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Autore: time_wings    28/05/2017    0 recensioni
[High School!AU]
La scuola è appena ricominciata e, numerose e spiazzanti novità, non tardano a palesarsi. Il cammino di un adolescente, si sa, può essere tortuoso e pieno di pericoli. Un anno scolastico servirà a mettere a posto antichi conflitti? L’amore tanto atteso sboccerà per tutti? I sette della profezia che avete tanto amato trapiantati nell’impresa più difficile di sempre: la vita di tutti i giorni fino all’estate successiva. Mettetevi comodi e buona lettura.
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Esperanza Valdez, I sette della Profezia, Nico di Angelo, Sally Jackson, Will Solace
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Note dell'autrice: Ciaaaaaao, amici. Il titolo del capitolo di quest'oggi è molto azzeccato, dato che dal prossimo le cose si faranno più intricate ed interessanti. Spero che troviate i personaggi IC e che la storia non vi abbia delusi. Le coppie non sono ancora molto facili da inserire, ma ho altri capitoli pronti e posso assicurarvi che ben presto anche la più piccola cosa vi sarà chiara. Non voglio anticipare nulla di più. Spero di trovarvi presto nella sezione commenti! Alla prossima!
T_W


LA SVOLTA
 
Il secondo giorno di scuola fu sicuramente traumatico per tutti, ma mai come il primo. Le attività di sempre iniziavano con un po' più di entusiasmo del solito. Jason, Percy e gli altri della squadra avevano già fatto il primo allenamento il primo giorno di scuola, nel tardo pomeriggio, ed il moro sembrava intenzionato ogni anno di più a rubare il posto a Jason.
Ciò che fu veramente traumatico, per Hazel, fu ciò che accadde quel pomeriggio, quando ad esitare sulla porta di Frank non furono i suoi occhi, come la sera prima, ma la sua mano.
Si fece coraggio e bussò. Uno stanco Frank aprì annoiato la porta per poi riscuotersi alla vista della ragazza: "Oh, ciao, Hazel. Volevi... ehm, dirmi qualcosa?" Il colore delle sue guance cambiò immediatamente tingendole di rosso.
Dal canto suo, la ragazza non era per niente a suo agio, ma riuscì miracolosamente a parlare: "Frank, ciao, in realtà non so perché sia qui, mi mancavi." Pareva impossibile, ma dopo quelle ultime due parole il rossore sulle guance di Frank aumentò ancora.
"Vieni, entra." Si limitò a dire facendole strada e dandole le spalle per cercare di riprendere il controllo del suo viso.
Appena entrata, Hazel notò la nonna di Frank con un sorrisetto furbo stampato in faccia, ma non potè indagare molto perché Frank era già salito e Hazel si ritrovò costretta a seguirlo. Frank richiuse la porta della sua stanza sedendosi sul letto: "Bene" sentenziò. Più che arrabbiato sembrava confuso.
Lo strano imbarazzo che tra loro non c'era mai stato, lentamente si diradò. Parlarono per un tempo che ad entrambi sembrò infinito, abbracciandosi distesi sul letto con la TV che elencava risultati sportivi da circa mezz'ora come sottofondo.
"Lo sai? Ti voglio davvero bene." Disse con leggerezza Hazel, quasi senza pensarci. Sotto di lei, sentì Frank irrigidirsi: "scusa" l'imbarazzo tornò a mostrarsi come quando era entrata e Hazel iniziò quasi a chiedersi come avessero fatto, fino ad allora, a stare così vicini.
"Anch'io. Tanto." Disse lui dopo un lungo silenzio: "a volte mi dispiace" continuò come se un vento fortissimo  iniziasse ad abbattere quel muro che aveva costruito dentro di lui: "mi dispiace perché tu sei sicura di te ed io molto di meno, perché sai come piacere alle persone, come comportarti con loro ed apparire simpatica e mentre lo fai, tu... tu non te ne rendi conto, ma io si, perché ti osservo da lontano, ma tu sei... insomma sei..." una lunga pausa imbarazzata interruppe le parole che Frank aveva sputato fuori troppo velocemente per poterle fermare. Frank non parlava mai così tanto, né si azzardava ad esprimere le sue emozioni e mettersi a nudo e Hazel non ebbe il coraggio di parlare, quindi rimase in silenzio aspettando che Frank continuasse con un'ultima parola dolorosa: "bellissima" continuò con una semplicità disarmante.
Hazel non sapeva cosa dire. Il suo istinto, invece, lo sapeva eccome.
Hazel non aveva mai dato il suo primo bacio, ma quando sfiorò le labbra di Frank con le sue le sembrò la cosa più naturale del mondo. Chiuse gli occhi ed assaporò la dolcezza delle labbra del ragazzo mentre le loro lingue si intrecciavano desiderandosi sempre di più. Potevano essere passati dieci secondi come ore intere quando Frank la liberò con un'espressione a metà tra l'estasiato e lo sconvolto, mentre lei iniziava a sentirsi in colpa per quel bacio ogni secondo di più. Non era sicura di provare per Frank quello che evidentemente provava lui per lei. Hazel si riscosse mormorando qualche scusa e alzandosi velocemente dal letto.
Il volto di Frank riprese l'espressione triste che la ragazza notò per la prima volta essere presente lì da sempre.
"Io..." Hazel ruppe il silenzio carico di tensione che si era creato: "credo di aver fatto un errore. Io, davvero, non sono sicura di ciò che provo per te. Non voglio rovinare la nostra amicizia."
Frank era triste, era evidente, ma sembrò capirla, d'altro canto lui era l'unica persona assieme a Nico a conoscerla davvero. In quel momento si rese conto che non poteva permettersi di perderlo. Lui aprì la bocca per parlare, ma lei riprese parlando al doppio della velocità: "Frank, sono seria. Io non posso perderti, sei una delle persone più importanti della mia vita, non posso permettermelo. Ho bisogno di te." Frank sembrò trarre un sospiro di sollievo: "Stavo per dirti che anch'io non ho chiaro ciò che provo per te, ma conto di scoprirlo insieme, non essendo lontani."
"Scusa." Hazel si voltò per andarsene, in balia dell'imbarazzo. Scese le scale che conducevano alla camera del ragazzo e superò la cucina uscendo, non trovando il coraggio per incorciare gli occhi curiosi della nonna del ragazzo. Frank la guardò allontanarsi dal viale e tornò indietro sconsolato, andando verso la sua stanza: "Fai!" Lo chiamò la nonna, che sembrava aver conservato quel sorrisetto da quanto Hazel era entrata fino ad allora: "che hai fatto con quella bella ragazza?"
"Hazel, nonna. È Hazel, la conosci."
"Si, si, Hazel. Che cambia? Allora?" Lo incalzò nonna Zhang.
"Vado in camera mia." Sentenziò Frank ignorando la domanda di sua nonna e dirigendosi verso la sua stanza.
"Fai!" Sbraitò ancora sua nonna: "Stai diventando un ragazzaccio maleducato." Lo rimbrottò lei. Ancora una volta Frank rientrò in camera sua sbattendo la porta e lasciandosi cadere sul letto dove pochi minuti prima era accaduto qualcosa alla quale ancora stentava a credere, ma che, come tutte le cose belle, era finita.
 
Piper voleva fare di tutto per rendere la festa a sorpresa di Annabeth perfetta. Peccato che il suo ragazzo, Luke, stesse diventando un peso insostenibile. Per una volta Piper aveva avuto ragione: quella volta era diverso. La loro litigata aveva lasciato uno squarcio irreparabile nel loro rapporto. Piper si sentiva ferita nel profondo: era sempre stata leale con Luke ma, a quanto pareva, lui aveva troppa paura di perderla per sapersela tenere. Piper era una bella ragazza e lo sapeva, ma sapeva anche che quella sua bellezza non volesse dire stare contemporaneamente con tutte le persone di sesso maschile con cui scambiava un paio di parole. Luke, invece, non la vedeva affatto così e Piper era stanca. Era sempre riuscita a sopportare quegli scatti di gelosia da parte del suo ragazzo, ma da un po' di tempo erano diventati troppi e lui aveva iniziato ad insultarla. Dovevano farla finita, di questo era certa.
Aveva studiato per ormai due ore e decise di potersi concedere qualche minuto di pausa. Afferrò il telefono e notò, ormai non più sorpresa, una sfilza di messaggi sotto il nome di Luke che continuava a preoccuparsi che in quelle due ore non stesse studiando affatto. Piper si decise. Gli disse di aver bisogno di parlare e gli diede appuntamento alla solita piazza senza fornire spiegazioni. Il ragazzo si presentò puntuale nel luogo stabilito una manciata di minuti più tardi.
"Allora..." iniziò lei.
"Vuoi dirmelo, vero? Vuoi dirmi che mi hai tradito?"
Quella frase bastò per farle perdere subito le staffe.
"No, voglio dirti che voglio rompere." Sputò fuori urlando. Piper sapeva che doveva aver esagerato, ma era troppo stanca per rimproverarsi e correggere il suo tono di voce.
"Mi stai lasciando?” Urlò a sua volta Luke: "Mi stai lasciando per un altro?" Piper notò che l'aggiunta di quelle ultime tre parole avesse peggiorato solo la situazione, ma lei non voleva certo che tutti i passanti fossero partecipi della loro conversazione, quindi non glielo fece notare.
"No, ti sto lasciando perché non sopporto più né te, né la tua gelosia." Il tono della ragazza era diventato più distaccato ed era agghiacciante, non lasciava trapelare nessuna emozione.
"Bene." Sentenziò lui.
"Bene."
"Stai facendo un grande errore" riprese Luke non ancora soddisfatto.
"Ne pagherò le conseguenze responsabilmente."
"Non pensi a me? A quanto male mi stai facendo?"
"Mi sorprende che tu non abbia notato quanto male hai fatto a me." Piper era sicura di sé e questo faceva intimidire Luke irritandolo non poco.
"Quindi dopo questa pausa tornerai di nuo..."
"Non è una pausa, Luke" l'interruppe lei, lo conosceva abbastanza da sapere benissimo dove volesse arrivare: "ti sto mollando."
"Tu molli me?" Disse Luke inarcando un sopracciglio: "Sono io a mollarti." Piper notò quanto quel ragazzo fosse infantile e capì di volersi liberare di lui il prima possibile: "E va bene, mi hai lasciata tu, contento?" Disse girandosi per andarsene, ma le dita di Luke si conficcarono nel braccio della ragazza impedendole di muoversi: "tu non vai da nessuna parte."
Il suo tono era quasi minaccioso.
Piper di stupì di quel gesto, ma lui sembrò rendersene conto e mormorò qualche scusa in preda al panico. Non voleva che lei avesse paura di lui.
"Meglio che vada." Disse Piper ritornando di nuovo fredda. Si girò per andarsene e, questa volta, Luke non la fermò.
Appena arrivata a casa si lasciò cadere sul letto stremata e compose il numero di Annabeth.
"Ciao!" La salutò raggiante l'altra dal telefono.
"Ciao." Salutò Piper mogia. Non era pentita della sua decisione, ma era un cambio radicale nella sua vita. Luke era stato il suo primo ragazzo, il suo primo amore e quella era la sua prima delusione d'amore. Era un momento importante.
"È successo qualcosa?" Domandò subito Annabeth che aveva riconosciuto dalla voce di Piper che qualcosa non andava.
"Hai presente quando ti ho detto che era diverso? Ecco, era proprio diverso. Io e Luke ci siamo lasciati." Sentenziò Piper.
Seguì qualche attimo di silenzio, ma Annabeth si limitò a dire: "Raccontami tutto." La ragazza si sfogò per un tempo che a lei sembrò interminabile, raccontandole com'era andata e tutto il tempo che aveva impiegato a capire di voler lasciare il suo ragazzo ed a trovare il coraggio per compiere quel gesto.
"Hai fatto bene. Secondo me ti sei liberata di un peso. Non mi era mai piaciuto quel ragazzo, ma una ragazza come te merita molto di più."
"Grazie Annabeth."
Per tutta la sera Piper parlò a telefono con la sua amica, come ai tempi delle medie. Si raccontarono di tutto: dal bel ragazzo per cui la bionda si era presa una cotta, alle imprecazioni contro i professori che avevano già fissato le prime verifiche.
Misero giù solo quando notarono che si era fatto molto tardi e che sarebbe stato impossibile svegliarsi il giorno dopo.
La mattina seguente, come previsto, Piper si alzò a pezzi e con gli occhi che a stento si aprivano. Riuscì appena a guardare l'orologio e si allarmò, un secondo dopo, ricordandosi che aveva dormito mezz'ora in più. Arrivò trafelata sotto casa di Annabeth che l'aspettava con l'aria di chi era lì già da un bel po'.
Per fortuna, era troppo stanca anche lei per fare storie e si avviarono silenziosamente a scuola, salutandosi solo quando i diversi corsi da frequentare le divisero in classi differenti.
 
48 ore.
Leo era a New York da appena quarantotto ore e già si trovava tra corridoi strapieni di ragazzi sconosciuti.
   
 
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