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Autore: Ninfea Blu    10/06/2009    21 recensioni
Dopo la notte d'amore Oscar e Andrè pensano a quello che li attenderà l'indomani, ma quali sono stati i loro pensieri sul futuro che si apprestavano ad affrontare?
Ho cercato di rispondere a queste domande... il finale potrebbe essere una sorpresa, ma spero che vi piaccia.
Genere: Malinconico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Cigno'
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IL CANTO DEL CIGNO

õ  Il canto del cigno  õ

- 12 luglio 1789 -

 

Prima di tutto volevo ringraziarvi per le numerose recensioni ricevute dal mio precedente racconto “Malata d’amore”. Sono rimasta enormemente sorpresa e felice per come è stato accolto. Ringrazio anche quelle persone che l’hanno messo nei preferiti e tutti quelli che l’hanno letto.

Questo racconto che state per leggere può essere considerato una continuazione naturale di “Malata d’amore” perché parte dal dopo. Non so se lo accoglierete nello stesso modo. Racconta i momenti prima della decisione di andare a Parigi.

Forse vi sembrerà “strano” il finale, ma secondo me è lieto. Spero lo sia anche per voi.

 

 

******

 

 

Una sera del luglio più crudele della storia di Francia, dopo vent’anni di vita insieme, i sogni di un uomo innamorato si erano avverati, e i suoi sentimenti verso la donna che inconsapevole, aveva condiviso con lui quella lunga attesa, erano stati ricambiati con uguale intensità. Fu concessa loro una sola notte, bellissima e struggente come il canto del cigno morente, testimone del loro amore e della loro gioia, purtroppo destinata a consumarsi in fretta, divorata dalle fiamme della rivoluzione. 

 

***

 

Dopo l’amore gli amanti riposavano nel grande letto della stanza di Oscar. I corpi allacciati si tenevano stretti, le braccia di André trattenevano la donna addormentata sulla sua spalla. Lui era sveglio, incredulo e felice solo perché poteva guardarla; doveva farlo finché avesse potuto, finché il suo occhio glielo avesse permesso. Sapeva che presto avrebbe perso la vista e quelle immagini sarebbero appartenute ai ricordi, gli ultimi e i più dolci.

Come era bello guardarla dormire.  Che bella quella notte testimone dei loro cuori aperti all’amore per la prima volta. Sentirla fremere sotto le sue dita, tenera e appassionata come non pensava potesse essere. Un dono da conservare come il ricordo di lei più prezioso, insieme agli altri mille della loro vita insieme. Presto non avrebbe più visto il biondo dei suoi capelli, l’azzurro dei suoi occhi, il colore delicato della sua pelle. Ti vedrò con le mie dita, come un cieco vede il mondo, pensò.

 

Ma non scorderò mai questa notte, la nostra prima notte d’amore, vorrei che potessero essercene delle altre, ma non so cosa ci riserverà il domani. Questa forse è stata così bella perché è destino che sia anche l’ultima che questa vita ci concederà? Mi obbligo a sperare che non sia così.

Ora mi chiedo se ho vissuto fino a questo momento, solo per vedere il tuo cuore traboccare di gioia e sapere che sono stato io a donartela. Perché sono assolutamente certo che tu non sia mai stata felice come ora, e mi sembra una felicità troppo grande per appartenere a questo mondo che sta andando in frantumi attorno a noi.

Non voglio dirti che ho paura, per me e soprattutto per te.

Quali decisioni prenderai adesso? Che cosa farai?

Adesso che hai scoperto che diventerò cieco, posso intuire che temi per la mia vita.

Ancora non capisco perché il dottore ti abbia raccontato della mia situazione… ma perché sei andata da lui, forse c’è qualcos’altro che mi nascondi e che non vuoi farmi sapere?

In effetti, da un po’ di tempo la tua tosse mi preoccupa e sei molto pallida, anche Alain se n’ è accorto. Forse sei solo stanca di fare questa vita.

Eppure tu non hai mai ceduto e io ti amo anche per questo. Ho sempre amato il tuo coraggio e la tua forza. Vorrei portarti via da tutto quello che sta accadendo; lontano da Parigi, dal popolo che sta per ribellarsi, dai soldati che comandi.

Soli io e te, finalmente insieme per davvero, dove la rivoluzione non possa raggiungerci.

Ma il problema non sei tu, sono io.

Io che dovrei proteggerti, ora posso essere solo un peso per te.

Me ne rendo conto… e non so cosa fare. Non c’è molto che io possa fare.

Non voglio che ti preoccupi, domani sarà difficile affrontare tutto quello che ci attenderà, senza dover aggiungere anche l’ansia che nutrirai per me. Ma quando tutto sarà finito, quando avremo fatto il nostro dovere, magari potremo andarcene via, lontano…

Ora voglio solo pensare a te, che sei qui, nuda tra le mie braccia.

Mi hai accolto nel tuo letto come mai prima avevi fatto.

L’ho desiderato tante volte, come qualcosa di proibito, non ho mai sperato veramente che potesse succedere. È accaduto contro ogni logica, perché non è un momento buono per vivere un amore.

Forse è proprio per questo che ci siamo presi così, come se non dovessimo avere un'altra possibilità. Voglio guardare ancora il tuo volto, finché potrò farlo, fino a quando Dio mi concederà di vedere la tua luce.

 

Doveva fissare nella mente il volto sereno della sua donna, la grazia del suo corpo coperto dal lenzuolo candido, la curva delle sue spalle mollemente abbandonate, immagini che lo ripagavano dei dolori di una vita. E mentre la contemplava, lei dolcemente riaprì i suoi splendidi occhi celesti, limpidi come acqua, ma che sapevano accendersi di un fuoco incontenibile da cui poco prima si era lasciato bruciare. Completamente sveglia, lei ora lo guardava; con la mano forte e affusolata indugiò ad accarezzare il profilo delle sue labbra morbide e calde, salì lungo la guancia a seguire la linea dello zigomo fino alla fronte. A quel gesto lui inclinò il volto, poi rispose con un bacio all’interno del polso. Lei gli sorrideva e la sua espressione era serena, nulla sembrava turbarla.

“Sei sveglio da molto André?”

“Da un po’…mi piace guardarti mentre dormi, avevi un’ aria felice.”

“Lo sono André, forse per la prima volta nella mia vita.”

Per ironia della sorte, si può essere al colmo della felicità negli ultimi momenti della propria vita?

Un’ombra attraversò lo sguardo di Oscar; benché la stanza fosse illuminata solo dal debole chiarore della luna, André la notò ugualmente, perché di lei nulla gli sfuggiva.

Nel silenzio, con la sua mano appoggiata sul petto di André, Oscar pensava al suo passato di infelice, al tempo perso e speso male a inseguire false illusioni, alla propria incapacità di vedere che aveva accanto a sé da sempre ciò che aveva cercato in un altro sguardo.

E pensava al suo terribile male che lentamente, ma inesorabilmente la stava uccidendo.

Pensava a quello che avrebbe potuto essere e a quello che inevitabilmente sarà.

 

Avremmo vissuto di un amore intenso e travolgente, la nostra felicità sarebbe stata completa e forse, io ora non avrei rimpianti e sensi di colpa. Però se penso al nostro passato, mi accorgo che con te non ho mai conosciuto la tristezza; quello che non potevo sapere era che la tua felicità sarebbe stata fonte della mia. Ora mi restano sei mesi di vita, per darti tutto quello che ti ho fatto mancare, in anni trascorsi silenzioso e gentile al mio fianco. Come vorrei poterti risparmiare un nuovo dolore, ma dovrai soffrire ancora a causa mia. Ora che ti amo più della mia vita, adesso che farei di tutto per renderti felice, la gioia che provo è offuscata dalla consapevolezza, che sarò per te la fonte del dolore più grande. Tu mi hai promesso che niente potrà più dividerci, ma non sai che io per prima non potrò mantenere questo giuramento.

E non potrò farlo perché la morte verrà a reclamare prima i suoi diritti. Sei mesi che potrebbero diventare poche ore, perché non so cosa accadrà domani, a Parigi.

So solo che ora, né domani, né mai, io vorrei lasciarti uscire da questo letto.

Ti incatenerei ad esso nel disperato tentativo di proteggerti; ora le parti si sono invertite e so solo che devo fare con te, quello che tu hai fatto con me per anni. Devo salvarti dalla tua incoscienza, che ti fa rischiare la vita per restarmi accanto.

Come quella sera drammatica, davanti alla furia cieca di mio padre.

Tu neppure immagini come mi sentii, allora. Non te l’ho mai detto. Forse potrei farlo adesso…

Fu terribile vederti lì, in ginocchio davanti a lui, fermo nel tuo proposito; sembravi più folle di mio padre. Le candele si erano spente ed eravamo rimasti al buio; c’era il temporale quella sera e io avevo paura che un lampo improvviso venisse a illuminare il tuo corpo ferito a morte dalla sua spada, e allora, forse mi sarei uccisa dopo… forse mi sarei lanciata su di te per farti scudo col mio corpo…

forse lo avrei odiato davvero, per la prima volta in tanti anni.

Devo proteggerti, a qualunque costo.

Leggo nei tuoi occhi che sei preoccupato… mi viene quasi da piangere, ma non voglio rovinare questo momento. Voglio che duri ancora, questa notte è ancora lunga.

Voglio sentirmi viva, insieme a te André.

Il domani è ancora lontano e voglio perdermi ancora, stordirmi al contatto delle nostre pelli e sentirti mio e sentirmi tua, allora neanche la morte potrà nulla.

 

Fu la voce di André a rompere il silenzio, dietro cui Oscar nascondeva le sue inquietudini.

“Che cosa c’è Oscar, a cosa pensi?” le chiese dolcemente.

“Stavo pensando che non ti ho mai detto grazie, Andrè…” gli rispose in un sussurro.

“Di cosa?”

“Per quella sera terribile; ho temuto che mio padre potesse davvero farti del male… quando mi hai salvato la vita…” disse piano.

Andrè la osservò assorto alcuni istanti prima di risponderle.

“Non permetterei mai a nessuno di farti del male, lo sai… morirei piuttosto.” Le rispose serio mentre con un dito le accarezzava la curva delicata della guancia. Lei sorrise a quella carezza, poi aggiunse con maggior forza e guardandolo dritto negli occhi: “Perdonami André, se ti ho fatto soffrire, se solo avessi capito prima…”

“Non c’è niente da perdonare, credimi. Io ti ho sempre amato e ti amerò sempre.”

“Anch’io ti amo André, ti amerò fino all’ultimo giorno della mia vita.”

Quelle parole sorpresero e turbarono André; c’era in esse una vaga eco di minaccia incombente, che allarmò il giovane. Non poteva sospettare la vera natura di quella minaccia.

“Non parlare così, Oscar…” disse guardandola ansiosamente.

“Scusami, ma ho paura; temo di perdere ciò che ho appena trovato. Ho paura che possa accadere qualcosa di spaventoso.”

Oscar lo strinse a sé, come se dovesse proteggerlo e André ricambiò quella stretta, mentre lei lo accarezzava, scostando le ciocche scure dei suoi capelli dal viso.

Mentre si stringeva a lui, appoggiava la fronte al suo petto ampio; continuava a parlargli, la voce quasi un sussurro.

“Cosa dobbiamo fare? Abbiamo ricevuto l’ordine di sedare la rivolta armata; questo significa sparare sulla folla. Speravo di non dover arrivare a tanto.”

“Tu che cosa vuoi, Oscar?”

“Io non voglio puntare le armi contro il popolo, mi sembra l’azione peggiore che il Re potesse concepire; è stato sicuramente malconsigliato dai ministri. Ho fatto quanto era in mio potere per scongiurare tutto questo, ho pregato la regina di usare tutta la sua influenza per impedire uno scontro tra il popolo e la corona, ma Sua Maestà non ha voluto ascoltarmi. Sono quasi certa che se dessi ordine di sparare sulla folla, molti dei tuoi compagni non lo rispetterebbero.”

Oscar aveva parlato portandosi una mano alla tempia come se provasse dolore. André la osservò per qualche istante accarezzandole un braccio prima di risponderle.

“Sì, lo penso anch’io. Non lo fare, allora. Possiamo andare a Parigi e batterci insieme al popolo. Sarebbe la cosa più giusta da fare”.

Si cercarono con gli sguardi per trovare reciproco sostegno.

“Mi stai chiedendo di tradire l’esercito, André? Sai che cosa significa?”

“Ti sto chiedendo di fare la cosa giusta e di farla con me, Oscar.”

“Lo sai, sono pronta a seguirti comunque. Se passiamo dalla parte del popolo, saremo considerati dei traditori. In breve tempo, avremo tutte le truppe della città a darci la caccia.”

“Fa parte del rischio Oscar, ma questa causa è giusta e la fortuna sarà dalla nostra parte.”

André voleva essere ottimista, soprattutto per tranquillizzare lei, ma era ben consapevole che il prezzo da pagare avrebbe potuto essere alto; sperava solo che non fosse Oscar a doverlo pagare.

“Io non voglio che tu metta a repentaglio la tua vita, lo capisci André? Tu non sei in condizioni di poter combattere. Devo saperti al sicuro, per questo ti ho chiesto di tornare a Palazzo Jarjayes… - La frase poteva suonare dura, ma la voce di Oscar si era fatta ansiosa e leggermente esasperata. - Sto parlando del tuo occhio, è troppo pericoloso per te, venire con me a Parigi. Non devi correre rischi, ti supplico, deve esserci un altro modo. Ho paura per te, se ti accadesse qualcosa io…”

Andrè la zittì con un bacio prima di risponderle.

“Cosa vorresti fare amore mio, andare a Parigi senza di me? Ora più che mai dobbiamo essere uniti. Non posso lasciarti andare da sola; abbiamo sempre corso gli stessi rischi, è una vita che lo facciamo, cosa ci sarebbe di diverso ora?” Andrè quasi sorrideva.

“Adesso tutto è diverso, noi siamo diversi e ci sono altri sentimenti in gioco.”

 

Adesso c’è la felicità che ci siamo negati così a lungo, non voglio metterla a rischio.

E quello che noi stiamo per correre è un rischio enorme…

 

“I miei sentimenti sono sempre quelli Oscar; è da una vita che li metto in gioco e se essere qui, ora tra le tue braccia, era il premio, non mi pento di averlo fatto. Rifarei tutto di nuovo, solo per amor tuo. Non avrei la benché minima esitazione… - pronunciò quelle parole con fermezza puntando lo sguardo su di lei, ma aggiunse quasi rassegnato - Però capisco la tua esitazione: questo per te è un passo importante, un cambiamento radicale della tua vita. Stai per tagliare i fili che ti legano al tuo mondo e io vorrei solo tu fossi sicura della scelta che stai per fare.”

Con due dita seguiva la linea del mento in un gesto delicato, poi giocava con una ciocca dei suoi capelli biondi che cadevano lungo il collo.

Lei lo guardò un momento, poi tornò a nascondere il suo sguardo per il timore che lui potesse leggervi le sue paure, o forse il suo segreto.

“Sono sicura che stiamo per fare la cosa giusta, però… è vero.” Sospirò.

Si era allontanata dal suo abbraccio mettendosi a sedere sul letto e tratteneva il lenzuolo sul seno. Riprese a parlare senza guardarlo.

“L’ idea di quello che sto per lasciare… la mia vita di prima, le persone che avevano fiducia in me… Non è facile. Tutto questo non è senza dolore… dopo non si potrà tornare indietro. - tornò a voltarsi verso di lui, occhi e voce tradivano la sua ansia - E tu non ci vedi bene e io ho paura; egoisticamente vorrei solo stare con te, senza dovermi preoccupare di tutto il resto. Non ti sembra un desiderio legittimo, il mio? Non abbiamo già sofferto abbastanza? Io sono stanca di combattere per gli altri, senza curarmi mai di me stessa, del mio bene. Adesso sei tu il mio bene, sei l’unica cosa che conti veramente per me…”

 

Andrè si era appoggiato meglio ai cuscini mettendosi seduto.

“Sì, Oscar, è legittimo. Capisco cosa stai provando. Posso dirti che lo vorrei anch’io, è il mio più grande desiderio: stare con te e nient’altro. Ma come potremo farlo se non lottiamo per questo?” le disse posando una mano sui suoi fianchi per accarezzarla ancora.

“Cosa c’ entriamo noi con quello che sta accadendo là fuori? Non è la nostra battaglia…”

“È anche la nostra, riguarda tutti noi e tu sai che ho ragione, ma non ti posso costringere ad abbracciare un’ idea se non sei convinta…”

Ma lei era inquieta come non mai, e non riuscì a nasconderlo.

“Mi viene voglia di scappare via, lontano da tutto e di trascinarti con me. Se te lo chiedessi so che lo faresti, e dopo mi sentirei comunque una vigliacca, e non è così che mi hanno insegnato a vivere. Mi hanno insegnato a lottare, è la sola cosa che so fare veramente. Posso lottare per difendere il nostro amore e lo farò se sarà necessario, ma la paura di perderti invade la mia mente e l’impulso di fuggire non è mai stato tanto forte come ora…”

“Oh, cara…”

“So che questa è una nobile causa, che riguarda anche noi e il nostro futuro, André. - Un sospiro ormai arreso. – Io posso rinunciare a tutto, lo sai. Ma non posso rinunciare a te, al nostro amore. È un rischio che non mi sento di correre fino in fondo. Sono molto combattuta.”

“Non devi temere nulla, starò attento e vedrai che non mi accadrà niente. Non può accaderci nulla finché saremo insieme. Siamo arrivati fin qui e non possiamo tornare indietro, non solo per il popolo, ma anche per noi, Oscar.”

Si strinse forte a lui, pelle contro pelle, cercando riparo sul suo petto come in un porto sicuro.

Riconosceva la verità assoluta di quelle parole, e avrebbe tanto voluto poter credere, che bastassero a scongiurare ogni minaccia.

 

Lo so amore mio, so che i tuoi sentimenti sono stati costanti, nonostante la mia indifferenza, il mio non riconoscerti, i miei sbagli. È da una vita che hai paura di perdermi e ora che mi hai trovato, sei convinto che se anche tutta la Francia bruciasse, solo noi due ci salveremmo.

Io invece, prima di Sant. Antoine, mai avevo pensato di poterti perdere.

Lì, non avrei potuto sottrarti alla morte che piombava su di noi senza preavviso, ed è solo per miracolo se oggi siamo vivi, se abbiamo fatto l’amore e lo faremo ancora, perché ti voglio di nuovo e non posso sprecare neanche un minuto del tempo che ci rimane. La bufera sta per investire questo paese, ma noi siamo liberi, come mai lo siamo stati.

 

“André, noi abbiamo già vinto il nostro duello che durava da una vita. Abbiamo vinto, arrendendoci al nostro amore, a questo sentimento che ho stentato a riconoscere, a cui adesso non saprei rinunciare. Toglimi tutto, ma non questo!” si strinse di nuovo tra le sue braccia abbandonandosi tra i cuscini.

 

Oh André… ti prego…  portami via!

 

“Posso dire o fare qualcosa per convincerti?” disse ancora, guardandolo poco convinta.

“Decidi cosa fare Oscar, in qualsiasi caso io ti seguirò; puoi combattere o fuggire. Io sarò con te, sempre e comunque. Ma se ti conosco, so già da che parte starai…”

Con un sospiro Oscar si rassegnò; non poteva rinnegare sé stessa.

“Sì, è vero, tu mi conosci molto bene. Lo sai, forse sono andata dalla regina con la richiesta di ritirare le truppe, proprio perché avevo già deciso cosa avrei fatto. Non posso puntare le armi contro il popolo, ma posso difenderlo…”

“Credo che i sovrani non si rendano conto di quello che sta accadendo. La strada che hanno scelto è senza ritorno. Forse verranno tempi migliori per noi, ma la lotta sarà dura. Sei veramente decisa?” era steso accanto a lei e la osservava reggendosi su un gomito.

Lei lo guardò calma con una strana serenità nello sguardo.

Ma la voce rivelava un tono più determinato e fermo.

“Certo André. Andremo a Parigi e ci uniremo al popolo in rivolta”.

“Allora domani… lasceremo il nostro reggimento…”

La circondò con le braccia, mentre le accarezzava la schiena.

“Oh André… prima dell’alba c’è ancora un’ora, non voglio pensare adesso a quello che ci attende. Ho solo voglia di noi due insieme…”

E lui la baciò e Oscar si sentì scivolare nuovamente nell’oblio estatico che aveva appena imparato a conoscere. Si amarono ancora, con passione infinita.

Le ultime ore di una notte meravigliosa, fatta di baci e carezze dolci e audaci.

Un canto d’amore, il canto del cigno, il più bello e struggente, perché l’unico concesso a due anime nate per unirsi, che per troppo tempo erano state divise. Fuori da quella stanza custode dei loro sospiri, il loro destino sorgeva con un nuovo giorno.

L’ultimo che li avrebbe visti insieme.

L’ultimo che li avrebbe separati.

 

 

****

 

Non posso morire adesso, proprio non posso…

 

Non piangere amore mio, non voglio vederti piangere.

Mi hanno sempre fatto male le tue lacrime, ora fanno più male che mai.

Poche ore fa, eri felice tra le mie braccia e io tra le tue, persi uno nell’altra.

Perché ora piangi come se ti avessero strappato il cuore dal petto?

Ti ho chiesto se stavo morendo e tu hai tentato di rassicurarmi, ma le tue lacrime non riuscivano ad ingannarmi.

Piano, la luce si stava spegnendo.

È così ingiusto e io non vorrei mai lasciarti.

Non ora che finalmente anche l’amore ci unisce. Perché il destino si fa beffe di noi?

Non essere triste amore mio, io posso ancora sentire il suono della tua voce, la carezza della tua mano nella mia. Non potevo morire mentre sentivo uscire dalle tue labbra, la più bella richiesta che tu mi avessi mai fatto. È diventata una promessa solenne,  accompagnata dall’ ultima lacrima che scendeva lungo il mio viso.

Ti sposerò Oscar, non ho mai desiderato altro.

Saremo marito e moglie quando verranno un tempo e un mondo migliori…

 

 

******

 

 

Ecco, è arrivata finalmente.

Alla fine avevi ragione tu André, niente, neppure la morte può tenerci divisi.

Credevo che la nera signora sarebbe venuta prima per me, e che per questo avresti sofferto ancora a causa mia. Ma le tue sofferenze sono finite, invece sono iniziate le mie e ho dovuto sopportare lo strazio di vederti morire, colpito al cuore da un proiettile destinato a me.

Hai dato la tua vita per me. Perché amore? Cosa me ne faccio di questa vita, senza di te?

Non lo sai che io non la voglio una vita senza di te?

Al giorno più dolce è seguita la notte più tragica.

Una notte che sembrava non avere fine ed era più nera e cupa dell’inferno.

La prima volta senza di te.

È  stato terribile; un baratro si è aperto sul mio cuore e sentivo che il dolore era incolmabile.

Hai lasciato un vuoto tale, che non mi bastavano i nostri ricordi a riempirlo. Non mi bastavano i sogni che facevo, nulla, nemmeno le parole pietose di Alain potevano consolarmi.

Sputavo sangue per le strade di Parigi, sperando che la tisi mi desse il colpo di grazia, e mi sembrava impossibile che fosse tutto finito, la tua vita e con essa il nostro amore.

Non volevo credere che fosse vero. Non si può trovare l’amore per perderlo subito dopo.

Può Dio odiarmi così tanto?

Ti ha concesso a me, legandoti al mio fianco, per strapparti e farmi sanguinare mortalmente?

Mentre io mi tormento, il popolo ha deciso di prendere la Bastiglia.

Che si prenda anche la mia vita. Non la voglio più.

Un'altra battaglia, ma se Dio vuole, questa è la mia ultima sfida, mi sono detta.

E allora, fuoco soldati!

Abbattete la fortezza nemica, simbolo di quel potere che ha permesso che truppe straniere, calpestassero il suolo francese e uccidessero il mio André.

Il mio André… il mio caro, dolce André.

Al fuoco si risponde col fuoco. Sono venuta qui solo per morire.

La nera signora era lì che mi aspettava, sotto le mura della fortezza sono crollata a terra e in quel momento ho capito che ti avrei raggiunto. Per questo, in quel preciso attimo sono stata felice, come lo sono ora in questo vicolo, dove mi hanno portata al riparo. Sento piangere le persone attorno a me, ma dovrebbero piuttosto essere serene, io sono così tranquilla adesso. Non sento più il rumore degli spari, da qui vedo solo il cielo azzurro e una colomba bianca che vola in alto.

La nera signora, prima mi ha accolto, poi mi ha deposto fra le tue braccia.

Un attimo prima di chiudere gli occhi, vedo il tuo dolcissimo volto, i tuoi occhi sono belli e perfetti come li ricordavo e mi sorridi…

Non ho più paura, so che verrai a prendermi amore mio.

 

Il cielo piano, si spegne davanti a me…

 

Che succede?

 

Ho come l’impressione che il cielo si apra di nuovo… vedo solo luce…

 

Che strano…

non sento più niente…

nessun dolore…

mi sento invasa da una grande pace…

che porta di nuovo luce di mattini su una spiaggia di sabbia bianca e fine…

e una sensazione famigliare di verdi onde marine, di sole che non abbaglia.

 

All’improvviso qualcosa di verde, come il baluginio di un riflesso sull’acqua cattura il mio sguardo…

 

Andrè, sei davvero tu?

Sei davvero qui?

 

Sì Oscar, sono sempre stato qui. Non mi sono mai allontanato da te.

 

È vero, non ti sei mai allontanato, neppure un momento.

Lo sapevo che eri con me… sei ancora con me.

Sarà per sempre così, amore mio?

 

Non dubitare mai di questo. Ti ho seguito ovunque per una vita; ogni passo dietro a te.

Di fianco a te. Ti ho seguito anche ieri notte nel tuo dolore; ho visto le tue lacrime che mi torturavano, ma non potevo asciugarle. Ero lì con te, Oscar.

 

Sì, amore ti ho sentito… eri tu… non potevi che essere tu…

 

Non sei mai stata sola, ero con te anche nei tuoi ultimi pensieri.

Ho sentito i tuoi pensieri d’amore; avrei voluto accarezzarti e dirti “non piangere amore mio, non essere triste, non sarà ancora per molto.”

Perché io sapevo, Oscar; sentivo che volevi raggiungermi e che lo avresti fatto, e poche ore ancora ci dividevano. Noi non possiamo stare divisi.

Ti ho visto sputare sangue come veleno; cattiva, non me l’avevi detto che stavi male.

Ti ho visto mentre estraevi la tua spada dal fodero per l’ultima volta, davanti alla Bastiglia; sei sempre stata coraggiosa, lo sei stata fino all’ultimo istante.

Ho colto il tuo ultimo sorriso; so che era per me. Quanta fretta amore mio.

Non hai aspettato e sei venuta da me, perché il paradiso siamo noi due insieme.

È una promessa: l’eternità sarà il nostro canto d’amore.

Oscar, sei qui con me. Ascolta il mio canto; è anche il tuo.

Non poteva che essere così, perché così fu sempre.

Prima di nascere, prima del tempo, prima di tutto eravamo noi.

Perché le nostre anime si conoscono e si riconosceranno sempre.

Ma ora siamo arrivati a questa spiaggia per riposare prima di ripartire di nuovo.

Sento la tua pelle sotto le mie dita e le tue mani che mi sfiorano.

Vedo la gioia nel tuo sguardo. Anch’io sono felice amore mio.

Sai, saremo ancora noi tra 100, 1000 anni; in un altro tempo, con altre vite, con altri nomi.

In un'altra storia che sarà riscritta di nuovo e sarà sempre uguale e diversa e si ripeterà all’infinito… perché infinito è il nostro amore Oscar.

E quando noi torneremo sarà per amarci ancora; e avremo altre possibilità e quello che non abbiamo avuto lo vivremo pienamente… e saranno altre esperienze, intense e meravigliose, ma saremo sempre noi.

E quello che abbiamo sofferto non sarà niente in confronto alla gioia di poterci amare di nuovo.

Perché tutto cambia e si evolve, anche a noi potrebbe accadere, ma il nostro amore è eterno ed immutabile. Sarà nuova vita tutte le volte; rinascere, vivere, scoprirsi, amarsi.

Sarà sempre di te…

Sarà sempre di me…

Sarà sempre di noi.

È una promessa amore mio…

 

Sì, una promessa di eternità… e noi la manterremo.

 

 

 

 

 

Fine

 

Per la scena finale che forse vi risulterà eccessiva, la colpa è da imputare alla visione ripetuta del film “Ghost”. Grazie mille per avere letto fin qui. Tengo molto a questo racconto (come a tutti quelli che ho scritto del resto). Spero tanto che vi sia piaciuto e che non risulti troppo triste.

 

                                                                              

   
 
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