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Autore: Ms Mary Santiago    17/05/2017    1 recensioni
[STORIA INTERATTIVA – Conclusa]
Avalon è un’accademia riservata all’élite del mondo magico. Gli studenti ammessi, provenienti dall’intero mondo magico, sono scelti con un’attenta selezione volta a individuare i migliori. Da Avalon escono i migliori Alchimisti, i più esperti conoscitori dell’arte del voodoo e dell’occulto, gli Occlumanti e i Legilimens dotati della più elevata disciplina di controllo mentale.
La mano nera questo lo sa bene e, in un modo o nell’altro, tenterà di ottenere il controllo della scuola.
“Uno di voi é già morto, non occorre che ne seguano altri. – N”
Genere: Azione, Dark, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Maghi fanfiction interattive, Nuova generazione di streghe e maghi, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Avalon - Passato, Presente, Futuro'
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Capitolo 15

 

 

 

 

 

 

L’ingresso della villa era modesto, ben più di quanto apparisse all’esterno a dire il vero, e l’arredamento appariva impersonale e asettico come se chi ci abitava non si curasse minimamente di renderlo accogliente … come se non sentisse quel posto come casa.
- Sai dove dobbiamo andare? –
Ruby scosse la testa.
- L’ultima volta che ho messo piede qui dentro avevo pochi mesi … mia madre ci ha portati via poco dopo. –
“Saggia scelta” avrebbe voluto commentare, ma aveva la netta sensazione che Alistair non avrebbe preso bene quell’affermazione.
Da quando lui e Ruby si erano messi ufficialmente insieme era diventato persino più protettivo nei suoi confronti di quanto non fosse stato quando fingevano di non sopportarsi.
- Suggerisco di dividerci e perlustrare tutta la proprietà. –
Alphard tossicchiò. – Tu, signorina, obbedisci agli ordini e non suggerisci niente … e altrettanto faranno i tuoi compagni. Siete qui solo perché direttamente coinvolti, ma le decisioni le prendiamo io e Sonya -, si soffermò in particolare su Benjamin, - Sono stato chiaro? –
- Cristallino – bofonchiò.
Questo perlomeno fintanto che i suoi ordini lo aiutavano a ritrovare Katherine.
Sentì su di sé lo sguardo di Alistair.
Qualunque cosa avesse detto o fatto non sarebbe mai riuscito a convincerlo, ne era fin troppo consapevole.
- Benjamin, Alistair e Ruby vanno da quella parte -, Alphard indicò un punto verso destra in cui li attendevano già un paio di Auror, - Camille, JJ e Jax sulla sinistra con Bronson e Lewis. Mentre Alaska e Christopher vengono con me e Sonya. Qualsiasi cosa succeda, niente colpi di testa. –

 

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

 

- Abby e Jem dovrebbero essere riusciti a perimetrare tutta la proprietà esterna insieme ai vostri genitori – considerò Camille, mentre avanzavano cercando di fare più silenzio possibile.
Jax annuì bruscamente, svoltando l’angolo più vicino con fare circospetto.
Non riusciva a togliersi dalla testa la sensazione che fosse tutto fin troppo semplice. C’era troppo silenzio, troppi pochi uomini in giro per la villa.
Persino i confini della proprietà erano scarsamente controllati.
Qualcosa non andava.
- Sei pensieroso -, osservò Jamie, - perché? –
- Mi sembra tutto troppo facile. Dovremmo essere nella tana del grande e grosso cattivone, perché nessuno si è ancora accorto di noi? –
Si accigliò.
- Credi che si tratti di una trappola? –
Era praticamente certo che fosse una trappola e non riusciva a togliersi dalla testa l’idea che Alphard li avesse volutamente spediti nell’angolo più tranquillo della villa.
Li faceva partecipare all’azione, ma non li voleva in prima linea.
- Credo che o Nathaniel ha il peggior sistema di sorveglianza dell’intero mondo magico oppure siamo esattamente dove voleva che fossimo. –
- Che saggia considerazione. –
La voce alle loro spalle li fece trasalire.
Seduto su quella che aveva tutta l’aria di essere una poltrona particolarmente antica e costosa, gli scintillanti occhi grigi di Gabriel li fissavano attraverso le scomposte ciocche corvine.
- Tu devi essere quello intelligente del terzetto -, continuò poi beffardo, - non che ci voglia molto a esserlo, non siete propriamente i tipi più svegli in circolazione, no? –
Si alzò con un agile colpo di reni, fronteggiandoli mentre il sinistro sorriso dipinto sulle sue labbra continuava a essere prepotentemente presente sul suo viso.
- Avrei dovuto rimanere in disparte a monitorare la situazione, ma mi annoio veramente tanto … a voi non dispiace se movimento un po’ le cose, vero? –
Fu allora che videro cosa stringeva tra le dita alabastrine.
La corta bacchetta in legno di noce era puntata minacciosamente contro di loro.
- Personalmente non ho preferenze sulla mia prima vittima, ma visto che sono un galantuomo lascerò che siano le signore a scegliere – ammiccò verso di loro.
Camille soffocò un gemito mentre JJ al suo fianco ribolliva di rabbia.
- Ci penserò io a te. –
Fece per farsi avanti, ma Jackson la trattenne.
- Voi andate avanti, mi occupo io di lui. –
- Jax … -
Scosse risolutamente il capo. – Andate, adesso! –
Obbedirono, riprendendo a percorrere la scalinata.
Si voltarono quando erano in cima, notando che i due ragazzi avevano cominciato a girarsi attorno come avrebbero fatto due predatori in procinto di attaccarsi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

 

 

 

- Speravo davvero di essere io a incontrarvi. –
La sagoma imponente di Dragomir li fronteggiava con disinvolta noncuranza.
Di riflesso si frappose tra lui e Ruby, attirando lo sguardo sorpreso e divertito del bulgaro.
- Ah, sembra che mi sia perso qualche nuovo pettegolezzo romantico all’interno dell’Accademia. Che coppia carina -, sogghignò, - i miei più sinceri auguri. –
- Ti avremmo volentieri aggiornato, ma sai, eravamo troppo impegnati a progettare il tuo funerale – lo rimbeccò Ruby, fissandolo truce.
- Divertente, capisco perché tuo fratello non vede l’ora di vederti di nuovo. –
Ruby s’irrigidì.
Il ricordo di Gabriel e della sua breve permanenza come infiltrata tra le fila di Nathaniel era vivido nella sua mente; si era ripromessa che mai, anche a costo della vita, sarebbe mai finita di nuovo sotto le sue grinfie.
Suo fratello sapeva essere incredibilmente fantasioso quando si trattava di escogitare modi per far soffrire le persone.
- Non fare minacce che non sei in grado di portare avanti, Atanasin. –
- Allora è un bene che io non abbia ancora cominciato a minacciarvi. –
Alistair portò la mano sull’elsa della bacchetta, ma il secco cenno di diniego di Benjamin attirò la sua attenzione.
- Lui è mio. –
Negli occhi dell’amico c’era una furia bruciante che mai aveva visto prima.
Annuì, rispettando la sua scelta.
Quella era la battaglia di tutti loro, ma lo scontro con Dragomir spettava a Ben.

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

 

 

Il rumore dello scontro al di fuori della sala raggiunse chiaramente le orecchie di Katherine.
Incrociò lo sguardo di Nathaniel, che le sorrise compiaciuto.
- Sembrerebbe che i nostri tanto attesi ospiti siano finalmente arrivati. –
Posò una mano affusolata da pianista sulla sua spalla, attirandola più vicina a sé, e dovette reprimere un brivido di disgusto misto a paura mentre lo assecondava.
- Mia cara, confido nella tua collaborazione durante questa piccola trattativa -, esordì bonariamente, - ed eviteremo inutili spargimenti di sangue. Mi seccherebbe alquanto imbrattare questi tappeti, una volta macchiati i persiani non tornano più com’erano prima. –
Tappeti.
Si stava preoccupando dei dannati tappeti persiani.
Quell’uomo era completamente fuori di testa.
Non rispose, fissando in silenzio i battenti in quercia finchè questi non vennero spalancati.
Alphard, con una vistosa tumefazione alla tempia sinistra, era tenuto fermo da due uomini e un bestione pelato teneva stretta Sonya. Alaska e Christopher, poco distanti, erano stati disarmati e costretti in un angolo da un paio dei bestioni di Nathaniel.
- Portate i ragazzi nel seminterrato insieme al resto dei loro compagni; poi assicuratevi che Gabriel non uccida il nipote del caro Alphard … quel ragazzo è faticoso da gestire, tende sempre a fare di testa sua – sospirò al loro indirizzo, quasi volesse scusarsi del fatto che suo figlio fosse appena un po’ troppo sociopatico.
- Se gli succede qualcosa … - ringhiò Alphard, venendo zittito da un cenno del capo.
- Non sei nella posizione di fare minacce di morte, mio vecchio amico, ma apprezzo ugualmente lo sforzo. Ora, veniamo agli affari -, rivolse un sorriso a Sonya, - vogliamo riparlare della tua rinuncia a qualsiasi pretesa sull’Accademia. –
- E se non avessi cambiato idea? –
- Allora suppongo che Alphard vedrebbe davvero morire uno dei suoi nipoti. Le donne appartenenti al ramo dei Van der bilt non sono mai state molto fortunate in questa lunga trattativa. –
Katherine sentì la rabbia divampare dentro di lei.
Sua madre.
Quel mostro osava nominarla.
- Non parlare di lei -, gli rivolse uno sguardo carico d’odio, - non devi mai nominarla, non ne sei degno! –
Non sapeva nemmeno lei che reazione si sarebbe aspettata, ma decisamente non quella che ebbe.
Nathaniel scoppiò a ridere, una risata profonda e gioiosa, come se non avesse mai sentito nulla di più divertente in tutta la sua vita.
- È una vera guerriera, questo l’ha decisamente ripreso da Lennie. Allora, Sonya, vuoi davvero macchiarti del sangue di un altro adolescente innocente? –
Sonya distolse lo sguardo, abbassando il capo in segno di resa.
- Se la lasci andare firmerò tutto quello che vuoi. –
La sorpresa divampò per un attimo sul volto di Nathaniel, per poi essere sostituita da un misto di gioia e stupore: - Non era poi così difficile, hai visto? Portateli tutti alle segrete e nessuno osi far loro del male; Sonya e Ruby firmeranno i documenti del passaggio non appena saranno pronti e poi potranno tutti fare ritorno a casa … nessun danno collaterale. –
Pronunciò le ultime tre parole talmente sottovoce che non si capì se fossero dirette a tutti o solo a se stesso.

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

 

 

Le segrete erano fredde e umide proprio come fino a un’ora prima, l’unica differenza era che adesso non era più da sola ma c’era la sua intera squadra di soccorso.
Jackson sembrava aver retto bene allo scontro con Gabriel e aveva riportato solo una ferita che partiva dalla tempia e arrivava fino a metà guancia, solcandogli il sopracciglio.
Josephine era stata incaricata di curarlo e di occuparsi dei feriti nello scontro con gli uomini di Nathaniel.
- Brucerà un po’, ma fermerà il flusso sanguigno -, mormorò mentre disinfettava la ferita con tocchi gentili, - Temo che la cicatrice rimarrà, la ferita è abbastanza profonda. –
Jax annuì, tenendo lo sguardo stoicamente fisso verso il muro in mattonato.
Alphard era seduto accanto a Sonya, che aveva appoggiato la testa sulla sua spalla e si tormentava nervosamente le dita.
Poco distanti da loro Alistair e Ruby avevano assunto la stessa posa.
Il resto delle ragazze e Christopher, invece, erano ancora privi di sensi a causa degli Schiantesimi che li avevano messi fuori gioco.
Infine Benjamin, sdraiato a terra e con il capo adagiato sul suo grembo, cominciava a dare segni di ripresa.
Dragomir l’aveva scaricato nelle segrete pochi minuti dopo il loro arrivo. Il bulgaro aveva sfoggiato un labbro rotto e dei vistosi ematomi sul viso, che contornavano un’espressione suo malgrado colpita.
Comunque fossero andate le cose era poco ma sicuro che Benjamin fosse riuscito a impressionarlo.
Gli accarezzò il volto, stando attenta a mantenere un tocco lieve, e affondò le dita tra le ciocche castano scuro.
- Kat? Sei davvero tu? –
Annuì, continuando ad accarezzarlo.
Non sapeva il perché, ma da quando l’aveva rincontrato non riusciva a farne a meno.
- Sono io. –
- Avrei dovuto salvarti e invece sono finito anche io qui, sono davvero … -
Si chinò su di lui, tacitando il suo sproloquio con un lieve bacio a fior di labbra.
- Parli troppo, King, non te l’avevo già detto? –
Gli occhi castani scintillarono maliziosi.
- Se continuo a sproloquiare posso avere un altro bacio? –
- Si è decisamente ripreso – annunciò al resto del gruppo, suscitando risate collettive.
Josephine tossicchiò leggermente, attirando l’attenzione su di sé.
- Io … io credo di potervi far uscire di qui. –
Sonya si mise a sedere dritta, puntando le iridi grigio azzurre su di lei.
- Ne sei sicura? –
La ragazza prese un sospiro profondo, per poi annuire.
- A una condizione: voglio venire con voi. –
Alphard e Sonya si scambiarono un’occhiata d’intesa.
- Andata. –
- Allora lasciate fare a me -, prese un respiro profondo, - Gabriel, ho finito con le medicazioni, sono pronta a uscire. –
La sagoma del ragazzo fece capolino, sondando lo spazio all’interno della cella.
- Ti faccio uscire e informo che sono pronte a firmare –, asserì soffermando lo sguardo sulla sorella, - anche se è un peccato che tutto finisca in modo così rapido e indolore. –
Fece tintinnare le chiavi, aprendo la serratura e facendo cenno a Josephine di avvicinarsi.
- Datti una mossa, non ho tutta la giornata. –
Il movimento di Josephine fu così rapido e inaspettato che colse di sorpresa Gabriel e lo disarmò.
L’attacco successivo lo spedì contro il muro e gli fece perdere i sensi.
- Sono stata abbastanza rapida? – domandò al corpo inerte.
Alphard e Benjamin trascinarono il corpo all’interno, richiudendo la porta dietro di lui.
La seguirono verso l’uscita di servizio, sgattaiolando fuori.
Potevano aver perso la battaglia, ma non la guerra.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice: 

Eccoci qui con il penultimo capitolo, spero vi sia piaciuto. In settimana arriverà l’ultimo capitolo e poi un breve epilogo.
Stay tuned.
XO XO,
Mary

   
 
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