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Autore: Princesse with Wormmon    29/05/2017    3 recensioni
L'inaspettato e il meraviglioso appartengono a questo mondo.
Questo è un mondo dove finiscono tutti i sogni dispersi, tutte le parole non dette e gli amori mai nati.
E' convogliato tutto qui.
Questo universo trae la sua energia dai desideri umani. Per raggiungere questo mondo occorre solo un elemento: l'amore.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Sora/Tai
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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La ragazza dai fiori morti

5.

 

 

Più che la tua purezza, io preferisco, l'incongruenza dei tuoi battiti

Lui è orgoglioso come un turbine d'inverno.

Tu sei vanitosa come le rose d'estate

Sei un giglio di purezza, come le lucciole d'oro della notte dolciastra.

 

 


Abbacinava le silvestre rovine del suo cuore sibilante, mentre la scia del veemente cozzare delle sue palpitazioni voleva avvolgere il nascondiglio semilunare dei fiori morti, che cadevano a capofitto disperdendosi nel ruscello fatto di cristallo. Era cresciuta in mezzo ai fiori, dove i lacci invisibili dei suoi capillari si univano, andando a cantare una melodia dai colori brillanti. Nei pressi di un profumo violaceo, nelle miriadi di stagioni rosate di sole era lei, dove autunni freddi si susseguivano ad estati uggiose e a primavere e ad inverni languidi. I suoi sguardi erano rivolti alle tramontane dei corimbi che andavano a morire nelle radici del suo fusto delicato. Posava i suoi candidi palmi sui vigorosi arbusti, disegnando con mano da pittrice esperta, la meraviglia scarlatta della palpitante rosa rossa, e le spine del cactus altro non erano che piume per la sua forza fiorente e bonaria. Era l'amore puro.

Erano passati giorni, mesi, anni e ancora il suo sguardo niveo non aveva perduto il suo nascente splendore, mentre si perdeva nell'incanto della notte, superando il confine invisibile, che segregava i suoi occhi dalla semplice tristezza alle lacrime che, come delle dighe non robuste, un milione di volte, avevano ceduto, di fronte alle stelle che le sussurravano parole di genuine speranze e di ideali sbocciati nei pistilli dei suoi baci.

Avanzava in mezzo alle angiosperme e alle rose bianche, mentre le azalee le sorridevano dai loro nascondigli sicuri. La terra fertile, nella quale aveva radicato la sua essenza, era il rifugio segregato del suo avezzare limpido in quei giorni di cielo. Avrebbe voluto provare a volare, per respirare quell'aria pura di cui i fiori si nutrivano, trasmutando i loro colori in sentimenti fatti di petali che non avrebbero mai lasciato il loro ardore tubuloso e fertile. Gli steli poi, divenuti robusti, avevano languito l'infiorescenza della margherita, facendo nascere una corolla che avvampava di una seducente fiamma di passione.

 

*

 

Su un enorme letto, facente parte, di una delle innumerevoli camere principesche, avevano adagiato la dolce Soraya, che nonostante le sue labbra spente, lasciava trapelare dalla sua epidermide una percezione di dolcezza. Tai era accanto a lei, in apprensione, le sue lacrime andarono a cadere sui drappi rossi che erano presenti lungo il regale letto, decorato con colorazioni dorate e argentee. Le lacrime cadevano, andando a morire nelle sue labbra, infrangendosi lungo la stoffa spessa, di un colore scarlatto.

' Vi prego.. salvate Soraya, vi prego ' aveva supplicato Tai. La principessa aveva dato subito ordine di andare a prendere un dottore.

 

*

Nelle lande sconfinate di quei boschi tumultuosi e profumati, nei pressi di una grotta sigillata c'era un ruscello cristallino, pieno di ciottoli, e l'acqua era talmente tersa che, era possibile specchiarsi dentro, e vedere il riflesso della propria maschera. C'era un pozzo accanto al ruscello ed un vecchio, che sempre, vi sedeva accanto. Aveva la barba candida, proprio come la sua carnagione.

Numero 95 avanzava mestamente, mentre teneva tra le mani la tinozza vuota. Il vecchio, che lo conosceva da sempre, lo chiamò. Il bambino si fermò, perplesso.

' Mi sembri molto triste, ragazzo, cosa ti è successo? '

' Ecco.. io.. in realtà.. ' 95 non sapeva cosa rispondere a quella domanda.

' Raccontami '

' Ecco.. credo che, il mio cuore sia carico di dolore ' disse abbassando lo sguardo.

' Allora vieni qui, bambino, e raccontami il tuo dolore '

' Ecco.. io non lo so.. non so se ne sono capace, non sono molto bravo con le parole.. ecco a dire il vero, non sono bravo in nulla, io sono soltanto uno schiavo. ' disse mestamente

' E allora, visto che non sei bravo con le parole, dovresti scrivere. Scrivi il tuo dolore, bambino, allora forse, il tormento che senti potrà essere lavato via, e divenire trasparente, proprio come questo ruscello. Sai ragazzo, questo ruscello è magico. Dice un'antica leggenda, che qualunque cosa si getti in esso, se positiva, venga amplificata, mentre se negativa, si trasforma in ciottoli ed i ciottoli scorrono lontano. Per questo ti dico, raccontami il tuo dolore, rendilo tangibile, scrivilo su carta, e una volta che avrai finito, potrai gettare il tuo componimento nel ruscello, così il tuo dolore si trasformerà in un ciottolo e scivolerà via lontano dal tuo cuore. '

' Davvero?! Questo ruscello è davvero magico? ' disse 95 incredulo.

' Si, lo è, e dentro questa grotta, c'è un segreto, ma nessuno vi può entrare a meno che prima non risponda correttamente all'enigma. '

' Quale enigma? '

' Una semplice domanda, che è la seguente – cos'è l'amore? - occorre una definizione corretta '

' Ecco io.. ' esitò un attimo. Poi scoraggiato rispose ' Non lo so.. mi dispiace '

' D'accordo, non preoccuparti. Ma ti prego, scrivi il tuo dolore, così che tu possa liberartene, farlo scivolare via, tramite l'acqua pura del ruscello '

' Ecco io.. in realtà.. non so scrivere ' disse, e nel suo viso, il più acuminato dolore tagliente, gli strappò via l'ultimo barlume di speranza, che in un solo breve istante aveva trattenuto.

' Allora ti insegnerò a scrivere. Non abbatterti, ricorda, la perplessità è l'inizio della conoscenza. '

95 rimase immobile, ancora confuso.

Una piccola digipietra, aveva iniziato a brillare in lontananza, invisibile, proprio in un ciottolo del ruscello. Purtroppo agli schiavi, all'epoca, non era consentito imparare a scrivere, per questo numero 95 non aveva mai imparato.

 

*

 

L'amore è strano, in realtà non sai mai di cosa possa essere costituito realmente. Ma quell'amore in particolare, era l'inizio di una favola, laddove, gagliarda, era finita l'ebbrezza del sogno, che aveva superato il confine. Dove il precipizio era stato risanato, c'era un folto campo di fiori rosa, e anche il cielo, silenzioso osservatore, aveva visto gli albori di quell'amore, di cui lei, la piccola principessa era stata protagonista. Lui era il guerriero dal cuore d'acciaio, ma d'oro, di cui era impossibile scalfire la corazza. I suoi occhi erano limpidi come il ruscello zampillante, impossibile spegnere la sua ritrosìa e la sua fierezza, anche se di età troppo acerba. I sepali che cingevano il suo cuore, volevano abbacinare, nel loro turgore, il battito di un cipiglio, mai venuto alla luce. Ad un tratto, la musica che proveniva dalla sua armonica, era divenuta più intensa e più penetrante. Penetrava l'epidermide. Da perfetto lupo solitario, sedeva presso il ruscello, dove si lasciava andare, sempre, alla sua melodia malinconica. Il suo cuore era come un'iceberg ghiacciato e il suo carattere era a volte duro, a volte troppo scontroso, da sembrare di pietra.

Questa favola poteva essere raccontata dal sole, che aveva visto loro, due schiavi, e il loro amore sull'orlo del precipizio, dove lui, le aveva coraggiosamente salvato la vita.

 

Flashback

 

Una ragazza dai capelli di un castano dorato, edulcorato dalle gote del sole, con abiti umili ed un sorriso lucente, camminava per la campagna verdeggiante, alla ricerca di fiori preziosi, con cui adornare il suo vestitino composto solo di un'umile stoffa vecchia e usurata. Era vanitosa. Era un semplice giglio di purezza. Le sue mani emaciate e la sua pelle candida aspettavano il riso e l'abbraccio del cielo, in un'esistenza fatta solo di sogni, che altro non erano che schiuma, labile ma sgargiante, sulla sua pelle. Ma nei pressi del precipizio, proprio non vide quella frana nel terreno e senza grazia, scivolò. Si tenne con forza, con le sue falangi eccessivamente esili, ad un piccolo ramo, abbastanza sottile, che presto avrebbe ceduto.

Rischiava di precipitare nel burrone. Urlò a squarciagola, in una disperata, estrema richiesta d'aiuto. Un ragazzo dal nobile cuore, e dai guerreschi sentimenti, si precipitò repentino da lei.

' Dammi la mano! ' urlò con estrema disperazione nella voce. La ragazza non aveva mai visto quel viso stupendo, i suoi capelli erano del medesimo colore delle spighe di grano, che venivano bruciate dal sole di agosto, e gli occhi, erano come il cielo limpido di quella giornata.

' No! ho paura! ho tanta paura! ' urlò, tra le lacrime, la piccola Pureness.

' No! Non aver paura! Non temere! Ti tirerò su! Ma tu devi fidarti di me e darmi mano! Su svelta! Porgimi la mano! Il ramoscello sta per cedere! ' urlò il ragazzo.

La fanciulla pianse, il ramoscello stava davvero iniziando a cedere. Si fece coraggio, inspirando a pieni polmoni e pose la sua mano emaciata nel palmo di lui, che facendo pressione con le ginocchia sul terreno, cercando disperatamente di rimanervi ancorato, strinse forte le sue falangi esili, provando, con tutta la forza che aveva, a tirarla su. Il ramoscello cedette e lei, rimase fermamente ancorata alla stretta di lui. Fu una lotta estenuante, in cui il ragazzo lottò con i piedi affinchè restassero attaccati fermamente alla terra per non precipitare, intanto, le sussurrava parole di incoraggiamento, della dolcezza delle ciliegie, che erano presenti su quegli alberi dai fiori rosa non ancora maturi. Riuscì a salvarla. La ragazza tirò un grande sospiro, una volta sull'erba.

' Grazie, mi hai salvato la vita ' disse tra le lacrime, nei suoi occhi era ancora tangibile una paura estrema.

' Figurati, fai più attenzione la prossima volta mi raccomando, questi pendii sono molto ripidi ' disse, mentre fece per allonanarsi. Ma la ragazza lo afferrò con slancio per la mano. Lui arrossì, di fronte a questo gesto inaspettato.

' Aspetta.. non andare via ' supplicò la fanciulla ' Dimmi almeno come ti chiami. Il mio nome è Pureness, e sono una schiava '

' Il mio nome è Matkuno, e sono uno schiavo anch'io. ' disse con una voce tra il freddo e il ferito.

' Capisco.. cosa ci facevi da queste parti? '

' Ecco io.. avevo intenzione di costruire un'altalena per mio fratello '

' Capisco.. ti ringrazio di cuore, per avermi salvato la vita. Sto per andare a fare il bagno al ruscello, ti andrebbe di venire con me? ' mentre parlava, le loro mani erano ancora strette, incastonate, in una congiuntura avvolgente, come due magneti di segno opposto, non potevano distaccarsi. Come i fiori giovanili che attirano le api grazie al loro nettare succulento. E i loro sguardi e i loro palmi, erano proprio come il nettare, baciato dalle api, in quel sole voluttuoso. Il ragazzo arrossì, non si sarebbe mai sognato di fare il bagno insieme a lei. Il suo cuore era proprio come uno scrigno d'acciaio, impossibile da scalfire, pur di non essere ferito ancora.

' No, non mi va, adesso devo andare. ' disse con un tono leggermente rude.

' Spero davvero di rivederti ' disse Pureness ' Se vorrai vedermi, vieni al ruscello, io ci sarò ogni giorno, a quest'ora esatta '

I ragazzi si salutarono. Quella notte, fu un sogno, Pureness percepì i rimbombi assordanti del suo cuore, l'incongruenza dei suoi battiti, mentre si abbandonava al sogno di lui, del suo viso ferito, dei suoi occhi tersi e del suo ardore da guerriero, commuovendosi, di fronte alla bellezza incantata di quella notte dalle stelle corvine. La piccola Pureness era solo una schiava, e gli schiavi in genere non avevano nulla, avevano solo il dolore, le ferite e la tristezza, ma lei quella notte, aveva qualcosa che andava oltre il confine delle lacrime, del dolore e delle mansioni da sbrigare, ed era lui, il guerriero dagli occhi di cielo.

Si fermò a fissare le stelle ancora una volta, mentre quella nottata estiva iniziava a decadere, furbesca notte, sbarazzina, gagliarda e maliziosa proprio come il suo cuore. Si commosse, e pianse ancora una volta, per il sogno, che nel suo cuore, osservava divenire tangibile. La luce di quei giorni di sole e di sogno continuò per loro, per settimane e mesi, dove lui suonava la sua armonica, e le note volavano alte nel cielo, mentre lei cantava, a volte, facendo eco a quella meraviglia sonora tanto malinconica. Ma i momenti migliori erano le loro parole, che sussurravano di un sogno, di pomeriggi dolciastri dal sapore dei raggi di sole, che filtravano tra le foglie degli alberi dal colore straordinariamente verde e vivido. Raccontavano del profumo dell'estate bruciante, delle farfalle sgargianti che si erano posate sulla loro pelle, delle notti cariche di lucciole e di fuoco acceso sottile, che ondeggiava nel firmamento che attendeva l'aurora.

Anche se lui, non si era mai lasciato andare ai sentimenti, né al riso, né alla gioia, c'erano ancora scogli pungenti nel suo cuore, che forse non avrebbe lasciato scalfire da nessuno. In una mattina di sole, il ragazzo era disteso sul prato, ricamato con un componimento di fiori rosati, gli occhi serrati, per evitare il solletico dei raggi abbaglianti. Pureness si avvicinò a lui, mettendosi seduta sull'erba calorosa.

' Matkuno, devo svelarti un segreto ' iniziò bisbigliando, avvicinandosi sempre di più a lui, che col suo carattere da finto duro quale voleva apparire, non aprì neppure gli occhi. Lei lo aveva conosciuto bene, in quei mesi, quel carattere scontroso. Era come un turbine di ghiaccio possente che penetrava le ossa.

' Sì, bravo, non muoverti, tieni chiusi gli occhi e le labbra sottili ' continuò. Matkuno obbedì tenendo gli occhi ancora chiusi.

' Sai Matkuno, la tua armonica e la tua melodia mesta, non mi sono mai piaciute ' sussurrò. ' Adesso però non irritarti e non distrarti, perchè il mio segreto, non l'ho ancora svelato. '

' Più che la tua maestria con l'armonica o la tua purezza, io preferisco, l'incongruenza dei tuoi battiti silenziosi. Preferisco i tuoi capelli dorati che volano briosi in questa brezza estiva, preferisco le tue parole, che si dischiudono dalle tue labbra rosee, volando fino alle mie. Preferisco il vento sulla pelle quando sono con te, e il sole che mi riscalda il petto e i polmoni. Amo la nostra corda d'argento, con la quale tu mi hai costruito un'altalena meravigliosa. Non guardarmi, non adesso.. ma quando mi guarderai le mie labbra potranno raccontarti di un sogno, nato in una notte d'estate profumata, dove le lucciole, brulicavano nel cielo, ancora inesperte. ' Lui stava per aprire gli occhi, ormai non riusciva più a trattenersi sentendo queste parole così cariche di dolcezza. E l'iceberg che aveva dentro di lui, iniziò, lentamente a collassare.

' No, ti prego, non aprire gli occhi, perchè.. non ti ho ancora detto tutto. Come ti ho già detto, più che la tua musica malinconica avrei preferito, i sorrisi nei tuoi occhi e la gioia nelle tue labbra, che non ho mai visto.. Io che.. non ho mai sfiorato le tue labbra, sento che.. il bagliore dei tuoi capelli, fa avvampare le mie gote.

Questa volta Matkuno non resistette più ai rimbombi del suo cuore e spalancò gli occhi, il viso paonazzo, era ancora più evidente sotto quel sole bruciante.

' Matkuno.. lo vuoi sapere un segreto? Un segreto vero? '

' Dimmi ' arrossì ancora più vertiginosamente.

' Ti amo '

 

Fine Flashback

 

Il cuore della piccola Pureness ora, era ridotto, ad una corolla di pure tenebre, ma i suoi battiti incoerenti, non avevano mai smesso di urlare. Ogni notte, infatti, si travestiva ancora da schiava e andava nella stalla, dove lui dormiva, commuovendosi di fronte alla meraviglia della sua bellezza altèra e ritrosa, e ai suoi lineamenti penetranti. Adesso che lei era una principessa aveva tutto, ma non aveva più il profumo dell'estate e le notti delle lucciole sulla sua pelle, poichè l'unico sentimento che lui, provava adesso, per lei era il disprezzo. Lei aveva tutto, ma era infelice, poiché le mancava l'unica persona che desiderava davvero. Come era divenuta così crudele? Come aveva fatto il male a mettere radici così profonde nella sua anima?

Tutto quello che proviamo, è da ricercare, nelle nostre trascorse radici. Se vuoi conoscere il perchè del tuo agire presente, basta che guardi le cicatrici del tuo passato, se vuoi conoscere il tuo agire futuro, allora guarda, le tue ferite del presente. Perchè tutto quello che facciamo, anche il più minuscolo gesto che compiamo, è per sfuggire al dolore o per procuraci gioia o piacere. L'uomo è proprio un apprendista e il dolore è il suo maestro.

E Pureness aveva una cicatrice enorme, inestinguibile sul suo esile corpo e sulla sua anima. Quello che più aveva reso, i suoi respiri dolenti, era stata la coercizione da parte di qualcuno, che mette radici profonde nell'anima, quando ormai non si ha più nessuna via di scampo. E adesso i fiori sgargianti, che soleva cucire sui suoi abiti umili un tempo, erano morti, e precipitavano dalla sua anima, come in un burrone di morte.

 

*

 

La notte era sopraggiunta in fretta, Tai aveva adagiato la sua fronte sul morbido letto, dove giaceva Soraya, che non dava cenni di volersi risvegliare. Era caduto in un sonno profondo.

Poi all'improvviso vide loro due insieme, in un campo di fiori completamente rosa.

' Tai.. ti piacerebbe se.. ti ci portassi? In un posto, dove i desideri si avverano? ' disse Sora

' Esiste davvero, un posto del genere? '

' Se tu lo vuoi.. si.. la nostra mente, può creare ogni cosa '

' Allora voglio venire con te '

Una piccola lucciola, iniziò a fluttuare nell'aria, era di un colore arancione, perchè forse non era una lucciola, ma una digipietra.

Ad un tratto il medico, spalancò la camera, entrando.

 

 

 

<3 Angolino rosa curicioso <3

Ciao a tutti :) finalmente sono riuscita a scrivere un nuovo capitolo ( l'ho scritto stanotte ), non ci posso credere nemmeno io di avercela fatta davvero! Allora la prima parte è tutta metaforica ed è riferita a Sora, in particolare il riferimento è ai fiori, che riflettono il suo stato d'animo. Stato d'animo che, spiegherò nei prossimi capitoli. Ho cercato di utilizzare i fiori poiché sua madre si occupa di giardinaggio, quindi lei è davvero cresciuta in mezzo ai fiori o almeno credo, e anche perchè i fiori mi piacciono da morire e sono sempre presenti in ogni mia storia, proprio perchè hanno un qualcosa di così meravigliosamente romantico <3
Invece il ragazzo con Pureness/ Mimi è Matt ovviamente, ho pensato di fare una Mimato, almeno per adesso. Spiegherò, ovviamente, i motivi per cui Mimi è divenuta crudele e perchè lui, nel presente, la disprezzi. Credo che, proprio per spiegare questi motivi, non riuscirò a mantenere il rating arancione, purtroppo ci saranno tematiche molto delicate nei prossimi capitoli, lo stesso per spiegare lo stato d'animo di Sora. Cmq volevo aggiungere che tra i personaggi femminili, Mimi è la mia preferita in assoluto, spero di essere riuscita a caratterizzarla in modo decente, per quanto riguarda Matt.. è un personaggio troppo complesso per me xd quindi abbiate pietà e siate clementi, so che in questo breve capitolo la sua psicologia non emerge realmente per quella che è, cercherò di fare meglio nei prossimi.

Poi volevo aggiungere qualcosa sulla loro età, diciamo che qui i ragazzi hanno intorno ai 12 anni xd si perchè mi servono a questa età diciamo per la storia, poi li farò crescere ovviamente. In questo capitolo non ci sono scene d'azione perchè volevo solo creare scene zuccherose e romantiche xd. Non ho molta fantasia con i nomi giapponesi, mi riesce difficile inventarli, così cerco di mantenere almeno le prime lettere come il nome originale.
Per quanto riguarda gli errori ortografici, sono sicura che ce ne sono una marea, per favore, chiudete un occhio, siate clementi.

Ringrazio col cuore tutti voi che mi seguite e leggete, è bellissimo avere qualcuno che legge le stupidaggini che scrivo, quindi un grazie infinito con tutto il mio <3

Grazie di cuore per essere arrivati a leggere fino a qui <3 <3 <3 <3 un abbraccio.

p.s vorrei tanto che mettessero un rating rosa! xd

   
 
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