Capitolo
15
L’ingresso
della villa era modesto, ben più di quanto apparisse
all’esterno a dire il
vero, e l’arredamento appariva impersonale e asettico come se
chi ci abitava
non si curasse minimamente di renderlo accogliente … come se
non sentisse quel
posto come casa.
- Sai
dove dobbiamo andare? –
Ruby
scosse la testa.
-
L’ultima volta che ho messo piede qui dentro avevo pochi mesi
… mia madre ci ha
portati via poco dopo. –
“Saggia
scelta” avrebbe voluto commentare, ma aveva la netta
sensazione che Alistair
non avrebbe preso bene quell’affermazione.
Da
quando lui e Ruby si erano messi ufficialmente insieme era diventato
persino
più protettivo nei suoi confronti di quanto non fosse stato
quando fingevano di
non sopportarsi.
-
Suggerisco di dividerci e perlustrare tutta la proprietà.
–
Alphard
tossicchiò. – Tu, signorina, obbedisci agli ordini
e non suggerisci niente … e
altrettanto faranno i tuoi compagni. Siete qui solo perché
direttamente
coinvolti, ma le decisioni le prendiamo io e Sonya -, si
soffermò in particolare
su Benjamin, - Sono stato chiaro? –
-
Cristallino – bofonchiò.
Questo
perlomeno fintanto che i suoi ordini lo aiutavano a ritrovare
Katherine.
Sentì
su di sé lo sguardo di Alistair.
Qualunque
cosa avesse detto o fatto non sarebbe mai riuscito a convincerlo, ne
era fin
troppo consapevole.
-
Benjamin, Alistair e Ruby vanno da quella parte -, Alphard
indicò un punto
verso destra in cui li attendevano già un paio di Auror, -
Camille, JJ e Jax
sulla sinistra con Bronson e Lewis. Mentre Alaska e Christopher vengono
con me
e Sonya. Qualsiasi cosa succeda, niente colpi di testa. –
*
-
Abby
e Jem dovrebbero essere riusciti a perimetrare tutta la
proprietà esterna
insieme ai vostri genitori – considerò Camille,
mentre avanzavano cercando di
fare più silenzio possibile.
Jax
annuì bruscamente, svoltando l’angolo
più vicino con fare circospetto.
Non
riusciva a togliersi dalla testa la sensazione che fosse tutto fin
troppo
semplice. C’era troppo silenzio, troppi pochi uomini in giro
per la villa.
Persino
i confini della proprietà erano scarsamente controllati.
Qualcosa
non andava.
- Sei
pensieroso -, osservò Jamie, - perché? –
- Mi
sembra tutto troppo facile. Dovremmo essere nella tana del grande e
grosso
cattivone, perché nessuno si è ancora accorto di
noi? –
Si
accigliò.
- Credi
che si tratti di una trappola? –
Era
praticamente certo che fosse una trappola e non riusciva a togliersi
dalla
testa l’idea che Alphard li avesse volutamente spediti
nell’angolo più
tranquillo della villa.
Li faceva
partecipare all’azione, ma non li voleva in prima linea.
- Credo
che o Nathaniel ha il peggior sistema di sorveglianza
dell’intero mondo magico
oppure siamo esattamente dove voleva che fossimo. –
- Che
saggia considerazione. –
La voce
alle loro spalle li fece trasalire.
Seduto
su quella che aveva tutta l’aria di essere una poltrona
particolarmente antica
e costosa, gli scintillanti occhi grigi di Gabriel li fissavano
attraverso le
scomposte ciocche corvine.
- Tu
devi essere quello intelligente del terzetto -, continuò poi
beffardo, - non
che ci voglia molto a esserlo, non siete propriamente i tipi
più svegli in
circolazione, no? –
Si alzò
con un agile colpo di reni, fronteggiandoli mentre il sinistro sorriso
dipinto
sulle sue labbra continuava a essere prepotentemente presente sul suo
viso.
- Avrei
dovuto rimanere in disparte a monitorare la situazione, ma mi annoio
veramente
tanto … a voi non dispiace se movimento un po’ le
cose, vero? –
Fu
allora che videro cosa stringeva tra le dita alabastrine.
La corta
bacchetta in legno di noce era puntata minacciosamente contro di loro.
-
Personalmente non ho preferenze sulla mia prima vittima, ma visto che
sono un
galantuomo lascerò che siano le signore a scegliere
– ammiccò verso di loro.
Camille
soffocò un gemito mentre JJ al suo fianco ribolliva di
rabbia.
- Ci
penserò io a te. –
Fece
per farsi avanti, ma Jackson la trattenne.
- Voi
andate avanti, mi occupo io di lui. –
- Jax …
-
Scosse
risolutamente il capo. – Andate, adesso! –
Obbedirono,
riprendendo a percorrere la scalinata.
Si
voltarono quando erano in cima, notando che i due ragazzi avevano
cominciato a
girarsi attorno come avrebbero fatto due predatori in procinto di
attaccarsi.
*
-
Speravo
davvero di essere io a incontrarvi. –
La
sagoma imponente di Dragomir li fronteggiava con disinvolta noncuranza.
Di
riflesso si frappose tra lui e Ruby, attirando lo sguardo sorpreso e
divertito
del bulgaro.
- Ah,
sembra che mi sia perso qualche nuovo pettegolezzo romantico
all’interno dell’Accademia.
Che coppia carina -, sogghignò, - i miei più
sinceri auguri. –
- Ti
avremmo volentieri aggiornato, ma sai, eravamo troppo impegnati a
progettare il
tuo funerale – lo rimbeccò Ruby, fissandolo truce.
-
Divertente, capisco perché tuo fratello non vede
l’ora di vederti di nuovo. –
Ruby s’irrigidì.
Il
ricordo di Gabriel e della sua breve permanenza come infiltrata tra le
fila di
Nathaniel era vivido nella sua mente; si era ripromessa che mai, anche
a costo
della vita, sarebbe mai finita di nuovo sotto le sue grinfie.
Suo
fratello sapeva essere incredibilmente fantasioso quando si trattava di
escogitare
modi per far soffrire le persone.
- Non
fare minacce che non sei in grado di portare avanti, Atanasin.
–
-
Allora è un bene che io non abbia ancora cominciato a
minacciarvi. –
Alistair
portò la mano sull’elsa della bacchetta, ma il
secco cenno di diniego di
Benjamin attirò la sua attenzione.
- Lui è
mio. –
Negli
occhi dell’amico c’era una furia bruciante che mai
aveva visto prima.
Annuì,
rispettando la sua scelta.
Quella
era la battaglia di tutti loro, ma lo scontro con Dragomir spettava a
Ben.
*
Il
rumore dello scontro al di fuori della sala raggiunse chiaramente le
orecchie
di Katherine.
Incrociò
lo sguardo di Nathaniel, che le sorrise compiaciuto.
-
Sembrerebbe che i nostri tanto attesi ospiti siano finalmente arrivati.
–
Posò una
mano affusolata da pianista sulla sua spalla, attirandola
più vicina a sé, e
dovette reprimere un brivido di disgusto misto a paura mentre lo
assecondava.
- Mia
cara, confido nella tua collaborazione durante questa piccola
trattativa -,
esordì bonariamente, - ed eviteremo inutili spargimenti di
sangue. Mi
seccherebbe alquanto imbrattare questi tappeti, una volta macchiati i
persiani
non tornano più com’erano prima. –
Tappeti.
Si
stava preoccupando dei dannati tappeti persiani.
Quell’uomo
era completamente fuori di testa.
Non
rispose, fissando in silenzio i battenti in quercia finchè
questi non vennero
spalancati.
Alphard,
con una vistosa tumefazione alla tempia sinistra, era tenuto fermo da
due
uomini e un bestione pelato teneva stretta Sonya. Alaska e Christopher,
poco
distanti, erano stati disarmati e costretti in un angolo da un paio dei
bestioni di Nathaniel.
-
Portate i ragazzi nel seminterrato insieme al resto dei loro compagni;
poi
assicuratevi che Gabriel non uccida il nipote del caro Alphard
… quel ragazzo è
faticoso da gestire, tende sempre a fare di testa sua –
sospirò al loro
indirizzo, quasi volesse scusarsi del fatto che suo figlio fosse appena
un po’
troppo sociopatico.
- Se
gli succede qualcosa … - ringhiò Alphard, venendo
zittito da un cenno del capo.
- Non
sei nella posizione di fare minacce di morte, mio vecchio amico, ma
apprezzo
ugualmente lo sforzo. Ora, veniamo agli affari -, rivolse un sorriso a
Sonya, -
vogliamo riparlare della tua rinuncia a qualsiasi pretesa
sull’Accademia. –
- E se
non avessi cambiato idea? –
-
Allora suppongo che Alphard vedrebbe davvero morire uno dei suoi
nipoti. Le
donne appartenenti al ramo dei Van der bilt non sono mai state molto
fortunate
in questa lunga trattativa. –
Katherine
sentì la rabbia divampare dentro di lei.
Sua
madre.
Quel
mostro osava nominarla.
- Non
parlare di lei -, gli rivolse uno sguardo carico d’odio, -
non devi mai
nominarla, non ne sei degno! –
Non
sapeva nemmeno lei che reazione si sarebbe aspettata, ma decisamente
non quella
che ebbe.
Nathaniel
scoppiò a ridere, una risata profonda e gioiosa, come se non
avesse mai sentito
nulla di più divertente in tutta la sua vita.
- È una
vera guerriera, questo l’ha decisamente ripreso da Lennie.
Allora, Sonya, vuoi
davvero macchiarti del sangue di un altro adolescente innocente?
–
Sonya
distolse lo sguardo, abbassando il capo in segno di resa.
- Se la
lasci andare firmerò tutto quello che vuoi. –
La
sorpresa divampò per un attimo sul volto di Nathaniel, per
poi essere
sostituita da un misto di gioia e stupore: - Non era poi
così difficile, hai
visto? Portateli tutti alle segrete e nessuno osi far loro del male;
Sonya e
Ruby firmeranno i documenti del passaggio non appena saranno pronti e
poi
potranno tutti fare ritorno a casa … nessun danno
collaterale. –
Pronunciò
le ultime tre parole talmente sottovoce che non si capì se
fossero dirette a
tutti o solo a se stesso.
*
Le
segrete erano fredde e umide proprio come fino a un’ora
prima, l’unica
differenza era che adesso non era più da sola ma
c’era la sua intera squadra di
soccorso.
Jackson
sembrava aver retto bene allo scontro con Gabriel e aveva riportato
solo una ferita
che partiva dalla tempia e arrivava fino a metà guancia,
solcandogli il
sopracciglio.
Josephine
era stata incaricata di curarlo e di occuparsi dei feriti nello scontro
con gli
uomini di Nathaniel.
-
Brucerà un po’, ma fermerà il flusso
sanguigno -, mormorò mentre disinfettava
la ferita con tocchi gentili, - Temo che la cicatrice
rimarrà, la ferita è
abbastanza profonda. –
Jax
annuì, tenendo lo sguardo stoicamente fisso verso il muro in
mattonato.
Alphard
era seduto accanto a Sonya, che aveva appoggiato la testa sulla sua
spalla e si
tormentava nervosamente le dita.
Poco
distanti da loro Alistair e Ruby avevano assunto la stessa posa.
Il
resto delle ragazze e Christopher, invece, erano ancora privi di sensi
a causa
degli Schiantesimi che li avevano messi fuori gioco.
Infine
Benjamin, sdraiato a terra e con il capo adagiato sul suo grembo,
cominciava a
dare segni di ripresa.
Dragomir
l’aveva scaricato nelle segrete pochi minuti dopo il loro
arrivo. Il bulgaro
aveva sfoggiato un labbro rotto e dei vistosi ematomi sul viso, che
contornavano un’espressione suo malgrado colpita.
Comunque
fossero andate le cose era poco ma sicuro che Benjamin fosse riuscito a
impressionarlo.
Gli
accarezzò il volto, stando attenta a mantenere un tocco
lieve, e affondò le dita
tra le ciocche castano scuro.
- Kat?
Sei davvero tu? –
Annuì,
continuando ad accarezzarlo.
Non
sapeva il perché, ma da quando l’aveva rincontrato
non riusciva a farne a meno.
- Sono
io. –
- Avrei
dovuto salvarti e invece sono finito anche io qui, sono davvero
… -
Si
chinò su di lui, tacitando il suo sproloquio con un lieve
bacio a fior di
labbra.
- Parli
troppo, King, non te l’avevo già detto? –
Gli
occhi castani scintillarono maliziosi.
- Se
continuo a sproloquiare posso avere un altro bacio? –
- Si è
decisamente ripreso – annunciò al resto del
gruppo, suscitando risate
collettive.
Josephine
tossicchiò leggermente, attirando l’attenzione su
di sé.
- Io …
io credo di potervi far uscire di qui. –
Sonya
si mise a sedere dritta, puntando le iridi grigio azzurre su di lei.
- Ne
sei sicura? –
La
ragazza prese un sospiro profondo, per poi annuire.
- A una
condizione: voglio venire con voi. –
Alphard
e Sonya si scambiarono un’occhiata d’intesa.
- Andata.
–
-
Allora lasciate fare a me -, prese un respiro profondo, - Gabriel, ho
finito
con le medicazioni, sono pronta a uscire. –
La
sagoma del ragazzo fece capolino, sondando lo spazio
all’interno della cella.
- Ti
faccio uscire e informo che sono pronte a firmare –,
asserì soffermando lo
sguardo sulla sorella, - anche se è un peccato che tutto
finisca in modo così
rapido e indolore. –
Fece
tintinnare le chiavi, aprendo la serratura e facendo cenno a Josephine
di
avvicinarsi.
- Datti
una mossa, non ho tutta la giornata. –
Il
movimento di Josephine fu così rapido e inaspettato che
colse di sorpresa
Gabriel e lo disarmò.
L’attacco
successivo lo spedì contro il muro e gli fece perdere i
sensi.
- Sono
stata abbastanza rapida? – domandò al corpo inerte.
Alphard
e Benjamin trascinarono il corpo all’interno, richiudendo la
porta dietro di
lui.
La
seguirono verso l’uscita di servizio, sgattaiolando fuori.
Potevano
aver perso la battaglia, ma non la guerra.
Spazio
autrice:
Eccoci
qui con il penultimo capitolo, spero vi sia piaciuto.
In settimana arriverà l’ultimo capitolo e poi un
breve epilogo.
Stay tuned.
XO XO,
Mary