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Autore: La Setta Aster    27/05/2017    1 recensioni
Max straccia la fotografia con la quale avrebbe potuto salvare la baia: per lei Chloe è più importante anche di Arcadia Bay. Conclusa la tempesta, entrambe sanno che la loro vita non sarà mai più la stessa, e che possono contare solo l'una sull'altra. Questo è il loro viaggio, per dimenticare, per ricordare, per ricominciare a vivere insieme, tra Seattle, Portland, in lungo e in largo per lo stato dell'Oregon. Questa è la seconda stagione, così come l'abbiamo immaginata io (Helen ;-) ) e Riordan (grazie per avermi fatto scoprire Life is Strange, non avevo proprio bisogno di sostenere l'industria dei fazzoletti! ;-P ).
Genere: Avventura, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai, Yuri | Personaggi: Chloe Price, Max Caulfield
Note: Lime | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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 Chiusa a chiave la stanza, si rimisero in moto verso il vicino paese di Anne Grove: Portland sarebbe stata la meta per il giorno seguente. Il sole pareva un uovo che pian piano colava verso la notte. Il tramonto era prossimo, ma le due ragazze speravano di trovare ancora qualche negozio aperto. Max adorava mettersi in auto con Chloe. Quel pick up era diventato il loro nido, il loro nuovo nascondiglio pirata, sempre in movimento. Il viaggio, per lei, era sempre stato un tema molto romantico, che l’aveva attratta fin da bambina. L’idea di poter avere nuove storie da raccontare attraverso le sue fotografie la elettrizzava. Immaginava di pubblicare, un giorno, una serie di raccolte fotografiche dedicate ai suoi viaggi. E, da una settimana a quella parte, non riusciva a smettere di fantasticare sulla presenza di Chloe in quelle foto.

I miei lettori vedranno spuntare quella chioma blu durante le peregrinazioni della mia polaroid, e faranno mille teorie sulla reale identità di quella misteriosa ragazza punk.

Non poté fare a meno che ridere del suo pensiero.

“beh, ti solletica l’idea?”

“mi immaginavo le mie future raccolte di fotografie, pluripremiate ed apprezzate dalla critica”

“sarà così, tu hai un talento che mette addirittura in ombra il tuo superpotere, Max”

“e mi divertivo immaginando i miei lettori che si domandano chi sia quella misteriosa ragazza dai capelli blu che compare nelle mie fotografie, come una musa ispiratrice, il soggetto prediletto”

“non so darti un pugno o un altro bacio”

“non sai se uccidermi o innamorarti di me?” citò scherzosamente “e comunque voglio ricordarti che quel bacio te l’ho dato io”

“è vero, prima o poi dovrò rimediare”

Non vedo l’ora, Chloe.

Giunsero ad Anne Grove accompagnate dal tramonto. Era un paesino grazioso, non desolato come si aspettavano, ma nemmeno caotico come la metropoli di Seattle. Come quasi ogni altro paese della zona, assomigliava ad Arcadia Bay, ma non aveva lo stesso profumo di salsedine portato dal vento fresco, né il puzzo di pesce. E, di certo, non c’era né il faro né alcun nascondiglio pirata. Ma quel che importava alle due viaggiatrici era che potessero acquistare indumenti, e un negozio valeva l’altro. Non fu difficile trovare parcheggio, e stavolta Chloe cercò di non essere la solita piratessa.

Max mi ha detto che in un’altra realtà ero paralizzata. Imparata la lezione, Chloe: non parcheggiare al posto dei disabili.

Appena scese, si resero conto che la temperatura andava diminuendo rapidamente. Doveva trattarsi della tempesta, aveva portato con sé il freddo. Chloe notò che Max aveva i brividi, così cercò di riscaldare l’amica strofinandole le mani sulle braccia, sulle spalle e sulla schiena. Lei ringraziò dolcemente.

Mi sembra così strano prendermi cura di Max. Non mi sono mai presa cura di nessuno, nemmeno di me stessa. E Rachel… Per quanto l’amassi, per quanto condividessimo avventure ed emozioni, ho permesso che sparisse, che morisse. Non succederà lo stesso con te, Max, non ti lascerò mai andare, mai senza di me. Non ti abbandonerò mai.

Erano pensieri ricorrenti. Chloe lo ripeteva a sé stessa come un mantra.

Nello stesso momento, Max pensava che era bizzarro pensare a “Super Max”, ora così fragile. Si stava abituando ad essere una ragazza forte, in grado di affrontare assassini e maniaci. Ma la verità era che per quanto il suo potere le conferisse una certa sicurezza, non smetteva mai di avere bisogno di Chloe, e delle sue attenzioni. Non era un bisogno fisico, il freddo lo avrebbe sopportato, nulla sarebbe mai stato più gelido della camera oscura nella quale era stata rinchiusa da Jefferson. No, il suo era un bisogno più profondo, come il bisogno di un camino: non c’è solamente mero riscaldamento, quello del fuoco è un calore primordiale, una certezza ben più grande del potere di riavvolgere il tempo. E Chloe era la sua sicurezza, il suo focolare in una gelida tempesta di neve, la sua coperta contro i mostri che si nascondono nell’armadio. Un po’ si vergognava, a farsi dare tutte quelle attenzioni dall’amica, ma resisterle sarebbe stato come resistere ai waffle del Two Whales per una colazione famelica. Era così dolce lasciarsi cullare dalle sporadiche ma sempre più frequenti tenerezze di Chloe.

Forse prima o poi dovremmo combinare qualche casino, giusto per ricordarci che razza di criminali siamo.

Il negozio era addobbato per Halloween, con ragnatele, zucche intagliate e quant’altro. C’era anche una piccola parte dedicata ai costumi. Chloe si presentò dall’amica con una maschera di Guy Fawkes.

“ricorda sempre il cinque di novembre!”

“manca un mese, e io non intendo mancare questa ricorrenza! Io, te, patatine e una serata cinema”

“ce lo meritiamo! Mi sono mancate le nostre serate cinema”

L’ultima volta pensò Max che abbiamo visto un film insieme fu Blade Runner. Non voglio nemmeno pensare a cosa accadde il giorno dopo.

C’erano anche cappelli da pirata e bende per gli occhi. Chloe non si fece sfuggire l’occasione. Si levò il berretto ed indossò un cappello da capitano di vascello con un Jolly Roger stampato sopra, poi prese una benda e corse da Max.

“sei pronta a fare una rievocazione storica?”

“che intenzioni hai?”

Di tutta risposta, Chloe le cacciò la benda sull’occhio, con ben poca grazia, e si mise in posa.

“beh, che fai, non prendi la tua fotocamera?”

Max non sapeva se l’amica si rendeva conto di quanto quel momento la rendesse felice: stiamo tornando bambine, anche se solo per poco, ed è fantastico! Si legò una ciocca di capelli con uno degli elastici che portava al polso, per assomigliare il più possibile alla sé stessa di quella vecchia fotografia in cui lei e Chloe giocavano a fare le piratesse. Ma poi guardò l’amica e notò che non sarebbe mai potuta essere uguale, lei aveva i capelli blu. In un primo momento se ne rattristò: nessun istante ritorna, non si può riavvolgere tutto. Ma in una frazione di secondo, si slegò la ciocca di capelli. Fanculo, è ora di scattare nuove fotografie, come siamo ora, io e Chloe. Non voglio tornare bambina, non ora. Adoro questa Chloe, non la scambierei nemmeno per riavere la nostra infanzia.

“allora, vuoi aspettare l’ora d’oro di domani per scattare la foto?”

Buffo, l’ultima volta che abbiamo parlato di “ora d’oro” tu eri paralizzata. Chissà che succede in quella realtà. Max cacciò via quei pensieri come si fa con una mosca fastidiosa. Con un sorriso che splendeva nel cuore tanto quanto le si dipingeva sul viso lentigginoso e delicato, scattò quella meravigliosa fotografia.

La polaroid che un tempo apparteneva al padre di Chloe, William, rilasciò lo scatto. Le due ragazze lo guardarono, soddisfatte, divertite, e un po’ nostalgiche. Ad un certo punto, giunse come una coltellata alle spalle di Max: di fianco a Chloe, bellissima come sempre, lei era invece agghiacciante, aveva lo stesso sguardo che la tormentava dalla camera oscura. Sobbalzò, e distolse lo sguardo, lasciando cadere la fotografia.

“beh, siamo cambiate, Max, ma, cazzo, questa foto spacca!” quando si accorse che la compagna era impallidita come se avesse visto un fantasma, e non uno spaventoso fantasma punk, cercò il suo sguardo “Max, che ti prende? Non è poi così terribile, dico bene?”

Deciditi, Max: le parli o stai zitta?

“non è questo” disse, prendendo coraggio “è la seconda volta che quando mi faccio un autoscatto la Max che vedo è quella che era rinchiusa nella camera oscura”
Chloe raccolse la fotografia, e gliela mostrò “io vedo una splendida Maxine Caulfield, nostalgica come sempre, con un talento per la fotografia, con un’ossessione per i selfie e, soprattutto, felice”

“non credo di avere la forza per continuare ad essere ossessionata dai selfie”

Quando la riguardò, però, vide che l’amica aveva ragione: era felice.

“Quando avremo una casa tutta nostra ne voglio una gigantografia” disse Chloe, quasi ignorando ciò che aveva detto Max.

“una casa nostra?”

Faticava a pensare ad un futuro stabile con lei, dopo tutto quello che era successo, ma quell’immagine la fece commuovere. Immaginò di tornare a casa insieme a Chloe dopo un lungo viaggio, accendere il camino, salutare un golden retriever e magari anche un gatto, poi levarle la giacca, lasciarsi togliere il cappotto, poi sedersi e riguardare le fotografie del viaggio appena concluso.

“sì, insomma, se dovessimo stancarci di viaggiare per il mondo” disse Chloe, mentre metteva a posto il cappello e la benda “sarebbe bello abitare in un caravan, tipo quello di Frank”

“un po’ più pulito, ti prego” scherzò Max.

“sono una pessima massaia”

“oppure una barca”

“come?”

Max aveva parlato non appena nella sua mente si proiettò la fantasia di abitare in una barca, sempre alla mercé del vento, vagando come vere piratesse, vivendo per la fotografia e per il viaggio.

“vivere in una barca, intendo, sarebbe fantastico! Immagina: Chloe e Max, due inarrestabili lupe di mare sulla loro nave che solca i sette mari!”

“sarebbe strafigo! Vedo che impari, furbetta!”

Adorava essere chiamata “furbetta”.

“bene, ora basta cazzeggiare, ci servono dei vestiti prima che ci chiudano in negozio”

“anche questo sarebbe strafigo”

Max si diresse verso le camicie di flanella. Ne adocchiò una a quadri rossa e nera, simile a quella di Rachel che aveva indossato dopo che i suoi vestiti erano rimasti intrisi di acqua della piscina, e puzzavano di cloro. Non trovò jeans strappati, ma solo intatti. Non avrebbe fatto differenza, o almeno sperava. Trovò una maglietta nera con lo stampo di un camion fiammeggiante. La agguantò, prima di cambiare idea. Chloe fece ritorno con una lingerie intera trasparente rossa, e la premette contro il busto di Max.

“sì, dovrebbe andare. Ti dona il rosso, sai?”

“smettila, non indosserò mai quella roba!”

“lo so che dietro a quel visino innocente c’è una sporcacciona, cara la mia Mad Max!”

“beh, se riesco ad indossare questi vestiti…”

A quel punto, Chloe adocchiò gli indumenti che Max aveva intenzione di comprare. Il suo voltò s’incupì.

“che cosa sono questi?”

Max fu mortificata dallo sguardo tagliente dell’amica “sono solo… esperimenti”

Chloe le strappò dalle mani quei vestiti e li gettò su uno scaffale a casaccio.

“Max, questa non sei tu, questa è Rachel. Non devi cercare di cambiare in alcun modo, è chiaro?”

Non sarebbe stata così dura, ma dopo il sogno di Max aveva paura dell’effetto che avrebbe fatto all’amica avvicinarsi, assomigliare a Rachel.

“credevo che ti avrebbe fatto piacere”

“tu non sei Rachel” mentre parlava, la ragazza dai capelli blu chiuse Max in uno spazio angusto delimitato dalle sue braccia, appoggiando le mani al muro, come per voler evitare che lei scappasse.

Quelle parole ferirono a morte Max, che ora sembrava una bambina spaventata dal temporale. Chloe sospirò, doveva trovare le parole giuste, perché le ultime erano state davvero terribili.

“non devi cercare di assomigliare a lei, perché tu non sei come lei, e non lo sarai mai” ora il suo sguardo era gentile. Le posò la fronte contro la sua “ora è con questa ragazza che sto comprando vestiti in un negozio sperduto durante un’avventura, questa è la ragazza che mi ha dato l’ultimo bacio che io abbia ricevuto, e non intendo scambiarla con nessuno al mondo, per quanto mi manchi Rachel”

Quelle parole furono difficili da dire, per Chloe, ma non aveva perso la sua caparbietà, e sapeva che se non le avesse dette in quel momento, avrebbe rischiato di non volerle dire mai più.

Dopo la tempesta Max era fragile come un cristallo. Ora piangeva abbracciata a Chloe.

Fatti forza, Chloe, per entrambe.

“ora dimenticati le magliette da pogo e troviamo qualcosa da hippie, che ne dici?”

Max annuì, asciugandosi gli occhi. “sono una lagna, ultimamente, vero?”

“vero!” fu svelta a rispondere “ma non è forse per questo che sono qui? Per ricordarti che sei Super Max?”

“la verità è che se non mi avessi stretta, su quella scogliera, io non so se avrei retto”

“se ero lì è stato solo grazie a te”

Per sfuggire a quel discorso mesto, Chloe cercò alla svelta una maglietta che potesse andar bene a Max, ne afferrò una a caso e gliela porse.

“che ne dici?”

Max ridacchiò “Chloe, è orrenda!”

“questa è la mia Max! certo che fa schifo!” anche quel capo d’abbigliamento finì gettato da qualche parte “adesso cerchiamo qualcosa per te, poi mi darai una mano, che ne dici?”

“sei una grande, Chloe”

“certo che sì!”

A quel punto arrivò un commesso, per avvisare che stavano per chiudere.

“merda!” imprecò Max.

“beh, domattina sappiamo cosa fare, giusto? Prima di portare la nostra fuga d’amore a Portland, ovviamente”

Fecero ritorno al pick up, con la promessa di tornare la mattina seguente a comprare capi di intimo, vestiti e anche qualcosa di pesante. Chloe accese i fari e si rimise sulla strada. Era diabolicamente affascinante, vedere la luce dei fanali squarciare la notte e proiettarsi sull’asfalto notturno delle strade dell’Oregon. La via pare sempre più lunga di notte. Le stelle brillavano come non avevano mai fatto prima.

A voi non frega niente di ciò che è successo, vero? Disse Max alle stelle. Vi capisco: ora mi frega solo di Chloe.

“Chloe…”

“oh, no, non ci provare!” rispose improvvisando una risata “non iniziare un discorso sdolcinato”

“sei una stronza” rispose a tono Max “ma io te lo dico comunque” il silenzio di Chloe suggerì che era pronta ad ascoltare “oggi mi sono sentita fragile come mai nella mia vita, e so che avermi sostenuta è stato pesante, ma lo hai fatto, sempre, riuscendo a far affiorare un sorriso anche quando avresti voluto piangere”

Chloe non poteva trattenere la commozione.

“tu hai sempre avuto un sorriso per me, Chloe, anche se io facevo sempre la faccia triste” ora le lacrime si vedevano agli occhi di entrambe “io guardavo Arcadia Bay distrutta, i morti dovunque, siamo passati davanti al Two Whales e io ero troppo a pezzi anche per piangere, ma poi ho sentito la tua mano, ti ho guardata e tu mi hai sorriso” Chloe doveva asciugarsi gli occhi, le labbra tremavano “anche ora mi sopporti, mentre faccio la lagna”

“Max…”

“quando il mondo mi crollava addosso tu hai avuto un sorriso per me”

“tu hai pianto insieme a me quando abbiamo trovato Rachel” rispose Chloe “non volevo un sorriso, volevo che tu mi stessi vicina, come hai fatto” ora nessuna delle due aveva più bisogno di trattenere le lacrime “non hai idea di quanto bene mi abbia fatto sentire che mi stringevi, che eri lì con me”

Max le prese la mano, e Chloe la strinse forte.

“sei riuscita a farmi piangere, vergognati!”

“persino tu ne avevi bisogno”

“non credere che durerà, dammi qualche giorno e tornerò la tipa cazzuta di prima”

“e io sarò ansiosa di imparare da te”

“cazzo, sì, sei la mia partner!” Chloe si passò una mano sugli occhi.

Quando giunsero al motel, erano ancora sorridenti. Max si sentiva tremendamente in colpa per quelle crisi di pianto che aveva, Chloe meritava un’amica più forte. Ma poi pensò che tra loro sarebbe sempre stato così: quando una delle due avrebbe avuto bisogno di aiuto, l’altra sarebbe stata abbastanza forte da sostenerla. Quel momento sarebbe passato, e insieme avrebbero vissuto tute le avventure che sognavano di vivere da sempre. E se Chloe avesse avuto bisogno di Super Max, lei sarebbe entrata in gioco.

ANGOLO DEI REGISTI:
Bentornati su Life is Strange! In questo capitolo le due ragazze si aprono, senza nascondere l'una la tristezza all'altra, e insieme capiscono di poter affrontare qualunque situazione, senza bisogno di nascondere nulla all'altra. E si preparano ad una serata cinema insieme!
Al prossimo episodio! 

 
  
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