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Autore: _Mhysa_    05/05/2017    2 recensioni
LeviXPetra. Dal testo:
"Aveva finto che lei fosse una delle tante vite che era disposto a sacrificare, se necessario, per il bene superiore. E l’aveva fatto, aveva lasciato che un titano la schiacciasse come una mosca sul muro, come se la sua esistenza non contasse niente e, alla fine, aveva usato il suo cadavere come un oggetto, un’arma per rallentare il suo nemico. Aveva violato la sua dignità di essere umano in tutti i modi possibili, senza ritegno."
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Levi Ackerman
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                               - Perfume

Chiuse la porta della sua stanza con una spinta. Un tonfo e poi il silenzio.
Si tolse il mantello e lo gettò su una sedia.  Si lasciò cadere sul letto e si passò una mano sul volto, come per togliersi la maschera di impassibilità che portava in giro, quella da uomo sempre sicuro di sé e senza alcuna paura. Poteva finalmente lasciarsi andare.
Strinse la lettera che gli aveva dato il padre di Petra, così violentemente che quasi la strappò. Non aveva il coraggio di leggere, quelle parole sarebbero state coltelli infilati in una ferita sanguinante.
L’immagine del cadavere della donna che rotolava giù dal carro gli riempiva gli occhi. Quell’espressione di terrore, tipica di chi sa che sta per morire, ancora stampata sul volto senza vita. Quante volte si erano amati in quella stanza, fra le lenzuola del suo letto.  E per ognuna di quelle notti d’amore silenzioso c’era un giorno in cui l’aveva ignorata, come se le loro labbra non si fossero mai incontrate. Aveva finto che lei fosse una delle tante vite che era disposto a sacrificare, se necessario, per il bene superiore. E l’aveva fatto, aveva lasciato che un titano la schiacciasse come una mosca sul muro, come se la sua esistenza non contasse niente e, alla fine, aveva usato il suo cadavere come un oggetto, un’arma per rallentare il suo nemico. Aveva violato la sua dignità di essere umano in tutti i modi possibili, senza ritegno.
Eppure l’amava, adesso ne era certo. Lo sospettava da tempo, ma aveva deciso di ignorarlo. Per l’amore non c’era posto nel mondo, era un’inutile distrazione, un inammissibile diletto, un utopico vagheggiamento.
C’era solo spazio per la morte, in ogni sua forma. Lui e tutte le persone che gli stavano intorno non erano altro che pedine sulla scacchiera del destino, labili speranze pronte a trasformarsi in inutili vittime.
Perché in cuor suo sapeva che nulla aveva un senso, che quei sacrifici ingiustificati probabilmente non avrebbero portato a nessun risultato. Allora per quale assurdo motivo continuava a permettere che gente innocente diventasse carne da macello? Perché non tentava di cambiare le cose? Non lo sapeva, non lo sapeva più. Forse non l’aveva mai saputo. Faceva ciò che credeva di dover fare, pensando di non avere alcuna alternativa.
Eppure l’unica persona che avrebbe voluto al suo fianco quella notte era Petra, lì, viva, per amarsi ancora una volta fingendo che il domani non esistesse.
Un urlo roco gli partì dal fondo della gola. Si stese sul letto e affondò la faccia nel cuscino, sperando che avesse trattenuto il profumo dei suoi capelli. Fu così, la stoffa era impregnata di quell’odore così piacevole e familiare. Lo annusò e scoppiò a piangere come non aveva mai fatto nella sua vita, sperando che il cuscino soffocasse i suoi singhiozzi. Nessuno doveva sentire, nessuno doveva sapere.
La disperazione, il dolore, la mancanza e una serie di sentimenti negativi che non riuscì a distinguere gli si arrotolarono nel petto formando un gomitolo pensante che gli schiacciava i polmoni, impedendogli quasi di respirare.
Quel profumo sarebbe rimasto dentro di lui, insieme alla languida devozione che leggeva nei suoi occhi ogni volta che la guardava. Odiava quel languore. Troppo emotiva, pensava; temeva che lasciasse trasparire qualcosa che doveva restare un segreto.
Nessuno lo saprà, si disse. Da domani tutto sarebbe tornato come prima, ma quella notte… quella notte niente sarebbe stato più lo stesso.
 
 
 






 
 
 
Note d’autrice
Hello folks!
È la prima volta che scrivo in questo fandom e spero che non sia andata male. Dunque, da dove iniziare?
Comincio raccontando brevemente le storia di questa oneshot; l’ho scritta circa un anno e mezzo fa, subito dopo aver guardato l’anime. La morte dell’intero corpo speciale della legione esplorativa mi ha completamente scioccata e ricordo che, nel momento in cui Levi lascia rotolare via il corpo di Petra, ho provato a immaginare come si sentisse davvero, perché non poteva essere veramente così indifferente di fronte alla morte. E quando prende la lettera del padre ho pensato che sì, magari provava qualcosa per lei. Sicuramente nell’anime sarà semplice stima o affetto, ma siccome mi piace credere nelle coppie “mancate” e impossibili e fantasticare su di loro ho scritto questa storia. Ora sto vedendo la seconda stagione e mi è venuta voglia di pubblicarla. So che forse Levi può sembrare un po’ OOC, ma diciamo che mi sono concessa la “licenza poetica” di credere che oltre la sua corazza di impassibilità e figaggine più assoluta (insomma è tremendamente badass, diciamocelo) ci sia una sorta di “cuore tenero”, un lato che non mostra a nessuno (ma magari a Petra sì U.U).
Comunque, non mi riprenderò mai dalla sua morte.
Spero che la storia vi sia piaciuta nonostante non segua il trend popolarissimo della ErenXLevi.
A presto  
_Mhysa_
 
  
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