THE
DAY AFTER
Un profumo buonissimo risvegliò i suoi sensi. Era pane e qualcosa che non
sapeva definire. E si riscoprì affamata. Ancora un minuto però.
Si mosse nelle coperte e lentamente la coscienza si fece strada nella
dormiveglia, e quello che era successo il giorno prima le ritornò alla mente.
Mosse la mano nell’altra parte del letto e sentì che era vuota, aprì un occhio
pigramente. No, hiccup non c’era.
Ormai definitivamente sveglia si volse con il viso verso il soffitto e
improvvisamente provò un acuto imbarazzo e insieme una gioia incontrollata,
erano una faccia della stessa medaglia, quando tornava sui quei ricordi che le
si erano subito fatti vividi. Non aveva fatto nulla per richiamarli ma erano lì
prepotenti. Semplicemente non riusciva a non pensarci. Si morse un labbro.
Le spalle ampie e cosparse di lentiggini che si muovevano sopra di lei. Le
spinte decise, la sua bocca ovunque, in ogni parte del suo corpo. Le sue mani
così abili a suscitare in lei reazioni quasi primordiali. E suoi occhi che la
guardavo come se non fosse mai sazio di quello che vedeva.
Sfregò le cosce tra loro, non si sentiva la solita ma non aveva fastidio.
Aveva fatto male, però era stato…
Si girò di scatto e affondò il volto nel cuscino.
Hiccup era stato gentile ma non solo quello…e si scoprì felice perché
sapeva che quel lato di lui era un qualcosa di unico che nessun altro avrebbe
mai visto, anzi nessun’altra. Era diventata pure possessiva, andava di
bene in meglio…
Ad ogni modo quello era una aspetto che era solo per lei. Sorrise in maniera
incontenibile, come quando le avevano regalato la prima cotta di maglia,solo
sua e così desiderata.
C’era qualcosa di totalizzante nel vedere quel ragazzo di solito così
ingenuo o pensieroso, che sfornava piani e progetti e rideva come un bambino,
lasciarsi trascinare dall’istinto e ricercare con sicurezza e senza imbarazzo,
come lei invece si sarebbe aspettata, quelle sensazioni che entrambi avevano
così tanto anelato. E quando il lieve dolore era finito…Sospirò beata.
L’odore diventò più corposo e la fame si fece di nuovo sentire. Era l’ora di
vedere cosa produceva quei profumi così invitanti, si sollevò sui gomiti e fece
una rapida ispezione della stanza, il vestito celeste era ancora nell’esatto
punto nel quale l’aveva fatto cadere la sera prima, completamente dimenticato.
Ma non se la sentiva di rimettere un vestito così poco abituale per lei, per
quanto fosse stato bello voleva tornare in fretta alla normalità. A piedi nudi
si avviò verso l’armadio e l’apri speranzosa. Perfetto!
Qualcuno, probabilmente sua madre, aveva trasportato tutti i suoi abiti li e
li aveva riposti con cura. Prese il necessario e se lo infilò in fretta
dopo di che si spostò verso la lastra decorativa e lucida che ritraeva un drago
accanto al grande armadio e per quanto poté si specchiò e sistemò i capelli
nella sua solita treccia. Infine si sciacquò il viso nella catinella rialzata e
sostenuta da un contenitore in ferro battuto che era evidente per lei, ce n’era
un'altra più scura nella parte opposta della stanza.
Poi annui soddisfatta, molto meglio! Ora poteva affrontare un po’ di novità.
Scese le scale e una volta scesa vide il camino acceso e la porta dell’altra
camera aperta, perciò si affacciò e vide hiccup riverso su un pianale pieno di
foglie e altro. Ecco dove aveva spostato le sue cose.
Inoltre i due draghi stavano nei loro giacigli nell’altro lato della
stanza,tempestosa fece un verso felice nel vedere la padrona e hiccup si voltò
incuriosito.
“Buongiorno dormigliona” il sorriso sbilenco che non recava traccia del
ragazzo della sera precedente.
Sembrava sempre puro come la neve. E astrid provò l’immediato desiderio di
lasciare un segno in quel candore, esattamente come quando si trovava davanti
alla porta di casa quello strato intatto e candido.
Si riscosse da quei pensieri “saranno appena le dieci…”si avvicinò
“piuttosto cosa è questo buon odore non ho controllato bene”
Il sorriso si fece dolce “lieto di saperlo, volevi compagnia più del
cibo” le poggiò le labbra in un tocco delicato sulle sue.
“ora però gradirei mangiare davvero” lo trascinò in cucina senza
chiedere se voleva accompagnarla o meno. Non era un opzione.
Le spalle di hiccup stavano sussultando per le risate “si ok, non importa
tirare”
Una volta avvicinati al camino vi che varie pentole erano sistemate per
essere scaldate e c’erano diverse pagnotte sul tavolo.
“uh! Quante cose!! Quelle pagnotte sono le mie preferite”
Gli occhi del ragazzo si volsero su di lei senza sorpresa “ già, me li ha
dati Asteria infatti, tutto ci è stato procurato a dire il vero..” corrucciò un
po’ la fronte “da solo non saprei dove iniziare”
Si questo perché hiccup più che mangiare si nutriva, quello che passava il
convento andava più che bene, mangiare era un intramezzo tra le cose che doveva
o voleva fare.
“infatti di queste cose me ne occuperò io sennò moriamo di fame..” Astrid
voleva essere ironica ma ricevette in risposta un altro sorriso tenero.
Senza volerlo arrossì lievemente. non c’era niente di strano, era sua moglie
no?
“anche papa’ mi diceva lo stesso” il sorriso si allargò e la invitò a sedersi
“infatti credo di aver ereditato il talento in cucina da mia madre”
“senza dubbio!” si ricordava benissimo che avevano deciso di togliere gran
parte dei turni in cucina di hiccup alla riva perché mangiare quello che
provava a fare era un atto da veri vichinghi.
Ridacchiò “potremmo fare una prova di coraggio…mangiare tutto quello che il
capo e sua madre faranno senza conseguenze” prese una pagnotta e la spezzò, era
croccante al punto giusto “sicuramente invoglierebbe i giovani ad apprezzare di
più le doti culinarie dei parenti”
“ahahah! Perché idee così brillanti non ti vengono mai quando si tratta di
allenamenti veri?”
Un pezzo di pane lo colpi sulla guancia “le mie idee sono brillanti!”
Hiccup raccolse il pezzo di pane rimbalzato sul suo viso rilanciandolo da
dove era venuto, raggiunse il naso “sicuro!per uccidere le leve ancora prima
che abbiamo cavalcato un drago come si deve”
Astrid non se la prese e andò a togliere dal fuoco uno dei pentolini “sei
troppo morbido con loro” dall’odore pareva buonissimo. La risposta fu uno
sguardo molto poco convinto.
“allora oggi facciamo un giro sulle isole a sud?” poter gestire il tempo in
libertà tra loro era così raro
Hiccup annui “avevo avuto la stessa idea, dobbiamo completare la mappa” e
lei era brava quasi quanto lui a disegnare le terre “ci lasceranno in pace per
almeno altri due giorni secondo quanto mi ha detto mia madre”
Le sopracciglia di astrid si sollevarono “davvero? Con il mese alla
riva pensavo che una volta tornato domani saresti tornato da skariccio e al
villaggio”
il verde degli occhi si fece scuro, e il sorriso malizioso “diciamo che
anche dopo il matrimonio ha la sua importanza avere tempo…ho contrattato”
ah ecco, aveva ragione naturalmente, solo non ci aveva sperato,
aggirò il tavolo e lo raggiunse.
“lo apprezzo davvero” gli circondò le spalle si sedette su di lui e lo baciò
con calma, hiccup la strinse sui fianchi, poco dopo lei si staccò di pochissimo
e sorrise con le sue labbra a pochi millimetri “di nuovo buongiorno…”
Hiccup non rispose ma le sue dita la accarezzavano languidamente sulla vita
e la portò un po’ piu vicina
“hai raccolto di nuovo i capelli” e tirò con delicatezza la treccia.
Il bacio che la raggiunse iniziò in modo più intimo del previsto visto che
aveva le labbra già schiuse per comunicargli che avrebbe sciolto i capelli ogni
volta che voleva, a casa loro.
Pane, latte e il sapore di lui le risvegliarono i sensi, i seni le pungevano
come se le mancasse un qualcosa che solo lui poteva darle…
Poi sentì che i riccioli venivano liberati e le cascarono di nuovo sulle
spalle. Hiccup la squadrò un attimo e fece un sorriso soddisfatto “così va
meglio”
Riprese a baciarla partendo dal collo stavolta. Astrid richiuse gli occhi
strettamente. E mise le mani alla rinfusa nei suoi capelli.
“Potremmo risalire in camera mia signora?” la voce
arrochita poco pìù di un sussurro. Un movimento con la testa positivo come
risposta e si alzò poco sicura di stare eretta sulle gambe in maniera stabile.
Hiccup continuava a guardarla intento e si mise in
piedi a sua volta.
In quella sentirono chiaramente il campanaccio
fuori dalla porta suonare. Astrid si sentì come portare di nuovo alla realtà.
Hiccup aggrottò in modo deciso le sopracciglia
volgendosi verso la porta “ma non è possibile…” la voce aveva un tono irato che
poche volte gli aveva sentito. anche lei era attonita ma il campanello si fece
sentire fastidioso un'altra volta e la voce di moccicoso aggiunse “ehi
piccioncini aprite!”
Hiccup si avviò di scatto e il suo viso non
prometteva niente di buono, perciò astrid lo segui cercando di sistemarsi i
capelli come meglio poteva.
Aprendo la porta si ritrovarono tutto il gruppo al
completo davanti e c’era anche il padre di moccicoso
“cosa c’è?” il tono di hiccup era così’ deciso e
poco felice che per un attimo ci fu solo silenzio.
Poi gambadipesce prese la parola “una delegazione
da Golraha, l’isola a nord del grande freddo, si è presentata al porto stamani
e vogliono parlare con il capovillaggio” lo disse velocemente e tutto di un
fiato poi aggiunse più mite “ci dispiace tanto Hiccup, ma sembrano non avere
intenzioni molto amichevoli…”
Un forte sbuffo si fece sentire, testabruta
interruppe l’amico “ insomma c’è poco da scusarsi! Quei tipi hanno dato in
escandescenza quando hanno visto dei draghi al villaggio e volevano fare di
rutto e vomito un borsa di pelle!!” le narici le si allargarono e se avesse
potuto avrebbe sbuffato fumo “sono due idioti!”
“già!” testa di tufo ribadì “che te ne fai di
una borsa di pelle di drago? E molto più utile per qualcosa per coprirsi!una
coperta per esempio” testabruta colpì il fratello con un calcio ben assestato
Hiccup fece un gesto con la mano come per farli
smettere di parlare “aspettate!..e da quanto sono qui?”
Questa volta fu lo zio a parlare “da stamattina
all’alba nipote,Valka è riuscita a tenerli buoni fino ad adesso ma se il capo
villaggio non si presenta potrebbero prenderla come un offesa”
“gia mio padre a ragione! Quindi vedi di muoverti!”
moccicoso aveva una faccia davvero soddisfatta
“hiccup quel villaggio è il maggior produttore di
navi corrazzate. Non possiamo prenderlo alla leggera” era stata astrid a
parlare
Hiccup annui lentamente. “lo so” guardò la ragazza
bionda che lo squadrava serio. Era anche per questo che l’amava. Berk veniva
prima di tutto per entrambi.
Nel loro villaggio c’era freddo, gente cocciuta,
cibo poco saporito e villaggi ostili sempre pronti a guerreggiare. In molti,
temeva, non avrebbero mai accettato il loro stile di vita. Ma era delle
testacce dure e poi avevano i loro draghi!
Perciò chiamo sdentato “bello andiamo!” avrebbe
fatto capire a quei tizi con chi avevano a che fare.
Fare l’ingresso cavalcando una furia buia faceva
sempre un certo effetto.
Sali velocemente su sdentato “bene andiamo” e tese
una mano verso astrid
lei lo guardò poco convinta. “eh? anche io?”
gli occhi azzurri riflettevano tutta la sua perplessità.
“ma certo! da oggi sei la moglie del capovillaggio,
e questi ospiti vanno accolti come si deve” prese la mano che astrid
aveva sollevato restia e la fece salire dietro di lui “e poi resti sempre la
nostra miglior guerriera!”
Astrid si appoggiò grata alla schiena di hiccup.
“va bene”
Il drago si levò in volo deciso.
La luna di miele era finita, quella era Berk, un
povero ragazzo da poco diventato capo non poteva sposarsi e sperare di avere
giorni tranquilli. Quell’ammasso di rocce dove le case erano costruite
centimetro per centimetro contendendo il terreno alla natura selvaggia
richiamava sempre la sua attenzione prima che avesse anche solo il tempo di
pensare di rilassarsi.
Ma, pensò stringendo la mano della ragazza che
amava e cavalcando in groppa del suo miglior amico, non avrebbe cambiato niente
della sua terra per nessun motivo al mondo.
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