~ Ice ~
Il ghiaccio scivolava lento
sotto i
pattini di Yuuri.
Strano come qualcosa di così forte potesse
essere graffiato così duramente dalle lame.
Yuuri pattinava
osservando le ferite che silenzioso infliggeva al
ghiaccio.
Superficiali alcune, più profonde altre.
Yuuri
sapeva che però quelle cicatrici non erano abbastanza; non
sarebbero
mai riuscite a spezzare la superficie cristallina.
Non qui per
lo meno, non quella distesa finita.
Nel palazzetto la
temperatura e la densità del ghiaccio era sempre tenuta
sotto
controllo.
Non c'era nessun pericolo, lì.
Cionondimeno, Yuuri
ne era consapevole, se la superficie fosse stata più sottile
avrebbe
potuto farlo; rompersi, sbriciolarsi sotto i suoi piedi,
inghiottirlo, facendolo precipitare nell' oscurità.
Gli occhi
castani del giapponese vagarono in quella vastità desertica;
non
tanto per cercare qualcosa, visto che senza occhiali era praticamente
cieco, più che altro per una sua curiosità
abituale.
Il
silenzio di quel posto era una strana melodia che lui ascoltava con
piacere dopo lo strepitìo della folla, le urla di chi lo
incitava,
di chi lo deriva, di chi esultava con lui e di chi invece, si
esaltava per ogni suo piccolo errore.
Il corvino fece una
sequenza di passi a serpentina per riscaldarsi un po'.
Chiuse gli
occhi ascoltando il silenzio mentre la brezza del movimento gli
sfiorava il viso.
Yuuri non era mai stato come il ghiaccio.
Duro, forte… freddo.
Eppure c'erano stati giorni in cui
aveva sentito con esso un' affinità, quasi una sintonia,
come quelle
che si hanno con le vecchie amicizie o sarebbe meglio dire, quella
che si instaura con un vecchio nemico, nel rispetto di un rivale.
Si fermò al centro della pista, indeciso se provare o meno
uno dei numerosi salti che aveva in programma.
Probabilmente se
Viktor l' avesse saputo lo avrebbe ammazzato.
Stava provando
un quadruplo quando era caduto rovinosamente, ricoprendosi
interamente di lividi che facevano male solo a guardarli.
Non era
di certo la prima volta, ma il russo aveva deciso instantaneamente di
proibirgli di pattinare.
Almeno quella settimana.
Almeno
in quei giorni.
Gli aveva chiesto gentilmente di stare alla larga
dal ghiaccio.
" Non voglio che tu ti faccia male "
gli aveva detto guardandolo con quei meravigliosi oceani in tempesta
" Non adesso che siamo così vicini." Lo prese dalle spalle
tenendolo saldamente.
" Voglio che tu sia perfetto, come lo
sei adesso; come lo sei sempre."
Yuuri era arrossito
e aveva annuito frettolosamente, vedendo la preoccupazione nel viso
del compagno. Più di una volta avevano dovuto rimandare,
questa
sarebbe stata quella buona.
Si piegò in avanti dandosi la
spinta necessaria per eseguire una trottola, alzò la gamba
sinistra
mentre la velocità della angelo gli
offuscava momentaneamente
la vista.
"Viktor, dopo la finale…chiudiamola
qui."
I lembi della giacca chiara svolazzarono
seguendo la corrente e si fermarono solo quando il ragazzo smise di
pattinare.
Quel giorno era impresso nella sua memoria come se
fosse fuoco.
Era sicuro delle sue parole, era sicuro che nessuno
sarebbe riuscito a fargli cambiare idea.
Invece Viktor era
riuscito a spiazzarlo.
Aveva pianto.
Lasciando scorrere le
lacrime, come chi non era affatto abituato a piangere.
Yuuri
abbassò lo sguardo sulla superficie martoriata.
Era ancora
turbato da quella scena, vedere Viktor in quella condizione per
colpa sua gli aveva provocato un dolore quasi fisico.
Ricominciò
a scivolare lungo il ghiaccio mantenendo una distaccata attenzione,
concentrato com'era sul ricordo di Viktor.
Allungò la mano
su di lui, scostando il ciuffo di capelli argentei.
"Non ti
ho mai visto piangere"
Viktor allontanò bruscamente la sua
mano.
I lineamenti del viso distorti in un'espressione di pura
rabbia.
"Sono arrabbiato, okay? "
Gli occhi di Yuuri
si incatenarono a quelli di Viktor.
" Tu hai ancora bisogno
di me "
Il giapponese non aveva saputo ribattere.
Fu
allora che vide un lampo negli occhi di Viktor, durò un solo
secondo.
" Non ti lascerò andare, Yuuri. "
Yuuri
si portò vicino al parapetto per poi allontanarsi di scatto.
Un
solo salto.
Un singolo.
Viktor non l' avrebbe mai saputo.
Si
preparò ad eseguire un Salchow,
allargando le braccia e le
gambe, prendendo la giusta velocità per eseguirne uno, uno
solo.
Ma
non lo fece.
Si prese del tempo aggiustando il bacino e le
spalle, voltandosi in avanti.
Fu un Axel quello che eseguì,
uno triplo per giunta.
Tuttavia non si fermò.
Allargò
nuovamente le braccia preparandosi nuovamente.
Flip.
E
di nuovo, un' altra volta.
Quadruplo flip.
Era così
concentrato che sobbalzò non appena udì un
applauso rimbombare
nella pista desertica.
- Era perfetto. - la voce di Minako si
librò nell' aria, echeggiando lieve.
Yuuri si affrettò ad
avvicinarsi alla donna.
- Non dirlo a Viktor - fu la prima cosa
che le chiese, rilassandosi solo quando ella abbassò la
testa per
annuire.
Yuuri uscì dalla pista, sistemandosi su una delle
panche, nervoso come non mai.
Adesso che la sua quiete era stata
interrotta, era stato trascinato brutalmente alla realtà.
- Come
sapevi che ero qui? - sistemò i coprilame e si
slacciò i pattini.
-
Il ghiaccio è la tua casa - Minako incrociò le
braccia al petto -
Sapevo che saresti stato nervoso e pattinare ti rilassa -
Yuuri
abbassò lo sguardo su pavimento.
Dire che era nervoso era
poco.
Al solo pensiero di quello che stava per fare sentiva il
cuore battere all'impazzata, il corpo tremare e le gambe
cedere.
Fortuna che era seduto.
Minako percepì il disagio
e l' ansia assalire il ragazzo.
Appoggiò le mani sulle sue
spalle, richiamandolo.
- Almeno sei già vestito e hai tirato i
capelli indietro - sospirò.
Yuuri sorrise timidamente.
"
Non ti lascerò andare, Yuuri."
Viktor si era alzato
"Dopo la finale,
se riuscirai a
salire sul podio, ti farò mio. "
Eccola, la determinazione
che aveva visto per un fugace istante.
Non una domanda, ma quasi un ordine.
" Ti sposerò e ti
farò mio. "
Minako stirò le labbra, rispondendo al
sorriso.
- Forza, ti stanno aspettando tutti e devi finire di
prepararti -
Toccò al giovane annuire.
Si alzò lisciandosi la
giacca bianca.
Era terrorizzato ed eccitato al tempo stesso.
-
Precedimi - disse soltanto.
La donna scrollò le spalle ma
esaudì la richiesta, lasciandolo solo.
Yuuri fece un lungo
sospiro, tormentandosi le labbra con i denti.
Si avviò lungo
l'uscita, dando un ultimo sguardo alla distesa sconfinata.
Mai
come adesso avrebbe voluto essere simile al ghiaccio.
Forte.
Deciso.
Il ragazzo scosse la testa uscendo dalla
struttura.
Ispirò a pieni polmoni l'aria fresca, posando lo
sguardo sulla città innevata.
La città che lo aveva visto
nascere, crescere, che aveva assistito ai suoi fallimenti e alle sue
vittorie.
Presto, avrebbe iniziato una nuova vita.
Yuuri
dimenticò per un attimo le sue incertezze.
Viktor lo stava
aspettando.
have a dream too large to bear alone.
We call everything on the ice love"
Angolo
dell'autrice:
Un saluto a voi tutti :D
Inizio con il dire che
questa os è in
assoluto la prima ff che scrivo per questo fandom.
In progetto ne avevo molte altre, ma il
mio grandissimo, enorme, immenso problema è che mi manca da
un paio
di giorni ( settimane e mesi più che altro ) l'ispirazione;
quindi
quando questa storia è nata ho dovuto approfittarne.
Sentivo il bisogno impellente di
buttare giù queste righe.
Non c'è una trama nè un intreccio
ben definito, è soltanto un modo per esternare un malessere
interiore.
All'inizio, infatti, doveva essere un po' angst e malinconica (anche se la nostra amata Viktuuri non se lo merita) ma alla fine ho preferito un happyending e, tuttavia, poichè non volevo fermare il flusso di parole che si era soffermato sulla pagina, non me la sono sentita di modificare troppo la storia.
Fa schifo?
Pazienza. ;)
Mi importa davvero della vostra opinione, ma per favore che le critiche siano costruttive, oppure non avremmo concluso nulla.
Ora vi lascio o
finirò con lo scrivere
una nota più lunga della fanfiction ;)
Vostra
EiryCrows