così tanto? Cosa ho fatto di così sbagliato?” singhiozzò la ragazza mentre grosse lacrime rotonde avevano preso a scorrere lungo il suo viso per poi gocciolare giù dal suo mento ed atterrare sul petto del nano. Bilbo sollevò le braccia da dove stavano ciondolando lungo i suoi fianchi e seppellì il viso tra le mani mentre fiumi di lacrime continuavano a scorrerle tra le dita, singhiozzando apertamente ora che il re in esilio aveva scoperto il suo segreto.

Qualcosa dentro Thorin scattò alla vista di quel pianto disperato, perché si stava comportando in quel modo? Odiarla ? Per quale motivo al mondo avrebbe dovuto odiarla? Non era lei che odiava ma la sua debolezza, quella debolezza che si era materializzata con la sua apparizione. Prima che potesse rendersene conto i suoi movimenti si bloccarono e le sue braccia erano avvolte intorno alla a Bilbo che continuava a singhiozzare disperata contro il suo petto. “Shh, shh..... non piangere... ti prego.... mi dispiace..... non ti odio, lo giuro” tutto l'orgoglio e la voglia di vendetta di Thorin erano svaniti di fronte alle immagini che la sua coscienza gli stava propinando. Anche se solo una fantasia era ovvio che la sua mente stava cercando di mandargli un messaggio chiaro come la luce del giorno, non poteva trarre piacere dal dolore di qualcun altro soprattutto da quello di questa piccola e fragile creatura.

“Io non ti odio, odio me stesso e le mie debolezze. Non posso provare quello che provo per te, non è giusto nei confronti della mia Metà che ancora non ho incontrato. Non posso desiderarti così tanto se tu non sei l'altra metà della mia anima” le sussurrò tra i capelli mentre con le mani disegnava invisibili cerchi sulla sua schiena nel tentativo di rassicurarla. Sinceramente non sapeva perché all'improvviso cercassi di giustificarsi con questa ragazza che era il mero prodotto della sua mente, probabilmente stava solo facendosi un'esame di coscienza ed ammettendo perché fosse tanto infastidito da questo nuovo Bilbo. “Io non capisco, come puoi sapere che non sono io la tua Metà? Non mi conosci nemmeno” riuscì a sussurrare la ragazza ora che i singhiozzi erano cessati. “Il mio marchio non ha reagito alla tua presenza, in più la mia Metà deve essere o troppo giovane o deve aver intrapreso il suo viaggio verso le sale dei nostri Padri quando ero ancora troppo giovane per conoscere l'amore, altrimenti sarei in grado di percepire la sua presenza nel mondo” le rispose quasi incredulo che la sua mente stesse creando un'immagine tanto ignorante su cose così ovvie.

La ragazza tirò su la testa e lo guardò con occhi pieni di stupore e un barlume di speranza se Thorin ci aveva visto bene. “Tu?.... Tu mi desideri?” chiese con una voce appena udibile mentre con quei meravigliosi occhi dalle mille sfumature guardava in quelli azzurro cielo del nano. Il re in esilio esitò un attimo prima di rispondere, “Perché non dovrei? Sei molto bella... le tue forme sono molto allettanti” le disse spostandola leggermente dal suo petto per poi poggiare delicatamente la sua enorme mano sinistra sul suo seno destro. Al complimento Bilbo arrossì vistosamente e distolse lo sguardo da lui, gemette dolcemente mordendosi il labbro inferiore al contatto. Thorin le si avvicinò all'orecchio con la bocca per sussurrarle “Mi renderebbe molto felice se volessi farmi l'onore di provare piacere insieme a me” con una voce bassa e roca, prima di prendere il lobo tra le labbra e succhiarlo delicatamente. Il suo tentativo di seduzione fu ripagato da un fremito del corpo della ragazza che la portò a scuotere involontariamente i fianchi mentre i suoi muscoli interni si strinsero e allentarono ritmicamente attorno al suo pene per alcune volte.

Per poco Thorin non venne in quel preciso istante tanto sublime era sentire il corpo della ragazza che lo stava accogliendo così volentieri . Non riusciva più a capire quanto di tutto questo fosse fantasia o realtà, non che fosse importante ovviamente, ormai che si era perso in quel immenso piacere. Preso da un irrefrenabile impulso di sfoggiare la sua forza e virilità (tutto sommato un istinto naturale per un 'maschi alfa' per così dire) , in un certo senso di dominarla, la afferrò nuovamente per i fianchi e incominciò a muoversi freneticamente dentro di lei. La ragazza emise un piccolo grido di spavento e cercò di divincolarsi dalla sua stretta “No... non così, per favore... non mi piace”. Quelle semplici parole bastarono a prosciugare tutto il piacere che Thorin stava provando lasciandolo immobile come una statua, quel 'non mi piace' continuò ad riecheggiare nella mente del nano per alcuni momenti prima che riprendesse il controllo di se.

Che fantasia era mai questa? Perché mai si sentiva in dovere di compiacere un essere che nemmeno era reale? Come a chiunque altro gli era già capitato di trovare soddisfazione anche la dove il suo partner fosse rimasto insoddisfatto (non che fosse sua abitudine essere un amante egoista), ma ora era come se tutto dipendesse dalle sensazioni provate da questa piccola creatura onirica. Il pensiero che questo fosse esattamente come gli era stata descritta da suo padre la sensazione di possedere fisicamente la propria Metà fu rapidamente messo da parte e sostituito dalla ricerca di modi per portare piacere a Bilbo.

“Perdonami mia signora, non era mia intenzione spaventarti” le disse mentre le prendeva il viso tra le mani per costringerla a guardarlo negli occhi, la fanciulla sembrò cogliere la leggera nota di scherno nella sua voce ed arrossi ancora più vistosamente. “Noi nani siamo per natura irruenti e passionali ma se questo non ti aggrada... decidi tu il ritmo e l'intensità della nostra unione” Bilbo lo guardo con occhi sgranati ed apri e chiuse la bocca diverse volte ma nessun suono ne venne fuori, mentre il re faceva scivolare le sue mani callose su e giù per i suoi fianchi sinuosi. “Per favore, mostrami come farti godere.... mia signora” la incoraggio lasciando una scia di piccoli baci umidi che partiva da dietro il suo orecchio fino ad arrivare ai suoi seni. Bilbo rimase immobile per qualche istante, quando le labbra di Thorin si chiusero intorno ad uno dei suoi capezzoli un dolce gemito di piacere abbandonò le labbra della ragazza che istintivamente inarcò la schiena per cercare più contatto.

A quel delizioso gemito ne seguirono tanti altri mentre la ragazza continuava a muoversi sinuosa sopra di lui. Inizialmente i suoi movimenti erano lenti ed incerti, poi sempre più sicuri sempre più intensi e veloci. In tutta la sua vita Thorin non aveva mai provato niente di simile, che fosse un sogno o la realtà, era come se fino a quel momento non avesse mai veramente conosciuto il piacere di unirsi ad un altro essere. Quando il suo orgasmo lo colpì fu come se un fulmine gli avesse attraversato il corpo: improvviso e magnifico. Avrebbe quasi voluto piangere all'idea che il suo seme non stava veramente inondando il grembo di quella piccola e bellissima creatura, avrebbe voluto sigillare le loro labbra in un bacio senza fine ora che lo stava guardando con un'espressione consapevole di quello che era appena accaduto dentro di lei. Non fece nulla di tutto ciò. Quando l'immagine della ragazza cominciò ad affievolirsi, a perdere sostanza esattamente come era stato all'inizio lui si limitò a salutarla con un sorriso stanco ma soddisfatto prima che lei svanisse del tutto.

Thorin si risvegliò di soprassalto, a qualche punto mentre si stava toccando si era addormentato e la fantasia aveva avuto inizio. Si guardò intorno e si rese conto che probabilmente non erano passato molto da quando si era allontanato dal campo, infatti fortunatamente nessuno era venuto a cercarlo. Aveva ancora la mano nei pantaloni e una sgradevole sensazione di umido confermava quello che era avvenuto sotto gli strati di stoffa. Con un grugnito a metà tra il seccato e l'incredulo il re in esilio si accinse a ricomporsi per tornare all'accampamento. Mentre camminava Thorin ripensò a quanto dettagliato fosse stato il viso che aveva visto nella sua fantasia, il colore e la forma degli occhi e della pelle, le curve sinuose delle labbra e del naso, come poteva la sua mente creare una sinfonia così perfetta e come avrebbe potuto più guardare in faccia la she-hobbit senza paragonarla alla ninfa del suo sogno.

Fortunatamente, tralasciando il sempre presente malumore del nano, Thorin si sentiva notevolmente più rilassato. In qualche modo ora non si sentiva più sull'orlo di un precipizio pronto a sprofondare sotto i suoi piedi anche se il suo desiderio per la giovane si era solo placato, non era svanito del tutto e questo lo turbava profondamente. Il giovane re fu scosso dal suo meditare da un improvviso grido acuto proveniente dalla fattoria diroccata, senza dubbio la voce apparteneva alla piccola she-hobbit e prima di rendersene conto Thorin stava correndo al limite delle sue possibilità verso l'accampamento. Mille cose potevano essere successe, mille pensieri gli percorsero la mente e tutti in qualche modo comprendevano un futuro miserevole per la ragazza e tutti erano come una pugnalata al cuore per il nano. In men che non si dica Thorin si ritrovò nel mezzo dell'accampamento col cuore in gola e a fiato corto con la spada sguainata pronto ad fare a pezzi chiunque la stesse minacciando, ma tutto quello che trovò fu una piccola she-hobbit completamente nel panico accerchiata da nani che cercavano di calmarla.



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Sara si era lasciata sciogliere nell'abbraccio di questo sconosciuto e con sua grande sorpresa (e vergogna) era come se nessuno la avesse mai abbracciata prima d'ora . Persino gli abbracci amorevoli dei suoi genitori sembravano artefatti e sterili comparati al calore del corpo che ora la stava avvolgendo, come se non fosse mai stata veramente a contatto con un altro essere vivente.. Per tutta la sua vita aveva creduto che in lei ci fosse qualcosa di profondamente sbagliato che le impedisse di lasciarsi andare ed aveva rinunciato a dimostrare il fisicamente suo affetto, aveva persino accettato il fatto che forse non avrebbe mai potuto innamorarsi ed avere una famiglia tutta sua. Era tutto così strano, improvvisamente si era trovata nel bel mezzo di quel campo, in cui ovviamente non avrebbe dovuta trovarsi, e non si era mai sentita più a suo agio.

Fin dal principio quest'uomo così minaccioso e possente non aveva fatto altro che essere gentile con lei, dimostrandole come alle volte le apparenze possano ingannare. Vedere lo sguardo triste di Dwalin mentre fissava il punto in cui Thorin si era dileguato nel bosco le aveva torturato il cuore, poi la sua reazione al suo tocco l'aveva davvero preoccupata. Fortunatamente si era risolto tutto in grasse risate e in un abbraccio. Una volta libera da quelle braccia ridicolmente muscolose Sara si sporse in avanti a pose un casto bacio sulla guancia di Dwalin il cui viso avvampò di rosso acceso facendolo apparire come un grosso orsacchiotto coccoloso. Mentre Dwalin e Sara si stavano scambiando un silenzioso sguardo di complicità l'intero campo scoppio in una sinfonia di incoraggiamenti festosi e falsi sospiri scandalizzati lasciando i due completamente attoniti.

Appena ebbe fine tutto il trambusto e le risate, grazie anche a Balin che aveva in qualche modo riportato i compagni alla sobrietà, Oin le si avvicino e dopo averle ispezionate le ferite la fece sdraiare e la ricoprì fino al mento con la pelliccia/coperta. L'uomo la guardò per qualche istante pensieroso ma non sapendo bene come farsi capire dalla ragazza si limitò ad unì le mani come se volesse pregare, poi le appoggiò su una delle sue guance e chiudendo gli occhi fece finta di russare. Il messaggio era molto chiaro: 'Devi dormire' . Tralasciando gli inizi burrascosi e lo strano comportamento di Thorin , tutti erano stati carini e pieni di considerazione nei suoi confronti, ormai non si sentiva più in pericolo e Dwalin sembrava avere tutte le intenzioni di restarle accanto quindi non le ci volle molto per addormentarsi profondamente.

Dolore, vergogna, paura, speranza, curiosità, piacere, estasi. Sara si svegliò ansimando destata dal gentile tocco di Dwalin che ora la stava osservando lei con apprensione. Che razza di sogno era mai stato quello? Da quando aveva certi desideri? Istintivamente la ragazza strinse le sue mani tra le cosce e si rannicchiò in posizione fetale, guadagnandosi un grugnito preoccupato da Dwalin che ora era praticamente sdraiato su un fianco accanto a lei in modo da poterla guardare direttamente in faccia. Con le dita esplorò nei dintorni delle sue parti intime quasi a confermare che effettivamente quella intrusione indesiderata non fosse mai avvenuta , quel sogno era stato così realistico che per qualche momento non ne fu del tutto sicura. Tirò un sospiro di sollievo nel confermare che 'tutto fosse a posto' ma arrossi come un pomodoro al ricordo di quello che la sua mente aveva creato

Anche se in effetti più che delle vere e proprie sensazioni fisiche tutto quello che aveva provato era stato puramente platonico. Come se tutto quello che era accaduto nel sogno fosse successo direttamente alla sua anima e non al suo corpo, come se nel sogno non esistessero i cinque sensi ma solo gli impulsi elettrici che essi inviano al cervello. 'Ma guarda un po se devo mettermi a fare ragionamenti filosofici sulle sinapsi proprio in questo momento' si rimproverò mentalmente mentre si tirava su a sedere seguita in ogni suo movimento dal nano calvo. Guardandosi intorno si rese conto che doveva essere all'incirca mezzogiorno e tutti si stavano accingendo a prepararsi per il pranzo. Sara fece per alzarsi ma per qualche ragione il suo corpo non sembrava voler ubbidire con esattezza ai suoi comandi. Dopo un paio di goffi tentativi falliti Dwalin prese in mano la situazione e la tirò su dal giacigli mettendola in piedi ed assicurandosi che fosse ben salda sui suoi piedi prima di lasciarla andare.

Quando Dwalin fu certo che lei non sarebbe caduta rovinosamente a terra si allontanò e fu allora che Sara ebbe il tempo di esaminare il suo corpo con attenzione. Una hobbit, il suo corpo era quello di una HOBBIT. Era evidente che indossasse la blusa di qualcuno della compagnia, la quale era abbastanza grande da sembrare un vestito addosso a lei e poteva sentire che sotto era nuda. Tutto il suo corpo era piccolo e rotondo e dei grandi piedi lanuginosi erano attaccati alle sue caviglie. Prima che potesse pensare ad altro un urlo terrorizzato le lasciò la gola, seguito da un ^Che merda significa?^ pronunciato in quel poco di khuzdul che era riuscita ad imparare e che aveva preso l'abitudine di usava solo per imprecare quando si sentiva frustrata. Si guardò intorno e si rese conto che quelli che ora la stavano guardando con occhi sgranati con un misto di preoccupazione e stupore non erano 'uomini' ma 'nani' se la differenza tra la loro altezza e quello che presumibilmente doveva essere Gandalf (che ora la stava osservando mentre in piedi torreggiava su tutti gli altri anche da un angolo remoto dell'accampamento) poteva dire qualcosa.

Mentre il suo sguardo guizzava da un volto all'altro la ragazza incominciò ad andare in iperventilazione presa dal panico. Cosa significava tutto questo? Come era possibile che li con lei ci fossero dei veri nani? Dwalin le si avvicinò preoccupato e completamente esterrefatto che del fatto che avesse parlato nella loro lingua segreta, ^Respira, piccoletta^ le disse in khuzdul sperando che riuscisse a capirlo ma la ragazza non sembrava volerlo ascoltare e quando lui tentò rassicurarla poggiandole una mano sulla spalla lei schivò il suo tocco e barcollo verso il centro del campo. Nori, Gloin, Dori e Oin la accerchiarono nel tentativo di evitare che si ferisse in qualche modo in un quello stato sconvolto mentre Dwalin cercava di avvicinarla per poterla calmare.

Tutto il mondo incominciò a girarle intorno, si muoveva barcollando senza meta guardando intorno come un animale in trappolo troppo confusa per apprezzare il maldestro tentativo dei nani di sostenerla in piedi mentre tutto quello che le stava riuscendo era passare di mano in mano come la pallina impazzita di un flipper. Tutte le immagini di quello che le era successo cominciarono a scorrere nella sua mente mentre cercava in qualche modo di sfuggire all'anello di nani che si era creato intorno a lei . I ricordi della partenza da casa per andare al cosplay le risate e i giochi in macchina si mischiavano con il volto preoccupato di Gloin, l'incidente e i volti disperati dei suoi amici ballavano intorno al viso di Dori, le ombre sfocate che la trattenevano a terra tra paura e dolore erano proiettate sulla faccia di Oin , il sollievo di essere di nuovo al sicuro non erano altro che lo sguardo triste negli occhi di Dwalin.

In qualche modo riuscì a divincolasi dalla loro stretta ma fini per schiantarsi contro un muro di muscoli e vestiti che emise un grugnito poco compiaciuto all'impatto mentre con le possenti mani la afferrava dolorosamente per le spalle. Alzando in alto il volto li vide, quei due meravigliosi zaffiri che solo pochi minuti prima le avevano pervaso il cuore di mille emozioni nel suo sogno e gli occhi le si riempirono di lacrime. Thorin Scudodiquercia era lì davanti a lei, il vero Thorin non un qualunque nerd travestito, questo mondo di fantasia si era in qualche modo materializzato intorno a lei e questo la terrorizzava. Questo era un mondo medievale pieno di mostri in cui la magia era reale e tutto poteva capitarle, poi si rese conto di cosa tutto questo potesse voler dire, §Sono morta sul serio allora§ sussurro quasi senza fiato prima di diventare un peso morto tra le mani del re in esilio.

 

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Tu hai fallito mago, avevi detto che la ragazza non sarebbe mai esistita in questo mondosibilò l'ombra che aleggiava tra mura diroccate e torri cadenti. Un'aura nera si stringeva e dilatava attorno alla figura austera di un uomo alto avvolta in un mantello scuro. L'uomo poteva percepire la rabbia, la pungente sensazione di disgusto che quella 'creatura' provava nei suoi confronti (sentimenti ampiamente ricambiati dal mago, per usare un eufemismo). Ogni volta che quell'anima oscura, che somigliava a delle dita esili e incorporee come inchiostro nell'acqua, si avvinghiava su di lui minacciosamente il mago restava immobile, il suo viso una maschera pallida senza espressione mentre ripeteva a se stesso ' la pazienza è la virtù dei forti, presto arriverà il mio momento e il mondo si inchinerà davanti alla mia lungimiranza'. “Mio signore, l'incantesimo che lanciai è tra i più antichi e potenti che esitano, si dice che 'usando la magia non c'è modo di concepirne tutte le possibili conseguenze' tanto più è antica tanto più è vera questa frase” replicò il mago senza che la sua espressione rivelasse alcuna emozione.

Questo non cambia il fatto che tu hai fallito gli sussurro velenosamente all'orecchio l'ombra. “Mio Signore, non c'è motivo di preoccuparsi della fanciulla. I nani sono una razza cruenta in ogni aspetto della loro vita.... il corpo e l'anima di Thorin Scudodiquercia non sono preparati alla presenza della ragazza in questo mondo, è molto probabile che lui finisca per uccidere lei o uno dei suoi compagni, oppure per possederla con la forza e magari sarà lei stessa a togliersi la vita quando tutto sarà compiuto.... in ogni caso uno scenario a nostro favore” disse il mago con un tono divertito ma ancora una volta la sua espressione non lasciava trasparire il minimo segnale che in quella figura ci fosse un'anima di un qualsiasi genere. 'molto probabile', 'magari'.... sono parole che non attraggono la mia attenzione , ora vattene la tua presenza non è più richiesta ho già ordinato ad Azog di rimediare ai tuo sbagli prima ancora che questi si manifestassero, sapevo che non c'era da fidarsi della tua razza.... Torna a vegliare sulle terre degli uomini, torna a giocare con i tuoi burattini con questo l'ombra svanì senza lasciare altro che polvere a rovine inanimate.

   
 
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