COINCIDENZE

 

C’erano una città, un ponte bianco e una sera piovosa. Da un lato del ponte avanzava un uomo con ombrello e cappotto. Dall’altro una donna con cappotto e ombrello. Esattamente al centro del ponte, là dove due leoni di pietra si guardavano in faccia da centocinquant’anni, l’uomo e la donna si fermarono, guardandosi a loro volta. Poi l’uomo parlò:

 

U: sa, conosco una donna che porta lo stesso cappotto che ha lei.

D: (sorridendo un po’ in imbarazzo) oh…davvero?

U: già…e ora che ci penso (si avvicina alla donna) ha pure lo stesso ombrello…

D: …che è lo stesso di quello che ha lei! Che coincidenza!

U: non se ne vedono molti in giro, è bizzarro incontrarne due insieme.

D: già…

-         Silenzio imbarazzato mentre i due si guardano intorno –

U: questi leoni sono qui da molto? Voglio dire…hanno l’aria antica…

D: non so…sono in questa città da poco…

U: anch’io sono qui da poco tempo! Un’altra coincidenza tra noi due, quindi!

D: si, ehm…e lei come mai è venuto a stare qui?

U: ero stanco del paese in cui vivevo prima…troppo piccolo, non c’era praticamente nessuno che non mi conoscesse…lei?

D: è libero di non crederci, ma è per lo stesso motivo. Ma lei…(ha un’idea improvvisa) dove ha comprato il suo cappotto?

U: nel paese in cui abitavo prima e…oddio…(indietreggia un po’) a quanto ne so, li facevano solo là quei cappotti…

-         I due si fissano negli occhi e si tolgono i cappelli –

D: questa sì che è una bella coincidenza…

U: eh già…credevo che non ti avrei più rivista…

D: io lo speravo, più che altro…dopo ciò che hai fatto…

U: andiamo, non ho fatto solo cose brutte lì…ti ricordi ad esempio quella sera di Ferragosto?

D: come potrei dimenticarla? (Sorride e si avvicina all’uomo) Era tutto perfetto…c’erano il sole, il mare…sembrava quasi una favola…

U: lo sarebbe stato se…(si interrompe angosciato)

D: (si avvicina e gli posa una mano sulla spalla) coraggio…se non lo racconti, non lo supererai mai…

U: (con voce angosciata) se non fosse successo che…

D: forza!

U: (con lo sguardo perso nel vuoto) che…quel giorno si mise a piovere a dirotto…

D: (divertita) e il mio cane si è messo a rincorrerti…

U: (rabbrividendo) mi sono dovuto rifugiare su un albero…non sono sceso per due giorni…

D: sì, ma c’è qualcosa che mi sfugge (pensierosa) chi è stato a farti scendere da quell’albero?

U: ma come, tuo fratello! Non ricordi?

D: io non ho fratelli! E poi, aspetta…non eri caduto dall’albero?

U: no…un momento, non sei di Joppolo?

D: non sei di Chiusa?

-         Si allontanano l’una dall’altro e si fissano, increduli –

U: non sei Concetta?

D: no. Non sei Giuseppe?

U: no.

-         Silenzio tra i due –

D: beh, una bella coincidenza avere un’esperienza quasi uguale in comune.

U: sì, una bella coincidenza.

 

 

E pensare che l’ho consegnato sul serio come tema. Naturalmente non vi chiedo di recensire, so che sarebbe doloroso commentare una schifezza tale, ammesso che siate ancora vivi dopo averla letta. Le scritte in rosso sono parte dei commenti che ho scritto sulla brutta perla disperazione. Compiangetemi.

 

§ Shaida §