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Autore: francyg6    11/06/2017    1 recensioni
Edward e Bella si conosco al liceo. All'inizio sono amici ma lui l'allontana a causa del suo aspetto fisico per raggiungere le vette della popolarità. Ma quando si incontreranno nuovamente all'università le cose saranno molto diverse.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Lo avrebbero arrestato, ma poco importava. Prenderlo a pugni gli avrebbe dato una grande soddisfazione, che nemmeno la prigione poteva offuscare.
Da quando era entrato nel locale non si era mosso dal bancone del bar. Aveva ordinato da bere e se ne era rimasto lì, a guardare il centro della pista.
Il vestito argentato le lasciava scoperte le spalle in una lunga scollatura. Ballava sulle scarpe alte, le lunghe gambe in bella mostra. Ogni volta che alzava le braccia il vestito le saliva lungo le cosce.
L’aveva amata come non mai nessuna, e lei era scappata.
Si sarebbe goduto lo spettacolo se solo non fosse stato per quel biondino. La stringeva per i fianchi, e le mani di lei erano intrecciate al collo di lui.
“Ti ricordo che l’omicidio è un reato.”
A fatica distolse lo sguardo dalla scena e guardò Jacob, che gli sorrideva beffardo.
Gli sorrise a sua volta, amaro, e prese un sorso dal bicchiere che aveva in mano.
Il liquido ambrato gli bruciò la gola.
Riportò l’attenzione al centro della pista. Il biondo si era fatto più audace, una mano le stringeva un fianco e l’altra le accarezzava la schiena. Lei mise le mani tra i suoi capelli e li strattonò.
Guardò con molta attenzione la mano dell’altro muoversi lungo la linea della schiena nuda, sempre più in basso, fino a posarsi sul sedere sodo di lei.
Un rumore di vetri rotti lo riportò alla realtà.
“Cazzo!”
Edward guardo per terra, il bicchiere che aveva in mano ormai in frantumi, il whisky gli bagnava le mani.
Jacob, vicino a lui, era troppo impegnato a filtrare con una ragazza per accorgersene.
Decise che era il momento di scambiare due chiacchiere con quel ragazzo.
Si fece largo fra la calca, fino ad arrivare alle sue spalle.
Gli batté due dita sulla schiena e il ragazzo, infastidito, si girò.
Edward ne approfittò per prenderlo dal bavero della maglietta.
 
Ignorò Bella, che, dietro il biondo, lo guardava sorpresa, le braccia conserte.
“Che problemi hai?”
“Hai finito di palpare la mia ragazza?” glielo disse all’orecchio, per non farsi sentire da lei, ma le sue parole arrivarono forti e chiare all’orecchio dell’altro.
La rabbia era ben evidente negli occhi di Edward, era pronto anche a scatenare una rissa, per questo il ragazzo si scusò e sparì.
Edward lo seguì con lo sguardo, molto più tranquillo.
“Cosa gli hai detto?”
Bella si era fatta più vicino, lo guardava cercando di mantenere un’espressione seria, ma, dal mezzo sorriso che aveva sulle labbra, era palese che non era infastidita dall’interruzione.
Non le rispose, anzi, le prese le mani e la fece girare. La sua schiena contro il suo petto, le stringeva le braccia ai fianchi.
In quel modo poteva sentire il profumo dei suoi capelli, le era mancata da impazzire.
“Edward, dimmi cosa gli hai detto!” aveva alzato la voce per farsi sentire sopra la musica alta.
“Gli ho detto solo la verità.”
Lei si girò, sciogliendosi dal suo abbraccio, lo guardò negli occhi e mise le sue mani sul suo petto.
“Sarebbe a dire?”
“Che sei innamorata di me”
“Non sono innamorata di te.” A quell’affermazione Edward rise, e le si avvicinò all’orecchio.
“Continua a ripetertelo, dolcezza” le disse, non prima di lasciarle una scia di baci lungo il collo, fino all’orecchio.
Lei lo spinse via, gli voltò le spalle e, facendosi largo fra la calca, si avviò verso il bar, indispettita.
Edward la seguì.
Poggiò la schiena al bancone in modo da poterla vedere in viso.
Bella ordinò, e nell’attesa tamburellava le dita sul ripiano, nervosa; ogni tanto gli lanciava una occhiataccia.
Rimase in silenzio a guardarla, poteva rimanere così anche in eterno.
“Pensavo avessimo deciso di dimenticarci di quella storia.”
Era stato così, per due giorni aveva finto che quell’episodio non era mai avvenuto, ma non riusciva a togliersela dalla testa.
“Infatti è così” alzò le spalle, come se a lui non importasse nulla.
“E allora cos’era quella scena di gelosia?” lo guardò con un sorriso sornione, di chi la sapeva lunga.
Edward aggrottò le sopracciglia. “Non sono geloso.”
Non lo avrebbe ammesso mai ad alta voce e nemmeno a sé stesso.
Lei rise.
 
 
Edward non sapeva come erano riusciti ad arrivare nel suo appartamento, e neppure di come, appena avevano messo piede nell’ascensore del suo palazzo, e le porte si erano chiuse, avessero preso a baciarsi, avvinghiati l’uno all’altra.
Avevano chiacchierato appoggiati al bancone del bar, lei lo aveva punzecchiato ancora, e avevano ordinato da bere. Niente alcolici.
Una volta che Edward riuscì ad aprire la porta, senza mai staccarsi dalle labbra di lei, entrarono in soggiorno.
Lo spinse a sedere sul divano e si mise sopra di lui, a cavalcioni.
Era incredibile come Bella perdesse totalmente il controllo quando lui la toccava, e quel fatto lo eccitava ancora di più.
Lei interruppe il bacio e iniziò ad abbassarsi le spalline del vestito argentato, vi sfilò le braccia e quello ricadde lungo il corpo, fino ai fianchi.
Prese ad armeggiare con il davanti del reggiseno, per slacciarlo, quando si fermò.
Edward vide passare un’ombra nei suoi occhi, insicurezza o timore forse.
“Sei bellissima”
Lei lo guardò e arrossì, improvvisamente impacciata.
Le accarezzò la guancia con delicatezza, il momento di passione precedente si era trasformato in un momento di dolcezza.
Lentamente si avvicinò al suo viso e le sfiorò le labbra con le sue. Poi si allontanò di nuovo per guardarla negli occhi.
“Questa timidezza improvvisa mi fa credere che tu non ti sia ancora accorta di quanto io sia innamorato di te.”
 
 
 
   
 
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