Just
say you’ll be there for me
Please say that you’ll be there
Just say that you’ll be my side
When the storm subsides
- When The
Storm Subsides,
In This Moment -
La
stazione era un concentrato di rumori fastidiosi. I fischi dei treni
stridevano
nell’aria, riempivano gli angoli, dolevano alle orecchie. Il
vociare confuso
dei pendolari era un sottofondo quasi angosciante, così come
i richiami
imperiosi dei controllori.
Max
si guardò intorno, scrutando i volti delle persone che le
passavano accanto. Alcuni
erano rilassati, altri parevano agitati, altri ancora erano tesi come
la pelle
di un tamburo. Un parlottio vivace e cacofonico – alle sue
orecchie quasi
agitato – accompagnava quel via vai senza posa.
“Chissà
se gli abitanti
di questa cittadina sanno già cos’è
accaduto ad Arcadia Bay”
si chiese, abbassando lo sguardo sulle proprie scarpe da ginnastica
sporche di
fango. Non doveva avere un bell’aspetto, pensò. In
fondo, era sopravvissuta alla
forza distruttiva di un tornado.
Max
si abbracciò il busto e chiuse gli occhi, ignorando
l’ennesimo fischio che sfrigolò
nell’atrio della stazione. Immersa nel buio, rivide la
tempesta abbattersi
sulla sua città e con la sua inarrestabile forza distruttiva
radere al suolo
gli edifici, sbrindellare il terreno, mietere vittime innocenti.
Mugolò
tutto ad un tratto, rannicchiandosi nelle spalle, colta da un
inaspettato
brivido gelido.
“È
solo colpa mia!”
si disse, “Avrei dovuto aiutare
quelle
persone, avrei dovuto fare qualcosa!”.
- Ehi?
Un
tocco delicato sulla spalla e il suono di quella voce – della
sua voce – la fecero
trasalire.
Max
risollevò le palpebre e volse il capo alla propria destra,
incontrando subito
gli occhi chiari di Chloe. Della sua
Chloe.
La
stava scrutando con attenzione, con uno sguardo penetrante e al tempo
stesso
tagliente. Max notò che nell’altra mano stringeva
una bottiglietta d’acqua, in
un modo così convulso che la plastica pareva sul punto di
esplodere.
“Anche
tu senti i sensi
di colpa morderti il cuore?”.
- Chloe...
- ...Max, ormai non si può più tornare indietro.
Max
si guardò i palmi arrossati e tremanti, trattenendo a stento
un conato. Da quando
Arcadia Bay era stata distrutta, da quando il tornado era svanito
all’orizzonte
plumbeo, lasciando dietro di sé solo morte e distruzione,
lei aveva perduto i
propri poteri. Aveva cercato di tornare indietro nel tempo, di
aggiustare le
cose, di non dover compiere quell’atroce scelta, ma era stato
tutto inutile. Il
Fato – o qualsiasi cosa fosse – si era compiuto e
non le avrebbe ma più
permesso di intervenire per cambiare le cose.
- Hai ragione – sussurrò infine, tornando a
guardare Chloe e incontrandone gli
occhi arrossati e stanchi – ma non posso placare questo
dolore, questi sensi di
colpa.
- Max, abbiamo attraversato mezzo Stato senza rivolgerci la parola
– le disse l’altra
– devo forse dedurre che ti stai pentendo della tua decisione?
- Assolutamente no! Non lo farei mai, io tengo troppo a te e non ti
avrei mai e
poi mai sacrificata! Dio solo sa quanto ho dovuto penare per fare in
modo che
tu vivessi. Tutto ciò che ho fatto, l’ho fatto
solo per averti accanto, Chloe. Perché
senza di te, io non posso vivere!
E
nel pronunciare tali parole, le sue guance si tinteggiarono di rosso.
Chloe
le passò un braccio sulle spalle spioventi e
appoggiò il capo contro il suo,
sospirando.
- Allora cosa ti affligge così tanto? – le chiese.
Max
deglutì il dolore, ma non riuscì ad impedire ad
una lacrima di scivolare giù,
disegnando il profilo del suo zigomo tondo.
- Il fatto che, se avessi fatto di più, forse oltre a te
sarei riuscita a
salvare anche Arcadia Bay e i suoi abitanti – rispose in un
singulto.
La
voce dissonnante dell’altoparlante colmò il
silenzio fra loro, annunciando l’arrivo
di un treno per chissà dove.
- Max, sulle tue spalle è stato posto un peso enorme
– le sussurrò Chloe all’orecchio
– hai... abbiamo dovuto
compiere dei
sacrifici, ma se non l’avessimo fatto, ora io e te non
staremmo insieme –
sospirò di nuovo, staccandosi leggermente da lei per poterla
guardare negli
occhi lucidi – sarò egoista, anzi, lo
sarò sicuramente, ma sono felice che tu
abbia scelto me e che tu abbia sacrificato la vita di quegli stronzi
egoisti
per salvare la mia.
- Chloe, io...
Ma
prima che potesse aggiungere altro, Chloe le prese il viso fra le mani
e la
baciò con ardore e passione, allacciando la lingua alla sua,
imprimendo in quel
gesto tutto l’amore che provava per lei. Max se ne
sentì quasi annientare e
scacciare, mentre ricambiava quel bacio con disperazione. Le
gettò le braccia
al collo e chiuse gli occhi, lasciando libere le lacrime.
Forse,
avrebbe convissuto in eterno con i sensi di colpa.
Forse,
non sarebbe mai riuscita a dimenticare il fatto che a causa sua erano
morte
persone innocenti.
Ma
di una cosa era certa: se avesse perduto Chloe, la sua vita non
avrebbe avuto più senso.
Angolino
dell’autrice:
Ciao
a tutti!
Questo
è il secondo racconto che scrivo su questo fandom e nasce da
un prompt che mi è
stato assegnato da un’amica mentre su fb ne elemosinavo
qualcuno. Il prompt in
questione era: “treno in arrivo”.
Il
titolo della OS è lo stesso del brano degli In
This Moment.
Scegliendo
chiaramente il finale in cui Max sacrifica Arcadia Bay per salvare
Chloe, ho
voluto da una parte immaginare i pensieri di Max e relativi sensi di
colpa e
dall’altra l’arrivo in una stazione non
specificata, che segnerebbe l’inizio di
una nuova vita per le nostre due piratesse. Da sfondo, il
l’amore che nutrono l’una
per l’altra, che a mio avviso le ha portate a rimanere sempre
unite nonostante
tutto e a superare ogni difficoltà.
Nella
speranza che ciò che ho scritto abbia senso non solo per me.
Senza
pretese,
Elly