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Autore: Jeo 95    30/05/2017    3 recensioni
«Pare che stanotte siamo rimasti soli entrambi.» non era esattamente così. Lui aveva ancora i suoi figli, mentre lei ormai non aveva più nessuno. [...]
Hiruzen gli sorrise ed annui, riportando lo sguardo sulla figura della bambina addormentata.
«Nonostante tutto, farò in modo che tu sia sempre felice e al sicuro. È una promessa, piccola Naruko.» ed era più che intenzionato a mantenerla.
***
Ripropongo la mia saga di Naruko in una nuova veste :)
Ci saranno delle differenze, ma spero comunque possiate apprezzare questa nuova versione di "Naruko:L'inizio della Leggenda"
Ad oggi, è ancora una delle mie fic che ha avuto più seguito, forse anche per quello non ho avuto il cuore di cancellarla, ma solo di ripresentarla in questa nuova forma. Spero vi piacerà come la prima, un bacione a tutti coloro che mi seguiranno!
Jeo 95 =3 (ArhiShay)
Aggiornamento ogni due settimane! Prossimo Capitolo: Martedì 12 Settembre.
Genere: Angst, Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha, Shikamaru Nara, Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Threesome | Contesto: Prima dell'inizio, Naruto prima serie
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N.d.A- Tornano per voi le avventure di Naruko, la storia raccontata da me se Naruto fosse nato ragazza :)
Ovviamente manterrò alcune scelte che feci anche nella scorsa fanfiction, come per esempio la scelta dei membri del Team 7, mentre per altri le cose saranno un po' diverse u.u
Spero davvero che questa storia vi catturi come fece l'altra, perchè qui c'è la Jeo che è cresciuta, la Jeo che ha dedicato 8 anni alla scrittura, e che vuole dimostrare a tutti quel che è capace di fare.
Un bacio a chiunque vorrà seguirmi in quest'impresa.
Grazie e alla prossima,

Jeo 95 =3 (ArhiShay)


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Naruko

 


 

Mentre le fiamme distruttive si assopivano, Hiruzen Sarutobi guardava malinconico il suo villaggio rialzarsi da una notte piena di terrore e distruzione.

Dal suo ufficio, circondato dalle tenebre più scure, il vecchio Hokage non riusciva a contare tutto ciò che in una sola notte gli era stato portato via, a lui ed alla piccola creatura che adesso, dopo diversi minuti di pianto ininterrotto, giaceva addormentata in una culla di fortuna, a pochi metri da lui.

Tra le perdite, Hiruzen contava anche la sua amata moglie, uccisa mentre aiutava una donna a partorire, dalla stessa mente diabolica che aveva liberato il demone per le strade del loro villaggio. Il neonato nella culla invece, aveva perso i genitori, subendo al contempo una maledizione eterna che l'avrebbe costretto ad una vita fatta di dolore e sofferenza.

L'attacco della Kyuubi no Yoko, così improvviso ed inaspettato li aveva piegati tutti, dal primo all'ultimo, e solo grazie all'eroico sacrificio del quarto Hokage, il villaggio di Konoha non era stato completamente distrutto. Ed ora, quel mostro giaceva sigillato nel fragile corpo di un neonato.

A nulla sarebbe servito il desiderio dello Yondaime che esso fosse trattato come un eroe, gli abitanti l'avrebbero visto sempre e solo come un mostro.

«Sandaime-sama.» un Ambu apparve alle sue spalle, silenzioso come la notte stessa.

Hiruzen lo guardò con occhi tristi e stanchi. Anche lui aveva perso qualcuno quella notte.

«Cosa intendete fare del neonato?» c'era una nota incrinata nella voce apparentemente impassibile del giovane ninja, qualcosa che sapeva di rabbia, tristezza e, forse, odio.

Sarutobi sospirò, consapevole che questo era solo il principio di quello che lo aspettava.

«Ancora non lo so, ma dopo stanotte... non credo avrà vita facile.» perché nessuno l'avrebbe visto realmente per la creatura indifesa che era. Guardandolo, le persone non avrebbero visto altro che il mostro spietato e crudele che aveva rovinato le loro vite quella notte di Ottobre.

Dei vagiti chiamarono a gran voce l'Hokage, che con passo incerto si avvicinò alla culla.

Il cucciolo era sveglio e si agitava, e forse per la prima volta Sarutobi guardò davvero quella creaturina dalla testa bionda che si agitava con energia tra le copertine. Sembrava quasi vi stesse lottando, ed il vecchio capo non potè che sorride. Era una bambina bellissima.

La prese tra le braccia, cullandola e cercando di calmare i suoi acuti versetti.

«Ha solo poche ore di vita ed è già piena di energia.» sentì distintamente il verso seccato dell'Anbu.

«Dopo tutto quel che ha causato... con tutto il rispetto ma trovo questa frase fuori luogo, Hokage-sama.»

Hiruzen lo guardò duro, corrugando in una smorfia infastidita le folte sopracciglia ingrigite dal tempo.

«Attento a come parli, lei non ha colpa. Sei un Anbu, dovresti controllare le tue emozioni meglio di così.»

Lo sapeva... eppure non ci riusciva. Strinse i pugni lungo i fianchi e prese un profondo respiro, cancellando dalla sua mente ogni sorta d'astio provasse verso quella bambina. Sarutobi aveva ragione, lei non aveva fatto nulla di male. Era una vittima quanto loro dell'infausto destino di quella notte, forse addirittura era quella che aveva perso più di tutti.

Eppure non riusciva a provare empatia per lei. Un fuoco di odio e rabbia bruciava in lui appena lo sguardo si spostava sulla fragile figura della bambina. Era sua la colpa, se aveva perso le ultime persone a cui voleva bene. Se lei non fosse nata, loro sarebbero ancora con lui.

La guardò da dietro la maschera. Aveva rubato i capelli biondi di lui, e fu certo che da grande avrebbe mostrato la bellezza rubata a lei.

«Nessuno al villaggio vorrà aver a che fare con lei» stavolta nascose ogni traccia di rabbia, esprimendo solo quella che secondo lui era la realtà dei fatti.

E Hiruzen, amaramente, dovette concordare con il giovane ninja.

Guardò la piccola sbadigliare e accoccolarsi tra le sue braccia, stringendo la veste bianca dell'Hokage in una delle piccole manine. Sarutobi non ebbe il cuore di rimetterla nella culla, ormai stregato dalla creaturina.

«Pare che stanotte siamo rimasti soli entrambi.» non era esattamente così. Lui aveva ancora i suoi figli, mentre lei ormai non aveva più nessuno.

Fu in quel momento che l'Hokage prese una decisione ferrea, alla quale non avrebbe permesso nemmeno al consiglio dei saggi di opporvisi.

«Mi prenderò cura io di lei.» sentenziò infine, girandosi verso l'Anbu con sguardo fermo e serio, così diverso dall'espressione benevola che di solito accompagnava il viso del Sandaime.«E vorrei che mi aiutassi a badare a lei. Non posso proteggerla da solo.»

Il ragazzo ci pensò. Non voleva assolutamente accettare, al contrario sentiva di essere lui per primo il peggior nemico che la bambina avrebbe mai avuto nella vita. Poi i volti di loro gli salirono alle mente, assieme ai loro sorrisi, alle carezze ed a tutto l'amore che gli avevano riservato negli anni. E si sentì un verme nell'aver anche solo pensato di far del male a qualcosa che avevano protetto a costo della vita.

«Non posso prometterle che i miei sentimenti per lei cambieranno.» confessò, ma in fondo era un ninja. Ed i sentimenti non dovevano mai intaccare la riuscita di una missione.«Ma farò del mio meglio per impedire a chiunque di farle del male.»

Hiruzen gli sorrise ed annui, riportando lo sguardo sulla figura della bambina addormentata.

«Nonostante tutto, farò in modo che tu sia sempre felice e al sicuro. È una promessa, piccola Naruko.» ed era più che intenzionato a mantenerla.

 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 

   
 
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