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Autore: Christine_Heart    12/05/2017    1 recensioni
Acheron lo guardò stranito, come se le parole appena dette non avevano senso.
Sorrise contento e disse:
«Papà icino!» esclamò il bimbo felice, portandosi le manine sul cuore, una sopra l'altra.
Papà! Non mi ha mai chiamato Dottore o Smith o in qualsiasi altro modo. Non ha mai chiesto il mio vero nome, il mio vero essere. Da quando ha iniziato a parlare, non si è mai rivolto a me con quel nome che adotto con tutti, con quel nome che di solito per me significa tanto, per lui sono solo papà, sono il suo papà.
«Empre!!!» disse alla fine formando un piccolo arco con le braccia.
Il Dottore sorrise intenerito mentre dentro sentiva piangere per la commozione.
«Il papà ti starà vicino in ogni momento non temere.» gli sussurrò con gentilezza, accarezzandogli con affetto la guancia.
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 1, Doctor - 10, Doctor - 11, Nuovo personaggio, Sorpresa, TARDIS
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Papà Dottore'
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Capitolo 8: Un bagnetto con papà

 
9° mese

 
«Ah, che stai facendo?!?» lo riprese tranquillo il Dottore.
Lesto gli spostò la manina dalla bocca, pulendogli via il sapone.
«Ti ho detto in bocca no!» gli spiegò ancora trattandogli le manine.
«Non è buono il sapone da mangiare.» gli disse togliendo un po' di sapone da sotto l'occhio.
Era sempre così dal primo bagnetto il piccolo trovava interessante e degna di curiosità qualsiasi cosa affiorasse da quella vasca in porcellana.
Il Dottore raccolse un po' d'acqua in un bicchiere e poggiando con calma la mano libera sulla fronte del piccolo, gli bagnò i capelli che avevano bisogno di essere sistemati.
Gli pulì un po' il faccino, e ripete lo stesso gesto, con la stessa attenzione.
Ed intanto lo guardava con la coda dell'occhio.
Era un bimbo vivace il suo Acheron, e testardo come non mai.
Gli bagnò la schiena, e versò un po' di sapone sulla spugnetta azzurra.
Stava per iniziare a lavarlo quando lo vide. Le manine stavano tornando all'attacco.
«Che cosa ti ho detto?!?» chiese accostandosi alla prima spalla.
Il piccolo sentitosi scoperto, lesto lasciò cadere le mani nell'acqua creando un simpatico spalsh, e la cosa strappò un sorriso al Dottore.
«Allora?!?» domandò ancora iniziando a “pulirlo” con calma.
«Occa no!» ripete il bimbo scuotendo il capo.
«E quindi?!?» fece eco il Dottore, passando all'altra spalla.
«Gno!» disse il bimbo fissando il suo ditino, provando a muoverlo come aveva visto fare tante volte dopo quella strana parola.
«Bravo Acheron!» gli disse il Dottore occupandosi del collo.
Il Dottore, mise ancora un po' di sapone e passò al petto e al pancino del piccolo.
Il bimbo osservò quella strana spugnetta che gli massaggiava il corpo, mentre nella sua manina teneva stretta una paperella di gomma gialla.
Faceva il solletico e si divertiva a vederla gonfiarsi d'acqua.
«Osso?!?» chiese al padre mentre stava per mettere via la spugnetta.
«Sì, certo che puoi!» rispose gentile il Dottore, porgendogliela.
Il bimbo sorrise felice afferrando gioioso l'oggetto, e in un attimo affogò la spugnetta sotto l'acqua solo per vederla ritornare in superficie tutta gonfia.
Il bimbo rise divertito, e subito la spugnetta si ritrovò di nuovo sotto.
Un attimo dopo stava volando in aria con la paperella, in uno strano acchiapparello.
Il Dottore sorrise, immaginando a stento che cosa fossero diventati quei due oggetti per il figlio, e senza distogliere gli occhi dal piccolo, aprì una seconda boccetta di shampoo.
Verso un po' del contenuto sulla mano e qualche goccia, sulla testa del bimbo, che sembrava non accorgersi di nulla. Chiuse il contenitore, ed iniziò a lavare la testa del piccolo, massaggiando la cute con dolcezza senza fargli male.
Il piccolo continuava ad affogare la spugna e la paperella, ridendo a più non posso, mentre le bolle di sapone continuavano ad invadere la stanza, per la felicità del bimbo, che ama perdersi in quella sfera trasparente dai mille colori.
Il piccolo Acheron rise lieto, nel vedere una piccola bolla di sapone passargli davanti e posarsi sulla paperella a mon di casco.
«Guada!!!» esclamò felice indicando il suo giocattolo.
«Hai visto che bello?!?» chiese divertito il Dottore, mentre continuava a lavargli la testa.
Il bimbo contento giocò con le mani nell'acqua, creando una serie di ciak ciak allegri, schizzando a più non posso per la felicità, e una fila indefinita di bolle di sapone si sparsero nell'aria sulla vasca.
Il Dottore sorrise divertito cosciente del fatto che in pratica ormai era più zuppo del figlio.
Il bimbo continuò ancora per un paio di minuti a giocare con l'acqua schizzando il muro vicino,
mentre il padre, continuava a lavargli la testa.
«Dai ora basta.» gli disse gentile il Dottore, sposandosi di fianco.
Prese il soffione della doccia, e aprì l'acqua calda, controllando la temperatura.
«Sciacquiamoci per bene okay?!?» disse facendogli l'occhiolino.
Il bimbo rise, e allungò le mani verso il padre, che l'aiutò ad alzarsi e a rimanere in piedi, per paura che potesse perdere l'equilibrio.
«Tira indietro la testa.» gli sussurrò.
Il bimbo obbedì subito, e l'acqua calda in poco tempo, gli ricadde in testa.
Il Dottore gli accarezzò più volte il capo, per togliere il sapone in eccesso, mentre l'acqua faceva il resto. Il Dottore passò la mano un ultima volta sul volto del piccolo per evitare che il sapone scappatogli potesse finire negli occhi del bimbo, e in tutta risposa Acheron aprì la bocca, per accogliere sulla lingua il gusto inesistente di quell'acqua calda.
Il Dottore rise come un matto, di fronte a quel gesto così infantile.
«Ma che fai, chiudi la bocca, ti ripeto che il sapone non è buono da mangiare!»
Il piccino sorrise divertito, mentre abbassa la testa, e la mano del Dottore gli passava sul volto per togliere le ultime gocce.
Una volta spostata la mano, fissò gli occhi del figlio, e lui come se nulla fosse, si passò la lingua sulle labbra, come se avesse appena mangiato qualcosa di buono.
Il Dottore rise di nuovo scuotendo il capo:
«E va bene, fai come preferisci.» gli disse mentre accostava di nuovo il soffione vicino a l piccolo. Poi quella stessa acqua si occupò del resto del corpo.
In breve tutto il sapone abbandonò quel piccolo corpo chiaro e roseo.
«Ecco qua, finito!» annunciò chiudendo l'acqua e rimettendo tutto al suo posto.
«Aspettami qui, vado a prendere l'accappatoio!» gli disse alzandosi in piedi.
Gli facevano male le ginocchia a forza di stare giù, e la camicia, anche se arrotolata fino ai gomiti era bagnata, così come buona parte dei pantaloni, ma non gli importava poi molto, aveva passato del tempo, del bel tempo con il figlio.
“Fare il bagnetto assieme a mio figlio, non ha prezzo, anche se alla fine i miei indumenti sono bagnati a tal punto da sembrare appena usciti da un temporale. Perdersi nella sua spontaneità, nella sua ingenuità, nella sua felicità, è una delle cose più belle in questo Universo!” Pensò il Dottore massaggiandosi un po' le ginocchia doloranti.
«Stai fermo eh, mi raccomando.» gli disse calmo, mentre abbassava prima le maniche della camicia e poi quelle della giacca blu.
«Arrivo subito.» confermò prima di voltarsi.
«Sci!» esclamò il bimbo tranquillo.
Il bimbo obbedì ondeggiando un po' con il corpo in attesa, e riuscì a stare fermo, fin quando non si accorse che l'acqua seguiva il suo movimento lento.
Fissò l'acqua spostando di nuovo il peso da un piede all'altro, per capire se quella sensazione che aveva provato un'attimo fa, non fosse solo un' illusione. E quando dei piccoli cerchi si formarono intorno alle sue gambe, il bimbo rise quasi emozionato, ed in breve tempo dei nuovi ciak ciak risuonarono in quel bagno, mentre i suoi piedini danzavano con l'acqua.
«Basta Acheron...» gli disse in Dottore con l'accappatoio sul braccio.
«Rischi di cad...» ma la frase si perse in quella stanza.
Non si preoccupò di finire la frase, ma bensì di sporgersi in avanti e afferrare il figlio in tempo, che stava per perdere l'equilibrio e cadere all'indietro. Lesto, gli prese le mani e lo riportò su.
«Oplà!!!» esclamò calmo, per non farlo preoccupare troppo.
Gli strinse meglio le manine quasi a fargli coraggio, che alla fine il peggio era stato evitato.
«Non è successo niente, Acheron!» gli sussurrò sistemandogli l'accappatoio addosso e legandolo in vita. Il bimbo deglutì appena, e il Dottore notandolo intuì.
«Tutto bene?!?» gli domandò abbassando gli occhi per cercare i suoi.
Il bimbo annuì senza avere l'effettiva voglia di rispondere.
«Ti sei spaventato?!?» chiese di nuovo l'uomo accennando un lieve sorriso.
Un nuovo sì da parte del capo. Il Dottore sospirò, e lo prese in braccio, facendolo uscire dalla vasca.
In un breve istante i due l'uno stretto all'altro stavano volteggiando per la stanza.
Si era preso uno bello spavento, il Dottore l'aveva capito, e quello era uno dei pochi modi che conosceva per calmare il figlio e farlo sorridere di nuovo.
Quando una risata divertita arrivò alle sue orecchie, quella dolce giostra si fermò.
«Eh, perchè sei un testone!» esclamò rincuorato, mentre i suoi piedini poggiavano sul tappetino di stoffa, e il Dottore s'inginocchiava di nuovo.
«Ire?!?» chiese il bimbo confuso, da sotto il cappuccio che gli stava asciugando i capelli.
«Che sei testardo, e che fai l'opposto di quello che ti viene detto.» spiegò il Dottore, togliendo il cappuccio, e passando una mano tra i capelli color grano del piccolo.
Il Dottore si alzò in piedi di poggiò le mani sui fianchi, chinandosi un po' sul bimbo.
«Io che ti avevo detto?!?» chiese curioso.
«Pemmo.» rispose il bimbo arrossendo appena.
«E tu cosa hai fatto?!?» domandò ancora e ritornando su, incrociò le braccia al petto, con sguardo indagatore. Acheron chinò il capo, sentendosi in colpa.
Il Dottore ridacchio dentro di se, e accarezzò la testa del figlio.
«Era bello il suono dell'acqua non è vero?!?» chiese poi curioso.
«Sci!» rispose il bimbo tristemente.
«Guarda che non sono arrabbiato con te.» gli spiegò calmo pizzicandogli il naso.
Acheron alzò gli occhi e fissò l'uomo quasi con fare sorpreso. Non che la cosa fosse una novità, il suo papà non si era mai arrabbiato seriamente con lui, ma in quel frangente era sicuro, che il Dottore qualcosa gli avrebbe detto.
«Mhm, l'importante è che tu non ti sia fatto nulla.» disse il Dottore infilandosi le mani in tasca.
«Ma la prossima volta gioca a quel modo solo quando il Dottore ti sta vicino, va bene?!?»
Acheron lo guardò stranito, come se le parole appena dette non avevano senso.
Sorrise contento e disse:
«Papà icino!» esclamò il bimbo felice, portandosi le manine sul cuore, una sopra l'altra.
Papà! Non mi ha mai chiamato Dottore o Smith o in qualsiasi altro modo. Non ha mai chiesto il mio vero nome, il mio vero essere. Da quando ha iniziato a parlare, non si è mai rivolto a me con quel nome che adotto con tutti, con quel nome che di solito per me significa tanto, per lui sono solo papà, sono il suo papà.
«Empre!!!» disse alla fine formando un piccolo arco con le braccia.
Il Dottore sorrise intenerito mentre dentro sentiva piangere per la commozione.
«Il papà ti starà vicino in ogni momento non temere.» gli sussurrò con gentilezza, accarezzandogli con affetto la guancia.

 
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