Love Actually Is (all around)
-
Sicuro che puoi pensarci tu, allora? - domandò Riza con aria
apprensiva, in pigiama e ciabatte sulla soglia di casa.
-
Ma certo, tesoro. Passo io. Non c'è problema -
replicò Roy
sfoderando un sorriso incoraggiante e attirandola a sé per
schioccarle un bacio. -
Okay. Però ricordati di arrivare puntuale, mi raccomando, e
portagli
qualcosa da mangiare, e … - cominciò lei contando
sulla punta
delle dita. -
Riza? - la chiamò lui, divertito. Lei sollevò lo
sguardo, perplessa
- Ho capito, sta' tranquilla. Guarda che devo solo andare a prendere
Maes a scuola, posso cavarmela, dico sul serio. Te lo riporto a casa
tutto intero, fidati. Tu pensa solo a rimetterti a letto e riposare - Riza
gli rivolse un sorrisetto a mo' di scusa, sollevandosi in punta di
piedi per baciarlo di nuovo.
-
Va bene. Mi fido -
-
Brava bimba -
-
Roy? -
-
Dimmi -
-
Alle quattro, mi raccomando -
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Tesoro, sinceramente, sto cominciando a credere che tu mi ritenga un
padre del tutto irresponsabile -
-
Ma no, che dici, non del tutto. Solo un pochino - replicò
lei
ridendo mentre lo sospingeva fuori dalla porta.
-
Ah, grazie per la fiducia. E come marito invece, come me la cavo? -
domandò sornione.
-
Sei ancora passabile, tranquillo, ma adesso vai o farai tardi -
-
Ah, è così? Eppure, oserei dire che l'altra notte
è stata un po'
più che solo passabile, mmh
…? -
Riza
alzò gli occhi al cielo, arrossendo suo malgrado e
arricciando le
labbra a metà tra il divertito e l'esasperato.
-
Al lavoro! Fila! -
Roy
gli arrivò incontro correndo a perdifiato.
-
Oddio, Maes, scusa … Ehm, sai, c'era tanto di quel traffico
… -
Il
bambino adocchiò distrattamente la strada deserta intorno a
sé.
-
Ti sei addormentato - concluse quindi, scrollando le spalle.
-
No! … Sì-no! Insomma
… -
-
Non fa niente, non lo dirò alla mamma -
-
Ah. Beh. Grazie. Allora, come è andata oggi? -
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Bene - replicò lui atono, entrando in macchina.
-
Okay, ehm ma … -
-
Senti, puoi mettere in moto e basta? - sbottò il ragazzino,
stizzito.
Roy
richiuse la bocca, esitante, rassegnandosi allo scomodo silenzio
calato tutto d'un tratto nell'abitacolo.
Ma
fu quando, una volta rincasati, sentì la porta della
cameretta
sbattere, che davvero si rese conto di essere un
completo
disastro.
Per
fortuna Riza era ancora addormentata nella loro stanza, e non
sembrava essersi accorta di nulla. Roy sospirò di sollievo.
-
Andiamo, Maes, aprimi. Ti ho comprato le frittelle. Lo so che non hai
fatto merenda -
Qualche
secondo di silenzio.
-
… quelle al cioccolato? - domandò infine la sua
vocina attutita,
ancora un po' diffidente.
-
Certo - Roy sorrise alla porta, trionfante. Qualche altro secondo,
seguito poi dallo scatto della serratura.
-
Va bene. Entra allora - Maes
se ne stava sdraiato a pancia in giù sul letto, la faccia
tragicamente sepolta sotto il cuscino.
-
Ma che ti prende? Si può sapere? È successo
qualcosa a scuola? …
Che cos'hai? -
-
Niente - mugugnò il bambino, scuotendosi leggermente.
-
Non può non essere niente. Ehi. Qual è il
problema? -
-
… -
-
Avanti, puoi parlarmene -
-
Tanto non potrai aiutarmi. Nessuno può - sbottò.
-
Non importa. Dimmelo comunque. Voglio almeno sapere cosa c'è
che non
va -
-
Lo vuoi sapere davvero? -
-
Ma certo -
-
Beh. La verità è che … mi sono
innamorato -
Roy
sbatté un paio di volte le palpebre. - Eh?
- domandò,
sbalordito.
-
Mi sono innamorato! - ripeté Maes da sotto il cuscino, con
voce un
po' più alta.
-
… Ah - fece Roy, piuttosto esitante - Ma scusa, non sei un
po'
troppo piccolo per essere innamorato? -
Maes
sospirò, come se gli avesse appena chiesto una cosa molto
stupida. - No - esclamò,
con un verso sofferente.
-
Ehi - lo chiamò Roy ridacchiando e dandogli una scrollata,
per la
quale ottenne solo un leggero bofonchiare in risposta - Ehi, Maes,
non è mica una brutta cosa. Anzi, direi che è
grandioso! Ehi, esci
da lì sotto, andiamo, fare lo struzzo non ti si addice
proprio -
Il
bimbo obbedì e finalmente riemerse, un po' più
spettinato e
immusonito di prima.
-
Non ci vedo proprio niente di grandioso. Niente di niente -
borbottò.
-
Come si chiama lei? - chiese Roy con un sorrisone entusiasta.
-
Mmfgh -
-
Eh? -
-
Mmmfgh -
-
Maes non capisco se parli nel maglione -
-
… Elimfgh -
-
Maes … -
-
Elicia! Si
chiama Elicia!
Soddisfatto? -
-
E-Elicia Hughes? - Maes s'illuminò, annuendo più
volte.
A
Roy venne quasi da ridere. Il vecchio Hughes, se fosse stato
lì, non
l'avrebbe di certo presa troppo bene.
-
Ehm. D'accordo. Allora, in questo caso … beh, penso che
dovresti
dirle ciò che provi - concluse con una certa
solennità.
-
Eh? Non esiste! Lei non sa neanche come mi chiamo.
È più
grande di me, ed è la ragazza più bella della
scuola … -
-
Non c'è storia che un Mustang venga rifiutato da una ragazza
- fece
Roy con un sorrisetto tronfio. Maes inarcò un sopracciglio.
-
La mamma ti ha rifiutato - obbiettò - Un
sacco di volte -
-
Ehm. Questi sono solo dettagli inutili -
-
Ma non ci riesco - mugugnò il bambino - Io non sono
coraggioso come
te -
-
Ma Maes, la prima volta che ho detto a tua madre che l'amavo
… io
ero semplicemente terrorizzato -
-
E la mamma invece? -
-
Oh, lei è stata grandiosa -
-
Ti ha baciato? -
-
No, mi ha dato dell'idiota -
-
Non ci credo! - esclamò Maes - E poi cos'è
successo? -
-
Aehm. Il resto te lo racconterò quando sarai un po'
più grande, eh?
-
Roy
ridacchiò, spettinandogli i capelli in una carezza goffa e
affettuosa.
-
E quindi, la piccola Elicia, eh? Chi l'avrebbe mai detto? Hai capito
il nostro ometto, che birbante … -
-
Daiii~
non è divertente! -
Roy sorrise al broncio del figlio,
lasciandosi cadere
all'indietro sul letto con un sospiro.
-
Senti, magari non sarò proprio il massimo come
papà, ma sul serio,
faccio del mio meglio. Anche se il mio meglio alle volte fa schifo,
lo so - Maes rise - Ma tu vedi di ricordarti che ti voglio bene,
impiastro, d'accordo? E comunque, tornando a noi, lo sai qual
è il
solo e unico rimedio accertato da tutti i dottori del mondo, per le
pene d'amore? -
-
Quale? - chiese l'altro incuriosito, con un piccolo sorriso.
Roy
gli piazzò il sacchetto ancora caldo del panettiere sotto il
naso.
Il bimbo sgranò gli occhi, sorpreso.
-
Frittelle al cioccolato. Funzionano sempre, ti assicuro - concluse
con aria saputa - Allora, ce le mangiamo o no? -
-
Ehi, papà, la vuoi sapere una cosa? - fece Maes, il sorriso
che si
allargava - Il tuo meglio va benissimo -
-
Mmh? Ma che stai facendo? -
Riza
si volse a fissarlo, che entrava a torso nudo a letto con lei.
-
Roy, ti attaccherò il raffreddore così. Sul
serio, non … -
-
Non importa. Ho troppa voglia di abbracciarti -
-
Ma Roy, hai i piedi ghiacciati, fermo! - fece lei ridendo nel
divincolarsi.
-
Mmh, prenditela con tuo figlio. È stato lui a ricordarmi che
dovevo
dirti una cosa -
-
Che cosa? - chiese lei, battendo le palpebre sorpresa.
-
Che ti amo - rispose lui con semplicità - Tantissimo -
Per:
Elicia Hughes. Da: Maes Mustang.
Ehi.
Ciao. Senti, lo so che sono più giovane di te.
Ma
mio padre dice che posso sempre compensare gli anni che mancano con
l'infallibile fascino dei Mustang.
Mio
padre alle volte dice delle vere idiozie. Quindi penso che
crescerò
ancora un po' prima di chiederti di essere la mia ragazza.
Nel
frattempo, mentre aspettiamo, ti va una frittella con me? Offro io.
Avete
visto? Ho
creato una nuova coppia *O* Sono un genio, modestamente xD
La
storia si ispira ad una scena dell'adorabilissimo film Love
Actually che
ovviamente consiglio a tutti ^O^
Mmh,
l'ho notato solo ora e non so perchè, ma le frittelle
ricorrono
spesso in questa raccolta O_o
Dev'essere
il mio subconscio che mi suggerisce di mangiarmi una frittella, mah
XD
Il
capitolo poteva venire molto meglio, ma sono alle strette, mi riduco
sempre all'ultimo ç.ç
Beh,
insomma, BUON ROYAI DAY a tutte !!