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Autore: Jeo 95    20/05/2017    2 recensioni
[Annalogia; Ignayla] [Mia personale versione ad una possibile successione degli eventi, possibili SPOILER]
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«Cosa succede, Ze-chan?»
A Zeref piaceva quando Anna lo stringeva a se, era piacevole e gli ricordava quando da bambino, senza la maledizione a gravitare sul suo essere, sua madre lo stringeva allo stesso modo. Era un ricordo felice, uno dei pochi che ancora gli restavano.
Ed era per conservare quel ricordo e quel calore che Zeref voleva assolutamente fermare il caos che stava dilagando imperterrito nel mondo degli umani.
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Storia che verrà aggiornata ogni sabato ;)
Abbiate fiducia nella nuova Jeo (o ArhiShay... se efp cambiasse il nick), rinata dalle proprie ceneri per portarvi le sue nuove storie.
Un bacione a tutti e a presto
Jeo 95 :3 (o ArhiShay xD)
Genere: Angst, Drammatico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Acnologia, Igneel, Layla Heartphilia, Zeref
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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N.d.a- Probabilmente mi aspettavate più tardi dopo il post dell'altro giorno, invece eccomi già qui, con una storia che non è quella che verrà cancellata.
Vi chiedete il perchè vero? Be, perchè ho programmato un calendario a seconda dei miei impegni e della preparazione delle storie, e questo è quello che ne è saltato fuori xD
Quello che andrete a leggere qui sotto è uno dei primi lavori con il nuovo stile, il mio stile, che per otto anni è cresciuto e cambiato, e che ancora continuerà a cambiare fino a raggiungere livelli sufficienti.
Non ho molto da dire sulla fic in se: semplicemente una mia versione dei fatti, su quello che accadde 400 anni nel futuro, fino ad arrivare ai tempi di Layla, per finire poi con Lucy nell'ultimo capitolo. Non seguirà il canon, ma qualche spoiler potrebbe esserci :)
Come detto nell'intro, questa storia verrà aggiornata ogni sabato sera, quando il lavoro mi permetterà di fare le cose come voglio xD
un bacione a chiunque vorrà seguirmi in questa nuova avventura, che si prospetta piena ed entusiasmante visto il fitto calendario! Ogni giorno una fic diversa xD
Grazie ancora del supporto, le critiche sono sempre ben accette :)
Bacioni e alla prissima,

Jeo 95 =3 (o ArhiShay)

 


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CAPITOLO 1- DECISIONE


 

Anna sfogliava svogliatamente i libri della grande biblioteca, in cerca di una risposta qualunque ai dubbi che da svariate notti ormai tormentavano i suoi sogni. Più leggeva, più sentiva la risposta scivolarle dalle mani come acqua, irraggiungibile, introvabile.

Aveva passato così tanto tempo in quel luogo da poter dire con estrema certezza di aver letto ogni singolo volume presente tra quegli scaffali. Se le avessero chiesto la posizione di un qualunque tomo, sicuramente l'avrebbe trovato senza alcun problema.

Chiuse con veemenza il libro che stringeva tra le dita, e con un gesto secco lo lanciò a terra, frustrata, combattuta, arrabbiata. Senza più speranza ad animarle gli occhi marroni che erano sempre stati la luce del suo popolo.

Tremante si accasciò su una sedia, si strinse la testa fra le mani e morse con forza il labbro inferiore, finché il sapore ferroso del sangue non le scivolò lungo la gola goccia dopo goccia.

Una scossa dall'esterno fece tremare le pareti della biblioteca. Gli scaffali vacillarono, alcuni libri si schiantarono al suolo con un tonfo, ma non se ne curò. Nulla sembrava scuoterla dalla disperazione che lentamente la stava inghiottendo, nemmeno i rumori della battaglia furiosa che stavano bruciando il suo regno, pezzo dopo pezzo, vita dopo vita.

Il suo regno moriva ogni giorno da un tempo indefinito, aveva smesso di contarlo quando si era resa conto che non poteva far nulla per salvare la sua gente. Assolutamente nulla. Non si era mai sentita più inutile nel suo ruolo di sacerdotessa, colei che avrebbe dovuto proteggere coloro che le chiedevano aiuto.

Si erano fidati di lei, l'amavano, l'avevano chiamata Regina, e tutto quello che poteva fare ora che il suo popolo aveva realmente bisogno di lei, era guardarlo bruciare per mano di colui che una volta aveva un posto speciale nel suo cuore. Se solo quel giorno l'avesse fermato...

Anna lasciò che le lacrime scorressero sul suo pallido viso, stanco e provato dalle notti insonni passate a cercare una soluzione, qualunque cosa potesse ridarle una speranza, quella stessa speranza in cui aveva sempre creduto, che l'aveva accompagnata in ogni suo passo, una compagna fedele ed affidabile nella quale era facile credere e sperare, ma che altrettanto facilmente l'aveva abbandonata quando più sentiva di averne bisogno.

Altri boati scossero la stanza, qualche altro libro cadde a terra, le grida della gente fuori dalle mura rimbombava per la stanza, ed Anna sentì la disperazione farsi sempre più grande, sempre più pressante sul suo povero cuore, troppo ferito per poter sostenere oltre quella pressione. Avrebbe soltanto voluto finirla, una volta per tutte.

Se pensava che tutto quel dolore, quella distruzione, quella morte erano scatenate a causa di un suo errore, un suo stupidissimo errore, il senso d'angoscia la schiacciava ancor di più, e non riusciva a darsi pace nemmeno col pensiero della morte fisso nella mente.

Sapeva cosa avrebbe alleviato quell'ingombrante peso, sarebbero bastate poche parole, un solo ordine detto alle persone giuste affinché tutto giungesse presto ad un epilogo in cui l'umanità avrebbe potuto continuare a vivere. Ferita si, abbattuta anche, ma viva e con la possibilità di ricominciare da capo per un futuro migliore. Sarebbe bastato un ordine, che non riusciva ad impartire.

Per questo cercava un'altra soluzione, un'alternativa che non solo la sua mente, ma anche il cuore potesse accettare senza paura di distruggersi più di quanto non stesse già facendo.

E l'aveva cercata, disperatamente, per giorni e giorni, una ricerca che si era rivelata completamente inutile. L'unica soluzione possibile, era porre fine alla vita dell'essere che li minacciava.

Ma come poteva farlo? Come poteva uccidere colui che aveva amato, che amava, con tutto il suo essere? Semplicemente non poteva. Perché nonostante tutto lei gli apparteneva, e almeno una parte del suo cuore, del suo essere, gli sarebbe appartenuta per sempre.

Il bussare insistente alla porta la distrasse per un istante dal caos che le distruggeva la mente, un tempo in grado di portare la serenità dei cuori di chi le chiedeva aiuto, ora soltanto un guscio vuoto silenziosp d'impotenza e arrendevolezza. Si asciugò gli occhi e tornò fra gli scaffali per cercare ancora, consapevole di quanto quel frugare non avrebbe portato a nulla un'altra volta, ma incapace di fare altro. Nel mentre, concesse a chi stava fuori dalla porta di entrare.

«Anna...» la voce di Zeref la richiamò, bassa e stanca, come se si fosse appena svegliato da un brutto sogno e cercasse disperatamente il conforto di una madre.

Era solo un ragazzo dopotutto, e lei era l'unica che poteva stargli vicino senza risentire della maledizione che gravava sulle sue giovani spalle. Gli sorrise meglio che poteva, la stanchezza di quei giorni non l'aiutava di certo, e gli fece segno di avvicinarsi, poggiando sul tavolo il libro che stava consultando, o su cui casualmente aveva posato lo sguardo un secondo prima che egli entrasse.

Un'altra scossa fece smuovere i muri, e stavolta Anna non distolse lo sguardo. Guardò preoccupata il soffitto, senza mai volgere gli occhi sull'unica finestra che portava luce alla stanza. Non voleva assistere a quello spettacolo, anche se era colpa sua non aveva la forza di reggere la vista di tutta quella distruzione. Riaprì gli occhi su Zeref e sorrise, stringendolo fra le braccia con tenerezza e dolcezza.

«Cosa succede, Ze-chan?»

A Zeref piaceva quando Anna lo stringeva a se, era piacevole e gli ricordava quando da bambino, senza la maledizione a gravitare sul suo essere, sua madre lo stringeva allo stesso modo. Era un ricordo felice, uno dei pochi che ancora gli restavano.

Ed era per conservare quel ricordo e quel calore che Zeref voleva assolutamente fermare il caos che stava dilagando imperterrito nel mondo degli umani.

«Anna dobbiamo fermarlo.»

La donna si gelò, sentì il sangue farsi freddo ed i muscoli irrigidirsi mente le parole di Zeref pungolavano la sua mente come spilli affilati. Lo sapeva che andava fermato, stava cercando con tutta se stessa di trovare una soluzione che potesse conciliare i desideri della mente e del cuore, ma nessun libro era stato in grado di aiutarla nell'impresa. E se la mente conosceva il modo definitivo per cancellare il problema, il suo cuore si rifiutava di accettare tale soluzione come unica possibile.

«C-Ci sto lavorando, appena avrò trovato qualcosa io...»

«So come possiamo fermarlo.»

Anna si bloccò. Aveva voltato le spalle al giovane ed aveva ripreso a scorrere con lo sguardo i libri sul ripiano più alto, l'ultimo che le restava da controllare di quello scaffale. In punta di piedi scorreva l'indice da volume a volume, leggendone i titoli e sfiorando delicatamente il dorso in pelle dei tomi.

«Come?» fu appena un sussurro, ma Zeref lo sentì comunque.

«Qui, in questo tempo, per noi non c'è speranza di riuscire a sconfiggerlo. Né con l'aiuto di Igneel e gli altri, né con la tua magia, che è la più forte in assoluto.»

Era vero, era maledettamente vero. Cinque draghi non erano stati in grado di fermare colui che prima era umano, l'essere che si era bagnato col sangue di milioni di draghi, che aveva banchettato con le loro carni e riempito calici del loro immenso potere, fino a diventarne succube completamente. Quello che un tempo era nato per proteggerli da quei draghi malvagi che li vedevano come cibo, era diventato egli stesso carnefice della sua stessa specie. Di entrambe.

E a nulla era servito il potere di cinque fra i draghi più forti del mondo, li aveva spazzati via come foglie sospinte dal vento. A nulla era servita la sua magia, di colei che doveva essere la sacerdotessa delle stelle più forte del regno, a nulla erano servite le sue parole per tentare di riportarlo indietro, verso la luce. Nessuno aveva potuto fare nulla. Eppure un modo c'era, l'unico che Anna si ostinava e rifiutava di utilizzare.

«Se non usiamo il cannone, probabilmente l'intero regno sarà presto sull'orlo della distruzione.»

Il cannone magico al plasma. Un'arma costruita dagli antichi sacerdoti per difendersi dai draghi, uno strumento ignobile che inglobava in una sfera il potere e l'essenza di un drago, distruggendo la magnifica creatura che, priva della propria magia, moriva lentamente, nell'agonia di sentire la propria anima strappata con violenza dal corpo.

Odiava quell'arma, non avrebbe mai permesso che la utilizzassero su di lui. Mostro o non mostro, lei ancora lo amava. Era egoista, lo sapeva bene, ma nessuno l'avrebbe mai convinta ad agire diversamente, neanche se ciò le sarebbe costato la vita.

Strinse i pugni con forza, fissando lo sguardo su Zeref, determinata a non cedere sulle sue decisioni.

«Non ho intenzione di...»

«Lo so» la interruppe semplicemente. Vide gli occhi di lei allargarsi, sorpresi e straniti, forse perché impreparata a quella risposta così diretta, forse perché nessuno prima aveva mai voluto capire quel suo impuntarsi per proteggere la vita del mostro che stava distruggendo il loro mondo.

«Non esiste soltanto il cannone, c'è un altro modo per fermarlo.»

A quelle parole, Anna scattò. Afferrò le spalle di Zeref e fissò i suoi occhi scuri in quelli di lui, così prepotenti e speranzosi da lasciarlo interdetto per qualche attimo, in cui lo sguardo della donna sembrava potergli scrutare ogni più piccola sfumatura dell'anima. Era uno sguardo carico di disperazione, illuminato dal disperato bisogno di avere almeno un barlume di speranza per la quale continuare a lottare. A vivere.

«Ti prego Zeref, se conosci un modo per... ti prego dimmelo!»

Il ragazzo chiuse gli occhi, inspirò profondamente e li riaprì, tornando a fissali in quelli di Anna, che trepidante attendeva bisognosa la risposta che cercava da tanto tempo, e che all'improvviso si stava materializzando davanti ai suoi occhi.

«Esiste un altro modo per fermarlo, l'abbiamo qui, davanti ai nostri occhi, ma ancora non è pronto.»

Anna sbarrò di nuovo lo sguardo, lasciò le spalle di Zeref e strinse le mani al petto, senza però smettere di osservare il ragazzo davanti a lei «Che vuoi dire?»

«I Dragon Slayer Anna, loro possono sconfiggerlo una volta per tutte, loro possono uccidere Acnologia» la maga sussultò, mentre il viso impallidiva al pari di un candido lenzuolo e l'immagine dei cinque bambini si formava nella sua mente.

I suoi bambini. Erano troppo giovani, troppo innocenti per potersi confrontare con il potere di Acnologia, troppo inesperti per avere anche solo una speranza di fermarlo. Non li avrebbe mandati al macello, né ora né mai.

«Sono solo bambini Zeref, non possono certo...»

«Non ancora» precisò «Ma un giorno, quando saranno grandi, avranno il potere necessario a fermarlo, dobbiamo solo dar loro il tempo di crescere.»

Anna ci pensò, seriamente e con la mente abbastanza lucida da saperne valutare rischi e vantaggi. Forse Zeref aveva ragione, ma un nodo allo stomaco le impediva di reagire positivamente a quella possibilità che le veniva offerta.

Rifiutava il cannone perché pensava fosse una barbaria inumana e disdicevole, oltre che inutile in quanto il potere di Acnologia non avrebbe abbandonato il loro mondo, semplicemente avrebbe cambiato forma, e chi poteva dire non finisse in mani peggiori? Troppo rischioso anche solo per tentare.

Il piano di Zeref invece era sensato, difficile da realizzare, ma di sicuro il miglior piano che avessero in serbo, sempre se l'umanità fosse sopravvissuta abbastanza da poter essere salvata quando i giovani fossero stati pronti.

Eppure, un nodo doloroso le attorcigliava lo stomaco, impedendole di dare completa disponibilità e approvazione verso la loro via d'uscita da quel ciclo di morte e distruzione.

Perché in fondo al suo cuore, in una parte nascosta a tutti, lei desiderava che Acnologia vivesse. Pregava ogni notte affinché la ragione tornasse a controllare sulla mente confusa ed oscura del suo amato.

Zeref lo sapeva, capiva il desiderio egoistico di Anna, perché in fondo anche lei era umana, e come tale aveva desideri e passioni che non poteva controllare, semplicemente prendevano il sopravvento sulla mente. Non era certo che avrebbe mai accettato l'idea di lasciar morire Acnologia, ma era necessario per riportare l'equilibrio nel mondo. Affinché un giorno End potesse rinascere e mettere fine alla sua maledizione.

«D'accordo» fu sorpreso Zeref quando la tremante voce si Anna diede il proprio consenso, ancor di più nel vedere il bagliore dei suoi occhi spegnersi, rassegnato all'unica impronunciabile verità «Dimmi tutto ciò che serve per mettere in atto questo piano.»

Ormai aveva deciso, nulla l'avrebbe più distratta dall'obiettivo primo di salvaguardare la salute del suo popolo. Non sempre quello che abbiamo è ciò di cui abbiamo bisogno, ed era questo il caso. Lei desiderava ardentemente poter tornare indietro, rivivere gli splendidi momenti al fianco dell'uomo che amava, ma era una voglia malsana ed egoista, che non avrebbe mai trovato certezza. Ciò di cui aveva bisogno invece, era la certezza che il suo popolo fosse al sicuro, che potesse continuare a vivere senza la paura di veder crollare ogni cosa con il prossimo soffio del vento.

«Ma prima...» proruppe con fermezza, uno sguardo che non ammetteva alcun no come risposta «... voglio parlare con lui, un'ultima volta.»

Per annientare ogni più piccolo barlume di speranza.
 

*w*w*w*w*
 

Igneel stava giocando col suo piccolo Natsu quando Anna e Zeref si fecero vedere, e soltanto guardando il passo sicuro della donna, poté intuire che aveva finalmente preso una decisione sul destino del regno.

Natsu corse sorridendo tra le braccia della maga, che l'accolse con un sorriso sincero e splendente. Un sorriso di chi non ha più rimpianti.

Lo sollevò da terra e continuò a camminare verso l'uomo, che con un solo gesto si alzò.

Anna posò gli occhi color nocciola su di lui, e fissò con intensità la forma umana del drago, bellissimo come il primo giorno che l'aveva visto.

Aveva i capelli rossi e scompigliati, molto simili a quelli del piccolo Natsu, sparati in ogni direzione. Le sopracciglia erano folte e ricurve verso l'altro, un ombra di pizzetto gli sporcava il mento, ma senza togliere nulla alla bellezza del viso. Aveva gli occhi piccoli dalla pupilla allungata, come quella dei rettili, di un marrone intenso ed ammaliante, quello destro era attraversato da una profonda cicatrice, poco sotto ve ne era una seconda, simile ad una croce, ma Anna era sicura che tutto il suo corpo ne fosse cosparso.

Era altro, ed il fisico tonico lo faceva apparire come il più potente fra i guerrieri, e forse era uno dei pochi casi in cui l'apparenza rispecchiava piuttosto fedelmente la potenza che era in grado di scatenare.

Il re dei draghi di fuoco aspettava imperterrito che gli venisse riferito il risultato della conversazione avvenuta fra i due, se Anna avesse o meno accettato il piano elaborato da Zeref. Perché senza il suo consenso non avrebbero potuto muoversi.

Anna spazzolò i capelli di Natsu e lo rimise a terra, intimandogli di raggiungere gli altri, spostati più a valle rispetto alla collinetta in cui sorgeva la biblioteca, e avvisarli di raggiungerli all'interno della struttura. Aveva importanti notizie da riferire.

Sorridendo, il bambino corse nel boschetto che si estendeva per svariati chilometri verso le montagne in cui Acnologia aveva preso dimora. Incredibilmente, la nuvola verde che li separava dal loro carnefice era il luogo più sicuro in cui nascondersi.

«Dunque?»

Proruppe Igneel impaziente, i muscoli tesi mascheravano perfino il respiro accelerato che caratterizzava l'ansia pressante che lo stava divorando.

«Ho una condizione, e non ti piacerà» Anna spiegò anche a lui quale fosse la sua unica richiesta per accettare il piano ideato da Zeref. Fu chiara e concisa, motivò ogni sua parola e disse di aver ponderato a lungo prima di agire ed anche solo esporre l'idea, ma come previsto Igneel non la capì.

«È troppo pericoloso Anna, se ti accadesse qualcosa...»

«Ti prego Igneel. Lo devo fare, o non potrò mai lasciarlo andare» non voleva lasciarlo andare, ma quello era l'unico modo per spingere il suo cuore a fare la scelta giusta.

Igneel sospirò. Era rischioso, troppo forse, ma era conscio di quanto fosse importante per lei parlargli un'ultima volta. Non aveva mai amato lui, non poteva capire quanto avesse perso e quanto facesse male non poter stare accanto alla persona amata, ancor meno comprendeva il dolore nel dover essere gli artefici della fine di chi ha rubato il nostro cuore, ma poteva percepire a fior di pelle i sentimenti che trapelavano dal fragile corpo umano di Anna.

Desiderava fare quella follia a qualunque costo, e nessuno l'avrebbe dissuasa da tale proposito.

«D'accordo, ma verremo anche noi. Non ti lasceremo sola.»

Anna sorrise dolcemente al drago, e si sentì improvvisamente più leggera e consapevole. Si stava lentamente avvicinando al coraggio che le mancava per chiudere ogni legame con una parte del suo cuore ancora troppo radicata nell'animo per poter essere estirpata.

Aveva compiuto un passo. Un passo più vicina a dire addio.


 


 


 


 


 


 


 

   
 
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