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Autore: sadShadow89    03/05/2017    0 recensioni
Durante lo scontro con i troll Bilbo viene ferito alla testa gravemente, quando si sveglia i nani scoprono con sorpresa e preoccupazione che il loro scassinatore non è più lo stesso.....dopo un incidente automobilistico Sara si ritrova in mezzo a una foresta e non ha idea di come ci sia arrivata......ma fondamentalmente Bilbo e Sara non sono mai appartenuti ai loro rispettivi mondi, anche se loro non lo sanno, non ancora almeno.
Un storia d'amore ed odio, due mondi che sono uno ma allo stesso tempo no, una Fem!Bilbo/Thorin con un Bilbo diverso dal solito. Non credo che ci sia molto altro da dire se non: Buona lettura ^_^
P.S. Ho messo Ratings Arancino in modo che tutti possano leggere la storia, ma in tutta onestà non ho assolutamente nessun potere decisionale sulla trama. Scrivo la storia così come viene, non ho né il cuore di pianificare gli eventi né la volontà di farlo. Molto probabilmente ci saranno dei capitoli con Ratings Rosso ma in questi casi inserirò dei Warnings prima del testo.
Per chiunque fosse interessato ho già pubblicato questo lavoro in lingua inglese
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Bilbo, Dwalin, Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia
Note: Lemon, Otherverse | Avvertimenti: Gender Bender, Non-con, Tematiche delicate
Capitoli:
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LINGUAGGI : “comune” ; *elfico* ; ^nanico^ ; [linguaggio dei segni]; §mondo reale§ ; “orchesco / lingua nera”; 'pensieri o comunicazioni mentali' ; 'comunicazioni mentali (follia o maleficio)'



Il terzo uomo si avvicinò a grandi passi verso di loro e Sara chiuse gli occhi sperando che il tocco delle nuovo arrivato non fosse rude come la sua mole lasciava presupporre. Dopo quella che a lei sembrò un eternità non era successo nulla, aprì gli occhi giusto in tempo per vedere l'uomo che afferrava i suoi aggressori e li lanciava di peso lontano da lei. L'uomo si frappose tra lei e gli altri nella radura ma Sara non aveva intenzione di scoprirne il motivo, quella figura le appariva troppo minacciosa e da quello che era riuscita a vedere aveva una forza decisamente fuori dal comune.

Appena libera cercò disperatamente di coprirsi, inutilmente tentò di riunire i lembi della blusa che evidentemente non era stata cucita per un corpo femminile, quindi strisciò via nella speranza di allontanarsi il più possibile da quegli uomini sconosciuti. Purtroppo la mancanza di una vista nitida e gli arti doloranti le impedirono di andare lontano. Quando riuscì a trovare un una piccola nicchia, tra quelle che sembravano radici, ci si rannicchio dentro nel tentativo di nascondersi. Mai in vita sua si era sentita così spaventata e con sua grande frustrazione non riuscì a trattenere il pianto per l'ennesima volta quella sera.

L'uomo alto (o così era apparso a Sara) ora stava urlando minacciosamente contro i suoi aggressori. Sara non riusciva a capire nemmeno una parola ma dal tono sembrava decisamente un superiore che da una strigliata a i suoi subordinati. La realtà la colpì come uno schiaffo in faccia, 'e se fossero dei criminali? Se questo è un sogno non devo preoccuparmi, ma se non lo fosse? E se fossi davvero morta e questo è il mio aldilà e da ora in poi dovrò vivere qui?' pensò mentre li osservava interagire. Di colpo l'uomo alto si girò verso di lei e incominciò ad avvicinarsi, schiena dritta ed incedere deciso come qualcuno che sta andando a ritirare la sua ricompensa.

Sara strinse i pugni e si preparò, sinceramente non sapeva cosa aspettarsi ma qualsiasi cosa fosse successo, ovunque si trovasse in quel momento, non si sarebbe arresa senza lottare ora che era riuscita a riacquistare un po' di lucidità. Uno degli altri uomini aveva parlato attirando l'attenzione dell'uomo alto che ora le dava le spalle e stava rispondendo con un tono di voce che le sembrò decisamente insofferente, era ovvio che non gradisse essere interrotto o contrariato. Mentre la discussione tra i due andava avanti Sara notò una figura estremamente alta (almeno 30cm più alta dell'uomo alto) che la stava osservando da breve distanza, lei non aveva idea di quando si fosse avvicinato ma non sembrava volerle fare del male anzi in qualche modo quella presenza la rassicurava.

Tutto d'un tratto altri uomini entrarono nella radura, ebbe l'impressione che uno di loro avesse un aspetto estremamente familiare ma la sua vista, benché fosse un po' più nitida, non era ancora del tutto affidabile. “Thorin, che sta succedendo? Abbiamo sentito una donna urlare...” a quelle parole in cuore di Sara le saltò in gola. 'Questa è la voce di Davide' pensò mentre il suo cuore prese a battere all'impazzata e quella strana sensazione di euforia che si percepisce quando si passa sopra un dosso a tutta velocità si stabilì fermamente nel suo addome.

Senza pensarci due volte raccolse tutte le forze che le rimanevano, si mise in piedi e corse più velocemente che le fosse possibile verso quella voce. Anche se non era riuscita a capire una sola parola lei era sicura che fosse la voce di Davide, era del tutto plausibile visto che lui parlava fluentemente almeno 7 o 8 lingue. Dopotutto aveva passato troppo tempo a memorizzare ogni tonalità, ogni timbro di quella voce che tanto aveva adorato nei giorni della sua cotta senza speranze per il ragazzo. Si rendeva conto che molto probabilmente lo sconosciuto non era Davide ma il suo istinto le diceva di correre il più velocemente possibile verso quella che per lei ora era la sua unica ancora di salvezza.

Superò l'uomo alto e si lanciò ciecamente a braccia aperte verso la voce amica, praticamente schiantandosi contro un ampio torace che sembrava fatto di pietra. Sara sentì i muscoli dell'uomo muoversi sotto i suoi vestiti, quando lui alzò le braccia lei istintivamente prese il gesto come un invito e gli abbraccio la cintola. Quando la voce dell'uomo alto tuonò dietro di lei Sara non poté fare altro che aggrapparsi disperata al 'presunto Davide' , mentre l'uomo era rimasto completamente immobile dopo il ruggito di quello che era probabilmente il suo comandante.

Sara affondo il viso in quella che le sembro una pelliccia ornata da strisce di cuoio, lo sconosciuto aveva un odore forte, ma decisamente non sgradevole, odorava di erba bagnata, fuliggine e metallo. Il pensiero di aver trovato un'alleato fu un sollievo troppo grande e la giovane scoppiò di nuovo in lacrime. §Per favore … dimmi che sei tu …. ti prego dimmi che sei il mio Davide§ singhiozzo con il viso premuto contro l'ampio torace dello sconosciuto. §E se non sei tu... non ….non lasciare che si avvicinino... salvami§ aveva sussurrato, odiando se stessa per la sua debolezza, ma l'uomo non sembrava capirla e non accenno a muoversi.

Quando meno se lo spettava lo sconosciuto abbassò lentamente le braccia e le cinse delicatamente le spalle, come se avesse paura di romperla. Inizialmente lei si irrigidì ma poi lo strinse con ancora più vigore. Sentì una delle enormi mani dell'uomo scivolare verso la sua nuca, quasi come a sostenerla in piedi, le dita che scivolavano dolcemente tra i suoi riccioli resi appiccicosi dal sangue, e un brivido le percorse la schiena. “Non devi preoccuparti piccoletta, qui non c'è nessuno che vuole farti del male. Sei al sicuro con noi... Mi prenderò cura di te” mentre l'uomo le sussurrava quelle parole, che alle sue orecchie suonavano incomprensibili, Sara sentì il suo fiato caldo tra i capelli ed il tocco delicato delle sue labbra sulla fronte. La parte razionale del suo cervello le diceva che non era un buon segno ma ciò nonostante si ritrovò a rilassarsi e da li a poco la stanchezza ebbe la meglio su di lei.

Dwalin ebbe giusto il tempo di stringere leggermente la sua presa per evitare che la ragazza, ormai priva di sensi, gli scivolasse via dalle braccia. Quando, una volta presa in braccio la fragile fanciulla, alzò lo sguardo, tutti i presenti (compreso Gandalf) lo stavano guardando come se gli fosse spuntata una seconda testa. “Che c'è?... E' svenuta devo portarla in braccio per forza” disse cercando di sembrare il più disinteressato possibile. “Si certo , scommetto che la cosa ti pesa un sacco” lo stuzzicò Nori sghignazzando. “Che vorresti dire 'ladro'?” il tono di Dwalin ora era decisamente minaccioso ma Nori sapeva di poterlo gestire (soprattutto se Dwalin aveva le mani occupate) quindi continuò a punzecchiarlo.

“Niente, rilassati... è solo che ti sei macchiato un po' la barba di sangue, ma suppongo che non ti importi dopo quel tenero ba-....” Nori non fece a tempo a finire la frase che Dwalin lo stava già caricando nonostante avesse la ragazza tra le braccia, fortunatamente Balin gli si parò davanti impedendogli di concretizzare il suo attacco. “Quello che Nori intendeva, fratello, è che di certo non sembri un tipo da manifestare certi atteggiamenti.... a dire il vero io stesso sono rimasto scioccato da quel bacio” come sempre la voce di Balin era gentile con un tono paterno e Dwalin non poté fare altro che arrossire e abbassare lo sguardo sulla ragazza tra le sue braccia. “ Beh... ma lei è così piccola e delicata... anche più di Bilbo, come si può non volerla difendere” borbottò il nano calvo mentre stringeva la ragazza più fermamente al suo petto.

Thorin, come tutti gli altri del resto, non poteva credere ai suoi occhi : Dwalin, il nano più cinico e rude che avesse mai conosciuto stava arrossendo come una sposina nella sua prima notte di nozze. Non fosse stato per quella assurda voglia (a cui non riusciva a dare ne un nome ne una spiegazione) di strappare la ragazza dalle braccia dell'amico anche lui sarebbe scoppiato a ridere come tutti gli altri, mentre Nori approfittava della distrazione che l'anziano nano gli offriva per scomparire nella boscaglia.

“Ma quello è Bilbo” le parole di Kili risuonarono nella radura e attrassero gli sguardi ti tutti i presenti su di lui. “Ragazzo, che vai blaterando?” a questo punto Dwalin non sapeva che fare, se quello che Kili aveva detto era vero la delicata femmina che ora riposava tra le sue braccia completamente inerme era il loro scassinatore. Come diamine era possibile?, 'sicuramente lo stregone deve aver combinato qualche guaio con quel suo dannato bastone' fu l'unica spiegazione che il nano riuscì a dare alla sua mente stanca.

Dwalin, in ogni caso, non aveva intenzione di farsi influenzare, anche se in precedenza quella docile femmina era un maschio lui la avrebbe difesa comunque, lei era corsa tra le sue braccia senza esitare nemmeno per un secondo e lui avrebbe ripagato quella fiducia. Già sentiva la piccola creatura come una sorella minore o una nipotina, e le sue guance si arrossarono di nuovo al pensiero di poterla coccolare e proteggere, ma visti gli sguardi attoniti che i compagni gli stavano rivolgendo un dubbio lo assalì 'mi sa che ho inalato troppo fumo sullo spiedo'. Decisamente non era da lui comportarsi come una ragazzina che ha ricevuto la sua prima bambola.

Rientrati al campo furono accolti da Bombur e un pentolone di stufato caldo, inutile dire che il povero cuoco era completamente smarrito alla vista dei suoi compagni insieme alla ragazza svenuta e all'assenza di Bilbo. Mentre Ori aiutava Dwalin a sistemare il giaciglio di Bilbo per accomodare la ragazza gli altri nani si sistemarono intorno allo stufato per rifocillarsi. Dwalin ovviamente rifiutò di allontanarsi dalla fanciulla per mangiare, l'unico momento in cui distolse lo sguardo da lei fu quando Oin le medicò le ferite e le cambiò i vestiti. Era ormai mattina inoltrata quando tutti incominciarono a trovare un buon posto per riposare.

“Fili, Kili voi avete il primo turno di guardia. Svegliate Bofur e Bifur solo dopo che il sole abbia superato il suo vertice” comandò Thorin, i due giovani volevano protestare che in questo modo il loro turno di guardia sarebbe durato il doppio del solito ma dal tono dello zio questo doveva fare parte della loro punizione quindi si accinsero ad obbedire a testa bassa. Thorin era decisamente di pessimo umore e i suoi nipoti non avevano nessuna intenzione di attirare ulteriormente la sua attenzione.

Dal canto suo il sovrano in esilio non riusciva a capire il perché del suo cipiglio, il comportamento dei suoi nipoti lo aveva fatto adirare ma di certo la sua reazione incominciava ad essere sproporzionata. Ogni volta che rivolgeva lo sguardo verso la ragazza che giaceva assopita con il nano calvo a vegliare sul suo sonno, Thorin sentiva l'impellente bisogno di allontanarlo da lei, di rimpiazzarlo. Non era mai stato vittima dei suoi istinti più bassi ma ogni volta che il suo sguardo si posava sulla ragazza tutto ciò che il sovrano desiderava era toccarla, proteggerla, farla sua e nasconderla alla vista di chiunque altro.

Thorin aveva cercato un posto il più distante possibile dalla hobbit per stendersi, tentando disperatamente di accogliere il tanto desiderato riposo nella sua mente, ma i suoi pensieri continuavano a turbinare intorno all'immagine dei seni rosei della fanciulla e a quanto potesse essere piacevole la sensazione di quella pelle morbida. L'immagine di Kili e Fili sopra la piccola creatura in lacrime apparve improvvisamente davanti ai suoi occhi e il suo sguardo si spostò dalla ragazza ai due giovani.

Con suo grande stupore si accorse che i suoi nipoti ora lo stavano guardando con un'espressione sconcertata, quasi di paura, si rese conto che li stava guardando con odio. Ovviamente non li odiava veramente ma qualcosa dentro di lui odiava il fatto che loro avessero toccato la SUA hobbit e lui no, per la prima volta in vita sua Thorin aveva i desiderio di alzare le mani sui suoi nipoti e questo era qualcosa che non poteva sopportare. Dopo qualche istante distolse lo sguardo provando vergogna per i sui pensieri : si vergognava del desiderio che provava verso quella giovane sconosciuta, si vergognava di essere geloso dei suoi nipoti, si vergognava di non essere in grado di comprendere i suoi stessi sentimenti.

Tutto questa confusione di sentimenti si presentava come un Thorin furente agli occhi della compagnia, ma in realtà il nano era più spaventato da se stesso che arrabbiato per la situazione. Tutte le sensazioni sgradevoli che aveva provato con Bilbo all'inizio si erano trasformate in un desiderio ardete così in fretta che Thorin si sentiva stordito, come era possibile che in poche ore fosse cambiato tutto? Quella fanciulla da dove era spuntata? Se la sua presenza era frutto di una stregoneria, lo erano anche i suoi sentimenti? Troppe domande e nessuna risposta, il suo umore era destinato a peggiorare.

La giornata e la notte si susseguirono senza nessun evento degno di nota, i nani si riposarono e rifocillarono. Thorin a stento riuscì a dormire un paio di ore, continuando a rigirarsi senza sosta nel sua giaciglio. Si costrinse comunque a rimanere sdraiato quando non era il suo turno di guardia, fingendosi addormentato mentre continuava a crucciarsi per tutto quello che li attendeva. Non era necessario che gli altri si preoccupassero per lui, non era necessario che si accorgessero delle sue debolezze. Quando l'alba finalmente giunse per Thorin fu allo stesso tempo un sollievo e una condanna, si sentiva stanco e dolorante ma non avrebbe sopportato di stare fermo un momento di più.

La giovane hobbit, nonostante le ferite e una leggera febbre, non si era lamentata per niente nel sonno (al contrario del precedente Bilbo durante il viaggio). Il campo incominciava a prendere vita e le prime luci dell'alba si accingevano a fare capolino dalla cresta dei monti, una volta svegli tutti i nani incominciarono a prepararsi per la partenza mentre Bombur preparava la colazione. Tutti tranne Dwalin che, cocciuto come un mulo, si rifiutava di allontanarsi dalla delicata creatura, che disturbata dal trambusto del campo incominciava a stiracchiarsi sotto le coperte del suo giaciglio.

 

###


Sara si sveglio avvolta in una calda pelliccia al suono di stoviglie che sbattevano e di mormorii sommessi. La testa le faceva ancora terribilmente male ma la vista sembrava notevolmente migliorata, così fece capolino dalla sua coperta e si ritrovo nel bel mezzo di un accampamento indaffarato. Tutti si stavano occupando di qualcosa anche se lei non riusciva a capire bene di cosa si trattasse. Improvvisamente la figura che le sedeva accanto le si avvicinò, sollevando delicatamente la pelliccia che le ricopriva parzialmente il viso. §Dwalin?§ si ritrovò a sussurrare sbigottita, questo era un cosplay fatto dannatamente bene, l'uomo che le stava davanti e le sorrideva era identico al personaggio del film.

"Hey, mi ha riconosciuto... Ha detto il mio nome" qualunque cosa questo Dwalin avesse detto aveva attratto l'attenzione di tutti gli altri. In men che non si dica Sara si ritrovo circondata dall'intera compagnia di Thorin Scudodiquercia. 'porca vacca, sono identici!!' fu il primo pensiero che le attraverso la mente. Guardandosi intorno non poté fare altro che scoppiare a ridere, si tirò su lentamente per alleviare il senso di nausea e una volta trovata una posizione comoda da seduta li rimprovero §Per la miseria ragazzi, mi avete fatto venire un infarto. Non ho idea di come ci sia finita qui ... ma potevate dirmelo subito che sono finita in un Cosplay Camp§ .

L'Oin di turno le si avvicinò per controllare le sue condizioni, "Bilbo non sono sicuro che sia un bene che tu stia di già in questa posizione" le disse spingendo dolcemente sulla sua spalla per farla sdraiare. Sara si lasciò guidare fino a poggiare la testa su quello che sembrava un cuscino fatto col cappotto di qualcuno, improvvisamente realizzo il nome che 'Oin' aveva appena pronunciato con occhi preoccupati. Lei si guardo intorno ma non riuscì a scorgere la figura dello hobbit da nessuna parte. I suoi occhi si sgranarono per la sorpresa quando realizzò che probabilmente si erano imbattuti in lei mentre stavano cercando il loro compagno, e che ora le stavano chiedendo informazioni. §Oh...mio Dio , io non so dove sia il vostro Bilbo....mi dispiace, sarete preoccupati da morire per lui§ disse scuotendo vigorosamente la testa.

“Secondo voi sta dicendo che non è Bilbo?” chiese Ori timidamente dalle retrovie del gruppo. “Certo che è Bilbo, è solo confusa.... chi non lo sarebbe in certe condizioni? Vero signor Gandalf?” lo rassicurò Dori mentre cercava l'approvazione dello stregone, che al momento stava guardando tutta la situazione da lontano estremamente preoccupato. “E' complicato, mastro nano.... sicuramente questa fanciulla è Bilbo ma allo stesso tempo non lo è... almeno non il Bilbo che noi tutti conosciamo” rispose lo stregone quando gli sguardi pieni di aspettative dei nani divennero difficili da ignorare.

“Che intendi dire Tharkûn?” chiese Thorin con un tono di voce perentorio quasi minaccioso, da un angolo distante della fattoria decadente. Da quando erano tornati all'accampamento il re nanico aveva mantenuto le sue distanze dalla fanciulla, quella creatura lo confondeva gli faceva provare dei sentimenti strani che non riusciva a comprendere. Per la prima volta in vita sua Thorin non si fidava di se stesso e non ne capiva il motivo. Avrebbe voluto starle accanto e allontanare chiunque tentasse di avvicinarsi, se solo avesse potuto stringerla tra le sue braccia era sicuro che avrebbe ringhiato, mostrando i denti come un lupo che si sta nutrendo, contro chiunque avesse minacciato di portargliela via.

Tutto questo non era da lui, non era da re. 'sicuramente tutto questo fa parte del sortilegio che ha colpito il mezz'uomo... forse qualcuno cerca di distrarmi dal mio scopo' si era detto dopo tanto rimuginare. Thorin si era prefissato di stare il più lontano possibile dalla delicate creatura e dalle sue tentazioni, stringendo i pugni fino a far diventare le nocche bianche e deglutendo dolorosamente intorno al nodo che gli si formava in gola ogni volta che Dwalin (che a quanto pareva era il prescelto dalla hobbit) le sfiorava la pelle mentre si prendeva cura di lei. Ora però non poteva più starsene in disparte, lo stregone gli doveva una spiegazione un indovinello non gli sarebbe bastato.

Gandalf guardò il cupo cipiglio del nano e con un sospiro si accinse a rispondere alla sua domanda. “Da quello che vedo, è possibile che le 'essenze' di Bilbo e questa ragazza siano state mischiate o scambiate del tutto, non è in mio potere dire in che misura questa creatura sia ancora Bilbo Baggins.... senza alcun dubbio questo corpo è quello di Bilbo, che si è modificato in accordo alla nuova presenza al suo interno” fece un attimo di pausa per pensare bene alle parole che stava per dire “Ma per quanto riguarda la mente, beh... è ancora presto per dirlo con certezza”.

“Dove possiamo trovare tale certezza?” chiese Thorin corrugando la fronte sapendo bene quale sarebbe stata la risposta dello stregone. “Lord Elrond probabilmente può esserci di aiuto in questo … e magari anche in altri frangenti della nostra missione” disse lo stregone cautamente, sapendo bene quanto Thorin odiasse gli elfi e tutto quello che li riguardava. Il re in esilio sembrava sul punto di esplodere dalla rabbia, il suo viso era una nuvola scura che prometteva tempesta, quando un suono improvviso lo distrasse. §Pff...ah ah ah... sei tale e quale.... ah ah ah …. riesci anche a fare la stessa espressione truce di Thorin§ il suono della voce della ragazza, che ora lo stava guardando direttamente attraverso la folla di nani che la circondava, era come musica per le sue orecchie, il suo nome sulle labbra di quella creatura tanto pura e delicata era dolce come miele che si scioglie in bocca.

Per un attivo il suo volto fu completamente rapito dall'estasi che quella melodia stava facendo dilagare in tutto il suo essere e non vi era più traccia di alcuna preoccupazione nel cuore di Thorin, almeno non fino a quando si rese conto che il suo corpo stava reagendo in maniera del tutto poco casta. Il possente nano distolse velocemente lo sguardo dalla ragazza e si rivolse a Gandalf con un espressione seccata, ma non furente, “Era il tuo piano sin dall'inizio, trovare rifugio dal nostro nemico”. “Non hai nessun nemico di cui preoccuparti Thorin Scudodiquercia, il solo malanimo che troverai nella valle di Imladris è quello che porti tu stesso” Gandalf cominciava davvero ad averne abbastanza della diffidenza di Thorin verso gli elfi, ma sapeva bene che era meglio non far adirare un nano.

“Pensi che gli elfi vorranno benedire la nostra impresa? Piuttosto tenteranno di fermarci” ora Thorin sembrava più propenso al dialogo ma la sua domanda restava comunque retorica. “Certo che lo faranno ma noi abbiamo domande che attendono una risposta... se vogliamo avere successo la faccenda va trattata con tatto e rispetto e non poca dose di fascino, ecco perché lascerai parlare me” disse Gandalf drizzando la schiena in un vano tentativo di surclassare il tono autoritari del nano. “Porteremo la hobbit dagli orecchie-a-punta , ma non faremo menzione ne della mappa ne della nostra missione” lo ammoni il re in esilio.

Detto questo Thorin si allontanò dal gruppo verso la boscaglia con l'intenzione di trovare un momento di pace per la sua povera testa dolorante, lontano dai rumori del campo e dalla presenza della hobbit, in ogni caso si sarebbero messi in marcia solo dopo pranzo e i nani della compagnia erano troppo impegnati ad osservare curiosamente la ragazza per fare caso alla sua assenza. Tutte quelle attenzioni sulla piccola creatura, che a sua volta si osservava intorno con grandi e meravigliosi occhi curiosi, non facevano altro che peggiorare il malessere del re in esilio che con un ultima occhiata e un grugnito di sdegno alla ragazza scomparve nella boscaglia.

A Sara non sfuggi l'atteggiamento di Thorin (non sapendo come altro chiamarli aveva deciso di assegnare ad ognuno il nome del personaggio che interpretava). Quello sguardo così pieno di disprezzo la aveva infastidita parecchio, di certo non aveva fatto nulla per meritare di essere la destinataria di un simile atteggiamento. Stranamente l'atteggiamento di questo sconosciuto le lasciava l'amaro in bocca, come se in qualche modo non fosse così che le cose dovessero andare tra i due. Sara era abituata ad essere emarginata ed aveva imparato ad fregarsene delle opinioni altrui, ma in qualche modo l'idea che quest'uomo la trovasse immeritevole della sua compagna la feriva profondamente. La giovane cercò di eliminare subito quei sentimenti rilegandoli in un angolo nascosto del suo cuore come aveva fatto tante altre volte, l'ultima cosa di cui aveva bisogno era di affezionarsi ad uno sconosciuto vestito da Thorin incontrato in un bosco.

Tutto intorno a lei poteva vedere “La Compagnia” che la osserva con occhi curiosi, a sua volta lei li osservava sempre più stupita di quanto i loro costumi fossero dettagliati e di ottima fattura. Per quanto i vestiti e gli accessori non fossero identici a quelli usati nel film l'immagine di ognuno dei personaggi era perfettamente definita. Le pellicce sembravano avere i bordi frastagliati come se fossero state effettivamente lavorati a mano e a giudicare da quanto fosse soffice le sua coperta non dovevano essere sintetiche. Gli strati di cuoio apparivano logori per il troppo uso (di certo non come quelli usati una volta l'anno ) , tutte le armi che riusciva a vedere (diversamente da quelle di alluminio e senza unta o lama usata in un costume da cosplay) sembravano pesanti e la loro lama lasciava intravedere lo scintillio dell'affilatura.

Sara continuò ad osservare tutto quello che la circondava dal suo giaciglio mentre il resto della comitiva ritornava lentamente ad occuparsi di ciò che stava facendo prima che lei si svegliasse. Tutti tranne Dwalin che resto seduto accanto a lei osservando il punto in cui Thorin era scomparso nella boscaglia. La ragazza sfilò un braccio da sotto la coperta e prima che potesse rendersi conto di quello che stava facendo la sua piccola mano stava delicatamente accarezzando il dorso di quella del guerriero. Dwalin preso alla sprovvista dal morbido tocco di quelle piccole dita si ritrasse di scatto e il suo movimento improvviso spaventò a mote la ragazza. Certo quest'uomo era stato gentile con lei ma questo non le dava il diritto di prendersi determinate confidenze così spaventata e presa dal senso di colpa Sara si seppellì sotto la coperta.

Appena si rese conto di ciò che era successo Dwalin si sentì malissimo, fino a quel momento la ragazza non aveva mostrato la minima paura nei suoi confronti. La piccola creatura si era nascosta sotto la coperta veloce come una lepre che rientra nella sua tana dopo aver avvistato un aquila. Il nano allungo una mano verso il bozzolo tremante, la poggiò delicatamente su quella che doveva essere la spalla della ragazza. “Mi dispiace non volevo spaventarti, prometto che d'ora in poi farò più attenzione....mm? che ne dici piccoletta?” le disse con un tono di voce basso e calmo. La ragazza inizialmente si irrigidì sotto il suo tocco e per qualche istante sembrava non volerne sapere di fidarsi dal guerriero, Dwalin stava quasi per rinunciare quando la testolina riccioluta della hobbit spuntò dalla coperta.

Ovviamente la fanciulla non aveva capito una sola parola e ora lo osservava come per capire che cosa avesse detto. Il visino imbronciato che gli stava davanti aveva le guance gonfie come se la ragazza stesse trattenendo il fiato e la fronte così corrugata che le sopracciglia sembravano un unica linea. A quella vista il cipiglio preoccupato del nano si dissolse in una sonora risata, Dwalin rise così tanto che la vista gli si appanno per le lacrime. Quando il nano calvo riuscì a riprendere un po' della sua solita compostezza e rivolse di nuovo lo sguardo verso la ragazza l'espressione che lo accolse lo lasciò senza fiato, il sorriso più tenero e solare che avesse mai visto era stampato sul volto della hobbit e non c'era dubbio che fosse dedicato interamente a lui.

Mai in vita sua Dwalin era stato destinatario di una tale gesto, così sincero, così amorevole e puro. Anche tra le donne di razza nanica non era mai stato molto popolare, il sua aspetto era intimidatori e il suo temperamento burbero, anche le più temerarie non si erano mai lasciate andare come questa piccola creatura che gli sedeva davanti. Tutto d'un tratto Dwalin si rese conto che anche se non aveva capito quello che le aveva detto (almeno non le parole) la ragazza aveva perfettamente interpretato ciò che lui voleva trasmetterle. Tutto questo teatrino era stato montato ad arte per farlo ridere, era il suo modo per farsi scusare per averlo fatto preoccupare. Erano decenni che Dwalin non rideva tanto e prima che se ne rendesse conto stava stringendo la piccola hobbit tra le braccia e lei stava ridacchiando mentre accoccolava il viso sul suo petto.

   
 
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