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Autore: Dioni    03/05/2017    1 recensioni
Giappone,sengoku jidai,mentre il paese del sol levante percorre il suo periodo più caotico,un giovane yokai vive la sua vita,inconsapevole che la sua esistenza sarà turbata dall'arrivo di un nuovo nemico,più forte e temibile di quanto lo siano stati i suoi nemici precedenti,ma in suo aiuto interverrà un umano molto particolare,proveniente da una terra lontana.
Tra intrighi e battaglie,personaggi famosi e luoghi dimenticati,una storia prende vita,una storia dove niente e quello che sembra e che alcuni segreti e meglio che rimangano tali.
Buona lettura.
(crossover Inuyasha/Assassin's Creed.)
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Sesshoumaru
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Quella stessa notte,nelle terre occidentali,al castello di Akira.

In montagna le stelle sembravano brillare ancor di più da lassù,tante quante erano i problemi che passavano per la testa del maestro della croce vermiglia,era sul futon,nudo,con le lenzuola che lo coprivano dal pube in giù e disteso accanto alla cara Otsune,la cui schiena scoperta e parte del curve poco sotto erano illuminate dalla luce di una luna raggiante.

Era intento a fissare il soffitto dopo che per l'ennesima volta avevano fatto l'amore,il loro non era solo e semplice sesso,il loro rapporto sembrava andare oltre il semplice amplesso,istintivo e carnale,era qualcosa di più profondo,anche se nemmeno Akira sapeva bene come definirlo.

Quel che era certo e che sicuramente lui si trovava bene con lei,seppur l'uno era l'opposto dell'altra,lui era razionale,calmo,mai irrequieto ma allo stesso tempo forte,sia fisicamente che mentalmente e sicuro di se,come una montagna che si erge imponente sulle sue stesse fondamenta o come un grande albero millenario,che affonda le sue radici nel terreno e che resiste alla tempesta,anche se rischia di spezzarsi.

Lei invece era passionale,vivace e dall'animo libero,era la tempesta che scuota la foresta,la tormenta che soffia violenta sulla cima più alta,era il mare in tempesta che si abbatteva sugli scogli.

Erano due facce della stessa medaglia.

E mentre lui vagava nei meandri della sua mente,l'incantevole compagnia che aveva al suo fianco si girò; in direzione del suo amante e aprendo le palpebre,fu subito colta dai raggi dell'astro notturno che colpirono dritto negli occhi.

Ma lui si accorse subito della cosa e per tanto rimediò girandosi verso la regina mentre con il suo ampio torace e le sue spalle larghe le coprivano gli occhi da quella luce così penetrante.

- Ben svegliata mia cara,difficoltà a prendere sonno?

- mmh...no anzi,anche se devo ammettere che con tutta questa attività fisica ci si stanca parecchio,con te non ci si annoia mai.

Disse lei mugugnando e appena finì di parlare le scappò uno sbadiglio con la quale si dovette coprire con una mano,lui d'altro canto sembrava divertito dalla cosa,fece un leggero sorriso mentre lei lo guardò negli occhi,in quegli occhi così; differenti l'uno dall'altro,uno d'oro,l'altro d'argento,simili,ma non uguali.

- Ti hanno mai detto che hai degli occhi così strani?

- Strani? Strani come?

Chiese lui incuriosito dalla domanda di lei.

- Non saprei,tu me lo sapresti spiegare?

- Certamente,ora,ascoltami con attenzione,il mio giallo,quello da yokai rappresenta il passato,mi ricorda chi sono e cosa ho dovuto imparare e sopportare per arrivare dove sono adesso,gli allenamenti,gli insegnamenti e gli incontri che mi hanno segnato,i lunghi viaggi che mi hanno portato in terre e nazioni di cui non immagineresti mai i loro nomi,ma soprattutto il loro aspetto e il loro passato,ma anche le idee e gli ideali in cui credo fermamente.

- E l'altro occhio?

- L'occhio grigio,il mio occhio speciale,rappresenta il futuro,il progresso,i miei progetti per queste terre e presto,muoverò i primi ingranaggi in quella che è in realtà la grande macchina che muove da sempre il mondo.

- Ingranaggi,macchina,usi delle parole veramente strane lo sai?

- Il potere mia cara,il potere è ciò che muove il mondo,ma ciò non'è sufficiente,perchè il potere in sè non dev'essere il fine ultimo,poichè chi ricerca il potere fine a se stesso ne viene corrotto.

- E tu non vuoi il potere?

A quella domanda non seppe risponderle subito,distolse lo sguardo da lei,tornando con la nuca appogiata al cuscino e lo sguardo verso il soffitto.

- Non per me stesso,ciò che tu definisci come potere non è altro che semplice avarizia e ciò è un pensiero comune della nostra razza,più; si è forti più cose vogliamo tenerci per noi stessi,anche se in verità questo è un ragionamento basilare per tutte quelle creature che sentono il bisogno di accumulare,anche senza una ragione apparente...anche gli umani sono schiavi di questo desiderio,

- Quindi se nemmeno tu ed io possiamo sfuggire a questa sete...

Lei non finì di parlare che pose un mano sul petto di Akira,quel tocco per lui portava il brivido di una nuova ondata di eccitazione,sentiva chiaramente che lei si stava scaldando come un animale in calore e ciò che sentì era le dite di lei,che eccitata cominciò a far vagare per uno dei gonfi pettorali di lui,passando anche sopra il capezzolo.

- Cosa possiamo fare per salvarci,mio sapiente signore?

Chiese in tono quasi scherzoso,come a voler provocare apposta il grande uomo di fianco a lei.

Il templare dal canto suo non poté non notare come gli occhi di lei lo stavano osservando,maliziosi e pieni di eccitazione,lui la guardava a sua volta con sguardo impassibile e si chiedeva cosa provocasse in lei tutta quella carica sessuale che emanava da tutti i pori,che fosse il suo fisico? La sua voce suadente? Certo,lui emanava un certo carisma per nulla trascurabile,questo era sicuro.

E per quanto l'idea lo stuzzicasse,sentìil bisogno di rifiutare,non gli dispiaceva stare con lei,anzi,gradiva la sua presenza,ma forse ciò; che lo legava ad Otsune non era solo un attrazione carnale,Akira era attratto da lei,dalla sua cultura,dalle sue origini e le sue tradizioni,la storia degli Ainu era tutta racchiusa nelle movenze e nei gesti di Otsune,tutte le volte che l'aveva vista pregare,tutte le volte che l'aveva ufficiare un rito,quella era la regina che lo attraeva veramente.

Mentre lei sembrava spinta verso di lui da una forza puramente naturale,come un impulso,un istinto primordiale che la portava a comportarsi come una predatrice,come una lupa che necessita del suo compagno,un dominatore,un maschio superiore in grado di tenerle testa,addirittura sovrastarla e lui ci riusciva perfettamente,forse ciò era dovuto anche al contatto che lei,come gran sacerdotessa,avesse con la natura,il modo in cui percepiva,non con semplice e pio misticismo,ma come forza viva e pulsante che governa ogni cosa,cose come scienza,tecnologia e progresso,che Akira decantava tanto,erano per lei delle nozioni totalmente estranee al suo modo di vivere e pensare.

- Non saprei,ma per stanotte vorrei solo riposare.

- Oh...

Disse lei con un pò di delusione.

- Posso almeno poggiarmi a te?

- Ma certo.

Otsune non se lo fece ripetere due volte che subito annullò la quasi nulla distanza tra loro due e lentamente poggiò la testa sul petto di lui,il templare rispose a quel gesto poggiandole una mano sopra la testa,passando le dita tra i suoi capelli,quasi stesse coccolando un gatto,la sua regina,se poteva definirla così.

- Akira,posso farti una domanda?

- Certo.

- Io ti piaccio ancora?

- Ma certo,perché me lo chiedi?

- Ti vedo distratto,come se la tua attenzione fosse rivolta da tutt'altra parte,come se ci fossero più; importanti di me e la cosa mi rende gelosa,anche se non dovrei.

- In tal caso ti chiedo scusa,non vorrei trascurarti,ma devi comprendere che ho dei compiti da svolgere in quanto signore di questo castello e gran maestro del mio ordine,ciò che faccio lo faccio per il bene di tutti noi.

- Si certo,i tuoi grandi ideali,ma dimmi,i tuoi ideali possono darti l'amore che ti dono io?Ti tengono caldo nelle freddi notti d'inverno? Ti riempiono lo stomaco quando hai fame o ti dissetano quando hai sete?

- No, certo che no,ma soddisfano un bisogno che nessuna di queste cose potranno mai saziare.

- E sarebbe?

Akira stava per riaprir bocca quando all'improvviso qualcuno si fece sentire fuori dalle stanze del feudatario.

- Signor Akira,venga presto.

Senza nemmeno preoccuparsi di vestirsi si alzò velocemente dal letto,staccandosi dal piacevole contatto con la regina e rivolgendo le sue attenzioni verso quella persona inaspettata.

Aprì la porta scorrevole giusto appena per far vedere che era sveglio e senza mostrare eccessivamente la sua nudità,fu incuriosito di trovare sveglio proprio lui.

- Moji? Ti avevo detto di tornare dalla tua famiglia e di prenderti del tempo libero,che ci fai ancora qui?

Chiese Akira al fedele ovino che aveva di fronte alla porta,certamente era stupito nel vederlo li,a quell'ora tarda e per di più in un giorno di riposo,visto che lui stesso gli aveva concesso quel momento di pausa dalle sue mansioni.

Il capricorno dal canto suo sembrava affaticato,molto probabilmente si era fatto tutta una scalinata senza nemmeno fermarsi per riprendere fiato,aveva la lingua di fuori e sembrava sul punto di crollare a terra.

- Huang...e appena tornato...al castello.

- Va bene ma adesso respira lentamente e...Huang e tornato?

- Si...vi aspetta...nel solito posto...insieme al generale Murai.

Il templare non aspettò un secondo di più e appena chiuse la porta,si mosse a recuperare le proprie vesti,sapeva bene che se il suo falso brigante,era tornato a quell'ora della notte voleva dire una sola cosa,notizie urgenti.

Doveva conoscere l'esito della missione che Huang aveva svolto per volere suo e quindi,aspettare ulteriormente sarebbe stata una perdita di tempo,aveva tutta la notte per mettersi a dormire,i suoi progetti per il futuro del Giappone non lo avevano.

- Akira che succede?

Chiese Otsune preoccupata per l'improvvisa reazione del suo amante.

- Notizie urgenti richiedono la mia attenzione,devo andare.

E così; facendo uscì subito dalle sue stanze senza nemmeno voltarsi verso Otsune,verso di lei che lo teneva sereno,tranquillo,in mondo tutto loro.

Non le diede nemmeno il tempo di chiedergli ulteriori spiegazioni,lei,la regina degli Ainu,gran sacerdotessa degli antichi culti e delle forze naturali,era rimasta incantata da quella camminata tipica di quell'uomo,come se dovesse scendere in guerra da un momento all'altro,lui gli aveva dato le spalle quando se ne era andato e lei soffermò il suo sguardo su quelle spalle possenti,sui quei muscoli pulsanti e sodi.

Akira il maestro,Akira il guerriero,Akira l'amante,chi lui fosse in realtà non lo sapeva,ma forse era proprio questo cio che la aveva attirato a lui,se lei era falena e lui la fiamma,allora sarebbe bruciata in quel fuoco,in quel fuoco la cui reale potenza non conosceva nemmeno lei.


Gli ci vollero una decina di minuti per giungere di fronte al luogo a lui indicato,era il suo studio.

Altre due guardie vestite da samurai facevano la guardia alla porta d'ingresso,ferme,rigide con lo sguardo fisso verso il muro di fronte a loro,quasi fossero due statue,Akira sapeva bene che quell'espressione era tipica degli uomini che il suo stesso generale imponeva ai suoi soldati dei ranghi più; alti.

Appena il templare si avvicino alla porta una delle guardie l'aprì subito permettendo così; il rapido ingresso del loro signore é appena entrò vide subito gli altri interessati alla questione,Murai e Huang,il generale e il brigante,il compagno d'armi e il rispettoso allievo,erano in piedi vicino al muro bianco e nel parlare si accorsero quasi all'ultimo dell'ingresso di Akira nella piccola stanza del feudatario.

- Spero di non aver interrotto niente di importante.

Il cinese si girò immediatamente verso il padrone del castello e in segno di rispetto abbassò la testa e porse in avanti il pugno destro appoggiato al palmo della mano sinistra,in volto aveva un espressione rigida e uno sguardo serio,comportamento ben lungi da quello che usava con i suoi uomini,che essendo comuni predoni non avrebbero mai potuto comprende quel suo comportamento che ora mostrava in tutt'altra sede che non fosse un rifugio improvvisato,per quella gentaglia che era solita portarsi dietro.

- Shifu, è un piacere poterla rivedere.

(Shifu e una parola originaria della lingua cinese,solitamente usata come titolo per i maestri di qualche tipo,viene usato anche per i maestri di arti marziali).

Disse Huang usando un tono fluido e ben calibrato,molto differente dalla sua solita parlata da capo di una banda di lestofanti buoni a nulla come lui li definiva solitamente,il suo atteggiamento era pacato e sottomesso,proprio come quello di uno allievo verso il maestro,se solitamente il suo comportamento verso il mondo era violento e autoritario,li,in quella stanza e poche altre occasioni,mostrava invece un indole più; docile e malleabile,segno che dimostrava una certa forma di comportamento ben imposta verso un suo superiore.

E Akira sapeva che l'individuo di fronte a lui era molto più di un comune tagliagole.

- Huang,ragazzo mio,ti trovo bene,com'è; stato il viaggio?

Disse Akira mentre si mise al suo posto dietro il piccolo tavolino.

- E andato tutto bene,per sicurezza sono per i territori dei nostri alleati è per tanto nessun umano o yokai non abbia contatti con il nostro ordine sa della mia presenza in questo castello.

- Bravo,vedo che gli insegnamenti stanno dando buoni frutti,ma ora dimmi,quali notizie ci porti dalle terre di Owari?

- Oda Nobunaga e disposto a fare la vostra conoscenza,ma temo che non sapendo della vostra natura di yokai possa essere contrario ad una alleanza con voi.

Akira fece un piccolo sorriso e osservo il brigante con aria quasi divertita.

- Interessante,così; almeno potrò; valutare se egli sia un folle...o un re demone,come lo chiamano alcuni,tu cosa ne pensi Murai?

Il generale,nel mentre, era appoggiato alla parete bianca,teneva le braccia incrociate e con aria pensierosa cercava di inquadrare attentamente la situazione.

- Se ho capito bene cosa vuoi fare,penso che sia una pessima idea,infondo cosa sappiamo di questo signorotto di Owari? Abbiamo pochissime informazioni e prima del suo arrivo non ci siamo mai occupati della famiglia Oda,certo non nego che abbia del potenziale,ma potrebbe essere uno sbruffone molto ambizioso,nulla di più;.

- Su questo devo darti torto amico mio,devo constatare di persona le sue reali capacità,forse un uomo del genere potrebbe accelerare le nostre mire verso l'intera nazione,non abbiamo bisogno di un altro burattino sotto il nostro controllo,abbiamo bisogno di un autentico diavolo.

- Pensavo che quello fossi tu.

- Io? No,sono solo uno studioso,per questo ho bisogno di confrontarmi con Nobunaga e confutare la mia teoria,saremo io,tu,Huang e Hana a presentarci direttamente da lui,fidati di me,costui non'è; un uomo da poco.

- Come vuoi e per quanto riguardo l'altro problema?

- Quale altro problema?

- Sesshomaru.

A quel punto sul volto di Akira il sorriso scomparve lasciando il posto ad un espressione di gran lunga più seria.

- Il signor Sesshomaru come ben sappiamo è fuggito con l'aiuto degli assassini,ma sta pur certo che lo rincontreremo.

- Non'è questo a cio che mi riferisco.

- Lo so...

Akira girò lo sguardo verso Huang,che per tutto il tempo era rimasto nella stessa medesima posizione.

- Huang,io e il generale dovremmo parlare di alcune cose che ci riguardano,potresti uscire un momento? E già che ci sei,vedi se sta arrivando Moji,l'ultima volta che lo lasciato stava cercando di riprendere fiato,non vorrei che stesse morendo sulle scale.

- Certamente maestro...con permesso.

E immediatamente il ragazzo uscì dalla stanza,lasciando il suo maestro e il generale a discutere delle loro cose,sapeva bene che quando il suo maestro lo allontanava era perchè c'erano cose alla quale nemmeno lui,così vicino ad Akira,poteva sentire,Huang era come Hana,entrambi appartenevano a ranghi troppo bassi per poter accedere ai primi grandi segreti dell'ordine templare e per tanto potevano soltanto svolgere mansioni come spie,messaggeri e altri compiti solitamente assegnati ai novizi.

In verità si poteva dire che Huang era di qualche gradino più in alto rispetto ad Hana,ma solo perchè conosceva Akira da più; tempo di lei,anche se di poco,di una manciata di anni ma nulla di più

passò dall'uscio e una delle guardia richiuse la porta alle sue spalle,da fuori si sarebbe capito a fatica di cosa avrebbero parlato nello specifico,tuttavia quel nome,Sesshomaru,uno yokai come tanti altri,altezzosi,sbruffoni e arroganti,si credevano chissà chi ma alla fine si erano rivelati degli avversari di scarsa abilità,alcuni molto forti,altri molto veloci e altri in grado trasformarsi in strane bestie,ma nessuno di quelli che aveva affrontato possedeva una tecnica di combattimento sofisticata come la sua.

Ormai era li a palazzo,pensare a certe cose non aveva più importanza,per tanto se ne sarebbe stato li,in attesa di nuove istruzioni.

Intanto dentro lo studio,Akira e Murai si osservavano in assoluto silenzio,quasi si stessero studiando,come durante i loro allenamenti nel combattimento ravvicinato,due stili e due animi differenti,uno più calmo e tendente al dialogo,l'altro più rigido e incline alla schiettezza,il loro mustismo stava per trasformarsi in un duello di intenzioni,senza esclusioni di colpi.

A dare via allo scontro verbale fu il generale.

- Che intenzioni hai con il ragazzo?

- Che intendi con esattezza?

- L'ultima volta hai cercato di convertire Sesshomaru usando il potere dell'occhio vero?

- Non avevo altra scelta,ho dovuto tentare il tutto per tutto,la suà volontà e molto più dura di quanto avessi immaginato,tuttavia,per quanto forte possa essere ha mostrato i suoi punti deboli,impaziente,sconsiderato,aggressivo e facilmente irritabile.

- Però e scappato e quindi adesso si troverà nelle mani degli assassini,che intendi fare a riguardo?

- Nulla.

Il generale rimase di stucco a quell'affermazione,la bocca semi aperta e lo sguardo incredulo erano un chiaro segnale di stupore.

- Nulla?

- Nulla,i tempi non sono ancora maturi e ora come ora abbiamo problemi più urgenti,gli assassini sono entrati in possesso della tavoletta e ciò è dovuto ad uno dei nostri invitati meno influenti.

- E chi sarebbe?

- La signorina Toran,l'attuale capo clan delle pantere.

- Toran? La stessa Toran che combattè nella guerra contro i Taisho? Da quel che so Toran,insieme ai suoi fratelli hanno cercato di riportare in vita il loro precedente capo.

- Già,ma se la memoria non mi inganna appena riportarono in vita il loro precedente signore,quest'ultimo non esitò ad uccidere tre di loro,per prendere forza ed energia,solo la signorina Toran riuscì a salvarsi poichè si accorse dell'attacco all'ultimo momento,ma proprio quando le cose stavano volgendo per il peggio,intervenne il signor Sesshomaru,sconfisse il precedente capo delle pantere e riportò in vita i fratelli di Toran.

- Bella storia,ma non capisco dove vuoi arrivare.

- Vedi,il punto è che il signor Sesshomaru possiede capacità e talenti unici nel loro genere,per quanti difetti abbia riscontrato in lui,devo riconoscere che possiede una buona resistenza fisica,una forza piùche considerevole e una certa attitudine al comando e al combattimento,per tanto,ritengo di aspettare tempi migliori per valutare maggiori sviluppi.

- Sviluppi che i nostri nemici non gli faranno mancare,già immagino cosa gli insegneranno per prima...a nascondersi,imparerà a colpire dall'ombra mentre i nostri uomini andranno a morire solo per un tuo capriccio,perchè so che tu faresti di tutto per averlo qui,vivo e ai tuoi comandi,ma se fosse per me sarebbe già morto,altro che sviluppi e ricerche...tu sai bene cos'è in grado di fare,tu eri presente quel giorno.

Akira sapeva bene di cosa parlava il suo generale e mentre ripensava a quei momenti il suo sguardo cadde sul libro dalla copertina nera,recante la mezzaluna dei Taisho,stupore,urla e orrore oltre ogni misura,momenti di tensione e sensazioni di paura,ricordi di chi provò terrore,angoscia e disturbo nel vedere la terrificante opera di quel giorno maledetto,che mai fu realizzata prima e mai venne realizzata dopo,ciò che accadde li era un mistero che in pochi conoscievano e che in pochi avrebbero dovuto conosciere.

Ripresosi dai ricordi Akirà osservò Murai con sguardo più risoluto che mai.

- Si,ricordo bene amico mio,quel giorno fummo testimoni di un evento unico nel suo genere,ma temo che questa storia prima o poi salterà fuori e quando accadrà spero solo che le cose non peggiorino più di quello che penso.

- Credi che Sesshomaru sappia qualcosa?

- Potrei avergli dato qualche indizio,ma questo non'è nulla se paragonato ai miei peggiori timori,ho paura che il Signor Sesshomaru stia ritrovando la sua connessione con cose ormai sepolte dentro di lui.

- Ne sei sicuro?

- Per ora è solo un sospetto,ma l'ultima volta ha dimostrato di avere una certa familiarità con la tavoletta,persino la sua prima volta nel portale e stata un successo,il suo corpo si è ricostruito quasi immediatamente e poi...

- E poi?

Akira si portò una mano di fronte alla bocca mentre i suoi occhi fissarono un punto nel vuoto,la sua testa stava tornando a formulare idee,pensieri e ipotesi di ogni sorta,come faceva buona parte nel corso delle sue giornate.

Tuttavia in quel momento si insinuò un dubbio,qualcosa che la sua logica non riusciva a valutare con assoluta precisione,gli tornò alla mente un momento particolare,il suo tentativo di conversione.

Ricordava con esattezza il momento in cui aveva Sesshomaru sotto il suo controllo,lo aveva li,stretto nella sua forte presa,mentre con il suo occhio sinistro si inoltrava nella mente del giovane yokai,ma proprio quando stava per riuscire a piegarlo alla sua volontà sbalzato via da un nuovo arrivato,un assassino,eppure era più che sicuro che solo lui e il glaciale yokai potessero entrare la dentro,ma allora come fu possibile l'arrivo di un terzo in comodo?

Il maestro templare necessitava di una conferma.

- Ricordi quando sono uscito dal portale? Per caso ti è capitato di vedere qualcuno uscire da li prima del mio arrivo?

- No non mi risulta.

- Capisco.

- Io no,comunque,domani devo svegliarmi presto,ho delle reclute da addestrare e per tanto chiedo il permesso di andare.

Lo yokai etero cromatico glielo leggeva dritto sul volto che non aveva più voglia di star li,ormai quello che il suo braccio destro aveva da dirgli lo aveva detto,chiaro,conciso e diretto,era tipico del suo carattere da soldato che diceva sempre quello che pensava,di certo non era uno stupido,semplicemente prendeva di petto le cose che per lui erano quelle che richiedevano una maggior attenzione,tutto qua.

Per contro Akira era un tipo più incline al dialogo,alla diplomazia e avvolte al compromesso,ma non esitava a tirar fuori gli artigli,o meglio i pugni,quando l'occasione lo richiedeva e anche lui sapeva essere autoritario e diretto,dando dimostrazione di essere un capo ben all'altezza delle aspettative del suo ruolo.

Loro due erano come il fuoco e l'acqua,il cielo e la terra,ma per quanto diversi potessero essere,sapevano bene che avevano bisogno l'uno dell'altro,un legame come il loro durava da più tempo di quello che la maggiorparte degli yokai tendeva a disfare in qualche decennio quella che poteva essere definita come una collabborazione reciproca,ma quella tra Murai e akira era amicizia autentica.

- Certamente,quando esci potresti dire a Huang di entrare,avrei delle cose da chiedergli.

- Si,buona notte Akira.

- Notte anche a te.

E fu così che si salutarono e subito dopo il cinese tornò dentro la stanza,ma questa volta da solo,lui e il maestro,l'allievo sembrava ansioso,in attesa di chissà quale altro ordine Akira gli avrebbe dato,tuttavia Akira sembra tranquillo,rilassato,come se stesse prendendo il te di prima mattina.

- Avete chiamato shifu?

Disse Huang mentre riprese la posizione di saluto precedentemente eseguita in presenza del generale.

- Si,vorrei conoscere le tue opinioni riguardo gli ultimi incarichi che hai compiuto,cominciamo dal tuo scontro con Sesshomaru,che impressione ti ha dato?

- Da quello che ho constato di persona devo ammettere che è un guerriero veloce,forte e possiede una certa abilità con la Katana,anche se non ho ben capito perchè la tenga con una mano sola,però....

- Hai fatto uso dello stile della gru imperiale vero?

- Si,ma ho usato sola la posizione di combattimento e poche techniche basilari nell'uso della jian,altro non ho osato fare.

- Bene,se non altro hai rispettato il mio volere e non hai cercato di ucciderlo,e per quanto riguarda il suo comportamento?

- Sembra molto sicuro di se,di fronte ad una sfida non si tira indietro,questo Sesshomaru e un guerriero coraggioso,ma sembra continuamente sul piede di guerra e quindi e facile da irritare,anche se devo ammettere una certa imprevidibilità da parte sua.

- E per quanto riguarda Nobunaga? Cosa sai di lui?

- Prima di trovarmi a faccia a faccia con lui ho raccolte diverse voci sul suo conto,si dice sia un tipo stravagante è un abile combattente,per non parlare delle grandi doti strategiche in suo possesso,non'è un uomo buono ma se non altro ci si può ragionare e buona parte delle volte si sposta per il paese insieme ai suoi tre fedelissimi.

- Parlami di loro.

- Il primo è Mitshuhide Akechi e un nobile della provincia di Mino e cugino di Nohime,moglie di Nobunaga, e un uomo d'onore con una fama da esperto spadaccino,da più peso ai precetti del bushido che alla sua stessa vita,(per bushido si parla di un codice di condotta formato da regole e principi morali che ogni samurai deve rispettare per mantenere integro il proprio onore,può essere considerato come un versione orientale del codice della cavalleria).

- Un vero samurai,questo Nobunaga dev'essere fortunato ad avere un uomo simile tra le sue fila.

- Il secondo e Toyotomi Hideyoshi, e un burlone dalla battuta pronta e lo scherzo a portata di mano,di umili origini i suoi genitori erano contadini mentre lui venne coscritto come fante di prima linea,si distense per la sua forza inumana e l'astuzia nel aver saputo prendere un castello di montagna con un manipolo di uomini,pare che lo stesso Oda lo abbia nominato generale riconoscendo in lui un tipo di persona quasi impossibile da comprendere fino in fondo.

- Da umili origini ha grandi traguardi,oltre che malvagio Nobunaga sa dare il giusto valore alle cose...e anche alle persone.

- L'ultimo invece e Tokugawa Ieyasu,ma il suo vero nome è Matsudaira Takechiyo,quand'era giovane finì come ostaggio del clan Oda e fu in quel periodo che conobbe Nobunaga e divennero compagni di giochi,pare che all'infuori del signore di Owari non giocasse nessuno,passarono gli anni e Ieyasu fu liberato per poi tornare al suo clan come legittimo sucessore,venne ritrovato casualmente nella battaglia di Okehazama,(una delle più famose della storia giapponese,fu una vittoria schiacciante per il clan oda contro gli Imagawa,che da li in avanti avrebbe segnato il nome di Oda nobunaga negli annali storici),essendo tra i superstiti venne riconosciuto dal suo amico di infanzia e da allora non si sono più; separati,tra loro tre e il più; reattivo a prendere le decisioni più drastiche e ciò gli ha dato fama di essere una delle menti più veloci al servizio del signore di Owari.

- Gli amici di infanzia sono una cosa preziosa,specie se questi sanno essere fedeli ai vecchi legami,tre uomini,tre fondamenta sulla quale Nobunaga può fare affidamento,come deciso andrò ad Owari a proporra la mia alleanza con questo promettente umano,domani prepareremo il necessario per un viaggio sicuro e ci presenteremo con i nostri abiti migliori ed infine dobbiamo contattare Hana e riferirgli che ci troveremo nelle terre di Owari,ma non prima di aver deciso il giorno della partenza,puoi andare.

- Si,prendo congedo.

Huang si mosse verso la porta senza più nulla da riferire al suo maestro,tutto ciò che ora lo aspettavano era una bella dormita in un futorn caldo e soffice,ma all'improvviso qualcosa lo interruppe,un immagine gli ritornò alla mente,una bambina,dai lunghi capelli neri e lo sguardo impaurito,la sua mano si era fermata poco prima di muove la porta,bloccandosi sul posto.

- Shifu.

- Cosa c'è?

- L'ho rivista.

Akira smise per un attimo di pensare ai suoi piani e per un attimo si fermò a riflettere,temendo di aver compreso il significato delle parole del suo allievo.

- Era insieme a Sesshomaru vero?

- Si,forse sono i miei incubi che mi perseguitano a tal punto da averla ricondotta da me.

- Il passato e passato,non puoi incolparti perciò che dovevi fare,hai fatto ciò che dovevi.

- E per questo non me lo perdonerò mai,vi auguro una buona notte Shifu.

- Notte anche a te.

E con queste ultime parole i due si separarono per quella notte,con l'allievo che si allontanava portando con se la tristezza nel cuore e il peso delle azioni passate nell'anima.
  
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