Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: mariannawho    21/06/2017    1 recensioni
Lo sapevate che inizialmente gli ideatori di Frozen - Il Regno di Ghiaccio volevano che Elsa fosse l'antagonista come nella fiaba originale di Hans Christian Andersen? E hanno cambiato idea dopo aver scritto la celebre canzone Let it go? Quando ho saputo questo fatto mi sono chiesta "chissà come sarebbe stata la storia..."
Così, ho deciso di scriverla io. Inoltre, oltre ad essere l'antagonista, Elsa non doveva essere sorella di Anna, e nessuna delle due dovevano essere principesse. Dato, però, che questo aspetto mi piace, ho pensato di conservarlo anche nella mia fanfiction. Sperando che possa piacervi, buona lettura.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Una volta tornati a palazzo, i sovrani di Arendelle presero una decisione molto drastica nei confronti di Elsa, una decisione che mai e poi mai un genitore dovrebbe prendere. Decisero di chiuderla in camera sua, e avrebbero detto a tutti i sudditi che durante la notte si era allontanata troppo ed era caduta in mare e, non capace di nuotare, sarebbe morta. Una bugia alquanto ghiacciante. Gli unici che erano al corrente della verità erano gli inservienti del palazzo, i quali si preoccupavano di darle quotidianamente da mangiare tramite una piccola fessura che avevano fatto alla porta; e la piccola Anna, che non si stancava mai di avvicinarsi alla porta della sorella per parlarle almeno un pochino, anche se quest'ultima le ordinava sempre di allontanarsi. In poche parole, Elsa era prigioniera a casa sua, solo perché i suoi genitori non sono stati in grado di gestire la situazione.
Gli anni passarono e ormai sembrava che tutti si fossero dimenticati della principessa perduta, anzi, sembravano molto più felici. Naturalmente non lo erano per la morte di Elsa, ma perché a breve ci sarebbe stata l'incoronazione di Anna. Il re, ormai anziano, decise di abdicare e di lasciare il trono alla secondogenita. Nel frattempo, Elsa, essendo chiusa in camera da anni, ormai aveva perso la cognizione del tempo, e non si rese conto che, essendo maggiorenne da molto tempo ormai, il trono sarebbe dovuto essere suo. Il giorno prima dell'incoronazione Anna andò alla sua porta (come faceva tutti i giorni) e iniziò a parlare alla sorella: “ciao Elsa, so che non vuoi parlarmi, ma io non mi sono mai persa d'animo. Tutti si sono dimenticati di te, ma io non lo farò mai e poi mai. Anche se sei diversa da tutti noi, per me rimarrai sempre la mia sorellona, e non smetterò mai di volerti bene. Domani per me sarà un giorno importante, dovrei essere felice, ma non capisco perché non lo sono... sento che mi manca qualcosa, e credo che sia la tua presenza. Per me sei sempre stata un punto di riferimento. Da quando ti hanno chiusa qui è come se avessero chiuso anche me. Forse non mi crederai, ma più volte ho cercato di convincere mamma e papà di lasciarti libera, ma non mi hanno dato retta. Hanno paura di quello che potrebbero pensare i sudditi, di due genitori che rinchiudono una delle loro figlie e fanno finta che sia morta. Sai che ti dico? Non mi importa di quello che la gente potrebbe pensare. Tu sei parte di Arendelle, sei parte della famiglia, sei parte... di me. Sai, delle volte sono stata io a portarti da mangiare. Hai presente quel pezzo di torta di qualche giorno fa? Te l'ho preparata io! Spero tanto che ti sia piaciuta. Dato che non ho mai parlato molto con te, non so bene quali siano i tuoi gusti, ma ho pensato che visto che a me piace molto il cioccolato, magari sarebbe piaciuto anche a te. A chi non piace il cioccolato? E poi... quel profumo... ah, che bontà!”
Ci fu un attimo di silenzio. Dato che Anna non riceveva risposte, si sentiva molto imbarazzata, dato che le sembrava di parlare da sola. Ad un certo punto andò avanti: “dato che non mi rispondi, suppongo che tu stia già dormendo, o almeno mi piace pensarla così. Comunque, sappi che ora sto per fare una cosa molto grave, e la sto facendo solo per te. Se dovessero esserci gravi conseguenze per me non mi importa, l'importante è che tu sia libera una volta per tutte. Io ti voglio bene”. In quel momento Anna si abbassò e infilò nella porticina destinata al cibo una chiave. Era la chiave della camera di Elsa, rubata dalla stanza dei suoi genitori. “Così sarai finalmente libera” disse, e si allontanò. Non accadde nulla, visto che Elsa stata veramente dormendo.
Il giorno seguente era il giorno dell'incoronazione. Arrivarono nobili da tutti i regni circostanti e Arendelle si animò di festeggiamenti, colori, e gente felice. Quel giorno Anna aveva un abito bellissimo, aveva già l'aspetto di una regina, ma il suo volto era triste, perché stava pensando a sua sorella, la quale, intanto, si era svegliata e si accorse che per terra, vicino alla porta, c'era la chiave. Scese immediatamente giù dal letto e la prese. Senza nemmeno pensare come mai fosse lì a sua portata di mano, non esitò ad aprire la porta. Era libera. Era una sensazione che non provava ormai da anni. Quasi si era dimenticata come era il palazzo e, dato che aveva perso familiarità, aveva quasi timore a camminare per il corridoio. In quel momento, però, il palazzo era completamente deserto. “Dove saranno tutti?” si chiedeva. Quando si avvicinò ad una finestra rimasta aperta, sentì la gente che festeggiava, e si accorse che c'era molta più gente del solito. Decise quindi di uscire da palazzo, tanto con quegli stracci addosso non l'avrebbe riconosciuta nessuno. Si avvicinò alla prima persona che gli capitò e chiese: “cosa sta succedendo qui?” il signore si girò di scatto, spaventato da quella donna che trovò accanto a sé. “Ma come? Non sapete cosa sta succedendo? Ma è ovvio! È il giorno dell'incoronazione della principessa Anna di Arendelle! Siete una straniera voi? Avete l'aria di una che ha camminato per giorni e giorni”. Il signore non ebbe il tempo di andare avanti a parlare che Elsa era già sparita, arrabbiata come non mai. “Ah, è così, eh? Sono io la maggiore, non Anna! Si sono bevuti tutti il cervello? E perché quello lì non mi ha riconosciuta? Si sono forse dimenticati della vera erede al trono di Arendelle!?”
Elsa si diresse verso la chiesa dove stava avendo luogo l'incoronazione di Anna, ma il sacerdote non ebbe il tempo di appoggiare la corona sulla sua testa che alla porta apparve Elsa. Come spalancò la porta entrò un'aria gelida che fece girare tutti verso di lei. “Non può essere...” disse il re impaurito. “Elsa! Ero sicura che saresti venuta! Avvicinati, sorella mia!” gridò Anna, l'unica ad essere felice della presenza della sorella. “Elsa??” si chiesero tutti in coro “ma come può essere??”
Iniziò un unico e grande mormorio all'interno della chiesa, mentre re e regina non riuscivano più a capire da che parte girarsi. Ad un certo punto Elsa iniziò a parlare: “bene, bene. A quanto pare qui c'è una festa e io non sono stata invitata. Peccato che la festeggiata dovrei essere io, o mi sbaglio?”
Un suddite ad un certo punto si alzò e rivolto ad Elsa disse: “lei è un impostore! La principessa Elsa è morta molti anni fa! Non può essere questa donna!”
Non ebbe il tempo di finire che Elsa gli scagliò addosso del ghiaccio, che lo uccise all'istante. “Qualcun altro ha intenzione di dire che sono morta? Sapete, forse non avete tutti i torti. Elsa è morta, sì, ma è morta dentro! Come potete vedere sono una persona pericolosa, molto pericolosa, e i vostri sovrani, nonché miei genitori, hanno pensato bene di rinchiudermi in camera mia e fingere che io fossi morta, al posto di aiutarmi. Sì, signori miei, questi sono i bravi e giusti sovrani che pensavate di avere. Per anni sono stata loro prigioniera, non sono mai uscita da camera mia, non ho mai visto sorgere e tramontare il sole, non mi sono mai accorta di come gli anni sono passati e, soprattutto, hanno tolto il mio unico diritto, il diritto di diventare regina di Arendelle e dimostrarvi che chi è diverso da voi non è pericoloso, ma ha solo bisogno di affetto, cosa che io non ho avuto. E ora avete intenzione di nominare vostra regina questa ingenua e stupida ragazzina, talmente ingenua che è stata lei stessa a darmi la chiave per uscire dalla mia prigione. Solo una persona così stupida poteva fare una cosa del genere!”
“Anna, è vero quello che dice? L'hai liberata tu?” chiese il re, tremante. “Ero stufa di vederla prigioniera, ero stufa di parlare ad una porta. Elsa è mia sorella, e lo rimarrà per sempre! Volevo che fosse presente al giorno più importante della mia vita...”
“E sei stata talmente sciocca da non pensare che io mi sarei vendicata, giusto??” le gridò Elsa.
“Elsa, questo è il momento giusto che far vedere a tutti ciò che sei veramente! Mostra a tutti quanti che in realtà non sei cattiva, ti prego, fallo per me! Io ho sempre creduto in te, ti prego!”
“Va bene, mostrerò a tutti ciò che sono... una strega!” in quel momento Elsa scagliò verso tutti i suoi più grandi e perfidi poteri. La chiesa si riempì di ghiaccio, molti vennero ghiacciati e uccisi, solo in pochi riuscirono a scappare e salvarsi, compresa Anna. Il re e la regina di Arendelle, invece, furono quelli che ebbero la sorte peggiore. “Ti prego Elsa, risparmiaci, ti prego” supplicò il re, mentre Elsa si stava avvicinando. “Tranquilli, vi restituisco l'amore che voi avete dato a me” e li uccise con un colpo solo. Non solo divennero due statue di ghiaccio, ma si frantumarono in mille pezzi.
Quando Elsa si girò, si accorse che per terra c'era la corona che il sacerdote aveva perso mentre si dava alla fuga. La prese e se la mise in testa. “Ora che sono regina posso governare Arendelle, ma dato che mi avete dimostrato di non essere dei degni sudditi, me ne andrò sulla montagna del Nord. Vi controllerò da lì e vi dimostrerò la mia grandezza!” gridò, anche se attorno a lei non c'era più nessuno. Mentre tutti si davano alla fuga, Elsa uscì dalla chiesa e si diresse verso la montagna, dove aveva incontrato colei che le aveva dato un cuore.

Continua...

   
 
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