Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: Jeo 95    27/06/2017    1 recensioni
«Pare che stanotte siamo rimasti soli entrambi.» non era esattamente così. Lui aveva ancora i suoi figli, mentre lei ormai non aveva più nessuno. [...]
Hiruzen gli sorrise ed annui, riportando lo sguardo sulla figura della bambina addormentata.
«Nonostante tutto, farò in modo che tu sia sempre felice e al sicuro. È una promessa, piccola Naruko.» ed era più che intenzionato a mantenerla.
***
Ripropongo la mia saga di Naruko in una nuova veste :)
Ci saranno delle differenze, ma spero comunque possiate apprezzare questa nuova versione di "Naruko:L'inizio della Leggenda"
Ad oggi, è ancora una delle mie fic che ha avuto più seguito, forse anche per quello non ho avuto il cuore di cancellarla, ma solo di ripresentarla in questa nuova forma. Spero vi piacerà come la prima, un bacione a tutti coloro che mi seguiranno!
Jeo 95 =3 (ArhiShay)
Aggiornamento ogni due settimane! Prossimo Capitolo: Martedì 12 Settembre.
Genere: Angst, Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha, Shikamaru Nara, Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Threesome | Contesto: Prima dell'inizio, Naruto prima serie
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

N.d.A- Salve a tutti!
Chiedo venia per il ritardo, ma tra lavoro e l'esame dell'università non ho avuto tempo per scrivere, e ho ricominciato con i miei soliti ritardi. Spero possiate perdonarmi. 
Anyway, ecco il secondo capitolo di Naruko :) 
Non ho modificato più di tanto la scena della scuola, più che altro ho scritto in un italiano corretto, migliore di quello della prima versione, ed il risultato non mi è dispiaciuto. Ho inoltre modificato delle scene, spero che vi abbia incuriosito questo sguardo al passato :)
Un bacio a chiunque vorrà seguirmi in quest'impresa.
Grazie e alla prossima,

Jeo 95 =3 (ArhiShay)


p.s. Mi trovate anche su:

Writer's Wing 

Wattpad

 

*w*w*w*w*



 
Naruko

 


 

A cinque anni dal grande disastro, Konoha era risorta dalle proprie ceneri, ancora debole e stanca, ma più forte nello spiriti di prima.

Hiruzen stava controllando alcuni rapporti quando qualcuno bussò alla porta del suo ufficio, distraendolo. Ringraziò mentalmente chiunque vi fosse al di là della soglia, per avergli concesso una pausa da tutte quelle scartoffie.

«Avanti.»

Itachi Uchiha si presentò a lui con un profondo inchino.

Sarutobi gli sorrise cortese. Aveva solo 10 anni Itachi, eppure era già riuscito a guadagnarsi il titolo di Chunin. Erano passati anni dall'ultima volta che il Sandaime aveva avuto l'occasione di vedere la nascita di un vero prodigio, ed era contento che il dono della genialità fosse toccata proprio al maggiore dei figli di Fugaku.

Era un pacifista, devoto completamente al mantenere la sicurezza e la pace nel villaggio, nonostante negli anni molte prove difficili l'avessero messo davanti agli orrori del mondo.

Un po' gli dispiaceva per quel ragazzino, costretto a crescere troppo presto e troppo in fretta.

«Itachi, hai bisogno di qualcosa?»

Il giovane ninja annuì, senza però dare una risposta concreta all'Hokage. Sembrava in imbarazzo, cosa assai rara per lui, sempre calmo e pacato, come se cercasse le parole esatte per esporre il suo pensiero all'Hokage.

«Ecco Hokage-sama... so che sembra impertinente da parte mia, ma mi chiedevo... sarebbe possibile farle visita?»

Hiruzen sgranò gli occhi. Non credeva che Itachi sapesse della sua esistenza, aveva fatto tutto il possibile affinché nessuno conoscesse l'ubicazione in cui aveva deciso di nasconderla, e benchè lei stessa fosse un tornado di energia e spesso provasse a scappare, Sarutobi non credeva che qualcuno l'avesse davvero trovata.

Dopo i primi attimi di sorpresa però, sorrise. Stava parlando di Itachi dopotutto, era ovvio che l'avesse scoperta.

«Come mai questa richiesta?» era sinceramente curioso.

Itachi non rispose. Gli aveva fatto promettere di non dire nulla, perché altrimenti sarebbe stata sgridata e non avrebbe più potuto giocare assieme all'amico che si era trovata con tanta fatica. Come poteva rispondere quindi?

La porta si aprì con un tonfo, salvando Itachi da una spinosa situazione. Sia il giovane che l'Hokage sobbalzarono per la sorpresa.

«Quella piccola peste è scappata di nuovo!»

Le isteriche urla furiose di Kakashi Hatake, giovane ed abile Ambu, riempirono per alcuni secondi la stanza, togliendo ad Hiruzen un sospiro rassegnato. Era la terza volta quella settimana.

«Come fa tutte le volte a svignarsela? Ci sono sempre gli Ambu migliori davanti alla sua porta...»

Itachi lo sapeva, ma anche stavolta non poteva dire nulla. Anche quello gli aveva fatto promettere di non dire nulla. Forse però era anche l'unico a poter effettivamente sapere dove si trovasse.

«Ecco... io forse so dove può essere.» disse, sorprendendo l'Hokage e l'Ambu appena entrati.

Se prima aveva qualche sospetto, ora Sarutobi era certo che il giovane Uchiha gli stesse nascondendo qualcosa, non certo da solo, ma qualcosa nelle sue vecchie ossa gli suggeriva di lasciare questa impresa al neo Chunin.

«Bene allora, Itachi questa missione è tua. Per ora sarà un grado B, ma visti i rischi che corre la persona da ritrovare, forse potrebbe anche essere un grado A...» sospirò, e guardò negli occhi il giovane. Non era solo la richiesta di un capo, ma la preghiera di un nonno.«Ti prego trovala alla svelta.»

E senza dire nient'altro, il ragazzo sparì in una nuvola di fumo.

Kakashi sospirò, chinandosi per chiedere scusa all'Hokage della sua negligenza.

«Quel mostriciattolo è davvero incorreggibile... non fa altro che farmi dispetti e scappare in continuazione, mi farà diventare matto un giorno di questi.»

Hiruzen rise, perché nonostante la preoccupazione sentiva di potersi fidare di Itachi. Lui l'avrebbe trovata di certo, e a quel punto nessuno le avrebbe più fatto del male.

«Probabilmente vuole semplicemente attirare la tua attenzione. Ti vuole bene, più di quanto credi.»

Kakashi non rispose, chiudendosi in un profondo silenzio, ed Hiruzen lo lasciò fare. Ritornò alle sue scartoffie, con la testa rivolta verso Itachi e la sua missione.

Sperò di ricevere sue notizie al più presto.



 


 

Itachi sospirò di sollievo quando vide una piccola testolina bionda sbucare da dietro una grossa quercia secolare. Gli aveva confessato che era il suo posto preferito, nascosta tra le radici dell'albero antico nessuno poteva trovarla.

«Naruko.» la chiamò, accucciandosi accanto al nascondiglio e aspettando che la bambina di appena cinque anni decidesse di farsi vedere.

«Non c'è nessuna Naruko qui, sono una radice!» gridò lei, con voce singhiozzante.

Itachi sospirò. Doveva di nuovo essere successo qualcosa con Kakashi o con qualcuno degli Ambu che sorvegliavano la porta della sua camera.

«Ok signora radice, mi vuole dire perché piange?» si sedette, assecondandola e aspettando che si confidasse con lui. In questi casi era utile avere un fratello minore, almeno sapeva come comportarsi e come gestire determinate situazioni.

«Kakashi... è un baka!» lo immaginava.«Si è arrabbiato perché ho morso uno di quegli stupidi Ambu! Ma non è stata colpa mia! Quel tipo mi ha chiamata mostro e mi ha preso per un braccio!»

Singhiozzò ancora, tirando su col naso il modo che probabilmente le colava a causa del pianto. Itachi si intristì. Non era una novità che gli Ambu trattassero male quella povera bambina, e lo frustrava non conoscere il motivo di tanto odio e accanimento contro un essere innocente.

«Ha detto che non potevo più giocare con Shika-kun... per una settimana intera!» e per chi come lei poteva giocare soltanto una volta ogni tanto, doveva essere stata la più terribile delle situazioni.

«Mi dispiace tanto signora radice, ma anche se non è stato giusto quello che ha fatto l'Ambu, non crede che morderlo sia stato altrettanto sbagliato?»

«Ma lui mi ha chiamata mostro!»

«E sono sicuro che Kakashi-san abbia punito a dovere anche lui. Non si risponde alla violenza con altra violenza, altrimenti il male potrebbe vincere.»

La sentì sussultare.«I-Il male?!»

Il ragazzo sorrise.«Proprio così. Se anche noi ninja cominciassimo a diffondere l'odio e la violenza, il male vincerebbe sul bene, e nessuno potrebbe più fermarlo.»

«Ma è terribile!» Naruko uscì dal suo nascondiglio trafelata. I capelli disordinati, gli occhi azzurri arrossati dal pianto, nulla sembrava turbarla quanto la possibilità che il male trionfasse.«Non possiamo lasciare che il male vinca!»

Itachi le carezzò con dolcezza i capelli, sorridendo del buon cuore e dell'ingenuità che rendevano Naruko così speciale.«Hai perfettamente ragione. Spetta a noi ninja sconfiggerlo, anche soltanto chiedendo scusa, o evitando gli scontri quando non sono necessari. Capisci Naruko?»

Non tutto. A volte Itachi parlava in modo davvero strano e complicato, ma una cosa le era chiara. Doveva scusarsi con Kakashi, e forse anche con l'Ambu che aveva morso, per impedire al male di espandersi.

«Credo di sì.»

«Che ne dici di tornare dall'Hokage? Sembrava molto preoccupato, e anche Kakashi-san.»

Non era ancora convinta di voler incontrare Kakashi, ma se il nonno si stava preoccupando per lei, allora doveva andare da lui e fargli vedere che stava bene. Comportandosi da brava bambina, almeno fino a quando anche lei non fosse diventata una ninja, avrebbe combattuto il male a modo suo.

«Va bene Itachi-kun! Però...» le guance le si imporporavano, mentre stringeva con forza la mano del ragazzo e gli camminava a fianco. Fare una piccola richiesta non poteva fare di lei una bimba cattiva no? «Resti a giocare un po' con me dopo?»

Con una dolcezza infinita nello sguardo, il giovane annuì.«Sarà un vero piacere per me accontentare questa brava bambina.»

E d'improvviso, Naruko non vedeva l'ora di potersi scusare con Kakashi per averlo fatto arrabbiare.



 

Sette anni dopo...



 

Naruko sbadigliò sonoramente. C'era fresco quella mattina, e le strade del villaggio erano ancora semi deserte e sgombre dal caos della folla.

Meglio così, non aveva voglia di scontrarsi con i soliti sguardi astiosi che se avessero potuto, l'avrebbero uccisa all'istante. Svegliarsi presto, comunque, non era nelle sue corde.

Aveva legato i lunghi capelli biondi in due pratiche code laterali, così che non le fossero troppo d'intralcio e non le mettessero addosso troppo caldo.

Nella sua tenuta arancione, spiccava come un faro nella notte tra le grige vie di Konoha, ma non se ne curò più di tanto. Non era in missione, non c'era quindi necessità di nascondere la propria presenza a possibili nemici.

Benchè nel villaggio quasi tutti per lei fossero tali, finché gli occhi vigili dell'Hokage vegliavano su di lei, nessuno poteva metterle addosso nemmeno un dito.

Non sapeva perché ce l'avessero tanto con lei, forse a causa degli scherzi che ogni tanto si divertiva a fare a suo nonno, o per via dei dispetti che combinava a quegli abitanti che la trattavano come un'appestata quando semplicemente camminava per le vie di Konoha ammirando la merce in vendita nei negozi.

Aveva smesso di chiederselo però, quando era arrivata alla conclusione che un vero motivo non ci fosse.

Camminò fino ai cancelli della scuola, lungo il cortile d'addestramento, fino a raggiungere la porta della sua classe, dove soltanto pochi dei suoi compagni già sedevano ai loro posti, chi chiacchierando con gli amici, chi cercando di copiare compiti dimenticati la sera prima.

Vagò con lo sguardo per la classe, studiando i volti di coloro che già c'erano, e stupendosi di trovare fra quei volti noti, quello del suo pigro migliore amico, l'ultima persona che avrebbe mai pensato di trovare lì a quell'ora.

Perché Shikamaru Nara era la persona più pigra e svogliata del villaggio, ed era quasi sicura che per nessuna ragione al mondo avrebbe abbandonato il suo morbido letto prima di quanto non fosse necessario.

Seduto nel suo posto abituale, vicino alla finestra, si era coricato sulla sedia, i piedi sul banco, chiudendo gli occhi e beandosi dell'arietta fresca che proveniva da fuori. Se lei non era mattiniera, Shiakamaru lo era ancora di meno.

Sorrise mentre gli si avvicinava. Doveva trovare un modo per ringraziarlo, perché era quasi certa che il motivo per cui lui fosse lì a quell'ora, centrasse con il suo essere mattiniera.

«Buongiorno Shika!» lo salutò allegra, svegliandolo di soprassalto.

L'erede del Clan Nara, uno tra i più noti nel villaggio, la polverizzò con un solo sguardo. Troppo rumorosa già dal mattino.

Sbadigliò sonoramente, ricambiando il saluto e tornando al pisolino che ancora lo chiamava nel mondo dei sogni.

Naruko si sedette al suo posto, proprio davanti a quello di Shikamaru, e si rigirò verso di lui, sorridendo maliziosa.

«Sei venuto presto oggi, come mai questa novità?» lo punzecchiò.

Shiakamaru sbuffò con aria annoiata.«Mia madre... sai com'è. Ogni tanto le viene voglia di mandarmi a scuola prima del previsto. Dice che sono troppo pigro per avere solo dodici anni, e che una camminata mattutina potrebbe aiutarmi a schiarirmi le idee.»

Rise annuendo, prendendo per buona quella scusa. Anche sotto tortura, Shikamaru nn avrebbe mai ammesso di averlo fatto per lei, per non lasciarla sola più del necessario. Sotto molti punti di vista, benché la sua pigrizia fosse ormai leggendaria, Shikamaru era il migliore amico che potesse mai desiderare.

Quando la porta si aprì un'altra volta, il sangue di Naruko ribollì di furore alla vista di Sasuke Uchiha, tenebroso come sempre, indisposto ad intrattenere qualsiasi tipo di conversazione con chiunque. Un lupo solitario che le faceva salire il nervoso, senza che lei ne conoscesse la ragione.

Quel suo atteggiamento da perfettino la irritava.

Sfortunatamente, quel pallone gonfiato era il suo vicino di banco. Non capiva perché Iruka-sensei l'avesse sistemata tra lui e Sakura Haruno, altra seccatura della sua vita, ma probabilmente faceva tutto parte di un piano studiato a suo danno. I peggiori elementi della classe erano i suoi vicini di banco... era certamente opera di un complotto.

Certo Sasuke Uchiha era un bellissimo ragazzo. Moro e dagli occhi neri, il rubacuori della loro classe di cui praticamente tutte le ragazze erano innamorate, ma con un carattere talmente gelido da non permettere a nessuno di farsi strada nel suo cuore e creare alcun tipo di legame.

Da quel lato però, Naruko poteva comprendere perché Sasuke fosse restio a fidarsi degli altri. Apparteneva al Clan Uchiha, sterminato tre anni prima dal più promettente dei suoi elementi, nonché fratello del giovane. Era ovvio che questo l'avesse segnato profondamente.

Solo pensando a quella tragedia, Naruko s'incupì. Anche lei aveva perso qualcuno quella notte, e benchè i suoi ricordi fossero confusi e sbiaditi, uno soltanto persisteva nella sua testa: quella persona le aveva salvato la vita, e non poteva più sdebitarsi per quel gesto.

«Allora, sei pronta per gli esami Naru?» ci pensò Shikamaru a risvegliarla dalle sue riflessioni sugli Uchiha, con la peggiore delle uscite che per lei fu come una doccia fredda.

«Come scusa?»

Shikamaru alzò la testa e ghignò, ammirando gli occhi azzurri che si facevano via via sempre più disperati e consapevoli.

«Non dirmelo, l'avevi dimenticato.»

Avrebbe voluto spegnere quel suo sorriso ridendo sguaiatamente e sbattendogli in faccia che no, non si era affatto dimenticata che il giorno seguente avrebbero avuto gli esami, sia teorici che pratici, che avrebbero potuto decidere il suo futuro da ninja, purtroppo però non poteva. Perché purtroppo aveva perfettamente ragione.

«Maledizione...» abbassò la testa sconsolata, cadendo in uno stato di apparente catalessi in cui il suo spirito sembrava volersi separare dal corpo.

Shikamaru scosse il capo, rassegnato all'evidenza: quella ragazza era un caso disperato.«Se sempre la solita Naru.»

Pian piano, la classe iniziò a riempirsi, e ben presto la tranquillità della mattina presto fu sostituita dal caos generale. Mancava poco all'inizio delle lezioni e ciò per Naruko significava che tra poco il suo banco sarebbe stato invaso dalle fan sfegatate di Sasuke.

Non poteva fare a meno di chiedersi cosa ci trovassero in quel tipo. Ok certo era carino, ma rivolgergli la parola sembrava un'impresa impossibile.

Ci aveva provato, più di una volta e con metodi anche poco ortodossi secondo alcuni, ma ogni volta l'aveva puntualmente liquidata ed ignorata con nient'altro che un'occhiataccia feroce.

Aveva quindi messo da parte per un po' il suo desiderio di parlare con lui. Probabilmente, in tutta Konoha lei e la timida Hinata Hyuga erano le uniche a non provare sentimenti romantici per Sasuke.

«Non lo invidio per nulla.» aveva sbuffato Shikamaru, mentre la folla di ragazzine urlanti circondava i loro posti gridando a Sasuke di notarle. (notice me sempaaaaaiiii. n.d.a scusate... non ho resistito...)

Naruko lo guardò dubbiosa. «Credevo fosse il desiderio di ogni maschio avere uno stuolo di ragazzine urlanti ai propri piedi.»

«Assolutamente no!»sembrò quasi offeso da quel pensiero.«Mi basti tu come seccatura, non ho certo bisogno di altre dieci bisbetiche urlanti.»

Con i nervi a fior di pelle, Naruko afferrò Shikamaru per le guance, tirandogliele e strizzandole fino a farlo quasi gridare dal dolore.

«Neh Shika... chi sarebbe la bisbetica urlante?!?!»

«Shon shu.» lo interpretò come un “non tu” e soddisfatta lo lasciò andare.

«Accidenti... sei davvero una seccatura tu.» Naruko gonfiò le guance, offesa e pronta a riprendersi la sua vendetta sul viso dell'amico, ma quando la mano di lui le toccò con dolcezza i capelli si fermò.«La mia personale ed insostituibile seccatura.» e quasi senza rendersene conto, al sorriso dolce e caldo del Nara, la ragazza arrossì spiazzata, prima di ricambiare anche lei il sorriso.

Quando Iruka-sensei entrò dalla porta, il caos si acquietò in un istante, e l'ultima lezione prima dell'esame finale ebbe inizio. Per una come Naruko che con lo studio non è mai andata davvero d'accordo, quella lezione durò un'eternità, in cui non aveva capito nulla di tutto il ripasso teorico fatto dal sensei.

Per la pratica non era un problema. Nel Taijutsu non se la cavava male, inoltre grazie ad un piccolo trucco insegnatole dal suo fratellone, era stata in grado di utilizzare il Kage Bushin no Jutsu, una tecnica avanzata che secondo lui si addiceva di più ad una testa calda come lei rispetto ad un Bushin no Jutsu normale.

La teoria invece era quanto di più tremendo Naruko avesse mai incontrato. Tutte quelle parole, quelle formule e quelle teorie, la storia del villaggio e di tutti quelli a loro vicini, per lei era un argomento impossibile da assimilare attraverso mere lezioni.

I racconti del nonno e del fratellone erano assai più interessanti, e grazie a loro probabilmente nella parte di storia non avrebbe fatto schifo come in tutto il resto. Non si era mai sentita tanto sconfortata come in quel momento.

«Ahhhh.» si lasciò scappare un sospiro rassegnato, che non sfuggì a Shikamaru.

«Non hai capito niente, vero?» lei semplicemente annuì depressa.

Il ragazzo sospirò. Stava per dirle qualcosa, quando il caos portato dal “Sasuke fan club” impedì loro di comunicare a dovere.

Una vena nervosa pulsò sulla fronte di Naruko. Nervosa, affranta e con un gran desiderio di usare Sasuke come sacco d'allenamento, si alzò sbattendo violentemente le mani sul banco, attirando su di sé l'attenzione dell'intera classe.

Shiakamaru sudò freddo. Naruko era mentalmente instabile al momento, e c'era seriamente la possibilità che iniziasse a sbraitare ed inveire con chiunque nel raggio di cinque metri da lei. Quando si arrabbiava diventava intrattabile e pericolosa, quasi come qualsiasi donna, e per un attimo temette azzannasse le ochette alla gola.

Con sua somma sorpresa invece, si limitò ad alzarsi e cercare un modo per uscire da quel gruppo di urlatrici, spazzolandosi una delle lunghe code bionde e dando le spalle al gruppetto di ragazze, per andare poi a sedersi al suo fianco.

Di solito era il posto di Choji quello, ma era probabilmente andato a consumare la sua merenda in giardino, quindi al momento era un posto vuoto.

Shikamaru la fissava sorpreso.«Mi hai stupito, avrei giurato che fossi pronta a combinare uno dei tuoi soliti casini.»

Naruko scosse le spalle. «Fortunatamente per loro ho altro a cui pensare.» e si lasciò scivolare sulla spalla dell'amico, singhiozzando sul fallimento sicuro del suo esame teorico.

Pieno e stanco di tutti quei piagnistei, fu Shikamaru a prendere in mano la situazione, con una proposta che lo sapeva, Naruko non avrebbe potuto rifiutare.

«Che ne dici di venire a casa mia? Potrei aiutarti a studiare, anche se so già che sarà una grossa seccatura.»

Naruko ci pensò su. Era già stata nel quartiere Nara, e da quel che ricordava non c'era un singolo membro di quel Clan che vedesse in lei qualcosa di più che un mostro.

Shikaku, il padre dell'amico, la trattava bene e non si opponeva all'amicizia tra lei ed il figlio, ma d'altro canto Yoshino, la madre, non era stata particolarmente entusiasta di scoprire il loro rapporto.

Ora sembrava aver cambiato idea, ma gli sguardi duri ed ostili degli altri membri del Clan la mettevano a disagio. Inoltre non voleva ripetere l'esperienza dell'ultima volta che aveva messo piede nei loro quartieri.

«Forse è meglio di no... sai, non vorrei disturbare.»

Shikamaru capì subito che non era affatto quello il problema. Sospirando, sapeva che a quel punto, l'unico modo per convincere Naruko era prenderla per la gola.

«Per cena mia madre farà il ramen, sarebbe felice se restassi. Inoltre staremo nella mia stanza, eviteremo di uscire ed useremo la scorciatoia per entrare. Vedrai, non ci saranno problemi.»

Non ne era convinta, ma come poteva resistere all'invitante pensiero del ramen di Yoshino Nara? Era al terzo posto tra i suoi ramen preferiti!

Sospirando accettò rassegnata, ringraziando di cuore l'amico. Le stava letteralmente salvando la vita.

«Anche se sei una seccatura, sai che ci sarò sempre se avrai bisogno di me. A questo servono gli amici dopotutto.»

A quelle parole, grossi lacrimoni di commozione inumidirono gli occhi di Naruko he presa dalla gioia saltò al collo di Shikamaru inneggiando al suo buon cuore. La sedia si sbilanciò e caddero entrambi, uno sopra l'altro, scatenando le risate generali della classe.

Risero anche loro, e in quel momento Naruko si sentì felice di essere a scuola. Perché se c'era Shikamaru, anche un esame non faceva poi così paura.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Jeo 95