Prompt: i giorni
di Elsa sono fatti di muri troppo alti da scalare e solitudini
più fredde del ghiaccio; ma le notti, le notti di Elsa sono
piene di occhi
azzurri e fiocchi di neve. E di una inafferrabile libertà.
Elsa piangeva
nel freddo
e nel silenzio assordante della sua stanza.
Erano ormai
diversi
giorni che non permetteva ai genitori di entrare per consolarla, per
donarle un
po’ di quel calore che nel suo animo mancava. Si sentiva
tremendamente sola,
abbandonata e triste, nonostante avesse scelto lei quel completo ritiro
per non
mettere in pericolo l’incolumità dei suoi cari,
per non dover provare
nuovamente il terrore di far del male alle persone che amava.
La piccola Elsa
aveva
eretto muri troppo alti da scalare, si era circondata di una solitudine
più
fredda del ghiaccio, che lentamente – ma
inesorabilmente – la stava uccidendo. Si sentiva
morire, avvizzire come un
fiore stanco, ogni giorno che passava sempre di più.
Almeno,
finché nella sua
vita non era arrivato Lui.
Era una notte
gelida, più
gelida del solito, e un insistente raschiare contro la finestra la
destò da un sonno
tormentato. Si volse nel letto e, con sua immensa sorpresa, vide
delinearsi la
figura di un ragazzino poco più grande di lei, che
veleggiava sospeso a
mezz’aria, munito di un insolito bastone ricurvo. Aveva dei
capelli
bianchissimi e due grandi e profondi occhi azzurri. Degli occhi
così sinceri e
vispi, che attrassero Elsa senza che lei se ne rendesse conto.
La principessa
si ritrovò
così di fronte la finestra del balcone, con lo sguardo
ammirato e le guance
pallide un po’ arrossate per il freddo che spirava da fuori.
- Chi sei? – chiese allo sconosciuto.
- Il mio nome è Jack Frost e sono qui per te, Elsa
– rispose Jack.
- Per me? Perché? Io... io sono pericolosa!
- No – il ragazzino le prese entrambe le mani e, quando lo
fece, Elsa si
ritrovò a rabbrividire. Erano più fredde delle
sue!
- Ma io...
- Non temere, io e te siamo uguali.
- Cosa significa?
Jack le sorrise
e dalla
sua mano si materializzò una palla di neve e tanti,
tantissimi frattali di
ghiaccio. Gli occhi di Elsa brillarono di lacrime e, dopo un tempo
incalcolabile, si ritrovò a sorridere con il cuore.
- Anche tu...?
- Sì – rispose Jack – anch’io.
- E sei venuto solo per me? Perché?
- Perché ho sentito la tua tristezza e volevo consolarti.
Voglio che i bambini
gioiscano... voglio che tu gioisca.
Da oggi in poi non sarai mai più sola, Elsa.
Elsa si
sollevò sulle
punte e gli allacciò le braccia al collo, sentendosi per la
prima volta libera
di dimostrare affetto, senza il timore che i suoi poteri potessero
ferire gli
altri.
- Oh grazie, Jack!
Jack
ricambiò la stretta,
sbuffando un sorriso.
-
Di nulla, mia piccola Elsa. Di nulla.
Angolino
dell’autrice:
Ciao a tutti!
Per quanto io
ami la
Helsa, non ho resistito e mi sono cimentata con una velatissima Jelsa,
approfittando del prompt che mi hanno assegnato ormai non mi ricordo
quando
(eh, la vecchiaia fa brutti scherzi).
Cosa posso dire?
Ho
provato ad immaginare un primo incontro fra una Elsa bambina e Jack
Frost e
anche se breve sono abbastanza soddisfatta del risultato, considerando
che è la
prima volta che scrivo su di loro.
Magari,
più in là, mi
cimenterò con qualcosa di più lungo e articolato.
Per adesso, accontentiamoci.
Senza pretese,
Elly