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Autore: Christine_Heart    04/06/2017    1 recensioni
Acheron lo guardò stranito, come se le parole appena dette non avevano senso.
Sorrise contento e disse:
«Papà icino!» esclamò il bimbo felice, portandosi le manine sul cuore, una sopra l'altra.
Papà! Non mi ha mai chiamato Dottore o Smith o in qualsiasi altro modo. Non ha mai chiesto il mio vero nome, il mio vero essere. Da quando ha iniziato a parlare, non si è mai rivolto a me con quel nome che adotto con tutti, con quel nome che di solito per me significa tanto, per lui sono solo papà, sono il suo papà.
«Empre!!!» disse alla fine formando un piccolo arco con le braccia.
Il Dottore sorrise intenerito mentre dentro sentiva piangere per la commozione.
«Il papà ti starà vicino in ogni momento non temere.» gli sussurrò con gentilezza, accarezzandogli con affetto la guancia.
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 1, Doctor - 10, Doctor - 11, Nuovo personaggio, Sorpresa, TARDIS
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'Papà Dottore'
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Capitolo 14: La serata delle storie
 
5 Anni
 
«Come ti senti Ash?!?» domandò piano il Dottore, sfiorando la fronte del piccolo.
Quelle stupide voci erano tornate, e questa volta Acheron sembrava averne sofferto parecchio, continua a dire al suo papà che non la smettevano di urlare, che facevano davvero male, e in lacrime gli pregava di farle smettere, e ha continuato con quella supplica fin quando il sangue non è iniziato ad uscirli dal naso copioso e denso, fin quando ormai all'estremo delle forze, non si è abbandonato tra le braccia del padre, privo di sensi e tremante come una foglia.
«Fa ancora tanto male la testa?!?» domandò ancora, con un tono di voce calmo, ma che lasciava trasparire molto ansia. Si era preoccupato sul serio, non l'aveva mai visto in quello stato.
«No...per ora si sono calmate, sembra essere tornato tutto alla normalità.» spiegò sereno.
Cercò di sorridere mentre con la mano porta via un po' di sangue, che continua a uscirgli da naso.
«La facciamo lo stesso la serata delle storie, vero papà?!?» domandò poi Acheron speranzoso.
«Ma certo!» esclamò subito il padre, ritrovando il suo ottimismo di sempre.
«Allora giovanotto, cosa vuoi sentire questa sera, per la serata delle storie?!?» chiese il Dottore allegro, sedendosi di fronte al figlio, saltellando una più volte sul suo materasso.
«Non lo so, l'avventuriere sei tu, stupiscimi.» gli disse divertito Ash, mettendosi seduto a sua volta, poggiando per bene la schiena contro il letto.
«Ieri mi hai raccontato della bellissima Madame de Pompadour, e di come le hai salvato la vita entrando in scena come un cavaliere senza macchia e senza paura in groppa al tuo cavallo bianco.» rise felice ricordando ogni particolare.
«Sì, possiamo dire che le ho salvato la vita in un certo senso.»
«Sì, ma senza quel meccanismo lento, ora non saresti qui a raccontarlo.» rise di nuovo.
«Touchè, è vero hai ragione.» concesse il Dottore sorridendo a sua volta.
Poi il Dottore ci pensò un po' su, prima di proporre:
«Posso raccontati di come assieme alla mia amica Martha ho conosciuto William Shakespeare, grande bella avventura.» acconsentì il Dottore gioioso.
«Shakespeare, e chi è?!?» domandò subito curioso Ash.
«Ah vedrai, ti piacerà come storia, abbiamo tirato in ballo anche Harry Potter.» annuì felice il Dottore ricordando il suo incontro.
«Harry Potter?!?» chiese stupito il ragazzino.
«Sì, Harry...tu non conosci Harry Potter?!?» domandò meravigliato il Dottore.
«No, non me ne hai mai parlato.» quasi lo rimproverò il bambino.
«Accidenti che svista, dovremmo rimediare sicuramente.» sorrise il Dottore.
Cercò una rapida soluzione prima di parlare:
«Facciamo così sta sera di racconto di Shakespeare, e la settimana dopo iniziamo con Harry, sono sette libri, abbiamo un bel po' da leggere che ne dici?!?» domandò quasi eccitato.
«Va bene, mi sembra un ottima idea!» annuì contento il bambino
«Molto bene, allora...» iniziò allegro il Dottore.
«Ma prima di iniziare posso farti una domanda?!?» osò Ash incerto.
«Certo, puoi farmi tutte le domande che vuoi.» gli fece coraggio il padre.
Acheron cercò le parole adatte prima di iniziare, ma ormai la domanda era pronta, ci aveva pensato su un bel po', e ora voleva sapere, voleva sentire la risposta del suo Dottore.
«Papà, perchè mi hai preso con te quella notte???» chiese tutto d'un fiato.
«Quale notte???» chiese confuso.
«La notte in cui mi hai trovato.» confermò il bimbo deglutendo nervoso.
«Non avrei dovuto?!?» chiese in Dottore senza capire.
«No, è che...rispondi ti prego.» chiarì Ash.
«Ma perchè eri così piccolo ed indifeso, eri innocente, come avrei potuto lasciarti lì da solo?!?» chiese il Dottore senza capire le parole del figlio.
Ma notando che il piccolo rimaneva in silenzio senza dire nulla, continuò.
«Non sono riuscito a distogliere lo sguardo e a passare oltre...eri così spaventato ed infreddolito, come avrei potuto.» dichiarò il Dottore come se fosse ovvio.
«Mi hai preso, perchè era la cosa giusta da fare?!?» chiese ancora.
«Cosa c'è di sbagliato in questo?!?» cercò di capire il Dottore.
Ma gli occhi del figlio erano così lontani, così confusi, e si decise a rispondere.
«Sì, era la cosa giusta da fare per me.» disse deciso poggiando una mano su di un cuore.
Il bambino provò a dire altro, ma il Dottore fu più veloce di lui.
«Ti sembra forse giusto lasciare morire un bambino, solo, al freddo, senza alcun tipo di affetto...abbandondato come se fosse un'oggetto?» chiese il Dottore quasi arrabbiato.
«No...» rispose ora mortificato Ash, chinando gli occhi imbarazzato.
«Ma...mi avresti preso con te anche se ero un adolescente?!?» domandò senza alzare lo sguardo, quasi timoroso della risposta che poteva ricevere.
«Ti avrei preso con me anche da adulto, se ce n'era davvero bisogno.» dichiarò il Dottore a bassa voce, ma con occhi sinceri.
«Neonato, bambino, adolescente, adulto o vecchio, per me, non fa molta differenza...avevi bisogno d'aiuto, ed io ero pronto a dartelo.» aggiunse piano.
«Non so perchè ti hanno abbandonato tra quei cespugli...» disse scuotendo il capo.
«...Ma una parte di me ne è veramente felice.» confessò alla fine Dottore.
E dopo quelle parole, Ash incuriosito, sbirciò il volto del padre.
Vide un sorriso nascergli spontaneo e le guance del Dottore colorarsi appena di rosso, come se un bellissimo ricordo gli avesse appena attraversato la testa, donandogli felicità
«Davvero?!?» chiese poi, meravigliato.
«Ma certo.» sorrise con dolcezza il Dottore.
«Lasciandoti hanno dato a me la possibilità di trovarti, di crescerti di vivere la mia vita con te...non c'è cosa più bella di questa credimi.» disse il Dottore sicuro delle sue parole.
«Per una volta il destino non è stato crudele con me, e mi ha dato te.» disse ancora.
«E poi in questo mondo c'è troppo male, troppe cose orribili, troppo cose prive di senso, troppe cose mosse solo dall'egoismo personale, deve succedere qualcosa di bello ogni tanto.» aggiunse con un che di soddisfatto nella voce.
Non si pentiva minimamente del suo gesto, sapeva di aver fatto la cosa giusta, ed Acheron lo capì guardando il suo volto, era così fiero, così dolce, il volto di un padre che è orgoglioso e ama sul serio suo figlio. Ash ne rimase rapito, stupito e allo stesso tempo quasi commosso, perchè sapeva di non avere il suo stesso sangue, le sue stesse origini, eppure continuava a considerarlo suo figlio.
«Ed io che cosa rappresento per te?!?» chiese infine.
Il Dottore fissò per un lungo attimo i suoi occhi, poi accennò un sorriso.
«Tutto.» confessò senza esitare un attimo.
«Sei più importante della mia stessa vita.» disse con leggerezza.
«Sei mio figlio, la persona più bella di tutte.» gli sussurrò con dolcezza accarezzandogli la guancia, come se fosse il corpo di un pulcino.
Ash si lasciò avvolgere da quel caldo affetto che suo padre gli infondeva sempre.
«Grazie papà!» mormorò Ash felice.

 

Continua...

 

Note dell’autrice:
- William Shakespeare ed Harry Potter!!! *-* Due amori in un colpo solo, protagonisti in un fantastico episodio di Doctor Who!
Qui faccio riferimento all'episodio 03x02 dal titolo "Il codice shakespeariano".

 
  
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