Scritta sentendo: Eluveitie; Memento.
Il desiderio del Signore Oscuro
Voldemort si passò la mano
sul capo calvo e pallido,
sentendo la pelle liscia sotto le dita adunche. Avanzò
trascinando i piedi, la
sua lunga veste nera ondeggiava ad ogni suo movimento, si
portò l’altra mano
alla bacchetta accarezzandola e guardò fuori dalla finestra.
“Severus”
sibilò. La luce argentea della luna filtrava dal
vetro facendogli brillare le iridi rosso rubino.
“Lo sai quanto io mi sia
sempre fidato di te. La mia spia,
colui che ha ucciso Silente, forse la più terribile delle
spine nel fianco”
disse.
Si voltò di scatto e
osservò Piton, l’altro uomo era
appoggiato alla parete della camera.
“So cos’hai
provato a causa di tuo padre. Sono a conoscenza
di quanto quegli orribili babbani
possano far soffrire i loro figli. Questo essere entrambi mezzosangue
che
odiano i sangue sporco ci accomuna” sibilò. Fece
scattare la lingua aguzza
sulle labbra esangue.
“Mio
signore…”. Iniziò Severus.
Voldemort lo raggiunse a grandi
falcate, alzò il braccio con
il dorso della mano sporto verso l’alto e
riabbassò l’arto di scatto,
appoggiandogli l’indice sulle labbra.
“Ssssh,
fammi
finire” sibilò.
Piton annuì, le sue labbra
divennero esangui e le sue iridi
more si fecero liquide.
“Le tue parole mi saranno
care e vorrò accuratamente
sentirle, appena avrò finito di dirti il mio discorso. Vedi,
entrambi siamo
stati emarginati e derisi. Tu, però, non ti vendicavi e non
privavi quegli
sciocchi dei loro assurdi piccoli tesori” sussurrò
mellifluo.
Piton abbassò lo sguardo e
rabbrividì.
“Al contrario degli altri
miei Mangiamorte sei sempre stato
in disparte. Non ti ho mai visto sorridere o festeggiare. Non danzavi
con me e
Bellatrix intorno alle carcasse delle nostre vittime. Non sai quanto
soffrivo a
pensare di non poterti allietare”. Proseguì il
signore oscuro.
Severus strinse le labbra, premendo
con i denti dall’interno.
“All’inizio
pensavo fosse timidezza, poi ho capito. Tu
preferisci i lavori puliti, attenti, per questo prediligi i veleni.
Allora
avevo sbagliato tutto con te! Avevo allontanato le nostre anime affini,
perché
passata l’adolescenza, mi ero lasciato travolgere dalle gioie
del sadismo
sfrenato. Un tempo anche i miei piani erano più elaborati,
la mia bellezza era
solo uno strumento per macchinazione cesellate nel dettaglio”
spiegò.
Piton si massaggiò la
fronte, il suo battito cardiaco
divenne irregolare.
“Io non ho mai potuto amare
Severus e non mi fido di nessuno
dei miei Mangiamorte. Eppure, provo dei brividi d’entusiasmo
quando mi sei
accanto. Mi sono reso conto di essere diventato più attento,
di essere tornato
a celare la mia presenza e tutto questo solo per
riavvicinarmi” gli disse
Voldemort all’orecchio. Gli accarezzò la guancia
con il dorso della mano.
Un rivolo di sudore
scivolò lungo la schiena di Piton.
“Questo mi ha fatto
interrogare. Forse desideravo qualcosa
di diverso da te. Però non potevo ottenerlo con la forza o
con pozioni magiche.
Non tanto perché temevo che te ne saresti accorto, tu non mi
sfideresti mai.
No, semplicemente non volevo commettere gli errori di quella sciocca e
debole
di mia madre. Perciò te lo chiederò e so che tu
non rifiuterai nulla al tuo
signore oscuro” ordinò Voldemort.
“Cosa
desiderate?” domandò Piton con tono atono.
“Diventa mio”
ringhiò Voldemort.
< Sarò sempre e
solo di Lily > pensò Piton.
“Se volete il mio corpo,
consideratelo già fatto” rispose
con voce strascicata.