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Autore: cicciottina    10/06/2009    7 recensioni
[-ohi teme!- la sua voce squillante e fastidiosa mi bloccò sulla porta: -torna per cena, altrimenti quella mi ammazza!- ghignò Naruto stravaccato sulla sua poltrona con una vecchia edizione della trilogia della pomiciata già in mano. Io mi limitai a fulminarlo con lo sguardo prima di dislocarmi con un jutsu veloce oltre le mura del villaggio. Quella missione dovevo finirla in fretta e tornare veramente per cena: non potevo mancare al compleanno di Seito altrimenti Sakura mi avrebbe lasciato sul divano per una settimana.] Nuova raccolta di one-shot sui personaggi principali dello shippuden, una famiglia in particolare! spoiler per chi non legge le scan fino al capitolo 446, più o meno.
prologo [sasuke pov]
1- smalto [team7 - naruto pov]
2- pentole e coperte [team7 - sakura pov]
3- di cavoli, api, fiori e cicogne
4- quattro giorni, sedici ore e quarantasette minuti
5- sharingan
6- regali di compleanno e mogli pericolose [naruto pov]
7- invasione [sasuke pov]
8- il Sensei
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Sharingan





Io avevo uno zio vero una volta, il fratello maggiore di mio padre. Di sangue intendo.

Ne ione i miei fratelli sappiamo molto di lui, la mamma ci disse qualcosa una volta ma voleva che tenessimo la bocca chiusa, perchè diceva che quando sarebbe stato il momento papà ci avrebbe raccontato tutto di lui.

Sappiamo solo che si chiamava Itachi e che era forte quasi quanto mio padre, secondo mia mamma era stato un uomo molto coraggioso, che aveva fatto cose indicibili per il villaggio. Però era morto molto prima che io nascessi.

Così ora io e i miei fratelli abbiamo un solo zio, "finto" perchè lui e mio padre non hanno veri legami di sangue, ma Naruto dice sempre che è come se lo fossero e che un giorno o l'altro avrebbe convinto Sasuke a cambiarsi il cognome in Uzumaki per farsi adottare da lui. Impossibile.

Però mio zio Naruto è l'hokage del villaggio e questo ha un sacco di lati positivi, e in più è il padre di Minato, che ha l'età di mio fratello ed è il nostro migliore amico.

Un giorno avrei chiesto davvero a mio padre di Itachi, volevo sapere com'era morto e se davvero era tanto forte come sosteneva l'hokage. Io e Hitoshi ce l'eravamo sempre immaginato alto e muscoloso come nostro padre, ma con i capelli più corti e dei poteri fenomenali, ci eravamo sognati la sua palla di fuoco gigantesca abbattere un intero villaggio in un colpo solo.

Avevamo io nove e mio fratello otto anni e quasi tutti i pomeriggi dopo l'accademia, ci allenavamo insieme in giardino. A volte con Minato e suo cugino, altre volte da soli, ma combattere contro di lui a me non era mai piaciuto, è pur sempre mio fratello; non riuscivo ad impegnarmi con la costante paura di fargli male sul serio inavvertitamente. Hito lo sapeva e non lo sopportava, pensava che io non mi impegnassi solo perchè lui era più piccolo di me, anche se in realtà eravamo più o meno allo stesso livello, nonostante l'anno e mezzo di differenza. Ogni volta cercava di spronarmi a dare il massimo prendendomi in giro, solo per provocarmi e sfoderare tutta la mia capacità combattiva.

-Seito non fare la femminuccia!!- continuava ad urlare scorrazzando per il giardino con agilità per evitare i miei shuriken.

Io lo superavo di gran lunga in tecnica e ninjutsu, ma lui aveva un'agilità e una velocità invidiate da tutti in accademia. Hito era dopo di me il più lodato dai maestri,  gli uchiha, nonostante gli sguardi maligni che ci riservava la gente ogni tanto, erano gli studenti più promettenti dell'accademia e a questo contribuiva non poco il nostro aspetto bello e curato.

Ma Hito rimaneva comunque inferiore a me, così approfittando di una sua distrazione mentre cercava di schivare un kunai, gli piombai sulle spalle bloccandolo a terra sotto la mia presa: -ehi alle spalle non vale!! lo dice anche papà...- brontolò lui con la faccia schiacciata contro la ghiaia del giardino

-ma io non ti ho attaccato alle spalle, sei tu che ti sei distratto!- esclamai ridendo senza però alzarmi, lasciai Hito bloccato sotto di me. Anche Kei il nostro fratellino più piccolo rideva di lui seduto con le sue macchinine sulla veranda davanti alla porta del cortile interno. La mamma era in casa nello studio a controllare dei documenti, era sabato, il suo giorno libero, così era rimasta in casa con noi mentre papà era ad una riunione con l'hokage e Neji-san.

Kei si alzò dalla veranda in legno trotterellando e si avvicinò a noi, chinato a terra vicino alla faccia di Hito cominciò a fargli il solletico dietro al collo, era il suo punto debole. Hito rideva implorando Kei di smetterla mentre io seduto sulla sua schiena gli bloccavo ogni movimento.

-ahahahaha...siete due vigliacchi, non vale due contro uno!!- esclamò Hitoshi dimenandosi per tentare di liberarsi.

Improvvisamente una risata maligna interruppe la nostra rappresaglia contro Hito.

Kei era bloccato con le labbra strette e gli occhi preoccupati, era piccolo e aveva pochissime capacità ninja, inoltre non aveva lo spirito combattivo che Hito ed io avevamo ereditato da papà. Mi voltai di scatto liberano Hitoshi dalla mia presa, dietro di noi, sul cancello che conduceva alla strada due ragazzi più grandi, nostri compagni di accademia, ridevano con arroganza guardandosi dall'alto in basso. Erano due sbruffoni che non facevano altro che vantarsi e ciarlare tutto il giorno ma che come ninja facevano davvero pena.

-ehi Iraku hai visto chi c'è!??! i due Uchiha-perfettini e quel pidocchio del loro fratellino che giocano in cortile!!- esclamò il più alto dei due conzonandoci con un tono smielato

-ahahahaha! che scenetta carina no?- sghignazzò l'altro al suo seguito prendendo posizione al suo fianco.

Hitoshi fece la stessa accanto a me nascondendo Kei dietro alla sua schiena, il nostro fratellino aveva gli sbarrati ma si fidava di noi e così si era attaccato con una mano al retro della maglietta di Hito con l'espressione più controllata che riusciva a fare.

-che cavolo fate qui?- chiese Hito indignato e io continuai cercando di rimanere calmo e diplomatico: -questa è casa nostra e nessuno vi ha invitato ad entrare!- ero sempre io quello controllato e calmo, lui si infervorava troppo in questi casi.

-e chi dovrebbe impedircelo!?! voi due?- risero in coro mentre quello con i capelli color carota si avvicinava a noi con le mani sui fianchi pavoneggiandosi tutto: -siete dei pivelli cosa credete di fare, eh?- io e Hito avevamo preso istintivamente la posizione di difesa mentre i due si avvicinavano.

-Kei torna in casa!- ordinai al mio fratellino, aveva solo quattro anni a malapena si ricordava due sigilli, rimanendo in cortile rischiava di farsi male.

Kei tentennò un attimo indugiando sulla mia espressione, poi obbediente si voltò e cominciò a correre verso la cucina, ma il rosso fu più veloce di lui.

-ahah dove credi di andare pidocchio??- lo bloccò afferrandogli il colletto della maglia e sollevandolo di parecchi centimetri da terra.

-..vigliacco...- mormorò Hito accanto a me tra i denti, ci  lanciammo un occhiata furtiva ma quella bastò. Eravamo perfettamente sincronizzati, allenandoci sempre insieme ci bastava uno sguardo per capirci.

Tutto successe molto in fretta: Kei per liberarsi morse l'avambraccio del rosso che lo bloccava guadagnandosi da lui un ceffone violento che lo spedì a terra a qualche metro da noi. Quel gesto mi fece infuriare, non sopportava gli sbruffoni come quel tizio che facevano i grossi solo con i più piccoli, e se poi quei piccoli erano il mio fratellino: non si doveva permettere. Mio padre ce l'aveva ripetuto centinaia di volte: non c'è gloria ne onore a battersi con un nemico più debole di te, un vero ninja trova onore solo nelle sfide con avversari del suo calibro"

Era il modo di mio padre per dirci che non dovevamo prendercela con i più piccoli, contorto si, ma mio padre era fatto così.

Balzai subito addosso al rosso armato di kunai, ma quello sfuggì mentre Hitoshi si occupava dell'altro. Raggiunsi il mio avversario in un baleno, non sapevo come, ma mi sembrava di poter prevedere le sue mosse, come se si muovesse a velocità ridotta; avevo previsto che si sarebbe spostato a destra verso il ciliegio che troneggiava nel nostro giardino, così si prese il mio calcio diretto nello stomaco e cadde a terra piegato in due dal dolore, bersaglio facile per la mia gomitata sulla schiena. Dopo averlo atterrato mi voltai verso Hito, anche lui aveva bloccato il suo avversario e, seduto sul suo torace, gli stava riempendo la faccia di pugni.

-Hito non sfigurarlo!- sghignazzai urlando verso mio fratello, mollai la presa sul rosso per dare man forte a Hito credendolo svenuto.

-noonoo, lasciami brutto scemo! Seito...Seito!!!!- la vocina stridula di Kei mi raggiunse alle spalle..Quell'infame stava tentando di svignarsela dal cancello principale di casa trascinando Kei per un braccio dietro di se. Cosa credeva di fare? rapirlo?  Per un istante fui tentato di lasciarlo fare solo per vedere cosa gli avrebbe fatto mio padre se avesse scoperto che aveva tentato di rapire il suo ultimo marmocchio, ma poi mi lanciai subito all'inseguimento. Sputai una palla di fuoco concentrandomi al massimo per bloccare il cancello e impedirgli la fuga. A quel punto era in trappola.

Gli balzai davanti e lo presi alla sprovvista con il mio sgambetto, lui cadde e Kei finì a terra rotolando fino ai miei piedi.

-dietro di me Kei!- urlai al piccoletto della famiglia dopo aver appurato che era tutto intero. Kei si raddrizzò a sedere e mi guardò in faccia sorridente, ma appena i nostri sguardi si incrociarono cambiò completamente espressione. Aveva gli occhi  sbarrati pietrificato dalla paura, mio fratello aveva paura di me?

-Seito...- mi chiamò tremante accovacciandosi a terra, in quel momento tutta la mia concentrazione scomparve e la palla di fuoco alla mie spalle si dissolse permettendo così la fuga al bulletto con i capelli rossi, lo lasciai fare, ero troppo preoccupato per mio fratello per star dietro a quello. E poi ero sicuro che l'avrei ritrovato in giro per Konoha per fargliela pagare.

-ehi...pidocchio che succede??- gli domandai perplesso e spaventato portandomi con la faccia verso di lui. Kei scattò in piedi allontanandosi di qualche passo da me, gli occhi sbarrati e spaventati pieni di lacrime. Mi guardava impaurito come se avesse appena visto un demone nel cortile di casa, provai ad avvicinarmi a lui ma indietreggiò ancora mettendo un paio di metri di distanza tra noi, poi prese fiato e urlò con tutta l'aria che aveva nei polmoni:

-mammmaaaaaaaaaaaaaa!- quando l'urlo finì indietreggiò fino al muretto del giardino e ci si accovacciò contro tutto tremante.

Io mi guardai intorno spaesato, forse c'era davvero qualcosa di strano dietro di me!?! Hito si era bloccato dopo l'urlo di Kei e anche Anamichi, l'altro scemo che ci aveva attaccati, ne aveva approfittato per scappare dal cancello principale. Per il resto il cortile era vuoto e perfettamente normale: l'albero di ciliegio grosso e rigoglioso ma ormai sfiorito al centro, la porta della cucina aperta ma nessuna traccia di mia madre, le macchinine di Kei abbandonate sul patio e alcuni kunai sparsi a terra in tutto il giardino.

Tornai a guardare Keisuke che piangeva tenendosi abbracciate le ginocchia con la testa nascosta tra le braccia e alternava lo sguardo da me alle sue scarpe chiamando Hito a gran voce.

-ma che c'è??- ci interruppe l'interessato piazzandosi tra noi. Kei balbettò il mio nome e mio fratello si girò verso di me in cerca di spiegazioni, io non feci in tempo ad aprir bocca che di nuovo quello sguardo, uguale a quello di Kei, mi colpì.

-oh cavolo!- urlò mio fratello minore appena mi vide, anche lui era spaventatissimo. I miei fratelli, entrambi, avevano paura di me! Passi Kei che vedeva mostri dappertutto e si inciampava anche nelle sue scarpe, ma Hito era un ninja abbastanza bravo eravamo allo stesso livello, come poteva aver paura di me. E poi che cavolo avevo fatto di speciale per far loro paura, quella palla di fuoco non era poi un granchè!

-ehi ma che avete?- domandai tutto stizzito mentre una strana sensazione mi colpì lo stomaco, Kei era solo spaventato, mentre l'altro mi guardava come se mi fosse spuntato un corno in mezzo alla fronte. Hito non mi rispose, si limitò a mettersi davanti al marmocchio chiamando nostra madre a gran voce.

-Hito rispondi che cavolo succede? perchè mi guardi così??- anche io stavo cominciando a spaventarmi, mi guardai le mani le gambe la pancia il petto e mi toccai la schiena, non avevo tagli ne ferite, e nemmeno corni che spuntavano in mezzo alla fronte. Ma loro non smettevano di guardarmi allucinati e anch'io avevo paura di quello che avevano visto.

Poi la mamma spuntò sulla porta esterna della cucina con il suo solito sorrisino il vestito rosso un po' spiegazzato.

-ragazzi che avete da urlare?- chiese guardandoci perplessa mentre abbandonava il patio camminando con grazia verso di noi, era la kuniochi più bella del villaggio secondo noi. Nemmeno Ino-san era bella come nostra madre.

-mamma corri!!!- esclamò Hito facendole segno di raggiungerci, senza spostare lo sguardo spaventato dal mio volto: -gu..guarda Seito!-

Mia madre si avvicinò a noi accigliata, notò subito Kei che mugugnava dietro a Hito e aggrottò le sopracciglia, poi alzò lo sguardo su di me. Ero letteralmente terrorizzato, nessuno mi diceva nulla non capivo che avesse Hito da urlare tanto, ne perchè Kei tremasse nel guardarmi, mi sentivo un mostro e la strana sensazione di avere un corno sulla fronte aveva cominciato a farmi formicolare mezza faccia. Inoltre aspettavo la reazione di mia madre spasmodicamente con il cuore che batteva a mille, lei è un dottore, se mi fosse successo qualcosa di grave -come un corno in fronte- l'avrei letto subito nel suo sguardo.

Ma tutti sanno che mia madre non è una kunoichi normale, era stata nel leggendario gruppo sette, ex-allieva della fortissima quinta Hokage e, anche se non l'avevo mai vista combattere, Naruto aveva sempre detto che poteva smuovere la terra con un solo dito, infatti mi stupì ancora una volta con la sua espressione. Mi guardò seria per un istante come preoccupata per qualcosa che io non riuscivo nemmeno a intuire, poi alzò le sopracciglia ammirata e si aprì in un sorriso compiaciuto grattandosi un gomito.

-oh...non credevo già così presto...- mormorò tra se evidentemente rivolta a se stessa, che cavolo stava farfugliando? per cosa era presto?

-mamma che cavolo succede? perchè mi guardate così!?!?- chiesi a lei che mi sembrava più tranquilla dei miei fratelli che ora guardavano lei con gli occhi fuori dalle orbite.

-va tutto bene non preoccuparti!- esclamò mutando il suo sorriso in un'espressione dolce e comprensiva mentre con le mani componeva un justu alla velocità della luce: con uno sbuffo sommesso una sua copia esatta apparve accanto a noi.

-come va tutto bene!?!!! mamma Seito ha gli occhi rossi!!!- urlò mio fratello Hito senza mai perdermi d'occhio, mi trattava come fossi un nemico che non aspettava altro che attaccarli.

cooooooooosa? fu l'unico pensiero che riuscii a formulare. Mia madre, nella sua versione dolce e pacata, disse alla sua copia di correre al campo numero sei a chiamare papà, quella partì di corsa balzando sul tetto di casa e scomparendo in pochi attimi. Intanto la mamma superò me e Hito che ancora ci guardavamo in cagnesco, e si chinò su Kei che ancora piangeva in silenzio abbracciandosi le ginocchia, si avvicinò al suo orecchio e mormorò qualcosa di incomprensibile ma lui si fiondò tra le sue braccia avvolgendole il collo con la faccia sprofondata nella sua spalla.

-Seito stai tranquillo, non c'è nulla di strano nei tuoi occhi...solo, non sono io quella che deve spigarti questa cosa!- era calma tranquillissima, tanto che cominciai a dubitare degli sguardi spaventati dei miei fratelli e delle loro parole.

Rientrammo tutti in casa in fila, la mamma teneva Kei in braccio e gli accarezzava la testa per rilassarlo, Hito camminava dietro di lei in silenzio e ogni tanto mi scrutava con la coda dell'occhio. Ci fece sedere tutti in salotto a forza, avevo provato a deviare verso il bagno per vedermi allo specchio, ma lei mi aveva fermato senza nemmeno voltarsi: "non ci pensare neanche" brontolò mentre oltrepassava il corridoio dandomi le spalle, mia madre era formidabile, sapevo che mio padre non si sarebbe mai innamorato di una qualsiasi.

Provai inutilmente a specchiarmi in ogni superficie lucente del salotto per capire cosa intendesse Hito con "occhi rossi", ma non riuscivo a mettere a fuoco il colore degli occhi, così spazientito mi rassegnai ad aspettare mio padre con il broncio e le braccia incrociate. Ma l'attesa fu davvero breve. Mio padre arrivò in pochissimi minuti, entrò dal cortile come sempre e si precipitò in cucina dove la mamma nell'attesa stava preparando il tè, dal salotto potevamo vedere e sentire tutto poichè ci divideva solo il corridoio.

-che succede?- chiese papà serio e preoccupato, era rarissimo che la mamma lo disturbasse mentre era impegnato in qualche allenamento o al palazzo dell'hokage. Mia madre sorride e gli sussurrò qualcosa nell'orecchio sghignazzando, papà si illuminò immediatamente, non l'avevo mai visto con quell'espressione, era contento sembrava
quasi che sorridesse. La mamma prese in mano il vassoio con il tè e i bicchieri e con un cenno della testa indicò a papà la porta del salotto da cui io e Hito stavamo spiando la scena e si incamminò verso di noi. Papà si voltò di scatto e incontrai il suo sguardo per la prima volta da quando era entrato, non mi scorderò mai quello sguardo: era orgoglioso di me, solo e soltanto questo, non mi aveva mai guardato così intensamente in nessuno dei nostri allenamenti, sembrava che mi vedesse sputare una palla di fuoco gigantesca al primo tentativo.
Lasciò la cucina e appena raggiunse il salotto con un cenno mi disse di seguirlo ed io ipnotizzato da quello sguardo obbedii senza dire niente sentendo solo in lontananza le proteste di mio fratello e lo sbuffo delle mamma. Papà ed io salimmo al piano di sopra e lui mi guidò nella loro camera. Ero stato lì dentro pochissime volte, la porta era sempre chiusa e noi la sentivamo come un area off-limits della casa: era l'unica stanza rivolta ad ovest ed aveva una grande finestra da cui si vedeva l'alba, mamma e papà avevano un bagno collegato alla camera e un letto gigante davanti alla finestra. Non c'erano foto ed era tutta in ordine, comprese le armi custodite su una mensola bassa accanto all'armadio.

Papà entrò prima di me, attraversò la stanza e si fermò davanti  all'ingresso del bagno ad aspettarmi: -entra- mi disse con un tono meno severo del solito. Come sempre in silenzio obbedii, lui mi mise le mani sulle spalle e mi guidò davanti allo specchio sopra al lavandino, là dentro l'odore di mia madre era ovunque la cosa mi metteva a mio agio. Davanti allo specchio scoprii per quale motivo Hito e Kei mi guardavano in quel modo: i miei occhi erano davvero rossi, un rosso orribile scuro e inquietante con strane sfumature nere intorno e una strana goccia nera su un lato, sembrava un demone, i miei fratelli avevano ragione di essere spaventati da me, mi sentii crollare il mondo addosso...che cavolo era successo ai miei occhi??

Evidentemente mio padre capì subito cosa mi stava passando per la testa e si chinò al mio fianco mantenendo una mano sulla mia spalla, non era da lui tutto quel contatto fisico e quelle attenzioni: -Seito! non aver paura!- mi disse con un tono che assomigliava più ad un ordine che a un tentativo di tranquillizzarmi. Però aveva sempre quell'aria contenta e orgogliosa che non riuscivo a spiegarmi.

-che cos'è successo ai miei occhi?- chiesi  titubante e impaurito, sarebbero mai tornati normali? cosa avrebbero detto i miei compagni di questi occhi da demone? Ma nella mia testa qualcosa si stava muovendo, avevo già visto dei simboli simili a quelli nei miei occhi, ma più complessi e articolati.

-guarda..- mi spronò papà con un colpo sulla spalla a guardare lo specchio davanti a me.

Io e mio padre, a sua testa poco sopra la mia, i suoi capelli più scuri quasi bluastri e più lunghi dei miei, si mischiavano con le punte dei miei più corti e di un nero più morbido, frutto della miscela con il rosa di mia madre; poi improvvisamente anche i suoi occhi divennero come i miei, rossi e inquietanti.

-vedi, sono come i miei..- era chiaro anche a me che il suo tono, nonostante tutto, era incrinato sapientemente per tranquillizzarmi e in effetti a qualcosa servì, almeno ero certo di non essere malato.

-non ti ho mai detto nulla del clan per non mettervi pressioni...- cominciò così quello che aveva l'aria di voler essere un discorso serio: -non volevo essere come Fugaku- mormorò tra se, ed io finsi di non sentire l'allusione a mio nonno che comunque non compresi. Non capivo cosa intendesse per metterci pressioni e cosa centrassero i miei occhi con il clan, ma lui sembrava tranquillo: non sbuffava non ghignava ne alzava gli occhi al cielo come faceva di solito se qualcosa lo irritava. Si rialzò in piedi e mi voltò le spalle per andare piazzarsi davanti alla finestra della camera.

-siediti!- mi disse piano e con uno strano tono...fiacco, forse non aveva voglia di raccontarmi ciò che stava per dirmi.

-cosa ti hanno detto all'accademia delle abilità oculari?- mi chiese voltandosi verso di me mentre mi andavo a sedere sul bordo della coperta blu di mamma e papà. Rimasi spiazzato dalla domanda che però mi riportò alla mente dove avessi visto dei simboli simili a quelli suoi miei occhi.

-non molto..è un argomento del prossimo anno, però so che sono abilità innate di certe famiglie e che si ereditano con il corredo genetico- e li compresi da chi avevo ereditato quel simbolo. La cosa mi riempì di orgoglio, se anche mio padre l'aveva doveva essere una cosa fighissima! Papà forse notò il io entusiasmo e sorrise leggermente con le braccia incrociate appoggiato al bordo della finestra.

-quei segni nei tuoi occhi sono l'abilità innata del clan Uchiha, si chiama sharingan! e come hai visto ce l'ho anch'io...- mi spiegò papà ritirando il suo sharingan riportando gli occhi al suo nero naturale.

-a che serve?!!- chiesi ancora prima che finisse di parlare, l'entusiasmo mi stava invadendo volevo sapere assolutamente cosa fosse la mia abilità innata degli Uchiha. Ero gasatissimo faticavo a rimanere seduto e mi torcevo le mani in grembo.

-è un'arma che si tramanda nel clan di generazione in generazione, ti insegnerò ad usarla come il mio maestro fece con me!- concluse studiando attentamente la mia reazione con la testa inclinata da un lato esattamente come faceva mia madre

Mentre nella mia mente solo una parola rimbombava come un urlo: wow!!!! Mio padre mi avrebbe allenato, e mi avrebbe insegnato a usare questa cosa degli Uchiha. Quello era definitivamente il giorno più bello della mia vita, scattai in piedi raggiungendo mio padre, lo guardavo implorante dal basso mentre lui non si mosse di un millimetro: -e cosa posso fare con questo sharingan?- domandai incapace di trattenermi.

-lo scoprirai...- rispose lui alzando un angolo della bocca nella sua massima concezione di sorriso, era entusiasta anche lui, lo vedevo e avere su di me quello sguardo orgoglioso e esuberante mi emozionava come nient'altro. Nemmeno i biscotti di mia nonna avevano così tanto potere.

-quando cominceremo? e poi perchè il tuo è diverso dal mio?- improvvisamente ricordai chiaramente i suoi tre simboli nell'occhio.

-perchè il mio è completo, mentre il tuo invece deve ancora crescere..ci sono vari livelli e quello che ti ho mostrato non è nemmeno il più alto!- rispose papà sospirando, le mie domande a mitraglietta lo stavano irritando lo sapevo ma non riuscivo a fermarmi, e in testa ne avevo ancora una marea. Non vedevo l'ora di cominciare i miei allenamenti con lui, volevo sapere sapere sapere!

Ma lui bloccò subito il mio entusiasmo scostandosi dalla finestra e sciogliendo la morsa delle sue braccia, poi con un sospiro più pesante degli altri mi posò una mano sulla testa e mi scompigliò ancora di più la chioma simile alla sua: -poi ti spiegherò meglio, ora andiamo dai tuoi fratelli prima che si ammazzino qui fuori- disse guardando la porta e spingendomi verso l'uscita con un buffetto sulla nuca.

Lentamente posai una mano sul legno e lo feci scorrere in modo da aprire la porta: Hitoshi e Keisuke erano li appostati dietro al muro per origliare insieme alla mamma che li teneva entrambi per il colletto della maglia. Come aveva fatto papà a vederli? Io non avevo sentito nulla, invece lui già sapeva che erano lì, immaginai che il suo sharingan completo potesse vedere attraverso i muri e la mia eccitazione crebbe ancor di più.

-ehi papà ma perchè io non ce l'ho!?!?- chiese Hito tutto imbronciato a mio padre che stava dietro di me con le mani ficcate nelle tasche e una spalla appoggiata contro lo stipite della porta. Non rispose subito a Hito, prima guardò la mamma in maniera strana, sembrava che le volesse dire qualcosa come "te l'avevo detto". La mamma lasciò andare i miei fratelli concentrata sullo sguardo di papà e pronta a rispondergli, ma lui fu più svelto e prese la parola.

-un giorno forse l'avrai anche tu..- rispose misterioso e evasivo come faceva sempre per non creare disparità tra noi due. Scavalcò Hito, che era a terra in ginocchio ai suoi piedi, per raggiungere la mamma e contemporaneamente afferrò Kei per la maglia mentre stava per cadere dopo essersi inciampato nei miei piedi: -...e tu vedi di stare in piedi marmocchietto!- lo rimproverò papà ghignando era troppo contento per il mio sharingan per sgridarlo davvero.

Quel corridoio sembrava improvvisamente troppo stretto per tutti e cinque.

Papà passò accanto alla mamma e le disse qualcosa che somigliava molto a "pettegola" continuando a ghignare mentre imboccava le scale che portavano al piano di sotto.

-ehi Sas'ke aspetta..- il richiamo della mamma lo bloccò sul primo gradino e lui voltò solo la testa in maniera innaturale, forse come diceva Naruto quando si arrabbiava, mia madre era davvero l'unica persona a cui lui dava ascolto.

-...perchè rimani a casa e andiamo a cena tutti insieme? eh!?!- mia madre non era proprio sempre così, c'era chi diceva che avesse una doppia personalità, mia nonna invece diceva solo che era pazza: normalmente era dolce e solare, ma quando si arrabbiava faceva paura davvero e Hito ne aveva la prova tangibile sulla chiappa sinistra. Lei e papà non andavano d'accordo su nulla, tranne che su di noi, ci sgridavano sempre insieme e anche se erano separati dicevano le stesse cose, una vera sfiga per noi ma in tre avevamo imparato a gestire le ire implacabili di nostra madre e le occhiatacce fulminati di papà.

-che ne dite ragazzi di un bel sukiyaki tutti insieme??- esclamò trotterellando fino a raggiungere mio padre e gli passò con una mano attorno alla vita con gli occhi imploranti. Lui non fece in tempo a rispondere perchè tutti e tre gridammo il nostro assenso saltando all'unisono.

Era davvero il giorno più bello della mia vita.

















Spazio autrice:
chiedo immensamente perdono per il ritardo

scusate ma facendo i turni non sempre sono libera il martedì

Comunque...

spero che il giorno più bello della vita di Seito sia piaciuto anche a voi.

Mi è sembrato che la scorsa puntata non sia piaciuta a tutti

Forse era un po' scontata?!?

Non so io la loro prima volta me la sono sempre immaginata così

casuale irruenta e trascinante

Vabbò devo comunque ringraziare:

Gabrychan
per la rece bellissssima, sono orgogliosa dei tuoi commenti
perchè mi spronano a dare sempre qualcosa in più e poi il catarro era un tocco geniale non è vero!?!

piccola992
grazie fedelissima, credo che in settimana ti manderò una mail
per sottoporti una questione

RBAA
il sesso sul parquet è stata la scena centrale che mi ha folgorata
in un momento di abiocco sul 14 (autobus affollatissimo a bo)

e invece farle nominare Naruto è stato solo per dar fastidio a Sasuke

..perchè un po' se lo meritava

(sto aspettando di veder riappacificati Sasusaku presto in Vengeance...si: è una minaccia!!)

Kry333 mi fa piacerissimo sentiemi dire che i personaggi sono IC, perchè è il mio tormento ogni volta

Non so ma se mi sono sciolta troppo con Sasuke o se ho reso Sakura

troppo "cerbiattina-indifesa-con-gli-occhi-dolci"

e poi...chiaro che scriverò altre Sasusaku, io li adoro!!!!!


Bien Bien

Fatti i ringraziamenti passerei a commentare le vicende del piccolo Seito

Secondo me è un grande, il più Uchiha di tutti che si erge a protettore dei fratelli

che buffo

Hito lo vedo più simile a Sakura e Naruto, mentre Kei il piccoletto

è solo pucciosissimo

Ho trovato un immagine su deviant che mi ha fatto sciogliere

se capisco come fare vi lascerò il link...

Spero che piaccia anche questa piccola vicenda familiare


Ringrazio sentitamente tutti coloro che recensiscono

che mi hanno messa nei preferiti-seguiti

e anche coloro che leggono soltanto.

Imploro pietà per me e il mio ego martoriato:

recensite recensite recensite

PLEASE


 Prossimo capitolo: ancora non lo so....








Piccolo spazio spoilerone:

se non leggete le scan il venerdì: assolutamente non continuate a leggere!!!!!

sono o non sono una veggente!?!?! Kakashi hokage l'avevo predetto, l'arrivo di Sasuke a Konoha dopo Pain l'avevo predetto, e anche la "sconfitta" di Pain ad opera di Naruto.....

Ora non per dire ma: Danzooooo!!?!?!?! no dai non scherziamo.... vabbò faccio una previsioncina come kabalah (non ho la più pallida idea di come si scriva) sperando di prenderci ancora una volta: Sasuke arriva trova tutto distrutto e si incazza perchè voleva farlo lui, così si concentra sui consiglieri e accoppa Danzo e gli altri tre (risparmio Shikaku che mi sta troppo simpatico!!) liberandoci di una marea di problemi. Kakashi diventa hokage e poi arriva quel disgraziato di Madara a rovinare il quadretto idilliaco reclamando il novecode.

Altra opzione è che Danzo e Madara siano la stessa persona come ho già sentito dire in qualche forum....e allora lì son cazzi!!!









Proposta: riguardatevi il prologo...
avete proposte per le prossime shot?
Magari momenti che vorreste vedere raccontati?
fatemi sapere...






  
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