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Autore: xxlili_luna    03/06/2017    0 recensioni
Lord Voldemort non è mai esistito, i genitori di Harry sono ancora vivi. Hermione e Draco si sono sempre odiati e insultati. Ma se sotto quegli insulti e quelle occhiataccie si fosse per tutto il tempo nascosto qualcosa di più? Durante l'estate, in cui saranno costretti a passare insieme si renderanno conto di provare qualcosa l'uno per l'altro. I due si sforzano di mantenere la loro relazione segreta ma qualcuno li scoprirà. Malfoy riuscirà a confessare veramente cosa prova per lei e cambierà, oppure rimarrà il solito?
Dal testo:
- Cosa vuoi, Malfoy?
- Rilassati Granger, voglio solo prendere un bicchiere d'acqua, come te. - rispose sorpassandomi e prendendo effettivamente un bicchiere. Mi voltai feci per andarmene quando sentì la voce di Malfoy dietro di me. - Comunque bel pigiama. - disse mi voltai e lo vidi appoggiato al bancone che mi squadrava. Arrossí violentemente [..] e me ne tornai in camera mia.
Genere: Comico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Malfoy, Hermione Granger, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Pansy, Ron/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
Capitoli:
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TRA INCUBO E REALTÀ
Pov Draco
Ero in piedi al centro di una grande stanza buia. Non c'era nessuno con me. La stanza era completamente vuota e spoglia, né una sedia né un tavolo o qualsiasi altro mobile che la potesse riempire un minimo. All'interno di quello spazio c'era un silenzio inquietante, ogni tanto spezzato da una specie di lamento che però durava troppo poco per capire se fosse reale o no. Poi improvvisamente un urlo devastante lacerò l'aria e come per magia apparve una porta davanti a me e le urla sembravano provenire proprio da lì dietro. Corsi verso quella grande porta e la aprì trovandomi davanti, però, una stanza vuota come la precedente. Un secondo dopo un'altra porta di era aperta nella parete davanti a dove stavo mentre le urla non cessavano. Corsi verso la seconda porta e la aprì trovandomene davanti una terza e poi dopo una quarta ed infine una quinta. Dopo quella mi ritrovai finalmente nella stanza giusta. Era molto buia, come le precedenti, ma questa era arredata e c'erano molte persone in piedi che fissavano qualcosa. Non riuscivo a vedere i loro volti perché erano coperti da un cappuccio nero. Nessuno sembrò fare molto caso a me. Passai in rassegna la stanza è riconobbi solo due volti quello di mio zio Rodolphus e quello di mia zia Bellatrix. Entrambi stavano fissando qualcosa a terra. Abbassai anch'io lo sguardo e mi ritrovai a fissare il corpo tremante e dolorante di una ragazza. Anche se non ne vidi il viso, riconobbi immediatamente i suoi capelli e il suo corpo che avevo stretto così tante volta al mio. 
- Hermione! - urlai cercando di lanciarmi su di lei ma immediatamente due mani mi afferrarono per le braccia e mi bloccarono. Cercai di divincolarmi ma ogni tentativo fu inutile. 
- Draco! Finalmente ci hai raggiunto. Ti stavamo aspettando per la parte migliore della serata. - disse Bellatrix guardandomi con un sorrisetto prima di tornare a guardare Hermione. Sguainò la bacchetta e la puntò sulla ragazza. Non feci in tempo neanche a capire cosa stava succedendo che la scena più dolorosa della mia vita si svolse davanti ai miei occhi. Mia zia che sussurrava "Avada Kedavra", un fascio di luce verde sprigionato dalla sua bacchetta che andava poi a colpire il corpo della ragazza che amavo. 
Mi svegliai di botto ansimando. Ormai avevo quell'incubo tutte le notti. Era terribile, nemmo nei miei sogni potevo avere un po' di pace. Ogni volta che chiudevo gli occhi mi tornava in mente quella scena. Lei che veniva uccisa da mia zia e io che non potevo fare niente perché bloccato da due uomini che nemmeno conoscevo. E poi, mi tornava in mente quella scena, io che me ne andavo e che la lasciavo da sola, in lacrime e ferita. La cosa peggiore? Che quella era la realtà. 
Appena ero arrivato al castello lo avevo riconosciuto subito. Si trattava di un vecchio Manor dei Malfoy in Scozia. Mi avevano spedito immediatamente in camera per riposarmi ma ovviamente non lo feci. Non riuscì a dormire quella notte e tutte le altre erano popolate da incubi. E ovviamente le giornate non erano migliori. Quei due pazzi mi facevano allenare giorno e notte con incantesimi difficilissimi e faticosi, incantesimi oscuri e potenti. Non sapevo perché me lo facevano fare ma se mi rifiutavo o Bellatrix o Rodolphus mi crucciavano. Lo facevano anche quando, dopo aver sbagliato un incantesimo, cadevo a terra e non riuscivo a rialzarsi, troppo esausto per farlo. 
Poi, ogni volta che mi buttavano in camera dopo avermi torturato per bene, il mio unico pensiero era per lei. La volevo lì, la volevo stringere tra le braccia, sentire di nuovo il suo profumo, la volevo sentirmi dire che mi amava, volevo fare l'amore con lei e la volevo semplicemente lì. Era un pensiero egoistivo da parte mia ma infondo io sono sempre stato un grande egoista. Lei era in ogni mio pensiero. Quando ero stanco e volevo mollare tutto e aspettare di morire a causa delle troppe torture, mi tornava in mente la sua risata e l'immagine del suo viso, allora riaprivo gli occhi e mi tiravo su, solo perché volevo rivederla. E lo avrei fatto, a qualunque costo. 
**
Ero sdraiato sul letto, dopo una giornata stancante ma... produttiva? Quando sentì bussare forte alla mia porta. Andai ad aprire e mi trovai davanti il volto coperto di uno dei servitori-seguaci dei miei zii. 
- I Signori voglio vederti. - disse seccamente prima di incamminarsi aspettandosi probabilmente che lo seguissi. Dopo un sospiro rassegnato lo feci. Mi portò per alcuni corridoio che avevo già visto fino ad arrivare alla porta che conduceva all'ufficio. Bussò un paio di volte e mi fece entrare. Nella stanza, apparte i miei zii, non c'era nessuno. Strano, di solito c'è sempre un loro seguace. L'ufficio, come il resto della casa, era molto oscuro. Una grande scrivania di mogano scuro capeggiava più o meno al centro della stanza, una grossa libreria ai lati e una sedia al centro della scrivania dove c'era sempre seduto Rodolphus e infatti anche adesso lui era lì. 
- Draco! - esclamò Bellatrix, elegantemente in piedi accanto a lui. 
- Mi hanno detto che volevate vedermi. - dissi freddo. 
- Ed è così. - rispose mia zia. - Vedi, in questi periodi stai facendo molti progressi - ci credo sennò mi crucciate. - e ti sei mostrato fedele nei nostri confronti. - come cazzo faccio ad oppormi se non posso nemmemo uscire da qua? - per questo abbiamo pensato sia arrivato il momento. - 
Nonostante morissi dalla voglia di dire qualcosa rimasi zitto ad aspettare che continuassero. - Da quando sei qui - riprese la donna. - non ti abbiamo mai dato alcuna spiegazione ma adesso, dato tutto quello che hai fatto, ne hai tutto il diritto. - si prese una piccola pausa. - Vedi, noi ti abbiamo portato qui e fatto allenare per un motivo preciso. Abbiamo un piano. - 
- Che genere di piano? - chiesi con voce titubante. 
- Un piano per riprenderci ciò che è nostro di diritto. - intervenne l'uomo per la prima volta. - Un piano per prendere il controllo del mondo magico per sempre. - disse poi con un ghigno. A quelle parole mi si gelò il sangue e trattenni il respiro. 
( Eh! Volevi fosse finito! E invece no! ) 
- Come per sempre? - feci appena riuscì a mettere insieme una frase di senso compiuto. 
- Vieni con me. - disse mia zia dirigendosi verso la porta da cui ero entrato. La seguì più curioso e spaventato che mai e uscimmo in corridoio dove mi portò fino alla fine di esso fino a una porta chiusa a chiave. Immediatamente, appena ero arrivato lì, mi avevano detto che non potevo assolutamente entrare, che quella stanza era off limits e io avevo obbedito. Adesso, invece, perché volevamo farmi vedere cosa c'era all'interno? 
Mia zia tirò fuori da una tasca la chiave e la infilò nella serratura che scattò un attimo dopo aprendosi su uno spazio totalmente buio. - Andiamo. - sussurrò lei ed entrò. La seguì ma appena messo un piede lì dentro fui avvolto dal buio. Feci alcuni passi in avanti e non sentendo alcun tipo di ostacolo cominciai a camminare, anche se lentamente. Di sottofondo sentivo il ticchettio dei tacchi di Bellatrix e li seguì finché non sentì mia zia pronunciare qualcosa in una lingua che non conoscevo e una luce divampò. Chiusi gli occhi per un attimo prima di abituarmi alla luce. Al centro vidi un grosso tavolo rotondo con alcune pergamene su di essa. Alcuni scaffali erano posti tutt'intorno. 
- Che posto è questo? - chiesi sgranando gli occhi. 
- Qui è dove ho elaborato il mio piano per anni. - disse Bellatrix avvicinandosi al tavolo. Sfiorò le pergamene sorridendo lievemente. - Ho elaborato ogni minimo dettaglio. Sarà tutto perfetto. - disse lei con un sorrisetto. 
- Zia, cosa avete intenzione di fare? - chiesi e per la prima volta la chiamai così. 
- Io e Rodolphus vogliamo governare sul mondo Draco, per l'eternità. Ma per farlo prima dobbiamo riuscire a raggiungere l'eternità. - rispose con lo sguardo fisso sui fogli. 
- E come? - 
- Questo non ha importanza. - rispose mio zio dietro di me. Non mi ero accorto che ci avesse seguito. - Per ora ti basta sapere questo. - disse con un tono che non ammetteva repliche così rimasi zitto. Mi scortarono di nuovo fuori da quella stanza ma prima che qualcuno potesse fare qualcosa si sentì un grosso botto provenire dall'ingresso. 
Di nuovo corto ed è per questo che ho deciso di pubblicarlo il giorno dopo aver pubblicato l'altro. Cosa sarà successo? Cosa avranno in mente quei due e soprattutto cosa vorranno da Draco? Lo saprete nei prossimi capitoli. Un bacio! 😘

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TRA INCUBO E REALTÀ


Pov Draco


Ero in piedi al centro di una grande stanza bianca. Non c'era nessuno con me. La stanza era completamente vuota e spoglia, né una sedia né un tavolo o qualsiasi altro mobile che la potesse riempire un minimo. All'interno di quello spazio c'era un silenzio inquietante, ogni tanto spezzato da una specie di lamento che però durava troppo poco per capire se fosse reale o no. Poi improvvisamente un urlo devastante lacerò l'aria e come per magia apparve una porta davanti a me e le urla sembravano provenire proprio da lì dietro. Corsi verso quella grande porta e la aprì trovandomi davanti, però, una stanza vuota come la precedente. Un secondo dopo un'altra porta di era aperta nella parete davanti a dove stavo mentre le urla non cessavano. Corsi verso la seconda porta e la aprì trovandomene davanti una terza e poi dopo una quarta ed infine una quinta. Dopo quella mi ritrovai finalmente nella stanza giusta. Era molto buia, come le precedenti, ma questa era arredata e c'erano molte persone in piedi che fissavano qualcosa. Non riuscivo a vedere i loro volti perché erano coperti da un cappuccio nero. Nessuno sembrò fare molto caso a me. Passai in rassegna la stanza è riconobbi solo due volti quello di mio zio Rodolphus e quello di mia zia Bellatrix. Entrambi stavano fissando qualcosa a terra. Abbassai anch'io lo sguardo e mi ritrovai a fissare il corpo tremante e dolorante di una ragazza. Anche se non ne vidi il viso, riconobbi immediatamente i suoi capelli e il suo corpo che avevo stretto così tante volta al mio. 
- Hermione! - urlai cercando di lanciarmi su di lei ma immediatamente due mani mi afferrarono per le braccia e mi bloccarono. Cercai di divincolarmi ma ogni tentativo fu inutile. 
- Draco! Finalmente ci hai raggiunto. Ti stavamo aspettando per la parte migliore della serata. - disse Bellatrix guardandomi con un sorrisetto prima di tornare a guardare Hermione. Sguainò la bacchetta e la puntò sulla ragazza. Non feci in tempo neanche a capire cosa stava succedendo che la scena più dolorosa della mia vita si svolse davanti ai miei occhi. Mia zia che sussurrava "Avada Kedavra", un fascio di luce verde sprigionato dalla sua bacchetta che andava poi a colpire il corpo della ragazza che amavo. 


Mi svegliai di botto ansimando. Ormai avevo quell'incubo tutte le notti. Era terribile, nemmo nei miei sogni potevo avere un po' di pace. Ogni volta che chiudevo gli occhi mi tornava in mente quella scena. Lei che veniva uccisa da mia zia e io che non potevo fare niente perché bloccato da due uomini che nemmeno conoscevo. E poi, mi tornava in mente quella scena, io che me ne andavo e che la lasciavo da sola, in lacrime e ferita. La cosa peggiore? Che quella era la realtà. 
Appena ero arrivato al castello lo avevo riconosciuto subito. Si trattava di un vecchio Manor dei Malfoy in Scozia. Mi avevano spedito immediatamente in camera per riposarmi ma ovviamente non lo feci. Non riuscì a dormire quella notte e tutte le altre erano popolate da incubi. E ovviamente le giornate non erano migliori. Quei due pazzi mi facevano allenare giorno e notte con incantesimi difficilissimi e faticosi, incantesimi oscuri e potenti. Non sapevo perché me lo facevano fare ma se mi rifiutavo o Bellatrix o Rodolphus mi crucciavano. Lo facevano anche quando, dopo aver sbagliato un incantesimo, cadevo a terra e non riuscivo a rialzarsi, troppo esausto per farlo. 
Poi, ogni volta che mi buttavano in camera dopo avermi torturato per bene, il mio unico pensiero era per lei. La volevo lì, la volevo stringere tra le braccia, sentire di nuovo il suo profumo, la volevo sentirmi dire che mi amava, volevo fare l'amore con lei e la volevo semplicemente lì. Era un pensiero egoistivo da parte mia ma infondo io sono sempre stato un grande egoista. Lei era in ogni mio pensiero. Quando ero stanco e volevo mollare tutto e aspettare di morire a causa delle troppe torture, mi tornava in mente la sua risata e l'immagine del suo viso, allora riaprivo gli occhi e mi tiravo su, solo perché volevo rivederla. E lo avrei fatto, a qualunque costo. 


**


Ero sdraiato sul letto, dopo una giornata stancante ma... produttiva? Quando sentì bussare forte alla mia porta. Andai ad aprire e mi trovai davanti il volto coperto di uno dei servitori-seguaci dei miei zii. 
- I Signori voglio vederti. - disse seccamente prima di incamminarsi aspettandosi probabilmente che lo seguissi. Dopo un sospiro rassegnato lo feci. Mi portò per alcuni corridoio che avevo già visto fino ad arrivare alla porta che conduceva all'ufficio. Bussò un paio di volte e mi fece entrare. Nella stanza, apparte i miei zii, non c'era nessuno. Strano, di solito c'è sempre un loro seguace. L'ufficio, come il resto della casa, era molto oscuro. Una grande scrivania di mogano scuro capeggiava più o meno al centro della stanza, una grossa libreria ai lati e una sedia al centro della scrivania dove c'era sempre seduto Rodolphus e infatti anche adesso lui era lì. 
- Draco! - esclamò Bellatrix, elegantemente in piedi accanto a lui. 
- Mi hanno detto che volevate vedermi. - dissi freddo. 
- Ed è così. - rispose mia zia. - Vedi, in questi periodi stai facendo molti progressi - ci credo sennò mi crucciate. - e ti sei mostrato fedele nei nostri confronti. - come cazzo faccio ad oppormi se non posso nemmemo uscire da qua? - per questo abbiamo pensato sia arrivato il momento. - 
Nonostante morissi dalla voglia di dire qualcosa rimasi zitto ad aspettare che continuassero. - Da quando sei qui - riprese la donna. - non ti abbiamo mai dato alcuna spiegazione ma adesso, dato tutto quello che hai fatto, ne hai tutto il diritto. - si prese una piccola pausa. - Vedi, noi ti abbiamo portato qui e fatto allenare per un motivo preciso. Abbiamo un piano. - 
- Che genere di piano? - chiesi con voce titubante. 
- Un piano per riprenderci ciò che è nostro di diritto. - intervenne l'uomo per la prima volta. - Un piano per prendere il controllo del mondo magico per sempre. - disse poi con un ghigno. A quelle parole mi si gelò il sangue e trattenni il respiro. 










( Eh! Volevi fosse finito! E invece no! ) 


- Come per sempre? - feci appena riuscì a mettere insieme una frase di senso compiuto. 
- Vieni con me. - disse mia zia dirigendosi verso la porta da cui ero entrato. La seguì più curioso e spaventato che mai e uscimmo in corridoio dove mi portò fino alla fine di esso fino a una porta chiusa a chiave. Immediatamente, appena ero arrivato lì, mi avevano detto che non potevo assolutamente entrare, che quella stanza era off limits e io avevo obbedito. Adesso, invece, perché volevamo farmi vedere cosa c'era all'interno? 
Mia zia tirò fuori da una tasca la chiave e la infilò nella serratura che scattò un attimo dopo aprendosi su uno spazio totalmente buio. - Andiamo. - sussurrò lei ed entrò. La seguì ma appena messo un piede lì dentro fui avvolto dal buio. Feci alcuni passi in avanti e non sentendo alcun tipo di ostacolo cominciai a camminare, anche se lentamente. Di sottofondo sentivo il ticchettio dei tacchi di Bellatrix e li seguì finché non sentì mia zia pronunciare qualcosa in una lingua che non conoscevo e una luce divampò. Chiusi gli occhi per un attimo prima di abituarmi alla luce. Al centro vidi un grosso tavolo rotondo con alcune pergamene su di essa. Alcuni scaffali erano posti tutt'intorno. 
- Che posto è questo? - chiesi sgranando gli occhi. 
- Qui è dove ho elaborato il mio piano per anni. - disse Bellatrix avvicinandosi al tavolo. Sfiorò le pergamene sorridendo lievemente. - Ho elaborato ogni minimo dettaglio. Sarà tutto perfetto. - disse lei con un sorrisetto. 
- Zia, cosa avete intenzione di fare? - chiesi e per la prima volta la chiamai così. 
- Io e Rodolphus vogliamo governare sul mondo Draco, per l'eternità. Ma per farlo prima dobbiamo riuscire a raggiungere l'eternità. - rispose con lo sguardo fisso sui fogli. 
- E come? - 
- Questo non ha importanza. - rispose mio zio dietro di me. Non mi ero accorto che ci avesse seguito. - Per ora ti basta sapere questo. - disse con un tono che non ammetteva repliche così rimasi zitto. Mi scortarono di nuovo fuori da quella stanza ma prima che qualcuno potesse fare qualcosa si sentì un grosso botto provenire dall'ingresso. 


Di nuovo corto ed è per questo che ho deciso di pubblicarlo il giorno dopo aver pubblicato l'altro. Cosa sarà successo? Cosa avranno in mente quei due e soprattutto cosa vorranno da Draco? Lo saprete nei prossimi capitoli. Un bacio! 😘

   
 
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