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Autore: pepper snixx heat    11/06/2017    1 recensioni
Demons, una raccolta di storie SwanQueen con sottofondo la canzone degli Imagine Dragons.
Dala prima storia:
Il clima del Maine non si poteva dire un clima clemente per le stagioni fredde, quando l'inverno arrivava impetuoso, la neve iniziava a scendere, mischiandosi a ghiaccio e nevischio, ricoprendo di uno spesso strato bianco e scivoloso tutta la città.
Il primo inverno che passò a Storybrook nel Maine fu terrificante, nella Foresta Incantata nevicava e faceva freddo, ma c'erano i domestici che accendevano i camini per tenere caldo il castello, e quando si usciva c'erano de pesanti vestiti fatti di pelliccia. In America invece aveva vestiti leggeri, fin troppo, lanciando la maledizione non aveva messo in conto molte cose, così si ritrovò con un vestito leggero durante il primo gelo. Quel giorno però, la prima volta, passò un intera giornata a scoprire le gioie dello shopping.
Adesso mentre era nel suo ufficio iniziò a nevicare. Un lento e regolare cadere dei fiocchi di neve.
...
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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And the saints we see are all made of gols

 

Era una giornata di Sole a Storybrook, i raggi colpivano la finestra della camera da letto nella più grande casa dell'isolato, il 108 di Mifflin Street. Il giorno prima era tornata talmente stanca dal compleanno di Belle French-Gold, che aveva dimenticato di chiudere la serranda e struccarsi, doveva sembrare un piccolo panda in quel momento.

Regina si girò verso sua moglie, Emma sembrava un angelo quando dormiva, la bocca un po' aperta da cui usciva un rivolo di saliva, i capelli biondi sparsi sul cuscino quasi riflettevano i raggi del Sole, di tanto in tanto si chiedeva se non diventassero più chiari e luminosi del normale. Il suo braccio era ancora stretto alla sua vita, appena sotto il seno. Aveva dormito quasi tutta la notte sul suo petto fino a quando Regina non aveva sentito veramente troppo caldo e formicolio al braccio per continuare così l'aveva fatta scivolare dall'altra parte del letto abbracciandola.

Si alzò il più silenziosamente possibile, era ancora troppo presto perchè sua moglie si svegliasse sopratutto visto la serata appena passata, Emma preferiva svegliarsi all'ultimo minuto ed essere sempre in ritardo, diceva che le piaceva troppo dormire perché si alzasse volentieri. Era appena passato il compleanno di Belle e alcune persone si erano ritrovate al Rabbit Hole a festeggiare, le cose erano leggermente degenerate ed Emma e Regina erano tornate a casa alle tre.

Aveva dormito tre ore o giù di lì, ma sapeva che non si sarebbe riaddormentata e forse avrebbe potuto approfittare di quel tempo per andare a correre per le vie di Storyboork senza che nessuno la vedesse.

In dieci minuti era pronta, mangiò uno snack, e si preparò ad uscire.

La sua corsa di mezz'ora si trasformò in poco tempo in una camminata verso Grenny, era l'unica attività della città ad essere aperta a quell'ora del mattino, solitamente per chi doveva andare a lavorare presto come i nani, che l'estate iniziavano a lavorare prima per via del caldo soffocante, oppure per persone come Regina che avevano bisogno di un caffè finito di “correre”, ad ogni ora del giorno c'era qualcuno dentro quella tavola calda.

La campanella sopra la porta del locale, tintinnò avvertendo dell'arrivo di un cliente.

-Signor Sindaco, buon giorno! Abbiamo corso?-

Ruby era sveglia e attiva, cosa abbastanza rara vederla iniziare a quell'ora, solitamente prendeva servizio alle 7 e sembrava uno zombie appena svegliato. In effetti aveva un vestito da sera, quindi era probabile che fosse appena rientrata dalla più che si fosse appena svegliata per il lavoro.

-Buon giorno Ruby, facciamo una cioccolata calda con panna e marshmellow e...-

Regina si avvicinò a guardare le torte, e le varie paste.

-Sai che c'è Ruby, un bombolone alla crema così mi faccio del male.-

Risero, e Regina prese posto sul bancone, avrebbe dovuto portarsi un libro. Con una piccola magia fece arrivare il libro dal suo comodino alla tavola calda, era un mattone russo che racconta una storia struggente e strappalacrime che a Regina piaceva tanto.

Un sorriso soddisfatto e aprì il libro dove c'era il biglietto da visita che usava come segnalibro, poco dopo Ruby le mise davanti la sua ordinazione.

Fu la campanella sopra la porta a distrarla, Biancaneve entrò con in braccio il piccolo Neal che piangeva come un disperato in cerca del ciuccio, la carrozzina abbandonata appena fuori dal locale era l'unico mezzo di trasporto in giro quella mattina.

-Allora anche tu sei un essere umano bisognoso di zuccheri! Se rimani in posa ti faccio una foto, magari facciamo anche un selfie.-

Snow indossava un vestito color kaki piuttosto ridicolo e un paio di scarpe con le zeppe uscite direttamente dagli anni '80.

-Buongiorno Snow. Come mai già in giro a quest'ora?-

La donna occupò il lato del tavolo davanti a lei, e Regina mise via il libro, curandosi di mettere il segno prima di farlo sparire con un semplice gesto della mano.

-Neal si è svegliato presto e molto attivo, e ho pensato d'iniziare la giornata prendendomi un caffè. Te?-

Regina scosse semplicemente la testa dicendo che si era svegliata prima del solito.

Snow continuava a guardarla, conosceva la sua matrigna fin troppo bene e sapeva che quella mattina aveva presto un bombolone alla crema e della cioccolata calda con marshmellow e panna, voleva dire che era successo qualcosa. Eppure Regina non sembrava triste , o giù di morale, la sua espressione era felice, forse quel leggero velo di melanconia che aveva perennemente negli occhi era leggermente più accentuato. Niente che non avesse già visto, ma non abbastanza da giustificare quella colazione così abbondante.

-Sai Regina, possiamo fare che io ti assillo fino allo sfinimento scatenandoti contro tutti i miei metodi più persuasivi fino a quando non mi dirai che è successo oppure risparmiamo tempo e me lo dici subito.-

Regina aprì la bocca al limite dello sconvolto.

-Ma se non mi hai chiesto niente. Almeno chiedimi come va.-

Snow sospirò teatralmente.

-Io ti chiedo cosa c'è che non va. Tu mi dici niente. Io insisto, insisto più volte. Tu ti innervosisci e ti vengono i vecchi istinti omicidi. Io chiedo a Emma che cosa hai, lei non lo sa e lo chiede a te, tu dici niente. Lei chiede a Henry, che chiede a te e alla fine vieni da me arrabbiata a dirmi di farmi gli affari miei sputandomi addosso che succede. Risparmiamo molto tempo in questo modo.-

Regina soffocò la sua risata nella cioccolata calda, era al limite del comico.

-Va bene, però tienilo per te. Non devi dirlo a nessuno, men che meno a Emma. Intesi?-

Un silenzio quasi irreale uscì dalla bocca di Mary Margharet, un misto di insicurezza e maturità. Si sentiva come se fosse in terza media e la professoressa avesse messo in programma un test a sorpresa.

-Ovviamente.-

Regina fece un segno a Ruby di avvicinarsi.

-Ruby, mi potresti portare un altro bombolone, magari al cioccolato questa volta? Snow tu che prendi?-

Dopo aver presto la stessa cosa del sindaco, aggiungendo la cannella alla cioccolata, iniziarono a parlare, rinunciando al caffè mattutino.

-Molto tempo fa, un anno prima che tuo padre morisse, molto prima maledizione s'intende, ebbi una specie di relazione...-

Snow si sistemò meglio sulla sedia, sistemando meglio Neal sul fianco. “Dettagli piccanti in arrivo”, amava queste questo genero di pettegolezzi.

-Bhe e quindi? Qualcosa di interessante? Dettagli? Dettagli interessanti? Dettagli piccanti?-

-Rilassati pervertita. Da quanto tempo è che non fai sesso?-

La tensione che si stava creando era stata spezzata dall'entusiasmante voglia di pettegolezzo di SnowWhite.

-Nessun dettaglio piccante Snow, sono la tua matrigna e la moglie di tua figlia, sicura di voler sapere della mia vita sessuale.-

Pensandoci su la donna decise di non insistere ulteriormente e di lasciare che fosse Regina a parlare.

-Relazione, vai avanti.-

Regina, finì di mangiare il primo dolce e iniziò a parlare.

-Sia chiaro, ho solo bisogno di sfogarmi con qualcuno di cui mi fido.-

Mary Margharet annuì e annegò la contentezza in un sorso di cioccolata calda con cannella.

-Dicevo che quando ero ancora sposata con tuo padre, prima che il matrimonio mi rinchiudesse al castello, ebbi una relazione. Una relazione con Hanc Nikolas.-

Hanc Nikolas, Il fratello minore del re Leopold.

Vedendo che Regina stava per continuare, Snow rimase zitta, nonostante lo scoop succulento e la voglia di chiedere e sapere, in pochi secondi una quantità infinita invase la sua testa. Una storia del genere sarebbe stata uno scandalo, entrambi sarebbero stati condannati a morte, lei per adulterio, lui per tradimento verso corona. Voleva bene allo Zio Nikolas e la sua morte l'aveva sconvolta, in quel momento si chiese quanto avesse sofferto Regina.

-Avevamo la stessa età più o meno, lui era costretto ad una vita che non voleva all'ombra del fratello. Le cose andarono come andarono. Ricordi che un anno il dottore del villaggio mi disse che dovevo andare a stare per alcuni mesi in un luogo di mare perchè la mia salute era malmessa?-

Snow rispose di si, Regina iniziò a stare male e venne trasferita nel castello estivo in modo che si potesse rimettere.

-Non stavo male, ero incinta.-

 

 

 

Era come se il mondo le fosse caduto addosso in un secondo, e allo stesso tempo fu la cosa migliore che le fosse capitata da quando era arrivata al castello e si era sposata.

-Hanc.-

L'uomo era seduto sulla sedia accanto al camino negli appartamenti della regina, più sconvolto che felice per la notizia. Certo, sarebbe stato bello avere un figlio, ma se si fosse venuto a sapere sarebbe diventata una catastrofe. Sarebbero stati condannati a morte e non voleva immaginare che cosa sarebbe potuto accadere al bambino.

-Troverò un modo, te lo prometto. Sistemerò tutto quanto nel modo migliore possibile.-

Hanc pagò un medico profumatamente per mentire al Re riguardo alla gravidanza della sua consorte, facendolo poi trasferire lontano. Disse a Leopold che la regina stava male e serviva aria di mare per farla rimettere. Il re si convinse a lasciar andare Regina al castello di suo fratello, in modo che si potesse riprendere in fretta, con la promessa di ricevere aggiornamenti costanti sulla sua salute.

I successivi 6 mesi passarono molto in fretta, la gravidanza di Regina andava avanti, e il re iniziava a premere per il suo ritorno al castello, ma per fortuna le lettere del dottore e del fratello riuscivano a controllarlo. I servitori vennero mandati via in un altro castello per un tempo determinato, in modo che solamente solo poche persone andassero pagate per mentire, il dottore, la dama di compagnia di Regina, il dottore e due cameriere che si occupavano del castello.

La bambina, una femminuccia, nacque il sei di Agosto, nella stanza da letto di Regina.

La tenne in braccio per pochi minuti prima che il principe la portasse via, venne data in adozione ad una famiglia di un regno molto lontano, sotto il controllo economico e morale di Hanc.

Regina pianse tutte le sue lacrime, per i due giorni successivi non fece altro, non mangiò e non si alzò dal letto. Pianse fino a quando, dalla finestra della carrozza, non vide il castello di Leopold. Lì mise su il miglior sorriso finto che riusciva a fare e finse di essere felice del ritorno a casa.

Poco dopo, non più di pochi mesi, il principe morì in un agguato e non si seppe più nulla della bambina, nonostante fu lasciato alla famiglia una cospicua somma di denaro.

 

 

 

-O porca troia.-

-Snow!-

-Scusa.-

Minuti interi di silenzio seguirono il racconto, la parolaccia di Mary Margharet e la ripresa di Regina furono le uniche parole che si scambiarono in seguito al racconto.

-Quindi...-

Regina si limitò ad annuire.

-Quindi...-

Regina annuì.

-Quin...-

-E basta! Lo hai già detto.-

Rendendosi conto di aver alzato la voce più del dovuto e aver fatto girare le poche teste che c'erano nel locale, si rimise composta al suo posto cercando di finire la colazione.

-Scusa, che cosa vuoi fare adesso? Dovresti dirlo a Emma, magari lei ti aiuterà in tutto ciò che vuoi fare.-

Regina scosse la testa velocemente.

-No, è proprio per questo che ti ho chiesto di mantenere il segreto. È solo che... è solo che ora sta andando tutto bene, sta andando tutto alla grande. In città regna la pace, vado d'accordo con i cittadini, io ed Emma siamo innamorate, con Henry parliamo. Solo che ogni tanto mi viene in mente, mi chiedo se stia bene, come è cresciuta. Vedere se mi somiglia o se somiglia a tuo zio.-

Per fortuna Snow riuscì a comprendere ciò che voleva dire senza che Regina continuasse, e questo il sindaco fu grata. In fondo voleva solamente sapere qualcosa di lei.

-Ti prego Snow, non dirlo a nessuno. Volevo solamente parlarne un po'.-

 

 

 

-Snow, perché non sei a letto?-

David aveva trovato sua moglie sveglia alle due del mattino, che beveva una tisana al finocchio e lo sguardo fisso che cercava di concentrarsi su qualcosa, sembrava che stesse pensando a qualcosa di talmente importante da non poter essere disturbata per nessuna ragione al mondo.

-Snow?-

La moglie si era girata per guardare il marito.

-Sembravi così assorta a pensare.-

-James, se volessi trovare una persona... cosa dovrei fare?-

“Perchè?” si chiedeva James, chi voleva trovare sua moglie?

-Credo che dovresti chiedere a Emma, in fondo è il suo lavoro trovare le persone.-

Era proprio quello il punto.

Snow ci pensò per parecchi giorni, più di una settimana in realtà e la risposta alle sue domande era sempre la stessa: Emma.

Certo aveva promesso a Regina che avrebbe mantenuto il segreto, lei non aveva detto che voleva trovare la figlia, ma voleva solamente sapere come stava.

Prese il telefono e mandò un messaggio alla figlia, chiedendole di vedersi a casa sua non appena sua padre sarebbe arrivato in centrale.

Sua figlia si presentò un'ora dopo.

-Mamma, è successo qualcosa?-

Mary Margharet la fece sedere e le spiegò tutto ciò che Regina le aveva raccontato, tutto nei minimi dettagli. Chiedendole inoltre se potesse aiutare Regina a ritrovare la bambina, visto che era l'unica persona che ci poteva riuscire.

Emma era sconvolta da tutto questo, era sconvolta da ciò che la madre le aveva detto e sua moglie le aveva tenuto nascosto.

Corse via, Snow sentì il rombo del maggiolino quando partiva, e si rese conto immediatamente che era una grande cazzata.

 

 

 

 

Emma girò con la macchina per ore, fino a quando non le fecero male le gambe e si fermò, il muso della macchina era appena fuori dal confine di Storybrook.

Sarebbe stato così facile.

Rimase semplicemente lì, per ore fino a quando non si rese conto che l'alba stava per spuntare.

Prese il telefono.

Moltissime chiamate, Henry, Regina, David, sua madre. Messaggi su messaggi, tutti che le chiedevano dove fosse, sopratutto di Henry e Regina che era preoccupatissima.

Mise in moto la macchina, e decise di andare a prendere qualcosa da Grenny prima di tornare a casa, in modo da bloccare la pancia brontolante e rilassarsi prima di affrontare Regina, in fondo lei non aveva fatto niente di male anzì Regina era l'ultima persona da biasimare in quel momento, ma non riusciva a controllare le sue emozioni e i pensieri.

“Regina aveva una figlia”.

Regina ave una figlia e l'aveva abbandonata, aveva fatto la stessa cosa che lei aveva fatto con Herny, e pensare che Regina non sapeva neanche che faccia avesse la figlia, non riusciva a ricordare come era quando non sapeva che faccia avesse Henry.

“Chissà quanti anni ha...”.

Appena arrivata vide molta agitazione, immediatamente suo padre che la strinse forte, sua madre nascosta dietro si rese conto che era colpa sua se figlia era in quello stato, “Perchè non penso mai prima di parlare”. Regina la sorrise ma lei la ignorò e andrò dritta a salutare e scusarsi con Herny.

Si avvicinò alla moglie, e le sussurrò:

-Ti aiuterò a trovare tua figlia.-

Regina rimase pietrificata, e non si mosse fino a quando non fu Henry a scuoterla per chiederle se voleva mangiare qualcosa, ma la madre le disse che era ora di tornare a casa, lasciandolo andare con Emma.

-Tu inizia ad andare. Io devo parlare con la nonna.-

Appena Henry fu uscito un violento movimento della mano di Regina fece volare Snow per tutta la stanza, facendola cadere dritta sopra gli ultimi tavoli, stavano per attaccarla per difendere Mary Margharet, ma si alzò in tempo per fermarlo.

-Mi dispiace Regina, io...-

-Smettila, è finito da un pezzo il tempo per scusarti. Mi avevi promesso... mi avevi promesso che avresti mantenuto il segreto, invece hai nuovamente deciso di rovinarmi la vita. In questo momento ti odio più di quanto io abbia mai fatto in tutta la mia vita.-

Detto questo se ne andò sbattendo la porta.

-James ho fatto un casino.-

 

 

 

Regina mandò un messaggio a sua moglie, dicendo che sarebbe rimasta nella cripta. Non credeva che tornare a casa adesso fosse una buona idea, tutt'altro. Sia lei che Emma avevano bisogno di pensare, e il comportamento che aveva avuto la bionda era stato più che chiaro.

Pianse per buona parte della mattinata successiva, pensando a quanto la sua vita si stesse sgretolando davanti a lei in un secondo. Si era presa l'intera giornata di permesso dall'ufficio. Era arriva l'ora del pranzo e lei stava per uscire e andarsi a comprare qualcosa da mangiare, non aveva nemmeno fatto colazione e ora voleva solamente qualcosa da mettere sotto i denti. Sentì qualcuno che bussava, doveva essere Snow che chiedeva scusa o magari, ma era più una speranza che una probabilità, Emma che voleva parlare.

Andò ad aprire e si trovò davanti David Nolan.

-David, che cosa ci fai qui?-

-Regina, Snow mi ha detto ciò che è successo. Più o meno. Posso entrare? Ti ho portato il pranzo. Insalata di pollo e humburger e patatine, con una coca cola.-

Regina si fece da parte, lasciando David a scendere le scale.

-Posso offrirti qualcosa da bere?-

David accettò un bicchiere di whiskey liscio e si sedette su una panca appoggiata al muro.

-cosa ti ha detto esattamente tua moglie?-

David le riferì cosa le aveva detto: “Regina mi ha detto un segreto e io sono andata a sputtanarla con Emma”.

-Era quasi isterica, urlava e parlava di segreti. Non so.-

Regina annuì.

-Ti va di sentire che cosa le ho detto.-

David rimase per dieci minuti buoni in silenzio non appena Regina finì il suo racconto, la sua mente era piena di domande. Non aveva mai pensato veramente a ciò che Regina aveva passato, ma questo dava tutta un'altra visione ai fatti.

Così Regina iniziò a magiare il pranzo.

-Ok, Snow ha fatto decisamente la stronza, e forse imparare dai propri errori non è la specialità di Mary Margharet.-

-Almeno siamo d'accordo, ma non è sbagliato che tu lo dica?-

David annuì e sorrise.

-Che cosa vuoi fare tu? Intendo con la bambina. Vorresti trovarla oppure preferiresti che rimanesse tutto così.-

Regina di scolò il resto del bicchiere prima di parlare.

-Mi piacerebbe sapere se sta bene.-

David si alzò e battè le mani.

-Allora ci penso io. Tu fai una pozione localizzante o qualcosa di simile, torno fra un paio d'ore e ti mando Snow in modo che la perdoni.-

Regina cercò di controbattere ma David era già sparito.

 

 

 

Passarono una ventina di minuti prima che Snow bussasse al legno della cripta.

-Entra.-

Regina stava ferma appoggiata al muro e guardava la donna scendere le scale con attenzione, un po' per l'altezza delle scale, un po' perchè non era certa di cosa Regina volesse farle.

-Snow, forse riuscirò a perdonarti, ma ora ho solo voglia di ucciderti. Ti avevo chiesto più volte se avresti...-

Ormai stava urlando verso la donna, non ci aveva mai neanche pensato a parlare piano e civilmente, voleva sfogarsi e vomitarle addosso tutto il suo odio e per di più non voleva controllarsi, questa era la goccia che fece traboccare il vaso alle sue teorie che si rivelarono brutalmente corrette.

Quando tutto va bene succede qualcosa che porterà la tua vita alla catastrofe.

Snow le bloccò le braccia contro di se, stringendola in modo da calmarla. Voleva chiedere scusa, e dirle che era pentita. Nonostante questo, Snow sapeva che non tutto il male vien per nuocere. Sicuramente tutto si sarebbe sistemato per il meglio, Regina avrebbe risolto anche questa.

-Calmati. Mi Dispiace, ok?-

-No, non è “ok” per niente. Io ti avevo chiesto di non dire niente, io mi ero confidata con te invece la storia si ripete.-

Regina scosse la testa. Ormai era stanca, sia fisicamente che mentalmente,

-Mi spiace, ho fatto quello che ritenevo più giusto.-

-Bhe grazie, ora cosa dovrei fare? Sperare che Emma capisca?-

-Forse dovresti spiegarle.-

La voce proveniva da sopra le scale della cripta. Emma stava lì, braccia conserte e labbra serrate che aspettava.

Snow praticamente scappò, andò via senza neanche salutare limitandosi a sfiorare leggermente il braccio della figlia e andò via.

-Voglio che mi spighi. Mia madre non è stata molto esaustiva.-

Regina si verso una generosa dose di whisky e agitò la bottiglia davanti a Emma per sapere se ne gradiva un goccio che la bionda accettò volentieri.

-Senti mi spiace averti trattato male, in fondo non è molto diverso da quello che ho fatto io.-

Emma si avvicinò e si sedette accanto a lei prendendole la mano per cercare di creare un contatto.

-Ti va di parlarne?-

Regina poggiò la testa sulla spalla e iniziò a raccontare alla moglie tutta la storia.

 

 

 

C'era tutta la famiglia da Grenny. Snow, Emma, Henry stavano cercando di raccogliere più elementi possibili.

-Andiamo, non sai che nome ha? Dove è stata portata? Qualsiasi cosa.-

Regina negava dicendo che non sapeva nulla, nonostante questo non sembrava molto interessata, anzi sembrava che si divertisse a vederli brancolare nel buio.

-Scusate...-

Snow zittì il marito con un cenno della mano.

-Perdonatemi...-

Snow guardò suo marito in malo modo.

-Ragazzi...-

Ma venne ignorata brutalmente.

-Forse dovremmo dire della pozione localizzante, non credi Regina?-

Regina si limitò a scuotere le spalle, avevano già una soluzione e quei quattro cercavano di complicare la faccenda invece di semplificarla.

Al limite della sopportazione:

-Basta.-

Sul tavolo alcuni saltarono sul posto, guardandosi intorno chiedendosi il perché di quello scatto di Regina.

-Abbiamo una pozione localizzante, è così che la troveremo. Chiariamo voglio solo sapere dove è e se sta bene.-

Tutti annuirono quasi frementi, aspettavano che Regina usasse la pozione. Era tutti curiosi.

-Aspetta, non dovresti avere qualcosa di suo perché funzioni?-

Regina scosse la testa e spiegò che la pozione creata da Rumple apposta per l'occasione, aveva la stessa funzione della pozione localizzante la differenza è l'attivazione, non con un oggetto, ma con il sangue. In questo caso la localizzazione usa il legame di sangue madre e figlio.

-Oh. Allora andiamo.-

Regina avrebbe voluto aspettare, organizzarsi nel migliore dei modi e trovare una scusa plausibile per l'incontro se mai ci fosse stato, ma erano tutti troppo eccitati. In pratica erano già fuori dalla porta.

-Bene.-

Regina finì di bere il suo tea e prese la borsa per uscire, Regina usò una spilla da balia per pungersi e mise qualche goccia di sangue nella boccetta.

Poco dopo una luce cominciò a splendere davanti a loro.

Salirono sul pick up di David e Regina davanti ed Emma, Henry e Snow dietro, in modo da lasciare Regina da sola a pensare.

Guidarono per 20 minuti appena, fino ad una casetta appena fuori il centro di Storybrook, una piccola villetta con la porta rossa a due piani, nel vialetto una Ford Bronco parcheggiata. Nessuno parlò in macchina, sopratutto nei successivi 15 minuti in cui Regina fissava la porta.

Scesero tutti quanti dalla macchina, nonostante Regina avesse deciso di andare da sola, sapevano che aveva bisogno di un sostegno e che tutti loro erano troppo curiosi, e la mora non potè fare altro che lasciare che andassero con lei.

-Sentite, diciamo che sono lo sceriffo e che c'è stata una segnalazione, così la puoi vedere.-

Tutti annuirono.

Regina suonò il campanello, poco dopo sentirono dei passi e qualcuno aprì la porta.

Una ragazza piuttosto alta, gli occhi castano chiari e i capelli neri, portava un vestito floreale e aveva un sorriso smagliante.

-Salve.-

Regina rimase ammutolita e fu Snow a prendere in mano la situazione.

-Ciao, Mary Margharet Blanchard...-

-Alla fine sei arrivata.-

La ragazza si rivolse direttamente a Regina, sembrava che la stesse aspettando da tempo.

-Come?-

A bocca aperta cercò spiegazioni a quella strana scenetta.

-Ho creato una pozione, così da conoscere meglio il mio passato...-

Cercò di spiegare la ragazza.

La ragazza prese per un braccio Regina e la trascinò verso il salotto parlando costantemente.

-Tu sai chi sono?-

La ragazza ancora senza nome rimase sconvolta dalla domanda.

-Certo. È ora che impariamo a conoscerci.-

Regina scoprì che sua figlia si chiamava Charlotte, era stata data in adozione ad una famiglia con un altro figlio. I genitori morirono in un imboscata quando ancora erano nella foresta incantata, Il fratello maggiore, Nick, si era preso cura di lei da quel giorno. Quando rientrò in casa abbracciò di slancio Regina dicendo che era un piacere conoscerla e le aveva fatto sapere che una volta l'aveva quasi ucciso, “non è buffo?” e rise. “Tutt'altro” pensò Regina in preda al panico, per sua fortuna non sembra che il suo passato influisse in qualche modo.

Era un bel ragazzo, alto, biondo e con gli occhi chiari, un naso pronunciato e una barba incolta di pochi giorni.

Regina raccontò nuovamente la storia in quei pochi giorni, Charlotte l'ascoltava e annuiva convinta.

Quella ragazza era un vulcano, sempre attiva, in costante movimento, se stava seduto muoveva la gamba o il piede, ma preferiva stare in piedi e saltellare di qua e di lì dando spiegazioni varie.

Si fece tardi, Herny decise di invitare la ragazza a colazione domani mattina da Grenny e Regina si offrì passare a prenderla. Regina estese l'invito anche al fratello, che rifiutò educatamente, più per far stare le due da sole che altro, ma Regina disse a Charlotte di estendere l'invito anche a lui, a lei avrebbe fatto molto piacere conoscerlo più a fondo.

Henry era eccitato all'idea di avere una sorella maggiore, in realtà l'idea di avere un fratello o una sorellina lo aveva sfiorato, ed era certo che era successo la stessa cosa cosa anche alle madri e forse era ancora possibile averlo, ma una sorella maggiore, più grande a cui chiedere consiglio o parlare. Era bello.

Forse le cose sarebbero migliorate adesso, per lui, per le sue mamme e anche per Charlotte e il fratello. In fondo Nick era molto giovane quando dovette iniziare a prendersi cura della sorella, un po' di libertà sarebbe stata grandiosa.

-Quindi ci vediamo domani? Aspettate, oggi do una festa con qualche amico di scuola, magari Henry potrebbe restare.-

Ci fu una piccola discussione, Regina come madre di Herny non voleva lasciarlo andare con ragazzi più grandi, ma come neo-madre di Charlotte le cose cambiavano.

Sperava che fosse Emma a dire di no, ma la bionda non sembrava volerla aiutare, anzi sembrava che fosse molto contenta che Herny partecipasse alla festa.

-Se a Herny va.-

Decisero che Herny sarebbe rimasto lì, in modo da aiutare per la festa e sopratutto Regina avrebbe avuto il tempo di metabolizzare il tutto.

-Ci vediamo dopo Henry, a dopo... Charlotte.-

La ragazza la abbracciò di slancio e Regina ricambiò l'abbraccio ispirando il profumo di sua figlia.

-Notte.-

 

 

 

Arrivate a casa Regina aveva un sorriso a trentadue denti.

-Hai fame?-

Regina scosse la testa.

-Emma, ti va di parlare un po'?

Parlarono per tutta la notte, si confidarono, sentimenti e paure, speranze e progetti. Parlarono di tutto, di niente, parlarono.

-Sai, credo che dovremmo cambiare la foto in salotto.-

L'anno in cui erano andate a vivere insieme, era stato l'anno in cui avevano scattato la foto che ora si trovava sopra il camino del salotto, era una grandissima foto di famiglia, c'erano tutti Regina, Henry ed Emma al centro, Snow, Neal e David di fianco a Regina e Rumple, Belle e Gideon affianco a Emma, erano tutti sorridenti, tutti felici, sereni.

-Magari la possiamo rifare, con Charlotte e Nick, fra poco saremo una grande famiglia e mi sembra carino.-

Regina baciò sua moglie, era così... Emma.

-Vuoi venire? Vuoi venire domani mattina a colazione?-

Emma annuì.

 

 

 

Quella mattina c'era un'aria nuova, una famiglia nuova, una bella atmosfera. Era bello e vedendola da fuori sembrava che fosse normale, Charlotte e Emma scherzavano insieme, Regina l'aveva ripresa per una parolaccia, Herny cercava di rubare il cibo dai piatti degli altri.

Sembravano una famiglia felice, Charlotte parlava dei progetti per il futuro, Henry era molto emozionato per la festa a cui aveva partecipato la sera precedente. Regina li guardava con amore.

“Hanc, è cresciuta veramente bene.”

Erano lì, loro quattro, nessuno dall'esterno avrebbe mai potuto immaginare che cosa quella famiglia aveva dovuto passare per arrivare a quel momento.

A quel momento perfetto.

Tutto intorno c'era una luce, una bellissima luce d'orata.

Era arrivato il momento perfetto.

 

 

___________
Salve, per prima cosa grazie a chi legge, segue, recensisce etc.
Cosa numero due: ovviamente nella canzone le varie frasi hanno un significato ben preciso, però qui sono una metafora differente. Se volete sapere il significato, magari per vedere se ci avete azzeccato o se pensate che non ci azzecchi nulla. 
Please lasciatemi una recensione se vi va! 
Pepper Snixx Heat 
 

   
 
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